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Hong Kong approva ETF su Bitcoin ed Ethereum: anche la Cina si aprirà al mercato delle cripto?

Scritto il 16.04.2024

Hong Kong apre le porte a dei prodotti finanziari che investono sulle criptovalute: è il primo passo per una commercializzazione di questi prodotti in Cina (dove restano vietati)? Securities and Futures Commission di Hong Kong: sì a ETF su Bitcoin ed Ethereum Come si legge su “Reuters”, in un articolo realizzato da Summer Zhen e Jason Xue, tre società di asset management, Harvest Fund Management, Bosera Asset Management e la divisione di Hong Kong di China Asset Management hanno fatto sapere di avere ricevuto un’importante autorizzazione: la Securities and Futures Commission di Hong Kong ha infatto autorizzato le due società a mettere sul mercato dei fondi passivi ETF spot sulle criptovalute Bitcoin ed Ethereum. Per il momento, i prodotti in questione non sono però ancora stati commercializzati presso il pubblico degli investitori. Primo passo per la compravendita del prodotto anche per gli investitori cinesi? Per ora, resta dubbio Questa notizia potrebbe rendere Hong Kong un altro centro finanziario asiatico di riferimento per il mercato delle criptovalute. Da un lato, non bisogna dimenticare, infatti, che lo scambio di criptovalute è vietato nella Cina continentale. Dall’altro lato, come scrive Arjun Kharpal su “CNBC”, esistono già alcuni importanti hub per lo scambio delle criptovalute, ad esempio a Dubai e a Singapore. Resta però ancora molto dubbio, prosegue Kharpal, il fatto che questo rappresenti il primo passo per permettere agli investitori cinesi di investire legalmente sulle criptovalute. Prima approvazione di un ETF sugli Ethereum L’autorizzazione concessa dalla Securities and Futures Commission di Hong Kong segue quella della statunitense Securities and Exchange Commission, che ha approvato la commercializzazione di un ETF spot sul prezzo dei Bitcoin. Ai commentatori non è sfuggito il fatto che, tuttavia, Hong Kong sarebbe la prima piazza finanziaria a commercializzare un ETF spot anche sugli Ether, la maggiore tra le altcoin, ossia le criptovalute alternative ai Bitcoin. Negli ultimi giorni, Bitcoin ha ceduto circa il 9,5% del suo valore, ma il suo valore resta comunque in crescita di oltre il 43% dall’inizio dell’anno. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono le criptovalute? Cosa sono gli ETF e come funzionano Bitcoin: tutto quello che c'è da sapere sullo halving in arrivo

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News dai mercati: novità su Goldman Sachs, Tesla, Apple, petrolio e PIL cinese

