Marco Minotti

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Qual è il prezzo del cambiamento climatico?

Scritto il 15.07.2024

I tragici eventi che stanno colpendo l’Italia riportano in primo piano l’importanza della questione climatica e delle sue conseguenze in termini prima di tutto umani e subito dopo sociali ed economici. Vista l’inquietante frequenza con cui si presentano simili fatti, diventa ormai riduttivo parlare di “maltempo” e di eventi atmosferici “straordinari”. Dal 2010 al 2021 sono stati registrati 1318 eventi estremi: 516 piogge torrenziali, 367 trombe d’aria, 123 esondazioni fluviali e 55 frane derivanti dalle precipitazioni piovose. Se piogge, uragani ed esondazioni suscitano maggior clamore e spavento, non va dimenticato nemmeno il sensibile aumento di fenomeni siccitosi, che anzi sono anche i più letali in quanto responsabili di oltre 650.000 decessi nel mondo negli ultimi 50 anni. Solo in Italia, la carenza idrica è cresciuta esponenzialmente causando la mancanza di cinque miliardi di metri cubi d’acqua rispetto a mezzo secolo fa. Più che delle cause, tuttavia, qui ci interessa occuparci delle conseguenze finanziarie, i cui dati sono impressionanti. L’esposizione dei vari Paesi europei alle intemperie metereologiche è eterogenea così come i danni che ne conseguono. La Germania risulta essere la più penalizzata, con 107 miliardi di euro di perdita negli ultimi 40 anni. Subito dopo viene l’Italia, che nello stesso orizzonte temporale ha sostenuto un costo derivante dagli eventi climatici quantificato in 72,5 miliardi di euro. Proprio perché questa tendenza pare destinata a proseguire, l’incidenza economica del fattore atmosferico potrebbe diventare sempre più significativa. Dal punto di vista economico, le famiglie italiane non hanno la minima consapevolezza dei rischi crescenti che questi eventi generano per il loro patrimonio. Aumentando frequenza e intensità dei disastri climatici, di pari passo aumentano i rischi a cui sono esposte persone e cose. Mediamente una famiglia “investe” nella prima casa i risparmi di cui dispone, e, siccome in molti casi non sono sufficienti, ci affianca un mutuo di lunga durata. Eppure, gli immobili che in Italia sono coperti da una copertura assicurativa sono molto pochi. Le abitazioni assicurate contro l’incendio sono 1 su 2. Se poi consideriamo l’estensione della copertura alle conseguenze derivanti dalle catastrofi naturali la proporzione scende drasticamente. In un Paese dove 3 abitazioni su 4 sono esposte ad un significativo rischio idrogeologico, solo il 5% gode di una protezione nei confronti di eventi climatici estremi. C’è, però, una convinzione dalla quale è doveroso ripartire: la protezione da questi rischi non è più rimandabile.

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Il capitale umano: un asset a volte troppo trascurato

