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Prospettive di investimento se il mercato resterà toro

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 06.05.2024

Molti investitori ritengono che la prospettiva più verosimile per il mercato quest’anno sia quella di rimanere toro. Un’indagine tra money manager e strateghi di mercato Nonostante aprile abbia rappresentato un mese di correzioni al ribasso per alcuni indici finanziari, i mercati restano ottimisti. Questo è quanto emerge, ad esempio, dal sondaggio “Big Money” condotto dalla rivista “Barron’s” e che coinvolge money manager e strateghi di mercato. Il 52% degli intervistati si aspetta un mercato toro. In particolare, questi intervistati si aspettano che lo S&P 500 e il Dow Jones industrials termini l’anno con un rialzo del 9% rispetto all’inizio di maggio; per il Nasdaq le aspettative sono di un rialzo del 10% nel corso dello stesso arco di tempo. Se l’economia reggerà, i mercati avranno buone prospettive di crescita Sul portale “Lamiafinanza.it”, è comparso un articolo realizzato da Evan Brown, Head of Multi-Asset Strategy Investment Solutions di UBS Asset Management. Anche dalle parole di Brown emerge una prospettiva ottimista sui mercati: se l’economia reggerà, i mercati potrebbero continuare a crescere; anche perché è probabile che il taglio previsto dei tassi di interesse non sarà dovuto a una recessione o ad altri avvenimenti economici negativi, bensì al fatto che l’inflazione sembra sempre più sotto controllo. Investire in un mercato toro: la view di un manager di UBS La strategia di UBS descritta da Brown è in linea con le considerazioni fatte finora. Da una parte, lo Head of Multi-Asset Strategy Investment Solutions di UBS Asset Management parla di investimenti nei titoli globali, nonostante il P/E dello MSCI World sia pari a 18: se è vero che un livello così alto è probabile vorrà dire un rallentamento dei rendimenti a termine – spiega – è però vero anche che le prospettive di crescita restano valide. In particolare, Brown menziona una particolare esposizione degli investimenti nei confronti di aree come gli Stati Uniti, l’Europa e il Giappone (questi due ultime aree di investimento favorite da delle valutazioni più convenienti rispetto al mercato USA). Un’esposizione ridotta, invece, interessa degli indici considerati come più difensivi, come ad esempio gli indici della Svizzera e del Regno Unito. Ti potrebbero interessare anche:     Apple prova a riconquistare la fiducia dei mercati Il dollaro forte può essere un problema anche per le aziende USA: le ripercussioni sui titoli Il superciclo del rame è soltanto all'inizio?

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Apple prova a riconquistare la fiducia dei mercati

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 03.05.2024

Apple dà segnali di un tentativo di ripresa anche sui mercati: dai risultati meno negativi del previsto al piano di riacquisto di azioni. Apple e i risultati poco soddisfacenti in borsa dall’inizio del 2024 Dall’inizio di quest’anno, il titolo in borsa di Apple risulta in calo del 6,8% circa; al contrario, il titolo dello storico rivale Microsoft è in crescita di oltre il 7%. Una delle ragioni che possono spiegare questo risultato così diverso è che Microsoft si è mostrata aggiornata in materia di intelligenza artificiale, e ciò grazie soprattutto agli investimenti in OpenAI (l’azienda che ha sviluppato e messo sul mercato ChatGPT). Apple, invece, è sembrata essere rimasta indietro in un settore cruciale nel traino dei mercati finanziari. Calo delle vendite in Cina inferiore del previsto L’azienda di Cupertino, però, sta cercando di recuperare terreno. In primo luogo, ci sono i risultati delle vendite in Cina, migliori delle aspettative. Come si legge su “Market Watch”, in un articolo di Therese Poletti, le vendite sono scese dell’8%, ma hanno registrato un dato al di sopra delle aspettative: gli incassi delle vendite sono stati pari a 16,4 miliardi di dollari, contro i 15,3 che si aspettavano gli operatori sui mercati finanziari. Questo ha permesso ad Apple di guadagnare in borsa il 2,2%. Il buyback e l’incremento dei dividendi La seconda mossa programmata da Apple per tornare ad avere più appeal sui mercati consiste in un piano di riacquisto di azioni (il cosiddetto “buyback”) per un totale di 110 miliardi di dollari. I riacquisti azionari sono quasi sempre apprezzati dagli investitori: fatto salvo che siano sostenibili nel bilancio di un’azienda, i buyback portano a ridurre il numero di azioni in circolazione, sicché il valore delle restanti cresce. Inoltre, l’azienda ha anche programmato un aumento del 4% dei dividendi da distribuire agli azionisti. Un’occasione per presentare nuovi progetti legati all’IA? Resta però aperta la questione relativa all’integrazione dell’intelligenza artificiale nei dispositivi Apple. Come scrive ancora Poletti, molti investitori, clienti e osservatori di mercato aspettano dunque l’arrivo della Worldwide Developer Conference a giugno: per molti, infatti, potrebbe essere l’occasione per presentare nuovi prodotti legati integrati appunto con tecnologie basate sull’intelligenza artificiale. Leggi anche: Mercati e big tech USA, arrivano le trimestrali: sorprese da Google, Microsoft e Meta Tesla è in crisi, ma Elon Musk prova a riconquistare la fiducia dei mercati Adidas vola in borsa, bene anche OVS, mentre Netflix ferma nonostante i risultati positivi

