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La Cina guida il recupero asiatico

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 08.10.2020

MERCATI AZIONARI L’indice globale azionario ha chiuso la settimana in rialzo dell’1,6%, con gli investitori che hanno apprezzato le notizie di inizio settimana sugli sviluppi nella ricerca di un accordo per un nuovo stimolo fiscale in America, e i buoni dati macro per il mese di settembre. In chiusura di settimana, il rallentamento del mercato del lavoro e la notizia della positività al Covid-19 di Donald Trump, non sono stati sufficienti a portare i listini in territorio negativo. In America, la fiducia dei consumatori è rimasta alta anche a settembre, come evidenziato dalla rilevazione dell’indice calcolato dal Conference Board, in salita a 101,8 punti da 86,3 del mese precedente. Tuttavia, alcuni segnali di un rallentamento del recupero dell’economia americana hanno eroso parte dei guadagni registrati dagli indici azionari. Primo tra tutti l’ISM manifatturiero che, pur rimanendo in territorio espansivo, è inaspettatamente diminuito a settembre, passando a 55,4 punti dai precedenti 56,0. Allo stesso modo, anche i dati del mercato del lavoro hanno lanciato qualche incertezza sulla solidità del recupero: nel mese di settembre sono stati creati “solamente” 661 mila nuovi posti di lavoro, un dato decisamente inferiore agli 1,4 milioni di agosto. Al momento tuttavia, gli investitori sembrano maggiormente concentrati sul raggiungimento di un accordo per un ulteriore stimolo fiscale, fattore che avrebbe l’effetto di garantire supporto all’economia nel caso di un nuovo rallentamento per via dell’aumento dei contagi. In Europa, la maggior parte dei listini ha sovraperformato l’indice globale, nonostante alcuni Paesi abbiano sperimentato un aumento dei casi di Covid-19 e di conseguenza stiano  vagliando l’ipotesi di proporre nuove restrizioni per contenere una seconda ondata. I continui dubbi sul fronte Brexit hanno inoltre penalizzato la borsa inglese, che in settimana ha registrato una delle performance più basse del Vecchio Continente. A livello macro, i prezzi in Eurozona sono ulteriormente diminuiti a settembre, con il CPI in contrazione del -0,3% a/a dopo il -0,2% di agosto. In Cina, la produzione industriale e l’attività manifatturiera hanno continuato a mostrare solidità anche a settembre, con il PMI manifatturiero in salita a 51,5 punti dai 51,0 precedenti. In Giappone, il Nikkei ha terminato la settimana in ribasso, nonostante il miglioramento dell’indice Tankan delle grandi imprese manifatturiere che, nel 3Q, è passato a -27 punti dai precedenti -34. MERCATI OBBLIGAZIONARI, CURRENCY E COMMODITY        Settimana caratterizzata con un andamento divergente per l’obbligazionario governativo dalle due parti dell’Atlantico. Negli Stati Uniti, la curva ha mostrato un leggero irripidimento con il decennale salito di 5 punti base allo 0,70% rimanendo invece invariata sulla scadenza a 2 anni: giovedì, i dati sul mercato del lavoro e sulle abitazioni migliori del previsto hanno portato una maggiore propensione al rischio con una lieve vendita dei titoli del Tesoro a più lunga scadenza, mentre vi sono stati pochi segnali di svolta al Congresso su un ulteriore pacchetto di stimolo fiscale Sostanzialmente invariata invece la curva tedesca, con cali inferiori al punto base su tutta la curva: le ingenti emissioni in Germania e Spagna non sembrano aver pesato sui rendimenti. Anche l’affermazione di Christine Lagarde che la BCE nella sua revisione della strategia in corso possa considerare di lasciare andare l’inflazione in overshooting, seguendo la modifica introdotta dalla Fed, non sembra averinfluenzato il mercato dei governativi core che da già per scontato tale modifica. Le  parole accomodanti di Lagarde hanno invece giovato ai governativi italiani, con un appiattimento della curva e una discesa di 10 punti base a 0,78% sulla scadenza a 10 anni. Il miglior sentimento per il rischio ha giovato al segmento corporate, che ha tratto vantaggio di una riduzione dello spread creditizio soprattutto sulla carta di minor qualità. Bene nella settimana sia l’EUR, sia la GBP nei confronti dell’USD. Oltre che della maggior propensione al rischio, la moneta unica ha tratto vantaggio anche dalla chiusura di mese e trimestre, che ha visto la chiusura di posizione e un flusso verso l’EUR. La GBP invece ha tratto vantaggio sia dai progressi sui negoziati Brexit, sia sulle speculazioni sull’utilizzo di tassi negativi da parte della BOE, con l’affermazione del vicegovernatore Dave Ramsden secondo cui il limite inferiore effettivo è già stato raggiunto. Settimana positiva anche per le divise emergenti che traggono vantaggio dall’indebolimento dell’USD, sebbene l’eterogeneità dei Paesi porti anche ad andamenti profondamente divergenti. Meglio la parte asiatica che beneficia del buon periodo del CNY, mentre in area EMEA il RUB soffre sia per le tensioni in Biellorussia con le sanzioni al Paese introdotte dall’UE sul finire di settimana, sia per il vantaggio di Biden nei sondaggi come futuro presidente degli USA. Si conferma debole anche la TRY che, sebbene abbia chiuso in apprezzamento, ha registrato un nuovo minimo storico contro USD in avvio di settimana. Da dimenticare invece la performance del greggio nonostante la maggior propensione al rischio e la correzione dell’USD: a preoccupare gli investitori sia le prospettive sulla domanda della commodity, sia le indiscrezioni secondo cui la Russia non stia rispettando le quote OPEC+. In risalita l’oro, con il supporto proveniente da un USD più debole e un'elevata incertezza politica. SOTTO I RIFLETTORI  L’Asia Orientale, ed in particolare la Cina, è l’area geografica che sta affrontando la pandemia da Covid-19 in maniera migliore, con meno morti e un impatto più contenuto sulla crescita economica. Un chiaro segnale in tale direzione è arrivata dagli ultimi indici economici pubblicati in Cina. La notizia più confortante giunta nel mese di settembre è stata il ritorno a una crescita su base annua delle vendite al dettaglio per la prima volta dal mese di febbraio: +0,5% a/a in agosto da -1,1% a/ a in luglio. I consumi sono sostenuti dal progressivo miglioramento del mercato del lavoro, con il tasso di disoccupazione in discesa dal 5,7% al 5,6%. In agosto sono continuati anche i progressi del settore industriale, con la produzione aumentata del 5,6%, contro attese di consensus a 5,1% a/a e in miglioramento rispetto al 4,8% a/a di luglio. L’andamento degli indici PMI di settembre ha evidenziato come il recupero dell’attività economica dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi. Positivo sembra anche essere l’outlook degli altri paesi dell’Asia Orientale: Corea del Sud e Taiwan. La regione sta beneficiando del ciclo positivo dell’elettronica, favorito dalla domanda di attrezzature per lavoro in remoto durante la pandemia e la graduale introduzione della tecnologia 5G, che favorisce gli investimenti in infrastrutture da parte degli operatori e il ricambio di dispostivi da parte dei consumatori. Le sanzioni contro gli operatori cinesi stanno favorendo le società coreane e taiwanesi. Altro elemento positivo per la regione è che l’espansione della politica monetaria si è tradotto in un incremento dei crediti alle imprese grazie al buon contenimento della pandemia, dando fiato alla crescita economica. Cina, Taiwan e Corea del Sud registrano da inizio anno una crescita positiva dei crediti e superiore alla media dei 5 anni precedenti. Più difficile la situazione nel Sud-Est Asiatico, dove una minore capacità di contenere il virus ha fatto sì che l’espansione della politica monetaria si sia tradotta in maggiori investimenti in titoli governativi. Al calo dei rendimenti dei governativi non è corrisposto un incremento dei crediti, limitando le potenzialità di recupero dell’economia. L’unica eccezione è stata la Tailandia, dove, però, l’aumento dei crediti sotto l’impulso della giunta militare non è riuscita a compensare l’uscita di capitali dal Paese. Sulla scia del diverso quadro economico, i mercati azionari dell’Asia Orientale sembrano da sovrappesare rispetto a quelli del Sud-Est, in linea con la sovraperformance già emersa nel corso dell’estate.

