Bruno Mazzola - AD MoneyController Srl

Bruno Mazzola

AD MoneyController Srl

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MoneyController lancia su Opstart la sua prima campagna di crowdfunding - Startups Wallet intervista Bruno Mazzola CEO MC

Scritto il 18.02.2021

Perchè avete deciso di lanciare una campagna di equity crowdfunding? Ci tengo a precisare che non è indispensabile alla sopravvivenza della società, anzi per noi più che uno strumento finanziario è uno strumento pubblicitario. Fare crowdfunding crea energia, fidelizza. Preferiremmo fossero tanti piccoli investitori piuttosto che pochi grandi a farci raggiungere l’obiettivo della campagna. Quali obiettivi vorreste realizzare con i fondi raccolti? Puntiamo a reperire un importo che riteniamo necessario per posizionare meglio il brand in quei paesi in cui non siamo ancora conosciuti come in Italia. 300.000€ per attuare advertising 2021 e 2022 e accelerare così il processo di crescita del brand all’estero. Continua a leggere l'intervista

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MoneyController, un nuovo look per un nuovo obiettivo: l’Europa

Scritto il 16.09.2020

Da qualche giorno, MoneyController è finalmente online con un volto decisamente rinnovato. La piattaforma dedicata alla consulenza finanziaria e al risparmio gestito ha cambiato il proprio look per ragioni semplici ma fondamentali: rafforzare la propria value proposition e massimizzare l’agilità di tutte le funzioni presenti al suo interno. Forti dell’esperienza maturata finora, abbiamo infatti ristrutturato i servizi del portale, orientandoli secondo le esigenze dei nostri utenti e improntandoli sul criterio della facilità di utilizzo. Da una parte, ai consulenti finanziari viene offerta la massima visibilità, nonché tutti gli strumenti per poter valorizzare la loro professionalità agli occhi dei lettori (e dei clienti potenziali). E lo stesso dicasi per le società di consulenza finanziaria e per le SGR. Dall’altra, i visitatori possono valutare i profili dei professionisti della finanza con estrema chiarezza e reperire tutte le informazioni che cercano. Possono quindi contattarli, ricevere consigli e ulteriori informazioni per orientare le proprie scelte in campo finanziario. Inoltre, è data loro la possibilità di consultare le classifiche dei fondi, degli ETF e delle azioni. Una vivace community raccoglie poi le opinioni dei professionisti della finanza ed è a disposizione di tutti i lettori. Insomma: più facile proporsi, più semplice informarsi. Ma le novità non finiscono qui. Il restyling del sito web è anche il primo passo per lo sviluppo di una piattaforma europea dedicata alla consulenza finanziaria e al risparmio gestito. Il sito italiano, infatti, servirà da matrice per le altre country e da gennaio MoneyController sarà operativo oltre  che in Germania, ove siamo presenti da circa un anno con il sito www.moneycontroller.de, anche in Inghilterra, in Francia, in Svizzera e in Spagna. Cominciamo quindi a guardare a un futuro fatto di lettori, risparmiatori e consulenti europei, pronti a traguardare questi nuovi obiettivi, con l’entusiasmo e l’energia che ci ha finora sempre contraddistinti.

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Un saluto a Gianni Lupotto

Scritto il 24.01.2020

Ho conosciuto Gianni Lupotto negli anni 90, quando per un biennio circa, fu direttore della rete degli allora promotori finaziari di Finanza & Futuro.   Ci siamo ritrovati poi qualche anno fa in occasione di una collaborazione, in Alfa Scf. Ne ho sempre apprezzato la grande professionalità data da una profonda conoscenza della finanza,  arricchita da una eleganza personale.  Porgo le mie condoglianze ai suoi cari e un saluto a te Gianni. Bruno Mazzola

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MoneyController a sostegno del progetto seMiniAmo

