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GLI ITALIANI DOVREBBERO FARE IL CONTRARIO

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 12.10.2018

Di Anna Baldassarri: "Già proprio così: gli italiani dovrebbero fare in campo finanziario esattamente il contrario di quello che fanno. Mi spiego meglio: in tutti i paesi economicamente avanzati e con una radicata tradizione di investimenti azionari, si vedono i flussi in entrata nei mercati aumentare man mano che i mercati scendono, comportamento razionale e proficuo nel lungo periodo. Si compra a saldo, non importa se bisognerà aspettare un po' per vedere i risultati, è normale, si investe per il futuro, non per il presente: la speculazione è un altro film. Se vedete invece i flussi finanziari in Italia vi accorgerete che al calare delle Borse gli acquisti scendono, mentre salgono al salire dei mercati. Giusto? Direi proprio di no. E' come se volessero pagare di più lo stesso bene che in momenti più "difficili" pagherebbero molto meno. Il motivo è semplice, da noi non esiste cultura finanziaria, e si ragiona con l'emotività e non razionalmente: i mercati che scendono evocano scenari apocalittici e ansie incontrollabili, invece che essere considerati ghiotte occasioni di acquisto a saldo. I mercati si muovono a onde, non certo in modo lineare, e la fantasia di guadagnare in modo progressivo e costante denota una totale ignoranza dei più elementari meccanismi finanziari. Siamo la BOT people, la gente del tasso fisso, e non ci rendiamo conto che il mondo è cambiato: gli alti rendimenti dei titoli di stato erano accompagnati da un livello di inflazione a due cifre, che ne azzerava l'impatto sul potere di acquisto. Adesso i tassi in Europa sono negativi, vuol dire che per comprare un titolo di stato sicuro, cioè per prestare soldi per esempio alla Germania, acquistando un BUND, dovete pagare perchè vi tengano i soldi, e non ricevere voi un rendimento per non avere a disposizione i vostri soldi per qualche anno. La prospettiva giusta è l'accumulo in via di tempo di investimenti sull'azionario, certo bisogna avere tempo e risparmi ricorrenti e non lasciarsi spaventare dai ribassi, anzi, sapendo di essere compratori mensili, si dovrebbe esserne ben lieti. Mi capita di persone che dopo pochi mesi si lamentano/preoccupano se vedono i loro soldi stabili o in calo, dimostrando di non aver capito appieno che le oscillazioni di prezzo - del resto tipiche di ogni bene, a partire dai "rifugi sicuri" dall'oro al mattone al dollaro - sono normali. Bisogna ritarare le aspettative. Un'altra cosa che mi stupisce sempre è che non si contestualizza un investimento. Mi spiego: se una persona ha per esempio un fondo azionario globale 5 stelle e un obbligazionario 5 stelle in euro, cioè un portafoglio diversificato e di gran qualità, quest'anno non può aver avuto risultati positivi. Sbagliato l'investimento? Assolutamente no, è solo che in certi periodi bisogna avere pazienza, semplicemente non è possibile avere sempre il segno più, non è un "diritto dell'investitore". Se le scelte fatte sono coerenti con il nostro profilo di rischio, non vanno modificate per rincorrere i mercati - giochino pericoloso , dato che è impossibile pensare di "indovinare" gli andamenti futuri - ma solo se cambia la nostra posizione personale. Quindi: pazienza, razionalità, tolleranza a periodi negativi prolungati sono requisiti fondamentali dell'investitore consapevole ed evoluto. Mi accorgo che chi ottiene veramente risultati importanti è il "cassettista" cioè il cliente che compra azionario di gran qualità e non ci pensa più, non va a vedere le quotazioni, non mi chiede come va ecc...a distanza di anni i risultati sono incredibili. Vogliamo spiegare che chi celebra i propri guadagni in campo immobiliare risalenti ad un acquisto di 30/40 anni fa, se avesse investito la stessa cifra nell'azionario americano avrebbe portato a casa di più?".

