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Il ribasso dei tassi fa tornare a parlare di mutui

Scritto il 03.01.2025

Una delle conseguenze del taglio dei tassi di interesse e, più in generale, dell’andamento delle politiche monetarie è da ricercarsi nel mercato dei mutui. Mutui: il contesto finanziario familiare va tenuto sempre in conto Il taglio dei tassi di interesse comporta una diminuzione del costo del prestito del denaro. Compresi i mutui. Questo argomento è stato al centro dell’intervista rilasciata a “Milano Finanza” da Simone Capecchi, direttore esecutivo di CRIF. Capecchi afferma innanzitutto che un mutuo dovrebbe inserirsi in modo equilibrato e razionale all’interno di contesto finanziario familiare (o aziendale, dacché anche le aziende naturalmente sottoscrivono dei mutui), tenendo conto delle disponibilità e degli obbiettivi finanziari. Calano i tassi di interesse della BCE e con loro anche i tassi dei mutui In materia di mutui sono due i tassi guida: l’Euribor per il tasso variabile, IRS per il fisso. A fronte dei tagli dei tassi di interesse operati dalla Banca Centrale Europea, ma anche a fronte delle prospettive della politica monetaria previste dall’istituto guidato da Christine Lagarde, è possibile che anche i tassi dei mutui continuino ad abbassarsi. Dunque, spiega Capecchi, proprio nella prospettiva di un possibile e progressivo abbassamento dei tassi, i mutui a tasso variabile sembrano a poco a poco diventare più interessanti, dopo un periodo che aveva visto crescere di molto i loro prezzi, rendendoli sempre più onerosi. L’opzione della surroga: conviene? Molti sottoscrittori, spiega Capecchi, hanno fatto recentemente richiesta della cosiddetta “surroga”, ossia della possibilità di passare da un mutuo a tasso variabile a uno a tasso fisso. Capecchi ritiene sia utile appoggiarsi per la scelta ai comparatori online, ma ancora di più utile è secondo lui andare personalmente in banca. Sulla base dell’ausilio di un professionista e, in ogni caso, di un’attenta analisi di tutti i costi è poi possibile optare per la soluzione di finanziamento più opportuna. Che potrebbe essere un mutuo a tasso fisso oppure in altri casi un mutuo a tasso variabile. Mercato dei mutui, prospettive di crescita per il 2025 Posto il fatto che non esiste una soluzione che si attagli meglio di altre se non in relazione alle specifiche situazioni finanziarie di ciascun sottoscrittore, Capecchi ricorda che il mercato dei mutui ha comunque ripreso a crescere, dopo che per qualche tempo aveva registrato una certa flessione. E le aspettative, conclude Capecchi, sono che questo mercato prosegua a crescere anche quest’anno. Ti potrebbero interessare anche: Eurirs ed Euribor: come funzionano i tassi di riferimento dei mutui?

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Prospettive sulla corsa dell'oro anche quest'anno

Scritto il 02.01.2025

Nel 2024 le performance dell’oro sono state paragonabili a quelle di un indice borsistico di successo come lo S&P 500 e solo di poco inferiori al Nasdaq. Dopo avere ampiamente superato i 2.700 dollari l’oncia, oggi l’oro oscilla intorno ai 2.600 dollari. Come scrive Ryan Dezember sul Wall Street Journal (WSJ), una delle ragioni è che, dopo le elezioni presidenziali, alcuni investitori hanno mosso parte del capitale investito nell’oro verso capitali più rischiosi. Alcuni dei potenziali driver di crescita del prezzo dell'oro  Nonostante questa correzione al ribasso, Dezember scrive che ben tre grandi banche d’affari USA, JPMorgan, Goldman Sachs e Citigroup, vedono come possibile un target di prezzo dell’oro di 3mila dollari nel 2025. Nell’articolo sul WSJ si individuano in questo senso alcuni driver di crescita del prezzo dell’oro: Il calo dei tassi di interesse, che rende meno attrattivi quei prodotti finanziari che – a differenza dell’oro – distribuiscono regolarmente delle cedole, dei dividendi o altri tipi di interessi. L’incertezza delle politiche internazionali, che tendono a fare aumentare gli investimenti nei beni rifugio come l’oro: nel mondo si stanno combattendo diverse guerre, come in Ucraina e in Medio Oriente, e ci si prepara a una escalation della guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina. Gli acquisti da parte dei cinesi, che vedono diminuire la crescita – sorprendente sino a poco tempo fa – della loro economia. L’acquisto di oro da parte delle banche centrali, anche come riserva di valore alternativa al dollaro. Il fatto che l’oro non sia particolarmente interessato dalla domanda industriale. Anche perché le compravendite di oro (anche gioielli, ad es.) possono aumentare. Nel caso di una situazione di crisi economica, chi è in difficoltà potrebbe volere incassare una certa liquidità, proprio mediante la vendita di beni preziosi d’oro che possiede. Potrebbe anche entrarci una ulteriore spinta (“momentum”) dovuta alla crescita sinora conseguita. Questi rally sono tipicamente piuttosto lunghi nel tempo, come dimostra la crescita media dei prezzi dei futures legati all’oro nei cinque degli ultimi sei anni. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa si intende per bene rifugio in un investimento finanziario?

