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Tesla è in crisi, ma Elon Musk prova a riconquistare la fiducia dei mercati

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 24.04.2024

Nuovi aggiornamenti sulle vicende di Tesla: con un nuovo annuncio, Elon Musk sembra voglia provare a riguadagnare la fiducia degli investitori sui mercati finanziari. Nuovi modelli per il 2025, alcuni ancora più economici Dopo un primo trimestre difficile per l’azienda automobilistica Tesla, il fondatore Elon Musk sembra voglia riconquistare la fiducia degli investitori: si può spiegare così l’annuncio fatto da Musk, che ha parlato di nuovi modelli di auto elettriche per il 2025, compresi dei modelli più economici. Tuttavia, come scrivono Hyunjoo Jin e Akash Sriram (Reuters), dal momento che Tesla ha fatto sapere che questi nuovi modelli potrebbero comportare una riduzione dei prezzi inferiore di quanto ci si aspettava, è possibile che le nuove automobili potrebbero superare il costo di 25 mila dollari ciascuna preventivato per il “Model 2”. Non solo auto elettriche (ma i mercati apprezzano soprattutto le auto più economiche) Oggi, proseguono Jin e Sriram, “Model 3” e “Model Y” partono da un prezzo di circa 40 mila euro per auto. E l’80% dei ricavi di Tesla provengono proprio dalla vendita di auto elettriche. Nondimeno, Elon Musk ha affermato che Tesla sta diversificando la sua attività, impegnandosi in progetti legati all’intelligenza artificiale, alla robotica (ad esempio, il progetto del “robotaxi”, di cui invero si sa ancora poco) e alla guida autonoma o automatica. Ma è proprio l’annuncio della futura messa sul mercato di automobili più economiche che, come si legge sempre su Reuters, è essere stato apprezzato, sicché le azioni dell’azienda di Elon Musk hanno fatto un rapido balzo in borsa di oltre il 12%. Un primo trimestre difficile per Tesla Dall’inizio di quest’anno, Tesla ha perso oltre il 40% del suo valore in borsa. Una delle ragioni precipue è stata la contrazione dei ricavi trimestrali sull’anno precedente: dai 23,3 miliardi di dollari nel Q1 del 2023 ai 22,1 miliardi del Q1 del 2024. Ma anche i guadagni netti sono in calo: sempre tenendo conto dello stesso arco di tempo, si è passati da 2,5 miliardi di dollari a 1,1 miliardi. Una delle ragioni di questa contrazione è il taglio ai prezzi unitari delle auto, che hanno fatto scendere del 5% i ricavi per ciascuna automobile (oggi poco meno di 45 mila dollari per ciascuna). Nel frattempo, nel tentativo di ridurre i costi, l’azienda ha annunciato il licenziamento di oltre il 10% della propria forza lavoro. Ti potrebbero interessare anche: Mercati risk-on, corsa alle azioni e fuga dalle obbligazioni Adidas vola in borsa, bene anche OVS, mentre Netflix ferma nonostante i risultati positivi Investimenti: che cosa muove oggi i mercati azionari? News dai mercati: novità su Goldman Sachs, Tesla, Apple, petrolio e PIL cinese

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Euro verso la parità col dollaro: quali conseguenze per gli investitori?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 23.04.2024

