Matteo Giovagnoni

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Volatilità alle porte: suggerimenti per viverla al meglio

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 26.10.2020

Seconda ondata del Covid-19 ed elezioni americane alle porte hanno ributtato i mercati sull’ottovolante della volatilità. Alti e bassi fanno e faranno sempre parte del mondo degli investimenti per questo è bene conoscere tutti gli strumenti migliori per affrontarli. Pic e Pac restano i migliori alleati dell’investitore in ogni stagione del mercato.   Era inizio anno ed i mercati viaggiavano sull’onda di un 2019 di ripresa, con ottime performance ottenute sia degli strumenti obbligazionari che azionari.Vicino ai 1.800 punti, l’unica preoccupazione per lo MSCI WORLD era la prossima Brexit e la diatriba Siria-Usa. Quanti avevano previsto di ritrovarci nella situazione che tutti noi oggi viviamo? Nessuno. Per l’ennesima volta abbiamo la conferma cheèmeglio evitare previsioni o la ricerca del momento giusto per investire.   Quindi che fare? Meglio preferire strumenti che ci permettono di entrare sui mercati in modo graduale. I Piani di accumulo del capitale, i cosiddetti “Pac”, che permettono agli investitori di versare determinate somme un poco per volta e per un lasso di tempo medio-lungo magari se abbini ad un Piano di investimento di capitali (Pic ).   PIC e PAC: le performancea confronto Solitamente se si parla di Pac si parla anche di Pic. Le due soluzioni vanno spesso a braccetto venendo confrontate tra loro. Questo perché rappresentano due distinte scelte finanziarie. Il Pic – Piano di Investimento di Capitale – corrisponde ad un investimento in un’unica soluzione, particolarmente indicato per il risparmiatore che dispone di una certa somma fin da subito. II Pac invece come abbiamo visto consiste nell’investimento di somme nel tempo, con regolarità. Quindi la discriminante tra i due riguarda solo l’esistenza o meno di un capitale iniziale da poter investire? Sì certo, ma la differenza cruciale sta in realtà nella modalità d’investimento: la gradualità d’entrata sul mercato del Pac lo rende più indicato in caso di mercati incerti. Un esempio? Se avessimo investito in un portafoglio azionario a gennaio 2008, durante la crisi dei mutui subprime, oggi, a distanza di anni, il Pac ci avrebbe permesso di guadagnare più rispetto al Pic ma soprattutto ci avrebbe permesso di attenuare la volatilità e quindi lo stress emotivo. Entrare gradualmente sui mercati è la soluzione migliore per combattere l’emotività Storicamente cercare di uscire dal mercato nei momenti di discesa per rientrare “al momento giusto” dà la garanzia che si perderanno le migliori opportunità del periodo. Statisticamente i migliori giorni di mercato avvengono durante forti ribassi, e la matematica è ancora più crudele con gli amanti del market timing in un orizzonte temporale di 5 anni, vedendo performance dimezzate e perdite raddoppiate. Ma c’è un modo per evitare a priori emotività ed errato “market timing”, basta puntare su strumenti come i Piani di accumulo del capitale, che in un contesto come quello attuale riescono a: Negli investimenti di successo quindi più che cogliere il momento giusto o l’azienda che esploderà nei prossimi anni conta il “tempo nel mercato”: cioè quanto rimaniamo investiti. Facile a dirsi, un po' meno a farlo soprattutto in momenti come l’attuale pandemia: non sappiamo quale sarà l’evoluzione dei contagi e quando tutto questo finirà davvero. Sfortunatamente, abbandonare la nave però aumenterebbe di molto il rischio di “mancare” le migliori giornate sui mercati, danneggiando irreparabilmente la performance dei nostri investimenti. Ed è per questo che quando si adotta una strategia d’investimento conviene seguirla sempre, anche quando sembra che le cose non vadano benissimo. Ecco perché il Pac – ma anche il Pic- che puntano ad avere un orizzonte temporale superiore ai cinque anni, sono tra le soluzioni migliori per combattere gli alti e bassi dei mercati. Quindi meglio il Pac o il Pic?   La domanda se la pongono in molti. Gli italiani secondo la Covip preferiscono di gran lunga i Pic per far fruttare la capitalizzazione composta da subito. Ma Pic e Pac anche se spesso messi in contrasto tra loro non lo sono affatto: nulla vieta di combinare le due strategie d’investimento. Un grande classico è infatti iniziare a investire con un capitale precedentemente accumulato e poi, mano a mano che si risparmia, investire somme inferiori tramite un PAC. Morale della favola Questo il succo: l’evidenza empirica è che i PAC hanno un rischio inferiore ai PIC, soprattutto su archi temporali medi e brevi; il risultato medio atteso è simile (tenete presente che si parla di investimenti, per i quali l’alea ha un ruolo importante); il PAC distoglie l’attenzione dal market timing, aiutando dal punto di vista psicologico l’investitore a mantenere la rotta giusta; il PAC si può tranquillamente combinare con il PIC; bisogna stare attenti ai costi (come sempre); in definitiva è un’ottima strategia che consente di costituire un capitale investendo i risparmi (anche piccoli) con gradualità e poco stress.   Rivolgersi ad un professionista resta la migliore idea per avere un miglior approccio agli investimenti, una coerente pianificazione con gli obiettivi personali ma soprattutto per aver un punto di riferimento qualificato.

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Guadagni facili in tempi brevi: mix fatale

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  • Formazione/Educazione Finanziaria
Scritto il 19.10.2020

Negli anni ’80 Attrazione fatale fu un film che fece scalpore e successo, cosa che non succede quando si viene attratti dal connubio fatto da investimento con alti rendimenti, in pochi giorni e senza alcun rischio. Soprattutto in periodi di stress per i mercati impazzano ovunque fenomeni che promettono miraggi finanziari con investimenti da sogno, che spesso, se non sempre fanno vivere incubi ai malcapitati a volte anche illustri. E’ di fine agosto notizia che Antonio Conte, allenatore dell’Inter, sta cercando di recuperare circa 30 milioni di euro che aveva investito con un broker italiano in Inghilterra, e ce ne sono altri tutti accomunati dai stessi sistemi e prodotti utilizzati. Azioni, forex e criptovalute Gli strumenti finanziari più proposti sono i titoli azionari, le valute e le modernissime criptovalute (bitcoin e simili) attraverso sistemi che promettono sempre grandi guadagni, sicuri e a volte anche senza rischio. Ma attenzione, la mia non è una critica contro i 3 strumenti, anzi. Come ogni cosa di questo mondo è l’utilizzo che ne fa la differenza. Il contesto e l’attrazione fatale dell’impossibile Il mondo economico che caratterizza l’ultimo quinquennio ha dato un bel colpo alle certezze che guidavano le scelte di investimento di genitori e nonni. I concetti di Rendimento garantito, obbligazioni sicure e redditizie sono stati abbattuti da rendimenti garantiti molto bassi, nulli o addirittura negativi. Qui si insinua la tentazione nel provare l’offerta “imperdibile” e approfondire quella mail o telefonata che attrae con il fascino del lauto guadagno in tempi brevi.   Oggi il tempo breve non da rendimenti La recente scadenza dei Bot (titolo di stato italiano ad un anno) a Marzo 2020 ha visto proporre un rendimento dello 0,07% a scadenza e sono ancora peggiori i rendimenti proposti da Stati più solidi come la Germania. Ma quanti valutano partendo da queste conoscenze? Troppo pochi, visto che sono tante se non troppe le persone che ogni giorno incappano in investimenti pericolosi come quelli proposti a Conte. Il perchè? La risposta sta nella mancanza di una adeguata cultura finanziaria.   Per costruire una casa si parte dalle fondamenta, per iniziare a leggere e scrivere dalla conoscenza dell’alfabeto, nella stessa maniera, per investire e farlo in modo consapevole è fondamentale conoscere la base della finanza. NON ESISTONO PASTI GRATIS IN FINANZA, non esiste quindi rendimento senza rischio. Rischio e rendimento sono i due ingranaggi cardine delle performance negli investimenti e combaciano sempre alla perfezione. Ti ricordi il rendimento del Bot? La cultura finanziaria va quindi formata e coltivata costantemente, anche attraverso le giuste fonti. Non amici e parenti, ma siti istituzionali e professionisti riconosciuti, qualificati e presenti su territorio e in rete. La mia ambizione con questo articolo e l’attività personale, attraverso Moneycontroller e i miei social media, è proprio quella di divulgare in maniera semplice cultura finanziaria fornendo un punto di riferimento super partes e sempre lato investitore. L’esperienza annuale nel settore mi ha fatto rafforzare la convinzione che la ricetta per un piano finanziario vincente si componga di 3 fattori: Eccellenti strumenti finanziari; Un ottimo consulente finanziario; Un Investitore Intelligente. I primi due, non scontati, sono insufficienti da soli perché investire è un gioco a 3. Serve un consulente che proponga un valido processo di investimento, servono soluzione di investimento che siano le migliori che il mercato metta a disposizione ma soprattutto serve la condivisione ATTIVA di tutto con un Investitore consapevole che abbia chiari gli obiettivi, conosca i tempi di realizzo, i rischi assunti ed i costi sostenuti. L’Investitore Intelligente è così parte proattiva del proprio piano finanziario, è parte integrante del metodo di investimento è non più comparsa ma protagonista. Consulente ed investitore devono quindi viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda per tutto il percorso d’investimento, poi i risultati arriveranno da soli.