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Come preparare gli investimenti per il 2025?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 30.12.2024

Le normali previsioni dei professionisti dell’asset management, relativamente all’anno che verrà, il 2025, ruotano intorno ad alcuni fattori chiave. In generale, sottolinea Pieremilio Gadda su “Il Corriere della Sera”, c’è un certo ottimismo per il 2025. A “rovinare la festa” ai mercati potrebbe però essere alcune variabili, tra le quali una delle più temute resta l’inflazione. Le prospettive per il 2025 restano tutto sommato rialziste Gadda riporta alcune considerazioni di Emilio Franco, ad di Mediobanca sgr: Franco ritiene che, nonostante ci sia la possibilità di doversi confrontare con la volatilità, la prospettiva per i mercati resta tutto sommato rialzista, in particolare in riferimento al mercato azionario statunitense. In questo senso è significativo che un sondaggio di Bank of America individui le maggiori aspettative da parte dei gestori proprio in tre segmenti del mercato USA: i 7 giganti del tech, il dollaro e le mid e small-cap. Altri segmenti del mercato sotto il riflettore, mentre l’Europa al momento non brilla Come si legge dall’articolo di Gadda, che riprende in questo caso alcune considerazioni di Donatella Principe, director Market e distribution strategy di Fidelity International, si tratta di una rotazione in favore di classi di attivi sinora non tra le più brillanti del mercato. Senza che però tutto ciò preveda un ribasso per le azioni che sinora hanno trainato i mercati, segnatamente il segmento tecnologico. Meno promettente, invece, per Principe, è la situazione per l’Europa, che “perde competitività sul piano internazionale”. I rischi legati alla politica protezionistica di Trump Resta poi l’incognita dell’inflazione. La politica protezionistica promessa da Donald Trump nel corso della campagna elettorale potrebbe portare a un aumento significativo delle tariffe non solo nei confronti della Cina ma anche dell’Europa (sempre che, come afferma Franco, non si tratti piuttosto di un’arma negoziale). Ma una delle conseguenze di questa politica potrebbe essere in primo luogo l’aumento dell’inflazione e in secondo luogo il ritorno di una politica rialzista dei tassi da parte della Federal Reserve per tenere a freno la perdita di valore della moneta. Ti potrebbero interessare anche: Perché la Fed ha raffreddato l'entusiamo sui mercati? Obbligazioni societarie: dove cercare opportunità? Anche in Europa c'è un mercato degli asset alternativi

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Cosa sono e quali sono i vantaggi e svantaggi dei fondi a scadenza?

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  • Fondi Comuni di Investimento
Scritto il 27.12.2024