Perché negli ultimi giorni l’euro ha perso valore rispetto al dollaro e quali sono le conseguenze di un eventuale ulteriore apprezzamento del dollaro? Quando avverrà il primo taglio dei tassi da parte della Fed e della BCE? I dati sull’inflazione e sull’economia degli Stati Uniti da una parte dell’Europa dall’altro stanno cominciando a fare pensare a molti investitori questo: che il primo taglio ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve e della Banca Centrale Europea non avverrà nello stesso momento. Molti analisti ritengono che sia probabile che la BCE abbassi i tassi già nella seduta di giungo, mentre la Fed potrebbe aspettare la seduta di luglio o settembre oppure ancora, secondo alcuni, rimandare ulteriormente. Lo scarto tra i tassi europei e statunitensi rischia di allargarsi Come scrive Carlo Albero De Casa sulla “Stampa”, ciò porterebbe a una situazione nella quale lo scarto tra i tassi americani e quelli europei si allargherebbe ancora (attualmente di 100 punti base, con il 5,5% stabilito dalla Fed e il 4,5% dalla BCE). Nel frattempo, il dollaro si è apprezzato nei confronti del paniere delle maggiori valute del mondo, compreso l’euro. Quali conseguenze se il dollaro si rafforzasse ulteriormente? Sul portale “QuiFinanza”, Matteo Runchi prospetta lo scenario di un possibile e tendenziale scivolamento dell’euro verso la parità con il dollaro: nelle ultime settimane, spiega Runchi, l’euro ha perso il 3,5% del proprio valore rispetto al dollaro, dopo alcuni mesi di stabilità. Le conseguenze per l’economia, e a cascata per gli investitori, potrebbero essere da una parte maggiori convenienze per le esportazioni, ma dall’altro anche un sostanziale aumento dei costi delle materie prime e degli approvvigionamenti, proprio a causa di una valuta più debole. I vantaggi conseguiti dalle esportazioni, spiega Runchi, potrebbero dunque venire annullati dall’aumento dei costi. Oltre a ciò, naturalmente, gli investimenti in euro già in essere perderebbero valore nei confronti degli investimenti quotati in dollari (che, dunque, costerebbero di più agli investitori europei). Oro, bitcoin e petrolio Tornando sulla “Stampa”, De Casa prende in considerazione alcuni asset il cui valore dipende dalla forza o no del dollaro americano. L’oro, dopo la corsa verso l’alto, al momento, sembra stabile. I bitcoin, invece, si sono lasciati alle spalle i massimi di inizio mese e sono scesi al valore unitario di 66 mila dollari. Il prezzo del petrolio, invece, è in leggero rialzo, ma dopo che ieri aveva registrato un lieve ribasso. Ti potrebbero interessare anche: L'inflazione spinge verso l'alto i rendimenti dei treasury (e non solo) La BCE lascia i tassi invariati: primo taglio a giugno? Novità sull'inflazione USA e le conseguenze sui mercati statunitensi, europei e asiatici

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Meglio i BTP Valore o l'alto rendimento?

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  • Obbligazioni - investimenti obbligaz
Scritto il 23.04.2024

Il BTP Valore è uno strumento obbligazionario che è naturalmente molto diverso da altre tipologie di bond, come le obbligazioni ad alto rendimento. Vale la pena però provare a fare un raffronto tra i titoli di debito emessi dallo Stato italiano, da una parte (leggi qui quello che serve da sapere per investire nella prossima emissione di BTP Valore), e strumenti (come dei fondi) che investono in un paniere di obbligazioni ad alto rendimento, dall'altra, per vedere con più chiarezza quali sono le differenze precipue. Le coordinate di investimento di ciascun investitore È impossibile dire se sia meglio investire in un prodotto finanziario piuttosto che in un altro senza dei parametri fondamentali di riferimento, che cambiano da investitore a investitore: si tratta della tolleranza al rischio, della disponibilità di capitale, dell’orizzonte temporale, degli obbiettivi di investimento, ecc. E però può essere utile mettere a confronto due prodotti finanziari come, da un lato, il BTP Valore e, dall’altro, un fondo che investe sull’obbligazionario europeo ad alto rendimento (high-yield). La volatilità di un fondo obbligazionario ad alto rendimento Rispondendo a un lettore che metteva appunto a confronto i prodotti summenzionati, sulla “Stampa” Glauco Maggi ha tracciato alcune delle differenze fondamentali tra i due strumenti di investimento. Il fondo obbligazionario che investe nell’high-yield può certamente dare dei rendimenti annuali superiori rispetto al titolo di Stato, come dimostra il risultato del 2023 (+9%); ma al tempo stesso è contraddistinto da una volatilità e da un rischio ben maggiori, come dimostrano invece in questo caso i dati del 2022 (-9,85%). BTP e fondo bond high-yield: rendimenti a confronto Maggi compie anche un raffronto tra i rendimenti del fondo obbligazionario su un anno, tre e cinque anni, i cui risultati sono i seguenti: +7,43%, -0,77% e +5,14%. Si tratta di un andamento dei rendimenti ben diverso da quello del BTP Valore che – con il suo meccanismo di “step-up” – offre rendimenti minimi per i primi tre anni del 3,25% a cui si assommano rendimenti del 4% per i restanti tre anni e il premio di fedeltà; infine, c’è da considerare il fatto che il rimborso avviene alla pari, nel senso che, oltre agli interessi, all’investitore viene restituita la cifra inizialmente versata. Il rendimento e il prezzo del rischio Il BTP Valore può contare inoltre anche su una tassazione agevolata e non presenta dei costi di commissione (mentre il fondo in questione, fa notare Maggi, ha un costo di commissione dell’1,3% annuo). La conclusione a cui arriva Maggi è che il fondo obbligazionario può superare i risultati del BTP Valore, ma non si può dire con certezza né quando raggiungerà questo risultato (in ragione della volatilità) né se in assoluto potrà farcela (resta il rischio, insomma, di sbagliare i tempi di investimento e di non riuscire a recuperare le perdite, o di fare meglio di un BTP, in un arco di tempo ragionevole). Insomma, il prezzo di un (dunque non garantito) rendimento potenzialmente maggiore è un rischio altrettanto maggiore. Ti potrebbero interessare anche: Titoli di Stato: che cosa sono i BOT e i BTP? Come investire Tutto sulla prossima emissione BTP Valore il 6 maggio

