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MERCATI FINANZIARI INSTABILI: COME SONO CAMBIATE LE DOMANDE DEI RISPARMIATORI
Scritto il 27.04.2023Il fenomeno economico che nell'ultimo anno ha avuto la maggiore rilevanza sulle famiglie italiane è certamente l'inflazione che ha provocato una perdita significativa del potere di acquisto, non essendo riuscite le retribuzioni a restare al passo con l'aumento dei prezzi. Questo evento ha impattato sui consumi, sulle richieste di finanziamento, sulle scelte di investimento ed sui risparmi. Soffermiamoci ora su questo ultimo aspetto: l'ISTAT ci fa sapere che nell'ultimo trimestre del 2022 la propensione al risparmio delle famiglie italiane ha subito un netto calo, attestandosi al 5,3% ( ben due punti in meno del precedente trimestre). Occorre peraltro osservare che proprio l'inflazione e le misure adottate dalle Banche Centrali per ridimensionarla (ripetuto aumento dei tassi di interesse) sono state le cause principali di risultati finanziari negativi dei portafogli da inizio del 2022. In questi primi mesi del 2023 abbiamo assistito ad un limitato e disomogeneo recupero dei mercati insufficiente a rasserenare gli investitori.Alcune aree geografiche hanno addirittura mostrato un andamento negativo, come ad esempio le borse cinesi. Le famiglie sono così state doppiamente danneggiate da un fenomeno - l'inflazione - che ha eroso il potere di acquisto ed ha ridimensionato i patrimoni. Personalmente ho potuto riscontrare dal confronto con i clienti la loro preoccupazione su questi argomenti. In particolare ho notato rispetto allo scorso anno un cambiamento importante: allora le domande degli investitori erano orientate ad una conoscenza più approfondita su cause e possibili evoluzioni del fenomeno inflattivo ed anche sugli impatti economici della guerra in Ucraina; oggi, oltre al tema dell'aumento dei prezzi, sono cresciute le richieste di informazioni sulle implicazioni nei portafogli dei recenti dissesti bancari negli Stati Uniti ed in Svizzera. Credo che in momenti difficili come questi il consulente finanziario abbia un ruolo sociale importante che va oltre le proposte di investimento contribuendo ad accrescere la cultura economica e la consapevolezza delle scelte dei clienti.
Continua a leggereInvestimenti: alla ricerca di porti sicuri
Scritto il 31.03.2023Tra le tante sensazioni che gli investitori hanno provato in queste ultime settimane non vi è certamente la noia. Con grande rapidità abbiamo assistito ad un aumento della volatilità sui mercati provocata dal fallimento della banca californiana SVB; l'evento ha prodotto una serie di reazioni a catena nel sistema finanziario tra cui la crisi di Credit Suisse e forti cali in borsa per Deutsche Bank. Nel frattempo, BCE e FED per contrastare un'inflazione che viene definita appiccicosa, hanno proseguito nel rialzo dei tassi di interesse ma i toni utilizzati fanno capire che anche la stabilità del sistema finanziario è un obiettivo fondamentale da perseguire. Come si sono comportati i mercati? Questo mutato scenario ha provocato un calo dei titoli azionari, in particolare quelli bancari; occorre peraltro notare che il settore tecnologico ha mostrato una sostanziale tenuta. Le obbligazioni si sono mosse in modo disomogeneo: i titoli governativi sono stati acquistati assumendo la funzione di stabilizzatori di portafogli, mentre i bond a basso rating e quelli finanziari si sono deprezzati. I timori degli investitori In questi ultimi giorni le tensioni sui mercati si sono attenuate ed abbiamo assistito ad un parziale recupero. Per molti investitori, in particolare per quelli con una propensione al rischio contenuta, è emersa comunque l'esigenza di strumenti che in situazioni di stress sui mercati possano assumere il ruolo di beni rifugio. Proviamo ad individuarne alcuni, pur nella consapevolezza che sono gli obiettivi di ogni singolo soggetto a guidare le scelte di investimento. I titoli governativi zona euro e statunitensi offrono rendimenti positivi anche considerando l'inflazione attesa. L'interesse è maggiore per le scadenze brevi che vengono considerate meno volatili. Oro: è un classico bene rifugio, anche se dobbiamo tener conto che le quotazioni attualmente sono elevate ed uno scenario di rallentamento dell'inflazione ne riduce l'attrattività. Fondi monetari: hanno registrato in queste settimane raccolte significative. Qui il ragionamento è simile al punto 1. Azioni con elevato dividendo: per chi ha un profilo di rischio dinamico si può prendere in considerazione questa possibilità. Tutte queste opzioni possono avere andamenti divergenti dalle attese degli investitori. Risulta pertanto consigliabile un monitoraggio periodico del portafoglio che preveda anche la possibilità di effettuare modifiche nel caso in cui vi siano cambiamenti dello scenario economico.