Nel corso della trasmissione “Market Mover” del “Sole 24 Ore”, Marzia Redaelli ha trattato l’argomento dei fondi obbligazionari a scadenza. Che cosa sono i fondi di investimento a scadenza e quali sono alcuni dei loro vantaggi? Questi fondi investono in un portafoglio di obbligazioni e presentano una data di scadenza in corrispondenza della quale gli investitori possono ritirare il proprio capitale. Alcuni vantaggi consistono a) nell’investire in un fondo con un orizzonte temporale ben definito; b) nel poter sfruttare il potenziale di diversificazione legato a un fondo che, appunto, investe in un paniere di titoli; c) nell’investire in una serie di prodotti che, presi singolarmente, non sarebbero accessibili (anche solo per i tagli minimi molto elevati) a una clientela “retail”. La differenza tra i fondi obbligazionari a scadenza e le singole obbligazioni Come spiega Redaelli, tali prodotti presentano delle importanti differenze con le obbligazioni: se è vero che hanno una data di scadenza, il rimborso non prevede che agli investitori sia restituita la stessa somma iniziale investita: la gestione dei fondi infatti prevede che i manager provino a guadagnare in conto capitale dalla compravendita dei fondi. È dunque necessario considerare con attenzione il livello di rischiosità dei singoli fondi. Come ricordato anche dal conduttore della puntata di “Market Mover”, Andrea Franceschi, è importante in questo senso consultare il documento informativo del fondo (KID – Key Information Document), non affidandosi soltanto alle informazioni di marketing. Alcuni svantaggi dei fondi di investimento a scadenza Redaelli ricorda inoltre due cose importanti. La prima è che gli investitori devono ricordarsi della scadenza del fondo, così da ricevere il rimborso (altrimenti il rimborso viene reinvestito, di solito, in un mercato estremamente liquido, come quello monetario). La seconda è che i costi di commissione possono essere anche piuttosto elevati, cioè arrivare sino al 4%; a ciò si aggiunge il fatto – spiega sempre Redaelli – che i costi di commissione sono prelevati appena si investe nel fondo e vengono ammortati nel corso della vita del fondo, sicché ritirare prima l’investimento potrebbe comportare il fatto di non riuscire a recuperarli per intero. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono e come funzionano le obbligazioni? Società di gestione del risparmio (SGR): cosa sono e come operano Cos'è la spesa corrente, il costo e la commissione di un fondo?

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Perché la Fed ha raffreddato l'entusiamo sui mercati?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 23.12.2024

La Federal Reserve (Fed) ha tagliato i tassi di interesse. E però i mercati non hanno salutato la notizia entusiasticamente. Al contrario, gli indici di mercato statunitensi hanno registrato dei numeri negativi. Come mai? Tempo di una pausa per il taglio ai tassi di interesse USA La ragione è che il presidente della Fed, Jerome Powell, ha abbassato le aspettative sul taglio dei tassi di interesse per l’anno prossimo: come ha detto Powell, è arrivato il tempo di compiere una pausa nel ciclo ribassista dei tagli. Come scrive Federico Rampini sul “Corriere della Sera”, la ragione è che la Fed ha visto riemergere un rischio importante per i mercati che la nuova gestione dell’amministrazione Trump rischia di portare con sé: il ritorno dell’aumento dell’inflazione. Una delle conseguenze delle parole di Powell è stato anche l’aumento del valore del dollaro (che rende più costose le esportazioni americane, a vantaggio di chi invece importa merci dall’estero). Perché la politica economica promessa da Trump rischia di aumentare l’inflazione? Le promesse economiche fatte da Donald Trump nel corso della sua campagna elettorale concorrono a prospettare uno scenario favorevole all’inflazione: maggiore spesa a deficit, dazi e tariffe sui prodotti importati, limitazione dell’immigrazione e il rimpatrio dei migranti irregolari (dacché – come scrive Rampini – aumenta il potere contrattuale dei lavoratori). Per quanto riguarda le politiche protezionistiche, Goldman Sachs ha previsto che dei dazi intorno al 10% potrebbero portare a un aumento dei prezzi dello 0,6%. I dati della Fed: dai tassi alle previsioni sul PIL e sull’inflazione per il 2024 e il 2025 Nel corso dell’ultima riunione, la Fed ha tagliato i tassi dello 0,25% portandoli in una forchetta tra il 4,25%-4,5%. La previsione per il 2025 è che, al momento, ci sarebbe lo spazio per una ulteriore diminuzione dei tassi (distribuita su due tagli) per un totale di 50 punti base. La Fed prevede altresì una crescita del PIL per il 2024 pari al 2,5%, del 2,1% nel 2025. Per quanto riguarda invece l’inflazione, le previsioni sono di un aumento complessivo del 2,4% e del 2,5%, rispettivamente per il 2024 e per il 2025; ma se si guarda all’inflazione “core”, cioè dalla quale sono sottratte le componenti più volatili (energia e alimenti non lavorati), le cifre salgono rispettivamente a 2,8% a 2,5%. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono i tassi d’interesse? Inflazione, stagflazione e deflazione

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Obbligazioni societarie: dove cercare opportunità?

