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DI QUANTA LIQUIDITÀ ABBIAMO DAVVERO BISOGNO SUL CONTO CORRENTE?

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 01.03.2021

Siamo tendenzialmente abituati ad accumulare i nostri risparmi sul conto corrente: è semplice, immediato e ci dà quel senso di sicurezza e tranquillità che i nostri soldi saranno sempre lì ad aspettarci. La paura degli imprevisti, delle perdite o di non poter disporre liberamente del nostro capitale ci porta a immobilizzarci: è così che gestiamo in modo inefficiente i nostri risparmi.  Vediamo insieme quanta liquidità dovremmo veramente lasciare sul conto e come affrontare il futuro per sentirci più sicuri. Detenere troppi risparmi sul conto corrente non fa altro che bloccare la nostra capacità futura di spesa e di risposta ai nostri bisogni e soprattutto ai possibili imprevisti. Questo sostanzialmente per tre ragioni: •               Il conto corrente non rende nulla: con i tassi d’interesse azzerati, lasciare i soldi fermi sul conto non rende niente. Non investendo i propri risparmi si rischia essenzialmente di accumulare una perdita sicura. •               L’inflazione lavora in silenzio: e lo fa erodendo il potere d’acquisto nel corso del tempo, per via dell’aumento del livello generale dei prezzi. •               Non siamo protetti: non c’è rivalutazione, non c’è una metodologia d’azione né tanto meno una strategia: lasciando i risparmi sul conto, c’è solo la certezza di trovare in futuro meno di quello che avremmo potuto avere.  Partiamo da alcune considerazioni generali. Per quanto vaga, tutti noi abbiamo un’idea personale su quanto contante si dovrebbe depositare nel proprio conto bancario. La verità è che, più delle opinioni, il tema richiederebbe analisi e calcoli puntuali. Per fare un esempio, secondo gli esperti di gestione patrimoniale esiste un calcolo preciso per valutare di quanti soldi "pronti all’uso" abbiamo veramente bisogno. Tutto quello che dobbiamo fare è suddividere il nostro fabbisogno finanziario in tre fasce. •               Costi fissi: sarebbe bello non avere spese fisse mensili, ma purtroppo non è così. La bolletta dell’elettricità arriva, proprio come quella dell’acqua, di internet, dell’auto e del mutuo o dell’affitto. Supponendo che abbiamo valutato come questi costi si inseriscano nel nostro budget, deciso che sono indispensabili, non c’è molto che possiamo fare se non pagarli. I costi fissi dovrebbero consumare circa il 50% del nostro budget mensile. •               Denaro discrezionale: qui rientrano un po’ tutte le nostre spese accessorie ed è qui che dobbiamo porre maggiori limitazioni. Molte includono anche la spesa alimentare perché in effetti possiamo decidere in base ai nostri desideri come gestire questa spesa: si può mangiare in un ristorante o mangiare a casa, si può comprare un prodotto generico o di marca, e via dicendo. La regola generale è destinarvi meno del 30% del proprio reddito. •               Fondo d’emergenza: oltre alle spese mensili e al denaro discrezionale, una parte delle riserve di denaro nel conto bancario dovrebbero consistere nel nostro fondo di emergenza. Il denaro per questo fondo dovrebbe provenire dalla parte del nostro budget dedicata al risparmio. Solitamente, i guru finanziari consigliano di calcolare tre mesi di spese correnti e lasciare da parte nel conto la somma che risulta da questo computo per eventuali imprevisti. E i soldi rimanenti o che abbiamo già accumulato sul conto? Siamo tutti d’accordo sul fatto che i risparmi dovrebbero essere destinati alla nostra pensione e ad altri obiettivi futuri, investiti quindi in qualcosa che possa fruttare più di un conto bancario.   Alla base della paura di investire c’è un chiaro bias comportamentale: abbiamo timore di perdere i nostri risparmi. La paura è fondata? Sicuramente investire pone dei rischi, ma questi rischi con la giusta pianificazione finanziaria possono essere minimizzati. Pensiamo soprattutto a quegli investimenti a capitale protetto, su strumenti finanziari come obbligazioni e fondi monetari a basso rischio, o comunque all’ investimento a medio-lungo termine (quindi su un lasso di tempo maggiore di cinque anni). Qui possiamo notare come, storicamente, le probabilità di registrare perdite si affievoliscano nel corso del tempo. Inoltre, investire non significa non avere più a disposizione i nostri soldi. Esistono infatti strumenti facilmente liquidabili che ci permettono di avere a disposizione una certa somma di denaro in modo veloce e nel momento in cui ne abbiamo bisogno. La pianificazione finanziaria offerta da un professionista mira proprio a metterci in condizione di guardare con serenità al futuro, realizzando passo dopo passo i nostri obiettivi, bilanciando adeguatamente protezione e assunzione di rischio, è sempre più evidente che per ottimizzare e rendere ancora più efficiente la gestione delle nostre finanze sia assolutamente necessario pianificare. Un consulente finanziario può farci osservare da un punto di vista "esterno", dunque meno emotivo, il quadro generale entro cui ci muoviamo, focalizzare l’attenzione sui nostri reali bisogni e sulle risposte concrete da mettere in campo. Collocare i nostri obiettivi nel corretto orizzonte temporale, offre la possibilità di disegnare il percorso da intraprendere per soddisfare le nostre necessità. Muoversi nei tempi giusti con una strategia ben definita è già di per sé un approccio rasserenante nei confronti degli imprevisti della vita, tanto più se possiamo contare sull’appoggio di un professionista esperto, competente e di fiducia. Affrontare ogni situazione con gli strumenti giusti può davvero fare la differenza, basti pensare ad una polizza sanitaria per garantirci l’accesso a visite specialistiche e cure mediche, a un fondo pensione per integrare il nostro reddito futuro, a un credit lombard che ci offra liquidità mantenendo i nostri investimenti o a una pianificazione multiobiettivo con più portafogli differenti, caratterizzati da asset allocation e orizzonti temporali ad hoc per raggiungere ogni specifico traguardo, che sia l’università dei figli, l’acquisto della casa dei sogni o la pura ricerca di rendimento. Posta nella giusta ottica, insomma, la liquidità dovrebbe avere uno spazio assai ridotto tra i nostri strumenti. Il suo ammontare andrebbe limitato al necessario per coprire le spese quotidiane e poco più: quella che si definisce liquidità transazionale. Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni.   E che l’investimento sia con voi.