Scritto il 13.01.2020

La sostenibilità dell’economia e la cura dell’ambiente sono le sfide del mondo di oggi e di domani. Riguardano tutti, soprattutto i millennials, la generazione che erediterà il mondo e che sarà responsabile della sua salvaguardia. Questa generazione, del resto, dimostra già una grande attenzione alla green economy e molta voglia di fare qualcosa di concreto per l’ambiente. In ambito finanziario, alle aziende e ai consulenti a cui già si rivolge chiede di integrare le proprie offerte con prodotti e servizi sostenibili, e lo farà con sempre maggior insistenza. È la stessa generazione che si rivolgerà quasi esclusivamente alla rete per la gestione dei propri risparmi e che farà salire la richiesta di un consulente finanziario dal 20 al 50%. Per queste ragioni, MoneyController ha deciso di sostenere in modo concreto e immediato il progetto “seMiniAmo” in collaborazione con Zack Goodman, un progetto che combina l’ambiente, l’inclusione sociale e la tecnologia. Il progetto consiste nella riqualificazione di numerose aree verdi di Milano grazie al lavoro di persone socialmente in difficoltà, cioè persone con il bisogno di reinserirsi nel mondo del lavoro. Il tutto servendosi di tecnologie che monitorino i miglioramenti del lavoro svolto. MoneyController, dunque, ha deciso di diventare parte attiva nel progetto per rivolgere la sua attività non solo alla promozione della consulenza finanziaria sul web, ma anche per contribuire ad abbellire e migliorare l’ambiente nel quale viviamo e incidere in modo positivo sulla qualità della vita.

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MoneyController da oggi operativo in Germania: comunicato stampa

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  • Consulenti finanziari
Scritto il 09.07.2019

Milano, 8 luglio 2019 – Nota stampa MoneyController lancia per il mercato tedesco una nuova versione della piattaforma dedicata alla finanza e al digital business La nuova versione della directory si rivolgerà ai risparmiatori e ai quasi 86mila consulenti professionisti (Finanzberater) del settore finanziario presenti in Germania MoneyController sbarca in Germania: da oggi è in rete il sito tedesco www.moneycontroller.de. Un salto importante per la rivista-directory dedicata ai risparmiatori e ai consulenti, compiuta sulla base del successo di questi anni in Italia e della consapevolezza di una consistente domanda proveniente dal mercato tedesco: un mercato che conta quasi 86mila consulenti, oltre 200mila ricerche di consulenza in rete e 1 milione di profili di professionisti consultati ogni mese. Un mercato che si dimostra ben maturo anche in materia di digitalizzazione: l’89% dei clienti bancari cerca informazioni in rete prima di rivolgersi ai consulenti del proprio istituto di credito e il 61% dei risparmiatori compie delle ricerche online prima di prendere un appuntamento e discutere “off-line” di soluzioni. Solo il 10% non ricorre a internet, nemmeno una volta, prima di ricevere una consulenza. In Italia, l’interesse e la familiarità con la consulenza finanziaria digitale è crescente e si riscontra anche nei numeri dell’osservatorio di MoneyController relativi al primo semestre di quest’anno: 21.242 lettori sulla community e 14.700 ascoltatori per la Web Radio, le cui trasmissioni sono iniziate il 16 gennaio scorso. 117.955 sono state invece le visite registrate sulle pagine profilo dei consulenti finanziari e 92.684 gli utenti unici che ne hanno visitato almeno uno. “Sono soddisfatto per i risultati: nel primo semestre 2019 abbiamo già raggiunto i risultati ottenuti in tutto il 2018. Al contempo sono motivato in vista della sfida che ci prospetta il mercato tedesco”, ha detto Bruno Mazzola, Amministratore Delegato di MoneyController. “La nostra rivista ha dato e sta dando prova di capire le esigenze della consulenza e del risparmio italiano nell’ambito del digitale e pensiamo di poter fare lo stesso anche in Germania. Dopo questo importante risultato, che ci ha portato oltre i confini nazionali, continuiamo comunque a pensare in grande: in Spagna, Inghilterra e Francia per esempio i dati sull’alfabetizzazione finanziaria e digitale ci fanno credere che la stessa operazione si potrà ripetere, nei prossimi anni, anche in altri paesi. Così come in Italia, dove la nostra attività è in continua crescita: da una recente ricerca effettuata da CNP Partners, commissionata da SWG, è emerso che più del 50% dei risparmiatori italiani è pronto per rivolgersi ad un consulente patrimoniale per la gestione e la protezione dei propri risparmi, eppure solo il 20% lo fa. Il nostro compito è fare in mondo che i consulenti finanziari riescano a raggiungere proprio quel 30%, un incontro che non potrà che avvenire su internet. Allo stesso tempo, aiutando i consulenti, facilitiamo anche quei risparmiatori alla ricerca di una consulenza professionale e affidabile in rete”. MoneyController – Finanza & Digital Business è una rivista interattiva dedicata ai professionisti della finanza e ai risparmiatori digitali. Offre notizie, strumenti di analisi e di calcolo finanziario e una vivace community. Ai lettori permette di conoscere, grazie al suo motore di ricerca, chi sono i players della consulenza finanziaria, le loro offerte e di interagire direttamente con loro. Gli operatori possono infatti trasformare la pagina di presentazione che li riguarda in un mini sito web gestito in proprio, farsi conoscere, mettersi in contatto e interagire con le decine di migliaia di utenti interessati ai prodotti finanziari che frequentano il sito. Alcuni dati sull’osservatorio di MoneyController: 13.000 utenti registrati 40.000 lettori in media ogni mese 145.000 pagine consultate in media ogni mese 45.000 portafogli titoli generati negli ultimi 6 mesi gli utenti di MoneyController

