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Tassi, inflazione e l'attentato a Trump: prospettive sui mercati USA

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 15.07.2024

Inflazione, tassi ed elezioni, compreso l’attentato all’ex Presidente Donald Trump, sono alcuni dei fattori che influenzano in questi giorni le dinamiche e le prospettive sui mercati statunitensi. Inflazione, tassi di interesse e Federal Reserve Dopo i risultati relativi all’inflazione, che è scesa a giugno al 3%, i mercati sembrano sempre più propensi a ritenere che quest’anno la banca centrale USA, la Federal Reserve (Fed), taglierà i tassi di interesse non soltanto una ma due volte. Se ciò dovesse accadere senza che si verifichi una recessione economica, si tratterebbe del cosiddetto “soft landing”. In altre parole, la progressiva fine delle politiche monetarie restrittive sarebbe dovuta non a una situazione economica critica, bensì al raggiunto obbiettivo di contenimento dell’inflazione da parte della Fed. Le conseguenze dell’attentato a Trump Nel frattempo, le borse hanno reagito all’attentato che (nel corso di un comizio tenutosi in Pennsylvania) ha rischiato di uccidere l’ex presidente e candidato alla Casa Bianca Donald Trump, il quale è rimasto fortunatamente soltanto ferito all’orecchio. Come scrivono su “Reuters” Tom Westbrook e Vidya Ranganathan, già prima che si verificasse l’attentato, i mercati hanno reagito alle crescenti possibilità di vittoria di Trump in questo modo: il valore del dollaro è cresciuto e la curva dei Treasury è diventata più ripida. Le possibili conseguenze di una vittoria dei repubblicani Westbrook e Ranganathan elencano una serie di misure che ci si potrebbe aspettare qualora Trump tornasse a essere il presidente degli Stati Uniti: politiche commerciali più aggressive e regolamentazioni meno stringenti sul clima e sulle criptovalute (il valore dei Bitcoin è cresciuto del 7% dopo l’attentato); un taglio delle tasse sulle imprese e sulle persone, a cui seguirebbe la crescita del deficit. Nell’articolo di “Reuters” sono riportate a tale proposito alcune considerazioni di Michael Purves, CEO di Tallbacken Capital Advisors: se Trump dovesse vincere e attuare le sue politiche, spiega Purves, si potrebbe assistere a vendite di obbligazioni dai volumi considerevoli. Scelte delicate in materia di politica monetaria Ma torniamo alla questione dei tassi di interesse. Resta il fatto – come fa notare Vivien Lou Chen su “Market Watch” – che la situazione di Jerome Powell, Presidente della Fed, è tuttora complicata: da una parte un taglio dei tassi troppo anticipato potrebbe compromettere gli sforzi finora profusi per limitare l’inflazione (che rischierebbe pertanto di tornare a crescere); dall’altro lato, una politica monetaria restrittiva che durasse troppo a lungo potrebbe mettere sempre di più sotto pressione l’economia statunitense, fino a spingerla, nel caso peggiore, verso una recessione. Ti potrebbero interessare anche: L'inflazione USA, i tassi e le conseguenze per i mercati

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L'inflazione USA, i tassi e le conseguenze per i mercati