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Bolla e tecnologia

Scritto il 05.10.2020

L'8 settembre, il patrimonio netto del fondatore di Tesla Elon Musk è crollato di 16 miliardi di dollari, la più grande perdita di un giorno per un membro del Bloomberg Billionaire Index. Anche il fondatore di Amazon Jeff Bezos ha sentito il dolore, perdendo 7,9 miliardi di dollari. Il bagno di sangue è continuato per tutta la settimana, spingendoci a considerare il relitto tecnologico del 2000/01. Durante la fine degli anni '90 Internet ha creato un enorme senso di euforia sia per le aziende che per gli investitori e ha ispirato grandi speranze per il futuro online e connesso. Con tutto il clamore che circonda queste attività, gli investitori presumevano che le società che operavano online fossero vincitrici garantite e avrebbero avuto un valore di miliardi. La semplice aggiunta di ".com" alla fine di un'attività valeva centinaia di milioni di capitalizzazione di mercato. Come tutti i casi di estremi, questa euforia incontrollata si è interrotta bruscamente con lo scoppio della bolla tecnologica, lasciando gli investitori di fronte a perdite molto ripide e diverse aziende tecnologiche costrette alla bancarotta. Tra marzo e aprile 2000, in meno di un mese, sono evaporati quasi mille miliardi di dollari di valore delle azioni. Secondo Bloomberg, durante il Super Bowl del 2000, 17 società di dotcom hanno pagato 44 milioni di dollari per spot pubblicitari. L'anno successivo, rimasero solo 3 società disposte, o meglio in grado, di pagare per gli annunci durante il gioco.   Potrebbe esserci dell'altro, ma sono tre gli elementi principali che portano allo scoppio della bolla:   L'uso di metriche di valutazione che ignorano il flusso di cassa. Durante il boom tecnologico, molti analisti si sono concentrati su parametri che non avevano nulla a che fare con il modo in cui l'azienda generava profitti. Ad esempio, la preoccupazione per la "teoria della rete" che affermava il valore di una rete è aumentata in modo esponenziale con l'aumento della serie di computer che ospitano la rete. Ciò di cui non tiene conto è la capacità dell'azienda di monetizzare questa rete e generare denaro da essa. Raggiungere valutazioni estreme e titoli sopravvalutati. Quando le valutazioni evitano l'ancoraggio del flusso di cassa, possono raggiungere qualsiasi altezza richiesta dalle nuove metriche. Ciò include il riferimento alla valutazione esclusivamente entrate o EBITDAC pro-forma (guadagni prima di interessi, tasse, deprezzamento, ammortamento e COVID; aggiustato per la compensazione delle azioni e qualsiasi altro fastidio scomodo). Allora come oggi, spesso sembra che l'unico limite a una valutazione sia la creatività per definire una nuova misura. Questo è spesso giustificato dal fatto che queste misure "new age" funzionano… almeno durante i mercati rialzisti. Affollamento: durante una bolla, gli investitori istituzionali e al dettaglio, allo stesso modo, spesso si accumulano negli stessi settori che stanno "lavorando". Wall Street normalmente obbliga creando prodotti per soddisfare la domanda, sia che si tratti di nuovi fondi (attivi e passivi) focalizzati sui settori caldi, sviluppo della partecipazione azionaria frazionata, negoziazione a zero commissioni, IPO di società nei settori favoriti e rapporti di ricerca rialzisti questo spiega perché la situazione ha un senso. Queste potenti forze combinate con l'osservazione della continua ascesa dei settori caldi si traducono in un inevitabile affollamento in quel settore. I titoli "CIMQ" (Cisco, Intel, Microsoft e Qualcomm) sperimentati negli ultimi anni '90 sembrano stranamente paragonabili ai FAANG di oggi. Ogni bolla è diversa Le società tecnologiche che guidano la maggior parte del rendimento dell'indice globale di oggi sono fatte di cose più forti rispetto ai loro antenati nel 2000. La bolla tecnologica del 2000 era composta da titoli concettuali che, in molti casi, non erano altro che un'idea su una presentazione PowerPoint. Il posterchild dei tempi era Pets.com, che è stato incorporato nel febbraio 99, ha raccolto $ 82 milioni tramite un'IPO nel febbraio 00 ed è stato liquidato nel gennaio 01. I titoli di oggi sono molto più resistenti, molti dei quali generano entrate e hanno modelli di business praticabili. Ad esempio, Chewy.com (l'odierna attività di e-commerce per animali domestici), genera entrate> $ 5 miliardi ed è un'attività reale e sostenibile. Tuttavia, questo racconta solo una parte della storia. Con una capitalizzazione di mercato di quasi 24 miliardi di dollari, deve essere molto più che sostenibile, Quello che abbiamo ora sono alcune delle aziende più grandi e redditizie che il mondo abbia mai visto Dal 2015, quasi tutti i guadagni dell'S & P 500 provenivano da quattro azioni. Facebook, Amazon, Alphabet (genitore di Google) e Netflix (improbabile che Netflix fosse un fattore chiave). Queste sono aziende meravigliose con una crescita apparentemente incontrastata, che è stata rafforzata solo dalla rivoluzione digitale legata a COVID. Tuttavia, anche le aziende meravigliose hanno un valore equo, che dovrebbe essere ancorato a qualcosa, con quel qualcosa che è FCF piuttosto che ottimismo e storie. Prendi Apple per esempio. Il valore aziendale dell'azienda è di US $ 2T, che è più del valore complessivo dell'intero mercato azionario italiano.Apple attualmente genera $ 73 miliardi di FCF in crescita del 2% all'anno. Sulla base di queste cifre, il rimborso di un investimento in Apple è di circa 20 anni. Nel vuoto, consideriamo questo un ritorno non autentico e ancor di più se consideriamo la storia a scacchi delle precedenti società di hardware di consumo dominanti (Motorola, Nokia e Blackberry). Qualcuno può veramente dire con la mano sul cuore che Apple continuerà a dominare i suoi mercati e generare FCF in crescita tra 20 anni? In caso contrario, potresti non recuperare mai i tuoi soldi in base alle valutazioni correnti.   A dire il vero, non si prevede la fine di Apple ma è bene ricordarsi che la valutazione è importante e la storia dimostra che anche i beniamini del mercato possono tornare sulla terra. Negli anni '60 e 70 è stato il Nifty Fifty a soccombere alla fine all'attrazione gravitazionale delle valutazioni, negli anni 2000 era il CIMQ e i candidati di oggi sono i FAANG e le azioni correlate. I rischi nel mercato, e in particolare negli Stati Uniti, sono aumentati.Gli impatti in corso della pandemia COVID-19, l'incertezza che circonda le imminenti elezioni statunitensi, la continua escalation delle tensioni tra Stati Uniti e Cina e il risultato finale sconosciuto di una politica monetaria globale promiscua sono esempi delle sfide che gli investitori devono affrontare. Il rischio potenziale più grande per la tecnologia è l'arrivo di un vaccino che potrebbe mostrare la vera resilienza di questo "nuovo normale" mondo digitale. Le persone vorranno ancora fare riunioni Zoom? Lavoreranno ancora da casa la maggior parte della settimana? I risultati sono difficili da prevedere, ma quello che possiamo fare è prendere le esperienze del passato e applicare queste lezioni al futuro. Costruire piani finanziari coerenti con i propri obiettivi iniziali e “aggiornarli “periodicamente resta l’unica certezza adatta ad ogni investitore di ogni periodo, e le competenze di un professionista diventa il grande valore aggiunto in un mondo in continua costante e veloce evoluzione.  

