al 31.12.2023
Intermonte Partners SIM
S O C I E T À P E R A Z I O N I
CAPITALE SOCIALE EURO 3.290.500
P. IVA, CODICE FISCALE E ISCRIZIONE REGISTRO IMPRESE 06108080968
Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia
MILANO - GALLERIA DE CRISTOFORIS 7/8
al 31 dicembre 2023
INTERMONTE PARTNERS SIM | bilancio d'esercizio al 31 dicembre 2023
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Contents |
|
Premessa |
14 |
Schemi di bilancio semplificati |
14 |
Andamento dei primi due mesi del 2024 e possibile evoluzione della gestione |
15 |
Altre Informazioni |
16 |
Bilancio d'esercizio al 31 12 2023 |
18 |
Schemi di Bilancio |
18 |
Stato Patrimoniale |
18 |
Conto economico |
20 |
Prospetto della redditività complessiva |
21 |
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto 31 12 2023 |
22 |
Prospetto delle variazioni del patrimonio netto 31 12 2022 |
23 |
Rendiconto finanziario |
24 |
Note illustrative |
25 |
Parte A |
26 |
Parte B |
53 |
Parte C |
72 |
Parte D |
82 |
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Cariche sociali
Consiglio di amministrazione
Alessandro Valeri |
Presidente1 |
Guglielmo Manetti |
Amministratore delegato |
Alessandro Chieffi |
Consigliere2 |
Francesca Paramico Renzulli |
Consigliere2 |
Manuela Mezzetti |
Consigliere2 |
Guido Pardini |
Consigliere |
Dario Grillo |
Consigliere |
Note: 1. Non esecutivo; 2. Indipendente |
Collegio Sindacale
Barbara Premoli |
Presidente |
Niccolò Leboffe |
Sindaco Effettivo |
Marco Salvatore |
Sindaco Effettivo |
Società di Revisione
KPMG S.p.A.
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Relazione sulla gestione
Scenario Macroeconomico
Scenario macroeconomico 2023
Il 2023 è stato caratterizzato dal duplice focus sulla tempistica ed il ritmo di rientro del forte rialzo dell'inflazione sperimentato nel 2022 e dall'altro lato sul comportamento delle economie in seguito alle misure restrittive implementate dalle banche centrali per combattere il caro prezzi.
Sul fronte crescita gli USA hanno evidenziato una buona tenuta (Pil + 2,5%), mentre altre economie hanno sperimentato un calo come nel caso della Germania, o sono cadute in recessione tecnica (UK) o l'hanno sfiorata (Giappone) nella seconda parte dell'anno.
In base ai primi dati preliminari dei PIL del quarto trimestre e le stime del FMI (World Economic Outlook gennaio 2024), l'andamento nelle varie aree geografiche per il 2023 è stato il seguente: Area Euro +0,5%, Germania -0,3%, Italia +0,9%, UK +0,2%, Giappone +1,9%, US +2,5%.
Più in dettaglio nel quarto trimestre, il PIL dell'area euro ha evidenziato un arresto della crescita dopo il calo del trimestre precedente (0% t/t nel quarto trimestre da -0,1% del terzo trimestre). La Germania, prima economia dell'area, ha accusato una brusca frenata della crescita mettendo a segno un calo dello 0,3% t/t nell'ultimo trimestre dell'anno, dopo lo stop della crescita nei primi nove mesi dell'anno. Il calo del quarto trimestre è stato il frutto di fattori che in buona parte sono stati riscontrati anche nei precedenti trimestri: calo della domanda interna (-0,3% t/t soprattutto a causa della caduta della spesa per investimenti e nel settore costruzioni), delle esportazioni (- 1,6% t/t) e delle importazioni (-1,7%). In questo contesto la Spagna ha evidenziato una buona tenuta, mettendo a segno un +0,6% t/t nel quarto trimestre, dopo una crescita media trimestrale di circa lo 0,5% nella precedente parte dell'anno, grazie soprattutto all'impatto positivo delle esportazioni e del turismo. La Francia nel quarto trimestre ha messo a segno una modesta crescita dello 0,1%, a fronte di crescita nulla nei trimestri precedenti ad eccezione del +0,6% del secondo trimestre, trascinato in quest'ultimo caso da un fattore una tantum collegato ad un temporaneo rialzo delle esportazioni. Con particolare riferimento all'Italia, si è assistito ad una dinamica trimestrale del PIL piuttosto altalenante: dopo il +0,5% del primo trimestre, è stato registrato un calo dello 0,2% nel secondo trimestre (per effetto principalmente del calo della domanda interna e della contribuzione nulla delle esportazioni nette), seguito da un +0,2% t/t sia nel terzo sia nel quarto trimestre.