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 12.07.2024

I dati sull’inflazione USA, così come le conseguenti decisioni della banca centrale nordamericana, sono sempre attesi con grande interesse anche da investitori geograficamente assai lontani. Come mai? L’importanza dell’inflazione e dei tassi di interesse statunitensi Perché l’inflazione statunitense è così importante per i mercati di tutto il mondo? Una ragione cruciale sta nelle dimensioni del mercato azionario statunitense, così come nel ruolo che ha il dollaro di valuta di riferimento. L’inflazione, infatti, influenza sia in un certo modo l’andamento dei mercati, sia le decisioni della Federal Reserve (Fed). Di solito, dei tassi elevati tendono a frenare la crescita dei mercati finanziari. Nondimeno, la politica monetaria restrittiva della non ha impedito a Wall Street di battere un record dopo l’altro. Ma non tutti i segmenti dell’economia americana si sono mossi alla stessa velocità. Le conseguenze dell’inflazione e dei tassi di interesse L’inflazione può agire in molti modi sui mercati finanziaria: consumi, utili aziendali, fuga nei beni rifugio, ecc. Allo stesso modo, anche i tassi di interesse hanno delle conseguenze possibili molteplici: pressione sul mercato del credito, aumento dei rendimenti cedolari, riduzione di liquidità sui mercati azionari, ecc. Come scrive Joseph Adinolfi su “MarketWatch”, un taglio ai tassi da parte della Fed potrebbe infatti beneficare alcuni segmenti di mercato, come ad esempio le small-cap o l’ambito immobiliare. Alcune conseguenze di una politica monetaria restrittiva Le considerazioni di Adinolfi si basano sul presupposto che dei tassi di interesse più elevati significa un aumento del costo del denaro preso a prestito. A risentirne sono dunque settori come le small-cap, che rischiano di vedersi precluse in certi casi l’accesso al credito. Nel caso del mercato immobiliare, il legame coi tassi è ancora più perspicuo: i tassi di interesse stabiliti dalle banche centrali influenzano direttamente i costi dei mutui. Dei mutui più costosi significano, tendenzialmente, una diminuzione delle compravendite di case e dunque una riduzione della domanda per le imprese edilizie. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono i tassi d’interesse? Inflazione, stagflazione e deflazione

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Sale l'attenzione per i mercati energetici, ma attenzione alla volatilità

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 11.07.2024

Sul “Wall Street Journal”, Anna Hirtenstein e Caitlin McCabe scrivono di un settore che ha attratto in modo crescente l’attenzione dei fondi di investimento, in particolar modo degli hedge fund: si tratta del settore energetico. La domanda di energia elettrica dell’IA All’interno del settore energetico, un ruolo di primo piano è quello giocato dall’energia elettrica. Questa forma di energia può contare su almeno due importanti driver di crescita. Il primo è la spinta all’elettrificazione di ambiti quali la mobilità, che fino a non molto tempo fa era stato dominato quasi esclusivamente dai combustibili fossili. Il secondo driver è rappresentato nientemeno che dall’intelligenza artificiale: in questo ambito, l’International Energy Agency prevede che il consumo di elettricità decuplicherà nel corso dei prossimi due anni. La volatilità dei mercati energetici Ma quanto è volatile, e dunque rischioso, il mercato energetico. La risposta è molto. Sul “Wall Street Journal”, Hirtenstein e McCabe riportano un interessante paragone di McKinsey: se negli ultimi dodici mesi il prezzo del petrolio è oscillato tra i 73 e i 95 dollari al barile, usando le stesse proporzioni (dollari al barile), i prezzi dell’energia sarebbero dovuti oscillare tra cifre sotto lo zero e gli 850 dollari. Diventa perciò più chiara la ragione per cui a interessarsi di questo mercato sono, in modo particolare, i fondi speculativi: si tratta infatti di un ambito di investimento al contempo molto volatile e molto complesso. Prezzi di gas ed elettricità particolarmente esposti a eventi estremi Certo, è vero che quanto accadde nel corso del 2022 (e in parte anche nel 2023), quando la Russia decise di invadere l’Ucraina, è stato un evento estremo: il gas arrivò a prezzi elevatissimi in pochissimo tempo, per poi tornare a stabilizzarsi. Tuttavia, Hirtenstein e McCabe scrivono che gli esperti del mercato – eventi estremi a parte – non escludono una crescente volatilità sul mercato. Inoltre, non si può nascondere il fatto che, per quanto le energie rinnovabili siano infinitamente meno inquinanti rispetto alle fonti di energia fossile, quelle stesse fonti di energia pulita hanno contribuito a rendere l’energia elettrica più esposta ai rischi di maltempo ed eventi meteorologici estremi. Ti potrebbero interessare: Modulare le opportunità di investimento seguendo i megatrend I rialzi delle borse degli ultimi sei mesi, i risultati dagli USA al Giappone all'Europa