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Biden vs Trump: chi guida i sondaggi elettorali statunitensi del 2020?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 30.09.2020

Nella notte italiana si è tenuto il primo dibattito tra i candidati alla Casa Bianca. Molte le interruzioni con il presidente Trump che ha attaccato a testa bassa, ma Biden che ha tenuto testa. È stato un dibattito senza esclusione di colpi. A poche settimane dalle elezioni presidenziali statunitensi, l'ex vicepresidente Joe Biden, il candidato del partito democratico, sta attualmente mettendo sotto pressione il presidente repubblicano in carica Donald Trump negli stati chiave del campo di battaglia. Nei 90 minuti di dibattito, forte per i toni, sono stati 6 i punti affrontati: Corte Suprema; Gestione dell’emergenza Covid-19; Economia; Rivolte razziali; Integrità delle elezioni; Le rispettive carriere politiche Si è chiaramente anche parlato di tasse ed aziende, e ad oggi questa sarebbe la situazione andando al voto: I sondaggi nazionali mostrano che Biden ha un vantaggio significativo. Gli anziani bianchi in particolare, un gruppo che ha contribuito a spingere Trump alla vittoria nel 2016, hanno mostrato segni di disapprovazione nei confronti della gestione della pandemia da parte del presidente in carica. Biden, inoltre, detiene un vantaggio sostanziale tra gli elettori latini, una demografia in crescita in stati come l'Arizona e la Florida. Dal punto di vista dei mercati, l’impressione è che non sia piaciuto il tono del dibattito (mai così aggressivo nella storia) ma soprattutto l’alone di caos che paventa possibili elezioni contestate. La riprova del sentimento non positivo sta nella discesa modesta dei futures americani e relativo strascico nei listini asiatici ed europei intimoriti però anche dai casi di Covid in palese aumento. Sicuramente le elezioni americane saranno un viatico per la fine di questo 2020 già complesso di per sé, ma negli ultimi mesi abbiamo imparato che i mercati tendono nel breve a muoversi più su fattori psicologici che sui reali fondamentali ma soprattutto che le banche centrali hanno ormai adottato politiche iper accomodanti come “vaccino” per la pandemia finanziaria. Manca poco più di un mese alle elezioni ma sicuramente gli argomenti di dibattito non mancheranno se i presupposti sono questi. Ancora una volta gli investitori di breve si troveranno a dover fronteggiare tensioni ed incertezze dovute ad eventi binari repentini ed impattanti. Diventa essenziale pianificare, darsi degli obiettivi e dei coerenti orizzonti temporali ma soprattutto approcciarsi al rischio in maniera coerente a questi presupposti.  

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L'estate dei mercati finanziari

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 14.09.2020

Sotto l’ombrellone ci ricorderemo di agosto come uno dei migliori di sempre anche se la volatilità è tornata a farsi sentire. Pesa sui mercati la continua evoluzione dei contagi e l’incertezza sulla ripresa economica dei Paesi. La Fed, per la prima volta nella storia, cambia la propria politica monetaria per sostenere in ogni modo l’economia americana mentre il dollaro continua a perdere colpi contro l’euro.  Le materie prime, come oro e argento, registrano invece livelli record, ma anche bruschi crolli. Tutto sommato questa del 2020 resta un’estate incoraggiante per i listini di tutto il mondo. Luglio e agosto hanno cancellato tutte le perdite nelle borse causate dal. I cinque big del tech, Apple, Amazon, Microsoft, Alphabet e Facebook continuano a trainare Wall Street; i listini europei registrano il miglior agosto dal 2009, mentre i mercati asiatici beneficiano della netta ripresa dell’economia cinese. L’incertezza però la fa da padrona, restando sempre in agguato, basta guardare all’intensa volatilità che ha caratterizzato le Borse di tutto il mondo nelle ultime settimane. RIPARTENZA A STELLE E STRISCE I consumatori americani sembrano trainare la ripresa dell’economia statunitense, che si confermano il motore di crescita della produzione a stelle e strisce. Le spese sono salite nel secondo trimestre del 4,7%, sopra le attese. In aumento anche gli utili delle aziende in crescita, sempre nello stesso periodo, del 4,8% e la produzione manifatturiera, che registra a luglio livelli al di sopra delle aspettative. Anche la Federal Reserve, la Banca centrale americana, ha deciso di mantenere invariati i suoi strumenti di politica monetaria. La Fed infatti ha confermato a luglio i tassi d’interesse nell'intervallo tra lo 0 e lo 0,25%. Durante la riunione di agosto ha inoltre annunciato un cambiamento nella sua strategia di inflazione. Dopo lunghi periodi sotto il 2%, la politica monetaria punterà a «un’inflazione moderatamente sopra il 2% per qualche tempo». Dopo trent’anni, in cui i tassi di interesse venivano alzati preventivamente ogniqualvolta fosse necessario evitare un aumento dell’inflazione, da adesso in poi si accetterà una crescita dell’inflazione più alta allo scopo di tendere alla piena occupazione. LA BCE E L'APPROCCIO "WAIT AND SEE" Parlando di Europa, oltre al summit del Consiglio europeo, l'appuntamento cruciale per i mercati è stato rappresentato dalla riunione della Banca centrale europea del 17 luglio. Non ci si aspettava molto, ma in ogni caso gli investitori hanno avuto una rassicurazione in più. Francoforte ha lasciato invariati tutti gli strumenti di politica monetaria decisi finora per contrastare l’impatto economico della pandemia. Confermato il volume di acquisti temporanei nell’ambito del Pepp a quota 1.350 miliardi complessivi. Lo spread Btp-Bund, in seguito alla pubblicazione del comunicato Bce, ha preso la via verso il basso. CINA IN RISALITA Vola l’economia cinese: gli utili delle sue imprese hanno registrato un +20% mensile a luglio. I profitti dell’industria sono balzati del 19,6%, si tratta del tasso di crescita più alto da giugno 2018. Sopra le aspettative anche l’indice Caixin sulla manifattura di luglio in crescita per il quarto mese consecutivo. VALUTE: EURO-DOLLARO DA RECORD Il dollaro continua a svalutarsi. Tanto che il cambio con la Moneta unica torna sui livelli di settembre 2018, grazie soprattutto al massiccio sell-off scatenatosi sul biglietto verde. Il Dollar Index nell’ultima settimana di luglio ha perso ben due punti. Come mai? Tutto è da ricondursi alle politiche espansive e i dati macroeconomici europei nettamente migliori rispetto a quelli Usa. Ora si attendono novità dalla Bce, che deve cercare di mantenere il cambio favorevole all’economia europea. COMMODITY: ORO E PETROLIO A luglio l’oro si è avvicinato a nuovi massimi che non si vedevano dal 2011: il lingotto ha guadagnato da inizio anno oltre il 23%. Il forte aumento dei pacchetti di stimolo delle banche centrali di tutto il mondo, l’incertezza relativa alle ricadute della pandemia e le rinnovate tensioni sino-americane ne hanno accelerato la crescita, che si è fermata a metà agosto, quando il prezioso metallo ha subito un crollo delle quotazioni. Continua a salire invece l’argento, che ha mantenuto il suo trend positivo dopo il crollo di marzo. Le quotazioni di entrambi risultano in ogni caso molto volatili. Il greggio ad agosto ha guadagnato terreno, con prezzi sostenuti dalle aspettative di stimolo degli Stati Uniti e un rimbalzo della domanda asiatica dopo il riavvicinamento con Trump. Futures sul petrolio Wti di ottobre stabili sopra i 40 dollari a barile. AGGIORNAMENTO LAZY PORTFOLIO Nel processo di investimento che propongo, sono 2 gli approcci cardine: Goal based approach, investire per obiettivi  Life Cycle approach, investire seguendo il ciclo della vita. Ogni situazione avrà una adeguata soluzione. Nella costruzione, anni di studi e letture mi hanno portato ad adottare dei fondamenti come: non fare market timing, nessuno sa il momento giusto non fare previsioni su cosa succederà al mercato, nessuno sa cosa succederà domani risk parity, ogni asset ha il suo rischio e va pareggiato con le altre diversificazione e decorrelazione tra le parti Ho creato 3 portafogli modello che aggiorno periodicamente qui: LOW RISK , profilo prudente INTERCROPPING, profilo bilanciato MAX DIVERSIFICATION, profilo dinamico