Come accennato, il tema inflazione è stato al centro dell'attenzione di operatori ed analisti. Negli US la dinamica dei prezzi al consumo dopo il picco del 9,1% a giugno 2022, ha seguito un trend calante fino a giugno 2023, quando è stato toccato il minimo dell'anno al 3%. Successivamente il calo si è arrestato, chiudendo l'anno con un'inflazione media del 4,1%. In area Euro dopo il picco del 10,6% di novembre 2022, è iniziato un marcato trend calante che ha toccato il minimo dell'anno a novembre (+2.4%), chiudendo l'anno al 5,5%. Il picco minimo del 2023 più basso in area Euro rispetto agli Usa è da ricollegarsi principalmente al maggiore impatto del calo della componente energetica, in particolare il gas. Negli USA la componente servizi ha rallentato il calo dell'inflazione, con l'indice core che nel 2023 si è attestato al 4,8% ossia al disopra del 4,1% prima
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citato con riferimento all'indice generale. A titolo di confronto in area Euro l'indice core si è invece attestato nel 2023 al 5%, ossia al di sotto del +5,5% dell'indice generale.
Negli US il calo dell'inflazione è stato rallentato soprattutto dal ridimensionamento a ritmo lento della componente affitti che, dopo aver toccato il picco al 8,20% a marzo 2023 è poi calata permanendo però ancora su livelli elevati (+6,2% a dicembre 2023). Si tratta di una componente rilevante che pesa per oltre il 30% sull'intero paniere.
In questo contesto nel 2023 è continuato il processo di normalizzazione della supply chains globale, come testimoniato dalla continuazione del calo del World Container Index (indice che misura il costo del trasporto di container di 40 piedi) pari a -22% nel corso dell'anno in esame, dopo -75% nel 2022. Indicazione contraria è invece arrivata dal fronte dell'indice Baltic Dry Index (che misura il costo del trasporto di container per commodity secche) in rialzo del 38%.
Tra i fattori specifici dell'area Euro può essere annoverato il calo del Gas TTF, che dai circa 70€/MWh di inizio anno è arrivato a circa 32€ a fine anno, dopo un temporaneo picco in area 50€ tra agosto ed ottobre, in corrispondenza della fase stagionale di ricostituzione delle scorte europee.
Il tema inflazione ha invece assunto il connotato di principio di trend deflazionistico in Cina, con la variazione degli indici dei prezzi al consumo che da circa il 2% di inizio anno, è passata al -0,2% di dicembre, come effetto della marcata frenata della domanda interna.
Sul fronte politiche fiscali, nel 2023 è iniziato a dispiegarsi l'effetto dell'Inflation Reduction Act approvato ad agosto 2022 dal Congresso US, mentre da ottobre è venuta meno la moratoria sui circa 1.100 Mld$ di student loans. La tenuta dei consumi complessivamente è stata resa possibile da molteplici fattori: 1) primi sintomi di impatto dell'IRA; 2) la continuazione del supporto dei risparmi, inizialmente stimati esaurirsi nella seconda parte del 2023 e poi, successivamente stimati dalla Fed di San Francisco ancora in essere fin al primo semestre del 2024; 3) l'effetto espansivo della spesa governativa del primo semestre 2023, testimoniato dal quasi azzeramento dei conti di tesoreria del governo US (il cosiddetto Treasury Cash Balance) a metà 2023; 4) il supporto offerto dai rivenditori al dettaglio USA a fine anno con accentuati sconti contestuali all'offerta di prodotti con pagamenti dilazionati (Buy Now Pay Later).
Questi fattori complessivamente hanno più che bilanciato l'effetto delle manovre restrittive della Fed, comportando una buona tenuta dell'economia, fugando i timori di recessione prevalenti tra analisti e ad inizio anno, la cui probabilità percepita (in base ai dati che mergono dal consenso rilevato da Bloomberg News) è passata dal 65% di gennaio 2023 a circa il 50% a fine anno.