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ALTI E BASSI DI MERCATO: COME COGLIERE LE POSSIBILI OPPORTUNITÀ IN CONTESTI INCERTI

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 22.02.2021

ALTI E BASSI DI MERCATO: COME COGLIERE LE POSSIBILI OPPORTUNITÀ IN CONTESTI INCERTI I fondi comuni di investimento sono tra gli strumenti finanziari più diffusi e utilizzati dagli italiani: alla fine del 2020 più di un terzo degli investitori del Belpaese aveva destinato parte dei propri risparmi a questo tipo di prodotti. Ma in cosa investono? In situazioni di volatilità e incertezza che tipo di strategie vengono adottate? PARTIAMO DALLE BASI... Prima di affrontare il tema delle strategie d’investimento, per qualcuno può essere utile comprendere di cosa parliamo quando facciamo riferimento ai fondi d’investimento, aperti e chiusi. Semplificando un po’, si tratta di un "contenitore" in cui diversi investitori fanno confluire i propri risparmi. La società che gestisce il fondo raccoglie le quote individuali e le investe in modo unitario sui mercati: una soluzione che permette una diversificazione decisamente superiore a quella che potrebbe ottenere un investitore singolo. I fondi di investimento, però, non sono tutti uguali: una prima distinzione fondamentale è fra fondi aperti, che consentono di sottoscrivere quote o chiederne il rimborso in qualsiasi momento, e fondi chiusi, che permettono di sottoscrivere quote solo nel periodo di offerta. COME SCEGLIERE IL PROPRIO FONDO D'INVESTIMENTO? La scelta è molto ampia e la strategia che scegliamo dovrebbe rispecchiare le nostre esigenze e i nostri obiettivi di vita.                                                                                                                                                                  Ci sono fondi che investono nel comparto azionario, obbligazionario, o in entrambi con differenti proporzioni. Ci sono poi fondi che investono in specifici settori, temi d’investimento o regioni geografiche. Denominati in euro, in dollari o valute di altri paesi. Importante è riflettere attentamente su obiettivi e durata di ogni singolo prodotto finanziario sottoscritto e rivolgerci ad un esperto del settore che possa individuare il fondo o i fondi che rispondono al meglio alle nostre esigenze e al nostro livello di rischio.                                                Arriviamo dunque a un punto fondamentale: considerare il periodo in cui decidiamo di iniziare a investire. Alcune volte possiamo infatti avere la possibilità di sfruttare strategie d’investimento di grande efficacia in momenti particolari come quelli caratterizzati da una forte volatilità. MERCATI VOLATILI E FUTURO INCERTO: CONVIENE INVESTIRE IN UN FONDO COMUNE? La caratteristica naturale dei mercati è di oscillare nei suoi valori, i prezzi infatti variano con una frequenza più o meno intensa, questa è detta volatilità. Ciò vorrebbe dire rinunciare a investire? Non proprio: significa che è necessario adottare le misure giuste per poter investire nel modo più produttivo possibile, riuscendo a cogliere i momenti favorevoli che offrono i mercati. Il tutto, però, senza esporci agli errori del cosiddetto "market timing", la pretesa di riuscire autonomamente a riconoscere il momento giusto per investire e/o vendere. Un comportamento che rischia di causare perdite, soprattutto tra gli investitori "amatoriali". Una valida soluzione può essere quella di avvalersi di meccanismi di investimento studiati appositamente per affrontare la volatilità con metodo. Esistono infatti sistemi automatici di reinvestimento periodico del capitale investito, che consistono nel bilanciamento progressivo dei propri investimenti a seconda delle situazioni di mercato più favorevoli. COME EVITARE ERRORI DI MARKET TIMING E SUPERARE L'INCERTEZZA DEI MERCATI Principalmente entrando gradualmente sui mercati, quello che serve è una strategia professionale d’investimento capace di riconoscere i momenti migliori per comprare o vendere. Un esempio sono i prodotti innovativi che si basano su approcci quantitativi per riconoscere sistematicamente le situazioni di mercato più favorevoli. Questi presuppongono fondi d’investimento basati su una strategia di decumulo progressivo, che rende l’investimento flessibile e adatto a ogni situazione di mercato. Sono fondi che generalmente partono da strumenti a basso rischio, come possono essere i fondi monetari o le obbligazioni a breve termine, per poi spostare piccole somme di denaro gradualmente, e a seconda dell’andamento del mercato, su comparti più performanti come quelli azionari. In questo modo si riesce a controllare il rischio determinato dall’incertezza e dalla volatilità dei mercati e allo stesso tempo a muoversi efficacemente verso il raggiungimento del proprio obiettivo di rivalutazione del capitale. LE OPPORTUNITÀ CI SONO ANCHE DURANTE LE CRISI Non è detto che durante situazioni di grande crisi sui mercati non ci siano opportunità da poter cogliere. Anzi, è proprio in momenti come questi che si creano situazioni interessanti e vantaggiose in grado, ad esempio, di farci comprare a un prezzo più contenuto titoli che prima erano troppo costosi.                                  Ma l’importante è evitare di farsi prendere dall’euforia o al contrario dal panico del momento.            Affidarsi a professionisti del settore aiuterà a prediligere strumenti che possono esserci utili per affrontare al meglio il mercato, anche in situazioni di incertezza come quella che stiamo vivendo ora e che potremmo sperimentare in futuro. Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni. E che l’investimento sia con voi.

