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MGP- INGEGNERIA FINANZIARIA

Scritto il 11.10.2016

MGP, acronimo di Maximum Growth Program, in campo finanziario solitamente indica un piano di accumulo in cui vengono investiti flussi di reddito derivanti da un investimento in unica soluzione (di una certa entità): l'obiettivo è per l'appunto quello di massimizzare la crescita del capitale e ottimizzare il risultato finale. Il mio MGP è meno ortodosso ed è strutturato da una Rendita Vitalizia Immediata abbinata a un Pass- Piano di accumulo in un Fondo Comune. Come? RENDITA VITALIZIA IMMEDIATA La buona notizia è questa: chi oggi ha dai 50 anni in su ha un'aspettativa media di vita che si è allungata fino a 94 anni (ISTAT). L cattiva, di contro, è che degli anni che ci rimangono da vivere, solamente circa la metà li passeremo sani e in buona salute, per cui si pone seriamente il problema di avere delle entrate certe quando perderemo la capacità di produrre reddito o gestire i nostri risparmi. E' necessario quindi destinare una fetta del nostro patrimonio finanziario alla soluzione del problema: sottoscrivere cioè una Polizza di Rendita Vitalizia, ovvero mettere nella "cassaforte" di una Compagnia quella fetta di patrimonio che viene custodito e ci viene restituito un tot all'anno, per tutta la vita, anche quando il capitale è terminato e nella cassaforte non c'è più nulla: Con questa semplice operazione si ottengono due obiettivi. Ci assicuriamo , quando saranno necessarie, quelle entrate certe di cui sopra: in più il nostro capitale non corre più il minimo rischio o oscillazioni di sorta, mentre la rendita che di solito incorpora un tasso minimo garantito viene ulteriormente rivalutata in base ai rendimenti comunicati dalla Compagnia (oggi mediamente intorno al 3%) PASS - Piano di accumulo senza schemi o vincoli. Nell'ipotesi che nei primi anni la rendita non sia necessaria viene investita e capitalizzata (solo la rendita base) in un Pass (piano di accumulo senza schemi in un Fondo Comune ad indirizzo azionario). In cc sedimenteranno (esentasse) gli interessi ovvero le rivalutazioni della rendita. Riassumendo: 1- Il capitale non corre alcun rischio e la rendita godrebbe di un rendimento minimo garantito. Questi interessi sono esentasse (a differenza di tutte le altre rendite finanziarie) e con il tempo capitalizzano cifre molto significative 2- la rendita base sarebbe investita in un Fondo Azionario che sfrutta gli alti e bassi dei mercati (finalmente la volatilità gioca a favore). Inoltre ci sarebbe la max flessibilità perché in qualsiasi momento, se mutano le esigenze e serve la rendita(anche saltuariamente) si può sospendere il giro nel pass e addirittura è possibile liquidarlo totalmente o parzialmente. I pratica, pur avendo preso una decisione irreversibile e messo in piedi un automatismo che sarà utilissimo in futuro, fino a quando la rendita non serve con il pass "scongelo" e rendo disponibile una parte del mio capitale inizialmente investito 3- in caso di morte prima che la cassaforte sia vuota, agli eredi designati(dal proprietario dei quattrini e non dallo Stato) andrebbe il capitale rimasto esente da imposte di successione, più il montante del pass (sul quale gravano le imposte sul capital gain mentre quelle di successione si possono evitare) 4- nel caso in cui si sopravvive al campione demografico si continua naturalmente ad incassare la rendita ed è come aver vinto alla lotteria.... è solo grasso che cola Sono disponibile quantificare casi concreti che potrebbero riservare risultati sorprendentemente positivi. A titolo di esempio, un uomo di 67 anni con un investimento di 300'000€ si assicurerebbe una rendita iniziale di 1'000€ al mese: a 70 anni sarebbero sufficienti 260'000€ e a 79 anni solo 200'000€

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CRISI

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 12.02.2016

Il mio maestro e grande esperto di comunicazione mi ha insegnato che se proprio ci ostiniamo a voler spiegare ai clienti la “finanza” (secondo lui, pratica assolutamente sconsigliabile), è utilissimo fare delle similitudini e utilizzare delle immagini mentali, paragonando aspetti, problemi e accadimenti del settore finanziario con la terminologia e il mondo della medicina. Niente di più appropriato per spiegare (..si fa per dire) e capire (…che non c’è niente di razionale da capire) la crisi dei mercati finanziari che stiamo vivendo: si tratta di una malattia, esattamente come tutte le crisi precedenti che si sono succedute; diversa forse nella genesi e nel decorso, ma pur sempre una malattia. Problemi geopolitici, economici, sistemici e strutturali si riflettono inevitabilmente in turbolenze finanziarie e così come un organismo già debilitato da tanti acciacchi a un certo punto si ammala seriamente, anche il mercato finanziario ciclicamente è soggetto a gravi scompensi e crisi. Si possono prevedere? Come tutte le malattie, nonostante in alcuni casi si attivi qualche precauzione (ma a volte i vaccini si rivelano controproducenti), assolutamente no, altrimenti non ci sarebbero le malattie e le crisi finanziarie. E allora? Dopo un certo periodo, anche questo di durata imprevedibile, un pò per le medicine (le misure adottate dalle autorità quando azzeccano la diagnosi e la terapia) e molto per gli anticorpi sviluppati naturalmente si guarisce e anche il mercato finanziario riparte più vispo che mai sulla base di nuovi equilibri ritrovati. Recentemente ho letto sul Sole24Ore una interessante analisi di Martin Wolf (tradotta da Fabrizio Galimberti) dal titolo “Il mondo vacilla, ma è improbabile un disastro economico globale”. In questo articolo sono sinteticamente elencati tutti i problemi, guerre, shock e sconvolgimenti che si sono succeduti dal 1900 in avanti che però non hanno impedito ai mercati di crescere: cioè il mondo da sempre si ammala poi guarisce e continua a crescere. Il messaggio finale è questo: ci sono oggi molte ragioni per cui preoccuparsi e una lunga serie di potenziali disastri ma, in base a questa analisi storica, sono molto elevate le probabilità che nessuno di questi si verifichi. Allora cosa dobbiamo fare? Non dobbiamo avere né l’immobilismo (paralisi) del fatalista e neppure dobbiamo subire il panico che ci espone alle “sirene” e agli “squali” (noi avremmo fatto meglio perché guadagniamo sempre!) che si aggirano in questi periodi sui mercati, ma agire concretamente e razionalmente. Il mio consiglio dunque è questo: per attutire i traumi e ridurre le scorie post crisi bisogna liberarsi dall’incertezza delle previsioni e dei rendimenti futuri e, siccome il futuro non si conosce, è necessario adottare la gestione scientifica del futuro. Che significa attivare i cinque meccanismi protettivi il primo dei quali è: essere difeso, protetto e assistito da un Consulente Sol&Fin., che poi ti spiega e attiva gli altri quattro.

