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L'inflazione torna a essere un problema anche per l'Europa?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 31.05.2024

Gli ultimi dati sull’inflazione indicano una leggera accelerazione della crescita dei prezzi: questa nuovi dati rimettono in discussione la traiettoria delle politiche monetarie europee? In Germania l’inflazione torna leggermente ad accelerare L’Ufficio statistico federale tedesco ha rilevato una leggera crescita dell’inflazione in Germania: dal 2,2% del mese di aprile si è passati al 2,4% del mese di maggio. Come scrive Christian Siedenbiedel sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ), questo dato ha sollevato l’attenzione di molti osservatori: la Banca Centrale Europea (BCE) è stata chiara nell’affermare che la sua politica monetaria si basa sull’analisi dei dati. Resta però difficile credere che questi dati potrebbero modificare la traiettoria dei tassi di interesse della BCE. A tale proposito, sulla FAZ Siedenbiedel riporta alcune considerazioni di Holger Schmieding, capo economista della banca Berenberg, il quale fa notare che si tratta di un effetto base statistico. Aggiunge altresì che questi dati non dovrebbero impedire il primo taglio dei tassi di giugno della BCE. I nuovi dati modificheranno la traiettoria dei tassi? E per il resto d’Europa? Nel mese di aprile, l’inflazione nell’Eurozona si è attestata intorno al 2,4%. Stando a quanto si legge in un articolo di Sara Silano su Morningstar.it, il consensus misurato da FactSet ritiene verosimile un leggero aumento dell’inflazione al 2,5%. A tale proposito, Michael Field, European market strategist di Morningstar, ritiene che questi dati non debbano allarmare gli investitori. Le ragioni per le quali gli investitori non dovrebbero preoccuparsi, secondo Field, stanno non solo nel fatto che non stupisce che la diminuzione dell’inflazione possa non essere lineare, ma anche perché l’inflazione di base (o “core”) dovrebbe restare la stessa del mese precedente. Infine, Field fa notare come l’inflazione nell’Eurozona sia la più bassa registrata nelle economie occidentali avanzate: un motivo in più per credere (nove su dieci tra gli economisti intervistati lo credono) che questi e altri piccoli scostamenti non influiranno sulle decisioni di giugno della BCE. Ti potrebbero interessare anche: L'incertezza sui mercati si affronta con gli investimenti bilanciati? I tassi obbligazionari affondano le borse USA Asset allocation: aziende di qualità, growth e internazionali

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L'incertezza sui mercati si affronta con gli investimenti bilanciati?

Scritto il 30.05.2024

Alcuni gestori ritengono che, nonostante le difficoltà dell’ultimo anno e mezzo, le strategie bilanciate possano ancora essere efficaci per affrontare una situazione di incertezza sui mercati. È quanto ritiene ad esempio Capital Group, la cui strategia bilanciata è stata oggetto anche di un articolo comparso sul portale “Lamiafinanza.it”. Gli elementi di incertezza sui mercati Dopo che i mercati azionari e le obbligazioni hanno registrato risultati positivi nel corso del 2023, anche l’inizio del 2024 è stato caratterizzato dall’ottimismo degli operatori dei mercati. Restano però una serie di elementi che rendono incerto l’andamento dei mercati nei prossimi mesi: si va dalle tragiche guerre in corso in Ucraina e in Palestina al conflitto commerciale tra gli USA e la Cina, dalla traiettoria dell’inflazione alle politiche monetarie delle banche centrali. Una allocazione azionaria flessibile La strategie bilanciata di Capital Group sembra proprio abbia come obbiettivo precipuo il contrasto all’incertezza. Questo spiega la dinamica dell’allocazione della componente azionaria: la società di asset management investe su società large cap ma che, allo stesso tempo, presentano dei business solidi e distribuiscono dividendi. Si tratta di una strategia che prende atto del fatto che questi titoli, così come le strategie bilanciate, sono rimasti indietro rispetto al rally di alcune azioni “growth”. Anche per questa ragione, la società di asset management parla di una esposizione flessibile anche ai titoli “growth”. La strategia obbligazionaria investment-grade Se l’allocazione azionaria ha comunque una componente flessibile orientata alla crescita, la strategia obbligazionaria di Capital Group è invece orientata alla limitazione dei rischi. Sicché non stupisce che i risultati degli investimenti obbligazionari in portafoglio siano stati inferiori a quelli registrati dal Bloomberg US Aggregate. Ad ogni modo, l’esposizione prevalente, spiega la società di asset management, è rivolta al segmento obbligazionario investment-grade. Ti potrebbero interessare anche: I tassi obbligazionari affondano le borse USA Asset allocation: aziende di qualità, growth e internazionali Mercati tra prospettive rialziste e incertezze crescenti