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Consulenti finanziari: Il futuro che sta arrivando, in Europa è già oggi – Aumentare l’offerta per far crescere la domanda

Scritto il 26.02.2019

Per i risparmiatori europei, che il consulente finanziario lo si contatti sul web è un dato di fatto. Se provate a navigare in rete vedrete ad esempio che in Germania la piattaforma whofinance.de pubblica il profilo interattivo di oltre 84.000 “finanzberater” consulenti finanziari abbonati al servizio premium, che come in MoneyController pubblicano il loro personal branding per essere contattati dai risparmiatori.    Lo stesso avviene in Francia con la piattaforma Planetoffinance.com  o nel Regno Unito con unbiased.co.uk e così in Spagna dove l’asesor lo si contatta su asesora.com   In Italia ci stimo arrivando e perché il risparmiatore consideri usuale contattare un financial adviser su internet è necessario prima di tutto aumentare l’offerta, più consulenti sono presenti su siti dedicati, maggiore sarà la domanda di contatto.   È ovvio e l’abbiamo già detto, non basta pubblicare la propria foto, per creare un personal branding efficace serve molto di più.    Per chi lo volesse vi rimando all’ascolto di un breve seminario sull’argomento.

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Chi sono i consulenti finanziari che hanno maggiore possibilità di intercettare la crescente domanda di consulenza

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 08.02.2019

Buongiorno amici ascoltatori,   da una recente ricerca effettuata da CNP Partners commissionata da SWG si evince che più del 50% dei risparmiatori italiani è pronto per rivolgersi ad un consulente patrimoniale per la gestione e la protezione dei propri risparmi.    Un bel salto se pensiamo che fino ad oggi solo il 20%  vi si è rivolto.   Ascoltando questa notizia ho fatto alcune riflessioni:   in che modo i consulenti finanziari intercettano questa domanda che si sta formando   in che modo questi risparmiatori cercano un consulente finanziario e sulla base di quali criteri lo scelgono per affidargli la gestione del proprio patrimonio sia in termini di investimenti che di protezione?   Chi tra i consulenti se ne avvantaggia di più?   Ascolta il podcast per intero https://www.moneycontroller.it/webradio/bruno-mazzola-chi-sono-i-consulenti-finanziari-che-hanno-maggiori-possibilità-di-intercettare-la-crescente-domanda-di-consulenza-52