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Esigenze ed obiettivi finanziari: quando il portafoglio di investimento è lo specchio della vita

Scritto il 12.08.2020

  Perché investo? E’la domanda che dobbiamo farci prima di sottoscrivere un investimento. Spesso la vita umana viene paragonata ad un viaggio, con tutte le complicazioni e difficoltà del caso ma anche con le soddisfazioni raggiunte. Alla stessa maniera la vita finanziaria di un individuo avrà differenti mete in base all’età, alle aspettative e desideri. Il compito del consulente finanziario è quindi, quello di dettagliare l’obiettivo, tracciare la miglior rotta finanziaria ed emotiva, e portare l’investitore alla soddisfazione e realizzazione.    Ogni processo si compone di sequenze consecutive necessarie per il raggiungimento dell’obiettivo. Immaginate di essere uno dei tecnici responsabili del recente lancio della Space X. Prima del countdown che tutti abbiamo visto in tv ci sono state una miriade di fasi da dover curare, in maniera maniacale, per arrivare al lancio. Altrettante fasi sono state prestabilite e seguite durante il volo ed il conseguente ammaraggio. Tutto per rendere perfetta questa esperienza. Ora immaginate di essere lo stesso tecnico, e di aver direttamente premuto il pulsante di start. Ci sarà sufficiente carburante per il volo? Quale traiettoria farà il modulo spaziale? Dove atterrerà? Partireste a queste condizioni? Spesso sento parlare propensione al rischio, rendimenti attesi, indice di volatilità, o peggio ancora direttamente di rendimento parlando di investimenti. Ma sono realmente queste le domande che gli investitori devono porsi per la realizzazione di un portafoglio ottimale? No, investire è molto di più. Ogni soluzione d’investimento è un veicolo per la realizzazione dei vostri, nostri bisogni finanziari. Investire significa progettare e dare forma ai propri sogni: La finanza comportamentale sostiene che in base a vari fattori variano le esigenze. Gli obiettivi finanziari dipendono quindi da molti fattori: età, occupazione, stile di vita, posizione sociale, caratteristiche personali… in poche parole, il nostro personale ciclo della vita, e i bisogni hanno il compito di rispecchiarlo. personale ciclo della vita, e i bisogni hanno il compito di rispecchiarlo. Ad ogni bisogno il suo portafoglio Prima abbiamo ho scritto di processo e fasi per investire, ora vediamo come si procede per la giusta costruzione di un piano finanziario. “Cosa vogliamo ottenere?” è questo il punto di partenza. Dedicare il giusto tempo alla risposta, dettagliarla e farla propria diventa essenziale per costruire solide fondamenta al piano finanziario, per poi modellare gli “ingredienti di base” che ci aiutano nella costruzione del nostro portafoglio d’investimento: Propensione al rischio, rendimenti attesi, indice di volatilità, diversificazione, decorrelazione ed altri tecnicismi. Ecco, abbiamo creato una soluzione ma attenzione, ogni obiettivo necessiterà di un customizzazione.   L’immagine sotto è la piramide dei bisogni, con alcune aggiunte personali a titolo esemplificativo. E’ evidente come sia sbagliato usare la stessa struttura di asset allocation sia per la previdenza che per acquistare casa o pianificare i risparmi per gli studi universitari futuri dei figli. Il portafoglio di investimento come specchio di un bisogno della vita, così scrivo nel titolo perché la pianificazione finanziaria basata sui bisogni è per definizione un processo olistico, che pone al primo posto gli interessi e i valori della persona e si pone come obiettivo primario di incrementare il livello di soddisfazione della vita e il benessere finanziario. Pianificazione finanziaria, quindi, non solo focalizzata sui numeri ma anche e soprattutto su chi siamo e su che cosa desideriamo concretamente per noi e per i nostri cari.

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Consulenza a tutto tondo

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 29.07.2020

In tempi di incertezza, i risparmiatori italiani sono sempre più interessati ad una “consulenza a tutto tondo”. Tendono a coinvolgere i consulenti nella gestione non solo degli investimenti finanziari, ma di tutto il patrimonio familiare: protezione del “capitale umano”, situazione previdenziale, valutazione degli immobili e la pianificazione successoria.        La complessità del mondo finanziario e la mutevolezza del contesto economico sta aumentando progressivamente il numero delle famiglie italiane che si rivolgono alla figura del consulente finanziario. Una professione che si sta sempre più spingendo verso un servizio consulenziale di qualità elevata e con soluzioni "taylor made" in base alle esigenze del risparmiatore. Molto interessante a riguardo è lo studio fatto da SWGin collaborazione con CNPPartners(società del Gruppo CNP Assurances) che evidenzia come su un campione di intervistati il 50% si rivolge ad un consulente finanziario per la gestione dell'intero patrimonio familiare. I risparmiatori italiani e le loro aspettative nel rapporto con i consulenti finanziari Naturalmente le aspettative nei confronti dei consulenticambiano a seconda del profilo dei singoli risparmiatori: • I più “audaci” e attivifra gli investitori, in maggioranza uomini, di età compresa fra i 55 e i 70 anni, lavoratori autonomi o in pensione, si aspettano dai consulenti tempestività e un approccio imprenditoriale e versatile. Si tratta di investitori con un profilo di rischio più elevato, orientati prioritariamente verso investimenti che si apprezzino nel tempo (nel 42% dei casi), secondariamente verso la protezione il capitale (29%). Monitorano il loro portafoglio d’investimento con grande frequenza, in media 2,5 volte a settimana. Sono fra gli investitori più interessati ad una consulenza “a 360° gradi” da parte dei consulenti: nel 55% dei casi per la scelta delle coperture assicurative personali e per la famiglia, nel 54% per l’analisi della situazione previdenziale, nel 43% per l’analisi del patrimonio immobiliare e nel 38% dei casi per la pianificazione successoria. • I risparmiatori prudenti, in maggioranza uomini di età compresa fra i 35 e i 44 anni, lavoratori autonomi con reddito alto, cercano invece nei consulenti, a cui si rivolgono nel 40% dei casi, autorevolezza e facilità di accesso. Si tratta di investitori più “conservativi”, che nel 61% dei casi puntano a proteggere il capitale, mentre nel 25% puntano ad incrementarlo nel tempo. Monitorano l’andamento dei loro investimenti 1,3 volte a settimana. È interessante notare che il 23% di loro segnala che le scelte di investimento sono influenzate anche dalla “comprensibilità” dei prodotti. Uno su due, secondo lo studio, si rivolge al suo consulente anche per la scelta delle polizze a protezione della persona, mentre il 32% apprezza il supporto nella valutazione deli immobili e il 24% per la pianificazione della successione. • I risparmiatori parsimoniosi, in maggioranza donne con reddito da lavoro dipendente, di età compresa fra i 35 e i 54 anni, si rivolgono ai consulenti nel 22% dei casi, e si aspettano empatia, oltre alla reperibilità e alla preparazione tecnica. Per quanto riguarda gli obiettivi d’investimento, nel 56% dei casi sono interessati a proteggere il capitale, mentre il 33% punta ad una crescita di valore nel tempo. La comprensibilità dei prodotti è un tema sollevato dal 27% degli intervistati. Il 53% di questi risparmiatori è propenso a coinvolgere i consulenti nella scelta delle coperture a protezione del capitale umano, il 45% nell’analisi della situazione previdenziale e il 30% rispettivamente nella valutazione degli immobili di proprietà e della successione. . • Gli edonisti, ovvero i più estranei al mondo degli investimenti finanziari, sono in maggioranza uomini, di età compresa fra i 55 e i 64 anni, che vivono nel 67% dei casi una situazione economica poco soddisfacente. Si rivolgono ai consulenti finanziari solo nell’11% dei casi, in cerca di un supporto esperto, soprattutto per proteggere il capitale (48% dei casi). La complessità dei prodotti finanziari è per loro un tema di particolare rilevanza, evidenziato da circa il 30% degli intervistati. Si tratta anche dei risparmiatori più interessati ad un supporto consulenziale “allargato”: dalla scelta di coperture assicurative in linea con i loro bisogni (58%), alla valutazione della situazione previdenziale (54%), alla pianificazione successoria (41%), alla valutazione degli immobili (29%). Insomma c'è sempre più richiesta di consulenza finanziaria, ma soprattutto di qualità e polivalenza nei servizi proposti. Ecco perché dedico molto del mio tempo alla formazione ed all'aggiornamento quotidiano, allargando più possibile le collaborazioni con professionisti di qualità e complementari alla mia attività. Tutto mettendo a disposizione dei miei clienti e non ogni canale possibile di contatto con me perché anche tutto questo significa "fare" CONSULENZA FINANZIARIA OGGI.  