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Rendite Vitalizie

Scritto il 02.02.2016

La buona notizia è questa: chi oggi ha dai 50 anni in su ha un’aspettativa media di vita che si è allungata fino ai 94 anni. La cattiva, di contro, è che degli anni che ci rimangono da vivere, solamente circa la metà li passeremo sani, per cui si pone seriamente il problema di avere delle entrate certe quando perderemo la capacità di produrre reddito o gestire i nostri risparmi (peraltro, già oggi, impresa sempre più difficile) e la necessità quindi di godere di rendite vitalizie che NESSUNO PUO' TOGLIERE che, con riferimento alla fiscalità, possono rappresentare una efficace implementazione di un Fondo Pensione e il suo naturale completamento in termini di prestazione finale. Per questo specifico settore, come per altri in ambito assicurativo e finanziario, si pone il problema della scelta della controparte o Compagnia più valida (rating-coefficiente k-rendimenti)per cui è necessario affidarsi a esperti indipendenti. Naturalmente le persone giovani, avendo tempo s disposizione, devono attivare un processo di accumulo e accantonare una parte del reddito per formare il capitale che erogherà la rendita: le persone più anziane (fino a 80 anni)dovranno viceversa utilizzare e destinare al servizio della rendita parte dei capitali già disponibili. Se poi la rendita non serve immediatamente si possono studiare soluzioni di ingegneria finanziaria-assicurativa: basta valutare caso per caso e fare un preventivo, non costa nulla.

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PREVIDENZA INTEGRATIVA

Scritto il 20.01.2015

LO SAPEVATE CHE….? La Previdenza Pubblica mediamente non assicura neppure il 50% del reddito ante-pensione? Forse si Infatti per un lavoratore autonomo donna che va in pensione nel 2020 all’età di 60 anni con 35 anni di anzianità, l’indice di sostituzione sarà del 41,2%, mentre per un uomo avremo il 44,9%. Ed inoltre che questo gap col passare del tempo peggiora? Forse no Per gli stessi lavoratori che iniziano oggi a lavorare e andranno in pensione nel 2050 gli indici di copertura caleranno infatti al 29,2% per la donna e al 34% per l’uomo (Fonte elaborazione Progetica su stime dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato) Ma queste sono medie. Un altro aspetto sorprendente che vorrei evidenziare, è la differenza di dati tra le varie categorie o inquadramenti professionali. Alcuni esempi Un Commerciante o Esercente settore Turismo (uomo) di 50 anni di età e 25 anni di anzianità accreditata, con una previsione di carriera media e una inflazione al 2% e con un reddito dichiarato attuale di 50mila euro, andrà in pensione a 68 anni e 5 mesi con 34’132€, a fronte di un reddito (ufficiale) ante pensione di 70'591. Il suo indice di sostituzione sarà quindi del 48,4%, con un gap da colmare di 36’460€ (almeno) se vuole mantenere lo stesso tenore di vita. Le cose peggiorano per un Avvocato che nella medesima ipotesi di partenza, con un reddito finale di 64’576€ potrà andare in pensione a 65 anni e 1 mese con un assegno di 23’788€ (copertura 36,6%) e quindi un minor reddito da colmare di 40’788€. La situazione diventa drammatica per un Farmacista. Stessa ipotesi, stessi dati di partenza: pensione a 70 anni e 4 mesi con un assegno di 8’652€, cioè 12,2% del reddito ante (70’739€) e quindi un “buco” di 62’087€ da colmare. Praticamente, se non ci ha pensato prima, non può smettere di lavorare. Questi dati sono elaborati da una applicazione del Sole24Ore e MEFOP (del Ministero dell’Economia e Finanze). Chi vuole prendere coscienza del problema e conoscere la propria posizione è sufficiente che mi invii una mail con i dati: età-sesso-inquadramento professionale-reddito dichiarato-anzianità contributiva-previsioni di carriera (assestata,media,brillante) e, gratuitamente, le invierò un elaborato con le risposte. Naturalmente, individuato e quantificato il problema, per chi sarà interessato e ancora senza nessun impegno, lo step successivo e molto più importante sarà quello di valutare, con il mio supporto, la soluzione più idonea avendo io a disposizione (in assenza di conflitto d’interesse, grazie a Sol&Fin) il migliori prodotti come Fondo Pensione Integrativo o come Polizze di Rendita (o secondo i casi, con una combinazione di entrambi).

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