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I MERCATI FINANZIARI SONO RISCHIOSI O PERICOLOSI?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 09.10.2018

Di Ecomatica: "Nel lessico comune , ci capita spesso di utilizzare come sinonimi parole che invece hanno un significato diverso. Se parliamo ad esempio di un evento rischioso, la netta maggioranza delle persone lo associa automaticamente ad un evento pericoloso: sul tema c'è ampia letteratura e numerose evidenze empiriche lo dimostrano. Tuttavia, è davvero così? Rischio e pericolo sono la stessa cosa? Cosa è necessario sapere, in merito ai due concetti, quando si investe il proprio denaro? Dal punto di vista semantico, il rischio può essere definito come l'eventualità di subire un danno, connessa a circostanze più o meno prevedibili. Sebbene abbia dunque in sè una connotazione di potenziale negatività, il concetto di rischio è più tenue del concetto di pericolo, la cui definizione esprime più nettamente la possibilità di incorrere in un danno. Ciò detto, come sono i mercati finanziari? Sono rischiosi o pericolosi? Dipende. Sintetizzando potremmo dire che chi investe bene corre un rischio, chi investe male corre un pericolo. Investire bene significa rispettare le poche ma ineliminabili regole che contraddistinguano un processo di asset allocation. Dovrebbero essere note, ma un ripasso è sempre salutare: - Diversificazione scientifica, non ingenua: evitare elevate percentuali su singoli titoli e mercati, ricercando per quanto possibile basse correlazioni; - Rispetto dell'orizzonte temporale inizialmente stabilito, coerentemente con la pazienza che è statisticamente richiesta affinchè il valore di ciascuna attività finanziaria emerga; - Profilassi contro la paura, l'ansia ed in genere l'emotività che ci accompagna (e spesso ci penalizza) nelle scelte finanziarie. Chi segue questo protocollo elimina i principali fattori di pericolo e, di conseguenza, il danno che da essi può presentarsi. Tuttavia - è bene ricordarlo - il rischio non può mai essere azzerato: investire significa per prima cosa accettare una componente di alea, di incertezza, che in ambito finanziario prende il nome di volatilità. La volatilità, intesa come oscillazione, variabilità, scostamento rispetto ad un valore medio, è ineliminabile; è un ingrediente, una caratteristica dei mercati finanziari. Può essere adeguatamente sfruttata e trasformata in opportunità; tuttavia, se subita e sofferta, può trasformarsi in qualcosa di tremendamente pericoloso. Quando si investe male, dunque, il rischio degenera in pericolo. Ciò avviene ogni volta che abbandoniamo la diversificazione per inseguire il rendimento di un titolo che consideriamo "occasione imperdibile", ogni volta che investiamo anche se davanti abbiamo tempo insufficiente, ogni volta che ci facciamo prendere la mano dai "biases" che ingabbiano la nostra razionalità, depistandoci. Non solo. Il pericolo si presenta anche quando focalizziamo la nostra attenzione sulla questione meramente finanziaria, trascurando il vero tema prioritario, rappresentato dalla protezione. In altri termini, prima di capire dove investire bisognerebbe comprendere come evitare l'intaccamento del patrimonio a seguito di eventi che ci potrebbero colpire. Un attento processo di pianificazione può eliminare il pericolo e sfruttare il rischio: questo è il vero valore aggiunto che ogni consulente finanziario è tenuto a remunerare al proprio cliente."

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UNA VOLTA ERA IL LIBRETTO DI RISPARMIO, ADESSO E' IL FONDO PENSIONE?

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  • PIP Piani Individuali Pensionistici
Scritto il 07.10.2018

Di Cristofaro Capuano, consulente finanziario: "Convenienza fiscale e flessibilità d'utilizzo: perchè iscrivere un minore ad un fondo pensione? Una scelta non solo possibile (contrariamente a quanto si pensi), ma anche di grande utilità. Indubbiamente, una volta il più bel regalo che un genitore o un nonno previdente potesse fare al proprio figlio o nipote era certamente un libretto di risparmio. Oggi, tuttavia, gli scenari - anche di investimento - sono cambiati ed un'alternativa estremamente valida è offerta dai fondi pensione. Del resto, il concetto alla base della previdenza complementare è l'accantonamento di risparmi che andranno a determinare un capitale di cui beneficiare sotto forma di rendita che va ad aggiungersi al trattamento pensionistico pubblico. Vien da sè che, prima si aderisce ad una delle forme della previdenza complementare, tanto maggiore sarà l'eventuale convenienza futura della propria scelta." Di Michele Sassi: "Aggiungerei: iscrivere un minore ad un fondo pensione, grazie alla disponibilità di anticipo del 30% dopo 8 anni dall'adesione, apre poi al maggiorenne la possibilità di disporre eventualmente degli importi per altre esigenze (studio, avvio di un'attività professionale, ecc.)".