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L'analisi dei mercati finanziari e l'agenda settimanale 5 ottobre

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 05.10.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA La notizia della positività del presidente statunitense Donald Trump e l’andamento inferiore alle attese del mercato del lavoro in settembre hanno spinto i mercati azionari in ribasso venerdì. La creazione di posti di lavoro è stata, infatti, di 661 mila unità contro attese a 800 mila. Le vendite si sono concentrate sui tecnologici, con Apple a -3,3% e Microsoft e Amazon a 3%. Tesla ha perso il 7,4% nonostante abbia annunciato consegne di 139,3 mila auto in Q3, nuovo record storico per la società di auto elettriche. Walmart ha perso l’1,8% nel giorno in cui ha annunciato la vendita della catena inglese Asda. Chevron ha chiuso in rialzo dell’1,1% nonostante il forte calo del prezzo del petrolio, grazie all’approvazione da parte degli analisti di  Noble Energy della vendita a Chevron. L’operazione si dovrebbe chiudere nell’ultimo trimestre dell’anno. Mercati Azionari Asia Giornata positiva per i mercati asiatici, trainati dal rimbalzo del prezzo del petrolio. In Giappone, oltre al rialzo della società petrolifera Inpex (4,3%) si segnala la rilevazione positiva del PMI dei servizi, passato a settembre a 46,9 dai precedenti 45,0. A Hong Kong, HSBC avanza del 4,5%, continuando il trend positivo iniziato dopo i ribassi a seguito delle accuse di qualche settimana fa. In Corea del Sud, l’attività manifatturiera è migliorata a settembre, con il PMI manifatturiero in aumento a 49,8 punti. Samsung, in rialzo dell’1,6%, ha contribuito in maniera significativa al rialzo del Kospi. A guidare l’ottima performance del listino indiano è il settore tecnologico, in guadagno dell’1,7%. La borsa di Shanghai è rimasta chiusa per festa nazionale Mercati Azionari Europa I principali listini europei hanno terminato la seduta di venerdì in lieve rialzo, nonostante la notizia della positività al Covid-19 di Donald Trump e il rallentamento del mercato del lavoro americano. Ancora volatilità nel settore dell’Oil&Gas, in ribasso del -0,4%: il comparto ha segnato la performance peggiore del listino europeo. A livello di singoli titoli, la britannica Ocado ha perso il -2,2% dopo essere stata accusata di aver “rubato” alcune tecnologie robotiche da una società rivale norvegese. Forti vendite sulla società aurifera Centamin, in perdita del -17,0% dopo che il management ha comunicato di attendersi un calo della produzione nell’anno in corso a causa di rallentamenti nei lavori in Egitto. A Piazza Affari gli acquisti si sono diretti verso Safilo, in rialzo del 18,0% in scia alle stime positive del management sul livello di vendite nel 3Q. FOREX Cross valutari stabili fra EUR, USD, JPY e GBP con gli investitori cauti nel prendere posizione, monitorando attentamente le condizioni di salute del presidente USA Trump, risultato positivo al coronavirus la scorsa settimana e a cui è stato offerto ossigeno nel weekend nel corso della cura, ma che già nella giornata odierna potrebbe essere dimesso dall’ospedale. Generale lieve apprezzamento per CAD, AUD e NZD mentre le divise emergenti hanno avuto un andamento più vario, ma complessivamente in risalita contro USD trainate dal buon apprezzamento del renminbi offshore. Si conferma debole invece il RUB su cui pesano sia le sanzioni della UE alla Biellorussia, sia la possibile vittoria di Biden alle elezioni presidenziali. COMMODITIES La scorsa settimana ha fatto registrare un’importante volatilità sul prezzo del petrolio, con gli investitori che continuano ad osservare i dati di domanda e offerta pubblicati. La giornata di venerdì è stata caratterizzata da forti vendite, come la seduta precedente. Dall’apertura odierna si sta osservando un tentativo di rimbalzo: il future sul WTI guadagna il 2,5% e si riporta in area USD 38 al barile, il Brent segna +2,25% a quota USD 40,15 al barile. L’oro rimane leggermente sotto quota USD 1.900 dopo il trend positivo di settimana scorsa. Di seguito i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Lunedì In mattinata la Gran Bretagnarilascerà l’indice PMI composito e l’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi Alle 16:00 gli Stati Uniti comunicheranno l’indice ISM non manifatturiero Martedì Alle 10:30 la Gran Bretagnarilascerà l’’indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioni Alle 16:00 gli Stati Uniti comunicheranno le previsioni dell’EIA sull’energia nel breve termine, alle 16:00 sarà la volta dei nuovi lavori JOLTs. Mercoledì Alle 16:00 e alle 16:30 gli Stati Uniti comunicheranno il dato relativo alle scorte di petrolio greggio e l’indice Ivey dei direttori agli acuisti, alle 20:00 sono attesi i verbali di riunione del FOMC e le decisioni del FOMC Giovedì Alle 13:30 in Zona Eurosaranno rilasciate le dichiarazioni sulla Politica monetaria della BCE Alle 14:30 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo alle richieste iniziali di disoccupazione Venerdì All’01:50 il Giapponerilascerà il PIL Alle 08:00 la Gran Bretagnarilascerà il PIL e il dato sulla produzione manifatturiera

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Focus sui dati macro alla vigilia delle trimestrali

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Scritto il 01.10.2020

Focus sui dati macro alla vigilia delle trimestrali   Mercati azionari La settimana dei mercati azionari è stata caratterizzata da forti vendite, con l’indice globale in ribasso del -2,1%. Ad aumentare le incertezze degli investitori è stato in primo luogo il continuo aumento di persone che hanno contratto il Covid-19, fattore che pone dei dubbi sul prosieguo del recupero economico in atto. Negli Stati Uniti, le difficoltà nel raggiungimento di un accordo per un ulteriore stimolo fiscale a supporto dell’economia hanno continuato a influenzare negativamente l’andamento degli indici azionari. Tuttavia, i segnali che giungono dal fronte macro rimangono positivi anche a settembre: l’attività manifatturiera si è mantenuta in una fase espansiva, come sottolineato dal miglioramento a 53,5 punti del PMI manifatturiero, mentre il mercato immobiliare ha guadagnato forza, con 1 milione di nuove case vendute ad agosto rispetto alle 965 mila di luglio. In Europa, i listini hanno registrato ribassi più severi rispetto a quelli degli indici americani, per i timori che l’aumento di contagi possa portare a nuove restrizioni all’interno dell’Unione Europea. La situazione economica rimane inoltre più compromessa rispetto a quella statunitense: il PMI composito ha subito infatti una contrazione a  settembre,diminuendo a 50,1 punti dai precedenti 51,9. Nonostante la componente manifatturiera sia rimasta solida, il settore dei servizi ha risentito ancora delle difficoltà negli spostamenti generate dalla pandemia. I listini europei continuano a mostrare performance altamente negative da inizio anno, con la sola eccezione del Dax (-5,9% YTD). In Germania, gli investitori sono rimasti più ottimisti per via dei segnali decisamente positivi dell’economia tedesca negli ultimi mesi. Non da ultimo, il miglioramento dell’Ifo di settembre, salito a 93,4 punti. Settimana negativa anche sulle borse asiatiche, dove oltre al virus, si fanno sentire le incertezze sui rapporti tra Cina e USA, con particolare riguardo alla vicenda TikTok, e la decisione della PBoC di mantenere invariati i tassi di interesse sui prestiti. Ancora ribassi sui listini dell’America Latina, con l’Ibovespa e l’indice dei mercati emergenti sudamericani che continuano a mostrare le performance peggiori da inizio anno. MERCATI OBBLIGAZIONARI, CURRENCY E COMMODITY L’avversione al rischio sui mercati ha portato a delle buone performance per i titoli governativi. Il calo dei mercati azionari ha aumentato la richiesta di investimenti sicuri, portando ad un leggero appiattimento della curva USA con i rendimenti sulla parte a più lunga scadenza in discesa di 5 punti base fra i 15 e i 30 anni. Il rialzo dei prezzi è avvenuto nonostante una serie di nuove emissioni di obbligazioni, tra cui un'asta di due anni da USD 52 miliardi martedì, seguita da aste di USD 53 miliardi in cinque anni mercoledì e USD 50 miliardi in sette anni giovedì. Il decennale ha chiuso la settimana a 0,65%, in calo di 4 punti base. Movimento analogo anche in Europa, dove i governativi dell’area euro hanno tratto vantaggio dalla ridotta propensione al rischio e dalle minori aspettative d’inflazione, con la curva tedesca che ha replicato quella americana con un appiattimento e un calo di 4 punti base sulla scadenza a 10 anni e di 5 punti base sul tratto 15-30. Buona anche la performance dei BTP grazie all’esito delle elezioni regionali che hanno conferito potenzialmente una coalizione più stabile. Poco mossi invece i governativi inglesi, nonostante l’annuncio di un nuovo piano di sostegno salariale che probabilmente porterà a un maggiore indebitamento del governo. Il movimento di avversione al rischio si è evidenziato soprattutto sul segmento obbligazionario a maggior rischio, con l’high yield e soprattutto l’emergente in particolare flessione. Sul fronte valutario, le preoccupazioni sui rischi per le prospettive economiche globali derivanti dall'aumento dei casi di coronavirus e dalle osservazioni della Fed sulla necessità di maggiori stimoli per sostenere la ripresa, hanno riportato fra gli investitori la volontà di detenere valute rifugio, in particolare l’USD che si è apprezzato anche contro JPY. Debole l’EUR che è scivolato sotto l’1,17. Debole anche la GBP che accusa le nuove restrizioni del governo per contenere la pandemia. Sul fronte del greggio, i futures sul petrolio hanno registrato un marcato calo in avvio di settimana (-4,4% il WTI) per poi recuperare lentamente rimanendo tuttavia lontani dalla chiusura del venerdì precedente. Oltre alle nuove restrizioni e ai timoli legati alla pandemia, gli investitori hanno anche valutato le news secondo cui la Libia vorrebbe aumentare le esportazioni di petrolio, aggiungendosi alla già aumentata offerta delle nazioni dell’OPEC+. Marcato calo anche per l’oro, sceso fra le sedute di lunedì e martedì per poi stabilizzarsi, sotto pressione per la forza del USD e per le aspettative di inflazione attenuate. SOTTO I RIFLETTORI Il recupero dei mercati azionari statunitensi dopo il minimo del mese di marzo, oltre che al forte intervento della politica monetaria e fiscale, è dipeso dalle attese di un miglioramento dell’attività economica nella seconda parte dell’anno dopo la forte contrazione nel secondo trimestre causata dalle misure di distanziamento sociale per frenare la diffusione del Covid-19. Il mancato miglioramento della situazione sanitaria a livello mondiale, con un peggioramento marcato in diverse zone dell’Europa nelle ultime settimane, ha alimentato i timori che tali attese possano essere vane. In settimana negli USA saranno diffuse importanti indicazioni sullo stato di salute dell’economia. Oggi è in calendario la pubblicazione dell’indice di fiducia delle imprese ISM manifatturiero, seguito il giorno dopo dal rapporto sul mercato del lavoro. Entrambi i dati fanno riferimento a settembre. I dati dovrebbero confermare che un rallentamento della crescita economica non sia imminente negli USA, al contrario di quanto fatto intravvedere dagli ultimi indici di fiducia delle imprese pubblicati in Europa. L’ISM manifatturiero dovrebbe registrare un nuovo modesto incremento, salendo da 56 a 56,2. Il dato sarebbe in linea con le indicazioni preliminari arrivate dal PMI di settembre, in rialzo da 53,1 a 53,5. L’indice si dovrebbe, così, mantenere ad un livello in linea con una crescita del Pil del 4% nei prossimi mesi. Un segnale positivo per le prospettive dell’economia dovrebbe arrivare anche dal mercato del lavoro. La creazione di posti di lavoro dovrebbe essere di circa 850 mila unità, seppure in calo rispetto a 1,4 milioni in agosto, e il tasso di disoccupazione dovrebbe scendere dall’8,4% all’8,2%. Per quanto il tasso di disoccupazione rimarrebbe ben sopra il valore pre-Covid del 3,5%, la discesa degli ultimi mesi potrebbe aiutare a sostenere i consumi, che rappresentano il 68% dell’economia statunitense. La conferma del miglioramento della fiducia dei consumatori in settembre sulla base dell’indice dell’Università del Michigan (da 74,1 in agosto a 79) confermerebbe che le spese possano continuare a sostenere il miglioramento dell’economia. Tali dati rappresentano le ultime indicazioni macro di rilievo prima dell’inizio della stagione delle trimestrali statunitensi che entrerà nel vivo a metà mese di ottobre. Grazie all’andamento migliore delle attese dei dati di Q2 e ai segnali confortanti sulla crescita economica arrivate nel corso dell’estate, gli analisti hanno rivisto al rialzo le stime per il terzo trimestre. Il consensus degli analisti stima una contrazione del 21,2% dell’EPS delle società dello S&P500. Per quanto la contrazione sarebbe molto forte, si tratterebbe di un dato migliore di quanto stimato dagli analisti a inizio trimestre (-25,3%). Gli utili dovrebbero contrarsi anche nell’ultimo trimestre dell’anno (-12,7%) prima di tornare a salire in maniera molto forte nel 2021: +12,8% in Q1 e +44% in Q2.  