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C’è una frase di Keynes che potrebbe sintetizzare i primi sei mesi del 2020:

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 08.07.2020

  “I mercati possono restare irrazionali molto più a lungo di quanto tu possa restare solvente” Era il 23 Marzo e i mercati globali toccavano il minimo dopo una discesa violenta e profonda degna del più feroce orso finanziario. Una zampata che ha dilaniato ogni certezza lasciando tutti disorientati. Facendo una breve cronistoria: Il Coronavirus che guardavamo alla tv inizia ad entrare nel quotidiano di tutti, si parla di pandemia ed è il panico. L’incertezza colpisce anche tutti i Governi mondiali che decidono di adottare la misura più sicura, il Lockdown Tutti si fermano, il mondo, l’economia e il sistema produttivo si bloccano come fossero ibernati. Dopo la paura, ed il panico escono i primi dati economici. La sentenza di un disastro con livelli di disoccupazione alle stelle, famiglie in difficoltà e tessuto economico in sofferenza - 35% è il punto in cui si ferma la discesa dell’indice americano S&P500 mentre in Italia si arriva a quasi - 41% in un mese, uno dei cali più forti e rapidi della storia. Tutto sembra nero, il mondo sembra finire ed i mass media alimentano il sentimento negativo A questo punto i principali Governi entrano in gioco con misure coordinate di sostegno e attività diretta delle Banche Centrali. La Fed è stata la più velocerispetto all’Europa, di cui ancora attendiamo sviluppi. Alcuni Governihanno fornito sussidi alla popolazione sotto forma di veri e propri bonifici sui conti correnti, prestiti a tassi praticamente nulli, moratorie sui mutui, spostamento delle scadenze fiscali, insomma a differenza di crisi precedenti, si è agito subito ed in modo imponente. Ed oggi a che punto siamo? Praticamente lo S&P500 è a pochi punti dal massimo di Febbraio, tutti i principali indici hanno reagito in maniera più o meno forte. Addirittura il Nasdaq è in territorio positivo. Ora, sinceramente quanti pensavano possibile una ripresa del genere? Ancora una volta il mercato da gli stessi insegnamenti: Il mercato nel breve termine è profondamente irrazionale Il mercato sistematicamente smentisce le previsioni nel breve termine Il mercato ha sempre ragione, cercare di governarlo o prevederlo è devastante per gli investimenti Questo è il mercato e sicuramente vedremo altri cali ma anche riprese. Sicuramente ci attendono altre situazioni nel prossimo futuro di incertezza: approvazione Recovery fund europea elezioni USA a novembre incontri Opec sul petrolio dati sui PIL reali di tutti i Paesi in negativo Insomma molte ancora sono le incognite e sempre sarà così. L’unica via per affrontare tutto al meglio è munirsi di una solida pianificazione e di un robusto protocollo di investimento. Adottare una giusta asset allocation iniziale per profilo di rischio e orizzonte temporale, munirsi di nervi saldi e consapevolezza e soprattutto mantenere il focus verso il proprio obiettivo di investimento è la ricetta ed il vaccino polivalente per ogni crisi. A sei mesi ecco l’aggiornamento al 30 Giugno dei Lazy portafoliocreati da me che aggiorno settimanalmente sul profilo Twitter iFin: LowRisk  + 4,47% bilanciato prudente Intercropping + 3,59% bilanciato moderato MaxDiversification – 6,9% bilanciato aggressivo

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L’Alpha del consulente

Scritto il 02.07.2020

  In un mercato finanziario sempre più incerto e dominato dalla complessità, si rafforza l’esigenza di affidarsi a professionisti con competenze ben precise. Un atteggiamento che premia in tutti i campi. A maggior ragione quando si tratta di gestire i risparmi da destinare a progetti che riguardano la propria famiglia, il proprio futuro o quello dei figli, i risparmiatori ricercano i consulenti finanziari più preparati.   Ruolo del consulente finanziario oggi Sebbene continui a rafforzarsi la convinzione che la consulenza finanziaria sia una scelta sempre più indispensabile per chi investe, è diverso, rispetto a prima, il modo nella quale la si valuta. Se questo fino a poco tempo fa si basava quasi esclusivamente sulla capacità del consulente di battere un benchmark, ora si è compreso che il valore di un professionista deve essere opportunamente misurato dall’impatto che i suoi servizi possono esercitare sui risultati finanziari degli investitori.   Nuove metriche e ricerche specifiche hanno evidenziato che le relazioni interpersonale della consulenza possono esercitare un impatto maggiore sulle finanze di una persona rispetto a qualsiasi altro aspetto. Questa prospettiva favorisce servizi come il coaching comportamentale – cioè l’aiutare i risparmiatori a mitigare i loro pregiudizi e a mantenere l’investimento in portafoglio per rispettare la pianificazione – e la consulenza personalizzata rispetto agli aspetti tradizionali come massimizzare i rendimenti e l’asset allocation.   Lo studio sul Valore della Consulenza di Morningstar,( ‘The Value of Advice_ What Investors Think, What  Advisors Think, and How Everyone Can Get on the Same Page’), è basato su un sondaggio che ha coinvolto 693 singoli investitori e consulente che hanno classificato una serie di fattori comuni. Dallo studio emerge che le distanze maggiori nella percezione del valore tra investitori e consulenti sono da ricercarsi negli item ‘Può aiutarmi a massimizzare i miei ritorni’, ‘Mi aiuta a mantenere il controllo delle mie emozioni’ e ‘Comprende me e le mie esigenze uniche’. Differenze di percezione che meritano una riflessione sul rapporto investitore – consulente. Un approccio basato sugli obiettivi può aiutare il consulente a spiegare la necessità di rimodulare l’esposizione del portafoglio per ridurre i pericoli insiti nella massimizzazione dei rendimenti, in particolare la possibilità di un rischio aggiuntivo. Con un’adeguata comunicazione, il consulente può aiutare il cliente a capire perché un approccio basato sugli obiettivi, che riallochi i suoi fondi in investimenti a basso rischio, sia l’opzione migliore nella sua situazione specifica, poiché può aumentare le sue possibilità di successo. Gestione emotiva e coaching comportamentale mirano così a generare un comportamento virtuoso nel risparmiatore. Anche l’Advisor’s Alphadi Vanguard si concentra su come la consulenza possa migliorare la soddisfazione del risparmiatore. https://personal.vanguard.com/pdf/ISGAA.pdf Il concetto dell’Advisor’s Alpha di Vanguard nato nel 2001 e sviluppato negli anni, delinea il modo in cui i consulenti possono aggiungere valore (il cosiddetto alfa), fornendo servizi orientati alle relazioni. L’analisi mostra come indipendentemente dalla competenza del consulente, il percorso verso risultati di investimento migliori potrebbe non risiedere nella capacità di scegliere investimenti o strategie. La ricerca, infatti, misura il valore aggiunto da sette pratiche nella gestione patrimoniale: allocazione patrimoniale pianificazione ribilanciamento asset allocation controllo dei costi investimenti total return rispetto a investimenti in reddito coaching comportamentale. Numeri alla mano è proprio quest’ultimo, il coaching comportamentale, che si dimostra il fattore più efficace che un consulente possa offrire. Come fanno notare Donald G. Bennyhoff, CFA, e Francis M. Kinniry Jr., CFA – autori del Vanguard Advisor’s Alpha del 2018 – i consulenti dovrebbero prendere in considerazione una nuova proposta di valore basata su capacità e competenze alternative. Dovrebbero agire come gestori patrimoniali e coach comportamentali, fornendo disciplina ed esperienza agli investitori che ne hanno bisogno. Da soli, gli investitori spesso mancano sia di comprensione delle dinamiche dei mercati che di disciplina, lasciandosi influenzare dai titoli e dalle pubblicità che reclamizzano “l’investimento del giorno”, che spesso porta alla distruzione della ricchezza piuttosto che alla creazione di benessere. Affidarsi ad un consulente di fiducia consente, quindi, di disporre delle competenze di un professionista che ragiona in modo “distaccato”, scegliendo in tutte le condizioni di mercato le mosse giuste per le esigenze e gli obiettivi del risparmiatore. Permette, soprattutto di concentrarsi su ciò che è realmente controllabile dall’investitore, ossia il comportamento attraverso la proposizione di un protocollo di investimento adeguato. Infine, confidare nelle conoscenze del consulente finanziario, permette di adottare una strategia globale, non soltanto dal punto di vista dei mercati, ma anche dei diversi ambiti di interesse: finanziario, assicurativo, previdenziale e fiscale. Il tutto potendo contare su un metodo di investimento disciplinato, rispettando il quale gli obiettivi possono essere tenuti continuamente sotto osservazione grazie anche alle tecnologie più avanzate.