Scritto il 12.07.2024

Tutta questa attenzione nei confronti di quella parte di ricchezza che è già stata creata distrae da un’altra fonte patrimoniale, che di ricchezza, ne deve ancora creare. Il cosiddetto capitale umano. In senso ampio, è definibile come l’insieme delle capacità, delle competenze, delle abilità possedute da un individuo e affinate nel corso del tempo. In senso più ristretto, è la somma dei redditi che dovranno essere ancora generati in futuro. In parole povere, il capitale umano è il nostro apporto di lavoro che si trasforma in denaro. Da qui, si evince l’importanza di esso e di quello che si metterebbe a rischio se, in un’incidente di percorso nel nostro futuro, non dovessimo essere rigorosamente tutelati su questo fronte. Non c’è ad oggi un metodo provato per calcolare il capitale umano di ogni singola persona, ci sono però, delle variabili che ne possono influenzare il suo valore. Ad esempio, l’età è la variabile più immediata che può influenzarne il valore. Il capitale umano, infatti, non è altro che la ricchezza che un individuo può produrre: per una persona giovane sono maggiori gli anni che la separano della pensione, quindi maggiore sarà il reddito che ci si attende di generare. La professione e l’istruzione sono altre due variabili che, a parità di età anagrafica, possono far variare il valore di una persona con un’altra. Per ultimo, ma non per importanza, c’è il gender gap, ovvero la differenza di remunerazione tra persone di diverso sesso, che pur ricoprendo le stesse mansioni lavorative, hanno una differente remunerazione e, di conseguenza, un diverso valore a livello di capitale umano. Ma di quali cifre stiamo parlando concretamente? Da uno studio ISTAT, eseguito nel 2015, è emerso che un individuo medio ha un valore di 342.000 euro. Si passa dai 556.000 euro medi per chi è in fascia di età più giovane fino ai 46.000 euro per chi è più vicino alla data del pensionamento. Oppure, si va dai 636.000 euro che rappresentano il capitale umano medio di un laureato, ai 261.000 euro di chi ha un titolo inferiore al diploma. In generale, però, bisogna tenere conto che il capitale umano di ciascuna persona presenta una estrema volatilità rispetto ai dati medi sopra riportati. Non potrebbe essere altrimenti: questi dati vanno considerati sempre come un benchmark generico di riferimento. La realtà è che ogni individuo è unico da questo punto di vista, con un capitale umano che andrebbe quantificato nello specifico, attraverso parametri strettamente personalizzati. Il punto su cui è opportuno focalizzarsi è che i progetti di ciascuno di noi dipendono dal proprio reddito, e pertanto, è indispensabile fare in modo che questo ci sia, sempre. Detto in altre parole, il capitale umano è una forma di ricchezza invisibile, che non si può far finta di non vedere: una volta che lo si è quantificato, che ci si è accorti che “esiste”, bisogna metterlo in sicurezza nella maniera più assoluta. Che si tratti di una polizza vita o infortuni o malattia, quello che conta è individuare e tutelarsi dalle fonti di pericolo che possono pregiudicare la capacità di generare reddito da parte di una persona. Una volta messo in sicurezza il capitale umano, il processo di protezione non può dirsi concluso: la nostra situazione professionale, familiare, economica e le nostre aspettative per il futuro sono in continua metamorfosi e la protezione deve evolvere di conseguenza.

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Cambiamento climatico: dobbiamo agire, ma anche tutelarci

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  • Diagnosi del patrimonio immobiliare
Scritto il 08.07.2024

In passato, gli eventi considerati catastrofici erano sporadici, oggi invece sono sempre più frequenti. Nel corso del 2022, sono state registrate 421 catastrofi naturali, in cui 31.300 persone hanno perso la vita e sono state registrate pesantissime perdite economiche (per 313 miliardi di dollari a livello mondiale). Il dato è in crescita del 4% rispetto alla media del XXI secolo, ma l’aspetto più allarmante è che solo 132 miliardi di dollari erano coperti da assicurazione. Tuttavia, nonostante la maggior parte delle spese totali del 2022 non fosse coperta dalle assicurazioni, è stato evidenziato un cambiamento positivo nel modo in cui le imprese e le famiglie stiano affrontando la mitigazione del rischio. Analizzando il solo territorio italiano, gli incendi causati dalla siccità che si sono verificati nel Paese tra giugno e luglio 2022 hanno causato oltre 13 milioni di euro di perdite economiche; oltre 25 milioni di perdite economiche dovute a tempeste di grandine registrate nel solo mese di agosto; inoltre, sono state 24 milioni le perdite economiche complessive dovute alle alluvioni nelle Marche e ad Ischia. In conclusione, le devastazioni causate dai disastri naturali in tutto il mondo dimostrano la necessità di una più ampia adozione di strategie di mitigazione del rischio. Gli impatti del cambiamento climatico diventano sempre più visibili in tutto il mondo: questo dovrebbe farci diventare più consapevoli circa l’importanza delle tutele assicurative, affinché le perdite economiche derivanti dai danni vengano coperte anche solo parzialmente.

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Investire nella sostenibilità

Scritto il 05.07.2024

Il cambiamento climatico è ormai la tematica più importante ed urgente che la società deve affrontare al giorno d’oggi. Gli effetti devastanti sono ben documentati e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Il cambiamento climatico non impatta in modo significativo solo sull’ambiente, ma anche sull’economia, influenzando settori chiave come agricoltura, energia, infrastrutture e finanza. In ambito finanziario, diventa fondamentale considerare l’impatto delle variabili climatiche nei modelli di valutazione del rischio e degli investimenti. L’adozione di politiche mirate a ridurre le emissioni e ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche è fondamentale al fine di limitare gli impatti negativi sull’economia. Dall’altra faccia della medaglia, però, tutto ciò fa emergere opportunità di investimento legate alla transizione verso un’economia sostenibile. Spesso si tende erroneamente a pensare che gli investimenti sostenibili non diano profitto. In realtà, si tratta di scelte d’investimento che non solo rispettano le tre regole fondamentali sintetizzate con l’acronimo ESG (environmental, social e governance), ma possono portare con sé anche dei rendimenti interessanti. Sapevi che è stata evidenziata la correlazione positiva tra investimenti sostenibili e il profitto dell’investimento stesso?