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ECCO PERCHE' LE POLIZZE UNIT LINKED SONO IMPIGNORABILI

Scritto il 07.10.2018

Di Avv. Fabrizio Vedana: "Le polizze Unit Linked sono salve dal pignoramento. Lo ha stabilito il Tribunale di Brescia con sentenza del 13 giugno 2018. Anche le polizze di ramo III unit linked, caratterizzate dal fatto che il loro rendimento dipende dall'andamento dell'investimento sottostante in quote di OICR o fondi interni, rientrano a pieno titolo nella nozione di contratto assicurativo sulla vita. Depongono, in tal senso, numerosi riferimenti normativi, a cominciare dal Regolamento UE n. 128672014, relativo ai documenti contenenti le informazioni (c.d. Regolamento PRIP), che all'articolo 4 definisce "prodotto di investimento assicurativo un prodotto assicurativo che presenta una scadenza o un valore di riscatto e in cui tale scadenza o valore di riscatto è esposto in tutto o in parte, in modo diretto o indiretto, alle fluttuazioni del mercato". Alla luce di quanto sopra, secondo il tribunale bresciano, non sussistono ragioni per escludere l'applicabilità alla polizza in esame dell'articolo 1923 cc che stabilisce che "le somme dovute dall'assicuratore al contraente o al beneficiario non possono essere sottoposte ad azione esecutiva o cautelare". Quindi il favore del legislatore per gli investimenti privati con finalità assicurativa, previdenziale, a sostegno del welfare pubblico (cfr. Cassazione civile, s.u. 31 marzo 2008, n. 8271), è pienamente estendibile alle Unit Linked, che mirano al perseguimento di obiettivi analoghi."

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IL VALORE DELLA CONSULENZA FINANZIARIA

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  • Consulenti finanziari
Scritto il 07.10.2018

Di Filippo Favalli, consulente finanziario: "Che cosa può fare per me? Quali vantaggi ho ad affidarmi ad un consulente finanziario? Oggigiorno sempre più frequentemente sentiamo parlare di consulenza finanziaria ed in particolare della figura del consulente finanziario, spesso però non sappiamo bene chi sia e cosa possa fare per noi. Partiamo dall'origine. Il consulente, in latino consulentem. è "chi assiste con il consiglio". L'etimologia della parola ci aiuta sempre a capire nel profondo di cosa stiamo parlando. -Colui che assiste: il consulente ci deve assistere, deve essere il punto di riferimento, il sostegno, l'insegnante paziente ed instancabile che ci affianca lungo il nostro cammino (in questo caso finanziario). -Con il consiglio: l'esempio e la parola sono gli strumenti principe di ogni consulente. Il consulente finanziario ispira l'azione del suo assistito con i suoi consigli, ma la decisione e l'azione spettano sempre al cliente. Il "fai tu che mi fido" è un comportamento sbagliato all'origine, anche se ispirato dalla massima fiducia verso il consulente stesso. Il consulente finanziario può essere assimilato ad una guida, ad un maestro di vita (finanziaria), che ci aiuta educandoci ai comportamenti corretti per la nostra salute finanziaria. Come Virgilio guidava Dante "a riveder le stelle", allo stesso modo il consulente finanziario guida il risparmiatore fuori dai gironi infernali della finanza. I vantaggi? Sì, rispondiamo a questa domanda. Alla domanda, perchè alla fine, inutile negarlo, tutti andiamo a vedere l'ultima riga del conto, giusto per capire se ho guadagnato o perso. Purtroppo o per fortuna quel numero non è la risposta, perchè è la domanda ad essere sbagliata. Il valore della consulenza finanziaria emerge nel lungo termine, in impostazioni di lungo periodo, non si può misurare in un anno o meno. In pochi mesi o anni può accadere di tutto, e la performance è influenzata da fattori che nulla hanno a che vedere con la bravura del consulente finanziario. Se il mercato tira nel senso a noi propizio, si diventa dei guru, altrimenti degli incapaci. Non è così. La validità di un buon consiglio matura come il buon vino negli anni. Il tempo, come si suol dire, è galantuomo e ci restituisce negli anni il valore di scelte ben ponderate. Secondo lo studio di una nota società d'investimento americana Vanguard, un buon consulente finanziario può generare un valore pari al 3% annuo composto per il suo cliente. E' un'enormità. E' un valore capace di stravolgere la vita finanziaria di una persona, di una famiglia, di un'impresa. La fiducia nel vostro consulente finanziario vi farà superare i momenti critici del mercato, cogliendone anzi le opportunità, solo se vi avrà spiegato i comportamenti corretti, le logiche dell'investimento, gli obiettivi e la strategia per raggiungerli."