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mercati azionari e agenda settimanale del 28 settembre 2020

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Scritto il 28.09.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA I maggiori indici azionari statunitensi hanno chiuso in rialzo venerdì, mettendo momentaneamente da parte le preoccupazioni per il diffondersi del Covid-19, la mancanza di un accordo in Congresso su un nuovo piano di stimolo fiscale e i timori sull’esito delle elezioni presidenziali di novembre. Grazie al rally di venerdì, il Nasdaq ha chiuso la settimana con un leggero segno positivo (+1,1%), mentre S&P500 e Dow Jones Industrial hanno chiuso in calo rispettivamente dello 0,6% e dell’1,8%. Honeywell International ha chiuso in rialzo dell’1,7% grazie all’annuncio di un incremento del dividendo trimestrale del 3,3% (da USD3,6 a USD3,72) a partire dal quarto trimestre. Il miglioramento del giudizio dell’analista di Barclays a overweight in attesa di una pronuncia favorevole alla ripartenza delle crociere da parte del centro nazionale per le malattie e la prevenzione ha favorito le società del settore: Norwegian Cruise Line ha guadagnato il 13,7%, Carnival Corp il 9,7% e Royal Caribbean il 7,7%. MERCATI AZIONARI ASIA Giornata positiva per le maggiori borse asiatiche, in scia all’ottima seduta di venerdì dei listini americani. A Hong Kong, Semiconductor Manufacturing International Corporation (SMIC) scambia in negativo del -4,8% dopo che gli USA hanno deciso di imporre restrizioni alle esportazioni verso la società asiatica. Al contrario, China Evergrande Group guadagna il 17,3%, con il management che ha dichiarato che la situazione finanziaria della società risulta solida e stabile. In Cina, i profitti delle imprese di agosto hanno registrato una crescita del 19,1% a/a, inferiore a quella del 19,6% di luglio. Il Kospi ha chiuso in rialzo grazie anche agli acquisti su Samsung (+1,1%). Il Bse Sensex scambia in positivo grazie all’ottima performance del settore metallurgico (+1,8%). I listini europei hanno chiuso l’ultima seduta della settimana in calo, appesantiti dal peggioramento della situazione sanitaria e dai timori di un rallentamento del recupero economico in atto. Il gruppo francese BNP Paribas ha ceduto un -2,9% dopo che alcuni procuratori francesi hanno aperto delle indagini sulla banca con l’accusa di un possibile  coinvolgimento dell’istituto in crimini contro l’umanità in Sudan, a causa di alcuni finanziamenti erogati al governo sudanese. Forti vendite anche su Thyssenkrupp, che ha terminato la seduta registrando un ribasso del -5,4%. A Piazza Affari, Salvatore Ferragamo ha guadagnato l’1,2% dopo che l’analista di Goldman Sachs ha migliorato il giudizio sulla società portandolo a buy. Sono proseguite le vendite sui titoli petroliferi, con Saipem in perdita del -3,3%.. FOREX L’incertezza sulla ripresa economica congiuntamente all’incertezza politica negli Stati Uniti con l’intensificarsi dei contrasti fra i due candidati e partiti all’avvicinarsi delle elezioni USA, mantiene ben supportate le divise più sicure, con l’USD sul massimo a due mesi contro un paniere di valute, fra cuil’EUR che si mantiene sotto l’1,1650. Limita i cali il JPY, stabilizzatosi nelle ultime due sedute dopo esser sceso al minimo nelle ultime due settimane contro il biglietto verde. Deboli le divise emergenti, con RUB e TRY in particolare debolezza: anche il rialzo di 200 punti base al 10,25% del tasso principale di riferimento avvenuto la scorsa settimana, non sembra al momento aver arrestato la discesa della valuta. COMMODITIES Il petrolio ha chiuso la settimana nel range di prezzi osservato nelle ultime chiusure e ha aperto la seduta odierna in territorio negativo. Il future sul WTI perde lo 0,9% e scambia a USD 39,87, mentre quello sul Brent vale USD 41,56 al barile. L’oro è stabile sui prezzi di chiusura di venerdì a USD 1851 l’oncia. Di seguito una lista dei principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Lunedì Alle 15:45 inZona Euro è atteso il discorso della Presidente della BCE Lagarde Martedì Alle 16:00 gli Stati Unitirilasceranno il rapporto sulla fiducia dei consumatori Mercoledì Alle 03:00la Cina comunicherà l’indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero e alle 03:45 l’indice manifatturiero PMI – Caixin Alle 08:00 laGran Bretagna rilascerà il PIL annuale e trimestrale Alle 09:20 inZona Euro è atteso il discorso della Presidente della BCE Lagarde, alle 11:00 è atteso invece l’IPC annuale Alle 10:55 la Germania rilascerà il dato relativo alla variazione della disoccupazione Alle 14:15 gli Stati Uniti comunicheranno la variazione dell’occupazione non agricola, alle 14:30 rilasceranno il PIL, alle 16:00 rilasceranno il dato relativo ai contratti pendenti di vendite di abitazioni mentre alle 16:30 sarà la volta del dato sulle scorte di petrolio greggio Giovedì All’01:50 il Giappone rilascerà l’indice Tankan dei grandi produttori manifatturieri, a seguire quello delle grandi aziende non manifatturiere Alle 09:55 la Germania rilascerà l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Alle 10:30 laGran Bretagna rilascerà l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Alle 12:00 in Zona Euro si terrà un summit dei Leader UE Alle 14:30 gli Stati Unitirilasceranno il dato relativo alle richieste iniziali di disoccupazione e alle 16:00 l’indice ISM dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero Venerdì Alle 11:00 in Zona Eurosarà comunicato l’IPC annuale Alle 14:30 gli Stati Uniticomunicheranno il dato relativo alle buste paga del settore non agricolo e il tasso di disoccupazione