In Italia, con riferimento alla tempistica di erogazione dei fondi collegati al PNRR, la commissione europea ha approvato l'erogazione della terza e quarta tranche di fondi rispettivamente di Eu18,5Mld ed Eu16,5Mld, portando il totale delle risorse ottenute a circa 102 miliardi di euro.
Nel corso del 2023 si è assistito ad un trend rialzista dei tassi che si è intensificato nel corso dell'estate in seguito al crescente focus sui deficit crescenti soprattutto in USA, con conseguente aumento delle emissioni necessarie per finanziarlo. Sia negli Usa sia in area Euro il picco è stato raggiunto ad ottobre. Negli ultimi due mesi dell'anno si è invece sviluppato un marcato calo che
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ha interessato soprattutto il comparto decennale. Nel caso del Bund decennale si è passati dal picco di ottobre pari a circa il 3% all'1,90% a fine dicembre che è anche risultato il minimo del 2023. Il movimento è inizialmente stato il frutto di ricoperture in corrispondenza di primi indici di rallentamento dell'economia USA e soprattutto dopo le parole di Powell a metà dicembre sul tema taglio dei tassi: "è un tema che inizia ad essere oggetto di discussione". In precedenza, la FED da gennaio a luglio 2023 aveva rialzato il tasso di riferimento di 1%, da 4,25-4,50% a 5,25%- 5,5%. La stessa Fed a marzo 2023 ha temporaneamente interrotto la riduzione del bilancio, introducendo anche la nuova linea di liquidità BTFP, per far fronte all'emersione di sintomi di crisi nel comparto delle banche regionali. L'anno si è così concluso con aspettative di mercato, implicite nei tassi OIS, pari a circa 6 tagli di 25pb sia per la Fed sia per la BCE nel corso del 2024.
La BCE dal canto suo nel 2023 ha rialzo il tasso sui depositi portandolo dal 2% al 4%. Allo stesso tempo, la stessa BCE da luglio 2023 ha interrotto i reinvestimenti dei titoli in scadenza acquistati nell'ambito dei piani APP (Asset Purchase Programmes). Inoltre, a dicembre 2023 ha reso noto l'intenzione di ridurre i reinvestimenti del piano PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme) a partire dal secondo semestre 2024, al ritmo medio di 7,5 Mld Eur mensili, per arrivare a stopparli del tutto a fine 2024.
In questo contesto la curva dei tassi USA ed euro hanno continuato ad essere invertite: sul segmento 2/10 anni Treasury lo spread è arrivato fino a -108 pb a luglio per poi ritornare in area -40pb a fine anno. Nel caso invece della curva euro, l'inversione della curva sul segmento 2/10 anni ha raggiunto circa 80 pb a luglio per poi toccare circa 50 pb a fine anno. L'accentuata inversione della curva su entrambe le sponde dell'Oceano è da ricollegarsi principalmente alla velocità ed intensità delle politiche restrittive di BCE e Fed prima citate.
Per quanto riguarda i mercati valutari, il dollaro nel corso del 2023 ha attraverso tre fasi principali: deprezzamento fino a luglio, successivo apprezzamento fino ad ottobre ed infine deprezzamento negli ultimi due mesi dell'anno. Tali fasi hanno rispecchiato l'andamento del differenziale dei tassi. Fino a luglio ha prevalso il rialzo tassi della BCE a ritmo più accelerato della Fed. Nel corso dell'estate fino ad ottobre ha prevalso invece il ritmo più marcato di rialzo dei tassi Usa, in conseguenza del focus soprattutto sul crescente deficit di bilancio a stelle e strisce. Infine, a fine anno il marcato calo dei tassi è stato più pronunciato dei tassi USA in seguito all'apertura di Powell sull'ipotesi taglio tassi. L'EUR/USD è così passato da circa 1,07 di inizio anno al picco massimo di 1,12 a luglio, per poi toccare il minimo dell'anno in prossimità di 1,05 ad ottobre e chiudere infine l'anno a 1,09.