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I tassi obbligazionari affondano le borse USA

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  • Titoli di Stato, Spread e Tassi di i
Scritto il 30.05.2024

I rendimenti obbligazionari dei titoli di Stato USA crescono, e con loro crescono gli interessi sul mercato del credito; nel frattempo, invece, la crescita del mercato azionario sembra frenare. Borse in rosso e rendimenti sui T-Bond in crescita Nell’ultima settimana (22-29 maggio), dei tre maggiori indici statunitensi, due, lo S&P 500 e il Jones Industrial Average risultano in perdita, rispettivamente -1% e -3,6% (sotto pressione sono risultati anche degli importanti indici borsistici europei e asiatici). Nel frattempo, i rendimenti dei titoli di Stato USA a dieci anni sono cresciuti dal 4,54% al 4,62%. A tale proposito, sul “Wall Street Journal” Caitlin Ostroff riporta alcune considerazioni di Chris Zaccarelli, CIO di Independent Advisor Alliance, il quale fa notare come gli attori del mercato azionario sembra che in questi giorni guardino con attenzione quello che accade sul mercato obbligazionario. Incertezze sulla politica monetaria della Federal Reserve Dietro la crescita dei rendimenti obbligazionari e la frenata dei mercati finanziari ci sono le previsioni di quello che farà la Federal Reserve. Ostroff scrive che il Presidente della Federal Reserve di Minneapolis, Neel Kashkari, ha affermato che a) la banca centrale proseguirà a mantenere i tassi elevati finché non ci sarà più chiarezza sulla traiettoria dell’inflazione e b) che non è escluso che si possa persino ricorrere a un ulteriore rialzo. Nel frattempo, scrive sempre Ostroff, stando allo CME FedWatch, la percentuale di investitori che ritiene che la Fed lascerà i tassi elevati nelle prossime tre sedute è passata in una sola settimana dal 42% al 54%. Mercato del credito e dati sull’inflazione in arrivo Nel frattempo, l’aumento dei rendimenti dei Treasury ha come effetto l’aumento dell’avversione al rischio dei mercati. Più in generale, dei rendimenti più elevati dei Treasury alzano anche i tassi di interesse del mercato del credito, compresi, scrive Ostroff, i mutui e il debito corporate. I dati sull’inflazione che verranno pubblicati venerdì 31 maggio, e che sono ritenuti importanti dalla Fed, rappresentano il prossimo punto di riferimento per molti operatori di mercato. Ti potrebbero interessare anche:   Che cosa sono i tassi d’interesse? I treasury USA come benchmark del mercato obbligazionario

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Asset allocation: aziende di qualità, growth e internazionali

Scritto il 29.05.2024

Ecco l’esempio di una asset allocation che adotta come criterio sia la crescita sia la qualità delle aziende: il risultato è un portafoglio che contiene, tra le esposizioni maggiori, aziende dall’attività solida e dal calibro internazionale. La concentrazione degli investimenti nel Nord America   La rivista “Das Investment” ha illustrato la strategia di investimento di David Dudding, manager di portafoglio del fondo CT (Lux) Global Focus di Columbia Threadneedle Investments. Il fondo concentra i propri investimenti soprattutto nel Nord America (65% circa). Seguono i fondi domiciliati in Europa (10%) e quelli nei Paesi emergenti (5%). L’esposizione al settore IT Sotto il profilo tematica, la distribuzione degli investimenti privilegia il settore delle tecnologie informatiche. Dal punto di vista dello stile di investimento, Dudding parla di un atteggiamento “buy-and-hold”: il suo portafoglio dunque investe prevalentemente su dei titoli finanziari che lui e il suo team prevedono siano destinati a crescere. Sia crescita sia solidità del business L’esposizione del fondo riguarda soprattutto il settore della crescita (“growth”). Ma il criterio di selezione è imperniato soprattutto sulla qualità delle aziende emittenti: queste devono avere solidi fondamentali, mostrare redditività del capitale investito, spese relativamente basse per i costi infrastrutturali, margini di crescita dei guadagni e mostrare un’attività solida in relazione al contesto di mercato nel quale operano. Aziende con un’attività internazionale Alcune delle aziende in questione sono attività non solo solide ma che godono di fama e diffusione internazionale: come si legge sempre nell’articolo di “Das Investment”, nel portafoglio del fondo CT (Lux) Global Focus di Columbia Threadneedle Investments Microsoft, Mastercard, Visa, Amazon, Alphabet, ma anche NVIDIA. Ti potrebbero interessare anche: Mercati tra prospettive rialziste e incertezze crescenti Borse: pioggia di dividendi, USA e banche in testa Investire nelle azioni USA e nelle obbligazioni europee

