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Il Bull Market, "Bello & Impossibile". Come gestirlo?
Scritto il 31.10.2024"Bello e Impossibile". Gianna Nannini si riferiva forse al Bull Market? I mercati rialzisti sono infatti molto belli, quanto incredibilmente difficili da cavalcare; la voglia di scendere dalla giostra aumenta infatti sempre più all'aumentare delle performance maturate. L'attuale Bull Market del resto non è da meno. Le campane ribassiste, come sempre, non mancano mai. Gary Shilling ad esempio ha avvisato gli investitori circa la possibiltà di una correzione imminente dell'indice S&P500 nell'ordine del 30%. https://lnkd.in/dQZEzRnp Motivo? Rischi recessivi importanti, ed eccessiva speculazione sul mercato, che presenterà a breve il conto. Il più complicato da cavalcare probabilmente è stato quello del 2009, per chi fosse rimasto investito nel corso del Bear Market del 2008. Rivedere la luce, dopo essere stati in apnea per diverso tempo, con il segno rosso a fare compagnia al portafoglio, è un invito a nozze per tirare i remi in barca, e dire "l'ho sfangata", saluti e arrivederci. Accettare di restare ancora investiti, con il rischio di tornare a vivere i giorni di sofferenza passati in precedenza, non è da tutti, e anche per questo Mr Market ha poi presentato un lauto premio ai più coraggiosi. Il Bull Market è esattamente questo. Bello e Impossibile (o perlomeno, molto difficile da cogliere). Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento (e Buon Halloween) a tutti
Continua a leggereLascia o Raddoppia?
Scritto il 24.10.2024"Lascia o Raddoppia?". Quanto ci vuole per raddoppiare il proprio capitale? Secondo la nota regola del 72, ipotizzando un rendimento medio annuo del 7% potremmo raddoppiare in 10 anni circa il nostro capitale investito. Se ragionassimo poi in ottica azionaria, su rendimenti medi annui quindi ancora più elevati, ecco che in 6 anni circa potremmo vedere il nostro capitale fare x 2. L'esercizio didattico è molto affascinante quanto tuttavia teorico, se applicato su mercati dai rendimenti incerti. E' importante infatti considerare che il rendimento medio ipotizzato è, per appunto, una media, non un appuntamento fisso annuo con un 7%, o un 10%, puntuale come un orologio svizzero. Un conto infatti è incassare un 7% fisso per 2 anni, un altro è guadagnare il 5% il primo anno e l'8% il secondo, oppure passare per un anno di perdita, il compounding che ne deriva cambia completamente. Un altro aspetto importante da considerare riguarda il fatto di non toccare per tutta la durata dell'investimento il nostro capitale. Nè in caso di imprevisti che necessitino di prelievo di capitale, nè in caso di turbamenti emotivi in relazione all'andamento del mercato. Le semplificazioni applicate sul mercato sono quindi molto affascinanti, ma presentano un piccolo problema: non considerano la complessità del mercato (e degli investitori). Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti
Continua a leggereIl mercato azionario continua a salire. E ora?
Scritto il 17.10.2024Il mercato azionario continua a salire. E ora? La performance dell'indice S&P500 quest'anno è stata certamente degna di nota, che possa continuare a questi ritmi è probabilmente difficile, ma quello che interessa maggiormente a molti investitori è: quando inizierà a scendere? Naturalmente nessuno ha la risposta, ed è esattamente questo tendenzialmente l'aspetto più difficile per l'investitore: sentirsi vulnerabile. "La caverna in cui temi di entrare è quella che contiene il tesoro che cerchi" - Joseph Campbell. https://lnkd.in/d5huaK_z Molto spesso si parla di avversione al rischio intesa come paura delle perdite. In parte questo è sicuramente vero, ma penso che sia anche inesatto. La paura infatti solitamente ha una mira specifica, un obiettivo concreto. Ho paura di qualcosa di definito, di un leone, di un uragano che sta per colpire il posto in cui vivo, così come posso aver paura di un ladro che sta attentando alla mia incolumità. Ecco che se ci riferiamo al mercato, proprio l'intangibilità del rischio (quando calerà? E di quanto? E per quanto?) trasmette un'altra sensazione, forse peggiore, che è l'angoscia. La paura infatti è anche positiva, perchè innesca immediatamente tutte le contromisure atte alla sopravvivenza. Vedo un leone, scappo. L' angoscia invece ci turba maggiormente, perchè l'incertezza del possibile pericolo non pone chiare contromisure. Vendo tutto? E se poi continua a salire? Forse meglio alleggerire in parte, ma nel caso dove conviene intervenire? E in che misura? Ecco che proprio l'eliminazione di questo aspetto rende ogni back test storico utile ai fini didattici, ma non rispecchia la realtà dell'investimento, per definizione associato all'incertezza del futuro (incertezza che nei back test viene eliminata dalla certezza del passato). Tutti in sostanza comprano i drawdown storici, pochi comprano i drawdown in corso. Tutti oggi avrebbero comprato a palate nel 2008, eppure nessuno voleva comprare durante il drawdown del 2008. Investire è semplice ma non facile. "Eh, già" cit. https://lnkd.in/d4tMsTXi Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti.