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Mercati azionari e agenda settimanale del 22 settembre 2020

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Scritto il 22.09.2020

MERCATi AZIONARI AMERICA I maggiori indici azionari hanno chiuso in calo venerdì, andando a registrare la terza settimana consecutiva di ribasso. A pesare sui listini sono state le incertezze sul nuovo piano di stimolo fiscale, su cui democratici e repubblicani non riescono a trovare un accordo, le rinnovate tensioni tra USA e Cina e i timori che la ripresa economica possa subire un allentamento. Oracle ha chiuso venerdì in calo dello 0,7%. Nel fine settimana è stato annunciato un accordo per l’entrata della società insieme a Wal Mart (-1%) nel capitale di TikTok global, evitando il divieto del download della app che sarebbe scattato ieri. Nonostante l’impostazione negativa del mercato, le IPO che si quotano sul mercato continuano a ricevere un grande interesse: ad esempio Compass Pathways è salita del 71% e Unity Software del 31,4%. Anche le Spac sono al centro dell’attenzione degli investitori, con Pivotal Investment Corporation II salita del 14,3% dopo avere annunciato la fusione con XL Fleet, un fornitore di tecnologia per i veicoli elettrici. MERCATI AZIONARI ASIA Le maggiori borse asiatiche scambiano in territorio negativo, appesantite dalle performance dei listini di Shanghai e Hong Kong. In particolare, a influenzare negativamente i listini è stata la decisione della People Bank of China di non apportare modifiche all’attuale politica monetaria, mantenendo inalterato il livello dei tassi sui prestiti a imprese e famiglie (3,85% a un anno e 4,65% a cinque anni). Il gruppo bancario HSBC scambia in ribasso del -3,7%, in scia alla notizia di presunti movimenti di fondi per milioni di dollari derivanti da attività illecite. Il Kospi ha terminato la seduta in rosso nonostante Samsung (0,2%) abbia chiuso sopra la parità, mentre sul Bse Sensex gli acquisti si sono diretti sul comparto tecnologico (+2,0% circa). Il Nikkei è rimasto chiuso per festa nazionale. MERCATI AZIONARI EUROPA I principali listini europei hanno terminato la seduta di venerdì in ribasso, trainati in perdita dall’aumento di nuovi casi di Covid-19, con il settore dei viaggi e dell’intrattenimento in rosso del -3,4%. A livello di singoli titoli, Caixabank (-2,2%) e Bankia (-4,8%) hanno approvato l’operazione di fusione che creerà l’istituto bancario più grande della Spagna. In controtendenza Roche, che ha guadagnato l’1,7% grazie ad alcuni sviluppi positivi sul farmaco di proprietà contro il Covid-19, e la tedesca Covestro, in rialzo del 5,0% dopo aver smentito le voci che la vedevano il target della società di private equity Apollo. Sul listino italiano, Enel ha guadagnato lo 0,5% in scia all’offerta di Macquire per una quota di Open Fiber. Acquisti anche su Diasorin, che ha terminato le contrattazioni con un rialzo del 5,8%. COMMODITIES Dopo una settimana volatile, con il prezzo del petrolio che è risalito di circa il 10% dapprima influenzato dalla mancanza di domanda e poi sostenuto dalle dichiarazioni dei principali Paesi all’OPEC+, l’apertura odierna mostra segnali leggermente negativi. Il WTI scambia a USD 40,85, cioè -0,6% rispetto ai prezzi di chiusura dell’ultima seduta, così come il Brent, che si attesta intorno ai USD 42,8 al barile. Invariato l’oro, che rimane a USD 1951 l’oncia.   Di seguito una lista dei principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Lunedì In primissima mattinata la Cina rilascerà il tasso privilegiato d’interesse della PBoC Alle 14:45 inZona Euroè atteso il discorso della Presidente della BCE Lagarde Alle 16.00 negli Stati Uniti è atteso il discorso del Presidente della Fed Powell Martedì Alle 09:30 in Gran Bretagnaè atteso il discorso del Governatore della BoE Bailey Alle 16:00 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo alle vendite di abitazioni esistenti. Alle 16.30 si attende la testimonianza del Presidente della Fed Powell Mercoledì Alle 09:30 laGermania comunicherà l’Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero  Alle 1030 laGran Bretagna rilascerà l’indice PMI composito, l’Indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero e quello dei direttori degli acquisti del settore servizi Alle 13:50 il Giappone rilascerà la dichiarazione sulla politica monetaria della BoJ Alle 16:00 negli Stati Uniti è attesa la testimonianza del Presidente della Fed Powell e alle 16:30 saranno rilasciati i dati relativi alle scorte di petrolio greggio Giovedì Alle 10:00 la Germania rilascerà l’indice IFO sulla fiducia delle aziende Alle 14:30 gli Stati Uniti rilasceranno i dati relativi alle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione e alle 16:00 quelli sulle vendite di nuove abitazioni, a seguire parlerà il Presidente della Fed Powell Alle 16:00 in Gran Bretagna è atteso il discorso del Governatore della BoE Bailey Venerdì Alle 14:30 negliStati Unitisaranno comunicati i principali ordinativi di beni durevoli    