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Mercati tra prospettive rialziste e incertezze crescenti

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 29.05.2024

I mercati crescono e gli operatori di mercato sembrano contrassegnati, pertanto, da un certo ottimismo; nondimeno, non mancano elementi di incertezza con cui fare i conti. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina In un articolo comparso sulla “Stampa”, si analizzano i rischi di una crescita delle tensioni nei rapporti commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina. Vengono riportate a tale proposito alcune osservazioni di Carlo Benetti, Market Specialist di Gam (Italia) Sgr, e di Simone Obrizzo, Portfolio Manager, AcomeA Sgr. Benché è possibile che i dazi e le tensioni commerciali tra USA e Cina non abbiano particolari conseguenze dal punto di vista macroeconomico, questa dinamica incide, nel senso che aumenta l’incertezza sui mercati. Le banche centrali, la politica, l’inflazione Un altro elemento di incertezza proviene dalle politiche monetarie. Come spiega sul portale “Market Watch” l’ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale, Kenneth Rogoff, le banche centrali a) faticano a fare previsioni precise in momenti di crescente incertezze e b) non sono del tutto immuni da una qualche influenza da parte della politica. Le previsioni di una traiettoria discendente dell’inflazione sono condivise dai mercati ma potrebbero rivelarsi sbagliate. Non solo: come fa notare Rogoff, le banche centrali potrebbero comunque preferire l’inflazione a una profonda recessione. Mercati orientati verso la crescita e fattori di rischio Non mancano però delle prospettive sui mercati più ottimiste. È il caso di Rob Hayworth, senior investment strategist di Bank Wealth Management: benché Hayworth non nasconda che, nel caso degli Stati Uniti, i dati sull’inflazione e le decisioni che prenderà la Federal Reserve costituiscono fonte di incertezza, ritiene che il mercato sia orientato nel lungo termine verso la crescita. L’economia, infatti, si sta mostrando resistente, come indicano anche i risultati dei guadagni delle aziende, che potrebbero avere un ulteriore margine di crescita. Secondo Hayworth, due fattori che potrebbero influenzare i mercati, invece, sono 1) le decisioni, a breve, della Federal Reserve e 2) le elezioni statunitensi di novembre. Ti potrebbero interessare anche: OpenAI e Google, i due campioni della sfida sull'intelligenza artificiale I fondi puntano sul ciclo rialzista delle materie prime Le possibili conseguenze delle elezioni UK sui mercati: prospettive dal passato

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OpenAI e Google, i due campioni della sfida sull'intelligenza artificiale

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  • Intelligenza artificiale
Scritto il 28.05.2024

