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La salute non è tutto, ma senza salute tutto è niente

Scritto il 22.09.2020

  In un momento così difficile come la lunga crisi della nostra sanità pubblica è importante poter contare su una maggiore tutela per la propria salute. E’ questo uno dei temi al centro delle presentazioni mutualistiche di HEALTH ITALIA e MBA Mutua. Un evento riservato agli invitati, un’occasione per informare sulle opportunità del mondo mutualistico. Una Mutua non genera profitto dal rapporto ma utilizza i contributi versati per aiutare i soci in difficoltà. Attraverso il sussidio Total Care Evo, Mutua MBA può garantire prevenzione, prestazioni sanitarie, assistenza e sostegno economico al fine di mantenere la comunità più sicura che punta al benessere delle persone. Secondo quanto previsto dagli art. 83 del CTS e 51 del TUIR, famiglie e aziende possono beneficiare di particolari agevolazioni fiscali. MBA rappresenta oggi la più grande mutua sanitaria italiana per numero di soci e ha una storia che nasce nel 2008 con lo scopo di salvaguardare la salute e la qualità della vita dei propri associati. Da lì è iniziato un processo di evoluzione che ha avuto il suo inizio in maniera efficace nel 2011, dove attraverso il coordinamento di Health Italia s.p.a. ( una delle più grandi realtà nel panorama della Sanità Integrativa ) decide di avvalersi del socio promotore mutualistico, una nuova figura professionale di grande valore sociale, che si occupa dell’informazione e della diffusione dei valori mutualistici, in Italia poco conosciuti. Una delle caratteristiche che ci distingue dagli altri è che le società di mutuo soccorso sono nate per tutelare determinate categorie professionali, ma nessuna Mutua si era mai preoccupata della famiglia in sé, come nucleo a prescindere dall’appartenenza a una categoria professionale piuttosto che a un’altra. “La salute è qualcosa di intangibile per la quale la gente spende con riluttanza il minimo indispensabile per mantenerla, ma per la quale spenderebbe fino all’ultimo centesimo per riconquistarla una volta che l’abbia perduta.” E’ su questo tipo di contraddizione che dobbiamo riflettere, questo l’assurdo che il promotore mutualistico tenta di risolvere”.

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Il primo mese insieme al coronavirus (Covid-19)

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Scritto il 30.03.2020

Anche stasera, stavo ascoltando il nuovo bollettino della Protezione Civile che ci informa della diminuzione della ascesa dei nuovi contagi, fortunatamente, sebbene siamo ancora dentro una situazione di fermo per cercare di contenere la diffusione del virus.   Cosa ha prodotto questo virus sui mercati dopo 1 mese abbondante del primo caso di contagio registrato in Italia?   Una discesa dei mercati sviluppati azionari che va dal 30% ad oltre il 40%, fino alla settimana scorsa. Graficamente, spaventa! E' una linea verticale che punta al basso. (fig.1)     Tutto questo in sole 3 settimane. Giornalmente, sono in smartworking a seguire almeno un webinar delle società di gestione del risparmio per conoscere il parere dei gestori e capire cosa è meglio fare come scelte di investimento. Di seguito le indicazioni che sono emerse - qualche dato che rimarrà nella storia: le oscillazioni viste nelle prime 3 settimane di crisi, si registrano generalmente in un anno è stata la discesa più rapida della storia. Durante le altre crisi, il -35% si vedeva in 15 mesi Il Vix l'indice della volatilità (o della paura come rinominato nelle sale trading) ha toccato il suo massimo: 82,69. Nel 2008 era salito a 80,8.   Benzina sul fuoco è stata buttata lunedì 9 marzo dalla discesa del petrolio (-30% in un giorno) a causa dei dissidi tra Arabia Saudita e Russia sui tagli alla produzione del greggio. Questo ha scatenato una crisi di liquidità anche nel mondo delle obbligazioni, che fino ad allora avevano tenuto bene. - Molte obbligazioni high yield sono emissione del mondo oil. -   La mancanza di liquidità ha portato gli spread ad allargarsi con prezzi delle obbligazioni che scendevano. A questo punto sono scattate le vendite automatiche di obbligazioni di qualsiasi tipo, da quelle AAA di rating fino ai titoli spazzatura indistintamente, da parte di Etf, gestioni passive e anche fondi che necessitavano di liquidità.   A quel punto sono intervenute con il bazooka le banche centrali, chi più (FED) chi meno (BCE) per iniettare liquidità nel sistema e garantire la continuità del sistema stesso. Sono intervenuti i Governi con interventi mirati a portare la calma garantendo protezione.   Il risultato è che in questa ultima settimana i mercati azionari hanno visto dei rimbalzi da mercato toro. L'indice americano S&P500 ha rimbalzato di quasi il 20%, sebbene gli Stati Uniti siano molto più indietro dell'Italia nella fase di contenimento del virus e le conseguenze del lock down devono ancora farsi sentire.   Quindi a che punto siamo? E' un bear market o un bull market visto che nel giro di pochi giorni siamo passati dall'uno all'altro?     Sono le emozioni che guidano questi eccessi. Chi ha coniato i termini bear e bull market non aveva fatto i conti con un evento nuovo come il Covid-19, che però ribadiamo è uno shock esogeno, esterno al mercato.   Pimco, ci ricorda che sono 2 i fattori che muovono il mercato: tecnici e fondamentali.   I fattori tecnici sono stati i già citati : pressione sulla liquidità vendite forzate minori operatori sui desk investimenti a leva   E poi ci sono i fattori fondamentali che ci lasciano con la speranza. Il Covid-19 è uno shock esogeno. Come è venuto, andrà via. Il picco di volatilità lo abbiamo toccato le famiglie e le imprese che hanno bisogno di sostegno, sono supportati dall'intervento dei Governi e delle banche centrali con politiche monetarie e si spera anche fiscali per il futuro Nel settore privato ci sono pochi squilibri, consumi e imprese fino a febbraio erano in buona salute e le banche erano ben capitalizzate (molto meglio che nel 2008) i mercati prezzano già un tasso di default piuttosto ampio e una recessione per i prossimi 2 trimestri quasi  le obbligazioni con alta qualità sono ottimi affari, oggi. Anche le obbligazioni a più alto rendimento e più rischio ora hanno rendimenti incorporati del 9-10%, sebbene subiranno ancora la volatilitàmolti gestori spiegano che a questi livelli stanno iniziando a comprare gradualmente, guardando al Fear and Greed Index. Quando l'indice sta tanto sul rosso ci sono aperture per comprare (T Rowe Price). (fig. 2)     Insomma, per molti CEO di multinazionali e di società di gestione questa è un'interruzione temporanea che supereremo.   Ora molto dipenderà dalla diffusione dei contagi/misure di contenimento nel mondo e dalla conseguente interruzione delle catene di produzione. Per questo motivo, i vari paesi nel mondo guardano all'Italia come caso da seguire. Se la quarantena funziona, il recupero potrebbe essere più rapido del previsto   Ricordiamoci che i principali rimbalzi degli indici nella storia della borsa sono fatti nei 60 giorni successivi al minimo raggiunto.   FONTI / SITOGRAFIA Time to Act, fonti interne Allianz Bank FA webinar Pimco, T.Rowe Price, Schroders, Credit Suisse, AGI, PIctet

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Evento: Invito al Forum Finanziario: Previdenza Integrativa

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Scritto il 31.10.2019

Sono lieto di invitarla al FORUM FINANZIARIO "PREVIDENZA INTEGRATIVA" che si terrà in data giovedì 21 novembre 2019   Il contesto italiano Perché è necessario aderire I vantaggi fiscali   Ore 18.45 accreditamento Ore 19.00 inizio forum Ore 20.00 aperitivo buffet   PressoUffici ALLIANZBANKGALLERIA PASSARELLA, 1 (San Babila)3° Piano scala EST   Iscriviti all'evento  

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Libra, non un segno zodiacale, ma...