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Il valore della pianificazione

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  • Pianificazione successoria
Scritto il 01.07.2024

I concetti di presente e di futuro possono sembrare scollegati, ma non è così. Infatti, affinché il proprio futuro abbia valore, bisogna cominciare a pianificarlo nel presente. Questo vale per ogni tipo di obiettivo, anche nel caso di obiettivi economici e finanziari: la strategia più efficace è la pianificazione. L’analisi patrimoniale è utile per comprendere eventuali criticità che potrebbero compromettere un futuro sereno. Inoltre, ci consente di tutelare e gestire al meglio quanto si possiede nel presente. Non è corretto pensare che una pianificazione patrimoniale riguardi solo chi possiede un ampio patrimonio: in realtà, tutti dovrebbero pensarci. Infatti, non è al caso che si dovrebbero lasciare le decisioni più importanti della nostra vita, cioè quelle che riguardano il proprio futuro e quello della propria famiglia che è anche il bene più prezioso che abbiamo. Con il supporto di un consulente che sappia guidarci nelle nostre scelte e nelle valutazioni di domani, possiamo muoverci più consapevolmente nel presente.

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Testamento e pianificazione: alleati strategici

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  • Pianificazione successoria
Scritto il 28.06.2024

In Italia, soprattutto in passato quando le famiglie erano molto numerose, c’è sempre stato un grosso problema legato alla co-intestazione di beni. Questo fenomeno si verifica quando più persone hanno diritti congiunti sui beni ereditati da un determinato soggetto in comune. Se per le co-intestazioni di conti bancari e/o investimenti finanziari, la divisione risulta più semplice per un’alta liquidità del bene, per le co-intestazioni di proprietà immobiliari ci sono diverse problematiche. Nello specifico, si potrebbero verificare disaccordi tra i diversi intestatari del bene sull’eventuale gestione dell’asset in questione e, nel caso qualcuno di questi volesse vendere, si ritroverebbe a dover chiedere il consenso di tutti gli altri per poter procedere alla liquidazione. Questo potrebbe essere un grosso problema nel caso in cui una proprietà immobiliare portasse con sé dei debiti o delle tasse da dover pagare. Infatti, tutti gli intestatari di un immobile sono egualmente responsabili. Il problema, purtroppo, colpisce anche un numero elevato di eredi minorenni che, al compimento della maggiore età, si ritrovano intestatari di debiti che potrebbero compromettere la loro futura stabilità economica. Per evitare questo tipo di problematiche, che potrebbero creare non solo danni finanziari ma anche danneggiare legami sentimentali, è necessario attivarsi con largo anticipo, redigendo un testamento che rispetti la normativa in ambito successorio. In conclusione, le co-intestazioni e i debiti in eredità sono un problema complesso e la gestione è un processo delicato, ma con una pianificazione oculata e con una consulenza legale, è possibile affrontare questo problema in modo efficace e prevenire disaccordi tra gli eredi.

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Pianificare la continuità della propria famiglia

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  • Pianificazione successoria
Scritto il 24.06.2024

La copertura in caso di premorienza, detta temporanea caso morte (TCM), è una preziosa soluzione di tutela delle persone care affinché possano mantenere un determinato tenore di vita anche dopo la premorienza del soggetto assicurato. Infatti, in questa circostanza, la Compagnia eroga un capitale direttamente ai beneficiari della copertura. Soprattutto nel caso di figli minori, la TCM può essere una soluzione utile per assicurare un capitale da destinare alla crescita dei figli, nel caso uno dei genitori venisse a mancare. Purtroppo, al giorno d’oggi, sono sempre di più le coppie che non pianificano la continuità della loro famiglia in caso dovesse venire a mancare uno dei due capifamiglia: le coperture in caso di premorienza sono lo strumento più idoneo da questo punto di vista, anche perché le somme erogate dalla compagnia al beneficiario sono insequestrabili, impignorabili e non rientrano nell’asse ereditario. In conclusione, all’interno di una pianificazione familiare, questo tipo di strumento assicurativo è molto importante ma ancora troppo poco preso in considerazione. Come aumentare le potenzialità di questa copertura? Abbinarla a un testamento.