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PIANIFICHIAMO IL NOSTRO FUTURO

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 02.10.2018

Di Leopoldo Gasbarro, pubblicato su "Il Giornale" 28.09: "In passato era facile giurarsi amore eterno. Ci si sposava giovanissimi, ma la durata della vita media non superava i 40 anni. Facendo un rapido calcolo: sposandosi a vent'anni, l'eternità, in termini amorosi, non durava più di 15, nei casi migliori, 20 anni. Oggi che invece la vita media supera gli 80 anni diventa sempre più complicato mantenere la promessa. Lo spunto arriva da un libro scritto 18 anni fa da Luciano De Crescenzo: La Distrazione. Una battuta? Oggi una triste realtà. Le promesse di "amore eterno" sono in crisi. I matrimoni di lunga data, oltre i 17 anni, stanno scoppiando: le separazioni più che raddoppiate. Lo racconta l'Annuario Statistico Italiano redatto dall'Istat. L'Italia è il Paese più vecchio in Europa, quello con i figli che restano a casa più a lungo e in cui di figli se ne fanno sempre meno. Tutto questo in cosa si traduce? Perchè vivere più a lungo dovrebbe trasformarsi in fonte di preoccupazione? Il cambiamento demografico in corso porterà nel 2031 a una riduzione di circa 6 milioni di persone nella fascia di età tra i 25 ed i 54 anni. Sono quelli che lavorano, che pagano tasse e contributi previdenziali. Capite bene come il sistema si stia squilibrando in maniera irreparabile? Il sistema pensionistico rischia di implodere? Dobbiamo pensarci per tempo. Accantonando risparmi con cognizione di causa. E' proprio la gestione del risparmio a creare ulteriori problemi. Una ricerca promossa da Natixis ha sviluppato un indice, il Global retirement index (Gri) che misura i fattori che determinano il benessere e la sicurezza finanziaria dei pensionati. Ebbene il tallone d'Achille dell'Italia sembra essere l'accesso a servizi finanziari di qualità capaci di preservare il valore del risparmio e di massimizzare il reddito. Pensiamoci per tempo. Facciamo in modo che vivere più a lungo resti una buona notizia. La peggiore delle sciagure sarebbe rischiare di sopravvivere al nostro denaro."

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NUOVI PRODOTTI, DOPO IL SUCCESSO DEI PIR SI AVVICINA IL VARO DEI CIR

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  • Prodotti finanziari
Scritto il 28.09.2018

Di Daniele Barzaghi: "Dopo il successo dei PIR, il ministero dell'Economia potrebbe varare già nella prossima legge di stabilità i CIR: i Conti Individuali di Risparmio, investimenti obbligazionari sovrani da 30mila a 900mila euro all'anno, rivolti a persone fisiche residenti in Italia, del tutto esentasse; con l'unico costo dei costi di gestione (non superiore allo 0,15% del valore del Cir). I nuovi prodotti, che potranno essere offerti da tutti gli intermediari abilitati, hanno l'obiettivo primario di incanalare parte del risparmio privato, di cui è forte l'Italia, sul debito pubblico, portando un aiuto epocale a quello che è lo storico punto debole del Paese. I vantaggi sono chiari per entrambe le parti contraenti, come ricorda Milano Finanza: per i privati l'esenzione fiscale su un bene impignorabile ed insequestrabile, dotato di credito d'imposta del 3,5% all'ingresso e di riscatto netto, ed istituibile mediante conferimento del Tfr; per lo Stato il già menzionato dirottamento del risparmio privato sui titoli di debito pubblico, abbassando lo spread e limitando le manipolazioni del mercato. I Conti Individuali di Risparmio devono infatti rispettare alcune chiare regole: vanno tenuti fino alla scadenza, non possono essere prestati o dati in garanzia e, soprattutto, vietano ai gestori di prendere posizioni short contro il debito pubblico italiano.