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Il dollaro forte può essere un problema anche per le aziende USA: le ripercussioni sui titoli

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 03.05.2024

La politica monetaria della Federal Reserve di Jerome Powell ha tra i suoi effetti il rafforzamento della valuta americana. Come scrive Paul R. La Monica su “Barron’s”, un dollaro così forte rischia di essere svantaggioso anche per le grandi aziende statunitensi. La politica monetaria restrittiva della Fed rafforza il dollaro USA La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi di interesse. Molti si domandano se il primo taglio avverrà a giugno o bisognerà aspettare la conclusione delle elezioni di novembre. Nel frattempo, il dollaro statunitense si rafforza su un consistente paniere di valute. Questa però non è una buona notizia in assoluto per l’economia degli Stati Uniti. Una valuta troppo forte può essere un problema per l’export Come si legge nell’articolo di La Monica, infatti, non bisogna dimenticare che una quota considerevole delle maggiori aziende statunitensi (tra le quali anche alcune delle maggiori multinazionali) trae i suoi profitti dalle esportazioni: in particolare il 40% dei ricavi dello S&P 500 arriva proprio dalle attività commerciali condotte all’estero. Il problema di una valuta nazionale forte è che i ricavi fatti all’estero vedono diminuire il loro valore una volta riconvertiti in dollari. Dei margini di guadagno ridotti potrebbero contribuire a mettere sotto pressione i titoli di queste aziende. Conseguenze per le importazioni e per le esportazioni Riportando il parere di alcuni esperti, La Monica spiega che è difficile capire se gli effetti del rafforzamento del dollaro siano già percepibili. Secondo alcuni, la debolezza del biglietto verde avrebbe già inciso sull’aumento delle importazioni da un lato (favorendo dunque la concorrenza estera) e reso più difficili le esportazioni, sicché è per questo che il PIL americano avrebbe registrato un rallentamento nelle ultime settimane. Secondo altri, il dollaro non sarebbe stato sufficientemente forte e per un tempo sufficientemente lungo per generare simili effetti. Quale traiettoria per il valore del dollaro? Come si legge nell’articolo di La Monica, la traiettoria del valore del dollaro dipenderà da alcuni fattori tra i quali naturalmente la politica monetaria statunitense, ma anche l’andamento dell’inflazione nel resto del mondo. Ad esempio, se la Fed dovesse lasciare i tassi di interesse invariati, il dollaro potrebbe continuare a rafforzarsi e incidere maggiormente sulle dinamiche dell’economia statunitense. Ti potrebbero interessare anche: Euro verso la parità col dollaro: quali conseguenze per gli investitori?

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Il superciclo del rame è soltanto all'inizio?

