Leonardo Morre

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Consulente finanziario indipendente

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08/06/2023

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CONSULENTI FINANZIARI AUTONOMI INDIPENDENTI
Milano, Alessandria, Biella, Novara, Varese, Vercelli
Non dichiarato
Oltre a 10 anni
Laurea specialistica
60 anni
3.991 Dato aggiornato da Google quotidianamente
05 marzo 2019
MoneyController Financial Educational Award Top Financial Educational

Awards: 2021, 2020,

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Profilo professionale

Capita spesso, nel corso dei frequenti viaggi a Milano per convegni e conferenze o nella vita di tutti i giorni, che mi venga chiesto di cosa mi occupo; di solito rispondo, abbreviando strumentalmente, di essere un “consulente finanziario”, in attesa della successiva e conseguente domanda: “... e per chi lavori?”

Da anni, ormai, la mia risposta è sempre la stessa: “Per i miei clienti!”, detto con il tono interlocutorio che impone un conseguente: “…. Sì, certo, ma intendevo dire … per quale Banca?! …”

E da quel punto in poi la narrazione è pressappoco “… sono un consulente finanziario autonomo, quindi opero per conto e nell’interesse esclusivo dei miei clienti, che potranno realizzare i miei suggerimenti presso i loro intermediari preferiti, senza necessità di cambiare banca con la possibilità, volendo, di operare con più di un intermediario integrando le posizioni in un progetto complessivo costruito su misura; operando su mandato del cliente, senza nessun tipo di legame con le banche, ho la possibilità di eliminare completamente il conflitto di interessi e, quindi, i miei datori di lavoro sono proprio i miei clienti, che conoscono esattamente il mio compenso dato che sono loro a pagarmelo direttamente! ”

Oggi svolgo la professione di consulente finanziario autonomo, remunerato esclusivamente a parcella, ispirandomi alla scuola anglosassone dei “Fee-only advisors” e, in particolare, a Peter Mallouk e all’idea di “fiduciario indipendente” ben descritta da Tony Robbins nei suoi recenti: “Money – Master the game” e “Unshakeable”, del resto in UK e negli USA l’80% degli investitori si rivolge esclusivamente a questo tipo di consulenti.

Si tratta di un percorso cominciato molti anni fa quando, svaniti i sogni di carriera nel basket e dopo la laurea in Economia, iniziai la mia attività lavorativa, per conto di una SIM che, già nel 1990, aveva portato in Italia la filosofia “multibrand” (o, come si dice oggi, “architettura aperta”, cioè proporre strumenti finanziari di terzi oltre a quelli della casa) e il “financial planning”, la pianificazione finanziaria che parte dall’analisi degli obiettivi e delle esigenze dei clienti per arrivare solo in un secondo tempo alle proposte di investimento.

Questa scelta mi offrì la possibilità di proporre i primi fondi di investimento di società estere già nel 1993, in particolare specializzati sul mercato azionario americano e sui mercati azionari asiatici, soprattutto quello cinese.

Negli anni successivi, peraltro, mi resi conto che questo tipo di impostazione non permetteva di garantire la miglior consulenza possibile ai clienti, ai quali troppo spesso veniva proposto dagli operatori di sottoscrivere i prodotti con le maggiori quantità di commissioni (e quindi matematicamente meno remunerativi), in modo da aumentare il fatturato del distributore piuttosto che rispettare le esigenze e gli obiettivi dei clienti. In altri termini, disporre di una gamma molto ampia di strumenti delle migliori case di investimento internazionali, non è sufficiente per realizzare la miglior consulenza possibile, se l’obiettivo principale è quello di rispettare il budget e ampliare il fatturato aziendale.

Dopo una successiva esperienza, per conto di un’altra banca che operava con la medesima filosofia, presi la decisione di cambiare radicalmente impostazione alla mia attività, iniziando nel 2005 l’attività di “consulente finanziario”, completamente diversa per molti aspetti rispetto alla precedente attività di “promotore finanziario”.