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Le opportunità delle small cap che puntano sull'intelligenza artificiale

Scritto il 23.04.2024

La fase rialzista del mercato sembra avere riguardato soprattutto le aziende a elevata capitalizzazione (le cosiddette large cap); nondimeno, alcuni esperti di investimenti ritengono che anche le small cap possano offrire delle opportunità di crescita, a maggior ragione se combinate con tecnologie promettenti, come l’intelligenza artificiale. Valutazioni e tassi possono favorire le small cap In un’intervista comparsa su “Das Investment” (e realizzata da Sven Lindner) Geoff Dailey, esperto azionario di BNP Paribas AM, ritiene che oggi le small cap offrano delle opportunità di investimento. Da un lato, queste azioni godono di valutazioni inferiori rispetto alle large cap (è il caso del p/e medio). Dall’altro lato, potrebbero ulteriormente avvantaggiarsi con i tagli ai tassi di interesse (come spiega Dailey, le small cap beneficerebbero di un eventuale taglio ai tassi di interesse). Acquisizioni, fusioni e settore biotecnologico e biomedico Dailey si riferisce soprattutto sul mercato statunitense. Non stupisce allora che menzioni come condizione favorevole per le small cap anche i risultati dell’economia degli USA, ma anche un ambiente economico che dovrebbe favorire le fusioni e le acquisizioni (ulteriore elemento favorevole per la piccola capitalizzazione). Tra i segmenti di mercato che dovrebbero beneficiare sia di una politica monetaria restrittiva, sia di una rinnovata dinamica di fusioni e acquisizioni, spiega Dailey, c’è il settore biotecnologico legato alla sanità, alla medicina e alla ricerca biomedica. Le small cap e la risorsa dell’intelligenza artificiale Infine, Dailey ritiene che l’intelligenza artificiale possa rappresentare un vettore di crescita anche per le small cap. E questo vale sia per le aziende direttamente impegnate nello sviluppo di tecnologie legate all’intelligenza artificiale, sia per le aziende che migliorano la loro produttività o l’efficienza del management proprio grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. Dailey parla a tale proposito di alcune aziende del suo portafoglio di investimento: si va da un’azienda di sicurezza informatica a una di reti ottiche, fino a un gestore patrimoniale. Ti potrebbero interessare anche:   Quali sono le opportunità di un portafoglio multi-asset? Mercati risk-on, corsa alle azioni e fuga dalle obbligazioni Investimenti: che cosa muove oggi i mercati azionari?

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Quali sono le opportunità di un portafoglio multi-asset?