Scritto il 02.05.2024

Cresce il prezzo del rame. Alcune osservazioni e alcuni analisti non escludono che ci si trovi all’inizio di un superciclo di questo metallo. Alcune limitazioni nell’offerta Il prezzo del rame è cresciuto fino a raggiungere livelli da record. In questi giorni si aggira intorno ai 9.900 dollari a tonnellata. Come scrive Valerio Baselli (Morningstar) la convinzione di chi crede che il prezzo del metallo può ancora crescere trova alcune conferme, come la limitazione della produzione di alcune miniere (nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio) e di alcune della maggiori fonderie cinesi. Il bando dei metalli russi A ciò, come sottolinea l’esperto di materie prime Maurizio Mazziero, si aggiunge anche il recente bando imposto dal London Metal Exchange e dal Chicago Mercantile Exchange alla consegna di alcuni metalli da parte della Russia, tra i quali appunto anche il rame. La domanda indiana, cinese e gli impieghi nella green economy Nel suo articolo, Baselli fa riferimento altresì ad alcune considerazioni di Roberta Caselli, Commodities Investment Strategist di Global X. Caselli menziona tra i possibili fattori di crescita del prezzo del rame anche i progetti relativi alla costruzione di nuove infrastrutture in India. Inoltre, come si legge sempre nell’articolo di Baselli, vanno tenuti in conto sia la domanda cinese – che potrebbe crescere – sia l’impiego del rame a livello industriale e soprattutto nella realizzazione di infrastrutture legate alla transizione energetica. Basta pensare in questo ambito al ruolo dell’elettricità e al fatto che il rame è un ottimo conduttore. Il rame e l’intelligenza artificiale C’è però un altro settore strategico che richiede l’impiego del rame, ed è quello tecnologico, e in particolare alcuni dispositivi tecnologici funzionali allo sviluppo di programmi di intelligenza artificiale. Come sottolineano Baselli e altri esperti del settore, l’impiego nel rame in ambiti tecnologici finalizzati allo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe rappresentare una tendenza strutturale della crescita dei prezzi del metallo. Ti potrebbero interessare anche: Come funzionano gli investimenti nelle materie prime?

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Stellantis, Volkswagen e Mercedes: profondo rosso in borsa

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 02.05.2024

Il settore delle automobili in Europa sta attraversando una fase difficile, come mostrano i risultati economici e in borsa di tre grandi case automobilistiche: Stellantis, Volkswagen e Mercedes. I risultati del primo trimestre spingono il titolo di Stellantis verso il basso I risultati del primo trimestre di quest’anno registrano per Stellantis una doppia contrazione: le consegne sono scese del 12% e i ricavi del 10%. Nell’ultimo mese, il titolo in borsa ha registrato una contrazione del 18%, con un calo del 10% nella sola giornata del 30 di aprile. Come scrive sul “Sole 24 Ore” Alberto Annicchiarico, questo calo così forte in borsa è stato dovuto soprattutto ai dati relativi alla redditività del gruppo. Nathalie Knight, CFO di Stellantis, ha però affermato di prevedere per il 2024 una crescita dei dati relativi ai ricavi e alla redditività, in ragione soprattutto della commercializzazione di nuovi prodotti. Anche Volkswagen e Mercedes giù in borsa Una contrazione notevole in borsa è stata registrata anche da altre due case automobilistiche, entrambe tedesche: negli ultimi cinque giorni, Volkswagen ha ceduto il 5,6%  e Mercedes poco meno del 4%. La ragione di queste contrazioni è stata la presentazione degli ultimi dati trimestrali. Come scrive ancora Annicchiarico, anche la redditività di Volkswagen è risultata particolarmente in calo: -20%. Nel caso di Mercedes, l’utile netto e l’utile operativo sono diminuiti del 25 e del 34%. Le difficoltà attuali del settore automobilistico Il fatto che anche Porsche abbia pubblicato dei dati in calo relativi all’utile è un’ulteriore conferma delle difficoltà che sta attraversando oggi l’industria automobilistica. L’incertezza economica e i tassi di interesse pesano sulla domanda e sui costi dei finanziamenti. C’è poi la questione della mobilità elettrica: da una parte, ciò significa la ristrutturazione delle proprie strutture produttive per venire incontro alle disposizione europee e a una domanda crescente di veicoli elettrici; dall’altra parte, c’è la concorrenza cinese, dacché la Cina esporta in Europa una grande quantità di auto elettriche e ibride a prezzi competitivi. Diminuire i prezzi (come ha fatto recentemente Tesla) significherebbe però incidere ancora più negativamente sui ricavi e sui margini di profitto. Ti potrebbero interessare anche:       Azioni: i prezzi sono giustificati? Dove cercare delle opportunità? Mercati e big tech USA, arrivano le trimestrali: sorprese da Google, Microsoft e Meta Tesla è in crisi, ma Elon Musk prova a riconquistare la fiducia dei mercati

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La fame di trading online è tornata: come mai?