È una sfida quasi epica quella tra OpenAI e Google sul campo dell’intelligenza artificiale, una sfida che probabilmente cambierà il modo di approcciarsi alle ricerche in rete. Le dimensioni di mercato di OpenAI e di Google a confronto Quando si parla di intelligenza artificiale (IA) e, in particolare di programmi di IA generativa, a dominare la scena sui mercati sono OpenAI e Google. OpenAI ha sviluppato il software ChatGPT, mentre Google ha messo sul mercato Gemini. Come sottolinea Pier Luigi Pisa su “Affari&Finanza” (“La Repubblica”), una delle differenze più vistose tra le due aziende è la loro dimensione, segnatamente il loro valore di mercato. Questo confronto deve però tenere conto di un fatto: OpenAi non è quotata in borsa; nondimeno, l’azienda vale, secondo le stime, circa 80 miliardi di dollari. Si tratta in ogni caso di cifre ben lontane dai 2.200 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato di Google. Le infrastrutture cloud e l'investimento di Microsoft in OpenAI Bisogna però anche tenere presente che dietro OpenAI c’è una società finanziatrice del calibro di Microsoft, che peraltro è oggi l’azienda con la maggiore capitalizzazione al mondo, 3.200 miliardi, e che proprio in OpenAI ha investito 13 miliardi di dollari. Come spiega Pisa su “Affari&Finanza”,  da una parte Google si serve all’infrastruttura digitale e proprietaria di Google Cloud, mentre OpenAI adopera l’infrastruttura cloud fornita da Microsoft. Il successo di ChatGPT Ma come mai OpenAI è riuscita a battere sul tempo Google, aprendo al pubblico l’uso di ChatGPT già nel novembre del 2022? A tale proposito, Pisa riporta una considerazione del capo della divisione dell’intelligenza artificiale di Google, Demis Hassabis, che è peraltro anche amministratore delegato di Google DeepMind: Hassabis spiega che la sua azienda aveva ritenuto più prudente aspettare, dacché le prime versioni dei programmi di AI generativa presentavano e presentano tutt’ora alcuni difetti; nondimeno, conclude Hassabis, gli utenti hanno comunque giudicato questi software come sufficientemente utili ai loro scopi. ChatGPT 5 e AI Overview di Google Ora sia OpenAI sia Google si preparano a lanciare sul mercato dei nuovi prodotti. OpenAI si prepara a lanciare ChatGPT 5, mentre Google sta incorporando nel motore di ricerca una funzione detta “AI Overview”, che sarà in grado di rispondere alle domande di ricerca degli utenti, premettendo un testo ai risultati della ricerca così come appaiono oggi sotto forma di elenco. Pisa non nasconde, concludendo l’articolo, che queste innovazioni potrebbero cambiare radicalmente l’esperienza di ricerca degli utenti del web. Ti potrebbero interessare anche:   Nvidia vola grazie al boom dei data center e del cloud Intelligenza artificiale: la rincorsa di Meta e delle aziende tech cinesi

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I fondi puntano sul ciclo rialzista delle materie prime

Scritto il 28.05.2024

A muovere il mercato delle materie prime sembra siano oggi soprattutto gli investitori istituzionali, in previsione di un ciclo rialzista. Materie prime: è in arrivo un ciclo rialzista? Più di un analista ritiene che il mercato delle materie prime, in particolare alcuni minerali e metalli industriali, sarà caratterizzato da un ciclo rialzista dei prezzi. In vista di questa previsione, i gestori dei fondi sembra vogliano farsi trovare preparati. Ne scrive Luca Pagni su “Affari&Finanza” (“La Repubblica”), riprendendo in questo senso un articolo comparso sul “Financial Times”. Aumentano le posizione lunghe sul London Stock Exchange Lo scorso anno è stato un periodo ribassista per ampi segmenti del mercato delle materie prime. Oggi però, come fa notare Pagni, sulla base del mercato dei derivati è possibile intuire che i fondi si stiano preparando a un rialzo dei prezzi: lo mostra ad esempio l’ascesa delle cosiddette “posizioni lunghe” sul London Stock Exchange, che indica la fiducia da parte degli investitori istituzionali. Ma il ciclo rialzista deve ancora davvero cominciare Pagni scrive che i fondi si stanno muovendo in anticipo rispetto ai movimenti reali del mercato: sul mercato delle materie prime, infatti, pesano ancora alcuni fattori di freno: da un lato, l’interruzione di alcuni progetti legati all’energia eolica (segnatamente, l’eolico off-shore), anche in ragione dell’aumento dei costi del credito; dall’altro lato, la domanda da parte della “manifattura del mondo”, la Cina, che resta ancora al di sotto delle aspettative. Transizione energetica e digitalizzazione: un traino per le commodity Nel frattempo, è possibile individuare alcuni segnali in previsione di una crescita del mercato delle materie prime. L’azienda mineraria australiana Bhp sta cercando di acquisire delle miniere già esistenti e in funzione, piuttosto che aprirne di nuove, un’operazione che richiederebbe investimenti e molto tempo. L’azienda mineraria australiana non vuole però farsi trovare impreparata nella sfida globale legata alla transizione energetica e alla digitalizzazione: due fenomeni che richiedono un largo impiego di materie prime, tre le quali l’argento e, in particolare, il rame. Ti potrebbero interessare anche: Come funzionano gli investimenti nelle materie prime?

