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"Nel lungo termine? Siamo tutti morti" J.M. Keynes Una riflessione sul rischio e il tempo nei mercati finanziari.

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 14.05.2020

John Maynard Keynes , fra i maggiori pensatori economici della storia , uso ' questa forte  frase per per far capire che i modelli economici devono esssere sempre testati per eventi estremi, perchè nel lungo termine avviene la catastrofe...E questo è garantito. La morte come certezza , insomma. Puro humor inglese. E se questa riflessione la portassimo  in campo finanziario ? I passo è breve e conviene farlo. Se  pensiamo infatti a cosa sta succedendo oggi sui mercati, al fatto che tutti noi navighiamo a vista, mai come oggi queste parole sono valide. Il rischio infatti è fra le poche cose certe che compriamo con un investimento. Ma spieghiamo  meglio questa riflessione con un esempio. Il Nikkei nel '90 valeva 40.000 punti, oggi vale 20.000, trenta anni dopo.  Ed era molto di moda come investimento.Come oggi il biotech, la tecnologia , i megatrends, la Cina... Mio padre ai tempi fece un pac azionario sul Giappone che dopo 15 anni era sotto del 20%.  E che liquido', esasperato. Nel lungo termine succede di tutto , quindi bisogna essere attrezzati.E poterselo permettere, non solo in senso economico. Moltissime delle statistiche citate in questo periodo sui mercati azionari si riferiscono ai mercati USA che ad oggi non hanno quasi mai tradito in orizzonti di 15 anni ; ma ci sono fior di eccezioni in tutto il mondo ,Italia inclusa, in cui i mercati sono ben lontani dall'essere tornati ai massimi storici .. Altro esempio :MIB 30, 43.000 punti nel 2007, oggi 18.000 Quindi quello che compro di sicuro è un certo tipo di rischio, che neanche il lungo termine di 10 15-20 anni talvolta riesce a compensare. L'investitore deve sapere che queste cose accadono o accadranno. E' questo è garantito. Quindi dobbiamo essere antifragili, robusti. Allora niente azioni? Assolutamente no. Le azioni servono e danno efficienza al ptf , ma devono essere acquistate consapevolmente, consci di quel che ho detto prima. Mi spiego meglio: oggi si parla molto di opportunità sui mercati e puo' darsi che questo sia vero ; quel che è sicuro è che bisogna essere disposti a dimenticarsi dei soldi investiti anche per diversi lustri e senza la garanzia di rendimenti di livello superiore. Magari fra 5 anni abbiamo fatto il 50%, oppure siamo sotto del 50%, chi lo sa. E questo non è un boccone per tutti, a prescindere dalle cifre in ballo. Come dice Buffet il prezzo si allinea al valore solo nel lungo termine, il resto è gambling , gioco d'azzardo. E per Buffet,pensate, il lungo termine è "sempre"; e questo non puo' valere per tutti. Concludo. Temo che spesso  i ptf dei clienti medi siano stati spinti un poco troppo al rischio per cercare performace, soprattutto con tassi bassi; ecco, se vuoi essere sicuro al massimo grado le performace sono vicine allo zero. E lo si è fatto inoltre su statistiche hanno un valore relativo... I mercati sono una entità economica ma anche molto sociale e psicologica, quindi tutto puo' accadere. La frase "nessuno poteva prevedere " è per me quindi inaccettabile. Tu chiaramente non potevi sapere quando, certo, una crisi sarebbe avvenuta,ma sul "se" non ci sono dubbi. Le crisi ricorrono , anche frequentemente, ne abbiamo avute due pesantissime negli ultimi 12 anni. Non 120 anni. Cosa deve fare un investitore oggi, quindi? Pensare , prendere coscienza e agire per il futuro coerentemente alle evidenze della realtà . Le occasioni ci sono , soprattutto sull'obbligazionario investment grade . Ma anche qui si compra rischio, inferiore alle azioni , ma  sempre rischio , cioè oscillazione soprattutto nel breve enormemente aumentate negli ultimi tre mesi. Se si vuol rischiare poco? Le possibilità non sono molte davvero, e  richiedono anche queste pazienza; penso ad esempio alle gestioni separate. Il 4% senza rischio dei btp non esiste piu' , e non esisterà per chissa' quanto tempo. Spero proprio che questa situazione sia di insegnamento e che rimanga nella memoria delle persone anche fra x anni , quando dovranno investire del denaro. La crisi del 2008 era evidentemente stata dimenticata da molti.