Scritto il 30.04.2024

L’interesse degli investitori per il trading online sembra sia tornato. Ne scrive sul “Wall Street Journal” Hannah Miao. Il mercato rialzista fa tornare l’interesse per il trading online Negli ultimi mesi, i risultati del mercato azionario sono stati molto positivi. Come scrive Miao, prima della recente frenata, molti indici azionari hanno battuto un record dopo l’altro. Questa fase toro del mercato ha portato così molti investitori a interessarsi di nuovo del mercato azionario e anche al trading giornaliero sul mercato azionario. Questo interesse, infatti, cresciuto con lo scoppio della pandemia, si era poi affievolito con la fase ribassista dei mercati del 2022. I numeri delle piattaforme di trading in crescita Il ritorno dell’interesse da parte degli investitori per il trading online sia da Charles Schwab sia dalla piattaforma E*Trade di Morgan Stanley: in entrambi i casi, non si registravano tante operazioni di trading dal secondo trimestre del 2022. Anche nel caso di Robinhood Markets e Interactive Brokers, prosegue Miao, bisogna tornare indietro al 2022 e persino alla fine del 2021 per riscontrare dei numeri paragonabili. Il successo delle opzioni a brevissima scadenza Come si prosegue a leggere nell’articolo di Miao, soprattutto tra i nuovi arrivati stanno avendo particolare successo delle opzioni che hanno una durata molto breve, dai pochi giorni alle poche ore. Si tratta di prodotti molto rischiosi: come scrive la Consob, “Le operazioni in opzioni comportano un elevato livello di rischio”, a maggior ragione trattandosi di opzioni con scadenze molto brevi. Questi strumenti sono ascrivibili al grande gruppo dei prodotti finanziari derivati: si tratta di prodotti che non hanno un valore intrinseco, ma dipendono dalla variazione del valore di un asset, detto “sottostante”. Il trading online è un’attività molto rischiosa   Lori Schock, Director of the SEC’s Office of Investor Education and Advocacy (la SEC è l’autorità di vigilanza dei mercati finanziari negli Stati Uniti), ha riassunto in una pagina in rete molti dei rischi legati al trading online giornaliero: si tratta di un’attività molto complessa e che può portare a perdite di capitale molto elevate, soprattutto se si decide di usare dei prodotti che ricorrono alla leva finanziaria; in questo caso, si può arrivare a perdere un ammontare di capitale persino superiore a quello che si era inizialmente investito. Ti potrebbero interessare anche Trading online: che cosa bisogna sapere su questo tipo di investimento?

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Perché gli investitori dovrebbero considerare anche l'estremo oriente?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 30.04.2024