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Quadro macroeconomico

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 17.09.2020

I dati economici pubblicati nel corso dell’estate hanno confermato che il peggio per l’economia mondiale dovrebbe essere alle spalle e che nei prossimi trimestri potrebbe proseguire la fase di recupero, dopo il crollo dell’attività economica per l’emergenza sanitaria, sebbene intervallata da probabili pause. I dati relativi a produzione industriale e vendite al dettaglio hanno nel complesso evidenziato forti rimbalzi, anche se un ritorno ai valori pre-crisi è ancora ben lontano: le stime degli economisti non vedono un ritorno dell’attività economica ai livelli pre-Covid prima della fine del 2021. La maggior fonte di incertezza è rappresentata da un nuovo aumento dei contagi da Covid-19, che potrebbero portare ad un atteggiamento più cauto per consumi ed investimenti. In tale scenario il tasso di disoccupazione resterebbe su valori elevati ancora a lungo, con danni permanenti sul potenziale di crescita dell’economia e sullo stato dei conti pubblici per le misure di assistenza che sarebbero necessarie. Le banche centrali hanno confermato il sostegno all’economia ma fondamentale nei prossimi trimestri sarà il sostegno della politica fiscale. STATI UNITI Negli USA i dati macro pubblicati nelle ultime settimane hanno evidenziato un quadro economico sostanzialmente positivo, che ha rafforzato le attese per un rimbalzo dell’economia nella seconda parte dell’anno. Con riferimento ai dati reali, sia le vendite al dettaglio sia la produzione industriale hanno esteso in luglio il rimbalzo iniziato in giugno. In particolare sono state le vendite al dettaglio core a battere le stime degli economisti, con una crescita dell’1,9% m/m contro il +1,3% m/m del consensus. Per quanto non si sia ripetuto il rimbalzo di giugno (+8,3% m/m) a causa della reintroduzione di misure di distanziamento sociale in alcuni stati per l’aumento dei contagi, il dato di luglio ha evidenziato come la propensione agli acquisti dei consumatori sia rimasta elevata, anche grazie alle misure di sostegno implementate all’amministrazione Trump. La produzione industriale è cresciuta del 3% m/m, in linea con le stime, confermando la tenuta del comparto.  Le notizie migliori sono arrivate dal settore immobiliare, con il dato sulle costruzioni di nuove case in crescita del 23% a 1,5 milioni e un ritorno ai valori pre-Covid completato. Segnali confortanti in ottica prospettica sono giunti anche dagli indici di fiducia. L’indice di fiducia delle imprese ISM manifatturiero è salito da 54,2 a 56 portandosi su un valore in linea con un’espansione del Pil del 3,9% annualizzato. L’indice di fiducia dei costruttori NAHB ha addirittura raggiunto il massimo storico. Unica eccezione è rappresentata dall’andamento dell’indice di fiducia dei consumatori del Conference Board, sceso da 91,7 a 84,8. Il calo dell’indice anticipa un recupero più moderato dei consumi nei prossimi mesi, soprattutto qualora il miglioramento del mercato del lavoro si dovesse scontrare con una emergenza sanitaria ancora in atto. Il rapporto sul mercato del lavoro di settembre ha mostrato una creazione di posti di lavoro pari a 428k unità, con il tasso di disoccupazione in discesa all’8,4%. Il rimbalzo dell’inflazione all’1% a/a e della core all’1,6% è una notizia positiva per la Fed, che ha comunicato il cambiamento dell’obiettivo di politica monetaria: da un target del 2% (inflation targeting), la Fed passerà a un obiettivo di inflazione media del 2% (price level targeting), che consentirà una maggiore crescita dei prezzi per il futuro. EUROPA In area Euro è continuato il trend di recupero dell’attività produttiva, ma qualche segnale d’allerta è arrivato dagli indici PMI, con particolare riferimento al settore dei servizi. In agosto i PMI servizi di tutti i maggiori Paesi della regione hanno registrato una correzione dopo i forti rimbalzi dei mesi precedenti, con il dato italiano e spagnolo ritornati sotto la soglia di 50 che demarca espansione da contrazione. Tali dati segnalano come la fase di ripresa dell’economia dopo il lockdown possa essere più debole del previsto, nonostante il buon recupero del settore industriale. La decisione del governo tedesco di rivedere al rialzo la stima sul Pil del 2020 da -6,3% a -5,8% è un’indicazione dell’estremo pessimismo che aveva colpito i governi in precedenza più che un segnale di forza dell’economia. Preoccupa la dinamica dell’inflazione con il CPI core sceso in agosto al minimo storico dello 0,4% a/a sulla base della stima flash. Il balzo della massa monetaria (M3 a +10,2% a/a in luglio) grazie agli interventi della BCE in Q2 dovrebbe impedire un forte ribasso dell’inflazione ma l’attenzione tra i banchieri centrali dovrebbe rimanere elevata poiché una discesa in deflazione sarebbe quanto mai dannosa per le economie della regione a seguito dell’elevato indebitamento GIAPPONE In Giappone l’attenzione si è focalizzata sulla decisione del Primo Ministro Abe Shinzo di dimettersi per questioni di salute. Per quanto questo evento possa aumentare le incertezze nel breve, si ritiene che il successore difficilmente potrà rinnegare il processo di riforme e stimoli implementati per fare tornare il Giappone ad una crescita e ad un’inflazione più elevate. Gli ultimi dati di luglio hanno evidenziato un rimbalzo della produzione industriale (+8% m/m) anche se gli effetti sull’export del lockdown sono ancora ben visibili (-16,1% a/a). Dopo il forte balzo del mese precedente (+13,1% m/m) le vendite al dettaglio si sono, invece, contratte sia su base mensile (-3,3% m/m) che annua (-2,8% a/a). CINA I dati del mese di agosto hanno confermato che il recupero dell’attività economica è continuato ma che un ritorno alla normalità è ancora lontano. Le vendite al dettaglio, in calo dell’1,1% a/a contrariamente alle attese di un rialzo dello 0,1% a/a, stanno evidenziando come i consumatori rimangano prudenti e restii a tornare alla vita pre-Covid. La produzione industriale ha confermato la propria sovraperformance, con un incremento del 4,8% a/a, ma l’andamento degli investimenti diretti fissi, seppure tornati in territorio positivo (+0,5% a/a) evidenzia come la spinta dall’estero possa rimanere debole ancora a lungo. In tale scenario sia la politica fiscale sia quella monetaria potrebbero rimanere pronte ad intervenire nel caso la ripresa economica dovesse perdere il passo nel breve, contrariamente alle dichiarazioni ufficiali che sembrano delineare lo spostamento dall’obiettivo di gestione della crisi a quello di garanzia della stabilità economica nel lungo termine. OUTLOOK Crescita Economica Dopo la forte contrazione del Pil nel Q2, periodo in cui le misure di distanziamento sociale hanno esercitato i maggiori effetti negativi sulla crescita economica, le principali economie mondiali dovrebbero tornare a crescere a un ritmo sostenuto nel terzo trimestre. Sia gli indici di fiducia delle imprese che i dati reali pubblicati nelle ultime settimane hanno rafforzato le attese che il ciclo economico possa migliorare nella seconda parte dell’anno, seppure a ritmo molto graduale, e hanno indotto ad una revisione migliorativa delle stime di crescita del Pil per il 2020 anche se il trend si conferma in contrazione. L’andamento del PMI manifatturiero in Cina e area Euro in agosto, in leggero calo dopo il rimbalzo degli ultimi mesi, segnala come il processo di recupero non sia lineare ma possa essere intervallato da pause. Un ulteriore stimolo alla crescita potrebbe arrivare dall’adozione di una nuova politica fiscale espansiva da parte del Congresso statunitense, mentre in area Euro è attesa l’implementazione dello European Recovery Fund, i cui effetti si faranno però sentire solo nel 2021.  Inflazione/Deflazione  Gli ultimi dati sull’inflazione hanno evidenziato un andamento contrastato negli USA e in area Euro. Negli Stati Uniti, in agosto il CPI ha registrato un forte incremento, con il dato salito dallo 0,6% a/a all’1% a/a e la versione core in crescita dall’1,2% a/a all’1,6% a/a. In area Euro, invece l’inflazione è scesa in territorio negativo (-0,2% a/a) ma, soprattutto, ha destato timori il calo dell’inflazione core al minimo storico dello 0,4% a/a. Si ritiene, comunque, che i rischi di entrata in deflazione possano essere contenuti grazie alle forti politiche monetarie espansive adottate dalle banche centrali, anche se i livelli di inflazione richiederanno comunque un attento monitoraggio nei prossimi mesi. Banche Centrali In uno scenario di banche centrali che manterranno un orientamento espansivo ancora a lungo per sostenere la crescita economica, la Fed ha annunciato un cambio di regime di politica monetaria passando da un obiettivo di inflazione fisso al 2% ad un target medio del 2% lungo l’arco del ciclo economico. Di conseguenza il livello d’inflazione nel medio periodo dovrebbe restare più elevato per permettere di compensare le fasi di bassa inflazione registrate nei periodi di rallentamento economico. In agosto non ci sono state novità dalla BCE, così come nella riunione appena tenutasi di settembre dove continua a prevalere una prosecuzione dell’atteggiamento «wait and see», ma il cambiamento di strategia della Fed potrebbe mettere pressione sulla banca centrale dell’Eurozona per modificarea sua volta l’obiettivo di politica monetaria. Rischi Seconda ondata di diffusione del Covid-19: rappresenta il principale rischio per la crescita economica a livello globale. La corsa presidenziale: resta ancora molto incerta, questo sta mantenendo alta la volatilità sui mercati finanziari. Tensioni USA-Cina: sta perdendo di momentum, superato dai precedenti due rischi, per conseguenze sui mercati finanziari. AZIONI Durante il periodo estivo le quotazioni azionarie hanno tendenzialmente proseguito in un trend al rialzo iniziato verso la fine di marzo con gli indici americani che hanno raggiunto nuovi massimi. Le politiche monetarie accomodanti delle banche centrali continuano a rimanere il driver principale dell’andamento dei mercati azionari con la Fed che, abbandonando un target di inflazione fisso, ha confermato la propria determinazione a fare di tutto per sostenere la nascente ripresa economica. Questo dovrebbe supportare un ulteriore proseguimento del trend rialzista cui abbiamo assistito fino ad ora. Tuttavia molti dei fattori alla base del recupero delle quotazioni stanno perdendo momentum e per alcuni listini è sempre più evidente lo scollamento tra gli andamenti di borsa rispetto ad un’economia reale la cui tenuta dipende in larga parte da sussidi e stimoli fiscali e monetari. Per l’ultimo trimestre dell’anno si prospetta uno scenario più incerto. I mercati azionari presentano ormai condizioni (valutazioni elevate e compiacenza) sempre più simili a quelle prevalenti a febbraio.  I prezzi delle azioni stanno già scontando stimoli monetari e fiscali aggiuntivi, la disponibilità a breve di un vaccino contro il virus e gli eventuali benefici positivi di una vittoria del partito Democratico in USA. Qualsiasi notizia negativa rispetto a tali attese potrebbe portare quindi volatilità anche considerando il livello elevato raggiunto dalle valutazioni.Questo scenario induce a mantenere una esposizione equilibrata sul mercato azionario con accumulazioni verso la piena neutralità nei momenti di maggiore volatilità, sempre implementando le scelte con diversificazione e selettività per cogliere le opportunità ancora disponibili. OBBLIGAZIONI L’azione continua delle banche centrali, in particolare il nuovo impulso della Fed, e le politiche fiscali espansive decise dai governi continuano a sostenere i corsi di tutti i titoli obbligazionari riducendo spread e rendimenti del comparto corporate. Come previsto però il mercato obbligazionario ha recentemente rallentato la sua corsa, complice anche una pausa estiva relativamente tranquilla che ha fatto seguito a trimestrali senza particolari sorprese. Il mercato primario ha confermato il rallentamento atteso ma dovrebbe riprendere la sua attività nella seconda parte dell’anno, in particolare per i titoli high yield (il comparto investment grade ha già registrato volumi record nei mesi precedenti). Nonostante uno scenario generalmente supportivo per l’asset class obbligazionaria rimangono i rischi di un’accelerazione dell’inflazione che potrebbe portare ad un irripidimento delle curve governative, mentre una seconda ondata pandemica potrebbe indurre un nuovo rallentamento economico con conseguenze sui risultati aziendali, aumento dei default e nuovo allargamento degli spread. Si propende pertanto per un posizionamento neutrale sull’asset class obbligazionaria con prese di profitto sulle posizioni che più hanno performato negli ultimi mesi e che sono ritornate su valutazioni precedenti alla fase di correzione. LIQUIDITÀ Si mantiene un posizionamento di neutralità sulla liquidità funzionale e coerente con le scelte strategiche sulle asset class principali, che potrebbero presentare nel corso del prossimo trimestre opportunità d’investimento

