Bruno Mazzola - AD MoneyController Srl

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Per gli economisti della BCE i Bitcoin sono un’illusione collettiva

Scritto il 05.10.2021

Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung è comparso un articolo nel quale viene riportato il parere di Jürgen Schaaf, consulente per le infrastrutture di mercato e i metodi di pagamenti della BCE e Ulrich Bindseil, direttore generale per la stessa area nel comitato esecutivo della BCE. Entrambi condividono le stesse riserve nei confronti della criptomoneta più famosa al mondo, il bitcoin. Per entrambi, si tratta senza mezzi termini di un’“illusione collettiva”. I Bitcoin non sono riserve di valori affidabili I bitcoin costituiscono ancora per molti una speranza di arricchirsi. Per altri sono persino il simbolo di una nuova forma di denaro libera e indipendente grazie alla rete. Eppure, sono ancora troppo pochi coloro che si sono resi davvero conto dei rischi a cui vanno incontro investendo in bitcoin. Le frequenti oscillazioni del loro valore ne fanno un cibo abituale per gli speculatori. Ma pensare di poter contare su di essi come riserva di valore rischia soltanto di condurre verso brutte sorprese. Con una capitalizzazione di mercato superiore ai mille miliardi di dollari, Schaaf e Bindseil hanno gioco facile nel dire che un eventuale crollo del loro valore rischia di avere gravi conseguenze sociali. Molti risparmiatori, in sostanza, rischiano di vedersi bruciare sotto gli occhi somme di denaro anche molto grandi. I due rischi degli investimenti in bitcoin I rischi a cui vanno incontro i bitcoin sono molti, ma ce ne sono due in particolare da menzionare. Il primo è costituito dall’attività delle autorità di vigilanza, che stanno mettendo a punto norme sempre più stringenti in relazione allo scambio di criptovalute. Il secondo è la difficile introduzione dei bitcoin come veri e propri mezzi di pagamento. Lo dimostra il caso di El Salvador, che rappresenta un mezzo fallimento, a causa delle diffidenza manifestata da parte della maggior parte della popolazione. In aggiunta a questi due problemi, c’è poi una questione anche tecnica, legata al funzionamento della criptomoneta, sollevata dai due esperti della BCE: “Questo, che viene venduto come mezzo di protezione dall’inflazione, porterà in un’economia che cresce a un opposto fenomeno di deflazione”. Il futuro dei Bitcoin: lo scoppio della bolla Come finirà dunque la vicenda dei bitcoin? Per i due esperti, terminerà con lo scoppio di una bolla. Il prezzo di bitcoin, infatti, continuerà a crescere finché qualcuno sarà disposto a pagare ancora di più per acquistarne. Quando le persone disposte a farlo cominceranno a scarseggiare, la bolla scoppierà. Per i due esperti, del resto, la speculazione è stata finora l’unico motivo di crescita delle criptovalute. Per questo motivo non ci potrà mai essere un bitcoin sostenibile, ossia utilizzabile al pari di qualsiasi altra valuta ufficiale. Fonte: https://www.fondsprofessionell.de/news/maerkte/headline/oekonomen-bescheinigen-bitcoin-fans-kollektive-selbsttaeuschung-209854/

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ETF, istruzioni per l’uso per un principiante