Quali sono le prospettive di investimento per l’Estremo Oriente (Cina, Taiwan, Giappone e Corea)? Alcune previsioni del Fondo Monetario Internazionale e la view di un gestore di Lemanik. Le misure di stimolo all’economia cinese (e il rischio, ancora attuale, del mercato immobiliare) Le ultime previsioni di crescita del Fondo Monetario Internazionale (FMI) indicano un miglioramento delle prospettive per l’Asia (ne scrive su “CNBC” Shreyashi Sanyal). L’India è indicata come l’economia che sta crescendo di più. Per quanto riguarda la Cina, invece, l’attenzione dello FMI riguarda il sistema di stimoli fiscali, i quali potrebbero effettivamente contribuire alla accelerazione della crescita nel Paese. Sempre nell’outlook dello FMI si indica tuttavia il rischio di una ulteriore correzione al ribasso del mercato immobiliare cinese. Anche perché un calo della domanda nel settore rischierebbe, secondo lo FMI, di avere delle conseguenze anche al di là dei confini nazionali della Cina.   Prospettive sulla Corea del Sud e Taiwan L’area dell’estremo Oriente è l’oggetto di un’analisi comparsa sul portale “Lamiafinanza.it”, realizzata da Marcel Zimmermann che gestisce presso l’asset manager Lemanik il fondo Lemanik Asian Opportunity. Per quanto riguarda la Corea del Sud, Zimmermann valuta positivamente la riforma “Corporate Value-up”. Nel caso di Taiwan, il gestore del fondo constata che le azioni dell’isola hanno potuto godere del trend in crescita dell’intelligenza artificiale; nondimeno, a causa di dati giudicati insoddisfacenti in tema di inflazione, Taipei ha recentemente alzato i tassi di interesse. Il Giappone, la Cina e gli indici asiatici Anche il Giappone ha recentemente corretto leggermente la rotta per quanto riguarda i tassi di interesse (rimasti per lungo tempo in territorio negativo); e tuttavia, con le sue decisioni, la Bank of Japan non è riuscita a contrastare la forza del dollaro. Dati incoraggianti, scrive Zimmermann, arrivano dalla Cina: sono in crescita sia gli indici dei responsabili degli acquisti (Pmi) sia gli investimenti fissi. Il gestore fa notare che, al momento, le azioni asiatiche, in particolare quelle cinesi e quelle basate a Hong Kong, godono di valutazioni mediamente basse. Per spiegare questo, basta pensare alla sottoperfomance di alcuni degli indici azionari, registrata negli ultimi mesi, in Estremo Oriente. Ecco perché, qualora le prospettive economiche continuassero a essere brillanti, ci potrebbe essere lo spazio, conclude Zimmermann, per cogliere delle opportunità di investimento. Ti potrebbero interessare anche: Azioni: i prezzi sono giustificati? Dove cercare delle opportunità? Euro verso la parità col dollaro: quali conseguenze per gli investitori? Mercati risk-on, corsa alle azioni e fuga dalle obbligazioni

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E se l'ESG fosse stata soltanto una moda passeggera?

Scritto il 29.04.2024

Il grande successo degli investimenti ESG è terminato? Se lo è chiesto anche il Wall Street Journal in un articolo realizzato da Jon Sindreu. Le ragioni della crisi degli investimenti ESG Gli investimenti rispettosi dei criteri ESG hanno visto negli ultimi anni diminuire il loro successo. Le cause sono più di una: la difficoltà nel realizzare una tassonomia chiara e condivisa; la mancanza di criteri di valutazione univoci; il greenwashing, cioè la “riverdiciatura” (la verniciatura verde) di investimenti non sostenibili; il fatto che la sostenibilità e, in una certa misura dunque, anche l’ESG siano diventati un oggetto di scontro anche politico. Segni del declino degli investimenti ESG Volendo mostrare il declino di questo ambito di investimento, Sindreu menziona alcuni dati di Morningstar Direct: nell’ultimo trimestre, per quanto riguarda gli Stati Uniti e l’Europa, la quota dei fondi ESG sul totale dei nuovi fondi è stata del 3,3%; il risultato migliore era stato dell’8,3%. Sindreu ricorda inoltre che un’altra ragione che può spiegare la crisi degli ESG sono gli scarsi risultati ottenuti dal settore delle energie rinnovabili da un lato e le difficoltà che sta attraversando la mobilità elettrica dall’altro, come mostra il rallentamento della crescita registrato da Tesla. I criteri ESG e la prevenzioni dei rischi Come spiega Sindreu, il mercato sembra anche ritenere che l’integrazione dei criteri ESG sia utile per la prevenzione di alcuni rischi, ma non metta sempre efficacemente al riparo da altri rischi (a tale proposito menziona, tra i possibili, il caso di Vestas e la fuga degli investitori, dopo che il P/E aveva raggiunto quota 534). A ciò si aggiunge un altro elemento determinante di cui forse i mercati sembrano avere preso atto: il fatto che l’integrazione dei criteri ESG non sia una garanzia di rendimenti e tantomeno una garanzia di battere il benchmark. Una moda passeggera? Non è ancora possibile oggi stabilire con certezza già oggi se gli investimenti ESG siano stati più una moda di investimento che un solido trend di investimento. Tuttavia, come scrive Sindreu, è possibile che il comparto ESG sia stato soltanto il risultato di “un appetito degli investitori per gli investimenti tematici” da una parte e della possibilità dei gestori attivi di rilanciare la loro attività.    Ti potrebbero interessare anche: Investimenti ESG, che cosa sono