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Mercati azionari e agenda settimanale del 14 settembre 2020

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 14.09.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA Le borse statunitensi hanno chiuso venerdì in maniera contrastata, con il Dow Jones Industrial in rialzo dello 0,5% mentre sul Nasdaq sono proseguite le vendite e l’indice tecnologico ha chiuso in calo dello 0,6%. Le big cap del settore tecnologico, protagoniste del forte rally dal minimo di marzo, sono state colpite dalle prese di profitto: Apple ha perso l’1,3%, Amazon l’1,8% e Facebook lo 0,6%. Ha, invece, interrotto il forte trend al ribasso Tesla, salita dello 0,4%. Oracle ha perso lo 0,6% nonostante abbia annunciato risultati trimestrali migliori delle attese e alzato la guidance per il resto dell’anno. Il produttore di camion elettrici Nikola è arretrato del 14,5% per le accuse di frode contabile lanciate dal fondo specializzato in vendite allo scoperto Hindenburg Research. Gilead Sciences ha chiuso in rialzo del 2,8%. La società ha annunciato nel fine settimana l’acquisizione per USD21 miliardi di Immunomedics. Con l’acquisizione, Gilead aumenterà la propria esposizione nel settore della cura dei tumori. MERCATO AZIONARI ASIA Le maggiori borse asiatiche scambiano in territorio positivo, con gli investitori che rimangono in attesa della riunione della Fed in agenda questa settimana. In Giappone, a luglio la produzione industriale è cresciuta dell’8,7% m/m, un valore superiore all’8,0% atteso dagli economisti. SoftBank ha messo a segno un rialzo del 9,0% in scia alla notizia della vendita di Arm Holding a Nvidia per USD40 miliardi. Acquisti sul Kospi, che ha terminato le contrattazioni con un rialzo dell’1,3%, trainato dal proseguimento del trend positivo di Samsung (2,4%). Il listino indiano scambia in territorio positivo grazie alle buone performance dei titoli tecnologici e bancari, con i rispettivi settori in guadagno dell’1,0%. MERCATI AZIONARI EUROPA I principali listini europei hanno chiuso la seduta di venerdì in rialzo, nonostante le tensioni sul fronte Brexit, con Boris Johnson che ha deciso di portare avanti la proposta dell’Internal Market Bill pur sapendo che questo è contrario alla legge internazionale e a quanto stipulato con l’Unione Europea. A livello di singole società, Rio Tinto ha guadagnato il 4,4% dopo l’annuncio delle dimissioni del CEO e di alcuni dirigenti. A segnare la miglior performance del listino europeo è stata la società di telecomunicazioni francese Altice Europe, salita del 24,4% dopo che il fondatore ha offerto EUR2,5 miliardi per acquisire la società con l’intenzione di delistarla. Poco invariato il Ftsemib, influenzato dalle vendite sui titoli del comparto bancario, con Unicredit e Banco BPM in perdita del -2,0% e del -1,9% rispettivamente. FOREX Cross fra USD, EUR e JPY relativamente stabili in attesa del meeting della Fed di domani e mercoledì e della nomina del successore di Abe che tuttavia non dovrebbe portare a variazioni rilevanti di politica economica. Continua invece la forte debolezza della GBP che si mantiene sopra le 0,92 pounds per euro: la scorsa settimana Londra ha esplicitamente riconosciuto che potrebbe violare le leggi internazionali non riconoscendo alcuni dei termini del trattato di divorzio dalla UE. Stabili anche i cross verso le valute emergenti. COMMODITIES Le materie prime hanno chiuso una settimana caratterizzata da incertezza e volatilità, sia per ragioni proprie di ogni segmento, sia come riflesso di quanto accaduto sul mercato azionario e valutario. Il WTI, dopo essere arrivato a perdere più del 10% su base settimanale, ha aperto la seduta odierna in leggero rialzo, scambiando intorno ai USD 37,49 al barile. Anche il Brent ha aperto positivo e si è riportato a ridosso dei USD 40 al barile. L’oro rimane sui livelli dell’ultima decade, a USD 1945 l’oncia.   Di seguito una lista dei principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Martedì Alle 04:00 la Cinarilascerà il dato relativo la produzione industriale Alle 08:00 la Gran Bretagnacomunicherà l’indice dei salari medi inclusi bonus e la variazione nelle richieste di sussidi di disoccupazione Alle 11:00 la Germaniarilascerà la rilevazione ZEW del sentimento sull’economia tedesca Mercoledì Alle 08:00 la Gran Bretagnacomunicherà l’IPC   Alle 14:30 gli Stati Uniticomunicheranno il dato relativo alle vendite al dettaglio e alle 16:30 quello relativo alle scorte di petrolio greggio. Alle 20:00 saranno rilasciate le proiezioni economiche e le decisioni del FOMC insieme alle decisioni sul tasso di interesse del fondi FED, a seguire si terrà la conferenza stampa del FOMC Giovedì Alle 06:30 in Giapponesarà rilasciata la dichiarazione sulla politica monetaria della BoJ, seguirà alle h. 09:00 la conferenza stampa della BoJ Alle 11:00 in Zona Eurosarà rilasciato l’IPC annuale Alle 13:00 in Gran Bretagnaverrà comunicata la decisione sul tasso di interesse, saranno rilasciati i verbali dell’incontro del MPC e i permessi di costruzione rilasciati. Alle 14:30 sono attesi i dati relativi alle richieste iniziali di disoccupazione Venerdì Alle 08:00 in Gran Bretagnasarà comunicato il dato relativo alle vendite al dettaglio    

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MAGGIORE FIDUCIA SUGLI UTILI DOPO Q2