Continua a leggereLa Cina è ripartita?
Scritto il 11.10.2024La Cina è ripartita? Il Dragone Cinese torna a ruggire, segnando un recupero settimanale che non si registrava da diversi anni. E' l'inizio di una nuova fase di rialzo dell'azionario cinese, o un altro fuoco di paglia destinato a spegnersi? La seconda economia mondiale, come sappiamo, arranca da diversi anni, a causa di alcune criticità strutturali, fra cui un rallentamento del trend di crescita, dello sviluppo demografico, e una crisi immobiliare che ha colpito anche il noto colosso Evergrande. Gli investitori sono quindi divenuti particolarmente pessimisti riguardo le prospettive future di questo mercato, eppure, proprio quando la negatività raggiunge livelli estremi, rimbalzi, anche di tipo tecnico, come questo a cui stiamo assistendo, non sono nuovi. Il recente strappo al rialzo dell'azionario Cina ha assunto anche la natura di "Short Squeeze", dal momento che molti Hedge Funds erano corti sul tema, e la risalita del mercato li ha portati ad accumulare perdite e a chiudere le posizioni al ribasso, alimentando così ulteriormente il recupero dell'indice. Un altro motivo alla base della recente fiammata è dettato anche dalle recenti misure espansive e di stimolo fiscale introdotte da Pechino, che tuttavia non sembrano ad oggi sufficienti per risolvere le problematiche che stanno penalizzando il paese. Quindi, come considerare ora l'azionario cinese? La sottoperformance maturata nel corso degli ultimi anni è stata certamente notevole, e i prezzi attuali, al netto della recente fiammata, appaiono ancora depressi e le valutazioni restano quindi interessanti. Considerare quindi di mantenere un'esposizione in Cina oggi resta interessante (parliamo pur sempre di una delle maggiori economie al mondo), seppur ben equilibrata all'interno del portafoglio, e senza quindi sbilanciarsi eccessivamente, in considerazione anche dei rischi politici che contraddistinguono il paese. Una logica ad accumulo potrebbe essere particolarmente valida, abbinata ad un'area così volatile nei prezzi come quella cinese. Non dimentichiamoci poi i benefici offerti dal paese in ottica di diversificazione geografica, all'interno di un mercato globale oggi concentrato principalmente sugli USA. Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti
Continua a leggereCome sono cambiate le strategie d'investimento nel corso del tempo?
Scritto il 03.10.2024Come sono cambiate le strategie d'investimento nel corso del tempo? L'indagine condotta da Charles Schwab, che ha preso come campione 1.000 cittadini americani, mostra ad esempio come i più giovani siano più inclini ad adottare strategie di breve termine, e ad informarsi sui social media per prendere decisioni. Sempre secondo lo studio in esame, il 72% dei Gen Z prendono suggerimenti dai canali social, rispetto al 57% dei Millennial, 38% della Gen X, e 19% dei Boomer; al contempo, i giovani riconducibili alla Gen Z iniziano anche prima ad investire, verso i 19 anni, rispetto alle altre generazioni a confronto. L'analisi è molto interessante, e certamente evidenzia come i più giovani siano ora avvantaggiati dal fatto di approcciare prima l'attività d'investimento, iniziando subito a guadagnare tempo e lavorare sull'interesse composto. Dall'altra parte evidenzia le insidie dettate dal social financial influencing, ad oggi un vero e proprio far west, ricco di spunti validi quanto di scam veri e propri piuttosto che di consigli non sempre appropriati, come denunciato dallo stesso Nick Maggiulli. https://lnkd.in/dkBhz2WX Questo Far West andrebbe ad un certo punto forse regolamentato, ma fino a quel momento, sempre bene valutare con attenzione prima di accettare il consiglio del primo Tik Toker o nickname dentro un forum online. Finanza in evoluzione. https://lnkd.in/dUyhJXy8 Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti
Continua a leggereBastano 2 ETF per investire?