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I BENI RIFUGIO HANNO IL LORO PERCHE'...

Scritto il 28.09.2018

Di Anna Baldassarri:"Nei momenti di incertezza, confusione e paura gli investitori tendono a vendere parte degli investimenti più rischiosi per acquistare delle coperture con lo scopo di diminuire le oscillazioni e proteggersi dalla volatilità. I metodi più usati, oltre naturalmente ai derivati, sono: l'oro, il dollaro - valuta forte per eccellenza - e i fondi volatilità inversamente correlati alla volatilità dei mercati. Naturalmente - soprattutto oro e fondi volatility - sono molto vulnerabili nelle fasi in cui le azioni fanno bene, per riprendere tono nei momenti brutti. Questo tipo di investimenti vanno mantenuti stabilmente nei portafogli a basso rischio, in maniera che possano "funzionare" tempestivamente. Con la tempistica lunga dei fondi, comprati durante le turbolenze significa spesso arrivare troppo tardi, quando magari sarebbe il momento di tornare a "slargarsi". Senza contare che per chi è allergico all'azionario offrono la possibilità di speculare sui ribassi dell'azionario. Subito dopo la Brexit l'oro ha fatto +18% in pochi giorni, e la sua velocità di movimento è altissima, come tutte le materie prime, assieme alle valute infatti, le materie prime sono i beni più dinamici. In questo momento l'oro ha quotazioni bassissime, e piace a molti analisti proprio in questa fase di incertezza, anche perchè le vendite allo scoperto sono ai massimi storici, per cui ci starebbe un boom nelle quotazioni se il quadro globale dovesse peggiorare. Teniamo anche conto che settembre è il mese tradizionalmente "toro" per l'oro. Altro strumento interessante sono i fondi volatilità, inversamente correlati all'azionario, in quanto basati sulla volatilità implicita. Ho sentito spesso "consulenti" lamentarsi dicendo che sono dei pessimi fondi, dimostrando di non aver affatto compreso la loro natura e quindi le loro dinamiche. A mio avviso una vera diversificazione che consente di investire nel lungo periodo non dovrebbe essere priva di nessuna tipologia di investimento: azionario, obbligazionario, materie prime, valute e fondi volatilità in percentuali scelte tenendo in conto dell'età, del carattere, delle possibilità e prospettive economiche del cliente, e non essere modificata in base all'andamento dei mercati, ma solo al mutare delle esigenze dell'investitore. Nessuno infatti può predire il futuro facendo scelte di breve periodo.

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RAGAZZI, LA DIVERSIFICAZIONE E' DIVENTATA PENALIZZANTE.

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  • Consulenti finanziari
Scritto il 26.09.2018