Continua a leggereFEBBRAIO DI LUCI ED OMBRE SUI MERCATI
Scritto il 27.02.2023Il mese di febbraio che sta per terminare ci ha fornito una serie di informazioni preziose che possono aiutarci nella comprensione delle attuali dinamiche dei mercati finanziari. I dati economici più importanti I dati più significativi riguardano temi legati ad inflazione, tassi di interesse, mercato del lavoro e stime sulla crescita. A volte queste informazioni sono parse contraddittorie e di difficile interpretazione. Proviamo a fare un pò di ordine. Il mese si è aperto con FED e BCE che come da attese hanno rialzato i tassi di interesse; il linguaggio utilizzato per motivare queste scelte è sembrato però meno severo rispetto alle precedenti comunicazioni. Il mercato del lavoro ha assunto una centralità in relazione alle politiche monetarie e ciò ci obbliga a rilevare che negli USA la disoccupazione ha raggiunto il livello del 3,4%, ai minimi dal 1969. Vi erano forti attese su un ridimensionamento dell'inflazione; i mercati ci speravano ma gli ultimi dati, pur nella loro eterogeneità, dimostrano che il fenomeno è persistente e su livelli superiori alle stime. Intanto il Fondo Monetario e la Commissione Europea hanno rivisto al rialzo le previsioni di crescita per il 2023: la temuta recessione non ci sarà anche se permangono tensioni sui prezzi e vengono sconsigliate politiche di bilancio espansive che agendo sulla domanda sono in grado di stimolare l'inflazione. Il comportamento dei mercati Di fronte a questi dati i mercati obbligazionari hanno visto un rialzo dei rendimenti che significa quotazioni inferiori dei titoli su tutta la curva ma in particolare sui tassi a breve che per loro natura sono più sensibili alle mosse di politica monetaria. Possiamo notare che a tale orientamento non si sono sottratti nemmeno i titoli inflation linked che dovrebbero invece beneficiare di un contesto di prezzi surriscaldati. Sui mercati azionari abbiamo assistito ad un calo delle quotazioni che ha eroso in parte lo straordinario rialzo di gennaio. Il settore tecnologico ha subito la flessione maggiore in quanto più sensibile al fattore tassi di interesse, anche se al suo interno vi è un'area di grande interesse rappresentata dall'intelligenza artificiale. Gli investitori, alla luce dei dati sopra esposti, si stanno convincendo che le banche centrali manterranno il loro proposito di proseguire il rialzo dei tassi in un contesto di inflazione elevata, di mercato del lavoro robusto e di economie lontane dalla recessione. Si tratta di uno scenario meno attraente di quello ipotizzato a gennaio ma che presenta elementi di interesse e aree di investimento che lo scorso anno non erano percorribili.
Continua a leggereMERCATI FINANZIARI: UN INIZIO 2023 POSITIVO.