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Scritto il 22.07.2019

Non mi riferisco nemmeno alla auto della Lancia, ma alla prima moneta completamente digitale e globale, il cui creatore è Facebook attraverso un consorzio composto da altri operatori internazionali famosi quali Visa, Mastercard, Vodafone, Uber e altri, in totale 28.   Attraverso Libra si potrà pagare tutto e dovunque in maniera semplice, anche se non si possiede un conto corrente. Basta avere uno smartphone. Libra diventa quindi la versione evoluta di una carta prepagata.   Come funziona?   Se desidero fare dei pagamenti, verso del denaro vero al consorzio che se ne appropria e lo investe, tra l'altro potendone trattenere i frutti, e lo stesso consorzio creerà sul mio smartphone il controvalore in Libre, che però sono infruttifere. Quindi Libra resta un buono, è come un voucher rappresentativo di una somma prepagata. Non è essa stessa denaro.   Libra punta ad essere una valuta globale perché garantita da una serie di valute internazionali e da titoli obbligazionari principalmente di breve termine in grado di stabilizzarne il valore (rispetto ad un bitcoin) e perché contemporaneamente Facebook è già in possesso dei dati di 2,3 miliardi di persone nel mondo, considerando che il mercato europeo dei pagamenti interessa circa 500 milioni di utenti.   Rispetto al Bitcoin che si basa sulla tecnologia Blockchain, ovvero registri digitali non modificabili grazie alla crittografia, Libra è decentralizzata perché si basa su tecnologia Merkel Tree, uno strumento molto potente e legato sempre all'ecosistema crittografico delle criptovalute.   A noi ora interessa lasciare discorsi troppo tecnici e capire soprattutto le eventuali conseguenze dell'adozione di questa nuova valuta perché per la prima volta siamo difronte ad un soggetto che vuole creare denaro, mentre sappiamo che la funzione di creare denaro, almeno quello di base non può che essere pubblica perché serve l'interesse generale.   Maurizio Pimpinella, presidente dell'associazione Prestatori di servizi di Pagamento, a cui viene fatta l'intervista afferma che, mai come ora, “è necessario un apporto legislativo per permettere che vi siano regole uguali per operatori che svolgono lo stesso tipo di attività all'interno del medesimo ecosistema.”   La fiducia è centrale in questo progetto. La fiducia in Facebook prima di tutto, che nel corso degli ultimi due anni è stata coinvolta nello scandalo Cambridge Analytics manipolando i dati a favore della campagna di Hillary Clinton. Bisogna capire come si porrà il regolatore verso questo sistema perché Facebook parte da un vantaggio competitivo enorme avendo a disposizione i dati di 2,3 miliardi di persone. I dati e il loro utilizzo sono la vera ricchezza del futuro e il nodo cruciale per la riuscita del progetto Libra.   Ci dovranno essere regole efficaci, certe e trasparenti riguardo la conversione della valute in Libra perché già con il Bitcoin si sono avuti diversi casi di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo internazionale. Questi stessi dubbi verso la valuta digitale sono stati espressi proprio ieri da Tria e dagli altri ministri dell'economia che hanno partecipato al G7.   Quello che possiamo affermare con sicurezza è che la piattaforma di Zuckerberg ha lanciato una sfida al sistema finanziario internazionale. Quale sarà il ruolo delle banche in futuro? La tecnologia sta cambiando i confini del business a livello orizzontale – tra settori – e verticale – nelle filiere di settore – e per mercato perché spariscono le barriere nazionali.   Una mia considerazione personale: tutto questo potere in mano ad un solo soggetto privato mi crea un po' di inquietudine. Mi ricorda gli scenari descritti in quei romanzi distopici famosi come 1984 di George Orwell o ancora meglio come in L'uomo che voleva essere colpevole dello scrittore danese Henrik Stangerup, uno dei pochi a capire come le dittature passate si sarebbero trasformate, divenendo più subdole, adattandosi ai tempi.   Lo stesso Pimpinella chiude la sua intervista affermando che Libra appare come un progetto ben guidato per frantumare l'ordine costituito da parte di un potente consorzio “senza scopi di lucro”.   Insomma, gli scatti in avanti che ci permette di fare la tecnologia non vanno scartati a priori, ma sicuramente lo spirito critico deve rimanere in allerta perché ci sono in gioco enormi questioni a cominciare dalla privacy dei nostri comportamenti di spesa. Intanto, monitoriamo.     Prima di salutarti, voglio informarti che penso di fare nei cambiamenti nelle 3 pillole di rassegna stampa del venerdi. Mi piacerebbe fare le 3 pillole divise in una pillola il lunedi, il mercoledì e il venerdi, attraverso un breve vocale di 2/3 minuti massimo sul canale Telegram LUCA PALLOTTA CONSULENZA PATRIMONIALE. Qui di seguito il link di invito: https://t.me/joinchat/AAAAAEoRbqlzt4fwC6XqjQ. Clikkate!!! Telegram può essere scaricato sul pc (su google digitare download Telegram) ed è attivo anche su smartphone scaricandolo da AppStore o Playstore, gratuitamente.   Collaboriamo insieme a diffondere ad amici e conoscenti e alle loro famigle cultura finanziaria e informazione per gestire al meglio il proprio patrimonio finanziario, cassaforte indispensabile di tutte le attività personali che vogliamo realizzare, costruire per il nostro futuro.   FONTI / SITOGRAFIA Meravigliosi o da incubo: gli scenari aperti da Libra IlSole 24 ore Dalla lira alla libra la nuova moneta mondiale: opportunità o pericolo? WS Journal trasmissioni e interviste su ClassCnbc   Le opinioni ed informazioni contenute nella presente Newsletter hanno carattere esclusivamente divulgativo. Esse pertanto non possono considerarsi sufficienti ad adottare decisioni operative o l’assunzione di impegni di qualsiasi natura, né rappresentano l’espressione di un parere professionale.