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10 anni MoneyController

Scritto il 16.02.2017

Sembra ieri quando abbiamo incominciato con il primo tool di calcolo del rischio di portafoglio. Poi, le prime soddisfazioni: i principali player dell'informazione italiana hanno ospitato per sei anni il nostro calcolatore nella loro sezioni economia e finanza delle loro testate online (Corriere della Sera, Sole24Ore, Soldionline, Wall Street Italia, ...). E cosi sono aumentati i contenuti, i servizi offerti, e di anno in anno è cresciuto il numero dei nostri lettori. Dallo scorso luglio MoneyController è diventato la prima directory online della finanza e del risparmio gestito, dandovi la possibilità di conoscere con un clic “chi sono" e “che cosa fanno" i protagonisti di questo mondo, e soprattutto di interagire direttamente nelle loro pagine interattive pubblicate sulla nostra directory online. Chiedete loro consigli e consulenza, inviate un vostro portafoglio, fatevi chiarire i dubbi, metteteli a confronto e scegliete chi più soddisfa le vostre esigenze. Scrivete le vostre domande, riceverete decine di risposte qualificate. Tutto gratuitamente, con il solo piccolo gesto di registrarvi al sito di MoneyController, come già hanno fatto decine di migliaia di utenti soddisfatti. Il futuro dell'incontro tra la domanda e l'offerta di consulenza finanziaria è qui, su MoneyController. Ora. Un grazie di cuore a tutti Voi che ci avete dato la possibilità di realizzare tutto questo.

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Il BTp a 50 anni piace all’estero ma conviene anche al retail?

Scritto il 10.10.2016

Di Vito Lops IlSole24Ore Anche l’Italia entra nell’alveo dei Paesi che hanno deciso di spingersi ben oltre i 30 anni, ma addirittura sui 50 anni, nell’emissione di bond governativi. Ieri il Tesoro ha collocato il nuovo BTp a 50 anni raggiungendo così il gruppo composto da Spagna, Belgio e Francia che nei mesi scorsi si erano già spinti fino a tanto. Senza dimenticare l’Irlanda che ha addirittura rotto la barriera dei 100 anni. Siamo ancora lontano da quanto accade nel mercato obbligazionario privato - dove ci sono alcune aziende che hanno emesse bond perpetui, ovvero senza scadenza - ma in ogni caso si tratta di un territorio inesplorato per il mondo dei bond governativi. Anche il governo italiano cerca di beneficiare al massimo dell’attuale situazione paradossole dei tassi bassi, quando non negativi, cercando quindi di allungare la curva complessiva del debito con un’operazione a 50 anni. Il tasso di interesse annuo offerto per chi lo ha sottoscritto ieri sul mercato primario è pari al 2,85% (ripartito in due cedole semestrali). Tecnicamente il nuovo BTp, scadenza marzo 2067, è stato collocato con un rendimento pari a 52 punti base sopra quello del titolo a 30 anni (BTp marzo 2047) che ieri prezzava un rendimento del 2,33%. La domanda è stata quasi quattro volte l’offerta: 18,5 miliardi rispetto ai 5 miliardi collocati. L’Italia ha superato i precedenti Paesi (che non avevano collocato oltre 3 miliardi) con un collocamento che alcuni non esitano a definire monstre, rispetto appunto alla scadenza. Il titolo è stato acquistato per l’80% da investitori esteri. Parliamo di grandi investitori istituzionali (banche, fondi pensione, fondi assicurativi, ecc.). Nei prossimi giorni il titolo sbarcherà anche sul mercato secondario e sarà quindi acquistabile anche dai piccoli risparmiatori. Con un lotto minimo di 1.000 euro. Va detto però che oggi la quotazione su Bloomberg evidenzia già un calo del prezzo a 97,6 (rispetto ai 99,1 dell’emissione) e un conseguente aumento del rendimento effettivo (da 2,85% a 2,9%). I mercati stanno reagendo (con una propensione a vendere) alle indiscrezioni (benché smentite) che la Bce stia iniziando a valutare un tapering, ovvero un piano di graduale uscita dalla politica espansiva del quantitative easing attraverso la quale la Bce acquista ogni mese l’equivalente di 80 miliardi di euro in titoli di Stato e titoli privati. In ogni caso, quale consiglio dare a un piccolo risparmiatore sul BTp a 50 anni? «Io credo che sul retail potrà andare bene. Per chi ragione in un’ottica di assicurazione a figli e nipoti è un buon prodotto. Anni fa si comprava il trentennale come surrogato per l’assicurazione. Il rendimento è poi destinato a crescere esponenzialmente per chi decide anche di reinvestire le cedole - spiega Angelo Drusiani, esperto del mercato obbligazionario di Banca Albertini Syz -. Ma allo stesso tempo fossi un piccolo risparmiatore starei in questo momento in trincea e aspetterei che il prezzo scenda. Ci sono troppe incognite da superare prima di imbarcarsi in un investimento di tale durata. Non dimentichiamo che in caso di ripartenza dell’inflazione il prezzo potrebbe scendere anche di una decina di punti. Così come anche quando gli Usa inizieranno ad alzare i tassi (che si muovono in direzione opposta ai prezzi, ndr), azione che potrebbe contagiare anche l’area euro. Fossi un piccolo risparmiatore, quindi, aspetterei». Da non sottovalutare anche l’effetto tapering della Bce. «In un giorno il prezzo è sceso da 99 a 97 solo per le voci di un possibile tapering - continua Drusiani -. È chiaro che non appena la Bce dovesse ridurre gli acquisti o terminare il Qe i prezzi dei bond governativi ne risentirebbero molto. C’è una sostanziale differenza tra il Qe degli Usa e quello europeo. Negli Usa i risparmiatori acquistano più azioni che bond quindi il Qe ha avuto un impatto minore sui tassi e quindi il tapering è risultato meno traumatico. Nell’area euro il peso dei risparmiatori sulle obbligazioni è molto più alto e un eventuale tapering avrebbe effetti più forti. E in proporzioni ancora più ampie per chi si espone ora su 50 anni».