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Le possibili conseguenze delle elezioni UK sui mercati: prospettive dal passato

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 27.05.2024

A sorpresa, il primo ministro britannico e leader del Partito Conservatore, Rishi Sunak, ha anticipato di circa tre/quattro mesi le elezioni nel Regno Unito: si terranno, dunque, il 4 luglio. Ma quali potrebbero essere le conseguenze per i mercati finanziari? L’andamento dei mercati nel Regno Unito dopo le elezioni A tale proposito, Jenni Reid (CNBC) ha riportato alcune prospettive sulla base di una serie di dati storici. La banca di investimento Citi ha scritto che – fatta salva la presenza di eventi destabilizzanti come la grande crisi finanziaria o lo scoppio della bolla delle dotcom – i mercati azionari inglesi si sono mostrati “da relativamente piatti al tendenti al ribasso” (“relatively flat to down”). Citi ha però analizzato anche l’andamento dell’indice MSCI UK comprendente le large e mid cap: il risultato è un rialzo medio del 6% in caso di vittoria del partito laburista e un ribasso medio del 5% in caso di vittoria dei conservatori. Altri risultati dall’analisi dello storico Altre considerazioni compiute sulla base dell’analisi degli andamenti storici dei mercati finanziari nel Regno Unito sono le seguenti: il FTSE 250 ha di solito sovraperformato rispetto al FTSE 100 e lo ha fatto in modo ancora più marcato dopo che a vincere sono stati i laburisti; sotto il profilo degli investimenti tematici, i titoli che hanno storicamente avuto dei risultati migliori nel periodo post-elettorale sono stati i titoli difensivi e finanziari, in particolare i titoli energetici e bancari. La variabile delle elezioni conta davvero per i mercati? Reid riporta altresì alcune considerazioni dello Chief Markets Economist di Capital Economics, John Higgins: l’esperto fa notare che i mercati finanziari siano stati “generalmente deludenti dal 2010”. Questo arco di tempo corrisponde al periodo di governo da parte del Partito Conservatore britannico. Nondimeno, Higgins dubita che una vittoria del Partito Laburista possa portare un particolare vantaggio agli investitori. Questa affermazione sarebbe confermata da alcune considerazioni riportate dall’amministratore delegato di Barclays, C.S. Venkatakrishnan alla “CNBC”, il quale avrebbe parlato di una differenza minima tra i programmi economici del Partito Conservatore e di quello Laburista. Ti potrebbero interessare anche:   Borse: pioggia di dividendi, USA e banche in testa Il re dollaro e le valute più colpite dal suo apprezzamento Il Dow Jones sfonda i 40 mila punti: ma anche molte altre asset class crescono

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Imparare a interpretare le proprie emozioni e quelle dei mercati quando si investe

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  • Finanza Comportamentale
Scritto il 27.05.2024