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 06.08.2020

MERCATI AZIONARI La settimana dei mercati azionari ha mostrato un lieve rialzo dell’indice globale, nonostante in Europa le borse azionarie abbiano segnato decisi ribassi per via di alcuni  dati macro inferiori alle attese e per il continuo peggiorare della situazione sanitaria in Spagna e in Belgio. Al contrario, i listini americani hanno messo a segno un ulteriore rialzo, trainati dai guadagni dei tecnologici dopo la pubblicazione delle trimestrali delle big tech. Negli Stati Uniti, la rilevazione del crollo del -32,9% t/t del Pil del secondo trimestre non ha spaventato gli investitori, che si sono invece riversati sui mercati rinvigoriti dalla decisione della Fed di mantenere invariati i tassi di interesse e i programmi di acquisto, e dalle buone trimestrali dei titoli tecnologici. Tuttavia, la situazione sanitaria corrente sta continuando a rallentare la ripresa economica del Paese: gli ordini di beni durevoli core sono cresciuti a giugno del 3,3% a/a, al di sotto del +3,5% atteso. Anche il peggioramento degli indici di fiducia di luglio è un ulteriore segnale delle difficoltà che sta vivendo il Paese. In particolare, la fiducia dei consumatori calcolata dal Conference Board è scesa a 92,6 punti dai 98,3 di giugno, mentre il dato calcolato dall’Università del Michigan è passato a 72,5 punti dai precedenti 73,2. In Europa, la settimana è stata caratterizzata da forti ribassi, principalmente dovuti alla rilevazione di una contrazione del Pil del 2Q peggiore delle attese. La contrazione del -12,1% t/t è stata infatti inferiore al -11,2% stimato, e decisamente più significativa del -3,6% dell’1Q. A livello di singoli Paesi, la Spagna è stata la più colpita dal blocco delle attività, registrando una decrescita del -18,5% t/t. Segnali positivi sono giunti tuttavia dall’inflazione sia headline, che a luglio è aumentata dello 0,4% a/a dopo lo 0,3% di giugno, sia core, passata a un +1,2% a/a dal precedente 0,8%, scongiurando almeno per il momento il rischio di deflazione. In Asia, la performance migliore è stata messa a segno dal listino cinese, che ha beneficiato della rilevazione di un miglioramento del PMI manifatturiero a luglio a 51,1 punti (a giugno si era attestato a 50,9) e dai dati sui profitti delle imprese, che a giugno hanno mostrato una crescita dell’11,5% a/a. Decisamente più debole il Nikkei, che ha chiuso la settimana con un ribasso del -4,6%, penalizzato da un aumento di nuovi contagi di Covid-19. MERCATI OBBLIGAZIONARI, CURRENCY E COMMODITY Settimana per lo più positiva per l’obbligazionario governativo. I rendimenti dei treasury sono scesi su tutta la curva, con il 5y in calo 7 punti allo 0,20% e il 10y in calo di 6 punti allo 0,53%. I guadagni sull’asset class sono venuti a seguito della debole propensione al rischio, fra alcuni dati economici sotto le aspettative e trimestrali deludenti. Dopo l’incontro della Fed, il presidente Jerome Powell ha ribadito la necessità di un costante sostegno politico di fronte alle incertezze causate dalla pandemia globale e ha promesso di mantenere i tassi di interesse a livelli record. Movimento simile anche sui governativi core europei, con un rally dettato dalla forte domanda di beni rifugio, in particolare di quelli al di fuori degli Stati Uniti. I Bund tedeschi hanno sovraperformato, con rendimenti a 10 anni scesi di 8 punti a -0,52%, mentre gli equivalenti francesi sono scesi di 4 punti base a -0,19%. Hanno sottoperformato invece le obbligazioni periferiche, più rischiose, con il rendimento del decennale italiano in aumento di 1 pb all’1,01%. Sulla falsariga s’è mosso quindi l’obbligazionario corporate con la miglior qualità creditizia dell’investment grade premiata con spread in calo, mentre l’high yield, più rischioso, è stato oggetto di vendite con spread in allargamento. Sul fronte valutario, il recente aumento dei casi COVID-19 negli Stati Uniti ha pesato sulla velocità della ripresa economica degli Stati Uniti con un indebolimento dei dati macro e un aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione, portando ancora ad una marcata correzione dell’USD, arrivato oltre l’1,19 contro EUR. Toniche in settimana anche le valute safe haven come lo JPY, così come le valute con carry positivo o quelle in paesi con avanzi delle partite correnti, tra cui Australia e Nuova Zelanda. In calo invece i prezzi del greggio, sebbene ormai da 2 settimane i movimenti sono laterali in un range ristretto a causa delle preoccupazioni sulla domanda di benzina e dal momento che gli investitori hanno visto un aumento delle scorte USA nel rapporto governativo settimanale. Mentre da una parte l’API ha registrato un calo di 6,8 milioni di barili nelle forniture di petrolio, il report governativo ha invece evidenziato un aumento di 1,1 milioni di barili nel principale hub di trasbordo di Cushing, Oklahoma. Nel frattempo, gli investitori hanno esaminato i piani dell’OPEC+ per ridurre i tagli alla produzione in agosto e riprendere una parte della produzione di greggio arrestata durante il periodo di crisi. Nella settimana i prezzi dell’oro sono aumentati del 3,9% per raggiungere nuovi massimi nella debolezza del dollaro. SOTTO I RIFLETTORI I dati trimestrali delle maggiori società statunitensi e europee si stanno dimostrando migliori di quanto temuto dagli investitori. In Usa, con il 63% delle società dello S&P500 che hanno pubblicato i risultati del secondo trimestre, il fatturato registra una contrazione dell’11,7% e l’eps del 10,4%. L’84% delle società che hanno sinora riportato i risultati, però, ha battuto le attese degli analisti e la sorpresa media è stata del 21,8%. Per entrambe le statistiche si tratta dei record storici. A livello settoriale, i consumer services hanno messo a segno il maggiore rialzo dell’EPS (9,2%), nonostante il -13% del fatturato. Solo tre settori hanno registrato un incremento del fatturato: health care, finanziari e tecnologici. Per questi ultimi due settori, però, questo non si è tradotto in un miglioramento dell’EPS. In particolare, sui finanziari pesano gli accantonamenti per rischi su crediti In area Euro il 61% delle società ha presentato i conti del secondo trimestre. Sia il fatturato sia l’utile per azione registrano un forte calo a causa della pandemia da Covid – 19. Tuttavia, la % di società che ha battuto le stime degli analisti (63%) è la più alta da Q1 ’17. Nessun settore registra un incremento del fatturato rispetto allo scorso anno, ma telecomunicazioni e tecnologici mettono a segno un progresso dell’EPS. Tra le telecomunicazioni si è distinta Telelefonica Deutschland, con un incremento dell’EPS dell’80% (pur rimanendo in perdita), mentre tra i tecnologici ASML, a +65,4% L’andamento dei dati trimestrali di Q2 sta avendo un impatto positivo sulle stime degli analisti per i prossimi trimestri, sostenendo le quotazioni dei mercati azionari. In USA, in luglio gli analisti hanno rivisto al rialzo le proprie stime sul trimestre in corso dell’1,1%. Solitamente gli analisti rivedono al ribasso le proprie stime nel primo mese del nuovo trimestre (-2,8% la revisione media degli ultimi 10 anni) e gli ultimi due trimestri in cui c’è stata una revisione al rialzo sono stati Q1 ‘18 e Q2 ‘11. Le stime degli analisti sono ora per una contrazione dell’EPS del 22,9% nel terzo trimestre, seguita da un ulteriore contrazione del 12,1% nell’ultimo trimestre dell’anno. Il 2020 dovrebbe, concludersi con una contrazione del 19,4% prima di un rimbalzo del 27% nel 2021. Anche in area Euro le stime sugli utili per il prossimo anno continuano ad essere riviste al rialzo, con il consensus degli analisti che vede ora una crescita del 34,5% nel 2021 contro una contrazione del 30% nel 2020. Sulla revisione al rialzo, oltre al buon andamento dei conti trimestrali di Q2, stanno giocando un ruolo anche i dati migliori delle attese pubblicati nelle ultime settimane, in particolare con riferimento all’andamento degli indici di fiducia delle imprese, che evidenziano le possibilità di una ripresa sostenuta dell’attività economica nei prossimi mesi.

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Mercati azionari e agenda settimanale del 03 agosto

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 03.08.2020

ERCATI AZIONARI AMERICA Dopo avere passato la maggior parte della giornata in territorio negativo, i maggiori indici azionari statunitensi hanno chiuso venerdì in rialzo grazie a un rally nel finale di seduta. Il rialzo è stato guidato dalle società tecnologiche a maggiore capitalizzazione, che hanno beneficiato della presentazione di risultati trimestrali positivi. Apple è salita del 10,5%, andando a registrare il nuovo massimo storico, e Facebook è avanzata dell’8,2%. Caterpillar, invece, ha perso il 2,8% nonostante abbia pubblicato risultati trimestrali migliori delle attese, seppure in discesa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Seduta in calo per Chevron (-2,7%), che ha registrato nel secondo trimestre una perdita di USD8,3 miliardi, contro un guadagno di USD4,3 miliardi di Q2 ’19. MERCATI AZIONARI ASIA Le borse asiatiche scambiano miste, influenzate dalla pubblicazione di dati macro contrastanti nei diversi Paesi e dalle nuove controversie tra Cina e Stati Uniti. In Giappone, il Pil del secondo trimestre si è contratto meno delle attese, segnando una decrescita del -0,6% t/t (decrescita identica a quella dell’1Q), mentre il PMI manifatturiero ha sorpreso in netto rialzo,  passando a 45,2 a luglio dai 40,1 di giugno. Il listino cinese viene trainato dalla rilevazione del Caixin PMI manifatturiero, che ha raggiunto a luglio un valore di 52,8 punti (a giugno si era attestato a 51,2). Il Kospi chiude poco sopra la parità grazie al lieve miglioramento dell’attività manifatturiera a luglio, mentre il Bse Sensex scambia in territorio negativo a causa di un inatteso peggioramento del PMI manifatturiero, che a luglio è diminuito a 46 punti dai precedenti 47,2. MERCATI AZIONARI EUROPA I principali listini europei hanno chiuso l’ultimo giorno della settimana in ribasso, penalizzati dalla prima lettura del Pil del 2Q e dai timori di una possibile seconda ondata di Covid-19. In particolare, il Pil del secondo trimestre in Eurozona si è contratto del -12,1% t/t, la variazione negativa più significativa dal 1995, con il dato tedesco in diminuzione del -10,1% t/t. BNP Paribas ha chiuso in rosso del -0,8% dopo aver registrato una contrazione di quasi il -7,0% a/a dell’utile netto trimestrale. Decisamente positiva Nokia, che è avanzata del 12,5% grazie alla pubblicazione di un profitto trimestrale migliore delle attese degli analisti. Sul listino italiano, Leonardo è arretrata del -5,2% a seguito della diffusione dei risultati semestrali (utile netto di EUR59 milioni rispetto a EUR252 milioni dell’1H 2019). FOREX Breve rimbalzo per l’USD in chiusura di settimana e in avvio questa notte: il cambio EUR/USD, dopo il forte apprezzamento arrivando fino a 1,1908, ha corretto scendendo sotto l’1,18. Il movimento tuttavia sembra più di medio termine sulle prese di profitto dopo aver toccato il massimo a oltre 2 anni, mentre rimangono ancora incognite sull’USD con un’economia che sarò nuovamente colpita per l’epidemia in corso. Debole il JPY che venerdì ha corretto sia contro USD che contro EUR. L’USD recupera anche su alcune divise come l’AUD, quest’ultimo soggetto alle nuove restrizioni reintrodotte in alcune città in Australia. Miste le divise emergenti. COMMODITIES Continua il movimento laterale sul greggio: dopo il recupero di venerdì, in nottata i futures correggono il guadagno acquisito. Gli investitori guardano con preoccupazione alle prospettive di un eccesso di offerta, visto che il consorzio Opec+ si prepara al previsto aumento della produzione da 1,5 milioni di barili al giorno. Oro stabile in fase laterale, sebbene in nottata abbia toccato il massimo storico a 1990,84 USD/oncia troy. Ecco la una lista con i principali avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Lunedì In primissima mattinata la Cinacomunicherà l’indice manifatturiero PMI – Caixin Alle 10:00 la Germaniarilascerà l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Alle 10:30 la Gran Bretagnacomunicherà l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Alle 16:00 gli Stati Unitirilasceranno l’indice ISM dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Mercoledì Alle 10:30 la Gran Bretagnacomunicherà l’indice PMI composito e l’indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi Alle 14:15 gli Stati Unitirilasceranno i dati sulla variazione dell’occupazione non agricola, mentre alle 16:00 comunicheranno l’indice ISM non manifatturiero. Alle 16:30 sono attesi i dati relativi alle scorte di petrolio greggio Giovedì Alle 08:00 in Gran Bretagnaè atteso il rapporto della BoE sull’inflazione, a seguire la decisione sul tasso di interesse e il rilascio dei verbali dell’incontro del MPC. Alle 10:30 sarà comunicato indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioni, seguirà alle 13:30, il discorso del Governatore della BoE Baiely Alle 14:30 gli Stati Uniti comunicheranno il dato relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione Venerdì Alle 14:30 gli Stati Unitirilasceranno il dato relativo alle buste paga del settore non agricolo, a seguire il tasso di disoccupazione  