Scritto il 23.01.2023In queste prime settimane del nuovo anno abbiamo assistito ad un andamento dei mercati decisamente positivo dopo un 2022 che ha visto perdite significative nei portafogli degli investitori. I rialzi più consistenti hanno coinvolto le azioni europee e cinesi; anche le obbligazioni europee si sono apprezzate e lo spread si è ristretto. Il mercato Usa ha registrato rialzi più contenuti e l'euro si è rafforzato nei confronti del dollaro. LE RAGIONI DEL RIALZO Le notizie positive sono arrivate dai dati sull'inflazione: negli USA e nell'Eurozona la dinamica dei prezzi è in rallentamento anche se escludendo le componenti più volatili (energia e alimentari) questa tendenza non è confermata. Altro elemento importante: la Cina nel 2023 tornerà a crescere, secondo le stime del Fondo Monetario, del 4,4% contro una media mondiale del 2,7%.L'eliminazione da parte di Pechino delle stringenti misure anti covid crea le premesse per una ripartenza economica con implicazioni globali positive. Infine i prezzi del gas stanno registrando cali significativi che abbasseranno l'inflazione e sosterranno la ripresa europea. COSA DICONO LE BANCHE CENTRALI A fronte di questo mutato scenario si riscontra un atteggiamento di FED e BCE ancorato ad una rigida prosecuzione della politica monetaria restrittiva il cui pilastro fondamentale è il rialzo dei tassi di interesse. Diverso è il caso giapponese dove l'elevata inflazione viene considerata transitoria e l'espansione monetaria non viene modificata. I mercati, con i cospicui rialzi da inizio anno, ritengono che le banche centrali non daranno seguito in modo completo ai loro propositi e che presto i tassi si stabilizzeranno per poi iniziare a calare. Se questa ipotesi sarà confermata il trend rialzista avrà buone ragioni per proseguire. EUROZONA: LA SITUAZIONE MIGLIORA Volendo focalizzare l'attenzione sull'Eurozona, possiamo rilevare che nell'ultimo periodo si è registrata una tenuta economica superiore delle attese. Vivacità del mercato del lavoro; calo del prezzo del gas; stima di una sostanziale tenuta degli utili dove banche e utility riescono a compensare la frenata del settore energetico: sono questi i fattori che allontanano i timori di una recessione nel 2023.
Continua a leggereLe decisioni della BCE e la reazione dei mercati
Scritto il 16.12.2022Alcuni clienti oggi mi hanno chiesto chiarimenti in merito al violento calo dei mercati di ieri a seguito delle decisioni della BCE. In sostanza non si comprende fino in fondo il motivo del crollo di azioni e titoli di stato a fronte di una manovra sui tassi (aumento di 0,5%) largamente prevista. In verità la BCE ha anche annunciato che dal prossimo marzo verranno ridotti i reinvestimenti dei titoli in scadenza ad un ritmo di 15 miliardi al mese. L'operazione durerà fino a giugno 2023. Si tratta di una novità assoluta per la BCE ma la dimensione e le tempistiche dell'operazione non possono essere considerate aggressive, anche perchè non viene presa in considerazione l'ipotesi di vendita di titoli prima della scadenza. La vera ragione del calo di ieri risiede nelle parole di C. Lagarde che proietta la politica monetaria della BCE in terreno restrittivo in quanto nei prossimi mesi vi saranno ulteriori ritocchi dei tassi di pari entità (0,5%). Riportare l'inflazione al 2% nel medio periodo: questo è l'obiettivo prioritario. E la terapia giusta, secondo C. Lagarde, è la prosecuzione nel rialzo dei tassi. I mercati nelle scorse settimane avevano mostrato un certo ottimismo confidando in un cambio di passo delle Banche Centrali nella direzione di una stabilizzazione dei tassi nei prossimi trimestri . Ora è chiaro che questo scenario, almeno per la BCE, non si verificherà.
Continua a leggereIL PUNTO SUI MERCATI FINANZIARI
Scritto il 09.12.2022Nel mese di novembre abbiamo assistito alla prosecuzione del recupero dei mercati finanziari iniziato ad ottobre. Gli indici delle principali borse mondiali sono aumentati ed anche i prezzi delle obbligazioni si sono rafforzati. Lo spread BTP Bund si è ridotto e l'euro ha visto un significativo recupero sul dollaro. INFLAZIONE E BANCHE CENTRALI Un sostegno ai mercati è arrivato dagli ultimi dati sull'inflazione. Sia negli Usa sia nell'eurozona (ad eccezione dell'Italia) la crescita dei prezzi è in rallentamento tanto che si suppone che le scelte di politica monetaria a dicembre di FED e BCE saranno meno aggressive, con rialzi dei tassi di "solo" 0,50. IL MERCATO DEL LAVORO Occorre peraltro rilevare che i dati del mercato del lavoro americano si mantengono inaspettatamente robusti e anche la dinamica salariale è forte; questi numeri non piacciono alla FED in quanto considerati generatori di inflazione. In Europa la situazione è diversa ed i rischi di una spirale prezzi salari appaiono più sfumati. Ad esempio, i recenti rinnovi contrattuali del settore metalmeccanico in Germania sono improntati alla moderazione ed in linea con attese di rallentamento dell'inflazione. 2023: Il RALLENTAMENTO GLOBALE Ormai mancano poche settimane alla conclusione dell'anno e gli investitori provano a capire quali saranno i fattori in grado di condizionare i mercati nel 2023. Ne parleremo in un prossimo articolo, anche se possiamo anticipare che il tema del rallentamento economico globale potrebbe surclassare per importanza quello dell'inflazione. Soltanto l'altro ieri l'agenzia di rating Fitch ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil globale per il 2023: sulla revisione pesa il radicamento delle pressioni inflazionistiche, più persistenti del previsto. Un analogo scenario era stato presentato da parte dell' OSCE nel mese di novembre.