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 16.04.2024

Alcune novità importanti per i mercati: da un annuncio fatto da Tesla ai risultati di Goldman Sachs, dal PIL cinese ai prezzi del petrolio. Tesla: crescita al di sotto le aspettative e un nuovo piano di licenziamenti Nel primo trimestre di quest’anno, Tesla, l’azienda di Elon Musk, ha registrato un volume di consegne di nuove auto elettriche inferiore del 13% rispetto alle aspettative. Si spiega anche a partire da questo fatto la decisione di Musk di licenziare oltre il 10% della forza lavoro della sua azienda, ossia circa 14 mila dipendenti. Dall’inizio dell’anno, il titolo in borsa ha perso il 35% del suo valore. Secondo gli analisti, l’azienda di Elon Musk sta affrontando almeno due sfide difficili: a) la concorrenza di altri produttori di auto elettriche, soprattutto della cinese BYD; b) il rallentamento del mercato dell’auto elettrica, come spiega l’analista del settore di auto motive Matthias Schmidt (menzionato dal “Guardian” in un articolo di Dan Milmo e Graeme Wearden). Ottimi risultati nel primo trimestre del 2024 per Goldman Sachs Prosegue la pubblicazione degli utili trimestrali delle grandi banche americane: si contraddistingue, in particolare, il risultato di Goldman Sachs che, grazie all’investment banking, è riuscita ad aumentare i suoi utili del 28%. Sotto le aspettative, invece, sono stati i risultati degli utili di JPMorgan e Wells Fargo. La produzione industriale high-tech spinge il PIL cinese oltre il 5% Nel frattempo, la Cina ha pubblicato i dati sulla crescita del PIL: la crescita del primo trimestre è stata del 5,3%; come scrive Laura He (CNN), questa cifra ha superato sia le aspettative risultanti da un sondaggio di “Reuters” condotto tra un gruppo di economisti (+4,6%), sia i risultati del trimestre precedente, +5,2%. Come scrive ancora He, a trainare questo risultato è stata soprattutto la produzione industriale a elevata tecnologia (high-tech), in particolare la componentistica elettronica e per le stampanti 3D, ma anche le stazioni di ricarica per le auto elettriche. Perché il prezzo del petrolio non è cresciuto dopo l’attacco iraniano a Israele? Per quanto riguarda invece il petrolio, “Reuters”riporta, tra le altre, due considerazioni di Bob Yawger, direttore della divisione dei futures energetici di Mizuho bank. Per Yawger il prezzo del petrolio non ha imboccato una traiettoria rialzista in seguito all’attacco missilistico iraniano contro Israele per due motivi: a) Israele e i suoi alleati hanno neutralizzato l’attacco, b) i dati sulle vendite negli Stati Uniti hanno reso ancora più probabile il perdurare di una politica monetaria caratterizzata da elevati tassi di interesse. Apple superata da Samsugn nel primo trimestre nel volume di vendite di smartphone Infine, Apple ha ceduto di nuovo la prima posizione a Samsung come primo venditore al mondo di telefoni cellulari: come scrive Jasper Jolly sul "Guardian", la quota di vendite detenuta dall'azienda coreana supera il 20% mentre quella detenuta dall'azienda di Cupertino il 17%. A favorire il sorpasso di Samsung ai danni di Apple è stata la contrazione delle vendite: le consegne sono passate da 55,4 milioni nel primo trimestre del 2023 a 50,1 in quello attuale. A giocare un ruolo determinante in questo senso è stato il mercato cinese, dove Apple - come si legge sempre sul "Guardian" soffre per la concorrenza di Xiaomi e Huawei. Ti potrebbero interessare anche: Petrolio, oro e bitcoin: le tensioni in Medio Oriente fra Israele e Iran muovono i prezzi

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I fondi speculativi ignorano l'Europa, ma per alcuni analisti le banche europee sono un buon investimento

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  • Banche e prodotti bancari
Scritto il 15.04.2024

Benché alcuni gestori di importanti hedge fund ritengano l’Europa un’area poco interessante sotto il profilo degli investimenti, altri analisti ritengono che il settore bancario del Vecchio Continente possa, al contrario, fornire alcune opportunità di investimento. L’attenzione di importati gestori di fondi speculativi trascura l’Europa Come scrive Morya Longo sul “Sole 24 Ore”, nel corso del recente Investors’ Forum di Milano organizzato da Ceresio Investors, si sono riuniti alcuni gestori di fondi di investimento speculativi (hedge fund) con lo scopo di discutere di investimenti e di mercati finanziari. Come spiega Longo, nel corso delle discussioni, l’Europa non è stata presa in considerazione: i gestori degli hedge fund preferiscono concentrarsi sugli Stati Uniti, in parte sulla Cina, e su Paesi asiatici, quali Taiwan, Giappone e Corea del Sud. Valutazioni convenienti per le banche europee Uno dei gestori dei fondi speculativi presenti all’Investors’ Forum ha parlato di valutazioni convenienti per quanto riguarda le azioni delle banche europee. Ma Longo ritiene che questa considerazione facesse più riferimento alla solidità guadagnata dalle banche europee nel tempo, più che a delle prospettive promettenti per il futuro. Le trimestrali delle banche USA: si comincia con JP Morgan Sempre sul “Sole 24 Ore”, Alessandro Graziani, però, sottolinea che i prezzi delle azioni delle banche europee potrebbero attrarre un numero crescente di investitori. La presentazione dei conti trimestrali delle banche statunitensi è cominciata a partire da JP Morgan: la banca guidata dal CEO Jamie Dimon ha registrato un aumento dei profitti, e però ha registrato un calo in borsa del 6%. La ragione di questo calo è stata dovuta al risultato sotto le aspettative per quanto riguarda i guadagni dagli interessi sulle attività di prestito. Il timore è che le condizioni di incertezza, unite al costo elevato del credito, possano avere delle ulteriori conseguenze sui conti delle grandi banche USA. Perché il settore bancario europeo può essere promettente? In questo contesto, le banche europee sembrano avvantaggiate. A tale proposito, Graziani riporta alcune considerazioni da uno studio di Mediobanca Securities: gli analisti ritengono che la crescita del rapporto prezzo/utile (p/e) sia stata inferiore rispetto all’effetto che i tassi di interesse elevati hanno avuto e avranno sui margini delle banche (i tagli avverranno gradualmente, sicché i tassi di interesse resteranno comunque ancora mediamente elevati). Ma anche quando i tassi cominceranno a scendere in modo ancora più significativo, spiegano gli analisti di Mediobanca Securities, le banche europee potranno fare leva su una prevista crescita della profittabilità. Ti potrebbero interessare anche: La BCE lascia i tassi invariati: primo taglio a giugno? Novità sull'inflazione USA e le conseguenze sui mercati statunitensi, europei e asiatici I tassi ancora alti affondano i titoli sul mercato obbligazionario