I mercati azionari nel corso del 2023 hanno complessivamente evidenziato un andamento rialzista e piuttosto concentrato allo stesso tempo in termini di titoli e settori. La prima fase di rialzo si è dispiegata fino all'estate, quando ha registrato una temporanea interruzione fino ad ottobre in corrispondenza del picco dei tassi registrato nello stesso periodo prima citato. Successivamente, il rapido calo dei tassi degli ultimi mesi ha consentito un contestuale rapido rialzo degli indizi azionari. Come prima accennato, si è trattato di un andamento piuttosto concentrato, come testimoniato ad esempio dal differenziale di performance dell'indice S&P500 (+24%) vs l'analogo indice Equal Weighted (+12%). Su tale differenza ha pesato
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considerevolmente la concentrazione del rialzo nel gruppo delle cosiddette "magnifiche 7", che hanno messo a segno un rialzo del 107%. La dinamica altalenante dei tassi ha inoltre inciso considerevolmente sulla differenza di performance tra large e mid/small cap, con queste ultime con migliore performance delle prime negli ultimi mesi dell'anno in corrispondenza del brusco calo dei tassi. In area Euro, l'indice Eurostoxx600 ha messo a segno un rialzo del 16%. In Italia l'indice FTSE Mib ha evidenziato un recupero del 28%, performance analoga al FTSE Italia All Shares (+26%). Il FTSE Italia Star +3%, il FTSE Italia AIM -10%.
In Italia i PIR ordinari nel 2023 hanno subito riscatti pari a Eu2,76 Mld. A fine anno, il patrimonio promosso dei PIR ordinari ammontava a Eu16,9 Mld (in calo di oltre Eu 0,5 Mld rispetto al valore di fine 2022, pari a Eu17,45 Mld, meno dei riscatti netti grazie a un effetto performance che è valso Eu 2,2 Mld).
I PIR Alternativi hanno invece registrato flussi netti positivi per Eu 200 Mln, chiudendo il 2023 con un patrimonio di Eu 1,67 Mld.
Nel 2023 gli scambi azionari della Borsa Italiana sono ammontati a circa Eu579Mld, in rialzo rispetto ai Eu557Mld del 2022.
Al 31 dicembre 2023 le società quotate sul mercato principale Euronext Milan erano 225 e 203 quelle su Euronext Growth Milan.
Nel 2023 sono state 37 le offerte pubbliche iniziali (IPO) a Piazza Affari, di cui 4 su Euronext Milan (ex MTA) e 33 su Euronext Growth Milan (ex AIM Italia). Le IPO nel 2022 erano state 29 e nel 2021 erano state 48.
Nel corso del 2024 son state delistate 24 società, di cui 15 società sono state delistate oggetto di OPA, quattro per richiesta dell'emittente, e tre per mancanza di un Euronext Growth Advisor.
Sotto si riportano l'andamento Total Returns delle principali asset Class e l'andamento dello yield dei principali Treasury.
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TOTAL RETURNS - PRINCIPALI INDICI BORSA ITALIANA FY2023
35,0%
30,0%
25,0%
20,0%
15,0%
10,0%
5,0%
0,0%
-5,0%
-10,0%
-15,0%
-20,0% |
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gen-23feb-23mar-23 |
apr-23mag-23giu-23 |
lug-23ago-23set-23 |
ott-23nov-23dic-23 |
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FTSEMIB Index |
FTSE Italia Star |
FTSE Italia Mid Cap |
FTSE ALL shares |
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Fonte: Bloomberg |
TOTAL RETURNS - TITOLI GOVERNATIVI E CORPORATE BOND INVESTMENT GRADE FY2023
10,0% |
|
8,0% |
|
6,0% |
|
4,0% |
|
2,0% |
|
0,0% |
|
-2,0% |
|
-4,0% |
|
-6,0% |
|
gen-23feb-23mar-23apr-23mag-23giu-23lug-23 |
ago-23set-23ott-23nov-23dic-23 |
BBG Euro Aggregate |
BBG USA Aggregate |
Fonte: Bloomberg |
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Intermonte Partners Sim S.p.A. ha pubblicato questo contenuto il 04 giugno 2024 ed è responsabile delle informazioni in esso contenute. Distribuito da Public, senza apportare modifiche o alterazioni, il 04 giugno 2024 08:12:16 UTC.