Scritto il 22.04.2024

Un gestore di portafoglio spiega le opportunità che presenta oggi un portafoglio dall’approccio cosiddetto “multi-asset”. Il recupero dei mercati nel 2023 Alcuni esperti ritengono che il portafoglio multi-asset, grazie alla sua flessibilità, sia in grado di sfruttare alcune delle opportunità offerte dai mercati. Intervistato su “La Stampa” da Sandra Riccio, Francesco Sandrini, Head of Multi-Asset Strategies di Amundi, spiega come i portafogli multi-asset, segnatamente quelli composti per metà da azioni e per l’altra metà da obbligazioni, abbiano ad esempio approfittato del recupero verificatosi sui mercati finanziari nel corso del 2023. Le coordinate di un portafoglio multi-asset Sandrini ritiene che l’efficacia di un portafoglio multi-asset si basi su una gestione attiva capace di combinare due aspetti fondamentali: a) l’attitudine al rischio degli investitori, b) l’attenzione per un’allocazione che colga le opportunità offerte dal mercato. Rischio geopolitico, accorciamento delle supply chain e intelligenza artificiale L’esempio che offre Sandrini riguarda degli investimenti che tengano conto del rischio geopolitico: sulla base degli avvenimenti di politica internazionale degli ultimi anni, l’India sembra offrire meno rischi di incorrere in sanzioni da parte dei Paesi occidentali. Un altro esempio è offerto dalle nuove dinamiche della globalizzazione che, prosegue Sandrini, accorcia le catene di approvvigionamento e premia Paesi come il Messico, ad esempio, data la sua vicinanza con gli Stati Uniti. Infine, Sandrini menziona il ruolo di Paesi come la Corea e il Giappone (ma si potrebbe ricordare anche Taiwan) nella produzione di microprocessori, un’industria trainata oggi più che mai dal trend dell’intelligenza artificiale. Diversificare il portafoglio (anche contro il rischio di concentrazione) In conclusione, Sandrini ritiene che, a fronte dei rischi e delle incertezze sui mercati, il portafoglio multi-asset possa offrire non solo flessibilità ma anche diversificazione. Anche perché, osserva, la crescita sorprendente crescita dei mercati si è concentrata soprattutto in alcune aree, come gli Stati Uniti e, in misura più ridotta, in Europa. Ti potrebbero interessare anche: Quali sono i principali stili di gestione rispetto al Benchmark? Cos’è il portafoglio di investimento e come crearne uno

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Mercati risk-on, corsa alle azioni e fuga dalle obbligazioni

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 22.04.2024

Gli operatori di mercato sono oggi decisamente ottimisti, come mostrano alcuni dati che monitorano la ripartizione degli investimenti: questo ottimismo, infatti, porta la propensione al rischio a crescere. Mercati in modalità risk-on Bank of America ha pubblicato un sondaggio condotto tra 260 fondi a livello globale. Lo riporta, tra gli altri, anche “Il Sole 24 Ore” in un articolo realizzato da Morya Longo. Come emerge dal sondaggio, i mercati sembrano avere confermato sia il loro ottimismo in merito ai prossimi mesi sia una certa propensione al rischio, ossia una attitudine “risk-on”. Scende la liquidità e crollano le obbligazioni nei portafogli A tale proposito basta considerare la composizione del portafoglio del campione di investitori. Da ottobre a oggi la liquidità nei portafogli è passata dal 6% al 4,2%. Inoltre, ad aprile si è registrato qualcosa di simile a una fuga dagli investimenti obbligazionari, con un deflusso del 20% (il maggiore mai registrato dal 2003 a oggi, come si legge nell’articolo di Longo). Cresce la componente equity nei portafogli Mentre il volume delle obbligazioni nei portafogli torna a livelli che non si vedevano dall’ottobre del 2022, la componente azionaria invece torna a crescere. Tornando a un livello che non si vedeva in questo caso dal gennaio del 2022, le azioni hanno visto crescere il loro peso nei portafogli del 6% nel corso di aprile, sicché oggi il peso della componente equity nei portafogli ha raggiunto il 34%. Possibile correzione dei mercati e i rischi maggiori per i gestori Come fa notare Longo, è la stessa Bank of America a segnalare che un livello di liquidità inferiore al 4% può indicare una situazione di vendita sui mercati, il che significa una correzione al ribasso. Nel sondaggio sono indicati anche i rischi più temuti dai gestori: a incutere più timore è che l’inflazione torni ad acutizzarsi; seguono poi i rischi geopolitici e l’incertezza relativa alle elezioni statunitensi. Ti potrebbero interessare anche: Investimenti: che cosa muove oggi i mercati azionari? L'inflazione spinge verso l'alto i rendimenti dei treasury (e non solo)

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Perché il debito pubblico spaventa tanto il mondo finanziario?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 19.04.2024