Continua a leggereAnalisi settimanale dei mercati finanziari - 14 ottobre
Scritto il 14.11.2022L'inflazione americana La scorsa settimana è stato comunicato il dato dell'inflazione USA nel mese di ottobre; si tratta di numeri ancora elevati (7,7% su base annua) ma inferiori sia alle previsioni sia al livello del mese di settembre. Questa notizia è stata accolta in maniera molto positiva dai mercati finanziari. Il ragionamento che viene fatto è semplice: per la prima volta da quando la Fed ad inizio anno ha avviato il percorso di rialzo dei tassi si registra un rallentamento nella crescita dei prezzi. Questo significa due cose: la politica monetaria è efficace e il percorso futuro di rialzo dei tassi dovrebbe essere più cauto rispetto alle precedenti stime. Tradotto in numeri significa che a dicembre l'aggiustamento dei tassi sarà dello 0,5% e non dello 0,75%. La situazione in Europa Questo dato è molto importante ma si riferisce alla situazione americana che ha caratteristiche inflazionistiche diverse da quelle in Europa. Là l'inflazione è provocata dalla vivacità della domanda interna e dalla solidità del mercato del lavoro, qui -in Europa- abbiamo un'inflazione prodotta dai costi energetici . Questo vuol dire che non necessariamente il trend statunitense potrà essere imitato dall'Europa. Al momento vi è una grande incertezza per i futuri trimestri sia per i dati di inflazione sia su quelli della crescita economica. Certamente nel 2023 vi sarà un rallentamento che avrà come effetto anche un calo dei consumi e dell'inflazione ma la dimensione di questa frenata è difficile da quantificare in quanto dipende da fattori piuttosto aleatori, come i prezzi dell'energia. Il BTP Italia In questo complesso contesto gli investitori italiani da oggi a mercoledì 16 novembre possono sottoscrivere il nuovo BTP Italia, il titolo di stato indicizzato al tasso di inflazione nazionale. Le caratteristiche sono simili alle precedenti emissioni: il BTP avrà una durata di sei anni ed è previsto un premio di fedeltà pari all'8 per mille per coloro che acquistano il titolo in emissione e lo detengono fino a scadenza, nel 2028. Questo strumento presenta caratteristiche interessanti per chi pensa che il fenomeno inflattivo sarà persistente nei prossimi anni.