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La certezza dell'incertezza

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 20.04.2020

Il contesto economico post covid mette alla prova la nostra ricerca di sicurezza, comprensione del mondo e, quindi, la nostra attitudine agli investimenti.   Quel che abbiamo capito, ad oggi, è che sappiamo poco, ma che sarà dura.   Qualche riflessione per allontanarsi dal continuo "rumore" della cronaca.   Your browser does not support the video tag.

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Non è la solita analisi del Corona Virus

Scritto il 16.03.2020

Anche oggi mi è arrivato il report di una prestigiosa  banca di investimento che cerca di analizzare la situazione economico-finanziaria legata al Covid19. Me ne arrivano svariati al giorno. Anche piu' di uno dalla stessa banca.   Ne ho letti molti e devo dire che spesso sono interessanti; ognuno inquadra il problema da differenti angolature , dando a supporto informazioni e dati utili,  anche per farci una personale idea. Ma di fronte a questa messe di informazioni , io sento che qualcosa scricchiola.   La mia formazione non-economica mi porta cercare sempre il segnale utile all'interno della grande quantità di inutile rumore. Capisco i dati, li inquadro , ma sono troppi; cerco quindi  sempre di andare sotto al dato per capirne l'essenza, se possibile  e se c'è.   E qua , facendo una sintesi , diciamo che il problema nell'economia reale è grave per il 2020 .Su questo tutti sono d'accordo. E questo è il segnale . Ci sarà da faticare di qui a Dicembre.   Su tutto il resto, ( recessione, ripartenza a V , a U a L...)ognuno dice la sua. E questo è rumore. Cento opinioni diverse sono una grande "non " opinione.   E' chiaro che  con questo non voglio dire che queste info sono sbagliate o inutili.Tutt'altro. Dico solo che servono a dare prospettiva  a fatti che in realtà risposte e motivazioni  ne hanno molte ,troppe, e quindi non processabili. Soprattutto mentre ne sei travolto.   Cercare di capire è un aspetto comprensibile e umano,  un dato universale e vecchio quanto il mondo.   Ma forse Il tema è che non ammettiamo la fragilità, la liquidità e la imprevedibilità degli eventi . Ragioniamo per euristiche , cercando di semplificare e creare schemi , per aggraparci ad una sicurezza che ci faccia dormire mettendo coerenza in informazioni che non ce l'hanno.   E quindi questi report servono magari a dare risposte ai clienti, risposte  che però’ , per me , ad oggi non ci sono.   Un fatto è indiscutibile: se il mondo finisce, amen, altrimenti i mercati torneranno a crescere, un giorno. Perché il mondo va avanti.   Banale? No, per niente . Provate a pensarci.   Perché questi difficili momenti servono proprio a mettere alla prova quanto io sono resiliente alle difficoltà come investitore; sarà bene quindi che per pianificare i miei obiettivi finanziari , mi ricordi anche di momenti come questi , che ci mettono alla prova pesantemente.   Perchè il cigno nero è certo nel "se” e incerto solo nel "quando".   Rispetto a questo come mi sento?Lo gestisco o no?   In base a tutto ciò’, decidero' come investire. Il mercato non sale indefinitamente per sempre. Ogni tanto crolla. Vince però chi ci rimane nel tempo. Perché il mondo va avanti. 30 anni fa era General Electric, oggi è Google ed Apple , domani chissà.   Ps: le statistiche matematico-finanziarie, applicate ad complessità intrise di psicologia ed emotività come i mercati di questi giorni, non servono a niente, soprattutto nel breve.

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CAPITALE GARANTITO...MA DA CHI?