A livello globale, il debito pubblico sta sempre di più aumentando. Ma quali sono i rischi che questo scenario comporta? I dati dell’ultimo “Fiscal Monitor” del Fondo Monetario Internazionale Nell’ultimo “Fiscal Monitor”, il Fondo Monetario Internazionale ha previsto che il debito pubblico mondiale potrebbe raggiungere il 100% del PIL globale. Attualmente, questo livello è del 93% (9 punti percentuali al di sopra del livello prepandemico), ma le politiche di spesa e di tagli alle tasse rischiano di farlo crescere velocemente. Come spiega Gianluca Di Donfrancesco sul “Sole 24 Ore”, le preoccupazioni maggiori riguardano gli Stati Uniti e la Cina: il loro debito sta crescendo e nel 2029 potrebbe raggiungere il 134% del PIL negli USA (dall’attuale 123%) e il 110% in Cina (dall’attuale 88,6%). Le politiche fiscali attuali rischiano di non essere sufficienti a contenere il debito Nel corso della conferenza stampa di presentazione del “Fiscal Monitor”, il capo del dipartimento Affari fiscali del Fondo Monetario Internazionale, Vitor Gaspar, ha affermato, tra le altre cose, che gli sforzi per la riduzione del debito non sono sufficienti: se non si adotteranno delle politiche fiscali adeguate, ha affermato, nel 2029 il deficit primario rimarrà sopra dei livelli destabilizzanti in un terzo dei Paesi più ricchi ed emergenti e in un quarto dei Paesi più poveri. In questo conteso, Gaspar ha ricordato anche l’importanza della crescita della produttività, che rappresenta un fattore cruciale nella stabilità delle finanze pubbliche di un Paese. Il circolo vizioso della crescita a debito e degli interessi sul debito Nel suo libro “10 rivoluzioni nell’economia globale (che in Italia ci siamo perdendo”, il giornalista Stefano Feltri parla, in uno dei capitoli, di una “nuova età del debito”, parlando di una economia “sempre più fondata sul debito”, che difatti “è triplicato dalla metà degli anni settanta”. Accade dunque che molti Paesi siano costretti a spendere cifre ingentissime per il pagamento degli interessi e a emettere ulteriori quote di debito per pagarlo. Come si esce da questo circolo vizioso? Un modo è l’aumento del PIL grazie all’aumento della produttività; altri modi però potrebbero essere decisamente destabilizzanti: si va dall’ipotesi peggiore, ossia la bancarotta, ai forti tagli alla spesa, alla cavalcata libera dell’inflazione, che diminuisce il valore reale del debito, ma che rischia anche di avere ripercussioni sociali ed economiche per nulla trascurabili. Con delle conseguenze negative anche per i mercati finanziari. Ti potrebbero interessare anche:   L'inflazione spinge verso l'alto i rendimenti dei treasury (e non solo) La BCE lascia i tassi invariati: primo taglio a giugno? Novità sull'inflazione USA e le conseguenze sui mercati statunitensi, europei e asiatici

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Adidas vola in borsa, bene anche OVS, mentre Netflix ferma nonostante i risultati positivi

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 19.04.2024

Sui mercati sono arrivati degli aggiornamenti importanti per quanto riguarda tre aziende quotate: Adidas, OVS e Neflix. Cresce il prezzo delle azioni Adidas, spinte dai ricavi dell’azienda Negli ultimi cinque giorni, Adidas, l’azienda di abbigliamento tedesca famosa in tutto il mondo, ha registrato una crescita in borsa del 13%. L’anno scorso, Adidas aveva registrato la prima perdita netta degli ultimi trent’anni. L’inizio di quest’anno, invece, ha visto crescere sia i ricavi sia gli utili, sicché ora le previsioni sul profitto operativo per il 2024 sono passate da 500 milioni di euro a 700. Nel corso del primo trimestre, l’utile operativo è stato pari a 336 milioni di euro, contro i 60 milioni registrati nello stesso periodo di tempo dell’anno scorso. OVS, il miglior quarto trimestre di sempre per l’azienda di abbigliamento italiana Anche le azioni di un’altra azienda di abbigliamento, in questo caso italiana, OVS, sono cresciute in borsa nel giro di poche ore (passando dal prezzo unitario di 2,15 euro a quello di 2,33). Anche in questo caso, a essere determinanti sono stati i dati relativi alle vendite del quarto trimestre del 2023: si tratta, infatti, del migliore quarto trimestre di sempre, che ha portato i ricavi complessivi del 2023 a crescere dell’1,5%, raggiungendo gli 1,5 miliardi di euro. Ricavi e margine lordo sono cresciuti del 57,3%. Come si legge su “MilanoFinanza”, il CEO Stefano Beraldo ha fatto sapere che, dall’inizio di quest’anno, le vendite sono aumentate del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Netflix, bene abbonati e margini, ma la “guidance” non convince i mercati Nel frattempo, anche Netflix, la notissima azienda di streaming, ha sorpreso positivamente gli analisti, dacché ha chiuso il primo trimestre con un aumento degli abbonamenti pari a 9,3 milioni, cioè circa il doppio delle aspettative (gli abbonati ora sono, complessivamente, quasi 270 milioni). Nonostante questi dati, l’utile operativo e il margine operativo in crescita, l’azienda è stata abbastanza volatile in borsa e ha segnato una leggera correzione al ribasso. Il motivo potrebbe essere che gli operatori di mercato non si siano fatti convincere da una decisione presa dalla società, ossia che smetterà di fornire di dati relativi al numero di abbonati. Ti potrebbero interessare anche: Investimenti: che cosa muove oggi i mercati azionari? News dai mercati: novità su Goldman Sachs, Tesla, Apple, petrolio e PIL cinese