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Giovani, avete già pensato a un fondo pensione?

Scritto il 21.06.2024

Si stima che i giovani ventenni andranno in pensione dopo i 70 anni con un importo che sarà pari al 30% della media delle retribuzioni. L’importo mensile lordo su cui in media può contare il pensionato italiano è di poco più di mille euro e in totale l’INPS eroga quasi 21 milioni di prestazioni. C’è, però, una parte dei beneficiari che gode contemporaneamente di due o più prestazioni, in generale riconducibili a due grandi tipologie: previdenza e assistenza. La distinzione tra le due categorie di spesa è così suddivisa: la previdenza riguarda le pensioni pagate a fronte di contributi versati dal lavoratore (pensione di vecchiaia), mentre il concetto di assistenza è riconducibile al sostegno offerto dallo Stato a chi ne ha bisogno (pensione di invalidità). A questo punto, di fronte a questi numeri, ci si potrebbe domandare: quanto spende lo Stato per tutte queste prestazioni? E soprattutto, c’è equilibrio tra quanto esce e quanto entra? Da una prima analisi sommaria del rendiconto finanziario per l’anno 2021 emerge che il totale delle entrate ammonta a 486 miliardi di euro, a fronte di uscite per 484 miliardi di euro, per un saldo finanziario di competenza positivo e pari a circa 2 miliardi. Eppure, andando più in profondità le entrate contributive nell’anno 2021 ammontano a 236,9 miliardi contro uscite dovute a prestazioni previdenziali di 274 miliardi, per un saldo pensionistico negativo di circa 37 miliardi di euro. A generare i 484 miliardi di esborsi complessivi troviamo le prestazioni assistenziali, i costi di funzionamento e varie partite di giro. Per questo, è stato necessario un intervento diretto dello Stato che ha versato nelle casse dell’INPS 145 miliardi di euro per il solo 2021. Ciò che traspare da questi dati è una situazione di equilibrio precario: senza l’intervento dello Stato, la macchina INPS si fermerebbe. La domanda che sorge spontanea è: per quanto tempo lo Stato sarà in grado di tamponare le gravi mancanze finanziarie del sistema previdenziale pubblico, in netto peggioramento nei prossimi decenni? Alla base di tutto ciò, il problema principale che affligge e amplifica il disequilibrio pensionistico italiano è la mancanza di nascite. Infatti, il sistema pensionistico italiano è fondato su un sistema a ripartizione dove i lavoratori attuali con i loro contributi pagano le retribuzioni ai pensionati. Quindi, ritengo assolutamente fondamentale che soprattutto i giovani investano parte delle proprie risorse nella previdenza complementare al fine di poter integrare la pensione statale. Inoltre, per le stesse ragioni, sarebbe opportuno valutare l’apertura di un fondo pensione ai nostri figli già nei primi anni della loro vita.

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Copertura sulla vita: uno strumento a tutela della propria famiglia

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  • Pianificazione successoria
Scritto il 17.06.2024

Tutti noi abbiamo il desiderio di proteggere chi ci sta a cuore, anche finanziariamente. Come si proteggono i propri cari per garantire loro la sicurezza finanziaria in caso di imprevisti? In questo senso, la copertura sulla vita svolge un ruolo fondamentale. Si tratta di un contratto tra un individuo e una compagnia assicurativa: in cambio del pagamento di premi periodici, la copertura sulla vita fornisce una somma di denaro, conosciuta come indennizzo o beneficio, ai beneficiari designati in caso di premorienza dell’assicurato durante la validità del contratto. Stipulare una copertura in caso di premorienza può essere una scelta saggia per coloro che hanno persone dipendenti finanziariamente, come il coniuge, i figli o i genitori anziani. Questo strumento, infatti, può aiutare a mantenere la stabilità economica della famiglia e garantire che i cari abbiano le risorse necessarie per andare avanti anche in assenza dell’assicurato.Soprattutto nel caso di figli minori, può essere una soluzione utile per assicurare un capitale da destinare alla crescita dei figli, nel caso uno dei genitori venisse a mancare. Purtroppo, al giorno d’oggi, sono sempre di più le coppie che non pianificano la continuità della loro famiglia in caso dovesse venire a mancare uno dei due capifamiglia: le coperture sulla vita sono lo strumento più idoneo da questo punto di vista, anche perché le somme erogate dalla Compagnia al beneficiario sono insequestrabili, impignorabili e non rientrano nell’asse ereditario. In conclusione, all’interno della pianificazione della propria vita, questo tipo di strumento assicurativo è molto importante ma ancora troppo poco preso in considerazione.