Secondo gli esperti, il ruolo delle emozioni quanto si investe non andrebbe mai trascurato: come si legge sul “Wall Street Journal”, sarebbe importate in questo senso non solo controllare le emozioni ma anche imparare a interpretarle. Interpretare le emozioni dei mercati a proprio vantaggio Che cosa significa essere razionali quando si investe sui mercati finanziari? Come scrive Jason Zweig sul “Wall Street Journal”, essere razionali quando si investe non significa trascurare le emozioni: significa saperle dominare e interpretare a proprio vantaggio. A tale proposito, Zweig menziona una famosa citazione di Warren Buffett: “cerca di avere paura quando gli altri sono avidi e avido solo quando gli altri hanno paura” (l’originale inglese è “attempt to be fearful when others are greedy and to be greedy only when others are fearful”). Il ruolo delle emozioni nei processi razionali Zweig spiega che le emozioni possono essere di aiuto alla razionalità: lo mostra il fatto che coloro che hanno subito un danno all’amigdala, una regione del cervello deputata alla paura, tendono a compiere delle azioni senza tenere in considerazioni le eventuali conseguenze perniciose; si dimostrano, pertanto, tutt’altro che razionali nelle loro scelte. Dall’articolo di Zweig emerge dunque il fatto che le emozioni possono avere un ruolo anche negli investimenti: pur non lasciando che le emozioni prendano il sopravvento, esse possono fornire delle indicazioni, ad esempio su che cosa concentrare le proprie attenzioni e analisi. Imparare a riconoscere le proprie e le emozioni degli altri quando si investe Zweig menziona peraltro delle ricerche che mostrano come l’attivazione inconsapevole e non percepita di alcune aree del cervello misurata in alcuni investitori professionisti abbia dato un esito davvero sorprendente: si è mostrata più accurata delle loro previsioni. Non è possibile trarre naturalmente delle conclusioni, ma Zweig spiega che può essere utile usare sinergicamente le proprie emozioni per rafforzare la propria capacità razionale. Come insegna Warren Buffett, infatti, la propria capacità a riconoscere l’avidità o la paura degli altri e trasformarla nel contrario può portare a dei risultati positivi. Ti potrebbero interessare anche: Il bias della negatività e i suoi effetti negativi sugli investimenti Stessi soldi ma valore diverso: il paradosso della contabilità mentale Meglio non cadere nella trappola del recency bias

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Investimenti: la nuova frontiera del pharma è la farmaceutica oncologica

Scritto il 24.05.2024

Nonostante oggi al centro dell’interesse degli investitori sembrino esserci soprattutto i farmaci contro l’obesità (basta vedere i risultati di aziende come Eli Lilly e Novo Nordisk), anche i prodotti antitumorali si sembra siano ottimi candidati per portare un grosso valore aggiunto al settore farmaceutico. Attualità e prospettive sul fatturato dei farmaci antitumorali I passi avanti compiuti nell’ambito della ricerca sui medicinali contro il cancro aprono, secondo gli analisti, anche delle opportunità di investimento. Questo è quello che emerge dall’articolo di Monica D’Ascenzo, comparso sul “Sole 24 Ore”. Stando ai dati di Iqvia, azienda che si occupa di analisi dei dati e di tecnologie legate al settore dell’health care, già oggi i ricavi maggiori del settore farmaceutico provengono dai prodotti oncologici e nel 2028 l’ammontare complessivo dei ricavi del settore è possibile raggiunga i 440 miliardi di dollari. I farmaci “anticorpo-coniugati” Come spiega D’Ascenzo, un traino decisivo sarà giocato da dei farmaci specifici, detti “anticorpo-coniugati” (dall’inglese “antibody-drug conjugates”). Morgan Stanley parla di un’attività il cui valore nel lungo periodo potrebbe arrivare a 140 miliardi di dollari. A tale proposito, D’Ascenzo menziona Astrazeneca, che produce due dei 15 prodotti anticorpo-coniugati approvati dalla Food and Drug Administration. L’azienda anglo-svedese è avanti anche nell’ambito della ricerca sull’efficacia di questi trattamenti, che si sono mostrati in certi casi più efficaci nella cura dei tumori rispetto alle chemioterapie. Le ricerche di Astrazeneca e l’azienda giapponese Daiichi Sankyo Le ricerche di Astrazeneca sono state condotte con la collaborazione dell’azienda giapponese Daiichi Sankyo. Sempre nell’articolo del “Sole 24 Ore” si legge che questa azienda – stando alla valutazione della società Evaluate – potrebbe diventare la maggiore produttrice di farmaci anticorpo-coniugati: e che l’azienda sia promettente, almeno agli occhi degli investitori, scrive sempre D’Ascenzo, lo mostra anche l’indice P/E, che è superiore a quelli di grandi aziende come Novo Nordisk e la stessa Astrazeneca. Ti potrebbero interessare anche: Che cos'è un megatrend di investimento?