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Investimenti: che cosa muove oggi i mercati azionari?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 18.04.2024

È impossibile prevedere quello che accadrà sui mercati azionari, ma si può provare a tracciare un quadro delle forze che verosimilmente e almeno in parte li interesseranno. A tale proposito è comparso su “MilanoFinanza” un articolo realizzato da David Philpotts, head of Strategy Quantitative Equity Product della società di asset management Schroders. Gli effetti dei tassi di interesse Philpotts vede come probabile uno scenario nel quale l’effetto dei tassi elevati si farà sentire anche a fronte dei primi tagli. Se le misure legate al rialzo dei tassi agiscono con un certo ritardo sull’economia, ciò accade pertanto anche quando i tassi di interesse vengono tagliati. Se è vero che perdureranno gli effetti dei tassi di interesse elevati, Philpotts ritiene allora che diminuirà l’attitudine al rischio di chi investe sui mercati e ci sarà invece più spazio per un approccio cauto e basato sulla selezione dei titoli. Valutazione delle azioni USA al di sopra della media Per quanto riguarda il mercato azionario più importante al mondo, ossia quello statunitense, anche tenendo conto del Cyclically Adjusted Price Earnings, Philpotts vede il rischio di sopravvalutazione nelle azioni americane: rispetto ai rendimenti, le valutazioni infatti sono oltre il 20% superiori alla media se messe a confronto con i dati dal 1990 a oggi. Il segmento azionario IT Philpotts osserva che il comparto tecnologico ha un ruolo predominante nei mercati azionari: rappresenta quasi il 30% dello S&P 500 e raggiunge il 23% nel caso dello MSCI World. Per lo head of Strategy di Schroders non si tratta però di una situazione simile a quella delle dotcom a cavallo dei due secoli: i fondamentali delle aziende in questione sono ben più solidi. Nondimeno, data la loro predominanza sul mercato, Philpotts ritiene abbia senso adottare un approccio cauto. Sostenibilità e rischi geopolitici Qualità, mercati emergenti, rischi geopolitici e investimenti sostenibili sono gli altri temi toccati da Philpotts. Vale la pena fare notare che, per quanto riguarda gli investimenti sostenibili, lo head of Strategy di Schroders ritiene non si debba sottostimare le potenzialità di questi investimenti, nonostante abbiano registrato delle contrazioni negli ultimi due anni circa; inoltre, invece, per quanto riguarda i rischi geopolitici, Philpotts ritiene opportuno non sottovalutare le possibili conseguenze di eventuali shock per i mercati azionari. Ti potrebbero interessare anche: L'inflazione spinge verso l'alto i rendimenti dei treasury (e non solo) News dai mercati: novità su Goldman Sachs, Tesla, Apple, petrolio e PIL cinese Novità sull'inflazione USA e le conseguenze sui mercati statunitensi, europei e asiatici

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L'halving imminente per i bitcoin e le conseguenze per il criptomercato