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La previdenza complementare dei figli... un assist per i genitori

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Scritto il 05.07.2019

L'Italia non fa più figli e i giovani emigrano 29 maggio, 2014; Padri figli futuro, pensioni più magre, ecco come rimediare, 30 marzo 2015; Pensione, il fisco aiuta chi comincia prima, 3 marzo 2018. E potrei continuare ancora...     Questi titoli di articoli che salvo nella mia rassegna stampa sono solo alcuni esempi di una più ampia sequela relativa alla previdenza complementare, che pongono in evidenza uno dei più gravi problemi da affrontare per il nostro Paese, la gestione della spesa pubblica. Dal dopoguerra in poi, si è assistito ad una crescita consistente della spesa per il welfare (sanità, pensioni, istruzione) ossia per il benessere di stato, per cause di natura principalmente demografica: si vive più a lungo e si ha bisogno di maggiore assistenza medico-sanitaria. Contemporaneamente, gli italiani fanno meno figli per dedicarsi di più alla carriera e alla propria realizzazione personale. Sanità e Pensioni hanno bisogno di sempre più risorse, mentre la piramide demografica composta tra chi lavora e chi è in pensione si è ribaltata, con il vertice verso il basso e la base larga verso l'alto*.   Secondo le ultime previsioni, da qui al 2040 la spesa pensionistica potrebbe variare dal 16% al 20% del PIL e la proiezione demografica ci dice che ci saranno quasi 19 milioni di cittadini over 65 anni, 5 milioni più di oggi, mentre la popolazione da lavoro (15-64 anni) si sarà ridotta di 5 milioni a quasi 34 milioni.   Ecco perché i giornali ogni anno ripropongono articoli sulla necessità di partire al più presto con la propria previdenza complementare. Di sicuro un articolo ogni 6 mesi non basta per fare educazione finanziaria.   Allora proviamo in questa occasione a ricapitolare i punti salienti della previdenza complementare e i benefici economici che se ne possono trarre partendo fin da subito, addirittura fin da bambini, se si hanno genitori attenti alla pianificazione familiare e alla tutela della propria prole.   Una volta c'era il libretto di risparmio, adesso c'è il fondo pensione!   Se un genitore aprisse un fondo pensione per suo figlio/a che ha a carico:   avrebbe il vantaggio fiscale di poter dedurre dal proprio reddito fino a 5.164€ del versato ogni anno solare. Da tenere presente solo il limite cumulativo invariato tra il fondo del genitore e quello del figlio, se anche il genitore versasse sul proprio fondo personale. L'aliquota irpef più alta del genitore equivale al risparmio fiscale beneficiato. Ad esempio, un genitore che ha un reddito annuo di 50.000€ lordi (aliquota 38% che arriva al 40% circa con addizionali regionali e comunali) e versa 3.000€ per il figlio nel fondo pensione, ottiene 1.200€ di beneficio fiscale. E' come se lo stato versasse i 1.200€ ed egli versasse solo 1.800€. Avrebbe fatto un investimento con il 40% di rendimento “garantito”! (se ribaltassimo il punto di osservazione) Avrebbe un capitale a disposizione per il futuro del figlio anche prima dell'età pensionistica. Sono previste infatti diverse forme di anticipazione trascorsi 8 anni di permanenza nel fondo, tra cui quelle per “motivi diversi”. Se volesse mandare il figlio ad un campus estivo all'estero da adolescente, potrebbe prelevare la somma da questo salvadanaio con il limite del 30% del controvalore in giacenza. Vale lo stesso discorso per l'acquisto della 1 casa per il figlio con il limite che aumenta fino al 75% del versato. Avrebbe già accantonato una parte della spesa, prima che il figlio gli “tiri la giacchetta”. Farebbe partire “l'orologio fiscale” per il figlio, fin da subito, per il calcolo degli 8 anni dei punti precedenti e per la tassazione del montante finale (si parla di anzianità contributiva). Per effetto dell'orologio fiscale il figlio potrebbe abbattere la tassazione finale sul suo cumulato dal 15% (che è già agevolata rispetto alla tassazione media del 26% sulle plusvalenze finanziarie relative ad altri tipi di investimenti!) fino ad un possibile 9%, con un enorme vantaggio fiscale, dopo 15 anni di partecipazione. Infine, aiuta il consulente finanziario a fare educazione finanziaria al figlio, istruendo quest'ultimo ad una concreta consapevolezza sull'importanza del risparmio di lungo periodo in due modi: imparando a mantenere un investimento nei confronti di un obiettivo di vita e non a cambiarlo sulla base dell'emotività generata dalla volatilità dei mercati e anzi sfruttando questa volatilità a proprio favore con versamenti trimestrali, semestrali o annui aumentando la possibilità di guadagno.   Oggi ci siamo voluti focalizzare su un soggetto minore fiscalmente a carico, una situazione poco conosciuta e poco utilizzata dalle famiglie italiane, ma lo stesso discorso potrebbe valere anche per un coniuge a carico, ad esempio la propria moglie nel caso quest'ultima non avesse reddito.   Ricordo, infine, che l'intestazione del fondo pensione è nominale anche per un minore e al genitore si attribuisce il vantaggio fiscale, come abbiamo già evidenziato.   Quindi, se non l'hai ancora fatto, cosa aspetti a far partire tutti i vantaggi fiscali di cui puoi beneficiare?... Non hai più nessun motivo per procrastinare questa scelta, anzi... Da parte mia, inoltre, ti posso aiutare attraverso un report numerico personalizzato creato con il sistema di consulenza evoluta Vision.     La piramide rovesciata del sistema contributivo in Italia nel 2014: a sx gli uomini a dx le donne divisi per fasce di età.   FONTI / SITOGRAFIA Corriere della Sera 29 maggio 2014 CorriereEconomia 30 marzo 2015 Plus24 inserto del Sole24ore 3 marzo 2018 www.pensionielavoro.it corsi IVASS sulla previdenza complementare   Le opinioni ed informazioni contenute nella presente hanno carattere esclusivamente divulgativo. Esse pertanto non possono considerarsi sufficienti ad adottare decisioni operative o l’assunzione di impegni di qualsiasi natura, né rappresentano l’espressione di un parere professionale.

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I benefici per te di un Fondo Filantropico