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Mercati, non solo Federal Reserve seguite anche Francoforte e Londra

Scritto il 04.10.2016

Gli asset rischiosi soffrono. Il record dell’oro (+25%) e delle materie prime di Lionello Cadorin Corriere della Sera L’andamento dei mercati non dipende soltanto da loro, ma gli investitori devono guardare con estrema attenzione alle mosse dei banchieri centrali. Mercoledì 21 settembre la FederalReserve non ha toccato i tassi di interesse. Dei quattro rialzi previsti nel corso del 2016 la banca centrale americana non ne ha deciso neppure uno: l’ultimo ritocco risale al dicembre dell’anno scorso. «A questo punto — commenta Carlo Alberto De Casa, capo degli analisti di ActivTrades, broker online londinese leader nel Forex e nei Cfd (Contracts for difference) — possiamo attenderci al massimo un rialzo entro la fine dell’anno». In vista ci sono le elezioni americane, in calendario l’8 novembre prossimo. Le probabilità E’ altamente improbabile, secondo De Casa, che una decisione della Fed possa arrivare nella riunione del 2 novembre, a pochi giorni dal voto. Più facile che il ritocco (di un quarto di punto, lo 0,25%) arrivi a dicembre: ma gli analisti di ActivTrades non danno oggi più del 40/50% di possibilità che ciò avvenga. A maggior ragione se vincesse Donald Trump: «In questo caso ben difficilmente la Fed toccherebbe i tassi subito», osserva Carlo Alberto De Casa ricordando sia le posizioni di Trump in materia fiscale, con il suo «no» a un incremento delle tasse per i ricchi, sia le ridotte prospettive di crescita dell’economia americana. Le presidenziali Usa sono le elezioni più importanti in uno scenario, al di qua e al di là dell’Oceano, che vede la politica come elemento moltiplicatore dell’incertezza sui mercati: in Italia c’è il referendum sulle riforme costituzionali, in Spagna si va alle urne a Natale, gli ungheresi decidono sui migranti; e l’anno prossimo si vota in Germania e in Francia. Il quadro è complesso: la Fed continua a dominare la scena, ma gli investitori – sottolinea De Casa — devono guardare attentamente anche alle mosse delle altre banche centrali che possono avere effetto sui mercati finanziari. Nell’aerea euro il sostegno monetario della Bce all’economia scade la prossima primavera. Mario Draghi, con la Germania ostile, non ha ancora voluto annunciare la prevista estensione della manovra, che va avanti da due anni senza aver sinora avuto un grande esito («ma bisognerebbe valutare che cosa sarebbe accaduto senza», commenta De Casa). Lo scenario La Bank of England, dopo il rialzo del costo del denaro di agosto, è rimasta ferma a settembre. La Brexit ha portato qualche beneficio con l’indebolimento della sterlina, ma secondo il capo degli analisti di ActivTrades non c’è da stare troppo allegri: «E’ come se il Regno Unito fosse in preda ad una sorta di sbornia: ma dopo la notte di euforia arriva l’inevitabile mal di testa del giorno dopo. La sterlina debole aiuta l’export e spinge il turismo, ma scontenta gli importatori di un Paese a prevalenza di import». Dal referendum la moneta inglese ha perso circa il 20%, e secondo gli analisti di ActivTrades la direzione non si invertirà velocemente. Anche i trader online e in generale gli investitori fai-da-te stanno andando a cercare margini di rendimento e di guadagno su mercati dove l’asticella del rischio va alzata, come le azioni, le valute o le materie prime. Resta su anche l’oro, sempre premiato nelle fasi di grande incertezza e di timore, che dall’inizio dell’anno guadagna il 25%. Ma le materie prime in generale stanno dando segni di risveglio: anche se il consiglio degli specialisti ai non esperti è di maneggiarle con estrema cura.

