Marco Minotti

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Consulente finanziario

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ALLIANZ BANK FINANCIAL ADVISORS SpA
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10 ottobre 2018
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Awards: 2023, 2022, 2021, 2020,

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Profilo professionale

Dal 2002 mi occupo con passione e dedizione all’analisi dei rischi personali e aziendali, alla pianificazione finanziaria e relativo studio dei mercati finanziari. Da quella data sono infatti consulente assicurativo per una delle più importanti strutture assicurative Allianz per prodotti come polizza vita, infortunio, tutela legale, fondi pensione. Opero nelle principali province lombarde.

Dal 2003 sono iscritto all'albo dei promotori finanziari, mentre dal 2007 sono iscritto all'albo degli intermediari assicurativi. Nel 2005 ho preso incarico anche per la pianificazione finanziaria per conto di Rasbank, poi diventata AllianzBank (uno dei primi gruppi assicurativo/bancario al mondo per rating). Il mio compito come Financial Advisor è quindi quello di gestione e sviluppo di portafogli finanziari, che aiutano i miei clienti a costruire il proprio futuro.

Attualmente ricopro il ruolo di consulente finanziario e assicurativo in Connext Srl. In più di 20 anni di esperienza lavorativa ho acquisito competenze profonde che mi consentono di suggerire le soluzioni più efficaci per una gestione dei risparmi di oggi e la creazione di capitali per un domani, oltre alla tutela di vari rischi personali e professionali.

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Le mie principali competenze

Analisi strumenti finanziari, trading
Consulenza agli imprenditori
Consulenza patrimoniale
Gestione del rischio finanziario
Ottimizzazione di portafoglio
Pianificazione assicurativa
Pianificazione del patrimonio immob.
Pianificazione pensionistica
Pianificazione successoria
Valutazione Mutui e leasing

I miei credit

  • Iscritto dal 2003 all’albo dei Promotori Finanziari, delibera n. 14326
  • Iscritto dal 2007 all’albo degli Intermediari assicurativi, Sezione E n. E000158244 collaboratore Connext S.r.l.
  • Da luglio 2005 a oggi - Financial Advisor presso AllianzBank SpA
  • Da aprile 2002 a 2018 - Consulente assicurativo presso Pini e Boleso S.a.s. Agenzia Allianz
  • Da 2018 ad oggi - Consulente assicurativo presso Connext S.r.l. Agenzia Allianz
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Le mie ultime attività

Qual è il prezzo del cambiamento climatico?

15.07.2024 / 61 / 0

I tragici eventi che stanno colpendo l’Italia riportano in primo piano l’importanza della questione climatica e delle sue conseguenze in termini prima di tutto umani e subito dopo sociali ed economici. Vista l’inquietante frequenza con cui si presentano simili fatti, diventa ormai riduttivo parlare di “maltempo” e di eventi atmosferici “straordinari”. Dal 2010 al 2021 sono stati registrati 1318 eventi estremi: 516 piogge torrenziali, 367 trombe d’aria, 123 esondazioni fluviali e 55 frane derivanti dalle precipitazioni piovose. Se piogge, uragani ed esondazioni suscitano maggior clamore e spavento, non va dimenticato nemmeno il sensibile aumento di fenomeni siccitosi, che anzi sono anche i più letali in quanto responsabili di oltre 650.000 decessi nel mondo negli ultimi 50 anni. Solo in Italia, la carenza idrica è cresciuta esponenzialmente causando la mancanza di cinque miliardi di metri cubi d’acqua rispetto a mezzo secolo fa. Più che delle cause, tuttavia, qui ci interessa occuparci delle conseguenze finanziarie, i cui dati sono impressionanti. L’esposizione dei vari Paesi europei alle intemperie metereologiche è eterogenea così come i danni che ne conseguono. La Germania risulta essere la più penalizzata, con 107 miliardi di euro di perdita negli ultimi 40 anni. Subito dopo viene l’Italia, che nello stesso orizzonte temporale ha sostenuto un costo derivante dagli eventi climatici quantificato in 72,5 miliardi di euro. Proprio perché questa tendenza pare destinata a proseguire, l’incidenza economica del fattore atmosferico potrebbe diventare sempre più significativa. Dal punto di vista economico, le famiglie italiane non hanno la minima consapevolezza dei rischi crescenti che questi eventi generano per il loro patrimonio. Aumentando frequenza e intensità dei disastri climatici, di pari passo aumentano i rischi a cui sono esposte persone e cose. Mediamente una famiglia “investe” nella prima casa i risparmi di cui dispone, e, siccome in molti casi non sono sufficienti, ci affianca un mutuo di lunga durata. Eppure, gli immobili che in Italia sono coperti da una copertura assicurativa sono molto pochi. Le abitazioni assicurate contro l’incendio sono 1 su 2. Se poi consideriamo l’estensione della copertura alle conseguenze derivanti dalle catastrofi naturali la proporzione scende drasticamente. In un Paese dove 3 abitazioni su 4 sono esposte ad un significativo rischio idrogeologico, solo il 5% gode di una protezione nei confronti di eventi climatici estremi. C’è, però, una convinzione dalla quale è doveroso ripartire: la protezione da questi rischi non è più rimandabile.