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Petrolio, oro e bitcoin: le tensioni in Medio Oriente fra Israele e Iran muovono i prezzi

Scritto il 15.04.2024

I conflitti e le tensioni internazionali in Medio Oriente potrebbero avere ulteriori ricadute sui prezzi di asset come il petrolio, l’oro e (almeno in parte) i Bitcoin. Le conseguenze finanziarie dell’attacco dell’Iran contro Isreale Dopo l’attacco missilistico iraniano contro Israele, molti operatori sui mercati hanno temuto potesse innescarsi una escalation nella quale lo scenario peggiore sarebbe potuta essere una guerra aperta tra Israele e Iran. Nelle ore successive all’attacco, il prezzo di alcuni asset finanziari ha risentito dell’aumento dell’incertezza: il prezzo del petrolio Brent è salito sopra i 91 dollari al barile, mentre degli asset di rischio come i Bitcoin hanno visto scendere in poche ore il loro prezzo sotto l’8,3%. Scende (per il momento) la paura di una escalation Come ha spiegato anche Francesco Costa nella sua rassegna stampa “Morning” sul Post, l’attacco iraniano potrebbe essere interpretato più per ragioni di politica interna che estera (il 1° aprile un raid israeliano aveva ucciso alcuni importanti ufficiali iraniani presenti a Damasco). Del resto, la paura di una escalation sembra essere diminuita nel corso delle ore successive: ad esempio, il prezzo del petrolio Brent è tornato ai 90 dollari al barile.    I fattori che influenzano i prezzi del petrolio La questione del prezzo del petrolio intreccia, per la verità, diverse variabili. Certamente pesa la situazione di tensione nel Medio Oriente, segnatamente le tensioni tra Israele e Iran, dacché a) l’Iran è il terzo produttore di petrolio dell’OPEC e b) dallo stretto di Hormuz passa circa un quinto del petrolio complessivamente scambiato. Inoltre, scrive Davide Tabarelli sulla “Stampa”, sul prezzo del petrolio pesa anche la flessione della domanda da parte della Cina. Le tensioni geopolitiche e il prezzo dell’oro Un clima di tensione geopolitico tende a portare incertezza sui mercati e, pertanto, a rafforzare il valore dei beni rifugio. Al momento l’oro si muove intorno ai 2.350 dollari l’oncia, dopo che aveva raggiunto i 2.400 dollari nei momenti di maggiori tensioni in Medio Oriente. Interessato nelle ultime settimane da un trend di crescita, secondo alcuni analisti il prezzo dell’oro potrebbe aumentare ulteriormente nel caso di un eventuale e ulteriore inasprimento della situazione di conflitto in Medio Oriente. Ti potrebbero interessare anche:   Come funzionano gli investimenti nelle materie prime? Che cosa sono le criptovalute? Che cosa si intende per bene rifugio in un investimento finanziario?

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Tutto sulla prossima emissione BTP Valore il 6 maggio