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Conio, prima società italiana che vende prodotti con i bitcoin

Scritto il 12.09.2016

Stefano Agnoli e Massimo Sideri - Corriere della Sera Fondata da Miccoli (ex Conto arancio) e dallo «startupper» Di Nicola. Obiettivo: permettere anche ai piccoli risparmiatori che non si interessano di tecnologia e che non sanno cos’è una blockchain di acquistare e vendere bitcoin Quella di Conio è una storia di vecchi amori. «Mio nonno era contadino: vorrei mettere insieme tecnologia e agricoltura» aveva detto Vincenzo Di Nicola subito dopo avere venduto, nel 2013, la sua start up sui pagamenti GoPago ad Amazon per una cifra mai svelata. Ma Di Nicola non ce l’ha fatta a restare lontano dalla monetica: ora ha fondato una società di intermediazione sulla moneta peer-to-peer, il bitcoin, con Christian Miccoli, un altro imprenditore che, esattamente come lui, non ce la fa a restare lontano da questo mondo. Miccoli è il padre del famoso Conto arancio di Ing. Uno startupper e un banchiere. Missione nella loro testa: permettere anche ai piccoli risparmiatori che non si interessano di tecnologia e che non sanno cos’è una blockchain di acquistare e vendere bitcoin. Moneta per iniziati «Oggi il bitcoin è una moneta per iniziati e viene descritta solo nel suo aspetto tecnologico. Ma al risparmiatore interessa solo la semplicità nella gestione ed è quello che vogliamo permettere con Conio» racconta lo stesso Miccoli. Dunque Conio non sarà una borsa come Btc China, solo per citare la più importante. Ma una società che offrirà dei prodotti con dentro i bitcoin. La prima in Italia. Fino a oggi, in effetti, l’unico modo di possedere dei bitcoin — oltre al «mining» cioè alla produzione della criptomoneta attraverso le reti torrent — era quello di fare un bonifico in una delle Borse europee o asiatiche e iniziare a fare trading sulle piattaforme. «Il dilemma era però la tassazione» spiega Maurizio Dattilo, dell’omonimo studio di commercialisti a Milano. «Fino a oggi io stesso, per prudenza, avrei consigliato a un cliente di mettere i guadagni ottenuti grazie ai bitcoin nella dichiarazione dei redditi». Dilemma fiscale Proprio per risolvere questo dilemma Dattilo ha presentato un interpello all’Agenzia delle Entrate ottenendo una risposta molto precisa: «Per quanto riguarda la tassazione ai fini delle imposte sul reddito dei clienti della Società, persone fisiche che detengono i bitcoin al di fuori dell’attività d’impresa, si ricorda che le operazioni a pronti (acquisti e vendite) di valuta non generano redditi imponibili mancando la finalità speculativa» si legge nel documento fresco di pubblicazione. Dunque: niente tasse. Niente capital gain. Niente. Un risultato non da poco se si considera che le fluttuazioni dei bitcoin possono essere notevoli. Solo negli ultimi dodici mesi siamo passati da una quotazione di circa 220 dollari per bitcoin a oltre 600 (ragione per cui bisogna fare molta attenzione, visto che, come sono saliti i bitcoin, in passato, sono anche scesi drasticamente, soprattutto quando è emersa qualche frode come il crac della Borsa giapponese, Mt Gox, due anni fa). Inoltre, ciliegina sulla torta, niente Iva, in quanto il bitcoin come valuta non può essere considerato un bene. Unica accortezza: per evitare di essere considerati speculatori, e uscire così dalla definizione data nel documento, bisognerebbe evitare di tenere una giacenza media di 51 mila euro per sette giorni. L’Agenzia, comunque, non ne fa cenno. La sensazione è che per ora si sia aperta una finestra molto favorevole che non è detto che rimanga. Per Dattilo e Miccoli si tratta anche di un ottimo risultato per il Paese: «L’Italia è il primo Paese, sicuramente in Europa, che ha dato una interpretazione chiara dal punto di vista fiscale sulla compravendita dei bitcoin. È una pietra miliare. Anche negli Stati Uniti bisogna mettere i guadagni nella dichiarazione dei redditi, vista l’incertezza interpretativa. Questo documento dell’Agenzia rende più facile l’adozione dei bitcoin in Italia». Il bitcoin nel nostro Paese non ha mai scaldato particolarmente gli animi, almeno non quello dei piccoli risparmiatori. Per la moneta senza banca si apre ora la prova del mercato.