Scritto il 26.02.2020

Una delle richieste piu' frequenti da parte dei risparmiatori è quella del capitale garantito, cioè: quello che investo , quantomeno, lo rivoglio indietro.   Dietro questa sacrosanta richiesta pero' sono avvenute , negli anni passati piu' recenti, le peggiori perdite nei vari portafogli del risparmiatore medio italico: le obbligazioni bancarie e non  solo, tristemente note alle cronache.   Cirio, Parmalat, Argentina, MPS...   Miliardi di euro di risparmi polverizzati .   Tutti venduti come " capitale garantito".   Il  capitale lo garantisce infatti un soggetto che puo' essere piu' o meno affidabile. E che quindi paga piu' o meno interessi.   Ma questo credo che dopo le tragedie degli scorsi anni sia patrimonio abbastanza comune.*   Voglio riflettere pero' sulle polizze a capitale garantito, prodotti interessanti ma che richiedono  attenzione, perchè un poco piu' complessi di una semplice obbligazione.   Sono contenitori di obbligazioni su cui una compagnia di assicurazione mette anche la propria garanzia di restituzione del capitale .   E se il capitale lo garantisce una compagnia solida , sono a posto.   Il celebre "rating" in questo puo' darci una mano per capire questo aspetto senza leggere i complessi bilanci di un'azienda.   Ma se , come mi è accaduto poco tempo addietro, analizzo una polizza con il capitale garantito da un soggetto con rating BB, cioè come la Bolivia o la Turchia, allora le cose cambiano, e la percezione del rischio diviene finalmente reale per chi la potrebbe sottoscrivere.   E se , poniamo, la polizza in questione fosse al 90% investita in titoli di stato italiani che subissero anche un piccolo default del 20%, la banca avrebbe la capacità patrimoniale di coprire tali perdite? Per carità, parliamo di eventi estremi, ma nel 2011 ci siamo andati ad un metro.   E comunque, avendo meno "garanzia" rispetto ad un soggetto con rating superiore, dovrebbe rendere di piu', no?   E se volessi quindi i rating piu' alti del mercato? Dovrei andare su compagnie non italiane.   Le compagnie (e le banche) italiane hanno infatti una solidità finanziaria molto legata al nostro paese, in quanto primari investitori dei nostri titoli di stato e creditori in genere del  sistema paese Italia.   Ecco , queste sono alcune delle domande da porre insieme alla richiesta sascrosanta della restituzione del proprio capitale, perchè il rischio che si corre sia percepito in maniera corretta.   E magari remunerato adeguatamente.   Perchè i "capitali garantiti" non sono davvero tutti uguali.   ---------------------------   *vedendo come oggi vengono spensieratamente acquistati i BTP decennali , mi viene qualche dubbio...

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Il rischio più grande del mio portafoglio è Spock, il mio amato golden retriever

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  • Formazione/Educazione Finanziaria
Scritto il 17.02.2020

Quando ti  trovi di fronte a dover fare delle scelte di investimento , spesso ti domandi “ma quanto è rischioso questo strumento?”   Forse pero' ci fermiamo a metà del percorso. Ma questo lo valuterai alla fine.   Il  concetto di rischio di un investimento è piuttosto complesso e non è questo l'argomento di cui voglio parlarti.   Voglio infatti supporre che il tuo ipotetico portafoglio  sia perfetto; diversificato, moderno negli strumenti e adatto ai miei obiettivi.   E quindi con un rischio controllato e di cui sono consapevole.   Te ne vai percio' con Spock  al giardinetto a fare una passeggiata, sereno e consapevole che soldi siano proprio gestiti bene.     Bene, il  cane non è in giornata e  purtroppo abbaia ad un ciclista e lo fa cadere.   Ecco che il portafoglio , cosi' professionalmente cucito addosso dal consulente, si sbriciola e con lui la tranquillità economica.   E tutto questo perchè non ho una polizza di rc della famiglia (cd. Capofamiglia), da 100-150 euro l'anno.   Ecco dove possiamo trovare eventi inattesi e catastrofici ma ben piu' frequenti delle crisi finanziarie: nel giardinetto dietro casa.   Avrei potuto fare anche esempi sulla casa non assicurata per l'incendio, oppure sulla  passione per il ciclismo fatta senza un'adeguata copertura infortuni...   Il risultato sarebbe stato il medesimo: polverizzare il mio patrimonio , elegante , diversificato ma SCOPERTO nel fronteggiare questi eventi.   Le polizze sono quindi  derivati a copertura di rischi, liberano risorse economiche e permettono una piu' serena gestione del proprio patrimonio.   Ed è qua secondo me dove si puo' fare la differenza nella consulenza finanziaria, nel mettere in campo una consulenza davvero olistica , come ora piace chiamarla alle Private bank.   Nascendo a Firenze prefersico dire che vorrei essere un consulente “umanista”, “rinascimentale”, che pone l'uomo/cliente in tutti i suoi aspetti al centro dell'analisi e  di certo non si fa sfuggire i banali rischi della vita quotidiana.   Incomparabilmente piu' affrontabili della prossima crisi finanziaria, e con certezza granitica sulla loro neutralizzazione.   Ah, e abbiamo posto che il portafoglio di investimenti sia perfetto eh, non ce lo dimentichiamo....   Ma questa è un'altra storia.

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