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  • Obbligazioni - investimenti obbligaz
Scritto il 20.12.2024

Un manager compie una rapidissima panoramica del segmento di investimenti obbligazionario partendo dal punto di vista dell’Europa. La prospettiva da un’Europa un po’ in difficoltà In un’intervista realizzata da Sandra Riccio e comparsa su “La Stampa”, Karsten Rosenkilde, gestore del fondo Dws Invest Euro Corporate Bonds, ha analizzato la situazione delle obbligazioni societarie a partire dal punto di vista degli investitori europei. In Europa, oggi, non mancano alcune difficoltà: la Francia e la Germania attraversano una fase di instabilità politica e di difficoltà economica; allo stesso tempo, ci sono timori sul fatto che Donald Trump possa effettivamente imporre dei dazi significativi sulle importazioni dell’Europa e, segnatamente, dall’Unione Europea. La solidità dei bond investment-grade Nonostante questo scenario di difficoltà, Rosenkilde ritiene oggi il settore dei bond societari di qualità, classificati cioè come investment-grade, sia solido (per ogni downgrade, spiega il manager, si riscontrano oggi tre upgrade). Anche qualora la recessione si dovesse aggravare, la maggior parte delle società sarebbe comunque in grado di ripagare per tempo i propri debiti.    Diversificazione, sovrappeso e sottopeso degli investimenti Rosenkilde ritiene peraltro che gli indici delle obbligazioni investment-grade in euro possano offrire anche una diversificazione anche all’esterno dell’Eurozona. Ciò grazie alla presenza di emittenti domiciliati in Paesi come quelli scandinavi, ma anche in Inghilterra, USA, Australia e Giappone. Inoltre, parlando nello specifico della strategia obbligazionaria della sua società, Rosenkilde afferma di muoversi nella direzione di un sovrappeso nei confronti di Paesi come l’Irlanda, l’Italia, la Spagna e il Portogallo, sotto pesando invece le regioni più centrali dell’Europa. Sale la partecipazione di Unicredit a Commerzbank Rosenkilde ha parole di apprezzamento per un settore come quello bancario italiano che, nel corso degli anni, ha guadagnato in termini di solidità patrimoniale e redditività. Nel frattempo, qualcosa sembra che si stia muovendo anche sul fronte tedesco di Unicredit: la partecipazione della banca italiana in Commerzbank è cresciuta infatti dal 21 al 28%. Ti potrebbero interessare anche Che cosa sono e come funzionano le obbligazioni?

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Anche in Europa c'è un mercato degli asset alternativi

Scritto il 19.12.2024

In Europa ci sarebbe un mercato di asset alternativi in grado di dare delle opportunità agli investitori specializzati e interessati: è quanto si legge in un articolo recentemente pubblicato dalla rivista “Lamiafinanza.it”. Il mercato degli asset alternativi Bisogna innanzitutto specificare che gli asset alternativi rappresentano degli investimenti diversi rispetto a quelli tradizionali, segnatamente a quelli quotati sui mercati finanziari. Ciò fa sì che gli asset alternativi abbiano una serie di vantaggi e svantaggi rispetto agli asset tradizionali. Vantaggi e svantaggi Cominciamo coi vantaggi: sono tipicamente decorrelati dagli asset tradizionali, e dunque hanno un buon potenziale di diversificazione; sono caratterizzati da una volatilità relativamente bassa; inoltre, possono offrire rendimenti anche notevoli. Gli svantaggi, ora: si tratta di investimenti che richiedono di solito un grosso impegno di capitale; sono generalmente illiquidi; richiedono necessariamente che a occuparsene sia un professionista degli investimenti, nonché quantità di capitali che li rendono non accessibili da parte degli investitoti al dettaglio. Le opportunità offerte dagli asset alternativi Come si legge nell’articolo comparso su “Lamiafinanza.it”, anche l’Europa sembra essere un mercato in grado di offrire delle opportunità di investimento sotto il profilo degli asset alternativi. L’articolo cita infatti il rapporto presentato da Mario Draghi all’Unione Europea, che sottolinea l’importanza di cambi radicali affinché l’Europa torni a essere competitiva. Dove si trovano le maggiori opportunità in Europa? Sono proprio due dei settori cruciali del cambiamento a essere indicati da “Lamiafinanza.it” come due ambiti promettenti sotto il profilo degli investimenti alternativi: la digitalizzazione e la transizione energetica. In particolare, i tre ambiti individuati sono: “edifici, trasporti ed energia”. L’ordine di grandezza degli investimenti di cui abbisognerebbero questi settori è nell’ordine dei miliardi di euro. Ricordiamo che si tratta di investimenti che per la loro rischiosità, complessità e ammontare di capitale non permettono l’accesso diretto da parte della clientela di investimento retail. Per approfondire: Investimenti alternativi: rischi e benefici