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EFFETTO VACCINI: PER AGGANCIARE LA RIPRESA BISOGNA ESSERCI

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 10.02.2021

I mercati vanno verso una possibile ulteriore ripresa sulla scia dei piani di vaccinazione mondiali. L’eventuale effetto che inevitabilmente avranno sui mercati, affretta le scelte sulla destinazione della liquidità. Chi sceglie di restare troppo liquido rischia di perdere ancora una volta il treno del rialzo. Il nuovo anno è partito all’insegna della speranza, la speranza di poter tornare a vivere nell’accezione più ampia del termine, la speranza di poter scoprire una "nuova normalità". Con la possibilità e la voglia di pensare ad un futuro più rassicurante, non solo in termini di salute, ma anche di crescita personale: poter fare progetti, studiare, viaggiare, fare impresa, divertirsi. La speranza si basa sui vaccini anti Covid-19 approvati nel mondo che, ad oggi, sono otto: quello di Moderna, quello di Pfizer-BioNTech e quello di AstraZenenca (approvato per il momento nel Regno Unito), oltre a tre prodotti cinesi e due russi (il cui via libera è dato direttamente dal governo di Pechino e quello di Mosca in quanto paesi che non hanno autorità regolatorie indipendenti).  Nonostante i dati di contagio segnalino quanto l’epidemia sia ancora diffusa, il piano di vaccinazione anti Covid-19 sta procedendo in tutto il mondo e fa intravedere la luce in fondo al tunnel.  Nonostante le difficoltà logistiche di distribuzione, si stima che entro la prima metà dell’anno una significativa quota della popolazione mondiale sarà ‘immunizzata’, in particolare i soggetti più a rischio. E’ quindi ragionevole ipotizzare che, se tutte le previsioni inerenti la somministrazione dei vaccini saranno rispettate e con esse la capacità di proteggere le persone dal contagio, entro il prossimo autunno si possa ritornare, se non esattamente a tutto quanto facevamo prima, almeno ad una buona parte delle consuetudini di lavoro e di movimento cui eravamo abituati prima. LE IMPLICAZIONI SUI MERCATI Tutto questo ha profonde implicazioni anche per quanto concerne i mercati finanziari, che si muovono in anticipo riguardo le aspettative positive o negative. Con il piano di vaccini anti Covid-19 a livello mondiale, si gettano infatti le basi per una ripresa dell’economia. Quest’ultima è nelle condizioni di registrare tassi di sviluppo sostenuti grazie sia alle politiche monetarie espansive e sia agli ingenti interventi di politica fiscale introdotti nei principali paesi. Le banche centrali, a cominciare dalla BCE e dalla Federal Reserve statunitense, continueranno a tracciare la traiettoria della ripresa con tassi a zero (se non negativi) per garantire la sostenibilità del debito pubblico mondiale cresciuto in modo significativo dopo la pandemia. I governi di tutto il mondo, dal canto loro, hanno varato piani di investimento e di sostegno all’economia reale senza precedenti. Un contesto che alimenta le prospettive di crescita nei prossimi mesi e che, a cascata, sostiene le quotazioni dei mercati finanziari. Considerazioni che dovrebbero ricordare ai risparmiatori quanto verificato nel 2020: un anno complicatissimo che, tuttavia, ha fornito l’ennesima conferma che lasciare parcheggiata la liquidità non paga. LA LEZIONE DEL 2020 A questo proposito, ripercorriamo insieme quanto accaduto in precedenza. Immaginiamo due investitori che a fine dicembre 2019 possedevano un capitale di 100 mila euro: il primo, il signor Prudente, lo aveva depositato su un conto corrente bancario, e il secondo, il signor Dinamico, lo aveva investito in un fondo azionario globale. Al 23 marzo 2020, quando in poco più di un mese (dal 19 febbraio al 23 marzo per l’esattezza) l’indice delle Borse mondiali MSCI world in euro aveva lasciato sul terreno circa un terzo del proprio valore per i timori della diffusione della pandemia e degli effetti del lockdown mondiale, il signor Prudente poteva contare sui 100 mila euro in banca, il signor Dinamico invece contabilizzava un capitale di 70.870 euro (-29,13%). Quest’ultimo, conscio del fatto che un investimento in generale (e uno nel mercato azionario in particolare) deve essere effettuato in un’ottica di medio lungo termine, manteneva le quote del fondo azionario. Una scelta che, nei mesi successivi, gli avrebbe permesso di beneficiare del recupero delle Borse. Infatti, da quel minimo, i mercati azionari hanno saputo ritrovare la strada del rialzo. Dapprima, trainati dai settori più innovativi (tecnologia, healthcare, e-commerce ecc.) e successivamente guidati dalla rivalutazione dei settori e dei titoli eccessivamente penalizzati dal lockdown ma in procinto di riprendersi non appena la situazione economica e sociale fosse tornata ad una nuova normalità. In conclusione a fine 2020 il signor Prudente contava sempre e soltanto i suoi 100 mila euro depositati sul conto bancario, mentre il signor Dinamico possedeva quote di fondi azionari globali per 106.330 euro (+6,33%). Un ottimo risultato quello del 2020, un anno tra i più disastrosi di sempre per l’economia e per la salute dell’umanità, che ha comunque rafforzato il trend degli ultimi tre-cinque anni, in cui gli investitori che hanno scelto di posizionarsi su azioni e reddito fisso sono stati premiati dai mercati. Nessuno può prevedere il futuro ma studiando l’andamento storico dei mercati finanziari che tende a muoversi con 6-12 mesi di anticipo, non si può affatto escludere un ulteriore rialzo delle asset class più rischiose (azioni, obbligazioni societarie, mercati emergenti ecc.). Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni.   E che l’investimento sia con voi.  