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Scritto il 12.04.2024

In arrivo la nuova emissione del Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) Valore, opportunità di investimento per i piccoli investitori: ecco quello che c’è da sapere. Nuove emissioni di BTP Valore a partire da lunedì 6 maggio Tornano i BTP Valore, occasione di investimento dedicata ai cosiddetti investitori “retail”, ossia ai piccoli risparmiatori. Lo ha fatto sapere il Ministero dell’Economia e delle Finanze in una nota pubblicata l’11 aprile. La prossima emissione dei titoli di Stato avverrà tra la giornata di lunedì 6 maggio e venerdì 10 dello stesso mese, fino alle 13.00, salvo – come specificato sempre in questi casi – una chiusura anticipata. Come funzionano i BTP Valore? Qualche informazione in più sul titolo di prossima emissione. Avrà una durata di sei anni e questa durata sarà accompagnata dall’ormai rodato meccanismo dello “step-up”: un rendimento crescente sulla base dello schema tre + tre anni; se si acquista il titolo nei giorni dell’emissione e lo si conserva fino alla sua naturale scadenza si può accedere altresì a un rendimento premiale (“premio finale extra”) pari allo 0,8% del valore dell’obbligazione. Cedole, taglio minimo, fiscalità Per sapere l’importo delle cedole che questo titolo staccherà bisognerà aspettare il venerdì precedente l’emissione, ossia venerdì 3 maggio. In quella data sarà fornito anche il codice identificativo ISIN. Si sa già oggi invece che – al pari delle altre emissioni – il taglio minimo di emissione è di mille euro, l’acquisto è alla pari (cioè corrisponde all’importo che viene restituito in sede di scadenza) e non prevede costi di commissione; si aggiunge poi un vantaggio fiscale, ossia una tassazione agevolata del 12,5%. Come si sottoscrive il BTP Valore? Come sottoscrivere un BTP Valore? La risposta è tutto sommato semplice e si articola in tre possibilità: 1) rivolgendosi alla propria banca o 2) mediante l’home banking, a patto in entrambi i casi di avere un conto di deposito titoli e, nel caso dell’home banking, di avere attivato la funzione “trading online”; 3) ci si può rivolgere anche a un ufficio postale presso il quale si è aperto il proprio conto postale e si è associato a esso il conto di deposito titoli. Le banche dealer saranno Intesa Sanpaolo S.p.A. e UniCredit S.p.A. Il collocamento avverrà sulla piattaforma del mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana Ti potrebbero interessare anche: Titoli di Stato: che cosa sono i BOT e i BTP? Come investire

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ETF attivi: che cosa sono e perché piacciono tanto?

Scritto il 12.04.2024

Esiste una tipologia di fondi ETF che vengono definiti “attivi”. Ma di che cosa si tratta e quali possono essere le ragioni che spiegano la crescita della domanda degli investitori per questi prodotti (per ora soprattutto negli Stati Uniti)? Cresce il successo degli ETF attivi soprattutto negli USA Gli ETF attivi sono prodotti finanziari che hanno registrato un successo crescente negli ultimi tempi, al momento principalmente negli Stati Uniti. A tale proposito, sul portale “ExtraETF”, Katja Brauchle riporta alcune considerazioni di Ryan Jackson, analista di Morningstar. Jackson individua una serie di fattori dietro il successo di questi prodotti finanziari, tra i quali anche la legislazione e una certa tendenza da parte del mercato (assecondata dall’offerta delle società di investimento). Forse c'entra anche la denominazione di ETF, sebbene sia molto importante ricordare questo: la loro gestione è affidata a dei gestori, e dunque sono fondi non a gestione passiva, bensì attiva. I punti di forza Brauchle spiega che gli ETF attivi sono apprezzati per la loro trasparenza e la loro liquidità. Al pari degli ETF tradizionali, essi devono fare in modo che la loro asset allocation sia sempre resa pubblica. Inoltre, godono di una liquidità che, propria dei fondi passivi, non appartiene invece ai fondi di investimento attivi tradizionali: possono essere negoziati sui mercati e non si deve ricorrere alle piattaforme di vendita, come spiega Brauchle (e questo contribuisce a limitarne i costi). Due punti di debolezza Per quanto riguarda i difetti, Brauchle ne individua almeno due propri degli ETF attivi: a) i costi maggiori rispetto agli ETF tradizionali; b) il fatto che non riesca loro di battere il mercato molto di frequente. Un altro punto di forza degli ETF attivi Un altro vantaggio individuato da Brauchle è che il riequilibrio e la gestione di questi fondi viene delegata a dei gestori, ma nell’ottica di mantenere i costi limitati, per quanto possibile (di solito, per contenere i costi, capita che i gestori debbano limitare i loro interventi e non possano oltrepassare una certa deviazione standard). Ti potrebbero interessare anche: Cosa sono gli ETF e come funzionano Quali sono i principali stili di gestione rispetto al Benchmark? Dal glossario: deviazione standard

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La BCE lascia i tassi invariati: primo taglio a giugno?