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Cooperazione EU-Sudamerica: le conseguenze per gli investitori

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 18.12.2024

Dopo un quarto di secolo di trattative sembra possa arrivare a compimento il trattato UE-Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay): ma di che cosa si tratta e quali sono le possibili conseguenze per l’Europa? Chi può guadagnare qualcosa dall’accordo UE-Mercosur? L’accordo tra l’UE e i Paesi sudamericani del mercosur comporterebbe una liberalizzazione degli scambi, con la riduzione delle tariffe commerciali. In controtendenza, dunque, rispetto all’attuale clima internazionale e alle promesse fatte in campagna elettorale da Donald Trump. Come scrive Simone Matteis su “Linkiesta”, a essere avvantaggiati sarebbero i rispettivi settori di esportazione più forti: dalla prospettiva degli europei, l’industria automobilistica, tecnologica, tessile e vinicola; dalla prospettiva dei sudamericani, l’industria agroalimentare e gli estrattori-produttori di materie prime.   Le criticità sollevate dagli ambientalisti e dall’industria agroalimentare Per Stefano Feltri – che ha commentato questa notizia su “Internazionale” – si tratta di una scelta più di natura geopolitica che economica: da un lato infatti impatterebbe sul PIL europeo tra lo 0,2 e lo 0,3%; dall’altro lato, invece, esporrebbe le regioni amazzoniche (uno dei più importanti polmoni verdi del pianeta) a uno sfruttamento ancora più intensivo del territorio; in tale senso, però, l’UE ha affermato di voler far rispettare il Regolamento contro la deforestazione del 2023. Naturalmente, scrive Matteis su “Linkiesta”, c’è anche il problema degli standard alimentari. Sebbene la Commissione UE abbia fatto sapere che quei criteri di qualità resteranno validi anche per i prodotti importati, i produttori agroalimentari europei temono comunque che fine di barriere doganali. Le ragioni di politica internazionale dietro l’accordo Su “Internazionale”, Feltri sintetizza in due punti l’obbiettivo geopolitico dell’UE: contrastare l’attrazione che la Cina esercita su quei mercati (portandola almeno in parte un po’ a sé), nonché rafforzare una catena di approvvigionamento (terre rare comprese) che rischia di essere minacciata dalla guerra commerciale tra la Cina e gli Stati Uniti. Questa misura, peraltro, dovrà essere approvata da una maggioranza qualificata del Consiglio europeo dei Paesi membri; al momento, i più contrari sono Francia e Polonia. Ti potrebbero interessare anche: Resistere ai dazi anche sui mercati

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Cripto, una rivoluzione pericolosa per i risparmiatori?

Scritto il 17.12.2024

Quanto potrà crescere ancora il valore delle criptovalute? E quali problemi potrebbe creare questa crescita apparentemente senza controllo? La vertiginosa crescita del valore dei bitcoin Con la vittoria elettorale di Donald Trump il mondo delle criptovalute è stato interessato da un crescente entusiasmo, talché la regina delle criptovalue, il bitcoin, ha superato i 100 mila dollari di valore. Si tratta di valori nemmeno paragonabili con quelli di 5 anni fa, quando un bitcoin valeva circa 7-8 mila dollari l’uno. Questa crescita vertiginosa del valore del criptoasset, benché contraddistinta da alti e bassi, ha fatto scrivere a molti commentatori che questa e altre criptovalute rappresentano oggi qualcosa di paragonabile ai metalli preziosi. I bitcoin, in particolare, vengono comparati all’oro. La speculazione dietro la crescita esponenziale del valore delle criptovalute Questo entusiasmo non è però condiviso da tutti i commentatori. Sul quotidiano olandese “Volkskrant”, Pieter Klok scrive che il valore dei bitcoin non è reale ma basato soltanto sulla speculazione (diverso dall’oro, dunque, a cui viene riconosciuto un valore intrinseco). Ciò significa che il rischio di una bolla è più che concreto, soprattutto se le regole sinora stabilite verranno ulteriormente allentate dalla futura amministrazione USA. E a farne le spese saranno soprattutto gli ultimi arrivati, a solo vantaggio di coloro che avevano investito per primi in questo prodotto. Il rischio, spiega Klok, è che si acuiscano ancora di più le già ampie disuguaglianze nella platea dei cittadini e dei risparmiatori. Una minaccia per la stabilità economica e finanziaria? Dopo il crollo di FTX di Sam Bankman-Fried, i bitcoin avevano conosciuto una fase ribassista e si era temuto che l’intero settore delle criptovalute potesse implodere. Ciò non è avvenuto e questi asset digitali creati dal misterioso Satoshi Nakamoto sono state persino regolamentate dalla massima autorità di vigilanza dei mercati USA, la SEC, mediante l’approvazione di una serie di ETF basati proprio sulla cripto valuta. Ora che il loro valore è aumentato così tanto – scrive Pieter Klok su “Volkskrant” – si avvicina sempre di più il rischio che una crisi nel settore delle criptomonete possa ripercuotersi sull’intero settore economico-finanziario, minandone addirittura la stabilità. Ti potrebbero interessare anche: Che cosa sono le criptovalute?