Negli ultimi 14 anni ho utilizzato il tempo risparmiato, non dovendo più partecipare ad incontri aziendali di tipo commerciale, per studiare ed approfondire molti aspetti tecnici, come ad esempio quelli relativi al mondo degli ETF e dei prodotti quotati, partecipando quasi tutte le settimane a numerosi convegni e seminari.

Le recenti disposizioni di legge in materia hanno modificato i termini e quindi oggi svolgo la professione di “consulente finanziario autonomo” e i miei “datori di lavoro” continuano ad essere unicamente i miei Clienti, che sono sparsi in tutta Italia (grazie a internet) ma maggiormente in Lombardia e Nord Piemonte.

Sono associato ad una SCF (Società di Consulenza Finanziaria indipendente) che pubblica articoli periodicamente su “Il Sole24ore” e partecipo attivamente alla condivisione di idee, strategie e analisi economiche in un gruppo di consulenti finanziari indipendenti.

Utilizzo anche la lingua inglese dato che il 99% della ricerca economica è in inglese ma sono abituato a tradurre ogni parola, perché siamo in Italia e di solito parliamo in italiano.

Nel tempo libero ascolto musica e vado in mountain bike.

Cerco ogni giorno di semplificare la complessità, non è facile ma ci provo.

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Le mie principali competenze

Analisi strumenti finanziari, trading
Consulenza agli imprenditori
Consulenza patrimoniale
Gestione del rischio finanziario
Ottimizzazione di portafoglio
Pianificazione assicurativa
Pianificazione del patrimonio immob.
Pianificazione pensionistica
Pianificazione successoria
Valutazione Mutui e leasing

I miei credit

  • Iscritto nell’Albo unico dei Consulenti Finanziari nella sezione dei consulenti finanziari autonomi con delibera OCF n.989 del 20 dicembre 2018 – nel primo mese di attività della nuova sezione dei consulenti finanziari autonomi e primo consulente finanziario autonomo iscritto nelle province di Novara, Vercelli, Biella, Verbania e Alessandria
  • Iscritto ad ACF – Arbitro per le Controversie Finanziarie
  • Iscritto a NAFOP (the National Association of Fee Only Planners) - Associazione Italiana dei Consulenti Finanziari Autonomi
  • Dal 2005: consulente finanziario (definizione di legge dell’epoca per l’attività di consulente finanziario indipendente remunerato a parcella, distinta dall’attività di promotore finanziario con mandato)
  • Dal 2003 al 2005: promotore finanziario con mandato di agenzia di Banca Reale Spa e mandato da sub-agente assicurativo Reale Mutua Assicurazioni
  • Dal 1996 al 2003: promotore finanziario con mandato di agenzia di Area Banca Spa
  • Dal 1992 al 1996: promotore finanziario con mandato di agenzia di Area Consult SIM Spa e mandato da sub-agente assicurativo Area Company srl
  • Dal 1992: promotore finanziario iscritto nell’Albo dei promotori di servizi finanziari
  • Dal 1990 al 1992: agente di commercio, iscritto al ruolo agenti, con mandato di agenzia di Area Consult SIM Spa e mandato da sub-agente assicurativo Area Company srl
  • 1990: laurea in Economia aziendale presso Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano
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Le mie ultime attività