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Il 2020 sarà l’anno della volatilità?

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 17.06.2020

Per il momento no ma la strada è quella giusta.   Tutti i mercati finanziari “giocano” sulla volatilità e le asimmetrie informative, sfidarli cercando di governarli o anticiparli fa cadere sempre in perdite importanti.   Negli ultimi giorni della seconda settimana giugno abbiamo assistito ad un ritorno della volatilità ed a mercati globali con importanti segni rossi in chiusura.   E come funghi puntualmente si riaffacciano sui mezzi di informazione venditori di segnali predittivi o professionisti nella vendita di doti divinatorie inesistenti piuttosto che di professionalità.   Parlo ovviamente con cognizione di causa perché alla fine nessuno ha mai il coraggio di pubblicare i risultati di tali doti. Per questo oggi vorrei fare con voi un ragionamento razionale per arrivare ad un pensiero da investitori maturi.   Prendiamo ad esame lo S&P 500, per la quantità di informazioni a disposizione e l’efficienza del mercato.   Già ho scritto in precedenza del maggior rischio che si assume un investitore facendo market timing ed ancora di più un consulente, che dovrebbe in primis proporre protocolli che riducano al minimo i pericoli per chi investe.     Perdere SOLO 10 dei migliori giorni nel decennio 1993-2013 dimezza il rendimento medio annuo.   Restando semplicemente fermo, rispettando il piano di 10 anni che avevi concordato con il tuo consulente finanziario avresti ottenuto un rendimento del 9,22% annuo. Andando dietro a sensazioni, mal di pancia o a chi ti vende di saper leggere prima il mercato e perdendo 10 dei migliori giorni in 10 anni il tuo rendimento medio annuo sarebbe sceso a 5,49%.   Perché ti sto dicendo questo?   Adesso ci arriviamo.   Questo 2020, e siamo solo a metà, per il momento ha 3 delle 25 peggiori perdite e 2 dei 25 maggiori guadagni per lo S&P 500 dal 1928:       Anche i giorni con grandi variazioni non scherzano mica:       Ci sono state 26 variazioni giornaliere del 3% o più. Negli ultimi 7 anni, ce ne sono state solo 8 in totale.   Tanti di voi si ricorderanno l’ultima crisi del 2008. In questo momento siamo sostanzialmente allo stesso punto:     A tanti di voi avranno detto che semplicemente restando fermi nel 2008 avreste recuperato tutta la perdita nel 2009 e magari partecipato al seguente mercato rialzista, tra i più forti di sempre.   In due anni circa si sarebbe ripianato tutto, e anche la perdere solo qualche giorno avrebbe compromesso il recupero senza tener conto ai meccanismi mentali che si innescano una volta usciti dal mercato e la ricerca del giusto momento per rientrare.   Ragionando sul presente, questo 2020 resterà tra gli anni più imprevedibili e volatili della storia con una discesa di oltre il 30% in 40 giorni circa e una seguente risalita del 45% in 50 giorni.   In 90 giorni abbiamo vissuto a dei movimenti di mercato come quelli del biennio 2008/2009.   Ricordi all’inizio la tavola relativa a quanto influisce perdere solo 10 dei giorni migliori in un decennio?   La metà del rendimento medio annuo.   Secondo te pensi sia realmente possibili indovinare esattamente anche 2/3 giorni migliori o peggiori in 90? ed in anticipo?   Secondo te vale la pena prendersi questo rischio?

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Come gestire i bias cognitivi