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I benefici dell'ia in borsa anche per farmaceutica, agricoltura, difesa, cybersicurezza e non solo

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  • Intelligenza artificiale
Scritto il 29.04.2024

L’intelligenza artificiale (IA) è una delle grandi innovazioni tecnologiche del presente che ha il carattere di un megatrend: può essere in grado di cambiare in profondità l’economia e la società. Dal punto di vista degli investimenti, sembra che oggi non siano soltanto le aziende tecnologiche a beneficiare dell’IA, come spiega Vittorio Carlini, in un articolo comparso sul “Sole 24 Ore”. Prospettive di crescita per la sicurezza informatica Restiamo però per un momento nell’ambito tech, ossia nell’ambito della sicurezza informatica: a tale proposito, Carlini menziona una previsione fornita da Carlo De Luca, capo AM di Gamma Capital Markets; De Luca afferma che il mercato della cybersicurezza legato all’IA dovrebbe passare dal valore di 15 miliardi di dollari, registrato nel 2021, al valore di 135 miliardi nel 2030. L’IA e la ricerca farmaceutica Anche un settore come la ricerca in campo medico e farmaceutico può beneficiare dell’uso dell’IA. In questo caso, l’esperto citato da Carlini è Chiara Sgarbossa, direttrice dell’Osservatorio Life science innovation del Politecnico di Milano. Sgarbossa fa notare che mediante l’IA è possibile analizzare enormi quantità di dati in tempi ragionevoli e costi ridotti. Come si legge nell’articolo, del resto, il think tank i Deep pharma intelligence ha calcolato che gli investimenti nelle aziende farmaceutiche basate sull’IA siano aumentati di oltre 27 volte nel corso degli ultimi dieci anni. Agricoltura e manutenzione predittiva Anche l’agricoltura sembra potrà beneficiare delle innovazioni tecnologiche legate all’IA. Come spiega Carlini, da un lato l’IA può contribuire alla “manutenzione predittiva” (ossia alla manutenzione che avviene prima di un eventuale guasto, così da diminuirne gli eventuali costi); dall’altro lato, la tecnologia potrebbe automatizzare alcune delle operazioni oggi svolte ancora sotto la guida di un essere umano. Software e industria della difesa Insieme ai campi finora menzionati, Carlini aggiunge anche il prevedibile ambito dei programmi informatici, ma anche il settore della difesa: anche in questo caso, l’IA potrebbe svolgere delle mansioni che finora non potevano che essere condotte con la partecipazione di esseri umani. Ti potrebbero interessare anche: Che cos'è un megatrend di investimento? Le opportunità delle small cap che puntano sull'intelligenza artificiale

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Azioni: i prezzi sono giustificati? Dove cercare delle opportunità?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 26.04.2024

