33 post - 6.936 letture


Analisi settimanale dei mercati finanziari mondiali

  • 227
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 20.07.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA Gli indici azionari americani hanno segnato nella giornata di venerdì lievi rialzi, nonostante l’aumento dei nuovi casi di Covid-19 e la trimestrale sotto le attese di Netflix. La società di streaming americana ha infatti pubblicato un aumento degli iscritti di 10,1 milioni, disattendendo il consensus che aveva previsto una crescita di 12 milioni, e un EPS di USD 0,21 al di sotto delle stime (attese di USD1,80), terminando la seduta in ribasso del -6,5%. Anche alcune delle maggiori società tecnologiche dei listini hanno mostrato debolezza, con Amazon in ribasso del -1,3% e Microsoft in rosso del -0,5%, quest’ultima in attesa della pubblicazione dei dati trimestrali in calendario per questa settimana. MERCATI AZIONARI ASIA Le borse asiatiche guadagnano in giornata, trainate dalla decisione della PBoC di lasciare invariati il loan prime rate a un anno (3,85%) e quello a cinque anni (4,65%). In Giappone, il Nikkei ha registrato un lieve rialzo nonostante il livello di esportazioni di giugno sia calato del -26,2% a/a, un miglioramento rispetto a maggio inferiore alle attese di un -24,9% a/a. La performance migliore è stata segnata dal listino di Shanghai, rinforzato oltre che dalla PBoC, anche dall’aumento al 45% del limite agli investimenti azionari imposto alle società assicurative. L’Hang Seng rimane intorno alla parità, penalizzato dal rapido aumento di contagi avvenuti nella città di Hong Kong durante il fine settimana.   MERCATI AZIONARI EUROPA I principali listini europei hanno segnato performance miste, con il settore automotive in rialzo dell’1,5% e quello bancario in contrazione del -1,0%. A guidare la salita del comparto automobilistico è stata Daimler (+4,4%), in forte guadagno dopo la pubblicazione di una perdita operativa trimestrale inferiore alle attese. Acquisti anche su Ericsson (+11,4%), che grazie a un netto miglioramento dei margini nel segmento degli accessori telefonici, ha superato le stime di consensus nel secondo trimestre e ha confermato la guidance per il periodo 2020-2022. A Piazza Affari, Enel ha guadagnato il 2,1%, in scia al trend positivo del comparto delle utilities, mentre Moncler ha chiuso in ribasso del -2,2%. FOREX L’EUR continua a rimanere vicino ai massimi ad oltre quattro mesi contro USD sui negoziati fra i Paesi membri dell’UE sul Next Generation EU; la possibilità esistente tuttavia che possa anche esserci nessun accordo in questo momento sembra frenare la divisa unica. Stabile il cambio USD/JPY, così come il cross fra USD e CAD, AUD e NZD: mentre a supportare il biglietto verde e la divisa nipponica c’è la diffusione del coronavirus; in direzione opposta c’è la maggiore propensione al rischio dovuta ai piani di stimoli fiscali in Europa e anche negli USA. COMMODITIES Venerdì è stata una giornata relativamente stabile per le materie prime, con l’indice Crb che ha chiuso sui livelli della seduta precedente. Il future sul WTI ha aperto leggermente sotto il prezzo di chiusura e perde lo 0,7%. Stessa dinamica per il Brent, che scambia a USD 42,3, a -0,8% dall’apertura odierna. Oro stabile a USD 1.810 l’oncia. Di seguito i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Lunedì In primissima mattinata la Cina comunicherà il tasso privilegiato d’interesse della PBoCMercoledì Alle 16:00 gli Stati Uniti comunicheranno il dato relativo alle vendite di abitazioni esistentiVenerdì Alle 08:00 in Gran Bretagna sarà rilasciato il dato sulle vendite al dettaglio. Alle 10:30 sarà comunicato l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero e del settore dei servizi Alle 09:30 in Germania sarà comunicato l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Alle 16:00 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo alle vendite di nuove abitazioni

Continua a leggere

QUADRO MACROECONOMICO COMMENTO MENSILE LUGLIO 2020

  • 42
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 16.07.2020

  I dati sul PIl relativi al 2020 che saranno pubblicati nelle prossime settimane dovrebbero evidenziare il crollo dell’attività economica a seguito della chiusura delle attività produttive non essenziali per frenare la diffusione del Covid–19. Seppure in un contesto di protratta debolezza, segnali di recupero sono tuttavia arrivati in giugno dagli indicatori anticipatori. Gli indici di fiducia delle imprese manifatturiere e dei servizi sono rimbalzati e il PMI manifatturiero in Cina e USA è tornato su valori che potrebbero anticipare una crescita dell’attività economica, nei relativi Paesi, già a partire dal 3Q20. Più debole, per il momento, è il recupero del settore dei servizi, con il balzo della disoccupazione e un atteggiamento più cauto sul fronte dei consumi da parte delle famiglie che pesano sulle prospettive nel breve. Fed e BCE continuano a mantenere un orientamento espansivo, con la BCE che a inizio giugno ha aumentato il programma di acquisto di asset e la Fed che ha annunciato l’acquisto diretto dal mercato di corporate bonds. STATI UNITI In attesa della pubblicazione del dato sul Pil del secondo trimestre, che dovrebbe vedere una contrazione del 34,5% t/t annualizzato sulla base delle stime di consensus, segnali confortanti sulle prospettive dell’economia sono giunti la scorsa settimana dall’ISM manifatturiero e dal rapporto sul mercato del lavoro. L’ISM manifatturiero ha battuto le attese degli economisti (49,5) salendo da 43,1 a.52,6. L’indice si è, così, portato sopra la soglia di 50, comunemente considerata lo spartiacque tra sviluppo e contrazione del settore, e su un valore in linea con una crescita del 2,9% del Pil. Positivo è stato anche l’incremento a 56,4 della voce nuovi ordini, che anticipa una prosecuzione del trend di recupero anche nei prossimi mesi. Migliore delle attese è stato anche l’andamento del mercato del lavoro. In giugno sono stati creati 4,8 milioni di posti di lavoro, con il tasso di disoccupazione sceso dal 13,2% all’11,1%. La riapertura delle attività produttive è alla base dell’incremento dell’occupazione, anche se continua a destare qualche timore, per le prospettive dell’inflazione, il calo dei salari orari: -1,2% m/m. L’inflazione è rimasta leggermente positiva in maggio, con il dato generale a 0,1% a/a e quello core a 1,2%. Tuttavia a destare qualche timore è il calo dell’indice core per il terzo mese consecutivo, segnale di come le pressioni deflazionistiche si stiano facendo strada. In tale scenario la Fed ha confermato il proprio orientamento espansivo, annunciando che all’interno del programma Secondary Market Corporate Credit Facility, procederà all’acquisto diretto di corporate bonds ad alto rating sul mercato, pur rispettando la diversificazione degli indici di riferimento. Non si è, invece, per il momento concretizzata l’ipotesi di una nuova manovra di politica fiscale espansiva, anche se rimane allo studio del Congresso. EUROPA Anche in area Euro le indicazioni più confortanti per i prossimi mesi sono arrivate dall’andamento degli indici di fiducia delle imprese. L’indice PMI manifatturiero dell’intera area Euro è salito da 39,4 a 47,4. Pur rimanendo sotto la soglia di 50, l’indice ha evidenziato un recupero superiore a quanto scontato in precedenza dal mercato. Positivo è stato anche il recupero dell’indice dei servizi, salito da 30,5 a 48,3. Questi dati hanno confermato le attese di un recupero dell’economia nel terzo trimestre, con le stime di consensus che vedono una crescita del Pil dell’8,7% t/t dopo la contrazione del 12,2% che dovrebbe essere stata registrata nel secondo trimestre. La forza della ripresa dei Paesi dell’area Euro, ed in particolare del blocco dei Paesi periferici, dipenderà dall’accordo tra i capi di Governo sul “Recovery Fund”. I leader europei hanno iniziato a discutere lo scorso 18-19 giugno la proposta della Commissione Europea di un fondo di EUR750 miliardi, di cui EUR500 miliardi a fondo perduto ai Paesi più colpiti dalla crisi e EUR250 miliardi sotto forma di prestiti, ma senza trovare un accordo. Le speranze sono che un accordo sia trovato entro la fine dell’anno senza grosse variazioni rispetto alla proposta originaria. GIAPPONE Gli ultimi indicatori anticipatori hanno evidenziato come il Giappone potrebbe essere il Paese sviluppato più lento nell’uscire dalla crisi a seguito del lockdown. L’indice trimestrale Tankan è sceso da -8 a -34, il livello più basso degli ultimi 11 anni. L’indice PMI manifatturiero è sì migliorato in giugno, salendo da 38,4 a 40,1, ma è rimasto su un valore in linea con una forte contrazione del comparto industriale nella prima parte del terzo trimestre. L’andamento degli indici di fiducia ha evidenziato come l’economia giapponese possa avere bisogno di nuovi stimoli monetari e fiscali anche dopo il recente incremento del programma di sostegno alle aziende da JPY75trn a JPY110trn da parte della BoJ e lo stimolo fiscale da JPY31,9trn deciso dal governo. CINA I dati più recenti hanno mostrato un’ulteriore e ampia accelerazione dell’economia cinese, guidata da infrastrutture e abitazioni grazie a un forte sostegno creditizio. Anche l’andamento delle esportazioni è iniziato a migliorare in giugno, con il surplus della bilancia commerciale superiore del 50% rispetto alle stime di consensus. Tuttavia, la ripresa della domanda del settore privato rimane poco brillante, con investimenti industriali e vendite al dettaglio in calo rispettivamente del 6,3% e del 2,8% in giugno. Complessivamente, l’economia cinese, la prima a uscire dalla fase di lockdown, sembra essere sulla buona strada per tornare a una normalizzazione. Sulla base dei dati sinora pubblicati, le stime di consensus sono per una crescita del Pil nel secondo trimestre del 9,4% t/t (dopo il -9,8% t/t di Q1) e del 2% a/a (da -6,8%). I segnali di miglioramento dell’economia hanno portato a un atteggiamento più cauto della PBoC. Tuttavia, la delicata ripresa della domanda del settore privato potrebbe portare a un maggiore sostegno nei prossimi mesi, in particolare qualora il nuovo focolaio di Covid–19 a Pechino portasse ad un ulteriore rallentamento della ripresa dei consumi. OUTLOOK L’economia mondiale sembra indirizzata verso una graduale uscita dalla forte crisi economica innescata dal Covid–19. Gli indici di fiducia segnalano un ritorno alla crescita nel mondo occidentale a partire dal terzo trimestre, mentre la Cina dovrebbe avere registrato un tasso di espansione del Pil positivo già in Q2. La ripresa dovrebbe, però, rimanere molto debole e un ritorno a livelli pre-Covid on dovrebbe avvenire prima del 2022. CRESCITA ECONOMICA Gli impatti negativi a seguito del blocco dell’attività produttiva, al fine di contrastare la diffusione della pandemia, hanno comportato un netto peggioramento dell’outlook per il 2020. La contrazione dell’economia globale nel secondo trimestre sarà significativa: la stima di consensus sul Pil statunitense è per una contrazione di oltre il 30% t/t, annualizzato mentre per l’Eurozona le attese sono per un calo del 12,2% t/t. Anche in base alle più recenti previsioni dell’OCSE (10 giugno) la ripresa dovrebbe essere lenta ed incerta e fortemente dipendente dal futuro andamento dell’emergenza sanitaria. Nello scenario più favorevole che si realizzerebbe in caso di assenza di una seconda ondata di contagi in autunno, si potrebbe assistere ad un’accelerazione della crescita economica nella seconda parte dell’anno che potrebbe limitare la contrazione del Pil mondiale nel 2020 ( -6% stima OCSE) e portare ad un importante recupero nel 2021 (+ 5,8% stima OCSE) Nel caso in cui nuovi focolai di malattia dovessero invece evidenziarsi nei prossimi mesi, il calo del PIL mondiale per l’anno in corso potrebbe essere più significativo (-7,6% stima OCSE) a fronte di una ripresa più modesta nel 2021. In entrambi i casi anche alla fine del 2021 l’attività economica non riuscirebbe a recuperare il livello raggiunto nell’ultimo trimestre del 2019. INFLAZIONE/DEFLAZIONE Il calo della domanda interna e dei prezzi delle commodity, ed in particolare del petrolio, potrebbero avere un effetto negativo sui prezzi al consumo, aumentando il rischio di una caduta in deflazione. I dati più recenti pubblicati hanno evidenziato una discesa dell’inflazione allo 0,1% a/a in USA e allo 0,3% a/a in area euro. Una discesa in deflazione sarebbe quanto mai problematica per delle economie altamente indebitate quali quella statunitense e dell’area Euro. Le banche centrali, quindi, resteranno vigili per evitare questo rischio. BANCHE CENTRALI Le banche centrali hanno agito con prontezza e risolutezza nel trovare nuove misure per contrastare l’impatto, per lo meno sui mercati finanziari, della pandemia e per ridurre al massimo i rischi di Deflazione. Dopo le misure adottate di recente, Fed e BCE potrebbero assumere un orientamento attendista per alcuni mesi per valutare la forza della ripresa nella seconda parte dell’anno. Tuttavia non sono da escludere nuove misure espansive qualora la crescita dovesse confermarsi inferiore alle attese. RISCHI Una seconda ondata di diffusione del Covid-19 rappresenta il principale rischio per la crescita economica a livello globale. Persistono anche timori legati al riaccendersi delle tensioni fra USA e Cina. AZIONI Dopo i minimi di marzo i maggiori indici azionari mondiali hanno iniziato una fase di tendenziale recupero. In particolare, gli indici statunitensi si stanno riportando sui valori pre-Covid, mentre quelli europei, seppure rimangano al di sotto dei livelli pre-pandemia, hanno sovraperformato nel periodo più recente. Le politiche monetarie e fiscali ultra-espansive adottate da banche centrali e governi sono alla base del rimbalzo degli indici. I livelli di valutazione dei mercati, però, iniziano ad essere di allarme e potrebbero limitare ulteriori progressi qualora l’economia non tornasse a crescere come nelle attese nella seconda parte dell’anno e nel 2021, portando ad una ulteriore revisione al ribasso degli utili l’anno prossimo. In tale scenario, e in vista di una maggiore volatilità dei mercati azionari nei prossimi mesi, si propende per un posizionamento neutrale/leggermente negativo sull’asset class azionaria, implementando le scelte con diversificazione, selettività e progressività. OBBLIGAZIONI L’azione tempestiva delle banche centrali è riuscita a limitare la caduta dei mercati obbligazionari e a ridurre i rendimenti delle obbligazioni governative benchmark. La progressiva uscita dai lockdown e le attese di una ripresa economica dai minimi recenti portano ora a prevedere, nel breve termine, una fase di relativa stabilizzazione dei tassi, sempre che non si registri una seconda ondata di diffusione della pandemia. I titoli governativi potrebbero rappresentare elemento di stabilizzazione dei portafogli nel caso di un peggioramento del sentiment di mercato. Su queste basi anche gli spread delle emissioni corporate hanno manifestato una forte e generalizzata compressione, favoriti dal ritorno dell’appetito per il rischio da parte degli investitori. Se lo scenario così benevolo si dovesse confermare, si potrebbe assistere ad una vivace attività sul mercato primario principalmente da parte delle aziende private e possibilmente da parte anche degli emittenti con merito di credito più basso (high yield). Si porta quindi la view sull’asset class obbligazionaria verso un posizionamento neutrale/ leggermente positivo sempre comunque improntato alla selettiva, ritenendo opportuno considerare i prossimi momenti di volatilità, eventualmente legati al periodo estivo, come valide opportunità di acquisto, per ricostruire una maggiore duration, per i diversi profili di rischio/ rendimento su un orizzonte temporale di medio e lungo termine. LIQUIDITÀ Si mantiene un posizionamento di neutralità sulla liquidità funzionale e coerente con le scelte strategiche sulle asset class principali, che potrebbero presentare nel corso del prossimo trimestre opportunità d’investimento.