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Aggiornamenti sulle auto elettriche: da Tesla alle cinesi

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 10.07.2024

Dinamiche del mercato delle auto elettriche: dalle ultime novità su Tesla alle prospettive dell’applicazione dei dazi sulle importazioni di auto elettriche cinesi. Le consegne migliori delle aspettative spingono il titolo di Tesla Nel corso della prima metà di quest’anno, in controtendenza rispetto al rialzo degli indici borsistici statunitensi (Nasdaq compreso), le azioni di Tesla hanno registrato mediamente un calo del proprio valore. Negli ultimi giorni, però, titoli dell’azienda produttrice di auto elettriche fondata da Elon Musk sono tornati a crescere notevolmente. Questo recente apprezzamento delle azioni è stato reso possibile dall’arrivo dei risultati delle consegne: sebbene in calo rispetto all’anno scorso, questi dati sono stati superiori alle aspettative degli analisti. In attesa dei risultati finanziari del secondo trimestre Come scrive Lora Kolodny (“CNBC”), una delle prossime date importanti per Tesla è il 23 luglio, quando verrà dato conto dei risultati del secondo trimestre finanziario del 2024: in particolare, saranno decisivi i risultati del settore dell’automotive (ad aprile, invece, i risultati sull’automotive erano stati deludenti). Da allora, Tesla ha compiuto numerosi licenziamenti e messo in atto, tra le altre, questa strategia: abbassare i prezzi di alcuni modelli. Un’altra novità è stata la comparsa sul mercato del Cybertruck: su un account X di Tesla Cybertruck, riporta sempre Kolodny, è stato scritto che si tratta del modello di pick-up completamente elettrico più venduto negli USA nel secondo trimestre 2024. Prospettive sui dazi alle importazioni di auto elettriche cinesi Tra le difficoltà che si prospettano per il gruppo fondato da Elon Musk c’è anche la questione dei dazi sulle importazioni delle auto elettriche cinesi. Come scrive Alberto Annicchiarico sul “Sole 24 Ore”, sarebbero proprio Tesla e la tedesca Bmw a subire i danni maggiori da questi dazi: si temono infatti delle ritorsioni cinesi che colpirebbero duramente i loro business nel Paese asiatico. Nel caso dei produttori cinesi di auto elettriche, invece, scrive sempre Annicchiarico, sembra che solo poche aziende verranno colpite dai dazi a tal punto da rinunciare ai loro affari in Europa: stando a un calcolo del Rhodium Group, soltanto pochi tra i gruppi cinesi comincerebbero a dovere fare i conti con un’attività in perdita in Europa; per gli altri si tratterebbe soltanto di una riduzione della profittabilità. Ti potrebbero interessare anche: I rialzi delle borse degli ultimi sei mesi, i risultati dagli USA al Giappone all'Europa Focus Cina: dalle mosse di Warren Buffett al mercato immobiliare fino alla fame di investimenti all'estero

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I bitcoin scivolano verso il basso