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Scritto il 12.04.2024

Nel corso della giornata di ieri, 11 aprile, si è tenuta una riunione del Consiglio direttivo della BCE in merito alle cosiddette “decisioni di politica monetaria”. La BCE lascia i tassi invariati Nel corso della sua ultima seduta, la Banca Centrale Europea ha stabilito di mantenere invariati i tassi di interesse. Questa notizia non ha stupito i mercati, sebbene qualche analista avesse parlato dell’ipotesi di un primo taglio ai tassi di interesse, dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione nella zona dell’euro a marzo, dati che indicavano una crescita dei prezzi su base annua del 2,4% (mai così bassa dal luglio del 2021) e un’inflazione di base (detta anche “core” o sottostante) del 2,9%. Primo taglio dei tassi a giugno? È difficile sapere quale saranno le prossime mosse della BCE. C’è però un passaggio nel comunicato stampa della BCE che potrebbe fornire qualche indicazione in più a tale proposito: “Se la valutazione aggiornata del Consiglio direttivo in merito alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensità della trasmissione della politica monetaria accrescesse ulteriormente la sua certezza che l’inflazione stia convergendo stabilmente verso l’obiettivo, sarebbe opportuno ridurre l’attuale livello di restrizione della politica monetaria”. BCE e Fed: politiche monetarie a confronto Alcuni analisti si aspettano che se la traiettoria dei prezzi proseguisse a scendere, la BCE potrebbe allora tagliare i tassi nel corso della seduta di giugno (si parla di un taglio di 25 punti base). Questa decisione, peraltro, potrebbe anticipare le mosse della Federal Reserve: dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione statunitense, cresciuta al di sopra delle aspettative, gli analisti hanno cominciato a mettere seriamente in dubbio che ci sia da aspettarsi un taglio dei tassi già a giugno. E la Bank of England? Quali sono invece le prospettive per la Bank of England? Sul “Guardian”, Phillip Inman e Richard Partington scrivono che i mercati finanziari scommettono in un primo taglio dei tassi di interesse tra agosto e settembre, e un ulteriore taglio entro la fine dell’anno. A convalidare la prospettiva di un taglio ai tassi ci sarebbe da un lato la discesa dell’inflazione e dall’altro l’indebolimento del mercato del lavoro. Ti potrebbero interessare anche Novità sull'inflazione USA e le conseguenze sui mercati statunitensi, europei e asiatici Tassi, la BCE potrebbe giocare d'anticipo rispetto alla Fed

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Rame, materia prima promettente grazie all'intelligenza artificiale

Scritto il 11.04.2024

Quali sono le prospettive di prezzo per il rame? L’impiego in un settore tecnologico particolarmente promettente potrebbe favorire la crescita dei prezzi nel corso dei prossimi anni. Rame e intelligenza artificiale Il rame è un metallo dai numerosi impieghi industriali e, come materia prima, la sua domanda è aumentata, in quanto viene impiegato nella costruzione di tecnologie legate alla transizione energetica. Come scrive Sissi Bellomo sul “Sole 24 Ore”, a questi impieghi del rame potrebbe aggiungersi quello legato al settore dell’intelligenza artificiale: questo impiego potrebbe spingere considerevolmente verso l’alto i prezzi del metallo. Alcune previsioni sulla carenza di rame entro il 2030 Bellomo menziona a tale proposito le previsioni di Saad Rahim, capo economista di Trafigura (società che si occupa del commercio di materie prime a livello internazionale): l’aumento della domanda di rame potrebbe aumentare a tal punto che entro il 2030 potrebbero verificarsi delle carenze di rame per un totale di circa 4-5 milioni di tonnellate. Queste previsioni sono davvero simili a quelle di JP Morgan, che prevede una carenza della domanda di circa 4 milioni di tonnellate nel 2030. Cresce il prezzo del rame e dei futures Il prezzo del rame è cresciuto negli ultimi mesi: il prezzo ha superato i 9.500 dollari a tonnellata e i futures segnano un rialzo del 18% negli ultimi sei mesi. Come scrive Bellomo, che riporta una considerazione degli analisti di Citi, oggi a guidare il prezzo del rame sembra essere la speculazione, ma presto (a conferma di quanto riportato finora) il sostegno del prezzo potrebbe arrivare da fenomeni strutturali: Citi individua come cruciali gli impieghi nella transizione energetica e nelle infrastrutture legate all’intelligenza artificiale. Il prezzo del rame: prospettive nel breve termine Le previsioni di prezzo di Citi – come si prosegue a leggere nell’articolo di Bellomo – sono che entro la fine di quest’anno il rame può raggiungere stabilmente il prezzo di 10 mila dollari a tonnellata, mentre entro il 2026 il prezzo potrebbe crescere fino a 12 mila dollari. Il rischio maggiore, conclude Citi, è per i produttori di prodotti tecnologici (dall’auto all’energia) che richiedono largo uso del rame: i loro costi potrebbero aumentare significativamente.   Ti potrebbero interessare anche: Come funzionano gli investimenti nelle materie prime? Che cos'è un megatrend di investimento?