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Scritto il 14.06.2019

Hai pensato o avuto il desiderio, qualche volta, di donare una somma per aiutare qualcuno che è in condizioni di bisogno? O addirittura hai pensato “se avessi una mia fondazione potrei fare quel progetto per....”. Poi ti sei fermato e hai detto “si, ma devo avere tanti soldi e poi, da dove inizio?”... Oggi ti voglio illustrare una concreta possibilità per diffondere una nuova cultura del dono. Ti starai chiedendo “cosa c'entra con la finanza?”. Bhé, c'entra, eccome, nel progetto di gestione olistica del patrimonio. Per farlo, ti racconto della Fondazione Allianz Umana Mente nata nel 2001 in Italia, che opera con impegno quotidiano, per contribuire a cambiare e migliorare l'esistenza di minori, giovani in difficoltà e persone con disabilità e delle loro famiglie. Esempi concreti sono la Mototerapia, un'esperienza concreta che stanno vivendo anche i bambini all'interno degli ospedali; o il progetto “una pedalata lungo lo stivale” attraverso Hugbike, speciale tandem nato dall'idea di un padre che ha portato il proprio figlio con disturbo dello spettro autistico, in bicicletta in totale sicurezza. Dal 2001 Umana Mente ha erogato oltre 35 milioni € e aiutato 10.833 persone con disabilità, 15.606 giovani svantaggiati.   La fondazione Umana Mente ha creato con il supporto di Allianz Bank e Fondazione Italia per il dono onlus (FIDO) il progetto INSIEME PER IL SOCIALE, a disposizione dei clienti e del loro desiderio di donare. Attraverso questa collaborazione la filantropia diventa alla portata di tutti.     Vediamo come. Umana Mente ha promosso la creazione del primo intermediario filantropico in grado di operare su tutto il territorio nazionale. Grazie a FIDO è infatti possibile dotarsi dei servizi di una propria fondazione in modo veloce, semplice ed efficace. Chiunque può utilizzare l'infrastruttura gestionale, contabile di FIDO per perseguire i propri valori, ideali e desideri filantropici, evitando di perdere tempo e risorse per far fronte a tutti quegli obblighi normativi e amministrativi richiesti dalla burocrazia in queste situazioni.   FIDO con un team di professionisti specializzati assiste il cliente e grazie ad economie di scala fornisce ai donatori uno schermo che li protegge da qualsiasi contestazione del fisco, il vantaggio di minimizzare i costi gestionali e massimizzare i benefici fiscali   Chi può avvalersi di un fondo filantropico? In pratica tutti, ma ho individuato alcune categorie specifiche: Clienti senza eredi che desiderano destinare il loro patrimonio per perseguire valori in cui credono con la garanzia che i loro obiettivi saranno rispettati, lasciando un segno indelebile nel tempo Clienti con figli con disabilità che hanno l'esigenza di sostenerli facendo fronte alla tematica del “durante e del dopo di noi” Clienti che desiderano ricordare una persona cara mobilitando le donazioni di amici e familiari. E' il caso di un mio cliente che sta costituendo la fondazione per ricordare suo padre. Clienti sensibili ad iniziative di utilità sociale che desiderano contribuire al bene comune.   Il vantaggio di donare attraverso un fondo filantropico, oltre a quello di fare del bene per il prossimo e la comunità, si sostanzia anche in diverse forme di beneficio fiscale, tra detrazioni e deduzioni. Le donazioni da parte di persone fisiche, Enti e Aziende, a favore di FIDO usufruiscono delle agevolazioni fiscali per le onlus previste dalla normativa vigente e raggiungono quasi il 50% degli importi donati.  Per ottenere il beneficio fiscale la donazione deve essere fatta in modo tracciabile e mai in contanti.   Infine, ricordo che si può costituire un fondo filantropico anche per via testamentaria. FIDO funge infatti da garante delle volontà donative. La flessibilità dello strumento riguarda non solo le destinazioni, ma anche la comunicazione (che può essere pubblica o rimanere in anonimato) e la gestione patrimoniale. Il donante può chiedere che sia il suo gestore di fiducia, il suo consulente, a investire il capitale donato, anche quando lui o lei non ci sarà più.   In conclusione, attraverso il dono si può contribuire alla crescita e al benessere della propria comunità , vivere emozioni autentiche nell'aiutare il prossimo, ma per operare in una realtà complessa come la nostra è bene sapere che è necessario dotarsi degli strumenti adeguati come il fondo filantropico per perseguire al meglio queste finalità.   FONTI / SITOGRAFIA AB Review in collaborazione con Harvard Business Review www.allianzbank.it www.perildono.it Le opinioni ed informazioni contenute nella presente Newsletter hanno carattere esclusivamente divulgativo. Esse pertanto non possono considerarsi sufficienti ad adottare decisioni operative o l’assunzione di impegni di qualsiasi natura, né rappresentano l’espressione di un parere professionale.

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PEPP – Pan European Personal Pension Product al via entro il 2020

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Scritto il 06.06.2019

Oggi parliamo di una novità, che sarà disponibile solo a fine 2020, ma che riguarda un tema caldo attuale e di grande rilevanza sociale, la previdenza o pensione complementare. In ottica europea.   Il tema è attuale a causa dei problemi del primo pilastro della previdenza, quella pubblica, che ha sempre meno risorse per il futuro poiché il sistema in vigore ha un numero di pensionati maggiore rispetto al numero di chi lavora e versa i contributi e perché si basa su una commistione tra sistema retributivo per le persone in pensione e contributivo per chi sta lavorando e versando. In pratica chi oggi lavora versa con sistema contributivo per la sua pensione e in base ai suoi contributi riceverà la pensione, ma i suoi contributi servono a pagare anche chi è già in pensione con sistema retributivo.   E' quindi evidente che per il futuro le risorse non basteranno e sarà, anzi è (adesso) necessario dotarsi di una previdenza complementare per colmare il divario tra ultima retribuzione e prima rata di pensione. Il primo pilastro non basta più!   In questo sistema, ogni stato nazionale ha la sua previdenza complementare che assolve la funzione di secondo e terzo pilastro, tra fondi aperti e fip. Ma ogni stato prevede situazioni differenti avendo storie sociologiche, antropologiche e fiscali differenti, se osserviamo la realtà dal punto di vista europeo.   Per sopperire a questo problema, nel 2017, la commissione europea ha pubblicato la proposta di creazione dei PEPP, ossia dei fondi di previdenza complementare dotati di passaporto unico, che abbiano un riconoscimento normativo e fiscale uguale in ogni paese membro dell'unione.   A che punto siamo? Il Parlamento Europeo ha discusso e approvato il regolamento stesso il 4 aprile 2019. Non essendo una direttiva, il regolamento diventerà obbligatorio e vincolante nel momento stesso della sua entrata in vigore. Prima, però, bisogna aspettare il parere tecnico dell'EIOPA (European Insurance and Occupational Pensions Authority) l'autorità europea di vigilanza in materia assicurativa e fondi pensionistici. Le stime parlano per un debutto a fine 2020.   Cosa è il PEPP? IL PEPP è un passaporto applicabile a prodotti previdenziali con specifici requisiti, dunque anche a prodotti già esistenti. Il tuo stesso fondo pensione, che hai già sottoscritto, potrebbe diventare PEPP, un fondo pensione europeo!   Quali sono le novità? Sono principalmente due: la portabilità. Un lavoratore che sottoscrive un PEPP e successivamente si trasferisce in un altro paese membro potrà continuare a contribuire allo stesso prodotto senza interruzioni perché entro tre anni dal trasferimento gli deve essere aperto un sub conto nel nuovo paese L'armonizzazione. Qui la situazione va ancora sviluppata, per decidere a chi spetta la procedura di autorizzazione tra EIOPA e autorità nazionali. Stesso discorso per le competenze di vigilanza, tutto al fine di evitare disparità di trattamento. Di sicuro esisterà un albo speciale in cui i PEPP saranno iscritti da EIOPA, una volta autorizzati dalle autorità nazionali.   Altro tema caldo è quello dei costi. Per avere successo i PEPP devono essere appetibili, considerando che viviamo in un'epoca di tassi a 0, si è pensato ad un tetto massimo pari all'1% anche se l'industria del risparmio gestito e assicurativo, i principali attori coinvolti nella distribuzione di tali prodotti, ha esposto perplessità a far quadrare il cerchio della sostenibilità.   In conclusione, il progetto PEPP è un progetto ambizioso con un fine: contribuire a risolvere il problema dell'invecchiamento demografico e della conseguente pressione sul primo pilastro. Infatti appena il 27% di cittadini europei tra 25 e 59 anni ha sottoscritto un prodotto pensionistico complementare. Una bomba demografica e sociale pronta ad esplodere se non viene disinnescata prima con una presa di coscienza a diversi livelli. Lo sviluppo e la diffusione dei PEPP permetterà altresì di veicolare risorse e liquidità ferma sui depositi ad attività a supporto dell'economia reale, a beneficio di tutto il sistema.   Come invogliare i pensionati del futuro? Con un prodotto che potrà essere distribuito anche online, reso più trasparente e vantaggioso dalla maggiore concorrenza e dal trattamento fiscale (che qui da noi dovrebbe essere analogo a quello dei fondi pensione), e che – come visto – sarà anche portabile.   Non ci resta che attendere. Per il momento possiamo essere protagonisti con la diffusione dell'informazione e dell'educazione finanziaria di investire per progetti e tra i progetti di vita non può assolutamente mancare il mantenimento del benessere di vita durante la terza età, anche attraverso la previdenza complementare.   FONTI / SITOGRAFIA www.adviseonly.com/capirelafinanza/ Focus Risparmio giugno/luglio 2019 www.europarl.europa.eu/thinktank/it www.eiopa.europa.eu   Le opinioni ed informazioni contenute nella presente Newsletter hanno carattere esclusivamente divulgativo. Esse pertanto non possono considerarsi sufficienti ad adottare decisioni operative o l’assunzione di impegni di qualsiasi natura, né rappresentano l’espressione di un parere professionale.