Scritto il 09.07.2024

Dopo avere raggiunto a marzo il record storico di 73 mila dollari l’uno, i bitcoin hanno visto scendere progressivamente il loro prezzo, fino a raggiungere in questi giorni un prezzo tra i 55 e i 56 mila dollari. Fine dell’euforia post approvazione degli ETF sui bitcoin e halving A marzo l’approvazione degli ETF spot sui bitcoin da parte della Security and Exchange Commission e, in seguito, il dimezzamento (halving) avevano generato euforia sul mercato delle criptovalute, facendo battere ai bitcoin il loro record storico di sempre. Quell’entusiasmo è viepiù scemato nelle ultime settimane a causa di una serie di eventi che, sui mercati, si sono tradotti in un temporaneo ciclo ribassista. La persistenza di una Fed “falco” In primo luogo, come sottolinea Ryan Browne (“CNBC”), c’è la persistenza della politica monetaria restrittiva da parte della Federal Reserve (Fed). Nel meeting di giugno, la banca centrale USA, infatti, ha parlato ancora della necessità di consolidare i risultati per quanto riguarda l’inflazione: in altre parole, la Fed cambierà la propria rotta monetaria solo nel momento in cui ci saranno chiari segnali della possibilità di raggiungere il traguardo del target dell’inflazione al 2%. La crisi della piattaforma Mt. Gox Un’altra notizia che ha messo sotto pressione il mercato delle criptovalute, segnatamente dei bitcoin, riguarda il collasso della piattaforma di scambio di bitcoin Mt. Gox: come scrive Browne, la prospettiva è di una vendita da parte della piattaforma di criptovalute per un ammontare complessivo di 9 miliardi di dollari. Ma questa operazione potrebbe alimentare le pressioni ribassiste sui bitcoin. La vendita da parte del governo tedesco dei bitcoin sequestrati Menzionando quanto riportato da Arkham Intelligence, Browne cita anche la vendita del governo tedesco di 3 mila dei 50 mila bitcoin sequestrati dalla polizia tedesca. La vendita di altri bitcoin sul mercato, aumentando l’offerta di bitcoin in circolazione, potrebbe agire anche in questo caso nella direzione di una pressione ribassista. Ti potrebbero interessare anche:   Che cosa sono le criptovalute?

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Le elezioni nel Regno Unito possono favorire l'equity

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 08.07.2024

Le elezioni nel Regno Unito hanno consegnato ai laburisti una solida maggioranza in parlamento. Il nuovo primo ministro è ora il laburista Keir Starmer. Ma quali saranno le conseguenze sul mercato azionario britannico? Le elezioni in UK arrivano dopo un periodo non semplice per l’economia Le elezioni svoltesi nel Regno Unito pongono fine a 14 anni di governi dei Conservatori e seguono un periodo difficile per il Paese: come scrive Sandra Riccio sulla “Stampa”, il livello di indebitamento è paragonabile alla produzione economica e, al tempo stesso, i servizi sono in crisi; in particolare, è in crisi il servizio sanitario. Fondamentali solidi e prospettive sull’equity Il Regno Unito, però, grazie a un governo stabile, potrebbe però sperimentare nei prossimi mesi una ripresa del mercato, segnatamente del mercato azionario, che si trova a livelli particolarmente bassi. A tale proposito, Riccio menziona Matthew Beesley, Ceo di Jupiter Asset Management: il manager spiega che, dal momento che i fondamentali dei titoli britannici sono solidi, delle politiche in grado di favorire la crescita economica potrebbero contribuire a fare tornare a crescere le valutazioni sul mercato azionario. Gestire l’economia e le conseguenze della Brexit Riccio riporta anche il parere di Quentin Fitzsimmons, Portfolio Manager del settore Fixed Income della società di gestione T. Rowe Price. Fitzsimmons parla di mercato del lavoro, di politica fiscale e della necessità da parte dei Laburisti di proseguire nella gestione delle conseguenze della Brexit (che Starmer, nonostante il suo passato europeista, non vuole mettere in discussione). Un rapporto più solido con l’UE? Fitzsimmons si sofferma proprio su quest’ultimo punto, cioè sull’importanza che avrebbe la definizione di un rapporto economico tra il Regno Unito e l’Unione Europea: il manager fa notare che il Regno Unito potrebbe incrementare la propria attrattività agli occhi degli investitori rendendo più solido il rapporto con l’Unione Europea. Ti potrebbero interessare anche: I rialzi delle borse degli ultimi sei mesi, i risultati dagli USA al Giappone all'Europa Aggiornamenti da Wall Street, dai rialzi di Amazon alle prospettive su Apple

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Perché molti optano per i PAC in ETF?