Scritto il 05.10.2021

Il redattore di extraETF (rivista e piattaforma dedicata a questa tipologia di investimenti passivi) Thomas Brummer ha pubblicato un articolo nel quale illustra sette punti molto utili da tenere in considerazione per chi vuole cominciare a investire in ETF. Riportiamo anche noi qui alcune delle considerazioni più interessanti presenti nell’articolo.  Cos’è un ETF e quali vantaggi offre? Investire in ETF non è difficile: dalle banche alle società d’investimento fino ai neobroker online sono molti i fornitori di servizi finanziari che lo rendono possibile. Molti si chiedono se sia la scelta giusta investire, di fatto, in un pilota automatico; investire in un ETF, infatti, significa investire in un indice, riproducendone la traiettoria. La differenza coi fondi attivi è chiara: nel caso in cui un manager avesse investito su un indice, potrebbe modificare in ogni momento la composizione del suo portafoglio. Dunque, potrebbe in ogni momento ottenere un risultato migliore rispetto all’indice, ma anche peggiore. Brummer sostiene che gli ETF offrono almeno due vantaggi rispetto ai fondi attivi: costi di gestione inferiori e, sulla base degli storici dei mercati, garanzie di rendimento crescente col passare del tempo. Cosa devo fare quando possiedo un ETF? Investire in un ETF, suggerisce Brummer, potrebbe sembrare persino noioso rispetto a come siamo abituati a immaginarci il mondo della finanza. Non serve infatti né verificarne costantemente l’andamento, né tantomeno controllarne la data di scadenza, dato che non ne hanno mai una in assoluto. Ci sono solo un paio di eccezioni che prevedono l’intervento della gestione attiva nel fondo. La prima consiste in un consigliabile riequilibrio della ponderazione del portafoglio d’investimenti, solitamente una volta all’anno. La seconda, come ricorda Brummer, accade nel caso in cui le prospettive di rendimento di lungo periodo calino così tanto, da spingere il fornitore a chiudere il fondo e a rimborsare gli investitori, oppure da spingere sempre il fornitore a reindirizzare l’investimento su un altro indice. In che modo investo e quanto spendo con un ETF? Se si è alla ricerca di prodotti particolarmente diversificati, Brummer cita degli indici come lo MSCI ACWI o il FTSE All World, ossia indici che investono su un ventaglio amplissimo di prodotti, riducendo così l’eventuale volatilità di una parte di essi. Il suggerimento va agli indici mondiali (che coprono disparati settori dell’economia reale), ma è possibile optare anche per più ETF tra loro diversi, in modo da creare un sistema di contrappesi. Per quanto riguarda invece i costi, uno dei modi per individuare i costi vivi di gestione di un ETF è abbastanza semplice: basta infatti considerare il “tracking difference”, ossia il differenziale tra l’indice in cui si investe e il rendimento dell’ETF, che è la migliore rappresentazione dei costi di gestione di un ETF, persino preferibile alla Total Expense Ratio (TER). Un ETF può funzionare come piano di risparmio? Brummer risponde infine a questa domanda: investire in un ETF può essere un buon modo per risparmiare sul lungo periodo, magari guardando alla pensione? In fondo, si tratta di un investimento particolarmente adatto per chi ha obbiettivi di lungo periodo. Certamente, sono molti i fornitori che la pensano in questo modo. In particolare, alcune banche dirette o neobroker online sono persino in grado di offrire dei piani di risparmio ETF gratuiti, ossia senza commissioni, per chi decide di cominciare a investire in un ETF. https://de.extraetf.com/news/etf-news/tipps-diese-7-antworten-sind-goldwert-fuer-etf-einsteiger  

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Le obbligazioni europee in crisi di liquidità

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Scritto il 04.10.2021

Recentemente,Bloomberg ha calcolato una diminuzione di 21 miliardi di euro in obbligazioni negoziabili sul mercato europeo. Vediamo un po’ più da vicino che cosa significa questo dato. Una simile diminuzione dell’offerta sul mercato obbligazionario corporatenon accadeva dal 2005. Sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) questa notizia viene commentata come la “giapponesizzazione” del mercato del credito europeo. A provocare questa situazione sono, da un lato, i riacquisti e i rimborsi in sospeso, dall’altro – soprattutto – gli acquisti di obbligazioni della Banca Centrale Europea(BCE). È una situazione in parte nota, dato che lo stesso fenomeno ha già riguardato le obbligazioni statali. Ma che cosa significa, di fatto, tutto questo? Con la sua azione, la BCE ha ridotto al minimo l’oscillazione del mercato obbligazionario e anche la quantità di obbligazioni scambiabili, allontanando gli investitori che avrebbero voluto o potuto approfittarsene. Questa situazione sembra possa minare l’efficienza dei mercati, dato che è difficile in una simile condizione artificiale prezzare le obbligazioni in modo adeguato.James Vokins, che dirige la sezione di Aviva Investorsche si occupa dei crediti high grade, pensa che tutto ciò potrebbe portare a una duratura fase di stallo del mercato del credito. La situazione, come si legge sulla FAZ, è dovuta principalmente al fatto che le aziende, in questo momento, non hanno bisogno del credito che pure la BCE garantisce loro: i debiti sono saliti nel 2020, mentre quest’anno, al contrario, gli incassi viaggiano verso delle cifre da record. Sebbene il grosso piano di acquisti cominciato nel 2016 non verrà al momento interrotto, la BCE ha comunque deciso di rallentare il Programma di acquisto di emergenza pandemico(PEPP).   Il rischio paventato dagli esperti, come si diceva, è quello di trasformare il mercato obbligazionario europeo in qualcosa di simile al mercato del debito di stato giapponese. Ad agosto, per dare l’idea, sul mercato nipponico non c'è stata alcuna negoziazione di obbligazioni a 10 anni. Tornando in Europa, in una situazione nella quale il mercato subisce una forte distorsione da parte della BCE, la vita per gli investitori in obbligazioni si fa difficile: la concorrenza è alta e trovare dei tassi d’interesse accettabili resta difficile. Come si legge sulla FAZ, i gestori sono dunque costretti o ad acquistare un po’ quello che capita loro sottomano, oppure a lasciare le loro risorse inutilizzate.   Fonte https://www.faz.net/aktuell/finanzen/unternehmensanleihemarkt-unter-druck-wegen-mangelnder-liquiditaet-17546051.html

