13/06/2024 - Sciuker Frames S.p.A.: Bilancio d’Esercizio 2023

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Bilancio d’esercizio 2023

INDICE

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RELAZIONE SULLA GESTIONE

Signori Azionisti,

Il bilancio che viene sottoposto alla Vostra approvazione esprime il risultato raggiunto nell'esercizio chiuso al 31/12/2023 con un utile netto di Euro 3.365 migliaia.

La Sciuker Frames S.p.A., è una società innovativa e conferma la propria mission basata sul rispetto dell'ambiente attraverso una costante ricerca scientifica nell'uso dei materiali e delle applicazioni al mondo delle Finestre in maniera eco-sostenibile per migliorare il carattere degli ambienti e la vita delle persone che li abitano. La componente funzionale e tecnologica si coniuga con la naturalezza dei materiali e la creatività dei designer italiani, generando soluzioni di serramenti contraddistinte da semplicità ed essenzialità nelle forme.

Sciuker Frames, player in Italia nel segmento delle finestre in legno/metallo, opera in un segmento di mercato frammentato, presidiato principalmente da realtà di piccole dimensioni, in cui ha costruito la propria «brand identity» basata sulla responsabilità sociale con particolare attenzione all'ambiente, sull'innovazione tecnologica, tradotta in uno stabilimento di ultima generazione (industria 4.0), in prodotti e processi innovativi insieme ad una distribuzione capillare della propria rete vendita hanno rappresentato anche nel 2023 fattori di successo. La sostenibilità rappresenta un valore fondante di Sciuker Frames: la continua innovazione tecnologica nonché l'impiego di legno proveniente solo da foreste certificate PEFC e FSC, nel pieno rispetto del territorio e della biodiversità, consentono di ottenere la massima efficienza energetica. Cresce l'istinto progettuale e la costante ricerca tecnologica del laboratorio delle idee Sciuker Lab, dove Ricerca&Sviluppo prendono forma.

La presente relazione riguarda l'analisi della gestione avuto riguardo ai dettami di cui all'art. 2428 del Codice civile come modificato dall'art. 1 del D. Lgs. 2 febbraio 2007, n. 32, ed ha la funzione di offrire una panoramica sulla situazione della società e sull'andamento della gestione dell'esercizio.

AZIONISTI RILEVANTI E SIGNIFICATIVI

Alla data di approvazione della presente Relazione Finanziaria Annuale al 31 dicembre 2023, in base alle comunicazioni pervenute all'Emittente, l'elenco nominativo degli azionisti che partecipano direttamente o indirettamente al capitale sociale della Sciuker Frames S.p.A. è il seguente con indicazione anche delle società controllate:

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DATI DI BORSA

L'andamento del titolo della Sciuker Frames S.p.A. a partire dal gennaio 2023 e fino a dicembre 2023 è risultato il seguente:

Si riporta andamento del titolo dal momento della quotazione ad oggi:

Il titolo nel corso del 2023 ha fatto registrare i seguenti valori massimi e valori minimi di quotazione nelle giornate di:

  • Max il 13 febbraio 2023 con una quotazione a Euro 8,65;
  • Min il 30 ottobre 2023 con una quotazione a Euro 3,15.
    Ultima quotazione per l'anno 2023 il giorno 29 dicembre pari a euro 4,24.

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1. SCENARIO ECONOMICO

QUADRO MACROECONOMICO

La situazione economica generale

Il ciclo internazionale

L'economia globale continua a risentire dell'elevata inflazione, della forte incertezza connessa con le tensioni politiche internazionali in particolare in Medio Oriente e dell'orientamento restrittivo delle politiche monetarie. Nel quarto trimestre gli indicatori congiunturali e le statistiche nazionali hanno segnalato un peggioramento del quadro, più marcato nei paesi avanzati e in Cina.

Il rallentamento della domanda mondiale ha contribuito a moderare il prezzo del petrolio e del gas naturale nonostante gli attacchi nel Mar Rosso. L'inflazione, nonostante alcuni segnali di diminuzione, si è mantenuta elevata e le banche centrali dei principali Paesi avanzati hanno proseguito nell'azione di restrizione monetaria. Le istituzioni internazionali prefigurano un indebolimento della crescita mondiale nell'esercizio 2024.