Scritto il 17.04.2024

Nel mondo delle criptovalute si parla di un evento importante per quanto riguarda la maggiore cripto moneta in termini di capitalizzazione, bitcoin. Di che cosa si tratta e quali potrebbero essere le conseguenze per il mercato? Halving dei bitcoin: che cos’è e come funziona? Nel giro di pochi giorni, il 20 aprile, avverrà il dimezzamento (“halving”) delle retribuzioni per l’estrazione (“mining”) dei nuovi bitcoin. Si tratta di un meccanismo che avviene ogni quattro anni circa e serve a limitare progressivamente la circolazione di nuovi bitcoin che tendenzialmente porterebbe il bene a inflazionarsi. La generazione di nuovi bitcoin avviene mediante la cosiddetta tecnologia blockchain e prevede la risoluzione di complessi problemi informatici che richiedono computer specifici e l’impiego di grandi quantità di energia. Estrarre nuovi bitcoin, insomma, ha un costo non indifferente. Una prospettiva rialzista sul prezzo del cripto asset Molti di coloro che hanno investito nella cripto valuta o che anno intenzione di farlo si chiedono se il prossimo dimezzamento porterà il valore dei bitcoin a crescere, come accaduto in occasione dei precedenti dimezzamenti. Hannah Lang (Reuters) menziona a tale proposito le previsioni di Bitfinex: gli analisti della piattaforma di scambio di critpo asset ritengono che il prezzo possa salire fino al 160% raggiungendo il valore unitario di 150 mila dollari; tuttavia, gli analisti notano anche che i bitcoin hanno imboccato una traiettoria rialzista dei prezzi e raggiunto livelli da record prima del dimezzamento e ciò potrebbe essere anche un segnale di “incertezza nelle dinamiche dei mercati”. E se il rally dei bitcoin fosse già stato prezzato? Sempre su Reuters, Lang riporta alcune considerazioni di David Mercer, CEO di LMAX Group (una società che si occupa, tra le altre cose, anche di scambi di criptovalute): Mercer ritiene che allo halving non seguirà un rialzo dei prezzi, anche perché sembra che i mercati abbiano in qualche modo già prezzato questo scenario in anticipo. Inoltre, Lang menziona anche un’analisi di un’azienda, Kaiko, che si occupa proprio di analisi di cripto asset: l’azienda invita a considerare il fatto che la dinamica dei prezzi non risente solo del dimezzamento, ma anche di altri fattori. Basta pensare al ciclo rialzista cominciato nel 2020, dovuto in parte sia alle limitazioni della mobilità per la pandemia sia alla grande quantità di liquidità circolante, merito delle politiche monetarie ultraespansive delle banche centrali. Blockchain e asset speculativi Ma torniamo per un momento ai costi legati all’estrazione di nuovi bitcoin. Vale la pena aggiungere un’osservazione piuttosto interessante scritta da Stefano Feltri nel suo nuovo libro “10 rivoluzioni nell’economia globale (che in Italia stiamo perdendo)”: la tecnolgia blockchain sarebbe infatti “incredibilmente poco efficiente, perché richiede enormi quantità di energia e potenza computazionale” per compiere alcune operazioni finanziarie che normalmente, invece, avverrebbero istantaneamente. Nel libro di Feltri, che dedica ai cripto asset un interessantissimo capitolo, i bitcoin così come le altre cripto valute vengono considerati come degli asset puramente speculativi, cioè non dotati di un valore intrinseco, ma in grado di richiamare investitori facendo leva sulla prospettiva di un rialzo dei prezzi. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono le criptovalute? Bitcoin: tutto quello che c'è da sapere sullo halving in arrivo

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L'inflazione spinge verso l'alto i rendimenti dei treasury (e non solo)

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  • Titoli di Stato, Spread e Tassi di i
Scritto il 17.04.2024