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Occhio alla leva finanziaria, che può annientare i risparmi

Scritto il 16.12.2024

La leva finanziaria è una strategia che può moltiplicare le perdite o i guadagni di uno strumento finanziario. Ecco perché non può essere adatta all’orizzonte di investimento di un risparmiatore che mira all’accumulazione di un certo capitale. L’effetto della leva finanziaria Come fanno dei fondi a ottenere dei risultati così superiori rispetto ad altri prodotti finanziari? Dipende naturalmente dalla composizione del portafoglio. Già: ma come mai alcuni prodotti che replicano la composizione di un indice possono avere dei risultati molto, ma molto diversi rispetto all’indice stesso? Una risposta possibile sta nella cosiddetta “leva finanziaria”: mediante del capitale preso a prestito è possibile infatti moltiplicare i risultati della traiettoria di un titolo finanziario o di un indice di mercato. Attenzione alle brutte sorprese Come scrive Jonathan Weil sul “Wall Street Journal” (WSJ), gli ETF dotati di leva finanziaria hanno conosciuto recentemente un certo successo negli USA. Nondimeno, si tratta di strumenti finanziari che, proprio a causa dell’effetto leva, rischiano di portare agli investitori delle brutte sorprese: già nel 2010, si legge sul WSJ, Ted Seides scriveva dei “sorprendenti costi della volatilità”. Quanto costa la volatilità? Il punto è che la volatilità comporta dei costi notevolissimi se amplificati dall’effetto leva: questo perché – spiega Seides – la necessità di ribilanciare il portafoglio sulla base della leva finanziaria porta ad acquistare nei momenti di crescita dei prezzi sui mercati e a vendere nelle fasi ribassiste (quando cioè i prezzi scendono). Più la traiettoria di un titolo è volatile più l’effetto leva, dunque, tende a erodere il patrimonio investito. La leva: una strategia lontana dai risparmiatori Weil scrive sul WSJ che sarebbe meglio stare a guardare i risultati dei fondi dotati di leva finanziaria piuttosto che possederne delle quote. In generale, infatti, si tratta di investimenti che richiedono necessariamente la gestione da parte di un professionista (che deve sapere usare, ad esempio, i prodotti derivati), nonché un orizzonte di investimento spesso di breve termine e una forte propensione al rischio: tutte caratteristiche estranee a coloro che risparmiano con la finalità di accumulare un certo patrimonio. Ti potrebbero interessare anche: Cosa sono gli ETF e come funzionano Che cosa vuol dire essere un investitore cassettista? Come si declinano gli investimenti (PIC) in relazione al tempo?

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Quali sono le basi da sapere sulla pianificazione finanziaria?

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  • Formazione/Educazione Finanziaria
Scritto il 13.12.2024