L'andamento dell'attività economica nell'anno è stato divergente tra le maggiori economie avanzate. Negli Stati Uniti il prodotto è tornato ad aumentare principalmente nei mesi estivi; si è invece contratto in Cina nonostante le misure di contrasto della crisi immobiliare. Dopo la netta accelerazione nei primi due trimestri dell'anno, il PIL si è contratto in Giappone, a seguito di una riduzione degli investimenti, e in misura inferiore nel Regno Unito.

Gli indici dei responsabili degli acquisti delle imprese manifatturiere nelle principali economie avanzate sono rimasti sotto la soglia di espansione anche nel quarto trimestre; nei servizi l'attività si è mantenuta debole rispetto al picco raggiunto in primavera. Nel terzo trimestre il volume degli scambi commerciali si è contratto, crescendo lievemente nel quarto trimestre, ma la debolezza si è estesa al comparto dei servizi. Ha pesato l'inasprimento delle condizioni monetarie e finanziarie internazionali, in particolare per i beni di investimento.

Dalla fine dell'estate l'inflazione al consumo è scesa negli Stati Uniti e nel Regno Unito, beneficiando della marcata riduzione dei prezzi energetici e, in misura minore, dell'andamento della componente di fondo (3,9 e 5,1 per cento in dicembre, rispettivamente nei due paesi. In Giappone l'incremento delle retribuzioni ha contribuito a sostenere i prezzi al consumo, ma l'inflazione di fondo rimane contenuta nel confronto internazionale (2,7 per cento in novembre). In dicembre la Federal Reserve e la Bank of England hanno lasciato invariati i tassi di riferimento per la terza riunione consecutiva, al 5,25-5,50 e al 5,25 per cento, rispettivamente. Entrambe le banche centrali hanno comunicato che l'orientamento della politica monetaria rimarrà restrittivo finché l'inflazione non sarà tornata su livelli compatibili con i propri obiettivi. Le proiezioni sui tassi di riferimento pubblicate in dicembre dalla Federal Reserve indicano che la maggior parte dei membri del Federal Open Market Committee ritiene appropriato allentare la restrizione monetaria più di quanto previsto in settembre sia per il 2024 sia per l'anno successivo. La Banca del Giappone, dopo avere nuovamente allentato in ottobre i criteri di controllo della curva dei rendimenti (indicando che il tetto dell'1,0 per cento sui tassi di interesse decennali debba essere considerato come un valore di riferimento e non più come un limite stringente), a dicembre ha lasciato invariato il tasso ufficiale. In Cina, a fronte della crisi del settore immobiliare e di un ristagno dei prezzi al consumo e alla produzione, la Banca centrale ha mantenuto un orientamento espansivo e il governo ha rafforzato le politiche di stimolo fiscale, anche ampliando i limiti per l'indebitamento delle amministrazioni locali.

L'area Euro

Il PIL dell'area dell'euro ha sostanzialmente ristagnato nel 2023. L'inflazione al consumo si è mantenuta elevata. Nelle riunioni di ottobre e dicembre il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha lasciato invariati i tassi di interesse ufficiali, ritenendo che i loro attuali livelli, se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al ritorno dell'inflazione all'obiettivo del 2 per cento nel medio termine.

Nei mesi estivi il prodotto dell'area dell'euro è sceso dello 0,1 per cento sul trimestre precedente. All'espansione dei consumi delle famiglie si sono contrapposti la stagnazione degli investimenti fissi e l'apporto negativo della variazione delle

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scorte, che ha sottratto 3 decimi di punto alla crescita. La domanda estera netta non ha fornito alcun contributo alla dinamica del prodotto, a fronte di una flessione delle importazioni e delle esportazioni. Dal lato dell'offerta il valore aggiunto è diminuito nell'industria in senso stretto e, in misura meno marcata, nelle costruzioni; è lievemente cresciuto nei servizi, in particolare in quelli di informazione e comunicazione e, in modo più contenuto, nelle attività immobiliari. La dinamica del PIL è stata sostanzialmente nulla in tutti i principali paesi tranne che in Spagna, dove ha continuato ad aumentare sospinta dall'espansione dei consumi.

Gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono che nel quarto trimestre l'attività economica nell'area sarebbe stata pressoché stazionaria rispetto al periodo precedente. Alla debolezza della manifattura, che sulla base dei dati disponibili fino a novembre e degli indicatori PMI è continuata nel quarto trimestre, si affianca la crescita molto contenuta dell'attività nei servizi. Il ciclo delle costruzioni resta debole, risentendo della rigidità delle condizioni di finanziamento.