Scritto il 27.09.2024Quindi, compro 2 ETF e ho risolto l'equazione dell'investimento? L'eccessiva semplificazione dell'attività d'investimento può essere un problema, dal momento che la partita è in realtà ben più complessa. Interessante ad esempio il recente studio pubblicato da Morningstar, che mostra la differenza fra i rendimenti ottenuti dagli investitori in fondi passivi e quelli in ETF. La maggior negoziabilità degli ETF, e possibilità di transarli in tempo reale, si è tradotta in un attivismo feroce che ha portato gli investitori a sottoperformare decisamente nel tempo chi si fosse adagiato in un fondo passivo. Lo studio ripercorre 10 anni di comportamenti degli investitori americani (fino al 31/12/2023), e la conclusione è che gli scambiatori di ETF hanno accumulato un ritardo del 38% in termini di performance rispetto agli investitori passivi. La conclusione di Jeffrey Ptak, capo della ricerca presso Morningstar, è che la maggior negoziabilità degli ETF, vista come un vantaggio, è divenuta invece un costo. https://lnkd.in/dAeabndR La partita poi si è complicata ulteriormente di recente, dal momento che gli ETF attivi stanno continuando ad acquistare quote di mercato. La stessa Vanguard, "capostipite" della gestione passiva, ha comunicato di voler lanciare sul mercato una nuova offerta di ETF Obbligazionari a gestione attiva. https://lnkd.in/dRJEPmmQ Fra Rendimento prodotto dal mercato e Rendimento ottenuto dagli investitori non c'è di mezzo quindi solo la scelta degli strumenti, ma anche come li gestiamo e le decisioni che prendiamo. Ed è esattamente qui che la partita diventa particolarmente complessa. Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti
Continua a leggereCi sono alternative alla pianificazione finanziaria?
Scritto il 20.09.2024Ci sono alternative alla pianificazione finanziaria? Di fatto no. Gli stessi Money Market Fund americani probabilmente non saranno a breve più in grado di garantire i tassi e i rendimenti visti nell'ultimo periodo; rifugi a basso rischio e buona remunerazione hanno facilmente i giorni contati, come titola il New York Times. https://lnkd.in/dvvZphVN Stesso discorso su eventuali Conti Deposito a tasso promozionale qui in Europa. Il mercato attualmente prezza, ad esempio, diversi tagli dei tassi d'interesse da parte della BCE. Marc Schattenberg, Senior Economist di Deutsche Bank Research, prevede 4 tagli, dello 0,25% (oltre a quello già avvenuto questo mese) che ridurrebbero il tasso di deposito della BCE di 1,5 punti percentuali entro la fine del 2025. Michael Field, European Equity Strategist di Morningstar, ha dichiarato come diversi economisti si aspettino due o più tagli già quest'anno, di circa lo 0,75%. https://lnkd.in/dvxJFrbP La politica monetaria potrebbe quindi cambiare in quanto da una parte l'inflazione sta rientrando, e dall'altra le condizioni economiche stanno peggiorando, il che invita BCE, ma anche la FED americana, ad avviare una politica più accomodante. La stessa liquidità ferma sul conto corrente comunque resta una non soluzione, anzi, un'accettazione di perdita. Basti pensare a come negli ultimi anni, nonostante pandemia mondiale, shock inflattivo, timori recessivi e guerra Russia Ucraina, un portafoglio bilanciato azionario/obbligazionario comunque avrebbe prodotto valore. Di nuovo, non c'è alternativa alla pianificazione finanziaria. Possiamo accettarlo, ed equipaggiarci di conseguenza. Oppure possiamo ignorarlo, e subirne le conseguenze. La pianificazione logora chi non ce l'ha. Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buona pianificazione a tutti
Continua a leggere"Investire a mercato". Sì ma quale?