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Tutelare la propria famiglia è anche tutelare il proprio patrimonio personale

Scritto il 14.06.2024

È umanamente impossibile eliminare tutti i rischi, ma se diventiamo consapevoli dei rischi possibili, possiamo attivarci in maniera ragionevole e, magari, cancellare gli effetti patrimoniali pregiudizievoli del rischio, cioè i danni. Analizziamo ora due possibili rischi, spesso trascurati da molte persone: l’inabilità e l’invalidità. A volte, un infortunio o una malattia possono causare danni che, oltre a diminuire la capacità di produrre reddito, possono essere una spesa per i familiari. È quindi importante capire cosa si intenda per inabilità e invalidità, concetti spiegati dalla Legge del 12/06/1984, N. 222. “È inabile ai fini del conseguimento del diritto a pensione l’assicurato o titolare di assegno d’invalidità con decorrenza successiva alla data di entrata in vigore della suddetta legge il quale, a causa di infermità o difetto fisico/mentale, si trovi nell’assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa.” “È invalido ai fini del conseguimento del diritto ad assegno nell’assicurazione obbligatoria per invalidità, l’assicurato la cui capacità di lavoro, in occupazioni confacenti alle sue attitudini, sia ridotta in modo permanente a causa dell’infermità o difetto fisico o mentale a meno di un terzo.” A questo punto, è opportuno capire che tipo di copertura fornisce l’ente previdenziale pubblico in relazione a queste possibili evenienze. Nello specifico, si parla di pensione di inabilità o invalidità previdenziale oppure di pensione di inabilità o invalidità assistenziale. La pensione di inabilità previdenziale è prevista per coloro che hanno versato almeno 5 anni di contributi, almeno 3 dei quali maturati nei 5 anni precedenti la domanda di pensione. L’INPS, se si ha meno di 60 anni, prevede un bonus, detto bonus previdenziale. Nel momento in cui si chiede la pensione di inabilità, si parte da un montante contributivo e l’INPS lo incrementa come se si avesse versato fino a 60 anni: quindi si creerà un nuovo montante sul quale verrà calcolata la pensione di inabilità. Per quanto attiene, invece, la pensione di invalidità previdenziale, si deve avere una menomazione psichica e/o fisica, dal 66% al 99%. Può essere riconosciuta questa pensione, ma senza nessun bonus fiscale: verrà quindi calcolata solo sulla base di quanto maturato fino a quel momento. Si tratta di una pensione non reversibile ai superstiti aventi diritto. Lo stato prevede anche la cosiddetta “Indennità di frequenza per i minori”, ovvero l’assegno mensile erogato ai disabili minorenni fino alla maggiore età. Si tratta di una prestazione economica riconosciuta per la frequenza di scuole, centri di educazione e formazione e che richiede il rispetto di specifici requisiti di reddito. La finalità è quella di garantire un supporto economico ai ragazzi e alle ragazze disabili e con difficoltà nell’apprendimento. I Una volta consci delle possibili conseguenze derivanti da inabilità o invalidità e che lo Stato in questi casi eroga una pensione piuttosto esigua per il mantenimento di un tenore di vita dignitoso, sarebbe opportuno valutare una copertura assicurativa di questi rischi al fine di avere un’ulteriore integrazione al proprio reddito. Le coperture assicurative in caso di infortunio e/o malattia non sono utili solo per coprire i danni più elevati come grosse invalidità o addirittura l’inabilità ma, coprono anche i danni “minori” che un individuo può subire e potrebbero comunque determinare esborsi monetari non previsti. La tutela del capitale umano è indirettamente una tutela anche del patrimonio personale. Infatti, anche se un individuo, a seguito di un danno “minore” avrebbe comunque la possibilità economica di far fronte alle varie spese, questo vorrebbe dire “bruciare” il patrimonio risparmiato nel tempo per far fronte ad un rischio evidentemente non calcolato. Questo rende le coperture a tutela del capitale umano lo strumento principale per la salvaguardia del proprio patrimonio.