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Borse: pioggia di dividendi, USA e banche in testa

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 24.05.2024

L’impressione che la distribuzione dei dividendi in borsa sia aumentata negli ultimi mesi è confermata dai messi a disposizione dal Global Dividend Index di Janus Henderson. Cresce la distribuzione di dividendi nel primo trimestre del 2024 Nel primo trimestre di quest’anno, stando ai dati del Global Dividend Index di Janus Henderson, i dividendi distribuiti hanno raggiunto un ammontare complessivo di poco più di 339 miliardi di dollari. Come scrive Sandra Riccio su “La Stampa”, una delle ragioni precipue che sono alla base di questo incremento risiede nella crescita del sottostante (+6,8%), a cui è corrisposta  una crescita del 2,4%. In generale, la stragrande maggioranza delle aziende, il 93%, ha aumentato o confermato la propria distribuzione dei dividendi. Il traino del settore bancario Il traino maggiore della crescita dei dividendi arriva da un settore in particolare, cioè quello bancario: l’incremento dell’ammontare dei dividendi è dovuto per un quarto alle cedole sulle azioni staccate dagli istituti di credito, cresciute peraltro del 12% nel corso del primo trimestre. I dividendi negli Stati Uniti e il primo dividendo distribuito da Alibaba L’altro grande traino sono stati, sotto il profilo geografico, gli Stati Uniti, dove i dividendi distribuiti hanno raggiunto la quota di oltre 163 miliardi di dollari: si tratta di un incremento del 7%, spinto dal primo dividendo in assoluto distribuito da Meta e T-Mobile, ma anche – come fa notare Riccio – dal ritorno alla distribuzione di dividendi da parte di Disney. Fuori dagli Stati Uniti, un’altra grande azienda che ha distribuito dividendi per la prima volta è stata Alibaba. Una strategia per remunerare gli azionisti A tale proposito, sul “Sole 24 Ore” Maximilian Cellino riporta una considerazione di Jane Shoemake, gestore del team Global Equity Income di Janus Henderson: oltre al buyback, alcune aziende sembra abbiano individuato proprio nei dividendi una strategia efficace per remunerare i propri azionisti. Ti potrebbero interessare anche: Investire nei titoli value, prospettive su valutazioni e dividendi

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Investire nelle azioni USA e nelle obbligazioni europee

Scritto il 23.05.2024

Gli investimenti multi-asset prevedono la ripartizione degli attivi su più di una asset class, ma di solito non trascurano la selezione dei titoli per ciascuna di essa. L’esempio di un portafoglio. Un esempio di portafoglio multi-asset Un portafoglio di investimento multi-asset prevede una asset allocation diversificata quanto meno tra azioni e obbligazioni. L’attività di selezione dei titoli non si limita però di solito alla sola ripartizione degli attivi tra azioni e obbligazioni, ma si spinge anche a selezionare i titoli da inserire all’interno della medesima asset class. A tale proposito, la rivista FONDS Professionell prende in considerazione l’esempio di un portafoglio del gestore Pimco, i cui manager sono Erin Browne e Emmanuel Sharef. Azioni leggermene sovrappesate e titoli ciclici Per quanto riguarda la componente azionaria, i due manager (che nella loro asset al location sovrappesano leggermente gli investimenti nelle azioni) guardano con interesse soprattutto alle large cap statunitensi di elevata qualità e anche ad alcune aziende simili dei mercati emergenti. Il loro interesse si basa su delle aspettative di crescita concernenti i titoli difensivi e ciclici (nel corso del 2024, spiegano i manager, i cali degli utili dovrebbero terminare e potrebbero dare impulso al prezzo delle azioni). Obbligazioni europee e bond USA garantiti dai mutui Per quanto riguarda invece le obbligazioni, le considerazioni dei due manager riguardano soprattutto i tassi di interesse. In particolare, secondo Browne e Sharef, in Europa e in Paesi come il Regno Unito e l’Australia, i rendimenti elevati potrebbero tradursi in aumenti di capitale. Ma perché lo stesso non può dirsi degli Stati Uniti? Perché la crescita negli Stati Uniti resta ancora forte e l’inflazione resta più persistente che in Europa. Restano però elevate le obbligazioni garantite dai mutui degli istituti di credito immobiliare: i loro spread sono ancora piuttosto elevati rispetto al benchmark dei T-Bond. Ti potrebbero interessare anche: Gli investitori obbligazionari sembra ignorino alcuni rischi Investire nei titoli value, prospettive su valutazioni e dividendi

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