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TASSI AI MINIMI E MERCATI VOLATILI: POSSIAMO UNIRE PROTEZIONE E RENDIMENTO?

Scritto il 01.02.2021

Come fare in questa fase di mercati volatili e tassi ai minimi a coniugare protezione, opportunità di rendimento e benefici fiscali? Un’idea potrebbe essere guardare all’investimento assicurativo. Esatto, sul mercato esistono fondi di natura assicurativa in cui il versamento di un premio è collegato all’andamento di uno o più fondi che rappresentano il mercato monetario, obbligazionario, azionario. Tra questi, un posto di primo piano è occupato dalle polizze multiramo, strumenti in grado di offrire equilibrio tra protezione e crescita del capitale. Che cosa sono le polizze multiramo? Questa formula serve non solo ad ottenere una protezione sul proprio capitale ma anche a rivalutare il capitale investito nella polizza, grazie alle performance offerte dai mercati finanziari. Le polizze multiramo sono infatti un mix tra le gestioni separate e le unit linked. Questo significa che consentono di avere, in un solo prodotto, le caratteristiche proprie della gestione separata (rendimento minimo garantito o capitale garantito a seconda dei singoli prodotti) e quelle dei fondi di investimento veri e propri. Quindi perché scegliere una polizza multiramo? Sostanzialmente poiché permette, grazie alla componente assicurativa e a quella finanziaria, di controllare il rischio e ottenere una rivalutazione del capitale in linea con l’andamento dei mercati finanziari. Il primo mattoncino è rappresentato dalla gestione separata dove il capitale è messo al riparo dalle perdite e può solo aumentare in caso di rendimento della gestione applicata. Il secondo, invece, consente di investire nei mercati finanziari attraverso una selezione di fondi, con opportunità e rischi connessi. Nel particolare si tratta di formule che puntano sia sull’andamento delle asset class prescelte -tramite la componente unit linked - sia sulla stabilizzazione della volatilità grazie alle gestioni separate, che non sono influenzate dalle oscillazioni dei mercati grazie alla componente garantita. Per quanto riguarda le gestioni separate gli investimenti sono di tipo prudenziale, invece per la parte unit l’investimento è in quote di fondi comuni (o comparti di sicav) sia azionari sia obbligazionari, quindi i rendimenti saranno legati all’andamento dei mercati: meno stabili dei primi, ma potenzialmente più redditizi nel medio-lungo termine. Essendo polizze vita, le multiramo offrono anche importanti benefici fiscali e successori. Per quanto riguarda la fiscalità, le polizze di ramo I godono di un importante vantaggio, ossia l’esenzione dal pagamento dell’imposta di bollo dello 0,20% sul valore dell’investimento. Inoltre, per i titoli di Stato in portafoglio è previsto un prelievo sui rendimenti del 12,5% anziché del 26% normalmente applicato.  Oltre a ciò, l’importo tassato viene prelevato solo nel caso di plusvalenze realizzate sul controvalore complessivo della polizza; si verifica così una tassazione posticipata, che permette di cumulare il rendimento realizzato durante tutta la vita della polizza. Un ultimo ma non meno importante aspetto riguarda la tutela che questi prodotti offrono. Non rientrando nell'asse ereditario fanno sì che il capitale trasferito sia esente dalle imposte di successione. In caso di premorienza quindi, si può scegliere di destinare il capitale ai propri cari e beneficiare dell’esenzione sulle imposte di successione e programmare così al meglio il passaggio generazionale. Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni. E che l’investimento sia con voi.