L'indice della fiducia dei consumatori è lievemente diminuito nel quarto trimestre, a causa delle attese più negative sulla situazione economica generale.

Secondo le proiezioni degli esperti dell'Eurosistema pubblicate in dicembre, il prodotto dell'area accelererà allo 0,8 per cento nel 2024 (dallo 0,6 previsto per il 2023) e all'1,5 nel biennio 2025-26. Nel confronto con lo scorso settembre le stime sono state riviste al ribasso di un decimo di punto percentuale per il 2023 e di 2 decimi per il 2024, per effetto soprattutto di un indebolimento del ciclo economico internazionale e di condizioni di finanziamento più restrittive per famiglie e imprese. A dicembre la variazione dei prezzi al consumo sui dodici mesi è risalita al 2,9 per cento, a causa del minore calo su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici. La componente di fondo è diminuita per il quinto mese consecutivo, portandosi al 3,4 per cento. Secondo le stime dell'Eurosistema la disinflazione proseguirà anche nel 2024. Un'analisi granulare delle pressioni inflazionistiche di fondo mostra che negli ultimi mesi il calo si è esteso alle voci i cui prezzi avevano cominciato a crescere con più ritardo. La disinflazione si è diffusa a tutte le componenti del paniere: in dicembre la quota di voci con variazioni dei prezzi su base annua superiori al 4 per cento si collocava attorno al 40 per cento, continuando a ridursi rispetto al massimo di circa il 70 raggiunto nel primo semestre 2023.

Nel terzo trimestre le retribuzioni contrattuali nella media dell'area dell'euro hanno accelerato al 4,7 per cento su base annua, mentre quelle di fatto hanno continuato a crescere a ritmi più sostenuti, pur rallentando (al 5,4 dal 5,6); la dinamica del costo del lavoro per unità di prodotto si è rafforzata, anche per effetto del calo più intenso della produttività. Fra i maggiori paesi, il rapporto tra il valore della produzione e il costo variabile totale (inclusi i costi del lavoro e dei beni intermedi), che rappresenta una misura dei margini di profitto, si è attestato su livelli più elevati di quelli precedenti la pandemia in Germania e in Italia, mentre in Francia è rimasto ancora al di sotto, sebbene in aumento.

Secondo le proiezioni di dicembre degli esperti dell'Eurosistema, l'inflazione si ridurrà al 2,7 per cento nel 2024, raggiungendo il 2,0 dal terzo trimestre del 2025. Resterà elevata la variazione del costo del lavoro per unità di prodotto, sospinta dalla dinamica salariale. L'inflazione di fondo scenderà più lentamente dell'indice complessivo, in linea con l'evidenza storica, fino al 2,1 per cento nel 2026. Nel confronto con le proiezioni dello scorso settembre, il profilo dell'inflazione al consumo - nonostante il recupero della produttività sia stato meno intenso di quanto prefigurato - risulta inferiore di 5 decimi nel 2024, a causa di una revisione al ribasso nelle componenti energetica e di fondo.

Nelle riunioni di ottobre e dicembre il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di lasciare invariati i tassi di riferimento. I passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore all'economia. Le condizioni di finanziamento, divenute più restrittive, stanno frenando la domanda contribuendo al calo dell'inflazione. In base alla sua attuale valuta- zione, il Consiglio ritiene che i tassi si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al ritorno dell'inflazione all'obiettivo. Il Consiglio continuerà a seguire un approccio guidato dai dati per determinare livello e durata adeguati della restrizione monetaria. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate su una valutazione circa le prospettive di inflazione, la dinamica dell'inflazione di fondo e l'intensità della trasmissione della politica monetaria.

Con riferimento al programma di acquisto di titoli pubblici e privati per l'emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP), nella riunione di dicembre il Consiglio direttivo ha comunicato che continuerà a reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nella prima parte del 2024; nella seconda metà dell'anno intende

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ridurre il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti alla fine del 2024. Il totale dei finanziamenti erogati con la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO3) e ancora detenuti dal sistema bancario è pari a 392 miliardi di euro per l'area e a 137 per l'Italia. Il valore del portafoglio detenuto dall'Eurosistema nell'ambito del programma di acquisto di attività finanziarie (Asset Purchase Programme, APP) continua a diminuire (3.026 miliardi di euro alla fine di dicembre).

