Matteo Panizza

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Consulente finanziario

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03 giugno 2024

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Profilo professionale

Mi presento, sono Matteo Panizza e sono un Private Banker di Fideuram.

Di cosa si occupa un Private Banker?

Un Private Banker è un consulente e come tale deve saper ascoltare te, il cliente. Il primo passo, infatti, è capire quali siano i tuoi obiettivi, perché e come li vuoi raggiungere.

Sollo allora cominciamo a parlare di come gestire al meglio il tuo portafoglio. Prima c'è la conoscenza reciproca, per capirti e capirci al meglio - un valore per me fondamentale.

Sono convinto che ogni momento sia quello "giusto" per cominciare ad investire, perché so che è la programmazione sul medio/lungo periodo a fare la differenza.

Non esiste buono o cattivo tempo, ma solo buono o cattivo equipaggiamento - di Robert Baden-Powell

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Le mie principali competenze

Analisi strumenti finanziari, trading
Consulenza agli imprenditori
Consulenza patrimoniale
Gestione del rischio finanziario
Ottimizzazione di portafoglio
Pianificazione assicurativa
Pianificazione del patrimonio immob.
Pianificazione pensionistica
Pianificazione successoria
Valutazione Mutui e leasing

I miei credit

Qualifica di MyGDI Certified nella consulenza finanziaria d'Impresa Amministrazione aziendale presso la S.A.A. scuola di amministrazione aziendale - Università degli studi di Torino, Gestione piccole medie imprese

Le mie ultime attività

La psicologia negli investimenti

12.06.2024 / 167 / 0

Pensavi che la finanza fosse fatta di freddi numeri eh? E invece non è così o, almeno, non lo è del tutto. Il motivo è semplice: dietro ai soldi, ci siamo noi - esseri umani. Con i nostri dubbi, desideri, ambizioni, vizi, pregi e difetti. È il “cervello emotivo”, la parte irrazionale di noi che a volte prende il sopravvento. Ed è proprio questa parte irrazionale, fatta di emozioni, ad entrare in gioco (anche) quando investiamo. Sfido chiunque a non aver provato una certa delusione per un rendimento sotto le aspettative o, al contrario, una qualche gioia per un investimento che sta andando oltre le proprie aspettative. Non possiamo farci nulla, siamo fatti così! … E proprio perché “siamo così” che abbiamo il dovere di conoscerci - per sapere come reagiamo e cosa proviamo quando accade un certo fatto. Il titolo sale? Scende? Cosa proviamo quando ce ne rendiamo conto? Possiamo controllare quei sentimenti? Saperlo ti aiuterà a investire con consapevolezza, in modo oculato e “sopportabile”! Primo passo nella psicologia degli investimenti: La partenza. Chi comincia ad investire - a meno che non sia un pessimista cronico - lo fa perché immagina di ottenere un rendimento . E, guardando l’immagine, ci troviamo nei punti 1-4. L’investimento cresce e la persona (presa dall’entusiasmo) comincia a credere di aver “hackerato” il sistema e prevedeguadagni del +30, 50, 100% in poche settimane… … Raggiungendo il punto di “massimo rischio” percepito - che corrisponde alla massima sensazione positiva per la persona. Curioso come fatto, no? Poi, però, il titolo comincia ad avere una piccola discesa che mette un po’ in ansia il nostro investitore. E che succede? Arriva il... Secondo passo nella psicologia degli investimenti: La discesa. L’investimento stava andando alla grande e poi… aveva cominciato a scendere. Inutile fare tante parole: se il titolo sale, ci sentiamo un po’ tutti Warren Buffett ? Però, come il buon Warren è solito dire, è “quando la marea scende, che si vede chi nuota nudo”. Tradotto in parole semplici: è quando arriva il momento della verità (la discesa) che si vede chi realmente ragione sul lungo periodo e chi si preoccupa e vorrebbe - immediatamente - togliere ogni €uro investito. Ansia, negazione, paura, disperazione, panico: ecco le emozioni più comuni durante la discesa del nostro portafoglio. Per fortuna dopo la tempesta arriva sempre il sereno (anche per il nostro investitore…)   Terzo (e ultimo) passo nella psicologia degli investimenti: La risalita. Finalmente - per il nostro investitore - ritorna il sereno: il suo portafoglio ricomincia ad acquisire valore, e il panico lascia spazio alla speranza, al sollievo e all’ottimismo. … Tutto a posto quindi? Beh… Ora ricomincia il ciclo da capo ? In fondo - sappiamo bene che i titoli vanno su e giù nel corso del tempo - e nessuno può farci nulla. Ma allora perché ti ho raccontato questa storia? Per trasmetterti un concetto FONDAMENTALE per chi investe (o vorrebbe iniziare) in Borsa… … La CONSAPEVOLEZZA. Al termine di un lungo ciclo fatto di alti e bassi, che cosa ci è rimasto? La consapevolezza che le oscillazioni di mercato accadono. Ora, non voglio complicare il discorso parlando di medio/lungo periodo, ma concentrarmi sulla quotidianità - anzi, dell’istantaneità - delle emozioni che proviamo quando guardiamo i nostri investimenti. Per quanto tu possa essere freddo e distaccato, vedere l’andamento del proprio portafoglio suscita una reazione “di pancia” prima che razionale. È il famoso sistema istintivo, il “Combatti o Fuggi”. Oggi (2024), però, non dobbiamo combattere le tigri dai denti a sciabola ma… riuscire a controllare quel sistema che si attiva. Prenderci del tempo per respirare, ragionare e decidere a mente lucida. Solo così riusciremo a prendere la giusta decisione, senza perdere di vista il proprio obiettivo. Perché - nel bene e nel male - è sempre il momento di investire!   Matteo Panizza, Consulente Fideuram