Di Anna Baldassarri: "In questo scenario assurdo tutte le nostre certezze vacillano, a partire dalla fiducia nella diversificazione degli investimenti. Solo una asset class è passata indenne attraverso bufere estive di ogni tipo: l'azionario Usa, possibilmente in dollari. Alla faccia di Trump, di cui si può dire e pensare tutto il male possibile, ma che ci fa credere che sia vero il proverbio: non tutto il male vien per nuocere. Pessimo l'andamento dei Paesi emergenti, sotto ogni profilo: bond ed equity. Terrificante exploit del Mib, passato in poche settimane in rosso da guadagni a due cifre. Obbligazioni tutte in forte calo, tranne le emissioni in dollari, in questo caso merito della valuta, certamente non del sottostante. Il risultato è che un bel fondo bilanciato denominato in euro quest'anno non può avere risultati positivi, cioè la diversificazione è stata fortemente penalizzante. Non mi ricordo fosse mai successo prima che si verificasse una egemonia di questo tipo, e l'assurdità è che un investimento in azionario americano è stato anche molto meno volatile di scelte diversificate e prudenti. Insomma premiato chi ha puntato tutto su un solo cavallo, chi cioè ha violato tutte le regole e i dogmi del buon investire. Che fare? Tener duro, aiutare i clienti a sopportare la volatilità - cosa difficilissima - perchè il nostro dogma è diversificare, quello del cliente è guadagnare, sempre, ogni anno. Il concetto di oscillazione non rientra nei loro orizzonti di pensiero. Molto diffusa anche la pretesa di guadagnare sempre e con un profilo di rischio basso. Sono stereotipi risalenti ai rendimenti a due cifre dei titoli di Stato, molto radicati e difficili da combattere. In altri paesi la consapevolezza del legame indissolubile tra rendimenti e volatilità è un dato acquisito, mente da noi l'educazione finanziaria è inesistente. Una delle mie battaglie a proposito di diversificazione consiste nello spiegare ai clienti più "paurosi" che c'è molto più rischio - data l'attuale situazione dei tassi - in un investimento puramente obbligazionario piuttosto che in un bilanciato con un 20/30% di azionario, e che le oscillazioni di valore del portafoglio non sono sinonimi di "perdita", nè dell'inizio di crolli apocalittici come molti immaginano. Ragazzi, vita dura quella del consulente!"

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COME INVESTIRE NEI PROSSIMI MESI?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 26.09.2018

Di Stefano Sanna, consulente finanziario indipendente:"Intuitivamente potremmo definire il rischio finanziario come il prezzo che un investitore si trova a dover pagare a fronte dell'opportunità di ottenere un maggiore guadagno dai propri investimenti. Rischi e rendimenti attesi crescono insieme: ma mentre il rendimento è una grandezza facilmente misurabile, il rischio presenta anche una componente soggettiva che risulta essere influenzata da diversi fattori. Potremmo definire la componente soggettiva come la "tolleranza al rischio", ovvero la capacità emotiva di affrontare situazioni di incertezza. Occorre osservare come la tradizionale diversificazione tra comparto azionario e obbligazionario trovi oramai poco senso: le due asset class tendono purtroppo a muoversi insieme e non in maniera opposta come "da manuale". La diretta conseguenza è testimoniata dal fatto di come la semplice e intuitiva diversificazione 50/50 tra azionario ed obbligazionario mondiale non paghi (ed allo stesso tempo non protegga). Inoltre va preso atto di come l'epoca del risk-free sia finita per sempre: le obbligazioni di Stato non sono più considerabili un porto sicuro ad ogni costo (o prezzo). Da qui in poi molto dipenderà, oltre dal profilo di rischio di ogni persona, dall'atteggiamento che si deciderà di adottare verso gli investimenti, e non solo quelli finanziari. Occorre chiaramente dire che i mercati hanno corso tanto e in taluni casi troppo, ma rimane comunque assolutamente inutile alla fine di un bull market, come potrebbe essere questo, cercare di capire se il reale punto di inversione sarà tra un anno o tra 6 mesi. Ciò che invece potrebbe essere conveniente detenere è una parte di liquidità sempre presente in portafoglio. Tecnologia, automazione, sicurezza informatica, alimentazione ed acqua per una popolazione mondiale sempre più numerosa, cure sanitarie per un mondo che invecchia sempre di più, sono alcuni dei trends di lunghissimo periodo che offriranno valore, a patto di vedere l'investimento come tale e non un trading di breve periodo. Il decennio alle spalle ci ha insegnato che i ritorni sull'investimento possono essere elevati, ma a fronte di una volatilità che oggi il risparmiatore medio potrebbe non avere ancora compreso.