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Il ruolo delle Banche Centrali

24.11.2022 / 369 / 4

La politica monetaria delle Banche Centrali in questo particolare momento di crescita dell'inflazione.

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Il capitale umano: un asset a volte troppo trascurato

12.07.2024 / 76 / 0

Tutta questa attenzione nei confronti di quella parte di ricchezza che è già stata creata distrae da un’altra fonte patrimoniale, che di ricchezza, ne deve ancora creare. Il cosiddetto capitale umano. In senso ampio, è definibile come l’insieme delle capacità, delle competenze, delle abilità possedute da un individuo e affinate nel corso del tempo. In senso più ristretto, è la somma dei redditi che dovranno essere ancora generati in futuro. In parole povere, il capitale umano è il nostro apporto di lavoro che si trasforma in denaro. Da qui, si evince l’importanza di esso e di quello che si metterebbe a rischio se, in un’incidente di percorso nel nostro futuro, non dovessimo essere rigorosamente tutelati su questo fronte. Non c’è ad oggi un metodo provato per calcolare il capitale umano di ogni singola persona, ci sono però, delle variabili che ne possono influenzare il suo valore. Ad esempio, l’età è la variabile più immediata che può influenzarne il valore. Il capitale umano, infatti, non è altro che la ricchezza che un individuo può produrre: per una persona giovane sono maggiori gli anni che la separano della pensione, quindi maggiore sarà il reddito che ci si attende di generare. La professione e l’istruzione sono altre due variabili che, a parità di età anagrafica, possono far variare il valore di una persona con un’altra. Per ultimo, ma non per importanza, c’è il gender gap, ovvero la differenza di remunerazione tra persone di diverso sesso, che pur ricoprendo le stesse mansioni lavorative, hanno una differente remunerazione e, di conseguenza, un diverso valore a livello di capitale umano. Ma di quali cifre stiamo parlando concretamente? Da uno studio ISTAT, eseguito nel 2015, è emerso che un individuo medio ha un valore di 342.000 euro. Si passa dai 556.000 euro medi per chi è in fascia di età più giovane fino ai 46.000 euro per chi è più vicino alla data del pensionamento. Oppure, si va dai 636.000 euro che rappresentano il capitale umano medio di un laureato, ai 261.000 euro di chi ha un titolo inferiore al diploma. In generale, però, bisogna tenere conto che il capitale umano di ciascuna persona presenta una estrema volatilità rispetto ai dati medi sopra riportati. Non potrebbe essere altrimenti: questi dati vanno considerati sempre come un benchmark generico di riferimento. La realtà è che ogni individuo è unico da questo punto di vista, con un capitale umano che andrebbe quantificato nello specifico, attraverso parametri strettamente personalizzati. Il punto su cui è opportuno focalizzarsi è che i progetti di ciascuno di noi dipendono dal proprio reddito, e pertanto, è indispensabile fare in modo che questo ci sia, sempre. Detto in altre parole, il capitale umano è una forma di ricchezza invisibile, che non si può far finta di non vedere: una volta che lo si è quantificato, che ci si è accorti che “esiste”, bisogna metterlo in sicurezza nella maniera più assoluta. Che si tratti di una polizza vita o infortuni o malattia, quello che conta è individuare e tutelarsi dalle fonti di pericolo che possono pregiudicare la capacità di generare reddito da parte di una persona. Una volta messo in sicurezza il capitale umano, il processo di protezione non può dirsi concluso: la nostra situazione professionale, familiare, economica e le nostre aspettative per il futuro sono in continua metamorfosi e la protezione deve evolvere di conseguenza.

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