Continua a leggere

Mercati Azionari e agenda settimanale 13 luglio 2020

  • 320
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 13.07.2020

AMERICA I maggiori indici azionari statunitensi hanno chiuso venerdì in forte rialzo nonostante l’impennata di casi di Covid-19. A dare slancio ai mercati sono stati l’annuncio di Gilead Sciences (+2,1%), secondo cui la fase 3 della sperimentazione del farmaco Remedesivir per la cura del Covid-19 sta dando buoni risultati, e la buona intonazione dei mercati internazionali, in particolare di quelli cinesi. Netflix è salita dell’8% grazie alla stima dell’analista di Goldman Sachs che la società possa avere aumentato il numero di sottoscrittori in Q2 più di quanto preventivato (12,5 milioni contro 7,5 milioni). La società annuncerà i risultati trimestrali il 17 luglio. Positiva anche la performance dei bancari alla vigilia della pubblicazione dei conti trimestrali dei big del comparto in settimana: JP Morgan +5,4%, Wells Fargo +6%, Citigroup +6,5%. ASIA I listini asiatici scambiano in deciso rialzo, con gli investitori che sembrano non preoccuparsi dei forti aumenti di nuovi contagi da coronavirus a livello globale. La borsa azionaria cinese prosegue il periodo positivo, segnando un guadagno di circa il 2,0%. Il migliore della seduta è stato tuttavia il Nikkei, trainato al rialzo anche dalle ottime performance di SoftBank (+4,2%) e Fanuc (+3,2%). Sull’Hang Seng si segnala il forte rialzo di HSBC (+3,0%), mentre sul Kospi, Samsung ha chiuso a +1,7%. Le attese di un ulteriore taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale indiana, nel caso il dato sull’inflazione di giugno (atteso in giornata) sia decisamente più debole di quanto stimato, ha supportato le quotazioni del Bse Sensex. EUROPA Le principali borse europee hanno chiuso la seduta in territorio positivo, trainati dalla pubblicazione di dati macro superiori alle attese. In particolare, gli investitori sono stati rassicurati dall’aumento superiore alle attese della produzione industriale di maggio in Francia (+19,6% a/a vs il +15,1% atteso) e in Italia (+42,1% a/a vs il 22,8% atteso). Carlsberg ha segnato un rialzo del 6,4% dopo che la società danese ha comunicato di aver registrato un lieve miglioramento delle vendite in Europa occidentale. A Piazza Affari, STM è stata la migliore del listino, in guadagno del 5,1%. Acquisti anche sui titoli del comparto bancario, con Intesa Sanpaolo in rialzo del 2,0%. FOREX La prosecuzione del trend positivo dei mercati azionari sulle piazze asiatiche ha favorito un calo delle valute considerate più sicure. Lo EUR si è, così, rafforzato sia nei confronti dello USD sia dello JPY. I movimenti sono, però, stati contenuti in vista della pubblicazione in settimana di importanti dati macro in USA e delle riunioni delle banche centrali in area Euro e Giappone. COMMODITIES L’indice Crb ha chiuso la giornata di venerdì con un positivo +0,8%. Il WTI ha aperto la seduta odierna in leggero ribasso rispetto all’ultima chiusura. Attualmente scambia a USD 40,28 al barile (-0,7%), con il Brent anch’esso in ribasso dello 0,5% in area USD 43 al barile. L’oro rimane sopra i USD 1.800 al barile. Di seguito i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Lunedì Alle 17:30 in Gran Bretagna è atteso il discorso del Governatore della BoE Bailey Martedì Alle 08:00 la Gran Bretagna comunicherà la variazione nelle richieste dei sussidi di disoccupazione, a seguire il PIL e il dato relativo alla produzione manifatturiera Alle 11:00 la Germania rilascerà la rilevazione ZEW del sentimento sull’economia tedesca Alle 14:30 gli Stati Uniti indicheranno l’indice dei principali prezzi al consumo Mercoledì Alle 05:00 il Giappone rilascerà il rapporto sulle prospettive della BoJ Alle 08:00 la Gran Bretagna comunicherà l’IPC annuale Giovedì Alle 04:00 la Cina comunicherà il PIL e il dato sulla produzione industriale Alle 08:00 la Gran Bretagna rilascerà l’indice dei salari medi inclusi bonus. Alle 13:15 è atteso il discorso il discorso del Governatore della BoE Bailey Alle 13:45 in Zona Euro saranno comunicati: il tasso sui depositi, la decisone sul tasso di interesse, le dichiarazioni sulla politica monetaria della BCE e le operazioni sulle politiche di rifinanziamento marginale della BCE. Alle 14:30 si terrà la conferenza stampa della BCE Alle 14:30 negli Stati Uniti si attende il dato relativo alle vendite al dettaglio dei beni essenziali e quello relativo alle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione, è atteso inoltre, nella stessa giornata, il dato relativo alle vendite al dettaglio Venerdì Alle 08:00 in Gran Bretagna sarà rilasciato il dato sulle vendite al dettaglio. Alle 12:00 terrà un discorso il Governatore della BoE Bailey Alle 11:00 in Zona Euro sarà comunicato l’IPC annuale Alle 14:30 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo ai permessi di costruzione rilasciati  