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Il Fondo Interbancario di Tutela dei depositi (Fitd) ti tutela veramente?

Scritto il 23.05.2019

“Gli italiani tengono tutto sul conto corrente perché scottati da quanto hanno subito in passato e si sono fatti furbi”. Questo è il commento più diffuso nel web ad un articolo pubblicato dal IlSole24ore la scorsa settimana, nella sezione – I soldi in Testa.   La liquidità sui conti correnti in Italia ha sforato il tetto dei 1.500 miliardi €, secondo i dati aggiornati di Banca d'Italia. A far sentire protetto il risparmiatore italiano c'è il Fitd che dal 2011 prevede un limite di copertura per depositante pari a 100.000€ per ogni banca aderente al Fitd, in caso di crisi bancaria.   Ma come funziona veramente il Fitd? La tutela del FITD si applica a: depositi in conto corrente, depositi vincolati (conti di deposito), certificati di deposito, libretti di risparmio e assegni circolari. In caso di più conti o cointestazioni bisogna sapere che ai fini dell’applicazione del livello di copertura di 100.000 euro si procede a cumulare i depositi di tutti i conti intestati alla stessa persona, presso la medesima banca. ES.1: Se il sig. Rossi è intestatario di 2 conti presso la banca A, uno con saldo di 70.000 euro, l’altro di 50.000 euro, con un credito complessivo di 120.000 euro, in caso di liquidazione coatta della banca gli sarà riconosciuta una somma massima di 100.000 euro.   Quindi una prima considerazione che possiamo fare è che se proprio voglio rimanere liquido e ho più di 100.000€ di risparmi, è necessario suddividere l'importo in più banche con tranche da massimo 100.000€ l'una e non mantenere invece oltre 100.000€ in un unico istituto. A maggior ragione se sono depositati in una banca con un rating basso. Quindi impariamo a considerare e valutare la solidità di una banca. Questo è possibile attraverso il rating.   In quanto tempo recupero i miei soldi, in caso di crisi di una banca? Il depositante non deve fare nessuna richiesta, ma... il rimborso dei depositanti può avvenire solo in caso di liquidazione coatta amministrativa della banca. In particolare, il rimborso è effettuato entro 7 giorni lavorativi dalla data in cui si producono gli effetti del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa della banca. Allora bisogna chiedersi quanto dura una liquidazione coatta amministrativa mediamente in Italia? La risposta è DIPENDE...di sicuro mesi e magari qualche anno. Un esempio non molto rassicurante: nel gennaio 2018 la corte europea dei diritti dell'uomo – CEDU - ha condannato l'Italia (ricorso 38259/09) per un processo troppo lungo: un imprenditore era creditore di una società cooperativa che era stata posta in liquidazione coatta amministrativa nel 1985; e nel 2010 il processo non era ancora terminato!   Seconda considerazione: se abbiamo una certezza del quanto (100.000€), non si hanno certezze del quando si verrà rimborsati e si potrà rientrare in possesso dei propri risparmi.   Infine bisognerebbe chiedersi: ci sono risorse sufficienti nel Fitd in caso di insolvenza di una banca?     Ho preso la relazione e il rendiconto annuale 2018 dello schema di intervento del Fitd. Sinteticamente, il rendiconto di esercizio 2018 espone una perdita pari a 17.070.156 € (17 milioni) e una dotazione patrimoniale pari a 346 milioni €, che porta il patrimonio netto pari a 329 milioni €. (346-17) Quindi ci sono a disposizione del Fitd attualmente 329 milioni disponibili per coprire oltre 1,5 miliardi € depositati sui conti. (329.000.000/1.500.000.000.000 x 100 = 0,022%)   0,022% è la copertura effettiva a tutela dei risparmi fermi sui conti degli italiani attraverso il Fitd, oggi. Non ci sono fondi sufficienti a garantire le giacenze presenti nei conti in caso di problemi nel sistema bancario italiano!     Il Fitd non è un fondo statale ma privato, è un fondo consortile, ossia un consorzio tra banche il cui bilancio è alimentato dal contributo di ogni singola banca. Pertanto il fondo esiste per le devoluzioni fatte dalle singole banche. Più le banche sono rischiose, maggiore deve essere il loro contributo. L'intervento del Fitd è a chiamata e ogni banca decide se intervenire o no. Il sistema cosi impostato potrebbe funzionare se la banca in crisi fosse di piccola dimensione, diverso sarebbe il caso per la crisi di una banca di grandi dimensioni, o per la crisi del sistema bancario, creata ad esempio, da un'impennata dello spread.   La soluzione presa dal Fitd per cercare di sistemare questa falla, è stata quella di adottare uno “schema volontario di intervento”, come strumento preventivo per la soluzione della crisi di una banca prima che sia attivata la garanzia prevista dal Fitd. In altre parole, si è capito che è più facile salvare i conti correnti di una banca organizzandone il salvataggio e magari la cessione a un’altra banca (sana) che pagare direttamente i suoi correntisti. Per questo, nel corso del 2018, il quadro normativo di riferimento dello “Schema volontario di intervento” è stato oggetto di un’ampia revisione, che ha toccato in particolare i suoi elementi costitutivi e le finalità: individuando in modo più puntuale le fattispecie di intervento e le relative modalità; prevedendo che siano le banche aderenti a stabilire di volta in volta l’ammontare delle risorse da mettere a disposizione per gli interventi, eliminando la previsione di una dotazione finanziaria precostituita.   Quindi ci saranno altri fondi disponibili, oltre al patrimonio netto, ma saranno decisi di volta in volta, in base al caso in questione. In conclusione, abbiamo compreso che lasciare i risparmi fermi sul conto non è una scelta efficiente per tre motivi: perché non stiamo facendo pianificazione finanziaria per soddisfare i nostri obiettivi di lungo periodo; perché siamo esposti al potere di erosione dell'inflazione ed esposti ad una patrimoniale; e anche perché, in ultima analisi, le garanzie offerte dal Fondo interbancario di Tutela dei depositi sono parecchio “teoriche”.   FONTI / SITOGRAFIA www.fitd.it/faq www.altroconsumo.it pianificazionefinanziariadeipatrimoni.wordpress.com IlSole24ore 15.11.2018   Le opinioni ed informazioni contenute nella presente Newsletter hanno carattere esclusivamente divulgativo. Esse pertanto non possono considerarsi sufficienti ad adottare decisioni operative o l’assunzione di impegni di qualsiasi natura, né rappresentano l’espressione di un parere professionale.