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Il boom della domanda di rating per l’ESG

Scritto il 04.10.2021

Quanto sta crescendo la domanda di rating legata ai fondi ESG? Uno studio della società parigina di analisi e consulenza Novethic ha provato a dare una risposta. Le cifre astronomiche del mercato dei fondi ESG Mille miliardi di euro in gestione è la soglia da poco superata dai fondi d’investimento targati ESG. Sono cifre astronomiche, che indicano un mercato diventato tanto grande quanto difficile da esplorare in modo completo. Attenzione, però: questa cifra si riferisce non ai fondi ESG in sé, ma a quelli sottoposti a uno o a più dei nove rating qualitativi di fondi ESG europei. L’analisi di Novethic è arrivata a contarne 1.600 al 30 di giugno di quest’anno. Un’accelerazione davvero sorprendente Vale la pena fare il paragone con il 2019 per comprendere quanto davvero si sia impennata la richiesta di un rating ESG. Bene, fino a marzo di due anni fa il numero dei fondi ad aver ricevuto almeno uno di questi rating non era molto superiore a 400. In totale, quei fondi gestivano un volume di attivi di 94 miliardi di euro. Basta fare i conti con i dati forniti prima per arrivare a questa conclusione: solo nei primi sei mesi di quest’anno, il patrimonio dei fondi con l’etichetta di sostenibilità è aumentato ben del 45%. Già: ma quali sono le certificazioni sostenibili di maggior successo? La ricerca ha anche dato indicazioni sul successo di alcune etichette ESG. Bisogna ricordare, infatti, che sotto il cielo della sostenibilità regna una certa confusione: sono molte le certificazioni sul mercato, le quali si fanno tra loro anche una certa concorrenza. L'etichetta che va per la maggiore è la SRI francese, che risale al 2015: 744 fondi con poco meno di 560 miliardi di euro in gestione. Poi, c’è “Towards Sustainability”, più recente, del 2019, che si deve all’Associazione belga del settore finanziario: nonostante sia recente, riguarda ben 618 prodotti che detengono 436 miliardi di euro di attività. Segue l’Ecolabel austriaco e l’etichetta FNG, che è in crescita e interessa la regione DACH (i paesi germanofoni: Germania, Austria e Svizzera): a oggi 281 fondi hanno fatto richiesta per la certificazione FNG, che significa +60% sull’anno scorso. Il marchio è stato introdotto nel 2015 e, da allora, la richiesta e l’ottenimento è aumentato di ben sette volte.   Fonte: https://www.fondsprofessionell.de/news/vertrieb/headline/so-stark-boomt-die-nachfrage-nach-esg-fondsratings-209930/

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Dieci cose da sapere prima di investire in oro