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2021. Come gestire al meglio i propri risparmi!

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 25.01.2021

Il 2020 ha sicuramente cambiato le nostre vite. Abbiamo dovuto ridefinire i nostri spazi, tempi e pensare di più alla nostra salute e quella di chi ci sta vicino. Una situazione che ha portato dolore e incertezza, anche a livello finanziario. il 2020 ha cambiato il nostro modo di approcciarci alla vita, denaro incluso. Non sappiamo ancora quali saranno le reali conseguenze a lungo termine della pandemia sulle nostre finanze. Quello che sappiamo, invece, è che possiamo rispondere all’incertezza grazie a un’attenta pianificazione finanziaria, la quale comprende la ridefinizione delle nostre abitudini di spesa, di risparmio e investimento. E' IMPORTANTE AVERE TUTTO SOTTO CONTROLLO Valeva prima della pandemia e a maggior ragione oggi: essere in grado di monitorare ogni entrata e spesa di conto è alla base di una pianificazione finanziaria di successo. Tutto questo solitamente viene sintetizzato con un’unica parola: budget. Avere un budget predefinito consente infatti di coprire le spese di sostentamento basilari e decidere su cos’altro si vuole spendere o risparmiare. MEGLIO RIMANERE LUCIDI, NIENTE PANICO Nel 2020 ci siamo trovati ad affrontare una situazione senza precedenti. La prima reazione è quella di detenere più cash. L’Abi ci dice che la liquidità delle famiglie ha registrato livelli che non si vedevano da anni. Tutto ciò è positivo ma non bisogna eccedere. Più soldi si lasciano sul conto più essi saranno indifesi in balìa di agenti esterni che non possiamo controllare. Basti pensare all’inflazione: ipotizzando di lasciare 40mila euro fermi sul conto corrente, nell’arco dei prossimi 10 anni l’aumento dei prezzi potrebbe “bruciare” circa 7.320 euro COME POSSIAMO DIFENDERE I NOSTRI RISPARMI? Rivalutarli. Come abbiamo visto, immobilizzarli non è la scelta ottimale poiché equivale a lasciarli in balìa del potere erosivo dell’aumento dei prezzi. Per ovviare al problema si può bilanciare la perdita di potere d’acquisto con investimenti mirati e ben pianificati. Ipotizziamo di riuscire a risparmiare dai 100 ai 500 euro al mese. Mettendoli da parte sul conto corrente, dopo 10 anni avremmo 12.000 con 100 euro, 36.000 con 300 euro al mese e 60.000 con 500 euro al mese. E se invece li investissimo in un piano d’investimento che prevede le stesse somme accantonate da rivalutare gradualmente poco per volta sui mercati finanziari? Quegli stessi risparmi neutralizzerebbero l’inflazione e, anzi, rivaluterebbero quel capitale che altrimenti non avrebbe prodotto niente. Un altro modo valido di impiegare la liquidità è quello di pensare per tempo al nostro futuro: pensione e salute sono sicuramente tra i temi che dovrebbero far capolino più prima che poi nei nostri programmi finanziari. Sottovalutare il problema rimandando all’infinito il momento in cui occuparsene porta con sé il rischio di trovarsi in seria difficoltà nel momento del bisogno. Le proiezioni Istat sul futuro della pensione non sono rosee e pensare fin d’ora a un piano integrativo potrebbe fare la differenza nella nostra qualità di vita tra qualche anno. Di questi argomenti ne parlerò nei prossimi post. Teniamoci in contatto. Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni. E che l’investimento sia con voi.

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Dopo un anno difficile che il 2021 possa ripartire anche grazie ai Fondi Etici.