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  • PAC Piano accumulo capitale
Scritto il 05.07.2024

I piani di risparmio (o PAC) in ETF combinano una strategia di investimento tipica degli investitori retail con un prodotto finanziario passivo: ma che cosa rende questa combinazione interessante agli occhi di molti investitori? Cresce l’interesse per gli ETF ma anche per i PAC in ETF Negli ultimi anni, è cresciuto l’interesse degli investitori per i fondi passivi, gli ETF, come mostrano i dati sulla crescita della raccolta riferiti agli ultimi vent’anni. Il portale “ExtraETF” ha recentemente rilevato un incremento in Germania del volume dei piani di risparmio, in Italia conosciuti anche come Piani di Accumulo di Capitale (PAC). Ma che cosa rende così interessanti agli occhi degli investitori questi prodotti finanziari, segnatamente i piani di risparmio che investono in un fondo passivo? I vantaggi di un PAC ETF Riprendendo qui alcune considerazioni fatte, tra gli altri, anche dalla piattaforma “ExtraETF” (in una scheda dedicata all’argomento), i piani di risparmio, o PAC, in ETF combinano alcune delle caratteristiche vantaggiose (a) della strategia di investimento e (b) del prodotto finanziario: a) la possibilità di versare piccole somme nel corso del tempo, lo sfruttamento dell’interesse composto e la minimizzazione degli errori di market timing; b) la trasparenza del prodotto, la potenziale diversificazione e i costi ridotti rispetto alla gestione attiva. I costi ridotti: un importante punto di forza Ma di che ordine di grandezza parliamo quando si legge che investire in un ETF permette di risparmiare una quota significativa dei costi di commissione? Ora, è vero che il costo può variare da fondo a fondo, così come che è sempre necessario valutare con attenzione i costi di ciascun prodotto che si decide di sottoscrivere. Nondimeno, stando a quanto scrive l’esperto di investimenti di VZ VermögensZentrum Christian Tavasci, i fondi di investimento attivi possono comportare spese mediamente tra l’1% e il 2% del capitale investito, mentre nel caso degli ETF si tratta mediamente di importi pari o inferiori allo 0,5%. I rischi di un PAC e di un ETF Non bisogna dimenticare che i PAC in ETF presentano altresì i rischi legati alla strategia di investimento e al prodotto. Due esempi: da un lato, come fa notare “SoldiOnline”, gli eventuali ribassi di un PAC (in fondi) che si verificano negli ultimi anni sono difficilmente compensabili con dei nuovi versamenti; dall’altro lato, gli ETF sono soggetti alla volatilità dei mercati (e dunque a variazioni di valore), ma per farvi fronte non possono contare su delle strategie attive (che, tipicamente, hanno lo scopo di battere il benchmark).   Ti potrebbero interessare anche: Gli ETF domineranno presto il mondo degli investimenti? Cosa sono gli ETF e come funzionano Come funzionano i Piani di Accumulo del Capitale (PAC)?

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Modulare le opportunità di investimento seguendo i megatrend

Scritto il 04.07.2024

Investire nei megatrend significa approntare una strategia di investimento basata sui grandi motori del cambiamento delle economie e delle società. Ne ha parlato Claudia Collu, Responsabile Azionario Globale di ANIMA Sgr, nel corso di un’intervista rilasciata al programma “StayLive” di “Financialounge”. Investire nei megatrend Vale la pena premettere subito che pianificare una strategia di lungo termine è un’operazione a suo modo delicata e che comporta dei rischi: uno di questi è quello di dovere attendere un certo lasso di tempo per comprendere se l’investimento compiuto sia in grado di dare i frutti che ha promesso o no. Fatta questa importante premessa, si può dire però anche che i megatrend hanno il vantaggio di rappresentare un ambito di investimento che guarda al futuro sulla base di fenomeni strutturali giudicati come duraturi e promettenti. Collu spiega che gli investimenti nei megatrend possono fungere anche da investimenti trasversali: è possibile puntare sui diversi piani nei quali si articola un megatrend, così come su una serie di megatrend e su ambiti che rappresentano dei punti di contatto tra loro. Il megatrend dell’intelligenza artificiale Il primo di questi fenomeni strutturali che la Responsabile Azionario Globale di ANIMA Sgr menziona è quello dell’intelligenza artificiale, in particolare dell’ia generativa: questa innovazione tecnologica porta con sé quello che potrebbe essere definito come un ecosistema produttivo; Collu parla, ad esempio, dei microprocessori e dei servizi di cloud, dei fornitori di programmi e dei sistemi di sicurezza informatica, ma anche dell’incorporazione della tecnologia all’interno dei dispositivi stessi. Transizione energetica e innovazione nel settore sanitario Sono due gli altri grandi megatrend di cui parla Collu. Il primo riguarda la transizione energetica, che peraltro gode – spiega – di un sostegno da parte di molti governi nazionali e sovranazionali (che contribuiscono alla sua accelerazione). Il secondo megatrend riguarda il settore sanitario, segnatamente i vaccini contro i tumori: si tratta di terapie che hanno la finalità di stimolare nell’organismo una forma di reazione contro le cellule tumorali; Collu ritiene che queste cure non solo rappresentino una speranza per molti pazienti, ma anche che siano destinate a rivoluzionare il settore medico. Ti potrebbero interessare anche: Che cos'è un megatrend di investimento?