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ELTIF – EUROPEAN LONG TERM INVESTMENT FUNDS – una novità nel mercato degli investimenti

Scritto il 10.05.2019

Cosa sono? Gli ELTIF sono organismi di investimento collettivo “alternativi” istituiti in forma chiusa, Sono fondi di investimento chiusi volti a stimolare gli investimenti a lungo termine nell'economia reale, in particolare nelle infrastrutture, nel private equity, nel venture capital e nel private debt – quelle forme di finanziamento come bond, minibond, prestiti - riferiti alle piccole medie imprese (PMI) europee. Lo scopo è quello di supportare le PMI quotate e non, nello sviluppo dell'economia reale europea.    Chi è interessato ad investire negli ELTIF? Le categorie sono 2:  gli operatori qualificati, come fondi pensione, compagnie assicurative, i comuni con obblighi pensionistici come nel mondo anglosassone; gli investitori al dettaglio    Dove sono disciplinati gli ELTIF? Sono disciplinati dal regolamento UE n°760 del 29/04/2015 cd. Regolamento ELTIF e recepiti in Italia con il D.L. 233 di dicembre 2017.  In cosa possono investire gli ELTIF e come possono investire i clienti in ELTIF? Gli ELTIF possono investire in 2 classi di attività: gli investimenti ammissibili regolati con normativa europea: strumenti rappresentativi di azioni, strumenti di private debt sopra definiti, azioni o quote di altri ELTIF. attività liquide.  Il gestore può decidere se investire il 100% del patrimonio in attività illiquide e almeno il 70% del capitale deve essere investito in attività ammissibili illiquide; può utilizzare il restante 30% del capitale per costituire un tampone temporaneo di attività liquide.  Si considerano imprese di portafoglio ammissibili quelle diverse dagli OICR (fondi e sicav) con questi requisiti: quelle non finanziarie, quelle con capitalizzazione inferiore a 500ML (PMI) stabilite in un paese UE o anche in un paese terzo ma non considerato “ad alto rischio finanziario” o non collaborativo a fini fiscali. Sono previste poi regole rigide che prevedono soglie massime di concentrazione degli investimenti non oltre il 10% del capitale del fondo in un unico emittente o in una singola attività. (principio della diversificazione).  Sono considerate attività ammissibili le attività reali con valore economicamente valutabile e adatto a generare profitti regolari nel tempo come i flussi di cassa. Ad esempio le infrastrutture e altre attività con benefici economici come la ricerca&sviluppo, la consulenza, l'istruzione, gli immobili di un progetto a lungo termine.  Gli ELTIF essendo disponibili anche alla clientela al dettaglio, prevedono delle tutele specifiche e si dotano di regolamenti interni e di procedure atte a verificare che il fondo sia commercializzabile anche per questa categoria di investitori. Un ELTIF, per questo, non può fare vendite allo scoperto, investire generalmente in commodities (materie prime), e investire in attività con natura marcatamente finanziaria. Ad esempio non può concedere titoli in prestito e fare operazioni di vendita con patto di riacquisto se non in misura massima del 10% del suo capitale.  L'ELTIF deve essere commercializzato tenendo conto del suo ciclo di vita e della sua strategia di investimento, deve essere previsto un test di adeguatezza a livello di normativa MIFID e un investitore retail può investire al massimo il 10% del suo portafoglio se di ammontare inferiore a 500.000€.  Il taglio minimo di entrata è pari a 10.000€. All'investitore deve essere accordato un diritto di ripensamento di 14 giorni, il cui esercizio determina l'annullamento della sottoscrizione e la restituzione del denaro versato senza penalità.    Quando viene rimborsato un ELTIF? Essendo fondi chiusi, è prevista una scadenza da regolamento, che può andare oltre i10 anni. Non sono previsti rimborsi per la clientela istituzionale, mentre per la clientela al dettaglio è prevista la vendita di quote in un mercato secondario prima della scadenza del fondo.    Chi sono gli organi di vigilanza di un ELTIF in Italia?  La Banca d'Italia che approva il regolamento e autorizza la gestione del fondo e lo iscrive in un albo separato dalle SGR (società di gestione del risparmio)  CONSOB che riceve le notifiche riguardo la commercializzazione del fondo, vigila sulla sua trasparenza e ha obblighi informativi verso l'ESMA (European Securities and markets authority)  È notizia di qualche giorno fa la commercializzazione nel mercato del secondo ELTIF europeo in Italia, dopo quello di Eurizon. Si tratta di Firstlight Middle Market Eltif di Muzinich & Co, in collaborazione con Cordusio Sim, società del gruppo Unicredit.  In conclusione, come abbiamo avuto modo di approfondire, questi fondi di investimento di respiro europeo, da una parte sono una novità che può essere interessante per un cliente, dall'altra parte sono un veicolo per dare slancio alla crescita dell'economia europea e italiana attraverso le PMI.    FONTI / SITOGRAFIA  www.soldionline.it/guide/prodotti  www.IlSole24ore.it 28.03.2018 cms' tax & law newsletter 8/2017  www.europa.eu/rapid/press_release_memo_15-4423_en Focus Risparmio 12/2018-01/2019 focus megatrend    Le opinioni ed informazioni contenute nella presente Newsletter hanno carattere esclusivamente divulgativo. Esse pertanto non possono considerarsi sufficienti ad adottare decisioni operative o l’assunzione di impegni di qualsiasi natura, né rappresentano l’espressione di un parere professionale.

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ETF una scelta tra gestione attiva e passiva