Scritto il 18.01.2021

Oggi volevo parlare di uno dei temi che più stanno a cuore in questo periodo a tanti risparmiatori, i fondi etici. Cominciamo con il dire che, sinceramente, il fondo “etico” non esiste ma è un termine utilizzato per comodità. Sono ufficialmente noti come SRI, Socially Responsible Investment, ossia adottano stili riassumibili con la sigla ESG, ossia Enviromental (criterio ambientale), Social (criteri sociali), Governance (criteri di trasparenza). I fondi etici mirano al miglioramento delle condizioni ambientali, tendono a far crescere il tessuto sociale, rispettano regole di gestione molto ferree e mirano al rispetto dell’ambiente. Spesso questi fondi operano in maniera diretta nelle realtà senza scopo di lucro. Dal punto di vista della struttura giuridica non ci sono grosse differenze tra fondi etici e fondi tradizionali (fondi comuni). Si tratta comunque di risparmio gestito. Le vere differenze si hanno sotto il profilo delle politiche di investimento e dalla strategia. Ovviamente i fondi etici investono anche in società “tradizionali ma che ovviamente devono avere alcuni requisiti particolari. Tra questi devono mettere in campo politiche aziendali che esaudiscono le esigenze di tutela dell’ambiente, di sicurezza sul lavoro e dei diritti alla salute dei lavoratori, della certificazione della merce prodotta. Oltre a ciò, naturalmente, le società “SRI” non devono assolutamente essere legate in attività come il commercio di armi (anche legale), la produzione e il commercio di tabacco, di prodotti alcolici etc. Insomma chi investe nei fondi etici sa che, oltre a perseguire un guadagno, con il proprio investimento contribuisce a realizzare progetti di assoluto valore. Una domanda che spesso emerge, quando si parla di fondi etici, è se questi rendano comunque di più o di meno dei fondi tradizionali. Domanda più che lecita in quanto, anche se in modo etico e responsabile, stiamo sempre parlando di investimenti. Ebbene da diversi studi si evince che il rendimento non è per nulla penalizzato e che, anzi, in diversi periodi i fondi etici hanno meglio performato rispetto al resto del mercato. Che tipo di investimenti abbiamo che sono etici? L’universo investibile è sempre più in completa espansione. Tante società di gestione iniziano ad avere il “bollino” ESG sui propri comparti. Ovviamente abbiamo le tipologie più tradizionali di investimento. Essi rientrano nella categoria degli azionari, rendimenti più alti ma volatilità maggiore, degli obbligazionari, con rendimenti e volatilità più contenuta, dove ad esempio vengono acquistati i cd social bond o green bond, dei bilanciati e via discorrendo. Come i normali comparti di investimento. È difficile investire in questi comparti? Assolutamente no. Ci sono diverse società di gestione, e il numero è sempre crescente, che fanno dell’ESG un cavallo di battaglia e un obiettivo da perseguire nei prossimi anni. Sperando che anche questo ci permetta di ritornare, il prima possibile, alla normalità che tanto ci meritiamo. Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni.   E che l’investimento sia con voi.

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Cosa aspettarci dal 2021 per gli investimenti!

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 11.01.2021

L’anno che si è appena concluso ha visto i mercati chiudere, nonostante la pandemia, con risultati sicuramente inattesi. Abbiamo assistito a performance in doppia cifra per diversi mercati nonostante tutto ed abbiamo visto il mercato obbligazionario rispondere alla grande anche grazie agli interventi delle Banche Centrali. Ma cosa ci aspettiamo per il 2021? Di seguito una serie di spunti che possono portarci a fare delle riflessioni. Prima di tutto è necessario sempre più cambiare la prospettiva da, investimento per aree geografiche, ad investimento per aree tematiche. Il Focus principale va sicuramente sulle strategie cosiddette ESG. Altro tema importante è legato all’innovazione che però non si ferma solamente al settore Tech, anzi. Oltre a questo dobbiamo porre attenzione a tutti quei settori che beneficeranno dell’ormai certa elezione di Biden come Presidente degli Stati Uniti d’America. Detto tutto ciò possiamo però dire che l’anno appena iniziato è probabile porti comunque volatilità ed, in alcuni casi, incertezza anche perché, ahimè, stiamo ancora lottando contro questo maledetto virus Esplorando comunque le aree geografiche non possiamo non tenere in alta considerazione il mercato Asiatico in generale e Cinese in particolare. Come già scritto in un altro post il prossimo quinquennio sarà quello della definitiva consacrazione per la Cina. Tutto questo porterà ad un aumento dei consumi della classe media, autarchia tecnologica, spinta Cina Green. Naturalmente senza dimenticare i nuovi accordi commerciali di novembre e dicembre con l’Accordo di Partenariato Asiatico e CINA-UE  È ovvio che tutto ciò non potrà essere ignorato dai nostri investimenti. Inoltre ricordiamo che il mercato azionario e obbligazionario cinese è il secondo al mondo come dimensioni. Sul settore obbligazionario domestico è ovvio che sarà molto difficile trovare rendimenti e questo ci porterà, gioco forza, ad esplorare mercati e settori nuovi. Infine mi piace segnalare i paesi emergenti nel loro complesso e soprattutto nel settore obbligazionario grazie a condizioni monetarie di supporto da parte delle banche centrali e, nel settore corporate, a bilanci forti e migliori. Come possiamo, quindi, provare a sfruttare tutto ciò? Con quali strumenti? E con quale “metodo”? Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni. E che l’investimento sia con voi.  