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PAC: i vantaggi di una buona strategia di investimento

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  • PAC Piano accumulo capitale
Scritto il 10.06.2024

Una buona strategia di investimento dei propri risparmi è rappresentata dal PAC (piano di accumulo del capitale). Infatti, investire tramite un PAC presenta diversi vantaggi sia dal punto di vista comportamentale che finanziario. In primo luogo, l’elemento interessante offerto da questa strategia è la possibilità di accantonare sistematicamente i propri risparmi. Un secondo vantaggio del PAC è che aiuta ad associare a ciascun investimento un preciso obiettivo e a portarlo avanti nel tempo. Una terza importante caratteristica è che il PAC è una soluzione di risparmio molto flessibile. Un ulteriore elemento particolarmente interessante è dato dalla possibilità di sfruttare la naturale ciclicità dei mercati, grazie alla presenza di un investimento “frazionato”: infatti, investendo i propri risparmi in modo graduale, è possibile ottimizzare i risultati. Tramite il PAC, si può intercettare la crescita futura, soprattutto se destinato ai nuovi megatrend. Altri strumenti come i libretti di risparmio o gli strumenti old economy potrebbero, al contrario, non arrivare all’obiettivo prefissato. La perdita del lavoro, spese impreviste o cambiamenti drastici nella propria vita sono alcuni degli eventi che potrebbero coglierci, oltre che emotivamente, anche finanziariamente impreparati. Tramite la strategia di accumulo graduale è possibile creare un cuscino di emergenza per questi tipi di imprevisti, che non è però da intendersi come sostituto delle coperture assicurative. Pianificare è di fondamentale importanza, programmare con gli strumenti adeguati e con un professionista del settore che ti sappia accompagnare nel tuo percorso è ciò che fa la differenza per raggiungere i traguardi prefissati.

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Assicura il tuo futuro con una pensione integrativa: scopri come costruirla con sicurezza

Scritto il 07.06.2024

Esploriamo le opzioni. Innanzitutto, è fondamentale comprendere le basi e le opzioni disponibili. La pensione integrativa, o previdenza complementare, si riferisce a qualsiasi forma di risparmio previdenziale aggiuntiva che individui o datori di lavoro possono attivare per arricchire le prestazioni pensionistiche fornite dai regimi statali. Queste opzioni includono: Piani individuali pensionistici (PIP): forme pensionistiche complementari a cui è possibile aderire solo su base individuale, indipendentemente dalla propria situazione lavorativa. Fondi pensione aperti (FPA): strumenti ai quali è possibile aderire sia su base individuale che su base collettiva; in quest’ultimo caso è previsto il contributo del datore di lavoro e, nella prevalenza dei casi, anche il versamento del TFR. Valutiamo le nostre esigenze Il passo successivo è comprendere le proprie esigenze pensionistiche e stabilire obiettivi chiari. Questi includono il reddito desiderato durante la pensione, l'età prevista di pensionamento, le spese previste e altri fattori personali. Questa valutazione renderà più semplice progettare un piano pensionistico integrativo su misura. Scegliamo il piano migliore Una volta comprese le opzioni e le proprie esigenze, è importante selezionare il piano pensionistico più adatto. Considerate i rendimenti attesi, i rischi associati e la flessibilità del piano in termini di contributi e prelievi. Avviamo la fase di contribuzione Scelto il piano, è ora di iniziare la fase di contribuzione. Contribuire regolarmente e costantemente al proprio piano pensionistico è fondamentale per garantirne la crescita nel tempo, massimizzando il potenziale di accumulo di interessi composti. Monitoriamo costantemente la situazione Le circostanze personali e finanziarie possono cambiare nel tempo, quindi è importante monitorare regolarmente il proprio piano pensionistico per assicurarsi che sia sempre allineato alle proprie esigenze ed obiettivi. Conclusione Con una pianificazione oculata e una valutazione precisa delle proprie esigenze, è possibile costruire una solida base per la sicurezza finanziaria durante gli anni della pensione. Tuttavia, è sempre consigliabile avvalersi dell’aiuto di un consulente finanziario esperto che possa guidarci nelle nostre scelte. Assicurate il vostro futuro oggi stesso con una pensione integrativa ben strutturata e sicura.

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