Il punto di vista di un autorevole economista

27.04.2020 / 223 / 0

Leggendo articoli sulla stampa e ascoltando i media nazionali, quasi sempre l’attenzione è rivolta agli aspetti economici e di finanza del nostro paese.   Se siete investitori o risparmiatori italiani, sarebbe opportuno invece avere una visione a più ampio raggio, sia perché l’economia e la finanza sono globali, sia perché molti investimenti che avete in corso sono oggi certamente più legati a ciò che accade negli Stati Uniti e nel resto del mondo rispetto a quanto forse sareste portati a credere.   Se siete un dipendente di azienda metalmeccanica con adesione al principale fondo pensione di categoria italiano, se avete acquistato un fondo bilanciato o flessibile con nome italiano tramite le principali banche o in posta, se avete sottoscritto una polizza vita con il vostro agente assicurativo di fiducia, molto facilmente gran parte dei vostri soldi è investita in azioni, titoli di stato e obbligazioni statunitensi.   Quindi potrebbe servirvi maggiormente avere un quadro complessivo ben dettagliato del vostro patrimonio, in base a dove e come risulta effettivamente investito e in particolare un parere sulla situazione economica e politica negli Stati Uniti d’America.   Ho trovato molto utile ed interessante un articolo del 26 marzo 2020 scritto dal Prof. Nassim Nicholas Taleb con la collaborazione del Dr. Mark Spitznagel (gestore di hedge fund di Universa Investments che ha ottenuto performances spettacolari nel corso del mese di marzo 2020 grazie alle strategie basate sulla gestione dei tail-risks)   Come richiesto dagli autori, riporto l’articolo esattamente come è stato scritto senza nemmeno cambiare una virgola.   Di seguito una mia traduzione per chi mastica poco l’inglese.   Socialismo aziendale: il governo sta salvando investitori e managers, non voi   Il governo degli Stati Uniti sta mettendo in atto misure per salvare le compagnie aeree, la Boeing e società simili colpite. Mentre insistiamo chiaramente sul fatto che queste società debbano essere salvate, potrebbero esserci problemi etici, economici e strutturali associati ai dettagli dell'esecuzione. È un dato di fatto, se studi la storia dei salvataggi, esso ci sarà.     I salvataggi del 2008-2009 hanno salvato le banche (ma soprattutto i banchieri), grazie all'operato da parte del Segretario del Tesoro di allora Timothy Geithner che ha combattuto per i dirigenti delle banche sia contro il Congresso sia con alcuni altri membri dell'amministrazione Obama. I banchieri che hanno perso più soldi di quanti ne abbiano mai guadagnati nella storia del settore bancario, hanno ricevuto il più grande gruppo di bonus nella storia del settore bancario meno di due anni dopo, nel 2010. E, sospettosamente, solo pochi anni dopo, Geithner ha ricevuto una posizione ben pagata nel settore finanziario.   Quello era un palese caso di socialismo aziendale e una ricompensa per un settore i cui dirigenti sono fermati dal contribuente. L'asimmetria (rischio morale o “moral-hazard”) e ciò che chiamiamo opzionalità per i banchieri può essere espressa come segue: i capi e i banchieri vincono, chi viene dopo e il contribuente perdono. Inoltre, questo non tiene in considerazione che la politica del “quantitative-easing” è andata a gonfiare i valori delle attività e aumentare la disuguaglianza a beneficio dei super ricchi. Ricordiamo che i salvataggi vengono realizzati stampando denaro, che deflaziona effettivamente i salari della classe media in relazione a valori patrimoniali come ad esempio gli appartamenti super lussuosi a New York City.     Nel grafico vengono messi in relazione i Profitti e le Perdite (P/L): per la maggior parte del tempo ci possono essere “piccoli ritorni stabili” con inaspettate perdite notevoli a causa di “qualche evento molto sfortunato e del tutto inatteso, chiamato “Cigno Nero”, per il quale chiediamo scusa profondamente, ma veniamo in ogni caso scusati poiché nessuno poteva predire queste cose”   Il comunemente noto “trade di Bob Rubin”: mantenere i profitti e trasferire le perdite ai contribuenti. Prende il nome da Bob Rubin che ha incassato 120 milioni di dollari da Citi ma ha affermato l’incertezza degli eventi e ha mantenuto così i bonus precedenti. Questo incoraggia chiunque a non essere mai assicurato per tali eventualità poiché il governo si farà carico del conto finale.   