Scritto il 11.06.2020

“Investire non significa battere gli altri nel loro gioco. Si tratta di controllarti nel tuo stesso gioco.“ — Jason Zweig, editorialista di investimenti e finanza personale per il Wall Street Journal   Sebbene i pregiudizi siano radicati nella nostra psiche emotiva, i grandi investitori seguono rigide discipline di investimento per ridurre l'impatto delle loro emozioni.   I pregiudizi emotivi infatti  tendono ad essere difficili da correggere perché sono radicati nella nostra psiche emotiva. A tale fine, i grandi investitori seguono rigide discipline di investimento per ridurre l'impatto delle loro emozioni. Come osserva Buffett  "La qualità più importante per un investitore è il temperamento, non l'intelletto".    Ecco sette pregiudizi e suggerimenti comuni per affrontarli.   1. Distorsione da avversione alla perdita Molti investitori manifestano avversione alla perdita, che si riferisce alla tendenza a preferire evitare perdite all'acquisizione di guadagni. In breve, gli investitori hanno difficoltà a far fronte alle perdite. L'espressione "perdite si profilano più grandi dei guadagni" riassume questo pregiudizio. Ad esempio, se perdi $ 10.000 contro un guadagno di $ 10.000 su un investimento, la ricerca mostra che il dolore provato dalla perdita è psicologicamente maggiore della soddisfazione o del piacere di un guadagno equivalente   Rimedio: un approccio per affrontare l'avversione alle perdite è considerare i meriti di ciascun investimento. Chiediti, compreresti questo investimento oggi? Se la risposta è "no", allora perché lo tieni? Un altro approccio è quello di parlare con un consulente di investimento fidato sulle aspettative del mercato e su come gestire le emozioni, specialmente durante le flessioni del mercato. Una terza tattica è quella di impostare e seguire le linee guida prestabilite per quando vendere un vincitore o un perdente e attenersi a loro, non importa come ti senti nel momento.     2. Distorsione da regressione-avversione L'avversione di rammarico è l'indecisione e l'incapacità di agire a causa della paura di sperimentare risultati negativi. Gli investitori avversi al rimpianto temono di acquistare i beni sbagliati (errore di commissione) o di non acquistare i beni giusti (errore di omissione) perché vogliono evitare il dolore emotivo legato al prendere decisioni sbagliate.   Facciamo un esempio. Gli investitori che hanno subito perdite recenti potrebbero diventare troppo prudenti per evitare il dolore associato a ulteriori perdite. Possono sviluppare l'abitudine di investire in obbligazioni a breve termine per evitare la maggiore volatilità degli investimenti nel mercato azionario. Rimanendo in investimenti a basso rischio, i loro portafogli hanno un potenziale al rialzo limitato.    Rimedio: per evitare l'avversione al rimpianto, dovresti capire che non prendere una decisione è una scelta per mantenere lo status quo e le tue attuali posizioni in portafoglio. È necessario sviluppare la disciplina per impegnarsi nella pianificazione finanziaria come mezzo per raggiungere i propri obiettivi a lungo termine e riequilibrare periodicamente il proprio portafoglio.     3. Distorsione da autocontrollo Il pregiudizio all'autocontrollo è l'incapacità di perseguire obiettivi a lungo termine a causa della mancanza di autodisciplina nel breve periodo. Gli investitori possono tentare di colmare il deficit assumendo troppi rischi. La distorsione da autocontrollo può condurre a comportamenti di investimento inefficaci.   Innanzitutto, molte persone hanno una mentalità di gratificazione immediata che li porta a consumare di più oggi a spese del risparmio per domani.   In secondo luogo, il pregiudizio all'autocontrollo porta a una pianificazione inadeguata della pensione. Molti pensionati desiderano aver speso meno, risparmiato di più e iniziato a investire prima. Dopo essere venuti a conoscenza del loro deficit pensionistico, possono correre più rischi nei loro portafogli per rimediare al tempo perso.   In terzo luogo, la distorsione da autocontrollo può comportare uno squilibrio nell'allocazione delle attività. Cioè, a causa di una mentalità “spendi oggi”, gli investitori potrebbero preferire attività che producono reddito, il che potrebbe impedire di raggiungere il livello desiderato di ricchezza a lungo termine necessaria per la pensione.   Rimedio: per ridurre i pregiudizi di autocontrollo, è necessario trovare un attento equilibrio tra obiettivi a breve, medio e lungo termine che si traduca nella valutazione del livello adeguato di risparmio, investimento e assunzione di rischi. Raggiungere questo equilibrio richiede pianificazione. Le persone non hanno intenzione di fallire; semplicemente non riescono a pianificare. Un altro rimedio è mantenere un'allocazione patrimoniale adeguata nel tuo portafoglio per raggiungere i tuoi obiettivi finanziari. Devi impegnarti nel controllo della spesa. Stabilire e seguire un budget può anche aiutare a scoraggiare la propensione al consumo eccessivo. Un suggerimento finale è quello di pagare prima di tutto mettendo da parte un certo importo di fondi ogni periodo a fini di investimento.     4. Distorsione da eccessiva fiducia( Overconfidence ) Sebbene avere un'immagine di sé positiva possa essere utile, può anche portare a decisioni di investimento scadenti. La distorsione da overconfidence  è una credenza eccessiva nei propri giudizi e capacità. Gli investitori troppo fiduciosi credono di sapere più di quello che realmente sanno. Molti investitori sono troppo sicuri anche quando hanno torto. Pertanto, spesso sopravvalutano le proprie capacità ma sottovalutano i rischi reali di una decisione. Sebbene l'ottimismo eccessivo e l'eccesso di fiducia siano correlati, rappresentano due distinti comportamenti distinti. L'eccessivo ottimismo implica la convinzione che gli eventi futuri hanno più probabilità di essere positivi che realistici. Gli investitori possono fare previsioni audaci a causa del loro ottimismo. Non sorprende che questo comportamento contribuisca alle bolle del mercato, poiché gli investitori eccessivamente ottimisti ritengono che il mercato continuerà a crescere.   Il pregiudizio all'autoattribuzione è la tendenza ad attribuire successi alle proprie scelte (pregiudizio che si autoalimenta) e incolpare i fallimenti su altri e fattori esterni (pregiudizio auto-protettivo). In altre parole, gli investitori si riconoscono per le "cose ​​buone" che accadono e incolpano gli altri per le "cose ​​cattive". In realtà, una buona prestazione può derivare più dalla fortuna che dall'abilità, il che dà origine al detto "mai confondere i cervelli per un mercato rialzista". Tuttavia, gli investitori vogliono mantenere un'alta autostima e sentirsi bene con se stessi. Questo modello comportamentale li influenza a esagerare le loro capacità e ignorare i loro errori.   Rimedio: Per superare la fiducia eccessiva, è necessario riconoscere i segni di fiducia eccessiva, come l'attribuzione di alcune "vittorie" a breve termine a conoscenze, abilità o abilità superiori; vantarsi della performance degli investimenti a breve termine; trading troppo; e correre rischi eccessivi. Quando questi segni diventano visibili, è necessario applicare i freni. Tuttavia, è più probabile che un osservatore obiettivo rilevi questi pregiudizi di quanto tu non sia. Fare trading di meno, specialmente in conti imponibili, e diversificare il tuo portafoglio dovrebbe aiutare a frenare il comportamento troppo sicuro. Inoltre, è necessario esaminare attentamente le ipotesi e condurre ricerche adeguate prima di intraprendere qualsiasi investimento. Tenere registri dettagliati degli scambi e la motivazione di ciascuno può consentire di identificare errori e successi personali relativi alla strategia utilizzata. Lo sviluppo di meccanismi di responsabilità come la ricerca di feedback costruttivi da parte di altri può aiutarti a diventare consapevole dei pregiudizi di eccessiva fiducia. È inoltre necessario tenere una mente aperta su altre opinioni e cercare punti di vista alternativi quando si prendono decisioni di investimento.     5. Comportamento del gregge Gli investitori imparano interagendo con altri come amici, colleghi e consulenti finanziari. Anche i media e Internet svolgono un ruolo nell'influenzare le decisioni di investimento. Tuttavia, le informazioni fornite tendono a non essere sempre analisi approfondite. I media sono spesso di parte, favorendo l'ottimismo nel vendere prodotti dagli inserzionisti e attirare spettatori o lettori. I media spesso si concentrano su storie specifiche per lunghi periodi di tempo, il che può contribuire all'esuberanza o allo sgomento che circonda l'investimento.   Forse il pregiudizio sociale più comune è la pastorizia, che si riferisce alla tendenza a radunarsi insieme, specialmente in condizioni di incertezza. Il comportamento di herding si verifica perché gli investitori avvertono una forte pressione sociale per adattarsi e conformarsi.   Gli investitori alle prime armi sono particolarmente sensibili alla pastorale perché possono credere che gli altri ne sappiano più di loro, quindi seguire la folla ha senso per loro. Tuttavia, avere una mentalità da branco porta all'acquisto quando il mercato è alto e alla vendita quando è basso. Tale comportamento è esattamente l'opposto del mantra comune di investimento "comprare basso / vendere alto". Gli investitori non vogliono essere esclusi da un mercato azionario vincente o in forte aumento, quindi seguono il flusso della folla. La loro esuberanza irrazionale li porta ad acquistare azioni a un prezzo sempre più elevato, che si chiama effetto carrozzone. Alla fine il prezzo del titolo inizia a diminuire quando gli operatori di mercato si rendono conto che è troppo caro e si verifica una svendita. Coloro che hanno acquistato le azioni per motivi irrazionali iniziano a pentirsi dei loro acquisti e temono di perdere i loro soldi, quindi iniziano a vendere.   Come notò una volta Friedrich Hayek, un economista e filosofo austriaco-britannico, "Quando una visione diventerà una visione di maggioranza, non sarà più la migliore: qualcuno avrà già avanzato oltre il punto raggiunto dalla maggioranza". Il comportamento della pastorizia contribuisce anche al mercato azionario e ad altre bolle, quando i partecipanti al mercato spingono i prezzi al di sopra del loro valore intrinseco rispetto ad alcuni sistemi di valutazione.    Rimedio: sono disponibili diverse strategie per affrontare il comportamento di gregge. Anche se potresti non voler essere escluso da una tendenza del mercato, dovresti mettere in discussione la saggezza della folla. Per evitare il richiamo della psicologia della folla, puoi resistere seguendo la mandria o saltando sul carro facendo le tue ricerche prima di investire. Potresti anche considerare di adottare un approccio contrarian in cui fai il contrario di quello che fanno tutti gli altri. L'uso di un approccio contrarian può consentirti di capitalizzare su ciò che gli altri potrebbero trascurare. Come osserva l'Oracolo di Omaha Warren Buffett, "Sii spaventato quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri hanno paura." Tuttavia, dovresti basare le tue decisioni sui fondamenti, non sull'ottimismo.     6. Distorsione da illusione di controllo La tendenza all'illusione del controllo è la tendenza a sopravvalutare il tuo grado di controllo o influenza sugli eventi esterni. Agli investitori piace pensare di avere un maggiore controllo sugli investimenti di quanto non facciano realmente. Sebbene tu abbia il controllo sulle allocazioni delle risorse, sulla selezione dei titoli e sui tempi di mercato, non hai il controllo sugli esiti derivanti da queste decisioni. Questo pregiudizio può comportare un trading eccessivo e un'eccessiva fiducia e può anche impedire agli investitori di apprendere dai propri errori e di essere sensibili al feedback.   Rimedio: per ridurre l'illusione del controllo, è necessario attenersi a un piano di investimenti ben congegnato ed evitare scambi inutili. Puoi anche chiedere l'opinione degli altri e tenere un registro degli scambi per vedere se riesci a controllare i risultati di investimento. Una volta che ti rendi conto che il tuo controllo sui mercati e gli investimenti è illusorio, puoi iniziare a praticare la flessibilità e conservare la tua energia per quelle questioni sulle quali puoi esercitare influenza     7. Effetto di ancoraggio L'effetto di dotazione è la tendenza a sopravvalutare le attività che già possiedi. Gli investitori spesso si aggrappano ai beni per familiarità, conforto o attaccamento emotivo. Cioè, hanno difficoltà a separarsi dalle cose una volta che diventano parte di esse. Ad esempio, qualcuno che eredita le azioni di un genitore o di un parente stretto può rifiutare di vendere a causa di legami emotivi. Un altro esempio è quando un investitore detiene un'attività troppo a lungo e probabilmente perde denaro nel processo quando sono disponibili investimenti più appropriati.   Rimedio: per gestire l'effetto di ancoraggio devi prima fare un passo indietro e determinare perché un bene è significativo per te. Cioè, hai identificato il motivo del tuo attaccamento. Successivamente, è necessario determinare se l'attività corrente è appropriata per il proprio portafoglio. In altre parole, dovresti decidere se mantenere un'attività influisce negativamente sull'asset allocation complessiva. In tal caso, è necessario sostituirlo con un investimento più adatto. Per contrastare l'effetto di dotazione per i titoli ereditati, ponetevi la seguente domanda: Se riceveste liquidità come parte di un'eredità, quale parte assegnereste per acquistare il titolo ereditato? Se la tua risposta è scarsa o nulla, questa consapevolezza potrebbe fornire un incentivo a vendere l'attività ereditata. ▪ Questi argomenti sono stati trattati anche nella guida sulla Finanza comportamentale