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Novità sull'inflazione USA e le conseguenze sui mercati statunitensi, europei e asiatici

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 11.04.2024

I dati sull’inflazione rendono meno probabile un taglio dei tassi della Fed a giugno, spingono verso il basso i mercati azionari e fanno accrescere la forza del dollaro su altre valute, compreso lo yen. I dati aggiornati sull’inflazione negli USA nel mese di marzo I dati sull’inflazione statunitense, pubblicati mercoledì 10 aprile, indicano che a marzo l’aumento annuo medio dei prezzi è stato del 3,5%: questo dato è superiore alle aspettative e anche all’inflazione registrata a febbraio (3,2%). Come scrive Alicia Wallace di CNN, a contribuire all’aumento medio dei prezzi sono stati soprattutto (oltre la metà) i costi del gas, dei mutui e degli affitti. Se si escludono i costi dell’energia e dei beni alimentari e si guarda alla cosiddetta inflazione “core”, anch’essa risulta in aumento: +0,4% rispetto al mese precedente. Più dubbi sul taglio dei tassi a giugno Una delle conseguenze di questi dati riguarda le previsioni del prossimo taglio ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve. A tale proposito, Jenni Reid e Holly Ellyatt riportano sulla CNBS alcune considerazioni tratte da una nota dello head of fixed interest research di Quilter Cheviot, Richard Carter, il quale fa notare che a) i mercati hanno adesso perso praticamente qualsiasi speranza di un taglio dei tassi già a maggio e b) la Fed avrà bisogno di “segnali significativi di disinflazione” prima di tagliare eventualmente i tassi, a giugno. Borse americane in perdita, tengono i titoli europei Dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione, i mercati finanziari statunitensi hanno chiuso in perdita: Nasdaq -0,84%, S&P 500 -0,95% e Dow Jones -1,09%. I titoli del Tesoro USA hanno registrato un ulteriore aumento dei rendimenti, tornando di fatto ai livelli di novembre. In Europa, i dati sull’inflazione americana hanno avuto conseguenze meno vistose: lo Stoxx 600 ha chiuso la giornata di mercoledì 10 aprile con un leggero incremento dello 0,12%. I mercati asiatici In Asia le borse hanno registrato, in generale, dei leggeri cali, pur con qualche eccezione: il Nikkei 225 ha chiuso con una correzione al ribasso dello 0,4%, lo Hang Seng (Hong Kong) è sceso dello 0,6%, mentre lo Shanghai Composite è cresciuto dello 0,4%. Nel frattempo, il dollaro statunitense si è apprezzato nei confronti di un paniere di altre valute, compresa la valuta giapponese, arrivando a valere oltre 153 yen (un livello che non si vedeva da 34 anni). Jack Ma torna a parlare e il titolo di Alibaba cresce in borsa Nel frattempo, Jack Ma, il cofondatore della grande azienda di e-commerce Alibaba, ha mandato una comunicazione ai suoi dipendenti, nella quale ha scritto delle parole di supporto per quanto riguarda l’impresa di ristrutturazione dell’azienda. Da tempo Jack Ma era scomparso dalla scena della comunicazione pubblica, in seguito a una divergenza con il Governo di Pechino. La conseguenza di questa comunicazione dai toni ottimistici è stato un apprezzamento del titolo in borsa di oltre il 2%.    Ti potrebbero interessare anche: I tassi ancora alti affondano i titoli sul mercato obbligazionario Tassi, la BCE potrebbe giocare d'anticipo rispetto alla Fed Tagli ai tassi: la Fed frena gli entusiasmi, quali conseguenze per gli asset finanziari?