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Pandemia e Patrimoniale andranno a braccetto?

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 21.12.2020

Si sta concludendo questo 2020 e, ovviamente, non poteva mancare l’ultima brutta notizia. Il virus sta mutando e la variante inglese, certo che i sudditi della Regina non ne fanno una buona dal referendum per la Brexit, sembra esser più rapida nel diffondersi e quindi la corsa al vaccinare tutti si fa sempre più necessaria e ardua. Questo, speriamo brevissimo, peggiorare della situazione sta già avendo i primi effetti sui mercati che inevitabilmente stornano e retrocedono soprattutto dopo aver segnato record a Novembre e comunque avendo avuto un ottimo andamento fino a venerdì scorso. Ma quali potranno essere i risvolti sulle economie globali e sulle misure che le Banche Centrali e i Governi dovranno attuare? Di questo ne parleremo più approfonditamente nel mio prossimo post di inizio anno. Oggi invece mi vorrei solamente soffermare su quella brutta parola che ogni tanto torna ad agitare i sonni degli italiani. La Patrimoniale!! Ebbene è da qualche tempo che si ricomincia a parlare di una tassa Patrimoniale da applicare sul denaro depositato in Banca. I più grandi di noi ricorderanno quel giorno tra il 9 e il 10 luglio del 1992 quando venne applicato un prelievo forzoso del 6 per mille su tutti i conti correnti degli Italiani. Succederà di nuovo? Alcuni politici ne stanno parlando da qualche settimana e lo spettro si avvicina man mano che la pandemia non accenna a rallentare. Ma esiste un vaccino anche per la Patrimoniale? È possibile prevenire invece che curare? La risposta è SI.  Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni. E che l’investimento sia con voi.

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Investire nel 2021 … La Cina

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 09.12.2020

L’anno che si sta per concludere vedrà la Cina essere l’unico paese al mondo con una crescita del proprio Pil positiva. Il paese da cui tutto è partito a livello di pandemia è stato sicuramente il più bravo ed efficace a contenere il propagarsi del virus e quindi ad avere il minor impatto sulla propria economia. Proprio per questo tutti gli investitori guardano con estremo interesse per il 2021 alla Cina come tema di investimento e, in generale, a tutta l’area del Sud Est Asiatico. Ma quali sono i temi di investimento più interessanti? Secondo le stime del Fondo Monetario Internazionale, nel 2021 l’economia della regione asiatica crescerà del 6.9% su base annua, rispetto al 4,7% dell'Unione Europea e al 3,1% degli Stati Uniti. Pertanto le aziende, locali e non, che avranno un impatto in maniera positiva di questa crescita, sono sicuramente le più appetibili. Senza dimenticare che la Cina, che rappresenta il secondo Pil mondiale alle spalle degli Stati Uniti, è ancora poco rappresentata negli indici mondiali, nei relativi benchmark e quindi nelle gestioni globali. Ovvio quindi pensare ad un mercato azionario che possa sovraperformare gli indici occidentali. Ma anche a livello obbligazionario le opportunità sono molte. I titoli governativi cinesi rendono ad un anno circa il 3% contro rendimenti più che negativi nei paesi area Euro. È evidente il fatto che un investitore europeo possa avere maggiori fluttuazioni a causa del cambio ma è altresì vero che nel tempo il differenziale di rendimento è assolutamente pendente a favore del mercato cinese. Ci sono strumenti che ci permettono di approfittare di tale spread? Certamente si. Anche a livello corporate e high yield la situazione è particolarmente favorevole al mercato asiatico in generale. Vediamo anche in questo caso come ci sia un favorevole spread verso il mercato HY asiatico e inoltre nei prossimi mesi il mercato dell’High Yield asiatico continuerà a offrire un tasso di carry interessante. L’anno cinese che sta per iniziare, come al solito tra gennaio e febbraio, sarà l’anno del Bufalo. I nati sotto il segno del Bufalo sono noti per la loro diligenza, l'affidabilità, la forza e la determinazione. Speriamo quindi che i mercati finanziari possano specchiare in pieno il loro segno zodiacale. Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni.   E che l’investimento sia con voi.