Che cos’è la pianificazione finanziaria e quali dovrebbero essere le sue caratteristiche precipue? L’utilità della pianificazione finanziaria Uno dei presupposti per condurre con serenità degli investimenti – spiegano molti esperti – è una corretta ed efficace pianificazione finanziaria. La Banca d’Italia ha dedicato un approfondimento video su questo tema. L’approfondimento si trova all’interno di un ciclo sulla formazione e l’educazione finanziaria rivolta alle donne. Il contenuto può essere utile però per ciascun risparmiatore. La pianificazione finanziaria – spiega la Banca d’Italia – è uno strumento efficace per limitare l’influenza dell’emotività nella gestione delle proprie risorse, a vantaggio di un approccio più razionale al proprio budget. Un benessere finanziario minimo Come afferma il professor George Kinder, “le persone non hanno obbiettivi finanziari, hanno obbiettivi di vita che necessitano di risorse finanziarie per essere realizzati”. Ne consegue che il benessere finanziario è una delle componenti di un più generale benessere. Il benessere finanziario consiste, nella sua forma più basilare, nella capacità di affrontare le spese correnti e delle eventuali spese extra legate a imprevisti (da interventi di riparazione della casa, ad esempio, a cure mediche, sino a una riserva per affrontare un’eventuale situazione di disoccupazione). Ordinare le entrate e le spese Una pianificazione finanziaria efficace, come si evince dall’approfondimento video della Banca d’Italia, consiste nella contezza delle proprie entrate e uscite, ossia nella contezza del proprio budget. In questo senso, un elenco delle entrate e delle uscite può contribuire a gerarchizzare le spese ed eventualmente anche a eliminare quelle superflue (“la pianificazione – spiega la Banca d’Italia – abitua a distinguere le necessità dai desideri”). L’elenco serve poi per fare delle previsioni, sulla base delle quali è possibile organizzare degli obbiettivi di risparmio e/o di investimento. Le cinque caratteristiche della pianificazione finanziaria Come suggerisce la Banca d’Italia, gli obbiettivi di una pianificazione finanziaria dovrebbero possedere cinque caratteristiche: devono essere specifici, misurabili, raggiungibili, realistici e temporalmente definiti. Si può infine aggiungere che il mondo della finanza offre una moltitudine di esperti in grado di affiancare i singoli risparmiatori nella messa a punto di una pianificazione finanziaria. Consulta anche: Imparare ad investire

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L'inflazione è il vero rischio che temono adesso i mercati

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 12.12.2024

I mercati finanziari proseguono a crescere, apparentemente senza ostacoli. Ma gli ultimi dati sull’inflazione provenienti dagli USA potrebbero rivelarsi un problema. Dal picco del 2022 al target quasi raggiunto oggi Non c’è dubbio che l’inflazione negli Stati Uniti sia ormai lontana da quel picco registrato nell’estate del 2022. In particolare, nel giugno del 2022, l’inflazione raggiunse il 9,1%. Da allora, la Federal Reserve ha alzato vigorosamente i tassi di interesse. Nel giro di un anno, l’inflazione era già scesa intorno al 3,5% e a settembre ha raggiunto il suo punto più basso, 2,4%. L’inflazione torna a crescere Nel mese di ottobre e di novembre, però, l’inflazione è tornata a crescere negli USA: +2,6%. L’accelerazione, va detto, è contenuta, ma ci si allontana un po’ dall’obbiettivo del 2% della politica monetaria. A tale proposito, Paul R. La Monica (“Barron’s”) riporta alcune considerazioni della CIO di Nuveen, Saira Malik, la quale vede come possibile uno scenario di crescita dell’economia USA e di “una inflazione appiccicosa” (“sticky inflation”). La Federal Reserve e le promesse di spesa dell’Amministrazione Trump Se l’inflazione dovesse tornare a crescere, la Federal Reserve si troverebbe a dovere fermare la politica di tagli ai tassi di interesse. Nel caso peggiore, la Fed si ritroverebbe a fare marcia indietro, tornando a fare crescere i tassi. Alcuni analisti credono che questo scenario non sia da sottovalutare, giacché Trump ha promesso una quantità enorme di stimoli fiscali e spesa a deficit, col rischio di riaccendere l’inflazione. Aspettarsi un 2025 simile al 2024? David Kelly, capo stratega globale di  J.P. Morgan AM, ritiene che Trump potrebbe non dare corso a tutte le promesse fatte in campagna elettorale; pertanto, salvo grossi cambiamenti, il 2025 potrebbe ricalcare la traiettoria dei mercati registrata nel 2024. Kelly, ma anche Nelson Yu, capo del segmento equity di AllianceBernstein, ritengono che ci sia ancora margine di crescita per le azioni USA. Yu però spiega che, più che guardare alle big tech (per quanto riguarda le prospettive di crescita), esistono ampi segmenti del mercato che potrebbero beneficiare delle misure di deregolamentazione e di riduzione delle tasse promesse da Trump. Ti potrebbero interessare anche: Si riaffaccia l'inflazione, ma per la BCE non è una sorpresa Gas: sarà presto allarme per i prezzi più alti?

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