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La guerra, la crisi, la finanza

12.06.2024 / 145 / 0

Sul mio profilo LinkedIn mi è toccato parlare di guerra.   Non perché io sia un grande appassionato di attualità o di geopolitica ma semplicemente perché… riguarda il mio lavoro.   D’altronde la finanza è un settore trasversale, che tocca tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana - dal prezzo della benzina che sale al piano pensionistico. E in una situazione di stravolgimento continuo, cambiano i ragionamenti, le riflessioni sul proprio futuro e l’incertezza regna sovrana. Ma che potevamo (e possiamo) fare noi? Biasimarci perché abbiamo sbagliato qualcosa nei nostri investimenti? Disperarci perché “si poteva prevedere” secondo un articolo uscito - guarda caso - il giorno  dopo il conflitto?   Non credo…   Guardiamoci in faccia (anche se davanti ad uno schermo): io e te possiamo fare ben poco per cambiare le cose. Non voglio essere pessimista, anzi: molte persone si sono attivate per accogliere profughi, organizzare raccolte viveri e sono tutte iniziative lodevoli. Ma in questa situazione - da consulente finanziario - parlo dell’andamento nudo e crudo della guerra. Come finirà? O meglio, A quali condizioni finirà? Boh - di certo non ho io la risposta. Regola n°1: diffida sempre da chi ti vende il futuro dalla sfera di cristallo… … ma studia ciò che è già capitato nel passato. Ragioniamo su questo grafico del Sole24Ore, comprendente le date dal 1910 a qualche periodo fa: In circa cent'anni, sono capitate:     Due Guerre Mondiali; Due Guerre durante il periodo “Freddo” tra USA e URSS; Due Guerre del Golfo; Altri scontri “indiretti” come Afghanistan e Siria. E sono stati inseriti SOLO gli avvenimenti che hanno toccato l’Europa, perché altrimenti la lista dei conflitti (purtroppo) sarebbe molto più lunga. Non ti annoierò con l’analisi di ogni singolo periodo ma… guarda il trend generale.   Prendi un righello e collega i due punti - l’inizio e la fine. Che inclinazione ha? Semplice, Crescente. So che è visibile anche ad occhio nudo ma… volevo che te ne rendessi conto, facendo un piccolo sforzo! Ti faccio notare anche un altro aspetto. Il crollo peggiore della Borsa non è avvenuto durante una Guerra ma… nel 1927, periodo di relativa pace tra Stati (e ti invito a guardare il 2008 a confronto). Alla fine, si torna sempre all’orizzonte temporale Certo, nell’immagine ci sono oltre cento anni, ma… puoi prendere i 10/20 anni che ti interessano di più. La sostanza è sempre quella.   Breve periodo: sale o scende. Medio periodo: staziona, sale o scende. Lungo periodo: cresce.   Non voglio contraddirmi rispetto alla prima regola - diffida dall’uomo con la sfera di cristallo. Inutile girarci attorno - negli investimenti bisogna usare la testa. Ignorare il panico, i giornalisti, i titoli sensazionalistici e le immagini “Shock” - che lavorano alla pancia delle persone attivando il cervello “rettiliano” (limbico e neocorteccia - il più antico) e spegnendo la corteccia prefrontale, quella dei pensieri complessi. Solo così se ne esce. Ragionando sul proprio investimento. E riflettendo sul proprio orizzonte temporale. È sempre il momento di investire! (... se sai cosa stai facendo) Alla prossima,   Matteo Panizza - Consulente finanziario

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Di cosa si occupa un consulente finanziario?