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IL VALORE SOCIALE DELL'EDUCAZIONE FINANZIARIA

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 25.09.2018

Di Ferdinando Lettieri, Private Banker: "L'educazione finanziaria è una disciplina acquisita recentemente dalla nostra intellighenzia. Ha lo scopo di istruire i cittadini su quello che sarà lo sviluppo del Welfare in condizioni del tutto mutate rispetto a quelle attuali. I paesi Anglosassoni hanno già da tempo adottato misure che vanno nella direzione di rendere "consapevoli" i loro cittadini del fatto che il "welfare state" attuale sarà fortemente ridotto nel futuro. Nel 2008, il governo di Sua Maestà ha stanziato 800 milioni di sterline per l'Educazione Finanziaria dei cittadini del Regno, con l'obiettivo di rientrare di una cifra dieci volte superiore nei dieci anni successivi, sotto forma di maggiori entrate fiscali e minore spesa sociale. La consapevolezza ha responsabilizzato i cittadini britannici sui cambiamenti epocali, in tema di welfare, che stanno avvenendo. I risultati, nonostante gli ultimi anni di forte crisi, sono stati sorprendenti. In Italia, le leggi sull'educazione finanziaria sono rimaste ferme fino a un anno fa. La legge è stata approvata in Italia solo dopo che l'OCSE ha bacchettato il nostro Paese in quanto ancora l'unico a non avere una legge in tal senso. Infatti l'Italia si trova all'ultimo posto in Europa, e fra gli ultimi al mondo, per alfabetizzazione finanziaria di base, addirittura dietro a Paesi come Togo, Zimbabwe, Kenya, Ucraina, Birmania... L'indagine, condotta nel 2015 dalla Banca Mondiale, evidenzia come in Italia solo il 37% delle persone intervistate abbia risposto esattamente a semplici domande del tipo: cos'è l'inflazione, lo spread, un'azione o un'obbligazione. Questa conoscenza limitata non ci consente di utilizzare al meglio gli strumenti finanziari a disposizione ed implica conseguenze che nel tempo si riveleranno catastrofiche, perchè i cittadini non si saranno dimostrati capaci di provvedere adeguatamente alle proprie necessità. Inevitabilmente saranno necessarie maggiori spese per interventi straordinari da parte dello Stato che, non garantiranno il raggiungimento del benessere stabile per il cittadino."

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EDUCAZIONE FINANZIARIA, L'ANTIDOTO AL GIOCO D'AZZARDO

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  • Finanza Comportamentale
Scritto il 25.09.2018

Di Ferdinando Lettieri, Private Banker: "La finanza comportamentale è un aspetto della finanza che si occupa dei comportamenti che le persone adottano quando sono poste davanti a scelte di natura economico-finanziaria. Per esempio, come, cosa e chi scelgono quando devono investire i propri risparmi. Oppure quali sono le scelte che riguardano la gestione e distribuzione delle risorse economico-finanziarie della famiglia. Per questo motivo si pone alla base dell'educazione finanziaria. Quali sono le scelte comportamentali in materia finanziaria? Ovvero, quanto influisce il nostro comportamento sui risultati degli investimenti? Lo psicologo Premio Nobel per l'Economia nel 2002, Daniel Kahneman, è entrato in contrasto con quella che era la teoria della finanza moderna secondo la quale l'essere umano è avverso al rischio. Per Kahneman invece è proprio il contrario. L'essere umano in realtà, non è avverso al rischio, ma alle perdite; forse spesso confonde le due cose... Secondo Kahneman, l'essere umano non è disposto a rischiare se guadagna ma, pur di recuperare una perdita, e il dolore che questo gli provoca, è disposto a tutto, spesso anche con minime probabilità di recupero. Chi gioca al Gratta e Vinci sogna il biglietto milionario, ma se ci fosse la possibilità di mettere tutti i biglietti del Gratta e Vinci in fila, uno dietro l'altro fino a quello vincente, partendo da Milano, forse quello vincente lo troveremmo a Città del Capo. Nei momenti di crisi si verifica un'esplosione del numero di giocate alle varie lotterie. Nel 2016 ci sono state giocate per 96 miliardi di euro. Questo significa che ogni abitante della penisola, inclusi i neonati, hanno giocato in media 1.600 euro a testa. E' come se una famiglia di quattro persone mediamente giocasse circa 6.400 euro l'anno. Con una buona educazione finanziaria, pianificando la destinazione delle risorse finanziarie agli obiettivi di vita, comprese le tutele, cioè quelle garanzie che coprono i rischi, e che spesso costano meno di 6.400 euro l'anno, non ci sarebbe più spazio (economico) o terreno fertile (situazioni di difficoltà) per il gioco d'azzardo."

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