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Liquidità: Perché tenerla sui conti correnti è un grandissimo errore

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 30.11.2020

Da sempre il popolo italiano è, insieme al popolo giapponese, un popolo di risparmiatori e, mi verrebbe da dire, di cattivi investitori. Da sempre ci viene detto che i soldi per stare al sicuro devono esser tenuti sui conti correnti e investiti sugli immobili, perché la casa “cresce sempre”. Di questo secondo aspetto ne parlerò in un’altra occasione e oggi mi concentrerò sul caro, in tutti i sensi, conto corrente. A febbraio 2020 ci dicevano che le giacenze sui depositi bancari in conti correnti erano di circa 1.400 miliardi di euro. Ora, tra la Crisi, accentuata dal Covid, e il lockdown che ci ha tenuti un po' di più nelle nostre case, la tendenza del risparmiatore italiano a tenere i soldi sul conto corrente è, in questi mesi, aumentata. Secondo le stime ABI ad ottobre le giacenze sui conti correnti sono arrivate a 1.714 miliardi di euro. Ossia in questi mesi bui i risparmiatori italiani hanno, effettivamente, risparmiato più di 300 miliardi di €. La domanda che quindi ci dobbiamo fare tutti è, ma vale effettivamente la pena tenere tutti questi soldi sul conto corrente? Ebbene secondo i calcoli fatti dal Il Sole 24 Ore, tenere questi soldi sui conti correnti porta ad una perdita stimata di potere d’acquisto di circa 22 miliardi di euro!!! Altro che PATRIMONALE … Questo succede perché, nonostante tutto, viviamo in un periodo in cui un minimo di inflazione c’è e soprattutto perché circa il 70% dei depositi è a TASSO ZERO mentre il restante 30 % ha dei rendimenti risibili. Se a tutto questo ci aggiungiamo il rischio, evento già accaduto in altri paesi europei, di vedersi applicare tassi negativi sui conti correnti, il quadro è completo. Ma allora si può ovviare a tutto ciò investendo e diversificando i propri denari in base alle proprie esigenze? La risposta è assolutamente SI … Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni. E che l’investimento sia con voi.  

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Elezioni Biden. Cosa aspettarci ora dai mercati.

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 23.11.2020

Nonostante Trump continui a cercare voti non validi e altro, possiamo dire che Biden sarà il prossimo Presidente degli Stati Uniti D’America. Innanzitutto possiamo dire che con un Senato Repubblicano e una Presidenza Democratica non dobbiamo aspettarci grossi stravolgimenti nel prossimo futuro. Ma cosa possiamo aspettarci nel breve? Indubbiamente gli sforzi inizialmente si concentreranno sugli stimoli per combattere gli effetti della pandemia globale. Analisti di diverse società sono concordi nel credere che almeno 1 trilione di dollari di spesa possa mettere d’accordo i due schieramenti politici. Nelle priorità del nuovo esecutivo tornerà sicuramente l’attenzione per tutti i settori legati all’ambiente, all’utilizzo di energie pulite e rinnovabili e ai cambiamenti climatici. Sicuramente si tornerà a confrontarsi con la Cina in maniera più costruttiva e meno conflittuale, magari anche ricorrendo a dazi o misure simili, ma senza gli scontri che hanno reso famoso Trump. Infine si metterà mano di nuovo alla sanità a partire dai prezzi dei farmaci e per finire con il ritorno, magari graduale, all’Obama care. Come possiamo declinare tutto questo sui mercati e sugli investimenti? Cosa possiamo aspettarci dalle varie asset class a seguito delle precedenti indicazioni? Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni. E che l’investimento sia con voi.

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BTP Futura. Conviene e quali alternative ?

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  • Titoli di Stato, Spread e Tassi di i
Scritto il 13.11.2020

Torna sul mercato la nuova emissione del BTP Futura che vede oggi il suo ultimo giorno di prenotazione e collocamento. L’idea è come sempre quella di finanziare il nostro debito usando le risorse dei risparmiatori italiani che, anche in un periodo difficile come questo, hanno visto aumentare le giacenze sui conti correnti di circa 300 miliardi di euro. Questa volta la struttura del titolo, che ha durata 8 anni, prevede un rendimento a salire partendo dallo 0,35% per i primi 3 anni più un bonus a scadenza che sarà compreso tra 1 e 3%. Il cosiddetto premio fedeltà.  La domanda che tutti si pongono è ... “conviene comprarlo? E se ho dei dubbi, quali alternative trovo sul mercato?”. Indubbiamente il panorama dei tassi è cambiato rispetto a qualche mese fa e i tassi del BTP non sono particolarmente allettanti. Altrettanto indubbiamente, però, il detenere titoli governativi in questo contesto di mercato, consente al risparmiatore di avere una facilità estrema di liquidare la posizione in caso di necessità. Se volessi guardarmi intorno ci sono alternative altrettanto sicure ma con rendimenti migliori ? La risposta è sicuramente si. Ma per trovarle bisogna sicuramente affidarsi ad una strategia di investimento dei propri risparmi e non semplicemente all’acquisto di un singolo titolo. Se volete parlarne contattatemi per avere maggiori informazioni. E che l’investimento sia con voi.

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