Continua a leggere

Al VIA L'OPS INTESASANPAOLO SU UBI BANCA

  • 270
  • 0
  • Banche e prodotti bancari
Scritto il 09.07.2020

  MERCATI AZIONARI Settimana estremamente positiva per i listini azionari, con l'indice globale che ha segnato un rialzo superiore al 3,0%. La rinata propensione al rischio degli investitori è stata conseguenza di dati macro rassicuranti soprattutto negli Stati Uniti e delle nuove scoperte in ambito sanitario nella ricerca di cure e rimedi contro il Covid-19, nonostante le preoccupazioni su una nuova ondata di contagi continuino a permanere. In America, l'S&P500 ha segnato un rialzo del 4,0% grazie al miglioramento del sentiment economico e delle aspettative degli investitori su un recupero più rapido del previsto. Il primo fattore è stato mostrato dalla crescita superiore alle attese del dato sulla fiducia dei consumatori calcolato dal Conference Board, che a giugno è salito a 98,1 punti (contro la stima di 91,5 del consensus), I segnali positivi sulla solidità del recupero economico sono stati invece riscontrati nella rilevazione dell'ISM manifatturiero: il dato ha superato la soglia dei 50 punti a giugno, attestandosi a 52,6, superiore rispetto alle attese di 49,8, trainato dalle componenti della produzione e dei nuovi ordini. A dare un'ulteriore spinta alle quotazioni azionarie americane e globali è stata inoltre la pubblicazione dell'employment report a fine settimana (questa settimana avvenuta di giovedì per via della chiusura dei mercati americani nella giornata di venerdì per la Festa dell'Indipendenza). La rilevazione ha infatti mostrato un deciso miglioramento inatteso del mercato del lavoro americano, con la creazione di 4,8 milioni di nuovi posti di lavoro e un abbassamento del tasso di disoccupazione all'11,1%, proseguendo il trend positivo iniziato a maggio. In Europa, i listini sono stati trainati dai dati americani sopra citati, e dai miglioramenti inattesi nel mese di giugno sia del PMI manifatturiero, passato a 47,4 punti dai precedenti 39,4, che del livello di inflazione, in aumento a 0,3% a/a rispetto allo 0,1% a/a di maggio. Anche sul fronte dei servizi si è potuto assistere a un significativo recupero dopo i minimi dei mesi scorsi, con il PMI dei servizi che ha raggiunto i 48,3 punti dai 30,5 di maggio. In settimana hanno recuperato anche i listini emergenti dell'America Latina in scia al resto del mondo e alle notizie incoraggianti sugli studi su un vaccino contro il Covid-19. In Cina, il forte rialzo è stato sorretto dall'uscita di un Caixin PMI manifatturiero superiore alle attese (51,2 vs 50,5), dato che consolida il recupero dell'economia cinese, iniziato prima degli altri Paesi del resto del mondo. MERCATI OBBLIGAZIONARI, CURRENCY E COMMODITY Il generale risk-on mostrato in settimana dagli investitori ha penalizzato i governativi dei Paesi con più alto merito creditizio, a favore di quei titoli obbligazionari più rischiosi come corporate e governativi periferici. Il rendimento del decennale tedesco è salito di 5 punti base a -0,4%, mentre quello del Btp si è contratto di 4 punti base raggiungendo l'1,2%, con gli acquisti che sono lievemente diminuiti in chiusura di settimana dopo le discussioni tra i diversi membri dell'Unione Europea riguardo all'aiutare di più, attraverso il programma di emergenza di acquisto bond, quei Paesi maggiormente in difficoltà a livello economico come l'Italia. A beneficiare del rinnovato appetito per il rischio degli investitori sono stati i titoli corporate, sia Investment Grade che High Yield. Sul suoloamericano, il miglioramento del sentiment dopo i dati macro decisamente positivi, insieme all'aumento di nuovi contagi e i dubbi su un possibile utilizzo da parte della Fed di una politica di controllo della curva, ha provocato un irripidimento della curva dei rendimenti, con il rendimento del titolo a due anni in contrazione di 1 punto base a 0,15% e quello del decennale in aumento di 3 punti base a 0,7%. Acquisti anche sugli obbligazionari dei Paesi emergenti, in scia alla settimana positiva dei mercati azionari. Sul fronte valutario, lo USD si è deprezzato nei confronti delle principali valute, con il ritrovato appetito per il rischio degli investitori che ha diretto i flussi lontano dalle valute rifugio come lo USD. Il GBP ha mostrato un forte apprezzamento nei confronti dello USD dopo che il Primo Ministro Boris Johnson ha proposto in settimana un nuovo progetto per la ripresa economica post-Covid. Per quanto riguarda le commodity, si è assistito a un significativo rialzo del prezzo del petrolio, dopo che la US Energy Information Administration ha comunicato una caduta delle scorte di petrolio negli Stati Uniti di 7,2 milioni di barili. Al contrario, l'oro è rimasto invariato a USD1.772 l'oncia. SOTTO I RIFLETTORI L’Offerta Pubblica di Scambio di IntesaSanPaolo (ISP) su UBI Banca (UBI) annunciata lo scorso17 febbraio ha iniziato lunedì il proprio iter finale con l’avvio del periodo di adesione che si chiuderà il 28 luglio. La regolazione dell’operazione per gli aderenti all’offerta è in programma il 3agosto. Il rapporto di concambio dell’operazione è rimasto invariato: gli azionisti di UBI riceveranno 17 azioni ISP per ogni 10 azioni portate in offerta. Il mancato pagamento da parte di entrambe le banche del dividendo relativo al bilancio 2019, in linea con le indicazioni della BCE, non ha portato ad unavariazione delle condizioni dell’offerta iniziali. L’eventuale pagamento del dividendo da parte di ISP nell’ultimo trimestre dell’anno, possibilità non esclusa dal CEO Carlo Messina, renderebbe l’accordo ancora più conveniente per gli azionisti UBI in caso di riuscita dell’offerta. Il dividendo pagato sarebbe,infatti, pari a EUR0 0,192 per azione, corrispondente ad a un dividend yield dell’11% alle attuali quotazioni di ISP. Il dividend yield di UBI sarebbe stato del 4,1%. ISP ha comunicato che l’OPS sarà valida alraggiungimento del 66,67% del capitale sociale di UBI. Tale condizione può essere derogata da ISP a sua sola discrezione, laddove abbia acquisito almeno il 50% + 1 azione del capitale di UBI. La maggior parte degli azionisti Investitori istituzionali e privati di UBI dovrebbe, tuttavia, aderireall’offerta, garantendo il raggiungimento della soglia del 50%+1 azione sulla base delle seguenti considerazioni: • L’offerta garantisce un premio del 30% rispetto al concambio ISP/UBI prevalente sul mercato nei 3 anni precedenti l’offerta; • La banca che deriverà dall’unione dei due istituiti di credito coinvolti presenterà una redditività superiore (grazie alle sinergie l’incremento dell’utile pre-tasse dovrebbe essere pari a circa il 18% rispetto alle due banche stand alone) e maggiore solidità patrimoniale (CET1 ratio stimato al 13% nel 2021 contro il 12,3% al 31/12/2019 e al 12,8% del 31/3/20 di UBI). Senza il supporto dei tre patti di sindacato e del maggiore azionista Parvus Fund è, però, difficile che possa essere raggiunta la soglia del 66,67%, ma questo non dovrebbe impedire a ISP di arrivare al 50%+1 azione, che le consentirebbe comunque di acquisire il controllo di UBI. In tale caso non si potrebbe procedere alla fusione ma ISP potrebbe comunque nominare la maggioranza dei consiglieri nelCdA di UBI. In questa ipotesi ISP ha stimato che potrebbero realizzarsi circa l’87% delle sinergie previste, rendendo comunque conveniente l’operazione per gli azionisti.È tuttavia possibile che IntesaSanpaolo possa rivedere in senso migliorativo la proposta, eventualità su cui sta scommettendo il mercato, per ottenere il favore dei patti di sindacato. Le norme consentonoall’Offerente la facoltà di apportare modifiche all’Offerta fino al giorno antecedente a quello previsto perla chiusura del periodo di adesione. Non si attende tuttavia una revisione radicale del rapporto diconcambio dato che l’incremento di valore per gli attuali azionisti ISP, pari a circa il 7%, verrebbein tal caso eroso in maniera significativa. Un incremento del concambio da 1,7x a 1,9x porterebbe il peso degli azionisti UBI in ISP dall’11,1% al 12,4%.