Scritto il 12.09.2024"E' importante investire a mercato". Sì ma quale? Cos'è il mercato? Il consueto report prodotto da SPIVA ci evidenzia 2 aspetti molto importanti. Il primo è che la maggior parte dei fondi attivi tende a sottoperformare il rispettivo mercato di riferimento, ovvero il proprio benchmark La seconda è che non esiste "Il Mercato" in senso lato, ma una miriade di mercati e indici, ognuno diverso dall'altro per composizione e comportamento. Lo stesso azionario americano può declinarsi ad esempio negli indici S&P500, Composite 1.500, MidCap o Small Cap, Value, Growth, Nasdaq, Dow Jones e molti altri. Ecco che investire "a mercato" perde di significato, dal momento che esistono solo "i mercati", per cui ogni portafoglio finisce per diventare un insieme di benchmark e indici, motivo per cui già la scelta di un paniere rispetto ad un altro implica il fatto di compiere una scelta attiva, che naturalmente può premiare o meno, rispetto ad altri indici non selezionati. La stessa recente classifica stilata da Morningstar sugli ETF con le migliori e peggiori performance mensili, ci ricorda come le stesse performance dei diversi mercati possano divergere notevolmente fra loro. Ad esempio, fra i worst performer mensili troviamo: ° Uranium Miners UCITS ETF ° iShares MSCI Turkey UCITS ETF ° KraneShares CSI China Internet ETF USD Fra i best performer invece: ° Amundi MSCI Indonesia UCITS ETF ° Xtrackers MSCI Thailand UCITS ETF ° iShares European Property Yield UCITS ETF In questo senso, gli ETF possono essere dei validi strumenti, dipende sempre da che tipo di mercato decidiamo di replicare e come utilizziamo lo strumento acquistato. Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti.
Continua a leggerePerchè è importante diversificare gli investimenti?
Scritto il 05.09.2024Perchè si diversificano gli asset in portafoglio, quando investiamo? Semplicemente perchè non conosciamo il futuro. Diversificare è quindi corretto, sebbene nel tempo generi rimpianti perchè porta ad avere voci che hanno performato molto bene ad altre invece meno soddisfacenti. E' quindi importante, una volta diversificato correttamente, non guardare troppo indietro, perchè, come riportato da Daniel Khaneman, il "senno del poi" finisce per avere effetti distorsivi sulle nostre valutazioni. Da "Pensieri Lenti e Veloci": "Il senno del poi è particolarmente crudele con i decisori come allenatori, medici e consulenti finanziari. Tendiamo ad incolparli per decisioni buone che hanno avuto cattivo esito e a non apprezzarli per mosse efficaci che sembrano ovvie ma solo a posteriori. Quando i risultati sono cattivi, spesso ci rimproveriamo di non aver visto la scritta sul muro, dimenticando che era stata fatta con l'inchiostro invisibile. Azioni che parevano prudenti a priori possono apparire sconsiderate a posteriori (e viceversa).". Aver investito tutto il proprio capitale in Amazon, nel lontano 2000, oggi ci avrebbe portato a maturare un risultato certamente importante. Con il senno del poi, la mossa appare lungimirante, coraggiosa e frutto di una visione eccezionale, e il risultato finisce per cancellare il fatto che fosse un azzardo, oltre che folle. L'attività d'investimento è quindi resa particolarmente complicata dal fatto che pessime decisioni possono portare ad ottimi risultati, mentre ottime decisioni possono portare a risultati deludenti. "Alcuni azzardi premiati dalla fortuna incoronano un leader sconsiderato, circondandolo di un alone di prescienza e audacia" recita sempre il premio Nobel Daniel Kahneman. E' importante quindi diversificare sempre i rischi in portafoglio, ricordandoci che ciò che ci sembra ovvio oggi, non lo era affatto ieri. Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti.
Continua a leggereCome Investono i Family Offices e gli Istituti con dotazioni Multi-Milionarie?
Scritto il 29.08.2024Come investono i Family Offices e gli Istituti che gestiscono dotazioni multi-milionarie? Il portafoglio medio che emerge da uno studio che riprende l'asset allocation utilizzata dai Family Offices, evidenzia un ampio uso dei Private Assets, visto un 22% medio allocato in strumenti di Private Equity, unitamente a componenti di Private Debt e investimenti in Hedge Funds. Interessante l' 1% dedicato ad opere d'arte, e un altro 1% all' Oro. 0% Bitcoin. Se osserviamo ora i portafogli che emergono dagli studi pubblicati da NACUBO, circa gli investimenti degli istituti con dotazioni importanti, anche qui emerge una quota sempre più importante dedicata a Private Equity ed Hedge Funds, che ha assunto un peso sempre più importante nel corso del tempo. Naturalmente l'aumento di queste esposizioni va di pari passo con la minor liquidabilità del portafoglio, visto che questi strumenti alternativi risultano spesso illiquidi, rendendo il portafoglio stesso più difficilmente ribilanciabile piuttosto che modificabile. L'incremento dei Private Assets sembra essere andato di pari passo con la riduzione dei tassi d'interesse, per cui in un contesto di tassi ai minimi, queste soluzioni alternative sono state valutate come una valida alternativa in termini di rischio/rendimento, anche a costo di sacrificare la liquidabilità del portafoglio stesso. Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti.
Continua a leggereE' meglio investire in fondi o in ETF?