L'economia Italiana

In Italia il prodotto è aumentato in misura marginale nel terzo trimestre; la crescita è rimasta pressoché nulla anche negli ultimi mesi del 2023, frenata dalla restrizione monetaria, dai prezzi energetici ancora elevati e dalla debolezza della domanda estera.

Nel quarto trimestre invece il prodotto ha ristagnato. L'attività manifatturiera è tornata a diminuire, anche in connessione con la debole fase congiunturale dei principali partner commerciali, in particolare della Germania, e con le perduranti difficoltà nelle produzioni industriali a maggiore intensità energetica, che risentono di prezzi dell'elettricità e del gas ancora alti nel confronto storico. Nei servizi si consolidano i segnali di stabilizzazione del valore aggiunto, mentre nel comparto delle costruzioni è proseguita l'espansione dell'attività. Dal lato della domanda, alla sostanziale tenuta dei consumi si sarebbe contrapposta una diminuzione degli investimenti, frenati dall'inasprimento delle condizioni di finanziamento.

Le imprese

Secondo le stime di sistema, nel quarto trimestre la produzione industriale è nuovamente diminuita per effetto dei costi ancora elevati dell'energia e dell'indebolimento della domanda, proseguendo la tendenza negativa in atto dalla seconda metà del 2022. Dopo l'espansione l'attività nel terziario ha ristagnato, confermando l'esaurirsi del forte recupero iniziato con la riapertura delle attività economiche dopo la fase più acuta della pandemia. L'inasprimento delle condizioni di finanziamento frena la spesa per investimenti, soprattutto nella manifattura. Nel quarto trimestre la produzione industriale si è ridotta, risentendo dell'acuirsi della debolezza del ciclo manifatturiero tedesco, della fiacchezza della domanda interna e dell'ulteriore inasprimento delle condizioni di finanziamento.

Continuano a pesare i livelli storicamente elevati dei prezzi energetici e l'incertezza connessa con i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Nei servizi gli indicatori di fiducia mostrano nel complesso un quadro più favorevole, riflettendo gli andamenti nel settore del commercio.

Nel terzo trimestre il rallentamento degli investimenti fissi lordi delle imprese ha comportato un'ulteriore riduzione nel ricorso alle fonti di finanziamento interne: la liquidità detenuta è infatti tornata ad aumentare significativamente, in particolare nella componente dei depositi a vista. Nello stesso periodo l'utilizzo delle fonti di finanziamento esterne (rappresentate dal debito complessivo) è lievemente diminuito sia in termini nominali sia in percentuale del PIL (al 64 per cento). Il debito delle imprese in rapporto al prodotto continua a collocarsi molto al di sotto della media dell'area dell'euro (97 per cento).

SCENARIO MACROECONOMICO DELL'EDILIZIA E DEI SERRAMENTI

  1. dati del "UNICMI-Rapporto sul mercato italiano dell'involucro edilizio Edizione 2023" rivelano un importante risultato nel 2023, mentre per quanto riguarda il 2024-2025la crescita sarà influenzata in modo determinante dlall'evoluzione della normativa relativa agli incentivi fiscali.

1. La congiuntura nel settore delle costruzioni

Nel 2023 si assiste ad un forte rallentamento della crescita sperimentata nel biennio 2021-22. Il dato positivo registrato nel 2023 (+4,3%) è stato determinato dalla crescita degli investimenti nelle infrastrutture e dalla tenuta del segmento delle ristrutturazioni residenziali, grazie agli incentivi fiscali. Per il prossimo biennio si prevede un

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trend moderatamente positivo, che sarà alimentato soprattutto dalle commesse pubbliche nelle infrastrutture e dalle nuove costruzioni non residenziali.

Il segmento residenziale ha un peso preponderante nel settore delle costruzioni, con una quota di circa il 57%. Dopo la sostanziale rimodulazione degli incentivi fiscali la crescita nel segmento residenziale sarà sensibilmente inferiore a quella che si registrerà nel segmento non residenziale, che sarà spinto dagli investimenti nel terziario avanzato, negli edifici pubblici e nella logistica.