Continua a leggere

Mercati Azionari e agenda settimanale

  • 57
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 06.07.2020

I mercati azionari statunitensi sono rimasti chiusi venerdì in occasione della Festa dell’Indipendenza. MERCATI AZIONARI ASIA Giornata di forti acquisti sulle più importanti borse asiatiche, in deciso rialzo grazie al miglioramento del sentiment economico in scia ai continui dati macro positivi dopo le riaperture delle attività. In Giappone, gli investitori si sono diretti anche su quei comparti che più erano stati penalizzati dalla pandemia, come automotive e travel&leisure, con Mazda e Japanese Airlines in guadagno del 4,1% e del 2,9% rispettivamente. Il Kospi è statovtrainato dal forte balzo in avanti di Samsung (+2,6%), mentre sui listini di Hong Kong e cinese, che segnano le performance migliori, gli acquisti si sono diretti su tutti i settori. Il Bse Sensex viene trainato dai comparti metallurgico (+2,4%) e finanziario (+1,9%). MERCATI AZIONARI EUROPA Chiusura di settimana negativa per i principali listini europei, appesantiti dall’aumento di nuovi contagi da Covid-19, con il comparto delle risorse base che ha segnato la performance peggiore, in ribasso del -1,7%. Tra i singoli titoli, Rolls Royce ha perso il - 10,0% dopo che Fitch ha peggiorato il giudizio sul debito societario della compagnia a negativo. A Piazza Affari UBI è salita del 2,5% con i vertici dell’istituto che hanno valutato l’offerta di Intesa Sanpaolo non congrua per gli azionisti. FCA ha chiuso in rosso del -1,1% sulla notizia di una possibile trasformazione del dividendo da EUR5,5 miliardi, propedeutico per la fusione con PSA, in una distribuzione in asset. FOREX Le maggiori valute scambiano relativamente poco mosse in assenza di notizie rilevanti in arrivo dagli Usa. Al contrario, le valute emergenti perdono terreno nei confronti delle valute forti. La Lira Turca è stata penalizzata dal balzo dell’inflazione al 12,6% a/a in giugno e dalle dichiarazioni dell’agenzia di rating Fitch secondo cui il Paese rimane a rischio di uno stop di finanziamenti dall’estero. L’EUR si rafforza in scia al generale clima di risk-on presente sui mercati. COMMODITIES Le materie prime chiudono la seduta di venerdì con un incoraggiante +3,9% su base settimanale. Il risultato positivo è stato soprattutto frutto del rialzo del prezzo del petrolio. Il future front month sul WTI ha realizzato +5,5% nell’ultima settimana e ha aperto flat nella seduta odierna a quota USD40,60 al barile. Più tonico il Brent, che dall’apertura guadagna quasi l’1% a quota USD43,19 al barile. L’oro rimane sui livelli dell’ultima chiusura a USD1.774 l’oncia. Di seguito i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Lunedì In mattinata la Gran Bretagna rilascerà l’indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioni Alle 16:00 Gli Stati Uniti comunicheranno l’ISM non manifatturiero Martedì Alle 16:30 negli Stati Uniti sono attesi i dati elativi ai nuovi lavori JOLTs Mercoledì Alle 16:30 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo alle scorte di petrolio greggio Giovedì Alle 14:30 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo alle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione Venerdì Alle 14:30 negli Stati Uniti è atteso l’IPP mensile

Continua a leggere

IL MERCATO DEL LAVORO USA

  • 223
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 02.07.2020

  MERCATI AZIONARI I principali listini globali hanno reagito negativamente all’accelerazione dei nuovi contagi da Covid-19 in alcuni Stati americani. A compromettere ulteriormente le performance settimanali è stata la pubblicazione delle nuove previsioni di crescita del Pil del FMI: l’istituto ha rivisto al ribasso tutte le stime per l’anno 2020 proposte ad aprile. I dati macro positivi hanno provato a supportare le quotazioni, riducendo le perdite e segnalando i primi dati rassicuranti dalla riapertura dell’attività produttiva. L’America è stata fortemente impattata da un nuovo aumento di contagi: in Texas, il governatore ha deciso di rimandare l’apertura di alcune attività commerciali per via dell’incremento dei casi. Intanto i dati macro usciti in settimana hanno mostrato i primi effetti benefici della riapertura di inizio maggio. In particolare, ilPMI manifatturiero è aumentato a 49,6 punti a giugno, dopo il 39,8 di maggio, trainato dall’incremento delle componenti dei nuovi ordini e dell’occupazione, mentre il dato sugli ordini di beni durevoli di maggio ha sorpreso in netto rialzo, passando a una crescita del 15,8% m/m dalla contrazione del -18,1% di aprile. Segnali rassicuranti sono giunti anche dalla rilevazione della fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan: il dato è infatti salito a 78,1 punti dai 72,3 precedenti, come conseguenza del miglioramento delle aspettative dei consumatori per i prossimi mesi. Le borse europee hanno seguito quelle americane, chiudendo la settimana in deciso ribasso. Le perdite sono state tuttavia contenute grazie all’intervento della BCE, che ha garantito ulteriore liquidità alle banche centrali al di fuori dell’area euro, attraverso il Eurosystem repo facility for central banks (EUREP), programma che rimarrà valido fino a giugno 2021. Il PMI manifatturiero di giugno ha sorpreso in rialzo, raggiungendo i 46,9 punti: seppure al di sotto della soglia dei 50 punti, il dato ha decisamente superato il consensus, che si attendeva un aumento a 44,5. Un balzo in avanti ancora più deciso è stato mostrato dalPMI dei servizi che, dopo il crollo avvenuto durante il periodo peggiore della crisi sanitaria, è tornato a giugno a 47,3 punti (a maggio si era attestato a 30,5). In settimana è proseguito il periodo difficile dei Paesi emergenti dell’America Latina, ancora attanagliati dal problema sanitario. I listini asiatici hanno di contro segnato lievi rialzi, supportati dalla situazione relativamente migliore in Asia nella battaglia contro il Covid-19. MERCATI OBBLIGAZIONARI, CURRENCY E COMMODITY L’incertezza che ha caratterizzato la settimana con il calo dell’equity ha offerto buone performance per l’obbligazionario governativo. Negli USA si è assistito ad un appiattimento della curva dei treasuries, con il decennale sceso di 5 punti base allo 0,64% di rendimento e il due anni di 2 punti al 0,17%. Ad inizio settimana il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin ha dichiarato di non essere preoccupato per l'impatto a breve termine dell'aumento del livello del debito pubblico e che l'amministrazione Trump sta seriamente prendendo in considerazione un ulteriore pacchetto di incentivi fiscali. In Germania invece la curva ha mostrato una correzione maggiore dei rendimenti nel tratto intermedio fino agli 8 anni per poi rimanere costante: ora la curva ha accentuato l’inversione del tratto a breve con il rendimento a 6 mesi e equivalente a quello a 8 anni e superiore a tutte le scadenze intermedie a tale tratto. La buona performance del governativo core è stata propiziata dalla debole propensione al rischio, tuttavia la risalita dei prezzi è stata limitata dall’ottimismo per una risoluzione sulla disputa fra la BCE e la corte costituzionale tedesca. Le incognite ancora legate al Covid-19 con diversi stati americani che evidenziano come la pandemia sia ancora in espansione ha aumentato gli spread sulla carta corporate, colpendo soprattutto quella più sensibile e di minor credito come l’high yield. Settimana volatile sull’EUR/USD, che ha cambiato più volte direzionalità. Nel complesso, l’EUR ha trovato supporto da dati PMI migliori del previsto e dal rilascio dei verbali della riunione della BCE di giugno – di tono dovish – che supportano le prospettive per la ripresa economica della regione. Debole invece la GBPche accusa le incertezze su come il Regno Unito uscirà dalla UE, mentre il JPY rimane stabile contro USD. Nonostante l’incertezza dei mercati, le divise emergenti hanno registrato un leggero apprezzamento contro USD. Nella settimana, i prezzi del greggio sono scesi a causa della debole propensione al rischio e dell'aumento del numero di casi Covid-19 in molte regioni, che hanno pesato sulle prospettive della domanda globale di carburante. I dati della US Energy Information Administration hanno anche mostrato un accumulo più grande del previsto nelle scorte di greggio la scorsa settimana. Positivo invece l’oro che continua nel suo trend di apprezzamento e arrivando vicino ai 1.800 USD/oncia, livello toccato poche volte e da cui ha quasi sempre corretto. SOTTO I RIFLETTORI Due sono le variabili chiave per valutare le prospettive dell’economia statunitense, e di conseguenza di quella mondiale, nel corso dei prossimi mesi: l’andamento del mercato del lavoro e dell’inflazione. Per quanto secondo molti economisti la relazione tra le due variabili non sia più stretta come in passato, come era stato teorizzato nella curva di Philipps qualche decennio fa, è possibile che i tempi eccezionali che si stanno vivendo, con la diffusione della pandemia da Covid–19 che ha portato alla chiusura di gran parte delle attività economiche per diverse settimane per rallentarne la diffusione, possano fare rifiorire la relazione tra le due. Il forte balzo della disoccupazione, infatti, potrebbe provocare una frenata delle spese personali, che rappresentano il 70% dell’economia statunitense, portando a un forte calo dei prezzi al consumo. L’andamento del tasso del mercato del lavoro, inoltre, fornisce indicazioni rilevanti sulle prospettive della politica monetaria. Come evidenziato dal grafico a lato, le variazioni annue dei tassi sui Fed Fund riflettono con in segno inverso le variazioni del tasso di disoccupazione. Una discesa del tasso di disoccupazione nei prossimi mesi, quindi, potrebbe incoraggiare la Fed se non ad alzare i tassi almeno a non effettuare nuovi interventi straordinari di politica monetaria. In particolare saranno le variazioni nella seconda parte dell’anno, quando si dovrebbe tornare a una maggiore normalizzazione dell’attività economica, a determinare le prossime mosse della banca centrale. Per questo motivo il rapporto sul mercato del lavoro di giugno, straordinariamente in calendario oggi e non di venerdì per la chiusura dei mercati finanziari in osservanza della festività del giorno dell’indipendenza, potrebbe rivelarsi l’appuntamento economico più importante delle prossime settimane per i mercati. Le attese del consensus degli economisti sono per un incremento dell’occupazione nel settore non-agricolo di circa 3 milioni, un ulteriore miglioramento rispetto al sorprendente balzo di 2,5 milioni registrato in maggio. Il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere dal 13,3% al 12.4%. La riapertura delle attività produttive dovrebbe essere alla base del miglioramento del mercato del lavoro, anche se, sulla base delle indicazioni in arrivo dalle richieste di sussidi di disoccupazione, c’è una grande spazio per sorprese negative. Queste, infatti, continuano a restare vicino alla soglia di 1,5 milioni, un valore che non lascia intravvedere forti miglioramenti nel breve. La debolezza del dato, inoltre, potrebbe essere sottolineata dall’andamento dei lavoratori part-time non per scelta, che potrebbero rimanere sopra la soglia dei 10 milioni, e dal calo dei salari orari, stimati in discesa dello 0,8% m/m. Il dato sul mercato del lavoro, quindi, da una parte dovrebbe sottolineare come lo scenario economico sia in miglioramento ma dall’altra evidenziare come rimanga molto debole. Le prospettive di nuovi interventi di politica monetaria o fiscale espansive rimangono ben presenti.