Se viene salvato, è un bene comune In primo luogo, non dobbiamo confondere le compagnie aeree come società fisica con la struttura finanziaria coinvolta. Né dovremmo confondere il destino dei dipendenti delle compagnie aeree con la disoccupazione dei nostri concittadini, che può essere compensata direttamente piuttosto che indirettamente tramite gli avanzi di sussidi aziendali. Dovremmo imparare dall'episodio di Geithner che salvare le persone in base ai loro bisogni non è lo stesso che salvare le società in base al nostro bisogno di loro.   Salvare una compagnia aerea, quindi, non dovrebbe equivalere a sovvenzionare i suoi azionisti e managers altamente remunerati e promuovere ulteriori rischi morali nella società. E questo poichè il fatto stesso che stiamo salvando le compagnie aeree indica il loro ruolo di utilità. E se come tali sono necessari per la società, allora perché ai loro dirigenti vengono riservate delle alternative? I dipendenti pubblici beneficiano di un bonus? La stessa argomentazione deve anche essere avanzata, per estensione, contro il salvataggio indiretto di pool di capitali, come hedge fund e strategie di investimento infinite, che sono così tanto esposti in tali attività; non hanno una strategia di riduzione del rischio onesta, se non quella di un qualificato affidamento naif ai salvataggi o di ciò che viene chiamato nel settore "government put".   In secondo luogo, queste corporazioni stanno facendo azioni lobbistiche per i salvataggi, che alla fine otterranno grazie alla pressione che possono esercitare sul governo attraverso le unità di lobby. E il piccolo ristorante all'angolo? La guida turistica indipendente? Il personal trainer? Il professionista del massaggio? Il barbiere? Il venditore di hot-dog che vive di turisti vicino al Met Museum? Questi gruppi non possono permettersi lobbisti e saranno ignorati.   Buffers e non debito In terzo luogo, come abbiamo avvertito dal 2006, le aziende hanno bisogno di buffers (protezioni sotto forma di cuscinetti di riserva di qualche tipo, N.d.T.) per far fronte all'incertezza, non debito (un buffer inverso), ma buffers. Madre natura ci ha dato due reni quando abbiamo bisogno effettivamente di una parte di uno singolo. Perché? A causa dell’imprevisto. Non è necessario prevedere eventi avversi specifici per sapere che un buffer è qualcosa di cui non si può fare a meno. Il che ci porta al problema del riacquisto. Perché dovremmo spendere soldi dei contribuenti per salvare società che hanno speso i loro soldi (e spesso addirittura presi in prestito per generare quei soldi) per acquistare le loro stesse azioni (così il CEO ottiene l'opzione) invece di costruire un buffer per i giorni difficili? Tali salvataggi puniscono coloro che hanno agito in modo conservativo e li danneggiano a lungo termine, favorendo lo stolto e il cercatore di rendite.   Non è un cigno nero Inoltre, alcune persone affermano che la pandemia è un "cigno nero", quindi qualcosa di inaspettato, quindi non averlo messo in conto sarebbe scusabile. Il libro che citano comunemente è “The Black Swan” (scritto da uno di noi). Se avessero letto quel libro, avrebbero imparato che una simile pandemia globale veniva esplicitamente presentata lì come un cigno bianco: qualcosa che alla fine avrebbe avuto luogo con grande certezza. Una pandemia così acuta è inevitabile, ed è il risultato della struttura del mondo moderno; e le sue conseguenze economiche risulterebbero aggravate a causa della maggiore connettività e ottimizzazione eccessiva. È un dato di fatto, il governo di Singapore, che abbiamo consigliato in passato, era preparato per tale eventualità con un piano preciso già dal 2010.