Dall’inizio di quest’anno, il mercato azionario ha proseguito nella sua crescita e, in certi casi, come negli Stati Uniti, ha raggiunto dei record di prezzo mai visti primi. In un mercato come l’Europa, meno toccato per ora dai benefici dell’intelligenza artificiale, che cosa giustifica il rialzo dei prezzi che comunque c’è stato? C’è il rischio di una nuova crisi finanziaria? Il ciclo rialzista dei mercati azionari ha sorpreso alcuni analisti di mercato. I fattori che possono esercitare una qualche incertezza sui mercati non mancano: la traiettoria dei tassi di interessi, le tensioni geopolitiche e geoconomiche, nonché lo scenario economico di alcune zone, come l’Europa, dove la crescita ristagna da diverso tempo. Alcuni si chiedono se questo ciclo rialzista poggi su delle basi troppo fragili e si concluderà con una correzione al ribasso dei mercati. Potrebbe dunque succedere qualcosa di simile a quanto accadde con la grande crisi finanziaria del 2007-2008? Il debito delle aziende è mediamente sceso negli ultimi quindici anni Benché non sia possibile fare previsioni, (come si legge sul portale “FONDS Professionell”) il presidente del gestore patrimoniale Fidecum, Hans Peter Schupp, ritiene che ci sia una differenza cruciale tra oggi e gli anni della crisi finanziaria: si tratta dell’indebitamento delle aziende, un debito che è tendenzialmente diminuito – a differenza di quanto accaduto per i conti pubblici di molti Stati –. La solidità dei bilanci può favorire il mercato azionario Secondo Schupp, la situazione del debito delle aziende, cioè quella di un debito mediamente sotto controllo, può giovare alle aziende nei termini o di investimenti o di dividendi da distribuire agli azionisti. Schupp non esclude che si possa verificare una frenata della crescita dei mercati azionari (l’incertezza e i rischi sui mercati, come si diceva non mancano): e tuttavia, la situazione delle aziende, nel loro complesso, sembra giochi più a favore che a sfavore del mercato azionario. Opportunità nel mercato azionario europeo grazie ai prezzi mediamente più bassi Nel caso dell’Europa, le azioni possono altresì contare su valori più a buon mercato rispetto alle omologhe statunitensi: è quello che afferma lo stratego del mercato dei capitali Tilmann Galler di J.P. Morgan Asset Management, il quale ritiene che proprio in questo divario dei prezzi ci potrebbero essere delle opportunità per gli investitori. Sebbene Galler ritenga che le banche centrali, Federal Reserve compresa, potrebbero già cominciare a mitigare le loro politiche monetarie, sui mercati oggi persiste il rischio che l’inflazione torni a crescere e rallenti dunque il percorso di allentamento delle politiche monetarie dei banchieri centrali. Ti potrebbero interessare anche: Mercati e big tech USA, arrivano le trimestrali: sorprese da Google, Microsoft e Meta Il rischio di inflazione per un nuovo ciclo rialzista delle materie prime è reale? Tesla è in crisi, ma Elon Musk prova a riconquistare la fiducia dei mercati

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Mercati e big tech USA, arrivano le trimestrali: sorprese da Google, Microsoft e Meta

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 26.04.2024

Quali sono le ultime notizie, anche in materia di risultati trimestrali, per tre delle big tech statunitensi, Alphabet (Google), Microsoft e Meta? I ricavi di Alphabet (Google) sono in crescita oltre le aspettative Gli ultimi dati presentati da Alphabet (Google) hanno superato le aspettative dei mercati finanziari: nel primo trimestre, i ricavi sono cresciuti del 15% (80 miliardi circa), le vendite pubblicitarie attraverso YouTube del 20% e i ricavi di Google Cloud (servizio nel quale si concentrano le maggiori tecnologie di IA di Alphabet) sono addirittura cresciuti del 28%. I mercati temono un po’ meno per Google la concorrenza di ChatGPT In borsa, il titolo di Alphabet si è apprezzato di poco meno del 12%. Come fa notare Jennifer Elias su “CNBC”, questi risultati hanno almeno temporaneamente allontanato alcuni timori sollevati dai mercati, in particolare riguardo alla concorrenza esercitata su Google (come motore di ricerca) dal software di intelligenza artificiale generativa ChatGPT (OpenAI), usato da moltissimi utenti proprio per condurre delle ricerche in rete. Microsoft: rendimenti in crescita e buone prospettive per il sistema di cloud Anche Microsoft ha superato le aspettative degli analisti, grazie soprattutto ai suoi sistemi di cloud, dove trovano applicazione dei sistemi di intelligenza artificiale. Il rialzo in borsa è stato del 4% e ha significato un aumento della capitalizzazione di 128 miliardi di dollari, come scrivono su Reuters Yuvraj Malik, Anna Tong e Stephen Nellis. I ricavi dell’azienda fondata da Bill Gates e guidata oggi dal CEO Satya Nadella sono stati nel primo trimestre del 2024 pari a poco meno di 62 miliardi di dollari (le aspettative erano di 60,8 miliardi), ossia un aumento del 17%. Meta annuncia spese relative all’intelligenza artificiale superiori alle aspettative Per quanto riguarda Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg e che controlla Facebook e Instagram, la notizia di spese maggiori rispetto a quanto ci si aspettava nell’ambito dell’intelligenza artificiale ha avuto come conseguenza in borsa un calo delle azioni di oltre il 15%. Ma di che cifre si tratta? Le spese in intelligenza artificiale precedentemente preventivate erano tra i 30 e i 37 miliardi di dollari, mentre oggi Meta si attende spese tra i 35 e i 40 miliardi di dollari. Notizie migliori, invece, arrivano da Threads, che ha registrato oltre 150 milioni di utenti attivi al mese: Threads è un social network del gruppo Meta, concorrente di X di Elon Musk (già Twitter). Ti potrebbero interessare anche: Tesla è in crisi, ma Elon Musk prova a riconquistare la fiducia dei mercati Mercati risk-on, corsa alle azioni e fuga dalle obbligazioni Adidas vola in borsa, bene anche OVS, mentre Netflix ferma nonostante i risultati positivi News dai mercati: novità su Goldman Sachs, Tesla, Apple, petrolio e PIL cinese