Continua a leggere

COMMENTO SETTIMANALE: SEGNALI DI RECUPERO DAGLI INDICI PMI

  • 237
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 25.06.2020

MERCATI AZIONARI I principali listini globali hanno chiuso la settimana in deciso rialzo, nonostante l’aumento di nuovi casi di Covid-19 in America e Cina in particolare. A trainare le quotazioni sono stati i primi segnali macro di una graduale ripresa economica, con i dati di giugno che hanno iniziato a mostrare i primi effetti positivi della riapertura dell’attività produttiva. Le borse americane hanno sottoperformato l’indice globale a causa del significativo aumento di nuovi contagi in alcune Regioni del Paese. Tuttavia, i dati macro usciti in settimana hanno risollevato gli animi degli investitori, mostrando i primi passi verso la ripresa economica. In particolare, le vendite al dettaglio hanno sorpreso in netto rialzo del 17,7% m/m a maggio, dopo il crollo del -14,7% di aprile, mentre la produzione industriale è cresciuta dell’1,4% m/m (ad aprile si era contratta del -12,5%). A inizio settimana, il sentiment economico è migliorato grazie sia alla notizia che la Fed, nei termini del programma Secondary Market Corporate Credit Facility (SMCCF), provvederà ad acquistare un vasto portafoglio di corporate bonds a supporto della liquidità di mercato, sia all’annuncio da parte del governo di un possibile pacchetto da USD1.000 miliardi a favore di progetti infrastrutturali. In Europa, la maggior parte dei listini ha segnato performance decisamente superiori a quelle mostrate in USA. Il miglioramento della fiducia nell’economia dopo la riapertura di maggio dell’attività produttiva si è rispecchiato nella rilevazione dell’indice Zew tedesco, che ha proseguito il trend positivo anche a giugno, passando a 63,4 punti dai 51,0 di maggio. Tuttavia, i continui interventi fiscali e monetari proposti dalle diverse banche centrali sia in America che in Asia, hanno contribuito in maniera significativa ai rialzi messi a segno dai listini europei. In Asia, le performance positive sono state trainate dalla decisione della Cina di aumentare gli acquisti di beni agricoli provenienti da fattorie americane, al fine di soddisfare alcuni requisiti proposti nell’accordo di Fase 1 con l’America. Allo stesso tempo, durante la riunione di settimana scorsa, la Bank of Japan ha incrementato i fondi a supporto delle imprese più colpite dal rallentamento economico, portando l’ammontare totale a USD1.000 miliardi, ovvero USD300 miliardi in più di quanto precedentemente comunicato. MERCATI OBBLIGAZIONARI, CURRENCY E COMMODITY Ancora acquisti sui governativi, con gli investitori che si sono diretti su asset meno rischiosi sulla notizie di aumenti di contagi in alcuni Paesi (tra cui America, Cina e America Latina). I governativi americani sono rimasti pressoché invariati, nonostante il sostegno all'asset class dato dagli acquisti della Fed e dalle preoccupazioni di una nuova ondata di Covid-19 all'interno del Paese, la ripresa delle attività e dati macro incoraggianti hanno controbilanciato il movimento. In Germania, il rendimento del decennale è salito di 2 bp a -0,4% sul miglioramento del sentiment (come riportato dall'indice Zew), mentre in Italia il rendimento ha subito una contrazione di 9 pb sulla riduzione dello spread. Nel Regno Unito, la decisione della BoE di rallentare il piano di aquisto di titoli ha invece provocato un lieve aumento (3 pb) del rendimento del gilt (che si è attestato a 0,24%) e nonostante la decisione di aumentare di GBP100 miliardi l'ammontare del programma di acquisto. In settimana hanno performato bene soprattutto le asset class obbligazionarie più rischiose: nonostante l'aumento dei tassi di default dell'ultimo periodo, gli High Yield europei hanno segnato performance positive (rendimento in contrazione). Parimenti, ottima performance anche per gli emergenti in hard currency. A livello valutario, lo USD ha riguadagnato terreno nei confronti dell'EUR, per effetto della sua caratteristica di valuta rifugio. Nonostante i dati macro positivi e gli interventi delle diverse banche centrali, i dubbi sulla questione Cina-USA e i timori di una nuova ondata di contagi, hanno portato a nuovi afflussi verso lo USD, a discapito di EUR e del paniere delle valute dei Paesi sviluppati (come JPY e GBP). Questo effetto si è maggiormente riscontrato contro le valute emergenti, in cui l'apprezzamento dello USD è stato superiore in media all'1,0%. L'effetto valuta ha altresì causato il rendimento negativo dell'indice governativo degli emergenti in valuta locale. Sul fronte commodity, il prezzo del petrolio ha continuato a mostrare una forte volatilità, recuperando circa il 10,0% dopo la significativa contrazione della settimana precedente, trainato dalla decisione dell'Iraq di sottostare ai tagli della produzione decisi dall'OPEC+. L'oro ha mostrato una performance positiva, in scia ai timori degli investitori dopo le nuove incertezze dell'ultima settimana, salendo a USD1.744 l'oncia. SOTTO I RIFLETTORI L’impatto della pandemia del Covid - 19 sulla crescita economica nel trimestre che sta per concludersi sarà rilevante. La fine delle misure più strette di distanziamento sociale in tutto il mondo occidentale tra maggio e giugno fanno sì che l’attività economica possa riprendersi nella seconda parte dell’anno, anche se tra gli economisti rimangono i dubbi sulla forza della ripresa. In particolare, le incertezze riguardano la ripresa dei consumi personali dato che molte restrizioni rimangono in atto e che lo shock della pandemia potrebbe persistere a lungo. Nel breve termine, quindi, gli indicatori che saranno sotto maggiore osservazione da parte di economisti e investitori sono quelli che anticipano in maniera più fedele l’andamento dell’economia. In tal sensoindicazioni confortanti sono arrivate dai preliminari degli indici di fiducia PMI di giugno. Gli indici di fiducia sono migliorati in tutti i paesi, con l’eccezione del Giappone, dove il PMI manifatturiero è inaspettatamente sceso da 38,4 a 37,8, rimanendo quindi su valori in linea con una contrazione della produzione manifatturiera nei prossimi mesi. In area Euro, gli indici PMI sono rimasti su valori in linea con una contrazione dell’attività economica all’inizio del terzo trimestre dell’anno ma hanno mostrato un miglioramento superiore alle attese degli economisti. Questo lascia intravvedere la possibilità che il recupero dell’attività economica nei prossimi mesi possa essere più rapido del previsto. Il PMI composito dell’area Euro è salito da 31,9 a 47,5, con un forte recupero sia del settore manifatturiero (da 39,4 a 46,9) sia, soprattutto, del settore servizi (da 30,5 a 47,3). A sorprendere sono stati soprattutto i dati francesi, con gli indici tornati sopra 50, valore in linea con una crescita dell’economia. In Germania gli indici sono rimasti sotto la soglia di 50, continuando a segnalare una contrazione dell’attività economica, ma hanno comunque battuto le attese della vigilia. In USA, l’indice PMI manifatturiero si è portato a un passo dalla soglia di 50, salendo da 39,8 a 49,6, e anche l’indice dei servizi ha messo un rimbalzo da 37,5 a 46,7. Il punto critico è ora valutare se l’incremento dei casi di Covid – 19 nelle ultime settimane possa portare a una caduta della fiducia in luglio. Gli indici PMI di giugno hanno confermato come la fine delle misure più strette di distanziamento sociale possa portare a un miglioramento della situazione economica nella seconda parte dell’anno ma per stimare un ritorno alla crescita sono necessarie ulteriori conferme. In area Euro il Pil è atteso salire dell’8,7% nel terzo trimestre dell’anno. Tuttavia, il trend di recupero dovrebbe confortare in particolari le banche centrali, facendo sì che nuovi interventi possano essere decisi in caso di un nuovo rallentamento dell’economia o di tensioni sui mercati finanziari.

Continua a leggere

Mercati azionari e agenda settimanale

  • 219
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 22.06.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA     I mercati azionari statunitensi hanno chiuso venerdì all’insegna della debolezza, con solo il Nasdaq capace di evitare il segno meno. A preoccupare gli investitori è l’evoluzione della pandemia in Usa, con Apple che ha deciso di richiudere 11 Apple store in Florida, Arizona e Nord e Sud Carolina per il peggioramento della situazione sanitaria. Seduta negativa per la compagnie di crociere, con Norwegian Cruise a 5,6%, Carnival a -5,3% e Royal Caribbean a -6,9% dopo che l’associazione di categoria ha deciso una sospensione volontaria delle operazioni dai porti statunitensi fino al 15 settembre. CarMax, rivenditore di auto usate, ha chiuso in calo del 6,2% dopo avere registrato un calo dell’utile nel trimestre chiuso al 31 maggio da USD266,7 milioni dell’anno prima a USD4,978 milioni.     MERCATI AZIONARI ASIA     Le maggiori borse azionarie asiatiche scambiano in territorio negativo, a causa dei timori sull’aumento di nuovi contagi da Covid-19, soprattutto in USA e in Brasile. Nella riunione odierna, la PBoC ha deciso di mantenere i tassi d’interesse invariati, con il loan prime rate a 1 anno fermo al 3,85% e quello a 5 anni al 4,65%. L’Hang Seng e il Kospi hanno segnato le performance peggiori, mentre i listini giapponese e cinese rimangono vicini alla parità. In controtendenza il Bse Sensex, che scambia in guadagno, trainato dal settore farmaceutico (circa +1,8%), con la società Glenmark Pharmaceuticals in rialzo del 31,5% grazie alla notizia del lancio del primo farmaco antivirale (il Favipiravir), prodotto da una compagnia indiana, contro il Covid-19.     MERCATI AZIONARI EUROPA     I principali listini europei hanno chiuso la seduta in rialzo, dopo la notizia dell’inizio delle negoziazioni tra i Paesi membri dell’Unione Europea per la proposta di un recovery fund da EUR750 miliardi. A livello macro, nel Regno Unito le vendite al dettaglio sono aumentate del 12,0% m/m a maggio, in netto miglioramento dal -18,0% di aprile. Il periodo nero di Wirecard è continuato, con le azioni della società tedesca che hanno perso un altro -35,3% dopo le dimissioni del CEO Markus Braun. Sul Ftsemib Atlantia ha perso il -0,6% dopo la notizia di una lettera inviata alla Commissione Europea in cui si evidenzia come il governo stia spingendo alla nazionalizzazione di Autostrade per l’Italia.   FOREX I timori che possa esserci una seconda ondata di contagi da Covid-19 raffredda l’appetito per il rischio degli operatori con JPY e USD che continuano ad attrarre flussi nelle ultime settimane. L’EUR, dopo l’apice in occasione della presentazione del Next Generation EU, sta gradualmente deprezzandosi contro USD arrivando ora a poco sotto l’1,12. Debole invece la GBP che da metà maggio ha mostrato un notevole, ma lento, deprezzamento arrivando ora a quotare sopra le 0,90 pound per euro, livelli raramente mantenuti negli ultimi 5 anni, quando il cambio è rimasto per lo più nell’intervallo 0.85-0,90. In leggera correzione anche le divise legate alla crescita ed emergenti.   COMMODITIES L’indice Crb ha chiuso la seduta di venerdì con un positivo + 0,7%, portando il risultato settimanale a +2,7%. Il prezzo del petrolio torna a salire, con il future front month sul WTI che aggancia quota USD 40 al barile. Il futures front month sul Brent scambia in area USD 42 al barile, dopo che nella giornata di venerdì aveva toccato i USD 43 al barile. In rialzo il prezzo dell’oro, che si porta in area USD 1752 l’oncia.   Ecco i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati:   Lunedì In primissima mattinata la Cina comunicherà il tasso privilegiato d’interesse della PBoCAlle 16:00 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo alle vendite di abitazioni esistenti   Martedì Alle 09:30 la Germania comunicherà l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Alle 10:30 la Gran Bretagna rilascerà l’indice PMI composito e quello del direttore degli acquisti del settore manifatturiero e del settore servizi. Alle 10:45 è atteso il discorso del Governatore della BoE Bailey Alle 16:00 gli Stati Uniti comunicheranno le vendite di nuove abitazioni   Mercoledì Alle 10:00 la Germania rilascerà l’indice IFO sulla fiducia delle aziende Alle 16:30 gli Stati Uniti comunicheranno la situazione sulle scorte di petrolio greggio   Giovedì Alle 14:30 gli Stati Uniti comunicheranno il dato relativo ai principali ordinativi di beni durevoli subito dopo il PIL e le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione  