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A luglio la raccolta dei gestori torna positiva per 3,2 miliardi grazie ai fondi comuni

Scritto il 09.09.2016

Isabella Della Valle - IlSole24ore Rialza la testa l'industria del risparmio gestito. Con una raccolta positiva per 3,2 miliardi, i gestori si lasciano alle spalle il dato negativo di giugno (-5,5 miliardi) e si rimettono in marcia. A risollevare le sorti del settore sono stati i fondi comuni con un saldo di 2,5 miliardi‎, ma sono tornate in territorio positivo anche le gestioni di portafoglio che hanno portato in dote 649 milioni (-2,5 miliardi a giugno). Il buon andamento dei flussi ha portato il patrimonio complessivo a toccare un nuovo record a quota 1896 miliardi, dei quali il 48 per cento in capo alle gestioni collettive e il 52 per cento a quelle di portafoglio. Nel comparto dei fondi aperti è tornato il sereno sugli azionari, positivi per 489 milioni, e sugli obbligazionari tornati in attivo per 1,4 miliardi. Drasticamente ridotta la raccolta dei flessibili, passata da 2 miliardi a 1,3, mentre limano il deficit i monetari (-720 milioni contro i -2,1 miliardi precedenti). Da segnalare, poi, il deciso allungo dei fondi di diritto italiano (2,2 miliardi) rispetto agli esteri‎ (314 milioni), che comunque detengono la maggior parte del patrimonio gestito (72,6 per cento). Dal fronte dei gruppi, luglio è stato particolarmente positivo per Intesa Sanpaolo (1,7 miliardi), per Amundi (698 milioni), per Ubi (515 milioni), per Azimut (359 milioni) e per Mediolanum (356 milioni). Tra le altre società estere spicca anche il dato di Société Générale e di JP Morgan che hanno incassato rispettivamente oltre 240 milioni. Segno meno, invece, per Pioneer Investment (-925 milioni) e per Generali (-455 milioni).

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