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Chi è e come opera un consulente finanziario autonomo e indipendente

28.06.2019 / 1698 / 4

Tutte le tutele di legge che ha un investitore nel rivolgersi ad un consulente finaziario autonomo e indipendente

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QUANTO SI GUADAGNA CON IL CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO INDIPENDENTE?

11.04.2020 / 2956 / 2

Da inizio anno, alcuni investitori si sono resi conto che una impostazione tradizionale come quella che avevano presso la propria banca, poteva non essere costruita nel modo più opportuno per offrire protezione al patrimonio e possibilità di rendimento. Mi hanno contattato per chiedere informazioni circa l’operatività e i vantaggi di avere un consulente finanziario autonomo autorizzato e indipendente e la domanda che molti mi pongono alla fine del colloquio iniziale è sempre la stessa: “quanto si può guadagnare seguendo i consigli del consulente finanziario autonomo indipendente?” È una domanda a cui rispondo sempre malvolentieri dato che non ho purtroppo nessuna sfera di cristallo per predire il futuro e ritengo che i dati passati, pur interessanti, non possono offrire nessuna garanzia in quanto essendo dati passati, sono passati. Ogni investitore ha poi un proprio profilo personale e su questo aspetto non andrei oggi ad approfondire. Nell’ultimo mese ho letto e ascoltato di tutto e di più, in particolare vengono riproposti modelli operativi di vario genere, alcuni dei quali francamente poco comprensibili a mio modesto parere: un conto è applicare un modello per una parte relativamente contenuta del patrimonio del cliente sotto consulenza, un conto è applicare un determinato modello a tutto il patrimonio del cliente. In quest’ultimo periodo ho consigliato incrementi in strumenti che permettono di acquistare, indirettamente, oro fisico e in particolare mi sono dedicato alla diversificazione degli strumenti quotati in base al deposito fisico del lingotto d’oro a garanzia, anche in relazione agli eventi recenti che creano o potrebbero creare problemi nel realizzare la “good delivery del bullion” (chiusura termporanea causa covid-19 di tre importanti refineries in Svizzera). In particolare ho consigliato anche, tra gli altri sull’oro, uno strumento quotato che ha come collaterale lingotti d’oro fisico depositati presso i caveaux di una Zecca Nazionale tra le più importanti a livello mondiale, con garanzia che si tratti di oro post 2012, convertibile volendo in lingotto con apposita procedura. Leggo di portafogli ipotetici creati con una percentuale di oro costantemente al 20% dell’intero portafoglio, e mi chiedo quanti investitori siano davvero così convinti da tenere una percentuale tanto elevata di oro riferita all’intero loro patrimonio costantemente nel tempo. Mi chiedo anche se questi modelli rappresentino portafogli reali di clienti reali con uno storico verificabile sufficientemente lungo, al di là del fatto che molti modelli accademici già in passato hanno dimostrato di essere validi solo in alcuni periodi temporali e non in altri. Sono abituato ormai da anni a riferirmi a risultati, rapportati al rischio, di portafogli reali di clienti veri e considero i dati di analisi passati degli strumenti quotati negoziabili unicamente utili come confronto per la selezione e l’analisi di uno strumento rispetto all’altro comparabile. Quindi non ha alcun senso far vedere quanto un singolo fondo comune abbia reso negli ultimi anni, avrebbe più senso poter vedere come sono andati davvero i portafogli dei propri clienti, rapportati a rischio, costi complessivi e diversificazione. Ovviamente, per etica professionale e imposizione legislativa, è assolutamente impossibile pubblicizzare i risultati di portafogli veri di clienti veri. Sono però abituato a confrontare tali dati con gli andamenti di alcuni fondi comuni multi asset, flessibili, speculativi italiani (assimilabili ai fondi hedge) e Global macro, per rendermi conto a livello di impostazione professionale personale di come e quanto i portafogli dei clienti reali a cui presto consulenza si discostino o meno dai principali