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Il giusto approccio al “mattone” come investimento

Scritto il 03.06.2020

Investire negli immobili è una delle prerogative di della cultura italiana, ma spesso si eccede dimenticando di considerare il mercato immobiliare esattamente come tutti gli altri strumenti finanziari. Approfondiamo i fattori positivi e le criticità come per qualsiasi altro investimento.   5 fattori da considerare sempre I fattori più importanti da esaminare per investire in immobili sono almeno cinque:  la valutazione degli immobili a rivalutarsi nel tempo le tasse e le imposte la locazione la manutenzione  l’illiquidità dell’investimento.    Nel patrimonio e nella gestione dello stesso diventa essenziale detenere un atteggiamento lungimirante che consideri un’ampia diversificazione degli investimenti tra molteplici strumenti finanziari, in modo da ripartire i pericoli evitando una eccessiva concentrazione in un settore o in una asset class. Allo steso modo avere grandi concentrazioni patrimoniali in immobili può sbilanciare in maniera preoccupante il portafoglio patrimoniale verso i rischi di una sola asset class.     Il grafico sopra prende in esame gli indici immobiliari dal 2005 ad oggi sia a livello di prezzo che di numerosità delle compravendite. Investire in immobili viene da sempre considerato un atteggiamento sicuro e stabile nella mente dell’italiano ma i numeri non dicono ciò. Negli ultimi 15 anni il valore di un immobile in Italia è sceso in media del 10%: tenuto conto anche dell’effetto dell’inflazione, la perdita di potere d’acquisto di un investimento in immobili nel nostro paese è ammontata dal 2005 a oggi a circa il 26%.   L’immobile è si sempre restato la, facilitando alla nostra mentre l’associazione a qualcosa di solido ma poi bisogna fare i conti con il mercato e riaffacciarsi alla realtà dei fatti.   Immobili ed azioni nel tempo Uno studio del 2017 della Federal Reserve Bank of San Francisco (“The Rate of Return on Everything, 1870–2015”) che ha analizzato i tassi di rendimento reali delle attività finanziarie e immobiliari, dal 1870 al 2015, in 16 paesi del mondo conferma come nel lunghissimo termine, l’investimento in immobili si dimostra meno remunerativo rispetto alle azioni.    Come si può leggere nella tabella seguente, risulta che in Italia dal 1950 al 2015, il rendimento medio annuo reale delle azioni si sia attestato nel nostro paese al 6,18% contro il 5,55% di quello dell’immobiliare, mentre dal 1980 al 2015 il mercato azionario si è apprezzato in media del 9,45% contro il 4,57% dell’immobiliare.       Ad aggravare i rendimenti degli immobili, non conteggiati nella tabella, ci sarebbe anche altri due fattori variabili: Tasse e imposte Se al momento la prima casa resta immune ai trattamenti fiscali, nel caso degli altri immobili il peso di IMU, tasse locali di vario genere, spese condominiali, pagamenti delle utenze domestiche è tutt’altro che trascurabile. In prospettiva, tenendo conto che le seconde case vengono considerate un bene ‘non di prima necessità’, non è affatto escluso che la scure del fisco nazionale e comunale non ricada ancora sugli immobili non prima casa. In tutti i casi, per chi acquista un immobile per affittarlo, le problematiche non mancano. Oltre alle tasse e alle imposte va considerato che il mercato degli affitti in Italia non si è ancora ripreso dalla grande crisi del 2008-2009. Esistono vaste aree dove l’offerta supera di gran lungo la domanda mentre dove avviene il contrario, i prezzi hanno raggiunto quotazioni al mq esagerate. Ad ogni modo, si stima che le diverse voci di tasse, imposte e spese arrivino ad incidere tra il 40% e il 50% del canone di affitto. Inoltre, emerge un elevato tasso di morosità da parte degli inquilini a cui non sempre i proprietari degli immobili possono opporsi per tutelare i propri diritti.   Le spese di manutenzione e l’illiquidità dell’investimento Per tenere in ordine un appartamento il proprietario deve intervenire in modo frequente sia per preservare il valore commerciale dell’immobile (facciata della casa, imbiancatura, tubature, infiltrazioni ecc.) e sia per rispettare le norme statali e locali, peraltro in continua evoluzione anno dopo anno.   Infine, ma non certo per importanza, va ricordato come la natura degli investimenti immobiliari sia poco liquida. Per vendere la propria casa, soprattutto a un prezzo ragionevole, serve aspettare a volte diversi mesi. Vanno poi aggiunti anche gli eventuali costi di intermediazione che sono abbastanza elevati. L’illiquidità del mercato immobiliare rappresenta un fattore di rischio: chi si trovasse costretto a vendere in poco tempo potrebbe essere portato ad accettare offerte inferiori ai costi sostenuti in partenza, ottenendo una perdita dal proprio investimento.   Meglio un’asset allocation con un’ampia diversificazione finanziaria Alla luce di tutte queste considerazioni con la sola doverosa eccezione della prima casa, per la quale entrano in gioco aspetti personali che possono stravolgere qualsiasi valutazione strettamente economica, è evidente come risulti più efficace una opportuna diversificazione finanziaria. Se si possiede già una prima casa, è sconsigliabile dedicare tutti i risparmi (o gran parte di essi) al settore immobiliare in modo da ridurre notevolmente il rischio del portafoglio complessivo. Un atteggiamento lungimirante è quello di pianificare un’asset allocation che consideri un’ampia diversificazione degli investimenti tra molteplici strumenti finanziari, tra cui una parte che rappresenti pure il real estate globale.

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