L'indice della produzione nelle costruzioni evidenzia una tendenza di lungo periodo positiva che è confermata anche dall'indice che fa riferimento agli ordinativi. L'indice relativo ai prezzi (B2B), dopo crescita esponenziale registrata del 2021-2022, dovuta all'aumento del costo delle materie prime, si è riallineato verso il basso; tuttavia, non sembra avere invertito in modo sostanziale la tendenza, questo ci porta ad ipotizzare una sostanziale tenuta di mercato, almeno nel primo semestre del 2024.

L'analisi delle compravendite immobiliari consente di avere un quadro sull'andamento degli investimenti nel breve periodo e fornisce indicazioni per stimare il trend del mercato delle ristrutturazioni. Il segmento del residenziale dopo avere registrato un trend positivo nel biennio 2021-2022, ha subito una lieve flessione nel 2023. Il valore si mantiene comunque elevato e al di sopra della media del periodo considerato. Un trend simile ha interessato il segmento non residenziale che, a differenza del segmento residenziale, mostra una flessione molto ridotta nel 2023.

L'analisi dei permessi a costruire rappresenta un altro indicatore significativo per valutare la tendenza di medio periodo degli investimenti nelle costruzioni, relativamente al solo mercato del nuovo. L'andamento dei permessi per nuove abitazioni evidenzia, nel 2022, in leggero calo rispetto al 2023, ma i valori assoluti sono allineati alla media degli ultimi 5 anni. Nel segmento non residenziale si confermano i dati degli ultimi 2 anni, a riprova del progressivo consolidamento del trend di ripresa.

Il segmento del non residenziale, caratterizzato da trend in ripresa fino al 2019, evidenzia una maggiore stabilità.

2. La domanda di serramenti nel mercato italiano 2023

Si conferma un anno positivo per il settore dei serramenti e delle facciate continue, con un tasso di crescita pari al +3,6%. La domanda di serramenti nel settore residenziale ha superato i 5 miliardi di Euro, mentre la domanda di serramenti e facciate nel non residenziale supera i 2,5 miliardi di Euro. Per il prossimo biennio si prevedono tassi di crescita nominali leggermente positivi (+1,7 nel 2024; +2,5% nel 2024). È bene considerare che l'andamento atteso dell'inflazione andrà in gran parte ad erodere la domanda incrementale.

Nel segmento residenziale la maggior parte della domanda di serramenti è generata dal mercato del rinnovo, che ha assorbito, nel 2023, 7 milioni di finestre, contro 1,1 milioni nel segmento del nuovo. Per il prossimo biennio si prevede una graduale riduzione delle unità vendute nel segmento del rinnovo.

L'evoluzione delle quote di mercato (in valore) dei tre principali materiali utilizzati per produrre serramenti (alluminio, legno e PVC), sia nel segmento residenziale sia in quello non residenziale (escludendo dal calcolo le facciate continue), ha portato ad un progressivo aumento della quota dei serramenti in PVC con un valore pari al 45% del mercato nel 2023. La quota dei serramenti in legno è destinata a consolidarsi attorno al 20% del mercato. La quota dei serramenti in alluminio evidenzia un trend sensibilmente positivo nel 2024 anche grazie all'inserimento del materiale nell'offerta dei grandi player italiano del serramento in PVC. La crescita (a valore) della quota dell'alluminio è dovuta anche al buon andamento del comparto non residenziale e delle nuove costruzioni residenziali, due segmenti tradizionalmente molto favorevoli alla penetrazione dei prodotti in alluminio, e alla crescente penetrazione nel segmento premium, sia nel nuovo sia nel mercato della ristrutturazione. L'analisi delle quote di mercato in volumi conferma la leadership dei serramenti in PVC, che detengono una quota del 52% in termini di unità finestre vendute nel 2023. Seguono i serramenti in alluminio con una quota del 31% e quelli in legno con circa il 16% delle unità vendute.

Le proiezioni provvisorie del 2023 riguardo agli incentivi fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici affermano che essi hanno contribuito a sostenere la domanda di serramenti generando un fatturato di 3.576 milioni di euro su un mercato che vale complessivamente poco meno di 7 miliardi di euro. Questo rappresenterebbe il valore più alto dall'introduzione dei primi incentivi dedicati ai serramenti. I valori non tengono conto del cosiddetto

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Disclaimer

Sciuker Frames S.p.A. ha pubblicato questo contenuto il 13 giugno 2024 ed è responsabile delle informazioni in esso contenute. Distribuito da Public, senza apportare modifiche o alterazioni, il 13 giugno 2024 20:25:01 UTC.

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