Scritto il 22.08.2024Meglio investire in Fondi o in ETF? Sicuramente, lato costi e commissioni, gli ETF rappresentano un'ottima soluzione, visti i costi più contenuti, ed il risparmio quindi ottenuto dall'investitore da questo punto di vista. Un altro fattore da prendere in considerazione deriva dal fatto che spesso i fondi a gestione attiva tendono a sottoperformare l'indice di riferimento, come evidenziato nel grafico allegato. E' importante però considerare che, a meno che non valutiamo di investire 100% S&P500, un portafoglio è spesso composto da un insieme di indici e di benchmark. A questo punto la situazione si complica, perchè non è scritto in nessun report accademico che una gestione composta da un insieme di indici selezionati autonomamente riesca a fare meglio nel corso del tempo del peggior fondo bilanciato al TER più alto presente sulla faccia della terra. Ecco che la gestione degli indici stessi diventa importante altrettanto quanto il risparmio sui costi commissionali, e questo invece è evidente tramite gli innumerevoli report pubblicati da Dalbar, che evidenziano come ad esempio prodotti assicurativi, particolarmente onerosi, abbiano nel tempo prodotto più performance per gli investitori americani, rispetto a portafogli gestiti tramite fondi/ETF. Il tipo di gestione è più importante dell'oggetto della gestione.Il come vince sul cosa. "La potenza è nulla senza controllo" Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon investimento a tutti
Continua a leggereMercato incerto, tempo di fare Market Timing?
Scritto il 13.08.2024La recente correzione sul mercato ha riacceso l'attenzione verso l'attività di Market Timing. E' un esercizio consigliabile da applicare al nostro piano d'investimento? Credo di no. La ragione può essere ricondotta, semplificando, al principio della regressione verso la media. Il concetto di regressione alla media viene spesso declinato sui mercati finanziari, e sulle asset class che lo compongono, ma in realtà può essere applicato anche ad altri ambiti, sempre riguardanti l'attività d'investimento. Possiamo citare il caso di gestori attivi Top Performer. Quanto della sovraperformance maturata in periodi particolarmente positivi è figlia della fortuna e quanto dell'abilità? Difficile a dirsi. Se stimiamo che la creazione di Alfa sia figlia della capacità gestoria, ci aspettiamo un proseguo nel futuro di queste performance. Eppure, è qui che spesso arriva il "ritorno alla media". Basti citare l'esempio di Cathie Wood, con l'ETF Arkk Innovation in grande spolvero per un certo periodo di tempo, salvo poi incappare in un periodo particolarmente negativo. Lo stesso vale per il noto Carmignac Patrimoine, favoloso nel 2008, eppure meno fortunato successivamente. Di esempi illustri ne abbiamo quanti ne vogliamo. Spesso, prestazioni eccezionali sono anche aiutate dalla fortuna, oltre che da una buona visione alla base, e la fortuna va e viene. Lo stesso vale per le previsioni. Possiamo certamente tentare di applicare un'attività predittiva sul nostro piano d'investimento, cercando di cronometrare il mercato, ma il fatto eventualmente di averci preso una volta non è prova provante del fatto di avere veramente il polso del mercato, e di poterlo fare correttamente una seconda volta. Anzi, proprio il principio di regressione alla media ci suggerisce che se, un po' per fortuna, un po' per casualità, un po' per comunque una buona visione alla base, abbiamo anticipato correttamente un movimento di mercato in un'occasione, è statisticamente molto probabile che la volta successiva sbaglieremo. Questo è un po' un problema, dal momento che il market timing si compone di 2 momenti, perchè una volta usciti in previsione del crollo, occorre poi indovinare anche il momento del rientro, e se già ci ha detto bene alla prima chiamata, che vada bene anche la seconda è complicato. Che poi si riesca a ripetere il tutto un'altra volta ancora, sarebbe un evento eccezionale. Anche qui, gli esempi si sprecano. Il più noto forse è quello di "Dr Doom" Roubini, economista americano che previde correttamente il crollo del 2008. Peccato poi che abbia sbagliato clamorosamente tutte le altre chiamate di Bear Market, rientrando perfettamente nel modello del "ritorno alla media". Il concetto è semplice, ma anomalo da comprendere, perchè contro-intuitivo, dal momento che proprio una corretta interpretazione del mercato tende ad alimentare la nostra fiducia verso le abilità del preveggente di turno, mentre proprio quello sarebbe il momento giusto per non crederci più. Chi avesse piacere ad approfondire i temi in evidenza, può contattarmi per un consulto. Buon Ferragosto a tutti
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