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Dare fiducia agli investimenti nei mercati privati?

Scritto il 03.07.2024

Quali opportunità possono offrire i mercati privati e, soprattutto, a quali categorie di investitori sembrano essere più adatti? Mercati privati e investitori istituzionali Gli investimenti nei mercati privati (i quali fanno parte dei cosiddetti “investimenti alternativi”) rappresentano una forma di investimento al tempo stesso rischiosa e complicata. Molto spesso l’accesso a questa tipologia di investimenti è vietata agli investitori privati. In molti casi, anche il volume di denaro necessario per intraprendere simili investimenti può essere decisamente al di fuori della portata dei singoli investitori. Questi sentieri di investimento sono invece, per così dire, battuti molto più spesso (se non quasi sempre) dai soli investitori istituzionali. Svantaggi e vantaggi degli investimenti nei mercati privati Ma che cosa porta le società di asset management, le assicurazioni, le banche e le altre società di investimento a intraprendere degli investimenti sui mercati privati? Si tratta infatti di investimenti che, oltre a richiedere spesso ingentissime quantità di di denaro, sono complessi, rischiosi e illiquidi. La ragione è che questi mercati sono tipicamente decorrelati dai mercati finanziari istituzionali. Inoltre, se questi investimenti si rivelano fruttuosi – anche grazie a una gestione accorta e all’orizzonte temporale di investimento necessario – questi stessi investimenti portano agli investitori istituzionali dei risultati considerevoli sotto il profilo dei rendimenti. Strategie di investimento e rischi Di tutto ciò ha parlato anche Andreas Mittler, responsabile dei mercati privati per Invesco in Germania, in una intervista rilasciata a Christoph Fröhlich, caporedattore della rivista di settore “Das Investment”. Mittler parla degli investimenti nei mercati privati come asset strategico, cioè potenzialmente molto importante, per le società finanziarie. A ciò, il manager aggiunge due considerazioni: 1) la strategia di allocazione nei mercati privati può variare anche moltissimo da gestore a gestore, segnatamente sulla base degli obbiettivi di investimento; 2) questi investimenti portano con sé dei rischi che (sebbene sembrino rimasti sotto controllo, come emerge dalle parole del manager) il recente rialzo dei tassi di interesse ha accresciuto. Gli Eltif sono prodotti troppo rischiosi per il grande pubblico degli investitori? Mittler fa notare che una delle risorse che si offre sui mercati privati è, rispetto ai mercati istituzionalizzati, la possibilità di negoziare direttamente alcune condizioni, segnatamente quelle di un prestito. Dal discorso di Mittler emerge dunque chiaramente come siano necessarie delle competenze specifiche per affrontare dei mercati di una tale complessità. Inoltre, il manager si dichiara critico nei confronti dei fondi Eltif: ritiene infatti che si tratti di prodotti troppo complessi, rischiosi e illiquidi per degli investitori privati. Ti potrebbero interessare anche: Investimenti alternativi: rischi e benefici