Continua a leggereI MERCATI FINANZIARI , LE BANCHE CENTRALI E LE TRIMESTRALI
Scritto il 04.11.2022Nell'ultimo mese abbiamo assistito ad un importante recupero dei mercati finanziari che ha coinvolto le principali borse ed anche le obbligazioni. Non è stato tuttavia un movimento corale in quanto la Cina ed il settore tecnologico hanno registrato un andamento negativo. La politica monetaria Le banche centrali hanno proseguito il rialzo dei tassi di interesse a fronte di una elevata dinamica inflazionistica. In particolare, la BCE ha ritoccato i tassi dello 0,75%, come da previsioni, ma le parole di C. Lagarde sono sembrate meno aggressive e sono state rimandate le decisioni sul temuto fronte della riduzione del bilancio tramite la vendita di titoli in possesso della BCE. La restrizione monetaria parrebbe passare attraverso la restituzione anticipata dei prestiti da parte delle banche europee; tale mossa avrebbe il vantaggio di non impattare sui prezzi dei titoli di stato e sullo spread. L'altro ieri la FED ha rialzato i tassi di 0,75%: l'inflazione persistente e la robustezza del mercato del lavoro hanno indotto Powell ad usare parole forti che di fatto prefigurano ulteriori rialzi futuri dei tassi ad un livello superiore a quanto previsto finora. ieri è stato il turno della Bank of England che, come previsto, ha rialzato i tassi dello 0,75%; vi è stata però l'indicazione che le future mosse saranno più caute, in previsione di uno scenario recessivo di non breve durata. Le trimestrali Le trimestrali americane erano molto attese per capire se da questo fronte potessero emergere notizie in grado di ridimensionare la centralità del tema inflazionistico. Nel complesso gli utili sono stati giudicati accettabili con dati migliori da parte delle principali banche USA mentre i giganti della tecnologia hanno registrato dati sotto le attese ( ad eccezione di Apple ) e per questo motivo le loro quotazioni si sono ridimensionate. Vi è la convinzione da parte degli operatori che i prossimi mesi saranno ancora caratterizzati dalla centralità delle politiche monetarie (livello dei tassi e riduzione dei titoli in portafoglio). I movimenti legati alla stagione dei bilanci delle società potranno dare un contributo limitato alla ripresa dei mercati.
Continua a leggereLA SETTIMANA ECONOMICA
Scritto il 07.10.2022L'ultima settimana è stata particolarmente densa di eventi economici. Proviamo ad evidenziarne alcuni dei più significativi per poi vedere il comportamento dei mercati. La manovra inglese A seguito della manovra per stimolare la crescita economica decisa dal governo inglese, vi è stata una violenta reazione negativa che ha colpito la sterlina e i titoli di stato. I mercati non hanno gradito la riduzione delle tasse a favore dei redditi elevati finanziata con l'aumento del deficit. La Bank of England è dovuta intervenire con un piano di acquisti di obbligazioni di 65 miliardi di sterline. La decisione del governo ha suscitato un coro di critiche da parte di organismi internazionali e di buona parte dei politici inglesi, tanto che l'esecutivo ha deciso di non adottare queste misure. Cosa ha deciso la Germania Il governo tedesco ha deciso un maxipiano di 200 miliardi di euro a favore di privati e di aziende per contrastare gli aumenti dei prezzi energetici, introducendo dei premi per chi risparmia di più. Si tratta di una decisione di carattere nazionale che va ad indebolire l'unità dell'Europa di fronte ai problemi dell'energia e per questo motivo ha ricevuto svariate critiche tra cui quelle di Draghi. Il giudizio sull'Italia L'agenzia Moody's ha valutato il rating dell'Italia mantenendolo invariato. Si tratta comunque del livello più basso tra quelli considerati Investing Grade; Moody's ha anche avvisato che nel caso venissero apportate modifiche al PNRR vi sarebbe il rischio di declassamento del debito italiano. Questo evento escluderebbe la permanenza dei titoli di stato all'interno di alcune tipologie di fondi. Le decisioni dell'OPEC L'altro ieri l'OPEC ha deciso un taglio significativo nella produzione di petrolio; è chiaro che una tale misura andrà nella direzione dell'aumento dei prezzi energetici, rendendo più difficile il contrasto all'inflazione da parte delle Banche Centrali. Il mercato del lavoro american Oggi sono stati diffusi gli importanti dati sul mercato del lavoro USA, in grado di influenzare le future politiche monetarie della FED. Il tasso di disoccupazione è risultato in calo al 3,5% mentre le attese erano di una stabilizzazione al 3,7%. L'andamento dei mercati L'inizio di settimana ha visto un recupero significativo che ha coinvolto azioni e bond: si è trattata di una reazione tecnica, non supportata da cambiamenti di scenario, dopo i minimi toccati dai mercati nella settimana scorsa. In questi ultimi giorni questo recupero si è in parte ridimensionato. Possiamo osservare che i tassi delle obbligazioni in Europa e negli USA hanno raggiunto dei livelli inimmaginabili ad inizio anno. Per esempio, il titolo di stato decennale USA ha un rendimento di poco inferiore al 4%, mentre il BTP di pari durata rende circa il 4,5%.