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 02.05.2019

Compilando il modulo unico per definire il profilo di rischio del cliente, come richiesto dalla normativa MIFID II, molti clienti nella sezione “Conoscenza” alla domanda “conosce o non conosce un ETF?” rispondono di non conoscerlo. Visto che il mercato di tali strumenti è in enorme crescita negli ultimi anni, poiché sempre più risparmi vi confluiscono aumentandone le masse, ho deciso di illustrare sinteticamente in questa newsletter tale prodotto di investimento.    Cosa sono?  ETFè l’acronimo di Exchange-traded funds. Essi appartengono in particolare agli ETP (Exchange Traded Products), ovvero alla macro famiglia di prodotti a indice, quotati.  Sono quindi molto diversi dai fondi comuni d'investimento e dalle SICAV; le principali caratteristiche degli ETF infatti sono:  gestione passiva sono quotati in borsa con le stesse modalità di azioni ed obbligazioni  sono negoziati sul segmento di Borsa italiana ETF Pluse possono essere comprati e venduti tutti i giorni di contrattazione esattamente come succede per le azioni. Gli ETF, essendo prodotti a gestione passiva, replicano degli indici di mercato.Essi si limitano per lo più a fotografare il mercato in cui investono. Diversamente, le società di gestione del risparmio, che utilizzano fondi e sicav, hanno una gestione attiva che si basa sul lavoro di un team di gestione e degli uffici di ricerca dei suoi analisti finanziari.  Tipologie di indici degli ETF:Tali indici possono essere di natura azionaria, relativi ai diversi mercati geografici tradizionali (es. Europa o USA), oppure azionari settoriali come la tecnologia o il comparto bancario, oppure relativi a materie primecome il petrolio e l'oro, o ancora riferiti a indici obbligazionari e monetari. Nell'ultimo anno sono nati anche nuovi ETF ESG, ossia ETF che replicano al loro interno indici vari azionari tenendo conto del rating di sostenibilità ambientale, sociale e di governance, in linea con la nuova sensibilità sempre più diffusa verso queste tematiche all'interno del mondo degli investimenti finanziari. Da menzionare sono anche gli ETF a leva che consentono di realizzare strategie speculative di trading, al rialzo o al ribasso, di brevissimo termine. Le leve possono essere x2, x3, x5 e x7.  Ad esempio, un ETF long x 3 su azionario Italia permette di moltiplicare x 3 il guadagno dell'indice azionario Italia, nel caso questo salisse. La stessa cosa vale al ribasso per un ETF short x 3. Si! Hai capito bene: si può guadagnare anche se un indice scendesse e tanto di più quanto l'indice arretra, con un ETF short.  Nel caso si detengano posizioni long x 3 e il mercato italiano scendesse, la perdita corrispondente del mio investimento, quel giorno, sarebbe amplificata x 3. Indice = -1% → ETF -3%.    Quali sono i vantaggi degli ETF? Ivantaggi degli ETFpossono essere riassunti cosi:  facilità di acquisto perché si comprano come un’azione sul mercato italiano  nella possibilità di investire anche cifre contenute, dato che il minimo di negoziazione è pari a una quota  nella certezza e celerità di poter vendere in ogni momento il proprio ETF sul mercato, grazie alla garanzia di una negoziazione continua.  La gestione passiva giustifica costi di gestione “economici” compresi tra uno 0,3% e uno 0,8%, quindi inferiori rispetto ai costi dei fondi attivi come una sicav o un fondo comune e la grande diversificazione (replicano un paniere di beni) ne diminuisce il rischio rispetto ad una singola azione.  Al di là del costo di gestione contenuto, per capire la bontà di un ETF si devono valutare anche altri fattori. Sarà necessario considerare aspetti, come la liquidità dell’etf, o lo spread denaro-lettera: un costo aggiuntivo legato alla negoziazione;il tracking error, ovvero lacapacità dell’ETF di replicare fedelmente l’indice.  È consigliabile, per la mia esperienza, utilizzare infatti ETF con grandi volumi di scambio perché più facilmente liquidabili e non utilizzare ETF con tracking error elevato in caso di tattiche “mordi e fuggi” sul mercato, per non rimanere delusi dal risultato dell'operazione rispetto all'andamento dell'indice stesso.  Inoltre, bisogna ricordare sempre che un ETF, in caso di discesa dei mercati, non ci rende immuni da una perdita di valore dell'investimento, essendo esposto passivamente all'indice. Per cui il nostro strumento diminuisce di prezzo in proporzione alla discesa dell'indice. (sempre che non sia a leva! per cui si amplificherebbe la perdita)  Negli ultimi anni gli ETF, grazie ad un costo di gestione più contenuto valutato insieme alla performance degli indici stessi, comparati con i costi/rendimenti dei fondi, hanno ottenuto una notevole diffusione a livello globale tra gli investitori. Si stima che per la fine del 2020 le masse in gestione attraverso gli ETF arriveranno a toccare una cifra vicina agli 8 miliardi di dollari.  Nel mondo finanziario si è aperto un dibattito acceso tra gestione attiva e passiva dividendolo in due fazioni contrapposte come al tempo dei guelfi e ghibellini. Ci sono società che promuovono gli strumenti passivi (nate in realtà da molti anni come Vanguard) esclusivamente, altre società di gestione del risparmio che hanno affiancato ai fondi anche gli ETF come nel caso di BlackRock e Invesco. Altre ancora come Morgan Stanley e Allianz Global Investors che hanno fatto della gestione attiva il loro slogan: born to be active, active is.  Le nostre considerazioni precedenti ci fanno propendere su una possibile e sana coesistenza delle due forme di gestione. Bisogna sempre ricordare che non esiste uno strumento magico che risolve ogni situazione perché il mondo degli investimenti è complesso e va interpretato prima e declinato poi, sul profilo di rischio di ciascun investitore. Come mi piace ricordare ai clienti, “il consulente si deve occupare del risparmiatore, non del risparmio”.  Se bastasse scegliere un prodotto per sistemare una proposta di investimento, un computer farebbe meglio del consulente attraverso l'intelligenza artificiale. Ma, parafrasando il mondo medico, basta una tac per guarire un paziente? O è necessaria la diagnosi e la terapia di un medico, attraverso una tac?...    FONTI / SITOGRAFIA  fund https://it.wikipedia.org/wiki/exchange-traded www.altroconsumo.it  www.moneyfarm.it  www.educazionefinanziaria.com/finanza-personale/etf-vanguard ETF global research 2018 by EY Le opinioni ed informazioni contenute nella presente Newsletter hanno carattere esclusivamente divulgativo. Esse pertanto non possono considerarsi sufficienti ad adottare decisioni operative o l’assunzione di impegni di qualsiasi natura, né rappresentano l’espressione di un parere professionale.

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ELTIF – EUROPEAN LONG TERM INVESTMENT FUNDS – una novità nel mercato degli investimenti