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I rialzi delle borse degli ultimi sei mesi, i risultati dagli USA al Giappone all'Europa

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 02.07.2024

È tempo di tracciare alcuni bilanci per le borse, ora che sono trascorsi i primi sei mesi del 2024. I rialzi in Europa, l'Italia in testa I mercati sono generalmente cresciuti, più di quanto molti si sarebbero aspettati. La borsa migliore in Europa è stata quella italiana: il FTSI Mib è cresciuto del 9,2%; segue il DAX tedesco, con un rialzo significativo dell’8,9% e il l’IBEX spagnolo, con un rialzo dell’8,3%. A trainare le borse (soprattutto in Italia), è stato soprattutto il settore bancario, come si legge in un articolo di Maximilian Cellino comparso sul “Sole 24 Ore”. La crescita degli indici di USA e Giappone Ma non è in Europa che si trovano le migliore performance sui mercati azionari. Uno dei protagonisti di questa stagione di rialzi è stato infatti il Giappone, dove l’indice Nikkei è cresciuto nei primi sei mesi del 2024 di oltre il 18%. Quando si tratta di borse toro nei primi sei mesi di quest’anno non si possono però non menzionare le borse statunitensi: lo S&P 500 è cresciuto del 15%, mentre il Nasdaq del 19%. Come spiega Vito Lops (sempre sul “Sole 24 Ore”), queste performance sono spiegabili principalmente a partire da quello che forse rappresenta oggi il driver di crescita più rilevante sui mercati azionari: l’intelligenza artificiale. Trimestrali, elezioni, tassi e andamento economico Come emerge dalla lettura degli articoli di Cellino e di Lops, la situazione sui mercati resta, in qualche modo, contraddittoria. Da una parte, ci sono i dati positivi sull’inflazione (in calo generalizzato), così come l’arrivo della stagione delle trimestrali, che potrebbe portare ulteriore spinta alle borse, nel caso gli utili superassero le aspettative. Dall’altro lato, ci sono le incognite derivanti da un anno elettorale come questo (basta pensare alle elezioni negli Stati Uniti, così come alla elezioni anticipate francesi), ma anche le incertezze sulla traiettoria delle politiche monetarie e sull’andamento delle economie di aree cruciali del mondo, come gli Stati Uniti, la Cina e l’Europa. Ti potrebbero interessare anche:      L'inflazione morde sempre meno: che faranno le banche centrali, ora? Se l'intelligenza artificiale è una bolla, di che cifre parliamo? Aggiornamenti da Wall Street, dai rialzi di Amazon alle prospettive su Apple

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L'inflazione morde sempre meno: che faranno le banche centrali, ora?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 01.07.2024