Continua a leggereUn autunno difficile
Scritto il 28.09.2022I mercati finanziari in queste ultime settimane hanno visto un andamento molto negativo che ha colpito il mercato azionario e le obbligazioni. Vediamo quali sono le cause cha hanno prodotto queste dinamiche. L'inflazione non rallenta L'elevata inflazione è il tema fondamentale che da inizio anno continua a condizionare negativamente i mercati. Le principali Banche Centrali per combattere questo fenomeno hanno avviato una politica di robusti rialzi dei tassi di interesse (negli USA è stata anche avviata una riduzione dei titoli nel portafoglio della Fed); finora queste mosse non hanno sortito i risultati attesi: il livello dei prezzi si è mantenuto molto elevato nelle principali economie occidentali. Inoltre, ha sorpreso l'entità del rialzo dei tassi che è stata decisa (USA ed Eurozona 0,75%, Svezia addirittura 1%). La centralità dei dati Alcuni osservatori notano anche che Fed e BCE hanno abbandonato la cosiddetta Forward Guidance che in passato dava delle indicazioni precise sulle future mosse delle Banche Centrali. Oggi questo metodo ha lasciato il posto ad un approccio "Data-dependent"; in pratica significa che le Banche Centrali non hanno più un percorso da seguire ma di volta in volta possono effettuare le loro scelte in base ai dati economici di cui sono in possesso. Risulta evidente che questo sistema aumenta l'incertezza degli operatori finanziari in quanto viene meno quel percorso dei tassi che prima era tracciato in maniera chiara. L'economia rallenta Intanto gli indicatori economici mostrano un'economia mondiale in frenata. I problemi energetici legati al conflitto in Ucraina e le manovre restrittive delle Banche Centrali stanno producendo questi effetti. In tale scenario difficilmente gli utili aziendali si potranno mantenere sui livelli attuali. Le elezioni italiane Nel frattempo, in Italia si sono svolte le elezioni politiche e il governo inglese ha deciso un'imponente manovra fiscale. Vediamo qual è l'impatto che hanno provocato questi due fatti. In Italia il centro-destra ha vinto nettamente le elezioni e si prepara ad assumere la guida del Paese. Vi sono alcune preoccupazioni dal punto di vista economico in merito alla continuazione di un percorso di stabilità dei conti pubblici. In campagna elettorale sono state fatte promesse che, se realizzate, creerebbero un aumento del deficit. In verità, la reazione della Borsa è stata composta, mentre abbiamo assistito ad un limitato aumento dello spread che ha raggiunto quota 250. Lunedì scorso la BCE, per voce di Lagarde ha detto due cose: la politica del rialzo dei tassi prosegue e ha esortato gli stati al contenimento della spesa pubblica anche al fine di frenare il fenomeno inflazionistico. Questa seconda indicazione sembrerebbe un monito al futuro governo anche perché il nuovo meccanismo anti-spread (TPI) sarebbe attivabile soltanto per i Paesi con i conti pubblici in ordine. La manovra economica inglese Il nuovo premier inglese ha annunciato un'importante manovra economica: in sintesi, si tratta di un maxipiano di taglio delle tasse, in particolare per i redditi più elevati e misure di sostegno finanziario rivolta alle famiglie per fronteggiare il rialzo dei costi energetici. Le risorse per finanziare questa manovra non deriveranno da una tassazione degli extraprofitti delle aziende energetiche ma da un aumento del debito pubblico. Questo significa che nello stesso momento in cui Bank of England adotta politiche monetarie restrittive con l'obiettivo primario di contrastare l'inflazione, il governo inglese effettua una manovra in deficit chiaramente inflazionistica. I mercati hanno avuto una reazione violenta: crollo della sterlina e un forte rialzo dei rendimenti dei titoli di stato inglesi (questo significa un calo del valore di tali titoli).