12.06.2024 / 149 / 0

Una mia piccola riflessione Più di una decina di anni fa, lavoravo in un negozio di una nota marca di vestiti sportivi. Il mio compito, come puoi immaginare, era accogliere i clienti e aiutarli (oppure lasciarli in pace, a seconda dei casi) nella scelta e nell’acquisto del capo più adatto a loro. All’inizio pensavo, sbagliandomi, che il mio lavoro consistesse nel vendere. Vendere qualunque cosa a chiunque.  Avevo visto colleghi e responsabili più anziani comportarsi così e imitarli mi era naturale. Ma dopo qualche tempo qualcosa in me ha fatto scattare un “clic”.  Io non dovevo vendere nulla.  Io dovevo consigliare il cliente! Ecco il valore che potevo trasmettere al cliente: Aiutarlo e sostenerlo nella sua scelta. Se entrava cercando delle scarpe… il mio compito era proporre le scarpe più adatte alle sue esigenze: da montagna, da città, mocassino, etc…   Facciamo un balzo in avanti… Eccomi qui, anno 2020. Sono diventato un consulente finanziario Fideuram. Ma che c’entra, potresti chiedermi, quello che ti ho raccontato finora? C’entra!  Sì perché (per come la vedo io, ovviamente) il consulente NON è un venditore. Esattamente come nel mio vecchio lavoro. Lo so, hai dei dubbi. Ma lascia che mi spieghi meglio. Se una persona ha bisogno di un paio di scarpe per camminare in montagna - sei tu ad adattarti alla sua richiesta: proporre delle scarpe eleganti è inutile.  La persona non le vuole. Ora parlo di finanza, giuro! Il mio compito, come consulente, non è quello di mostrare un “catalogo” di prodotti finché la persona non rimane stordita. Il mio compito è diverso. L’input parte dalla persona e dalle sue esigenze.  È inutile proporre un piano azionario ad una persona che non si fida e vive “male” ogni oscillazione di mercato.   “Sta andando tutto bene, compriamo e aumentiamo l’investimento!” “Va tutto male… vendi tutto, voglio togliere i miei soldi da questo gioco d’azzardo” No, la Borsa non è un “gioco d’azzardo” (è un argomento che affronterò volentieri in futuro).  Ma a parte questo, una persona troppo esposta emotivamente ai movimenti naturali del suo investimento non è adatto per investire in modo più rischioso. Rischierebbe solo un infarto. Quindi, fin da subito, gli consiglio un altro tipo di investimento; più sicuro, certo e tranquillo.  Non rende molto, ma permette alla persona di dormire sonni tranquilli.   Il mio lavoro consiste nell’ascoltare e consigliare al meglio la persona. Prima domanda: Perché vuoi cominciare ad investire? Qual è il tuo obiettivo? Seconda domanda: Qual è il tuo orizzonte temporale? 5 anni? 10? 15, forse? Terza domanda: se la Borsa si muove (sia in positivo sia in negativo) riesci a focalizzarti sul tuo obiettivo e non sul momentaneo momento di guadagno/perdita?  Perché solo grazie alle sue risposte sarò in grado di aiutarla.   L’obiettivo di un 25enne che sta costruendo il suo piano pensionistico da zero è diverso da quello di una persona di 50 anni che vuole rivedere i suoi investimenti perché vuole pagare l’università ai propri figli. Le tempistiche, ovviamente, incidono. Un piano a 5 anni va strutturato in modo diverso da un piano che si concluderà tra 50 anni. Ma ormai l’avrai intuito, dipende dalla persona che si rivolge a me. Ricorda: Nessuno può indovinare il futuro Lo dico, senza paura di sminuire la mia figura (e quella dei miei colleghi): nessuno può sapere cosa capiterà domani.  Ci sono eventi negativi imprevisti (il 2020 è uno di quelli) che sono imprevedibili e inaspettati. O l’11 settembre 2001, che ha cambiato per molti anni il mercato immobiliare delle grandi città USA. Non voglio deprimerti, ci mancherebbe. Tutt’altro. C’è una buona notizia, il rovescio positivo della medaglia.  È sempre il momento giusto per investire! Perché, se il piano di investimento è davvero cucito sulle esigenze della persona, questi eventi sono ininfluenti.  Se una persona investe sul mercato azionario ragiona sul lungo periodo. Le variazioni del mezzo sono piccoli “incidenti”, che si recuperano con il tempo - sono dati confermati.  Se invece una persona si rivolge al mercato obbligazionario, le variazioni sono praticamente nulle, per definizione.   Pianificazione > Emotività Sono due montagne diverse (per me che amo la montagna), con diversi approcci e diverso stile di arrampicata. La Finanza personale lavora con la Pianificazione: obiettivi, persona, pianificazione. Il Superenalotto, invece, lavora con l’emotività: 77, 50, il 4 per i figli, il 38 perché l’ho sognato… Fa parte del gioco! Ma come le persone non affidano il loro futuro alla casualità - così non ha senso mischiare emotività e finanza.   Un esempio concreto: un ragazzo di 25 anni circa, si è rivolto a me. Ci siamo direzionati su un investimento azionario, vista l’età. Ma sono sicuro che, in 50 anni di obiettivo, ce ne saranno di scossoni - positivi e negativi.  Se dovesse prevalere l’emotività… Saranno anni molto lunghi! Ed eccoci alla chiusura del ragionamento, da dove siamo partiti. Prima ancora di parlare di Finanza, c’è la persona.  La Persona, con i suoi progetti e ambizioni, sta al centro. Il resto è la naturale conseguenza! E con questo ultimo articolo, abbiamo concluso questa trilogia sul mio modo di vedere la consulenza finanziaria. Ci vediamo presto con nuovi contenuti!   Matteo Panizza Consulente finanziario Fideuram

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