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I tassi ancora alti affondano i titoli sul mercato obbligazionario

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  • Obbligazioni - investimenti obbligaz
Scritto il 10.04.2024

Prezzi delle obbligazioni governative che scendono e rendimenti che si alzano: che cosa sta succedendo oggi sul mercato obbligazionario? Giù i prezzi dei bond sovrani e in crescita i rendimenti Il fatto che le banche centrali abbiano molto probabilmente a giugno il primo taglio dei tassi di interesse sembra abbia avuto un effetto sul mercato obbligazionario. Come fa notare Vito Lops sul “Sole 24 Ore”, i rendimenti obbligazionari sono tornati a crescere. Ciò ha significato da un lato l’interruzione della traiettoria discendente dei rendimenti, mentre dall’altro lato si è verificata una correzione al ribasso del prezzo delle obbligazioni. Colpiti i bond con maggiore duration Più si allunga la duration più queste correzioni al ribasso sono marcate. Lops riporta a tale proposito i dati di alcuni ETF legati ai treasury statunitensi: a partire dall’inizio del 2024, le perdite registrate dai fondi che investono nelle obbligazioni statali da uno a cinque anni sono dell’1%, mentre nel caso del fondo che investe sui titoli del debito statunitense a vent’anni, la correzione al ribasso è dell’8%. Molto utile è il confronto di questi dati con quelli relativi ai rendimenti, che registrano una crescita generalizzata dalla fine del 2023, e ciò vale non solo per gli Stati Uniti, ma anche per la Spagna, la Francia, la Germania e l’Italia. Economia USA in crescita, mentre l’inflazione resta elevata Dietro questa correzione al ribasso del mercato obbligazionario, spiega Lops, c’è il fatto che lo scenario economico e finanziario sembra sempre più diverso da quello che si aspettava la maggior parte degli attori di mercato. L’economia USA, spinta dalla spesa pubblica, è in crescita. Anche il mercato del lavoro è robusto e ciò (insieme alle misure di investimento del Governo USA) contribuisce a rendere l’inflazione più ostinata. Sicché si comincia a mettere in dubbio che la Federal Reserve taglierà i tassi di interesse a giugno. Uno scenario che molti operatori probabilmente non si aspettavano In conclusione, si può dire che il mercato obbligazionario sta subendo delle correzioni, dacché lo scenario che molti si aspettavano (soprattutto il rallentamento economico e il calo dell’inflazione negli USA) non corrisponde a quello con il quale oggi i mercati devono fare i conti, ossia un mercato nei quali i tassi di interesse continuano a essere elevati come non accadeva da diversi anni. Ti potrebbe interessare anche: Che cosa sono e come funzionano le obbligazioni? I treasury USA come benchmark del mercato obbligazionario Dal glossario: Duration

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Immobiliare in Cina, altra istanza di fallimento: questa volta tocca a Shimao Group

Scritto il 10.04.2024

Il quadro del mercato immobiliare cinese si complica ulteriormente: è stata presentata infatti l’istanza di liquidazione per un altro importante player del mercato. China Construction Bank chiede l’istanza di liquidazione per Shimao Group La crisi del mercato immobiliare cinese prosegue. Dopo Evergrande e Country Garden, il gruppo coinvolto ora è Shimao Group. A chiedere l’istanza di liquidazione di Shimao a Hong Kong è stata nientemeno che la banca China Construction Bank, controllata dallo Stato cinese. Come si legge su “Reuters” in un articolo di Scott Murdoch, questa richiesta è dovuta al fatto che l’azienda immobiliare non è riuscita a ripagare dei debiti per un totale di oltre 200 milioni di dollari. Le azioni in borsa, il piano di ristrutturazione, il default di un’obbligazione da un miliardo di dollari La conseguenza di questa azione legale è stato un duro colpo per le azioni in borsa, calate di poco meno del 19%. L’azienda ha fatto sapere che ha intenzione di portare avanti un piano di ristrutturazione: questo piano coinvolgerebbe gli 11,2 miliardi di dollari di debiti offshore e l’intenzione sarebbe di ridurli di circa il 60%. Bisogna però aggiungere a questo punto che Shimao non era stata in grado di pagare un’obbligazione da 1 miliardo di dollari più gli interessi già nel luglio del 2022. Come si legge sempre nell’articolo di Murdoch su “Reuters”, il senior credit analyst di Lucror Analytics, Leonard Law, ritiene che la strategia di coloro che hanno investito in Shimao sarà ora cercare di recuperare i propri crediti quanto più possibile. Fitch rivede l’outlook sul debito cinese Il mercato immobiliare cinese è cominciato ad andare in crisi nel 2021 e (date le sue dimensioni) ciò ha avuto degli effetti sull’economia cinese nel suo complesso. In questo contesto si inserisce il taglio di Fitch in merito alla valutazione dell’outlook del debito cinese, passato da stabile a negativo. Nondimeno, come scrive Marco Sabella sul “Corriere della Sera”, ciò non ha comportato il downgrade del debito sovrano, la cui valutazione resta A+. Ancora Fitch ha rivisto al ribasso la crescita economica cinese di quest’anno che, pur tuttavia, sarà pari al 4,5%. La debolezza dell’immobiliare e i punti di forza dell’economia cinese Come si legge in un articolo di Evelyn Cheng su “CNBC”, nel quale sono riportate alcune interessanti considerazioni del capo economista di Nomura, Richard Koo, nella narrazione del governo cinese si parla più che di una crisi di un periodo di “aggiustamento” sul mercato immobiliare, e si sottolineano invece i punti di forza attuali dell’economia cinese, segnatamente le produzioni di veicoli elettriche e manifatturiera. Ti potrebbero interessare anche: Altro guaio per l'immobiliare cinese: vendite di Country Garden in picchiata e sospeso il titolo in borsa Cina: le mosse del governo basteranno a convincere i mercati?

