Che cosa si intende per bene rifugio in un investimento finanziario?

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Che cosa si intende per bene rifugio in un investimento finanziario?

In ambito finanziario, un bene rifugio (in inglese, anche safe haven) è un investimento che, tendenzialmente, conserva il proprio valore anche nel corso di situazioni avverse sotto il profilo economico e finanziario: dai crolli dei mercati ai cicli ribassisti, dalle crisi/recessioni economiche ai periodi di forte volatilità. L’obbiettivo di simili asset non è dunque tanto l’ottenimento di rendimenti, bensì la conservazione del capitale. I beni rifugio sono spesso componenti essenziali per una corretta diversificazione dei portafogli di investimento.

La protezione dall’inflazione

Una funzione importantissima dei beni rifugio è la protezione dei capitali dall'inflazione. Il valore intrinseco di un bene, infatti, fa sì che esso tenda a rivalutarsi a fronte di un indebolimento del potere d'acquisto delle valute correnti. Tuttavia, l'efficiacia nella protezione dall'inflazione non è certamente uguale nel caso di tutti i beni rifugio; il loro inserimento nel portafoglio con questo scopo andrebbe dunque considerato con attenzione e in modo mirato.

Tipici esempi di beni rifugio

  • Oro. È il bene rifugio per eccellenza, dotato di un valore che gli è riconosciuto come intrinseco e che lo rende nel tempo capace di apprezzarsi; tra i suoi difetti si può menzionare una qualche volatilità dei prezzi. In generale, l'oro fa parte della più ampia categoria dei metalli preziosi, come il platino e, benché in misura minore, l'argento.
  • Titoli di Stato con rating creditizio elevato. Titoli di Stato tedeschi e Treasury Bond degli Stati Uniti: si tratta di due esempi di titoli che possono contare su una garanzia molto solida, ossia che l’emittente è uno Stato dalle eccellenti credenziali economiche e con la possibilità di arrivare a un default come decisamente remota.
  • Valute forti. Analogamente ai titoli di Stato, esistono delle valute che possono contare su uno Stato economicamente solido e con una politica monetaria che tiene sotto controllo la svalutazione, sicché la loro moneta rappresenta un asset considerabile come un bene rifugio: un esempio, oltre al dollaro americano, è il franco svizzero.
  • Immobili. Gli immobili, a maggior ragione se di un certo valore, tendono ad apprezzarsi nel tempo e costituiscono in molti casi una riserva di valore. Nel corso della lunga fase dei bassi tassi di interesse, ad esempio, sono stati caratterizzati da un rialzo dei prezzi. Bisogna però fare attenzione: rispetto ad altri beni rifugio sono decisamente meno liquidi; basta pensare ai costi per la liquidazione di un immobile, nonché alle diverse fasi della messa sul mercato per la vendita.
  • Oggetti preziosi. Alcuni analisti indentificano come beni rifugio anche taluni investimenti alternativi, come opere d'arte, gioielli, cimeli da collezione, ecc. Si tratta invero di asset che richedono competenze specializzate e dei rischi di liquidità tutt'altro che trascurabili.
  • Fondi del mercato monetario. Da un certo punto di vista, il movimento degli investitori nella loro direzione nei momenti di crisi finanziaria, fa dei fondi del mercato monetario uno strumento in qualche modo assimilabile a un bene rifugio, apprezzato dai risparmiatori soprattutto per l’elevata liquidità e i bassi rischi; il rischio, tuttavia, è che i tassi di remunerazione di questi strumenti non siano in grado di contrastare gli effetti dell’inflazione, cioè che i rendimenti reali siano negativi

I rischi dei beni rifugio

Sembra controintuitivo, ma anche i beni rifugio presentano, a loro modo, qualche forma di rischio. Se è vero che la loro natura li rende più robusti ai periodi avversi, tuttavia, soprattutto in un periodo di rialzi sui mercati una loro presenza massiccia in un portafoglio può limitare il potenziale di rendimento di un portafoglio. Volendo essere più precisi, un’allocazione degli attivi sbilanciata sui beni rifugio, e dunque a discapito di altri asset, può non essere ottimale rispetto agli obbiettivi di rendimento di un investitore. Certo, è possibile cambiare l’allocazione nel corso del tempo, ma si tratta di operazioni a) che richiedono di solito le competenze di un professionista e b) vanno considerate attentamente sulla base dei costi che esse comportano.

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