Scritto il 05.04.2019

Cosa sono? Gli ELTIF sono organismi di investimento collettivo “alternativi” istituiti in formachiusa, Sono fondi di investimento chusi volti a stimolare gli investimenti a lungo termine nell'economia reale, in particolare nelle infrastrutture, nel private equity, nel venture capital e nel private debt – quelle forme di finanziamento come bond, minibond, prestiti - riferiti alle piccole medie imprese (PMI) europee. Lo scopo è quello di supportare le PMI quotate e non, nello sviluppo dell'economia reale europea. Chi è interessato ad investire negli ELTIF? Le categorie sono 2: gli operatori qualificati, come fondi pensione, compagnie assicurative, i comuni con obblighi pensionistici come nel mondo anglosassone gli investitori al dettaglio Dove sono disciplinati gli ELTIF? Sono disciplinati dal regolamento UE n°760 del 29/04/2015 cd. Regolamento ELTIF e recepiti in Italia con il D.L. 233 di dicembre 2017. In cosa possono investire gli ELTIF e come possono investire i clienti in ELTIF? Gli ELTIF possono invetire in 2 classi di attività: gli investimenti ammissibili regolati con normativa europea: strumenti rappresentativi di azioni, strumenti di private debt sopra definiti, azioni o quote di altri ELTIF. attività liquide. Il gestore può decidere se investre il 100% del patrimonio in attività illiquide e almeno il 70% del capitale deve essere investito in attività ammissibili illiquide; può utilizzare il restante 30% del capitale per costituire un tampone temporaneo di attività liquide. Si considerano imprese di portafoglio ammissibili quelle diverse dagli OICR (fondi e sicav) con questi requisiti: quelle non finanziarie, quelle con capitalizzazione inferiore a 500ML(PMI) stabilite in un paese UE o anche in un paese terzo ma non considerato “ad alto rischio finanziario” o non collaborativo a fini fiscali. Sono previste poi regole rigide che prevedono soglie massime di concentrazione degli investimenti non oltre il 10% del capitale del fondo in un unico emittente o in una singola attività. (principio della diversificazione). Sono considerate attività ammissibili le attività reali con valore economicamente valutabile e adatto a generare profitti regolari nel tempo come i flussi di cassa. Ad esempio le infrastrutture e altre attività con benefici economici come la ricerca&sviluppo, la consulenza, l'istruzione, gli immobili di un progetto a lungo termine. Gli ELTIF essendo disponibili anche alla clientela al dettaglio, prevedono delle tutele specifiche e si dotano di regolamenti interni e di procedure atte a verificare che il fondo sia commercializzabile anche per questa categoria di investitori. Un ELTIF, per questo, non può fare vendite allo scoperto, investire generalmente in commodities (materie prime), e investire in attività con natura marcatamente finanziaria. Ad esempio non può concedere titoli in prestito e fare operazioni di vendita con patto di riacquisto se non in misura massima del 10% del suo capitale. L'ELTIF deve essere commercializzato tenendo conto del suo ciclo di vita e della sua strategia di investimento, deve essere previsto un test di adeguatezza a livello di normativa MIFID e un investitore retail può investire al massimo il 10% del suo portafoglio se diammontare inferiore a 500.000€. Il taglio minimo di entrata è pari a 10.000€. All'investitore deve essere accordato un dirittodi ripensamento di 14 giorni, il cui esercizio determina l'annullamento della sottoscrizione e la restituzione del denaro versato senza penalità. Quando viene rimborsato un ELTIF? Essendo fondi chiusi, è prevista una scadenza da regolamento, che può andare oltre i10 anni. Non sono previsti rimborsi per la clientela istituzionale, mentre per la clientela al dettaglio è prevista la vendita di quote in un mercato secondario prima della scadenza del fondo. Chi sono gli organi di vigilanza di un ELTIF in Italia? La Banca d'Italia che approva il regolamento e autorizza la gestione del fondo e lo iscrive in un albo separato dalle SGR (società di gestione del risparmio) CONSOB che riceve le notifiche riguardo la commercializzazione del fondo, vigila sulla sua trasparenza e ha obblighi informativi verso l'ESMA (European Securities and markets authority) E' notizia di qualche giorno fa la commercializzazione nel mercato del secondo ELTIF europeo in Italia, dopo quello di Eurizon. Si tratta di Firstlight Middle Market Eltif di Muzinich & Co, in collaborazione con Cordusio Sim, società del gruppo Unicredit. In conclusione, come abbiamo avuto modo di approfondire, questi fondi di investimento di respiro europeo, da una parte sono una novità che può essere interessante per un cliente, dall'altra parte sono un veicolo per dare slancio alla crescita dell'economia europea e italiana attraverso le PMI. FONTI / SITOGRAFIA www.soldionline.it/guide/prodotti www.IlSole24ore.it 28.03.2018 cms' tax & law newsletter 8/2017 www.europa.eu/rapid/press_release_memo_15-4423_en Focus Risparmio 12/2018-01/2019 focus megatrend Le opinioni ed informazioni contenute nella presente hanno carattere esclusivamente divulgativo. Esse pertanto non possono considerarsi sufficienti ad adottare decisioni operative o l’assunzione di impegni di qualsiasi natura, né rappresentano l’espressione di un parere professionale.

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Usufrutto e nuda proprietà di un immobile: cosa sono e quando conviene prenderli in considerazione?

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 19.03.2019

Oggi vogliamo approfondire due concetti che fanno riferimento al mercato immobiliare, tanto caro al risparmiatore italiano che detiene circa 2/3 dei propri risparmi in questa asset class per un valore complessivo di 5,6 miliardi €.  Questi due concetti sono l'usufrutto e la nuda proprietà di un immobile, regolati dagli articoli del codice civile che vanno dal 978 al 1020.  Cosa cambia tra avere la proprietà piena di un immobile o la nuda proprietà? Per capirlo dobbiamo introdurre il concetto di usufrutto e di usufruttuario.  L'usufrutto è un diritto reale di godimento di un bene, ossia fa parte di quei diritti che attribuiscono a una persona il potere di utilizzare, in modo pieno e immediato, un bene di proprietà di un'altra persona.  L'usufruttuariocioè colui che gode del diritto di usufrutto è generalmente una persona proprietaria di un immobile che decide di vendere la proprietà di tale immobile ad un'altra persona, riservandosi il diritto di godere di quel bene e di beneficiare di tutte le utilità derivanti, inclusi i proventi. Ad esempio, potrebbe dare in locazione il bene a terzi, cedendone l'usufrutto.  Chi acquista la proprietà di un immobile senza l'usufrutto, si dice che ne acquista la nuda proprietà. Diventa quindi proprietario, senza il diritto di utilizzare l'immobile – diritto che rimane in capo all'usufruttuario.  Quando termina l'usufrutto?  Alla scadenza del termine del contratto o nel caso di perimento del bene, oppure alla morte dell'usufruttuario stesso. In questo caso si parla di “consolidazione”, ossia usufrutto e nuda proprietà tornano in capo alla stessa persona. Un'ultima modalità di estinzione è prevista in caso di prescrizione, ossia per non utilizzo del diritto per vent'anni ininterrottamente. A chi conviene acquistare o cedere la nuda proprietà?  Lato acquirente: si ha la possibilità di acquistare un immobile ad un prezzo inferiore. Lato venditore:si riceve subito una ingente somma di denaro, senza abbandonare la casa in cui si sta vivendo, (non dimentichiamoci gli aspetti emotivi). Rispetto a contrarre un mutuo, non si è costretti alla restituzione mensile delle rate e ad un rimborso. Questa opzione può essere interessante per persone senza figli o senza eredi da tutelare.  Chiariti i concetti di nuda proprietà e usufrutto, in termini numerici come faccio a calcolarne il valore se volessi considerare questa opzione per i miei investimenti? Il valore della nuda proprietà dipende dall’età dell’usufruttuario e dal tasso di interesse legale; esistono appositi coefficienti per il calcolo del valore dellanuda proprietà degli immobili, aggiornati dal Ministero dell’Economia con Decreto in funzione dell’aspettativa di vita e del tasso di interesse legale. Maggiore risulta essere l’età dell’usufruttuario, maggiore sarà il valore della nuda proprietà (e minore sarà pertanto il valore dell’usufrutto).  Di solito il valore della nuda proprietà varia tra il 50% e il 70% del valore dell'immobile.  La formula da ricordare è:  VALORE IMMOBILE (PIENA PROPRIETA') = VALORE USUFRUTTO + VALORE NUDA PROPRIETA' Facciamo un esempio:      Valore immobile: 300.000 €  Età usufruttuario: 74 anni  Coefficiente: 43,75  Tasso legale per il 2019: 0,8%  Usufrutto: 43,75 x 0,8% = 35% (coefficiente x tasso legale)  VALORE USUFRUTTO: 300.000 X 35% = 105.000€  VALORE NUDA PROPRIETA': 300.000 € – 105.000 € = 195.000 €        FONTI / SITOGRAFIA: dati catastali Visionwww.IlSole24ore.it 6.12.2018www.federnotizie.it 

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