I dati dell’inflazione sono attesi con grande attenzione, dal momento che hanno un peso spesso decisivo nelle traiettorie delle politiche monetarie delle banche centrali (in particolare, per quanto riguarda i tassi di interesse). I dati sull’inflazione USA Negli ultimi mesi, i dati sull’inflazione USA avevano deluso le aspettative: erano stati di solito al di sopra delle previsioni. Gli ultimi dati, invece, sono in linea con le aspettative: nel corso dell’ultimo mese, l’indice denominato “Personal Consumption Expenditures” (PCE) non è cresciuto da un mese all’altro, mentre se si guarda la traiettoria annuale, è cresciuto del 2,6%, ossia il risultato migliore degli ultimi sei mesi. Rispetto ad aprile, l’indice “core” è cresciuto dello 0,1%. Che cosa farà la Federal Reserve? Una delle domande che molti investitori oggi si fanno è questa: questi nuovi dati sull’inflazione cambiano le prospettive sulla traiettoria della politica monetaria della Federal Reserve di Jerome Powell? Naturalmente, è impossibile fare delle previsioni esatte. Tuttavia, i mercati cominciano a recuperare un po’ di fiducia nella possibilità che il primo taglio ai tassi di interesse si verifichi già entro la fine di quest’anno. Stando a quanto si legge sul quotidiano “La Repubblica”, i contratti swap oggi segnalano la possibilità di un taglio ai tassi dello 0,45% entro la fine di quest’anno. Prime previsioni sull’inflazione in Europa (Italia e Germania) In Europa, l’inflazione appare sotto controllo, segnando degli incrementi notevolmente inferiori a quelli USA. In Italia, ad esempio, la crescita mensile dei prezzi si è fermata a +0,8% (un particolare contributo è arrivato dal rallentamento dei prezzi dei beni alimentari non lavorati). Anche le previsioni per la Germania segnalano un rallentamento: +2,3% su base annua, un dato che sale a +2,5% se si considera l’indice armonizzato, ma che è comunque inferiore dello 0,3% rispetto ai dati di maggio. L’incognita del voto francese Resta però difficile capire quali saranno le prossime mosse delle banche centrali. La Banca Centrale Europea potrebbe dovere confrontarsi con l’esito del primo turno delle elezioni politiche in Francia che hanno visto per il momento vincere il Rassemblement National (RN), il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, con oltre il 33% dei voti. Altre variabili importanti saranno la pubblicazione in giornata dei dati sull’inflazione in Germania e domani i dati sull’inflazione nella zona dell’euro. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono i tassi d’interesse? Inflazione, stagflazione e deflazione

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Se l'intelligenza artificiale è una bolla, di che cifre parliamo?

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  • Intelligenza artificiale
Scritto il 28.06.2024

E se l’entusiasmo relativo all’intelligenza artificiale si rivelasse eccessivo rispetto ai risultati che si prospettano? Di quali cifre si starebbe parlando in questo caso? L’entusiasmo per l’IA e la spinta ai mercati L’intelligenza artificiale è stato senza dubbio uno dei driver di crescita dei mercati degli ultimi mesi, almeno da quando ChatGPT è stato messo a disposizione degli utenti verso la fine del 2022. Questo trend ha fatto crescere vertiginosamente il capitale in borsa di aziende come Nvidia, e contribuito al rialzo più generale delle big tech americane, che hanno annunciato ambiziosi piani di investimento in questa nuova tecnologia. Nondimeno, a molti investitori resta un dubbio: e se si trattasse di una bolla? Aumentano le spese, ma le previsioni sugli utili restano inferiori Su “Market Watch” Emily Bary riporta a tale proposito alcune considerazioni di Ross Sandler, analista di Barclays. Sandler fa notare questo: alcuni dati potrebbero confermare, almeno in parte, taluni timori di chi crede che la crescita degli investimenti nell’intelligenza artificiali potrebbe essere eccessiva; in particolare, l’aumento delle spese in conto capitale previste per il 2026 sono di 60 miliardi di dollari, contro un previsto ritorno del cloud di “soltanto” 20 miliardi di dollari. Un trend guidato anche dalla FOMO? Sandler calcola un totale di 167 miliardi di dollari di investimenti nell’intelligenza artificiale. Ciò che risulta cruciale, prosegue l’analista di Barclays, è capire se si tratta di una corsa agli investimenti più dettata dalla temibile paura di restare tagliati fuori (la celebre FOMO, “Fear Of Missing Out”) che da una reale prospettiva da sogno dei ritorni (Sandler parla di un “Field of Dreams scenario”). Il volume degli investimenti nell’IA è giustificato? In altre parole: gli enormi investimenti in intelligenza artificiale saranno accompagnati da una crescita della domanda e da una serie di applicazioni in grado di moltiplicare gli utili, oppure si riveleranno eccessivi, se confrontati con i risultati. È questa quella che, su “Market Watch”, Emily Bary definisce una domanda da 167 miliardi di dollari (“a $167 billion question”). Ti potrebbero interessare anche: Aggiornamenti da Wall Street, dai rialzi di Amazon alle prospettive su Apple Altalena Nvidia, il titolo che muove oggi di più le borse

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