Continua a leggereI principali fatti economici
Scritto il 22.07.2022Le ultime settimane sono state caratterizzate da eventi molto importanti dal punto di vista economico. L'inflazione cresce ancora Nel mese di luglio sono stati diffusi gli ultimi dati sull'inflazione. Contrariamente a quanto molti si aspettavano, abbiamo assistito ad un'ulteriore crescita: nell'Eurozona l'inflazione ha raggiunto l'8,6% e negli USA si è superato il 9%. Questi numeri sono preoccupanti e hanno indotto le due Banche Centrali a proseguire con aggressività le politiche monetarie restrittive. La crescita rallenta Alcuni importanti indicatori economici ci mostrano che è in atto un rallentamento globale della crescita; le misure per contrastare l'inflazione ed il conflitto in Ucraina sono due potenti fattori che spingono in tale direzione. Anche l'ipotesi di vedere nei prossimi trimestri Europa e Stati Uniti in recessione non viene esclusa. Le mosse della BCE Ieri la BCE ha comunicato due importanti decisioni che tengono conto di questo difficile scenario. Per la prima volta dal 2011 è stato deciso un rialzo dei tassi (0,50%); si tratta un ritocco superiore a quello precedentemente annunciato. L'altra decisione riguarda l'attivazione del cosiddetto "scudo anti-spread". La crisi politica in Italia In questi giorni abbiamo assistito alla caduta del governo Draghi e alla conclusione anticipata della legislatura. Questo evento potrebbe rendere fondamentale l'attivazione dello scudo sopra citato, in quanto è possibile assistere nei prossimi mesi ad attacchi speculativi nei confronti dei titoli di stato italiani. L'obiettivo di questo strumento è impedire la frammentazione della politica monetaria che viene vista come fattore in grado di ampliare le differenze economiche tra gli Stati dell'Eurozona. Non sono stati forniti tutti i dettagli operativi, ma è chiaro che si tratta di un mezzo attivabile a discrezione della BCE che può proteggere uno Stato oggetto di speculazione. Le scadenze dei titoli di stato tra 1 e 10 anni risulterebbero protette dallo scudo; non si può escludere che gli investitori nella scelta delle obbligazioni andranno a privilegiare titoli con tali scadenze a scapito di altri che risultino fuori da tale protezione. In conclusione possiamo osservare che queste due mosse della BCE -il rialzo dei tassi e lo scudo- rappresentano un compromesso tra i falchi e le colombe all'interno della Banca Centrale. I primi apprezzano il corposo rialzo dei tassi per l'effetto che dovrebbe produrre nel contenimento del fenomeno inflattivo. Le colombe, invece, hanno gradito l'attivazione dello scudo e vedono in esso un potente strumento anti-frammentazione che mira a ridurre le differenze tra i vari stati dell'Eurozona. La reazione dei mercati è stata positiva ed il temuto crollo di azioni e Btp in Italia non c'è stato.
Continua a leggereI due eventi economici più significativi della scorsa settimana sono legati alle politiche monetarie adottate dalle banche centrali.
Scritto il 20.06.2022Le mosse della FED. La FED con una storica decisione ha alzato i tassi di interesse dello 0,75% (non succedeva dal 1994). Il brutto dato sull'inflazione nel mese di maggio (8,6%) ha tolto ogni esitazione: la lotta contro il rialzo dei prezzi è prioritaria; il resto - il rischio di provocare un forte rallentamento o addirittura una recessione - assume un'importanza minore. Lo scudo della BCE La BCE, prendendo atto delle forti tensioni sul mercato dei titoli di stato dei paesi periferici dell'eurozona, ha convocato una riunione straordinaria. Lo scudo anti spread si farà (forse nel mese di luglio sarà operativo) e nel frattempo con un'appropriata flessibilità nel reinvestimento dei titoli di stato in possesso della BCE che vanno a scadere si può arginare la frammentazione del mercato che danneggia la trasmissione della politica monetaria nell'eurozona. La reazione dei mercati I mercati hanno reagito male alle mosse della FED provocando un deprezzamento generale degli asset, mentre l'annuncio dello scudo BCE ha raffreddato le tensioni sullo spread con rendimenti in calo sui BTP. Il tema dell'inflazione Molti osservatori ritengono che uno dei temi centrali nei prossimi anni sarà la scarsità di beni agricoli ed energetici e che, anche per questo motivo, dovremo convivere con livelli di inflazione medio alta. La FED è molto più avanti nella lotta all'inflazione mentre la BCE deve ancora avviare il rialzo dei tassi. Non sorprenderebbe di assistere nei prossimi mesi ad un poco invidiabile sorpasso dell'inflazione europea rispetto a quella americana.
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