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Greenwashing, continua la stretta normativa e spunta l'ipotesi di un rimborso

Scritto il 09.04.2024

Dopo una fase di grande successo, gli investimenti sostenibili sembra attraversino una fase più complicata. L’opacità informativa, nonché delle tassonomie e delle norme poco chiare, peraltro, non contribuiscono a portare ordine in questo universo di investimento. E però, sia nella sensibilità dell’opinione pubblica sia nell’attività dei legislatori (a livello europeo), cresce l’impegno per contrastare la “riverdiciatura” (“greenwashing”) dei prodotti finanziari, ossia la pretesa di classificare come verdi e sostenibili degli investimenti che, in realtà, non lo sono affatto. Una nuova direttiva europea contro il greenwashing Il cosiddetto “greenwashing”, la riverdiciatura, se così si può dire, dei prodotti di investimento è uno dei nemici più perniciosi degli investimenti sostenibili, in quanto mina il rapporto di fiducia con gli investitori. Questa pratica avrà però probabilmente una vita sempre più difficile: poche settimane fa, il Parlamento Europeo ha approvato una direttiva che prevede che le aziende siano obbligate a presentare delle prove a sostegno delle dichiarazioni ecologiche (“green claims”) dei loro prodotti. Le microimprese, però, sarebbero escluse da questo obbligo e le PMI avrebbero un anno per adeguarsi alla norma. Una ulteriore tutela per i clienti dalla Mifid 2 La direttiva sui “green claims” riguarderebbe anche gli intermediari finanziari, impegnati da diversi anni nella commercializzazione di prodotti finanziari che si presentano rispettosi dei criteri ESG e che sono improntati alla sostenibilità ambientale e climatica. Proprio in questo ambito potrebbe allora emergere un’altra tutela per i consumatori, fa notare Amilcare Sada, partner di Allen & Overy, sulla rivista di settore “Wall Street Italia”: si tratta dalla Mifid 2, una ulteriore direttiva dell’Unione Europea che prescrive ai fornitori di prodotti precise regole in materia di trasparenza e di individuazione delle preferenze di investimento dei clienti. Perché il risarcimento per i danni dovuti al greenwashing non è da escludere?  Sada non esclude che i clienti a cui è stato arrecato danno dal greenwashing possano richiedere un rimborso. Il danno arriverebbe dall’eventuale deprezzamento di uno o più titoli finanziari per i quali emergesse come fondata l’accusa di greenwashing. I clienti potrebbero chiedere un risarcimento sulla base di una violazione delle regole contrattuali da parte del fornitore del prodotto, segnatamente una violazione degli obblighi informativi; in altre parole, l’intermediario avrebbe fornito al/ai cliente/i delle informazioni o sbagliate o incomplete. Quel prodotto, infatti, è stato probabilmente venduto a un prezzo di mercato diverso dal prezzo che gli sarebbe stato attribuito in un contesto di trasparenza informativa. Ti potrebbero interessare: Investimenti ESG, che cosa sono Cos'è la MIFID 2?

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