Continua a leggere

Commento mensile giugno 2020

  • 369
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 18.06.2020

QUADRO MACROECONOMICO I danni sull’economia mondiale della diffusione del Covid–19 sono ancora difficili da stimare correttamente, ma i dati pubblicati nelle ultime settimane stanno evidenziando come la riduzione delle misure di distanziamento sociale possa agevolare un ritorno alla crescita economica a partire dal terzo trimestre, dopo che i dati del secondo trimestre vedranno cadute significative del Pil. Il settore industriale dovrebbe recuperare per primo grazie alle misure di sostegno implementate dai governi e all’avvio di nuovi programmi di investimento pubblico nei prossimi mesi. Nel breve periodo, invece, appare più problematico l’outlook sui consumi personali, che potrebbe risentire della minor volontà degli individui a riprendere le abitudini di spesa pre- Covid e, soprattutto, dell’incremento del tasso di disoccupazione. Le banche centrali mantengono un orientamento espansivo, ma dopo gli ultimi interventi potrebbero adottare un orientamento attendista.     STATI UNITI I primi dati economici relativi al secondo trimestre pubblicati nelle ultime settimane hanno confermato come l’economia statunitense possa registrare una contrazione record nel secondo trimestre. La produzione industriale, dopo il calo del 4,5% m/m in marzo è crollata di un ulteriore 11,2% m/m in aprile (produzione manifatturiera a -13,7% m/m). Le vendite al dettaglio, dopo i l -8,3% m/m di marzo, sono scese del 16,4% m/m con le attività commerciali non essenziali chiuse per contrastare la diffusione del virus. Infine, le costruzioni di nuove case hanno registrato una flessione a 891 mila da 1,28 milioni di marzo. Sulla base dei dati pubblicati finora, il modello della Fed di Atlanta, stima una contrazione del Pil del 52,8% nel secondo trimestre. Anche l’attuale stima di consensus è per una forte contrazione, seppure più contenuta: 34,2%. Per quanto le misure di distanziamento sociale siano in parte venute meno nelle ultime settimane e alcuni segnali facciano prevedere un graduale ritorno alla normalità, gli indici di fiducia di imprese e consumatori non lasciano intuire un recupero dell’attività economica nel breve. La maggiore sorpresa è arrivata dall’andamento del mercato del lavoro in maggio. Il dato ufficiale del dipartimento del lavoro ha visto la creazione di 2,5 milioni di posti di lavoro, contro attese di consensus per una contrazione di 7,7 milioni, e la discesa del tasso di disoccupazione dal 14,7% al 13,3% (consensus 19,4%). Il dato riflette la riapertura di molte attività economiche durante il mese e contrasta con le indicazioni in arrivo dalle richieste di sussidi di disoccupazione. L’elevato livello della disoccupazione potrebbe avere un impatto molto forte sui consumi, anima della crescita statunitense con un peso del 70% del Pil. La maggiore fonte di preoccupazione sia per la Fed sia per l’amministrazione Trump è che un forte calo dei consumi potrebbe portare a una forte discesa dell’inflazione. Il CPI, a causa anche del calo del prezzo del petrolio nella prima parte dell’anno, è sceso allo 0,3% e all’1,4% nella versione core. La Fed ha aumentato il proprio sostegno alla crescita economica estendendo il range di utilizzatori del Municipal Liquidity Facility ma prima di intraprendere nuovi forti misure potrebbe decidere di aspettare maggiori indicazioni sulle prospettive economiche, mentre il governo sta studiando un nuovo piano di stimolo fiscale da USD3 miliardi.   EUROPA Gli indici di fiducia PMI, sia nella versione manifatturiera che non-manifatturiera, hanno evidenziato come l’economia dell’Eurozona dovrebbe avere toccato il proprio punto di minimo in aprile per poi migliorare a partire da maggio anche se un ritorno alla crescita non sembra imminente. Il PMI manifatturiero è, infatti, salito da 33,4 a 39,4 e quello non manifatturiero da 12 a 30,5. Entrambi i dati sono, però, rimasti sotto la soglia di 50 che anticiperebbe un ritorno alla crescita. Elemento cruciale per la ripresa dell’economia europea, ed in particolare per i Paesi più colpiti dal Covid-19, potrebbe essere il “Recovery Fund”, su cui i leader europei inizieranno a discutere durante la riunione del 18-19 giugno con la speranza di trovare un accordo entro fine anno. Punto di partenza sarà la proposta della Commissione Europea di un fondo di EUR750 miliardi, di cui EUR500 miliardi andrebbero a fondo perduto ai Paesi più colpiti dalla crisi e EUR250 miliardi sotto forma di prestiti. Tuttavia la proposta dovrà trovare l’accordo di tutti i Paesi, requisito che potrebbe richiedere diverso tempo ad essere raggiunto, con la possibilità di modifiche rispetto alla proposta originaria. In attesa della costituzione di un fondo a livello europeo, gli unici stimoli adottati sono quelli decisi dai singoli governi, come testimoniato dal piano da EUR130 miliardi approvato dal governo tedesco, o relativi alla politica monetaria della BCE. Nella riunione del 4 giugno la BCE ha deciso di aumentare il fondo per gli acquisti legati alla pandemia (PEPP) di EUR600 miliardi portandolo a EUR1350 miliardi e di proseguire gli acquisti almeno fino a fine giugno ’21 e oltre se necessario.   GIAPPONE A fine maggio sia il governo giapponese sia la BoJ sono nuovamente intervenuti per aumentare il sostegno alla crescita economica e, soprattutto, per contrastare una nuova discesa in deflazione del Paese. Il nuovo pacchetto di stimoli fiscali ha un controvalore di JPY117trn, portando la somma degli interventi fiscali a JPY240trn, pari al 43% del Pil. La banca centrale giapponese ha implementato un fondo del valore di JPY100 miliardi per sostenere il credito alle piccole/medie imprese allo 0%. Grazie a tali manovre l’inflazione potrebbe tornare sopra l’1% all’inizio dell’anno prossimo anche se questo dipenderà dall’andamento della crescita economica. Il consensus degli economisti stima una contrazione del Pil del 4,7% nel 2020, il dato migliore all’interno dei paesi del G7.   CINA In Cina il focus nelle ultime settimane è stato sulla riunione annuale del Partito Comunista. Contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi anni, il Governo non ha presentato un target di crescita del Pil ma ha dichiarato di volersi concentrare sulla stabilità del mercato del lavoro. Questo obiettivo richiederebbe la creazione di 9 milioni di posti di lavoro ed una crescita del Pil di almeno il 3/4%. In tale scenario il governo non andrà alla ricerca della crescita economica a tutti i costi e anche le misure adottate sono in linea con tale scelta. Sul fronte fiscale il deficit/Pil programmato per il 2020 è del 3,6%, contro il 2,8% del 2019. Sul fronte monetario la banca centrale ha istituito due nuovi strumenti per un controvalore di CNY440 miliardi con l’obiettivo di supportare i prestiti alle piccole e medie imprese. A frenare interventi di politica monetaria più consistenti sono i timori che tali azioni possano alimentare ancora di più il rialzo dei prezzi sul mercato immobiliare, che già mostra livelli da bolla speculativa. Segnali di stabilizzazione dell’economia dopo la fine del lockdown continuano ad arrivare dai dati sulla produzione industriale, salita del 3,9% a/a in aprile, mentre le vendite al dettaglio (-7,5% a/a in aprile) confermano come un ritorno alla normalità da parte dei consumatori richieda più tempo.   OUTLOOK Le prospettive delle maggiori economie mondiali continuano a rimanere molto incerte a causa dell’impatto delle misure di distanziamento sociale che si sono rese necessarie per rallentare la diffusione della pandemia del Covid–19. Le attese per un rimbalzo dell’economia nel terzo trimestre, dopo il crollo atteso nel secondo, si scontrano con segnali in arrivo dagli indici di fiducia ancora negativi, che fanno prevedere un miglioramento ma non un ritorno alla crescita. La maggiore fonte di ottimismo deriva dalla significativa liquidità immessa dalle banche centrali e dalle politiche fiscali espansive adottate da tutti i governi, anche se tali azioni, per il momento, appaiono molto più dirette a contenere gli effetti negativi della pandemia che a rilanciare lacrescita futura. Per quest’ultimo obiettivo sono attesi ulteriori stimoli fiscali nei prossimi mesi.   Crescita Economica La contrazione dell’economia nel secondo trimestre sarà significativa: la stima di consensus sul Pil statunitense è per una contrazione di oltre il 30% annualizzato mentre per l’Eurozona le attese sono per un calo dell’11,3% t/t. Solo con la pubblicazione di questi dati si potrà capire se le previsioni del FMI, che vedono una contrazione del 7,5% del Pil in area euro e del 5,9% in USA per l’intero 2020, possano essere corrette o, come temuto da alcuni economisti, rivelarsi troppo ottimistiche. La stessa BCE, nella conferenza stampa al termine della riunione del 4 giugno, ha presentato una stima sul Pil dell’Eurozona per il 2020 (-8,7%) più negativa. La forza della ripresa dipenderà principalmente dall’andamento dell’emergenza sanitaria, con nuovi focolai di malattia che potrebbero rallentarla ulteriormente. La mancanza della temuta seconda ondata in autunno, invece, potrebbe favorire un’accelerazione della crescita nell’ultima parte del 2020 e a inizio 2021.   Inflazione Il calo della domanda interna e dei prezzi delle commodity, ed in particolare del petrolio, potrebbero avere un effetto negativo sui prezzi al consumo, aumentando il rischio di una caduta in deflazione. Gli ultimi dati hanno evidenziato una discesa dell’inflazione allo 0,3% a/a in USA e allo 0,1% a/a in area euro. Una discesa in deflazione sarebbe quanto mai problematica per delle economie altamente indebitate quali quella statunitense e dell’area euro. Le banche centrali, quindi, resteranno vigili per evitare questo rischio.   Banche Centrali Le banche centrali hanno agito con prontezza e risolutezza nel trovare nuove misure per contrastare l’impatto, per lo meno sui mercati finanziari, della pandemia e per ridurre al massimo i rischi di deflazione. Dopo le misure adottate nel corso dell’ultima settimana Fed e BCE potrebbero assumere un orientamento attendista per alcuni mesi per valutare la forza della ripresa nella seconda parte dell’anno. Tuttavia non sono da escludere nuove misure espansive qualora la crescita dovesse confermarsi inferiore alle stime.   Rischi Una seconda ondata di diffusione del Covid-19 rappresenta il principale rischio per la crescita economica a livello globale. Persistono anche timori legati al riaccendersi delle tensioni fra USA e Cina.   Azioni In maggio i maggiori indici azionari mondiali hanno esteso il trend al rialzo delle settimane precedenti. In particolare, gli indici statunitensi si stanno riportando sui valori pre-Covid, mentre quelli europei, seppure rimangano al di sotto dei livelli pre-pandemia, hanno accelerato nelle ultime sedute del mese. Le politiche monetarie e fiscali ultra-espansive adottate da banche centrali e governi sono alla base del rimbalzo degli indici. I livelli di valutazione dei mercati, però, iniziano ad essere di allarme e potrebbero limitare ulteriori progressi qualora l’economia non tornasse a crescere nella seconda parte dell’anno e nel 2021, portando a una ulteriore revisione al ribasso degli utili l’anno prossimo. In tale scenario si mantiene un posizionamento neutrale sull’asset class azionaria, implementando le scelte con diversificazione, selettività e progressività.   Obbligazioni L’azione tempestiva delle banche centrali è riuscita a limitare la caduta dei mercati obbligazionari e a ridurre i rendimenti delle obbligazioni governative benchmark. La progressiva uscita dai lockdown e le attese di una ripresa economica dai minimi recenti portano ora a prevedere, nel breve termine, una fase di relativa stabilizzazione dei tassi, sempre che non si registri una seconda ondata di diffusione della pandemia. Su queste basi anche gli spread delle emissioni corporate hanno manifestato una forte e generalizzata compressione, favoriti dal ritorno dell’appetito per il rischio da parte degli investitori. Se lo scenario così benevolo si dovesse confermare, si potrebbe assistere ad una vivace attività sul mercato primario principalmente da parte delle aziende private e possibilmente da parte anche degli emittenti con merito di credito più basso (high yield), creando opportunità di investimento principalmente per investitori professionali. Si conferma pertanto una view sull’asset class obbligazionaria neutrale ma selettiva, ritenendo opportuno considerare i prossimi momenti di volatilità, eventualmente legati al periodo estivo, come valide opportunità di acquisto, per ricostruire una maggiore duration, consona ai diversi profili di rischio/rendimento su un orizzonte temporale di medio e lungo termine.   Liquidità Si mantiene un posizionamento di neutralità sulla liquidità funzionale e coerente con le scelte strategiche sulle asset class principali, che potrebbero presentare nel corso del prossimo trimestre opportunità d’investimento.