operatori del mercato. Ritengo di essere discretamente soddisfatto - ma francamente non più di tanto - di quanto realizzato negli ultimi anni, grazie anche alla stretta collaborazione con due team di consulenti professionisti indipendenti specializzati, dato che è soprattutto grazie alle loro idee, analisi e strategie, che realizzo i consigli personalizzati per ciascun cliente. A titolo di esempio, sono discretamente soddisfatto di aver realizzato consulenze reali che hanno portato negli ultimi tre anni ad un incremento superiore al 13% sul patrimonio complessivo in consulenza, con volatilità inferiore a 5 e indice di Sharpe annualizzato a 0,90 con Information Ratio nettamente positivo rispetto a molti fondi di gestori blasonati. Si tratta di portafogli di clienti con profilo di rischio Medio-Alto o Alto, con ampia diversificazione che in alcuni casi da inizio anno 2020 registrano un risultato positivo superiore al 3%. Trattandosi di dati passati, essendo passati, hanno a mio parere poco senso per valutare l’impostazione dei portafogli da oggi in avanti, dato che non esiste alcuna certezza che determinati modelli che hanno funzionato fino a ieri, possano farlo da domani in poi. Questo non significa non avere schemi operativi e procedure di analisi rigorose a cui attenersi, significa poter avere la flessibilità e reattività per poter adattare i propri schemi operativi a contesti economici e politici mondiali profondamente diversi da periodo periodo. Ad esempio, le modalità di analisi di singoli titoli azionari che realizzo grazie alla collaborazione di analisti specializzati che utilizzano sostanzialmente gli insegnamenti di analisi di Benjamin Graham e Warren Buffett, restano comunque le stesse nel tempo e si basano su analisi fondamentale di dati di bilancio di aziende quotate integrata con analisi tecnica. Ciò che può variare è la selezione dei settori e dei titoli anche in funzione di come nel tempo si modifica l’ambiente economico; ad esempio, sto valutando il possibile impatto dell’attuale crisi sanitaria sui futuri sviluppi di determinate aziende produttrici di strumenti medicali, è abbastanza logico pensare che alcuni di questi produttori riceveranno ulteriore impulso mentre eviterei del tutto aziende di business ad oggi “problematici”quale ad esempio settore dei viaggi aerei e del turismo internazionale. Poichè i consigli del consulente finanziario autonomo indipendente devono essere messi in pratica in maniera autonoma dal cliente tramite la propria banca o intermediario di riferimento, potrebbe risultare utile per  il cliente stesso l’utilizzo di intermediari che facilitano al massimo l’operatività in tal senso, anche nel caso in cui non si abbia particolare dimestichezza con l’operatività on-line. In questa fase di vita “particolare” per tutti noi può essere utile il ricorso a intermediari e banche a cui si può accedere facilmente da casa con un computer e uno smartphone, seguendo i consigli del proprio consulente finanziario autonomo in modo da poter eseguire con precisione le raccomandazioni a cui si vorrà dare corso, ovviamente dopo aver letto la documentazione specifica e aver ricevuto una opportuna spiegazione circa l’utilità a proprio favore di ciascuna operazione consigliata. Per chi volesse avere un confronto grafico con dati più esaurienti e approfonditi tra un portafoglio reale e qualsiasi fondo comune o altro strumento quotato, resto a disposizione. Ricordando che il portafoglio a cui accennavo sopra, negli ultimi tre anni ha realizzato la stessa performance di Berkshire Hathaway cl A, con volatilità 4,993 contro 22,854 del titolo di Warren Buffett, colgo l’occasione per augurare Buona Pasqua a tutti i lettori.   Avvertenza importante: i dati passati sono passati, ed essendo passati non esiste alcuna garanzia che le cose si ripetano; il guadagno vero con un consulente finanziario autonomo indipendente è sopratutto in protezione, formazione personale, e livello di servizio non solo di natura strettamente finanziaria su strumenti (ad esempio si può avere una consulenza patrimoniale o previdenziale e molto altro ancora)

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