Scritto il 04.10.2021

Oro sì o oro no? Il metallo giallo ha certamente un fascino irresistibile. Vale però la pena sfatare alcuni miti sul suo conto. Consorsbank ha individuato dieci errori in cui ci si imbatte quando si parla di oro. Li riprendiamo anche noi, rivolgendoli in positivo: ecco dieci cose che forse non sapevate sul conto dell’oro. È più pesante di quello che si crede. Ciò comporta il fatto che esistono metalli o pietre prezioso meglio trasportabili e meglio conservabili nelle cassette di sicurezza. Non è immune dalle oscillazioni di mercato. Per quanto sia un bene rifugio, infatti, il suo andamento può essere correlato (tipicamente in modo inverso) a quello del mercato azionari, ai tassi d’interesse e, soprattutto, all’andamento del dollaro, valuta nella quale è quotato. Non è un investimento complicato. È intuitivo il fatto che possedere dell’oro non richieda particolari competenze specifiche: spesso si tratta solo di avere pazienza e aspettare che si apprezzi nel corso del tempo. Resta un bene rifugio. Non si spigherebbe come mai la BCE conservi 500 tonnellate d’oro, così come l’FMI ne conservi 2.800. Al di là di qualsivoglia crisi, l’oro resterà comunque un mezzo di pagamento di grande valore. Non vale quanto il prezzo dei gioielli. Attenzione a non lasciarsi ingannare dal prezzo alto dei gioielli: l’oro necessario per realizzarli vale spesso meno. È volatile. Lo dimostrano i cali quasi improvvisi del valore nel 2013 e nel 2020: si passò, rispettivamente, dai 1.600 ai 1.200 dollari l’oncia e dai 2.000 ai 1.800. Certo, è vero che, adottando una prospettiva di lungo periodo, il valore è comunque aumentato. Influenza l’andamento delle azioni minerarie. E, dunque, si può investire su di esse con profitto. Naturalmente, questo accade con tutti i rischi del caso: il mercato azionario è altrettanto e, anzi, in molti casi ben più volatile del prezzo dell’oro. Non è scarso in natura, ma…Ma il punto è che estrarlo, stando a uno studio di Goldman Sachs, non converrà più se non si svilupperanno dei metodi alternativi entro i prossimi 20 anni. Due cifre, però, per fare capire quanto ci siano ancora grandi quantità d’oro a disposizione: oggi ne sono presenti circa 170mila tonnellate, ma nella crosta terreste e sotto i fondali marini si anniderebbe la mostruosa quantità di 30 miliardi di tonnellate d’oro. Pronti per una nuova febbre dell’oro sui fondali? È un investimento piuttosto popolare. Non solo i ricchi investono in oro: può darsi che anche qualche vostro amico o parente non necessariamente milionario lo abbia fatto. Non serve un grande conto in banca per spingere un risparmiatore a puntare sull’oro. È conveniente dal punto di vista fiscale. Uno degli aspetti più interessanti è che il guadagno della vendita dell’oro è esentasse: non è dunque necessario pagare l’IVA nelle operazioni di compravendita.   Fonte: https://www.fondsprofessionell.de/news/maerkte/headline/zehn-mythen-ueber-goldinvestments-und-die-fakten-209948/newsbild/1/ 

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Che cos’è l’Ape Social e come funziona? Scopritelo su MoneyController

Scritto il 22.07.2020

La forma di prepensionamento Ape Social erogata dall’INPS è attiva dal 2017 e a fine di quest’anno, nel dicembre 2020, terminerà la sua sperimentazione. Continuare a parlarne non è utile soltanto perché resta ancora tempo fino al 30 novembre per presentare la propria richiesta (che verrà valutata entro il 31 dicembre), ma anche perché sono in molti in rete a chiedersi in che cosa consista concretamente. Di fatto, si tratta di “un’indennità a carico dello Stato” che accompagna alla pensione alcuni specifici soggetti. Si tratta di persone infatti che hanno almeno 63 anni, 30 anni di contribuzione alle spalle e versano anche in una delle seguenti condizioni. La prima è che siano in stato di disoccupazione e non usufruiscano di un sussidio di disoccupazione da almeno tre mesi. La seconda è che abbiano una persona in carico riconosciuta dalla legge 104 del 1992. La terza è che abbiano un’invalidità superiore al 74%. La quarta è che abbiano – a differenza delle prime tre – 36 anni contributivi alle spalle e abbiano svolto negli ultimi dieci anni almeno sette anni di cosiddette attività gravose. C’è poi un particolare tipo di Ape social, detto Ape Social rosa, destinato alle madri: prevede infatti che sia applicato uno sconto sulle precedenti condizioni di 12 mesi di contribuzione per ogni figlio, con un limite massimo di due anni. MoneyController offre la possibilità di approfondire il tema nella sezione La Finanza per tutti, che si è arricchita di tre nuove voci su questa importante misura previdenziale: Ape social, requisiti, scadenza e calcolo. Facciamo un pò di chiarezza sull’argomento E se la richiesta per l’Ape social è stata respinta? L’Ape social al femminile

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