Continua a leggere

Mercati azionari e agenda settimanale

  • 230
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 15.06.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA     Le borse statunitensi hanno chiuso venerdì in rialzo, rimbalzando dopo il forte calo del giorno precedente a seguito dei timori per l’incremento dei casi di Covid–19 in USA e le parole pessimiste sulle prospettive dell’economia da parte del presidente della Fed Jerome Powell. Il rimbalzo è stato guidato dalle compagnie aeree, con American Airlines a +16,4% e United Airlines a +19%. American Airlines ha evidenziato in un documento mandato alla SEC che il trend di assorbimento di cassa sta migliorando. Adobe è salita del 4,8% sulla scia dell’aumento delle sottoscrizioni grazie all’incremento dello smart working. Hertz è salita del 37% dopo avere ottenuto il via libera a un aumento di capitale da USD1 miliardo nonostante abbia fatto ricorso alla procedura di fallimento.     MERCATI AZIONARI ASIA     Giornata di forti vendite sui listini asiatici, con gli investitori che temono una seconda ondata di contagi dopo che Pechino ha registrato un aumento di 36 nuovi casi di Covid-19. In Cina, la produzione industriale ha mostrato un rialzo inferiore alle attese a maggio, attestandosi a 4,4%a/a (consensus a 5,0%), mentre le vendite al dettaglio si sono ulteriormente contratte nello stesso periodo di riferimento del -2,8% a/a. In Corea del Sud, il livello di esportazioni ha continuato a crollare, subendo una variazione negativa del -23,6% a/a a maggio, mentre in Giappone, l’indice di attività del settore terziario ha subito una caduta del -6,0% m/m.     MERCATI AZIONARI EUROPA     I principali listini europei hanno chiuso la seduta in leve rialzo, recuperando timidamente dopo le forti vendite di giovedì. La società di pubblicazioni didattiche, Pearson, ha guadagnato l’11,7% grazie alla notizia Capital. Sul Ftsemib, Atlantia è salita del 3,9% dopo la pubblicazione di risultati trimestrali migliori dell’acquisto di una quota del 5,4% nella società britannica da parte dell’investitore Cevian delle attese, anche se comunque in contrazione: i ricavi sono calati del 15% a/a a EUR2,2 miliardi, l’EBITDA è passato a EUR1,6 miliardi (-19% a/a), con una perdita netta di EUR10 milioni.   FOREX Nonostante il rimbalzo dei mercati azionari, le valute considerate più difensive hanno registrato le migliori performance. L’EUR si è indebolito sia nei confronti dello USD che dello JPY per i timori che una seconda ondata di Covid–19 possa bloccare un recupero dell’economia. Seduta debole per lo GBP, penalizzato dai timori che la crisi del Covid–19 renda più difficile trovare un accordo con l’Unione Europea sulla Brexit.   COMMODITIES Nell’ultima seduta di mercato l’indice Crb ha perso circa mezzo punto percentuale. Nuova correzione del prezzo del petrolio sulla ritrovata preoccupazione degli investitori a causa sia del fragile equilibrio tra domanda e offerta, sia della volatilità osservata sui mercati azionari. Il future front month sul WTI torna sotto ai USD 35 al barile e perde circa il 4,7% dall’apertura odierna. Anche il Brent scivola a USD 37,25 al barile, perdendo il 3,8% dall’apertura, dopo aver chiuso venerdì in area USD 39 al barile. L’oro scambia a USD 1720 l’oncia, dopo che giovedì scorso durante la forte battuta d’arresto dei mercati azionari aveva toccato i USD 1740 l’oncia.   Ecco i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati:   Lunedì In primissima mattinata la Cina rilascerà il dato relativo alla produzione industriale   Martedì Alle 06:30 il Giappone rilascerà la dichiarazione sulla politica monetaria della BoJ seguirà alla 09:00 una conferenza della BoJ Alle 08:00 la Gran Bretagna rilascerà l’indice dei salari medi inclusi bonus e la variazione delle richieste dei sussidi di disoccupazione Alle 11:00 la Germania comunicherà la rilevazione ZEW del sentimento sull’economia tedesca Alle 14:30 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo alle vendite al dettaglio dei beni essenziali, alle 16:00 è atteso il discorso del presidente della FED Powell   Mercoledì Alle 08:00 la Gran Bretagna comunicherà l’IPC annuale Alle 11:00 anche in Zona Euro sarà comunicato l’indice dei principali prezzi al consumo Alle 14:30 gli Stati Uniti daranno comunicazione riguardo i permessi di comunicazione rilasciati e alle 16:30 rilasceranno il dato relativo alle scorte di petrolio greggio. Alle 18:00 è atteso il discorso di Powell   Giovedì Alle 13:00 la Gran Bretagna comunicherà la decisione sul tasso di interesse e rilascerà i verbali dell’incontro del MPC Alle 14:30 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo alle richieste iniziali di disoccupazione   Venerdì Alle 08:00 la Gran Bretagna rilascerà il dato relativo alle vendite al dettaglioAlle 19:00 negli Stati Uniti è atteso il discorso del Presidente della Fed Powell