I dati sull’inflazione e sull’economia rendono sempre meno probabile un taglio dei tassi di interesse nel brevissimo termine negli Stati Uniti. Quali sono le conseguenze nell’ambito dei mercati? Si allontana la prospettiva di un taglio dei tassi imminente La probabilità di un taglio ai tassi di interesse da parte della Federal Reserve nel breve termine si allontana. Il presidente Jerome Powell ha affermato che l’economia e il mercato del lavoro mostrano dei dati solidi, ma che, allo stesso tempo, l’obbiettivo dell’inflazione al 2% è ancora lontano. Ne consegue che la forchetta dei tassi di interesse resterà al livello attuale, tra il 5,25-5,50%, finché non ci saranno dei chiari segnali di avvicinamento all’obbiettivo della politica monetaria attuale. L’inflazione è ancora lontana dal target del 2% Come si legge in un articolo di Jeff Cox su “CNBC” fa notare che l’inflazione registrata a marzo negli Stati Uniti, ossia +3,5%, da un lato è certamente inferiore rispetto al 9% registrato intorno alla metà del 2022; dall’altro lato, però, questo tasso di inflazione è ancora lontano dal target del 2%. Salgono i rendimenti dei treasury Gli osservatori sui mercati hanno messo in relazione i risultati negativi delle borse nel corso degli ultimi giorni con l’allontanarsi della prospettiva di un taglio ai tassi di interesse. L’altra conseguenza è l’aumento dei rendimenti dei treasury, i titoli di Stato Usa: i bond governativi a due anni (i più sensibili ai tassi di interesse, spiega Cox) hanno superato rendimenti del 5% (oggi sceso a poco meno del 5%), mentre i treasury a dieci anni oggi (17 aprile) segnano un rendimento di oltre il 4,6%. Il rischio dell’inflazione “importata” fa crescere i rendimenti anche in Europa Ma come mai anche i rendimenti di alcuni titoli di Stati europei sono cresciuti? La BCE sembra anzi che possa anticipare il taglio dei tassi rispetto alla Fed, in ragione dei dati che mostrano un’inflazione più in calo e un’economia più debole. E però come spiega Vito Lops sul “Sole 24 Ore”, sembra che i titoli governativi in Europa prezzino il rischio di inflazione: basta pensare infatti che un dollaro rafforzato può significare prezzi maggiori di asset molto importanti tra i quali le materie prime. Ti potrebbero interessare anche: I treasury USA come benchmark del mercato obbligazionario Titoli di Stato: che cosa sono i BOT e i BTP? Come investire

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Hong Kong approva ETF su Bitcoin ed Ethereum: anche la Cina si aprirà al mercato delle cripto?

Scritto il 16.04.2024

Hong Kong apre le porte a dei prodotti finanziari che investono sulle criptovalute: è il primo passo per una commercializzazione di questi prodotti in Cina (dove restano vietati)? Securities and Futures Commission di Hong Kong: sì a ETF su Bitcoin ed Ethereum Come si legge su “Reuters”, in un articolo realizzato da Summer Zhen e Jason Xue, tre società di asset management, Harvest Fund Management, Bosera Asset Management e la divisione di Hong Kong di China Asset Management hanno fatto sapere di avere ricevuto un’importante autorizzazione: la Securities and Futures Commission di Hong Kong ha infatto autorizzato le due società a mettere sul mercato dei fondi passivi ETF spot sulle criptovalute Bitcoin ed Ethereum. Per il momento, i prodotti in questione non sono però ancora stati commercializzati presso il pubblico degli investitori. Primo passo per la compravendita del prodotto anche per gli investitori cinesi? Per ora, resta dubbio Questa notizia potrebbe rendere Hong Kong un altro centro finanziario asiatico di riferimento per il mercato delle criptovalute. Da un lato, non bisogna dimenticare, infatti, che lo scambio di criptovalute è vietato nella Cina continentale. Dall’altro lato, come scrive Arjun Kharpal su “CNBC”, esistono già alcuni importanti hub per lo scambio delle criptovalute, ad esempio a Dubai e a Singapore. Resta però ancora molto dubbio, prosegue Kharpal, il fatto che questo rappresenti il primo passo per permettere agli investitori cinesi di investire legalmente sulle criptovalute. Prima approvazione di un ETF sugli Ethereum L’autorizzazione concessa dalla Securities and Futures Commission di Hong Kong segue quella della statunitense Securities and Exchange Commission, che ha approvato la commercializzazione di un ETF spot sul prezzo dei Bitcoin. Ai commentatori non è sfuggito il fatto che, tuttavia, Hong Kong sarebbe la prima piazza finanziaria a commercializzare un ETF spot anche sugli Ether, la maggiore tra le altcoin, ossia le criptovalute alternative ai Bitcoin. Negli ultimi giorni, Bitcoin ha ceduto circa il 9,5% del suo valore, ma il suo valore resta comunque in crescita di oltre il 43% dall’inizio dell’anno. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono le criptovalute? Cosa sono gli ETF e come funzionano Bitcoin: tutto quello che c'è da sapere sullo halving in arrivo

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