Quanto vengono tassati gli investimenti finanziari?

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Formazione/Educazione finanziaria - Quanto vengono tassati gli investimenti finanziari?

L'articolo 5 della Delega fiscale dell'attuale Governo in carica prevede una razionalizzazione dell'attuale sistema fiscale dei rendimenti da strumenti finanziari. Mentre si discute di questa possibile razionalizzazione, vale la pena di vedere più da vicino il sistema in vigore.

Le aliquote sui rendimenti finanziari

In Italia la tassazione sui redditi derivanti dagli strumenti finanziari corrisponde a un'aliquota 26%. Ci sono però alcune eccezioni senza dubbio da menzionare. Di una tassazione agevolata del 12,5%, infatti, godono i seguenti tipi di investimento:

  • i titoli di Stato e i prodotti equiparati;
  • titoli emessi da altri Stati presenti nella white list, ossia dei paesi che (si legge sul sito della Camera dei Deputati) “consentono un adeguato scambio di informazioni”;
  • i project bond, cioè quei titoli miranti a finanziare progetti e attività di utilità pubblica;
  • i buoni postali;
  • le emissioni della “gestione separata” di Cassa depositi, con la finalità di finanziare degli investimenti pubblici.

I rendimenti derivanti dai fondi pensione, invece, sono tassati al 20%, mentre il trattamento di fine rapporto TFR è tassato al 17%.

Imposta di bollo e Tobin Tax

Per i conti di deposito è prevista altresì l’imposta di bollo, dello 0,2% (. Non va poi dimenticato che anche le singole transazioni finanziarie sono soggette a una tassazione: si tratta della cosiddetta “Tobin tax”, che prevede un aliquota per ciascuna transazione finanziaria, segnatamente a) dello 0,1% per quelle effettuate sui mercati regolamentati e b) dello 0,2% per quelle effettuate al di fuori dei mercati regolamentati (ossia sui mercati detti anche “over the counter”).

Regimi fiscali

La modalità di pagamento delle tasse sugli investimenti dipende dal regime fiscale. Nel caso del cosiddetto “regime amministrato”, la tassazione viene trattenuta dall’intermediario finanziario in qualità di sostituto d’imposta IRPEF (ritenuta d'imposta): è questo il caso delle persone fisiche, che sono dunque, all'interno di questo regime, esenti dall'obbligo di dichiarazione. Nel caso del cosiddetto “regime di dichiarazione”, invece, la ritenuta d'acconto va inserita nella dichiarazione dei redditi (ritenuta d’acconto): in questo caso, si tratta di persone giuridiche. Infine, esiste un terzo regime, “del risparmio gestito”: anche in questo caso l'affidatario del patrimonio assume il ruolo di sostituto d'imposta. 

Redditi da capitale e redditi diversi

La fiscalità concernente i redditi da strumenti finanziari prevede una distinzione ulteriore. Dal punto di vista concettuale, potremmo dire che la distinzione è tracciata tra i guadagni “certi” e quelli “incerti”. I guadagni certi, come cedole e dividendi, sono denominati “redditi da capitale”. I guadagni incerti, invece, sono tipicamente le plusvalenze e le minusvalenze (i guadagni e le perdite in conto capitale) derivanti dalla compravendita, dalla cessione o dal rimborso dei titoli finanziari, e vengono denominati “redditi diversi”. Se le perdite sono inscrivibili sempre nei “redditi diversi”, la classificazione dei guadagni dipende dallo strumento finanziario. Nonostante l’incertezza (che può condurre a perdite), il rendimento dai fondi di investimento e dagli ETF figura come “reddito da capitale”. Questa distinzione è importante ai fini fiscali, dato che le minusvalenze possono essere usate per compensare la tassazione sulle plusvalenze, sempre però restando all’interno della medesima categoria di reddito.

Il regime delle polizze vita

Benché si prevedano dei cambiamenti in questo senso, attualmente il regime fiscale per i prodotti assicurativi del ramo vita differisce dagli altri: contrariamente alla tassazione annuale o immediata dei guadagni, nel caso delle polizze vita l'imposta si applica solo sui guadagni al momento del riscatto.

L'imposta per le attività finanziarie detenute all'estero

L'aliquota prevista per i rendimenti degli investimenti con sede all'estero o, meglio, l'Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero (Ivafe) è fissata al 2 per mille e al 4 per mille per quei territori con regimi fiscali privilegiati. Per ciascun conto estero personale, l'imposta è fissata a 34,20 euro, con una franchigia fissata al valore medio non superiore di 5.000 euro.

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