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Il rischio di inflazione per un nuovo ciclo rialzista delle materie prime è reale?

Scritto il 24.04.2024

La tendenziale discesa dell’inflazione potrebbe trovare di fronte a sé un ostacolo difficile da superare: un nuovo ciclo rialzista delle materie prime. Il rialzo dei prezzi delle materie prime può rinfiammare l’inflazione Nell’ultimo anno e mezzo le maggiori banche centrali al mondo dei Paesi occidentali hanno intrapreso una politica monetaria fatta di rialzi dei tassi di interesse per contrastare l’inflazione. I dati mostrano un calo tendenziale dell’inflazione, sebbene l’obbiettivo del 2% (target dell’inflazione previsto dalle banche centrali) sia ancora da raggiungere (più negli Stati Uniti che in Europa, dove l’inflazione è scesa al 2,4%). Il problema è che un nuovo ciclo di rialzo dei prezzi delle materie prime potrebbe ostacolare ulteriormente il raggiungimento di quell’obbiettivo. I prezzi delle commodities e i beni di consumo In un’intervista rilasciata a “CNBC”, il CEO della Norges Bank IM (la società che gestisce il fondo pensione nazionale della Norvegia, il “Government pension fund global”), Nicolai Tangen, ha affermato che proprio i prezzi dell’energia e delle materie prime potrebbero aumentare, sicché ad aumentare sarebbero inevitabilmente anche i prezzi dei beni di consumo contenuti nel paniere di beni misurati dall’inflazione. Del resto, come fa notare Sam Meredith su “CNBC”, l’indice S&P GSCI, che rappresenta un benchmark globale per il prezzo delle materie prime, è cresciuto del 9% dall’inizio dell’anno: il risultato è superiore a quello conseguito dallo S&P 500, che è cresciuto poco meno dell’8% nello stesso arco di tempo. Fattori di crescita dei prezzi delle materie prime Del resto, come si legge ancora su “CNBC”, il rame e il petrolio hanno visto crescere il loro prezzo dall’inizio dell’anno di circa il 13%, mentre un metallo prezioso come l’oro si ritrova a battere record su record. Secondo Tangen, l’inflazione potrebbe colpire però anche i beni alimentari, dacché i raccolti potrebbero risentire dei cambiamenti climatici. Peraltro, come spiega sempre il CEO della Norges Bank, sui prezzi delle commodity potrebbero incidere altresì anche le tensioni geopolitiche e commerciali, ma anche il processo di accorciamento delle catene di approvvigionamento (“near-shoring”).      Ti potrebbero interessare anche: Come funzionano gli investimenti nelle materie prime? Petrolio, oro e bitcoin: le tensioni in Medio Oriente fra Israele e Iran muovono i prezzi Il prezzo dell'oro continua a crescere: troppo tardi per investire? Rame, materia prima promettente grazie all'intelligenza artificiale

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