Continua a leggere

Mercati azionari e agenda settimanale

  • 221
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 08.06.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA     L’andamento migliore del mercato del lavoro nel mese di maggio, con il tasso di disoccupazione sceso dal 14,7% al 13,3%, hanno spinto gli indici azionari in forte rialzo. Il settore energetico ha registrato la performance (+7,4%) grazie al balzo del prezzo del petrolio, con Occidental Petroleum (+33,7%) a registrate il rialzo più forte all’interno dello S&P500. Molto positive anche le performance dei bancari e degli industriali, saliti in entrambi i casi del 3,7%. I primi hanno beneficiato del rialzo dei rendimenti mentre i secondi delle attese di un miglioramento dell’economia. JP Morgan è avanzata del 4,5% e Citigroup 5,8%. Le attese di una graduale normalizzazione dell’economia hanno spinto Boeing in rialzo dell’11,5%. L’approccio tra AstraZeneca e Gilead Sciences in vista di una fusione potrebbe riportare l’attenzione verso altre possibili operazioni di M&A.     MERCATI AZIONARI ASIA     Le maggiori borse asiatiche scambiano in territorio positivo, trainate dal recupero del prezzo del petrolio dopo che i Paesi dell’OPEC+ hanno deciso di prolungare il taglio alla produzione di quasi 10 milioni di barili al giorno fino a fine luglio. A livello macro, il Giappone ha visto contrarsi leggermente più delle attese il Pil dell’1Q 2020, che è sceso a - 2,2% a/a (gli analisti si attendevano un -2,1% a/a) dal -3,4% a/a precedente, mentre in Cina, il livello di esportazioni a maggio è calato del -3,3%, un dato decisamente migliore delle attese di una discesa del -7,0% a/a. Le compagnie aeree, tra le più penalizzate durante la crisi sanitaria, hanno beneficiato dell’allentamento delle restrizioni ai viaggi, con le società di punta delle diverse regioni asiatiche in rialzo di quasi il 3%.     MERCATI AZIONARI EUROPA     I principali listini europei hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in deciso rialzo, trainati dai dati sul mercato del lavoro americano significativamente migliori delle attese. Nel frattempo, i dati macro dei Paesi dell’Eurozona pubblicati venerdì hanno continuato a mostrare gli effetti del blocco dell’attività produttiva: ad aprile, gli ordini alle imprese tedesche sono scivolati del -25,8% a/a, mentre le vendite al dettaglio in Italia, sono scese del -26,3% a/a nello stesso periodo di riferimento. La timida ripresa della domanda di viaggi ha permesso alla società Carnival di mostrare un rimbalzo del 19,8%. Sul Ftsemib, i titoli petroliferi hanno segnato forti guadagni, trainati dal recupero del prezzo del petrolio, con Eni in rialzo del 6,1% dopo che il consiglio di amministrazione ha approvato la nuova struttura organizzativa della società. Acquisti significativi anche sul comparto bancario con BPER Banca e Banco BPM in positivo del 9,7% e del 6,8%.   FOREX Prese di profitto sull’EUR dopo l’ottima performance delle ultime settimana che, dall’1,08 del 18 maggio, l’ha portato vicino alla soglia dell’1,14 contro USD nella mattinata di venerdì. I buoni dati, a sorpresa, del mercato del lavoro USA danno un supporto all’USD in chiusura e riapertura di settimana, al massimo da tre mesi contro JPY. I dati USA e, nel weekend, i buoni dati dell’import cinese sceso meno del previsto, sostengono le commodity currency – con AUD e NZD al massimo da gennaio contro USD – e le divise emergenti: rimane un po’ più arretrata la lira turca che, dopo il recupero di maggio, a giugno evidenzia una fase laterale/di leggera correzione rimanendo sui minimi di aprile contro USD mentre l’indice aggregato delle divise emergenti mostra un recupero sui livelli di marzo.   COMMODITIES Il prezzo del petrolio torna a salire sulla scia dell’esito positivo delle negoziazioni tra i Paesi dell’OPEC+ che nel weekend hanno trovato l’intesa per prolungare i tagli alla produzione di un altro mese. Secondo i dati comunicati, il rispetto totale da parte di tutti i membri delle quote stabilite dovrebbe permettere di iniziare a smaltire le giacenze accumulate durante gli ultimi mesi di blocco della domanda. Questo rappresenta uno dei principali elementi di fragilità dell’accordo, in quanto le inadempienze di alcuni dei Paesi produttori rappresentano la prassi. Il prezzo del future front month sul WTI torna a ridosso dei USD 40 per la prima volta dal crollo di inizio marzo. Il Brent si attesta a quota USD 42,5 al barile. L’oro rimane sotto i USD 1700 l’oncia dopo che era sceso fino a USD 1673 nella giornata di venerdì.   Ecco i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati:   Lunedì In primissima mattinata il Giappone rilascerà il PILAlle 15:45 in Zona Euro si terrà il discorso della Presidente della BCE Lagarde   Martedì Alle 16:00 negli Stati Uniti sono attesi i dati relativi ai nuovi lavori JOLTs   Mercoledì Alle 14:30 gli Stati Uniti comunicheranno l’indice dei principali prezzi al consumo e alle 16:30 daranno notizie sulle scorte di petrolio greggio. Alle 20:00 saranno rilasciati i dati relativi a: proiezioni economiche del FOMC, decisione del FOMC e decisione sul tasso di interesse della FED, alla stessa ora si terrà la conferenza stampa del FOMC   Giovedì Alle 14:30 gli Stati Uniti comunicheranno le richiese iniziali dei sussidi di disoccupazione e l’PP mensile   Venerdì Alle 08:00 la Gran Bretagna rilascerà il PIL e il dato sulla produzione manifatturiera

Continua a leggere

Mercati azionari e agenda settimanale

  • 261
  • 0
  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 01.06.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA     Gli indici americani hanno reagito positivamente alla conferenza stampa del presidente degli Stati Uniti, nella quale Trump non ha imposto ulteriori sanzioni dirette contro la Cina, non andando a peggiorare significativamente l’attuale situazione nel raggiungimento di un accordo. Il miglioramento della fiducia dei consumatori calcolata dall’Università del Michigan (passata a 72,3 punti dai precedenti 71,8) ha altresì supportato le quotazioni. Tra i singoli titolo, Dell ha guadagnato l’8,9% dopo che il management ha comunicato di aver ottenuto risultati migliori delle attese in alcuni segmenti grazie alla pandemia, mentre Cisco è salita del 4,9% a seguito della decisione di acquisire la società di cybersecurity americana ThousandEyes.     MERCATI AZIONARI ASIA     Le maggiori borse asiatiche scambiano in deciso rialzo, trainati in positivo dalla pubblicazione di alcuni dati macro superiori alle attese e dalle parole di venerdì del presidente Trump riguardo la guerra commerciale. In Cina, il PMI non manifatturiero è salito a maggio a 53,6 punti, mentre in Corea del Sud, le esportazioni sono calate del -23,7% a/a (gli analisti attendevano una contrazione del -25,1%). In Giappone, le spese in contro capitale delle imprese nel 1Q 2020 sono cresciute del 4,3% a/a dal -3,5% a/a precedente, mentre in India, il PMI manifatturiero a maggio è migliorato a 30,8 punti (dopo il crollo a 27,4 di aprile)..     MERCATI AZIONARI EUROPA     I principali listini europei hanno chiuso la giornata in perdita, trainati al ribasso dai recenti peggioramenti dei rapporti tra Cina e Stati Uniti. Il comparto che più ha risentito delle nuove tensioni è stato quello automobilistico: sul listino europeo, Renault ha subito un calo del -7,7% dopo l’annuncio di un taglio del personale di circa 15 mila posti al fine di ridurre i costi e contrastare il rallentamento nelle vendite a causa del coronavirus. Forti vendite anche su Rolls-Royce, che ha chiuso in negativo del 14,9%, dopo che S&P ha deciso di peggiorare il rating creditizio della compagnia a “junk”. Sul Ftsemib sono rimasti deboli i bancari, mentre è proseguito il trend positivo di Diasorin, in rialzo del 3,7%.   FOREX L’ottimismo che il momento peggiore possa essere passato così come l’allentarsi delle tensioni USA-Cina dopo che Trump, nel discorso di venerdì, non ha annunciato l’imposizione di nuovi dazi doganali, portano gli investitori ad un generalizzata propensione al rischio: il cross USD-JPY rimane stabile con entrambe le divise in generale deprezzamento. I passi a livello europeo per una risposta congiunta premiano l’EUR che consolida l’attuale trend rialzista. I buoni dati macro cinesi sostengono l’AUD che contro USD si porta al massimo da febbraio, mentre registrano un apprezzamento più contenuto CAD e NZD, al massimo da marzo. Prosegue anche il lento trend di recupero delle divise emergenti, sebbene gli andamenti siano spesso asincroni; recupera il CNY sulla mancata introduzione di dazi USA.   COMMODITIES L’indice Crb ha guadagnato quasi il 2% nell’ultima seduta di mercato. Il prezzo del future front month sul WTI è tornato sopra i USD 35 al barile, dopo il repentino rialzo osservato venerdì in serata. Il movimento è stato ancora più evidente sul Brent, che ha chiuso venerdì 29 maggio intorno ai USD 35 al barile e ha aperto la seduta odierna poco sotto i USD 38 al barile. Oro in leggero rialzo, +0,7%, con un valore di USD 1743 l’oncia.   Ecco i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati:   Lunedì In primissima mattinata la Cina rilascerà l’indice manifatturiero CaixinAlle 09:55 la Germania comunicherà l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturieroAlle 16:00 gli Stati Uniti rilasceranno l’indice ISM dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero   Mercoledì Alle 09:55 in Germania è atteso il dato relativo alla disoccupazioneAlle 10:30 la Gran Bretagna rilascerà l’indice PMI composito e l’indice dei direttori degli acquisti del settore dei serviziAlle 14:15 gli Stati Uniti comunicheranno la variazione dell’occupazione non agricola e alle 16:00 l’indice ISM non manifatturiero. Infine alle 16:30 daranno notizie sulle scorte di petrolio greggio   Giovedì Alle 10.30 la Gran Bretagna rilascerà l’indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioniAlle 13:45 in Zona Euro sono attesi: il tasso sui depositi, le operazioni di rifinanziamento marginale della BCE, le dichiarazioni sulla politica monetaria della BCE e la decisione sul tasso di interesse. Alle 14:30 si terrà la conferenza stampa della BCEAlle 14:30 gli Stati Uniti comunicheranno le richiese iniziali dei sussidi di disoccupazione   Venerdì Alle 14.30 gli Stati Uniti comunicheranno il dato relativo alle buste paga del settore non agricolo e il tasso di disoccupazione

Continua a leggere

Condividi