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IL RECENTE TREND DELL’ORO

Scritto il 30.07.2020

  MERCATI AZIONARI I mercati azionari globali sono stati penalizzati dall’inasprimento dei rapporti tra Cina e USA, e dal continuo aumento di nuovi contagi negli Stati Uniti. I dati macro hanno comunque mostrato il proseguimento della ripresa economica dopo il forte rallentamento dovuto alla pandemia. In America,le perdite sono state contenute dagli sviluppi positivi nella ricerca di un vaccino contro il Covid-19 e dalle speranze di un nuovo stimolo da USD1.000 miliardi per supportare l’economia. I rialzi dei mercati di inizio settimana sono stati tuttavia più che controbilanciati dalle crescenti incertezze derivanti dalla questione USA-Cina: la decisione della chiusura del consolato cinese a Houston prima, e la risposta della Cina con la richiesta della chiusura del consolato americano a Chengdu poi, hanno innescato un generale sell-off sui mercati, con gli investitori che vedono con più pessimismo ora un miglioramento dei rapporti tra i due Paesi. La rilevazione di un PMI manifatturiero in deciso aumento nel mese di luglio, passato a 51,3 puntidai 49,8 di giugno (ritornando così per la prima volta dallo scoppio della pandemia al di sopra della soglia dei 50 punti) non è riuscita a ridare slancio alle quotazioni azionarie: l’aumento inatteso delle richieste di sussidi di disoccupazione settimanali (1,4 milioni di nuove richieste) ha infatti afflitto ulteriormente i mercati. Nel Vecchio Continente, il raggiungimento di un accordo tra i leader europei sul Next Generation EU per liberare EUR750 miliardi per la ripresa economica, non è riuscito a compensare le notizie negative provenienti da Cina e USA. Come negli Stati Uniti, anche in Eurozona il PMI manifatturiero ha mostrato segnali decisamente confortanti a luglio, aumentando a 51,1 punti. Il miglioramento più significativo tuttavia è stato messo a segno dal PMI dei servizi, che nello stesso periodo di riferimento ha raggiunto i 55,1 punti dai precedenti 48,3, dato che sottolinea come la riapertura del Paese e degli spostamenti abbia permesso al settore più penalizzato dalla crisi sanitaria, di recuperare gran parte del terreno perduto. In Cina,il listino azionario è stato penalizzato dagli scontri politici con gli USA, mentre in Giappone, il Nikkei ha recuperato lievemente dopo la pubblicazione di un aumento dei PMI manifatturiero e dei servizi. La performnace migliore in area asiatica è stata registrata dal listino indiano, rafforzato da alcune trimestrali superiori alle attese.   MERCATI OBBLIGAZIONARI, CURRENCY E COMMODITY Settimana tutta positiva per il mercato del debito, sia in Europa che negli Stati Uniti. I titoli del Tesoro USA,dopo aver inizialmente negoziato in un range ristretto, hanno registrato una performance positiva sul calo dei rendimenti per la debolezza del mercato azionario nella seconda parte della settimana e per le rinnovate preoccupazioni economiche a seguito di un inaspettato aumento delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione. I rendimenti decennali hanno chiuso la settimana 4 punti base in calo allo 0,59%, mentre i rendimenti a 30 anni sono scesi di 10 punti base all’1,23%. In Europa, poco mossi i tassi dei governativi corecon la curva tedesca che ha evidenziato un calo di 1,5 punti sui rendimenti della parte a 30 anni e un aumento di 1,8 punti base sulla scadenza a 4 anni. Meglio invece il debito periferico dopo che i leader dell’UE hanno trovato un accordo su un fondo di recupero da 750 miliardi di euro martedì, aprendo la strada a significativi trasferimenti fiscali verso paesi come l’Italia e la Spagna: i rendimenti sui BTP italiani a 10 anni sono diminuiti di 17 punti base all’1,00%, mentre i rendimenti spagnoli equivalenti sono scesi di 6 punti allo 0,35%. Molto bene anche il debito corporate sia in Europa che negli Stati Uniti, con spread in restringimento sia sull’IG che sull’HY. USD debole nelle ultime sedute contro un paniere di valute: l’EUR è salito sui massimi dal 2018 grazie allo storico accordo sul Next Generation EU che ha rafforzato le prospettive per la regione e ha supportato i flussi verso le obbligazioni periferiche europee. Di contro, le preoccupazioni per la ripresa economica degli Stati Uniti a seguito di un’impennata dei casi di Covid-19e un aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti hanno pesato sul biglietto verde. Ben supportato in settimana anche il JPY a causa di preoccupazioni geopolitiche sullo scontro fra Usa e Cina. Positive le divise emergenti che proseguono il lento trend di recupero contro USD iniziato a fine maggio. Positivi i futures sul greggio: la propensione al rischio positiva supportata dall’ottimismo sui vaccini Covid-19 e da un USD debole, ha dato supporto ai prezzi. Non sembrano invece aver influito i dati del governo degli Stati Uniti che hanno mostrato un aumento delle scorte mentre le forniture di distillati hanno raggiunto il loro massimo livello negli ultimi decenni. Nel frattempo, ancora in forte trend l’oro che beneficia della debolezza dell’USD e dei minori rendimenti dei treasury.   SOTTO I RIFLETTORI Nonostante la sua caratteristica di bene rifugio, come nel 2008 in occasione del crollo di Lehman, anche a marzo di quest’anno, sulle incertezze legate all’epidemia da Covid-19, l’oro ha registrato un forte sell-off derivante dalla necessità degli operatori di vendere qualsiasi classe di attivo – soprattutto se in profitto – per avere liquidità. Da allora, l’oro ha registrato un rimbalzo del 30%circa, di cui il 9% da inizio mese. In questo momento, i principali fattori che stanno condizionando l’andamento del metallo prezioso sono: Effetti del Covid-19 sulla crescita globale L’incertezza degli investitori sullo scenario futuro con un’epidemia che è ancora in una fase di espansione su nuovi record giornalieri di casi a livello globale e i timori di possibili altre ondate all’avvicinarsi dell’autunno, premia la caratteristica di asset rifugio dell’oro. Tensioni geopolitiche Le rinnovate tensioni fra USA e Cina sul tema Covid-19, l’ingerenza su Hong Kong e sulle più recenti accuse di spionaggio, contribuisce come nel precedente caso a supportare la caratteristica di asset rifugio. Politiche monetarie e fiscali espansive Post crisi finanziaria del 2008, l’oro è stato protagonista di un forte rally supportato da politiche monetarie espansive, le stesse ora in atto per limitare gli effetti della pandemia. Tassi reali bassi o negativi Rendimenti obbligazionari corretti per l’inflazione in territorio negativo spingono gli investitori a preferire l’oro come investimento più sicuro USD debole Il momento di debolezza dell’USD (difficoltà interne per un nuovo piano di stimoli fiscali, attese per una Fed maggiormente accomodante, epidemia negli USA ancora in espansione) è un ulteriore fattore a supporto del prezzo del metallo giallo che, essendo determinato in USD, diminuisce in valore assoluto nelle altre valute di rifermento con l’indebolimento della divisa americani. ANDAMENTO DELL’ORO E TASSI REALI Da un punto di vista di analisi tecnica, sebbene sia su livelli sostenuti, non vi sono ancora segnali di ipercomprato sul metallo giallo. Il rally è in accelerazione, con un nuovo massimo storico a 1.981 USD/oncia troy (precedente massimo a 1.918 nel 2011) e con il livello psicologico a 2.000 molto vicino. Gli indicatori MACD e RSI, pur essendo su livelli elevati, non mostrano ancora divergenzee questo potrebbe favorire un proseguimento del movimento. L’area di 1.900 punti rappresenta un livello chiave da monitorare: una rottura verso il basso andrebbe interpretato come segnale di debolezza e di possibile inversione.     CONSIDERAZIONI FINALI L’oro ha già raggiunto livelli di prezzo elevati anche se il contesto economico attuale e gli indicatori di analisi tecnica potrebbero supportare un ulteriore apprezzamento. Si conferma l’opportunità di detenere sempre una quota del portafoglio, compresa tra il 4% e il 7%, investita direttamente nell’oro, muovendosi verso la parte alta del range nelle fasi di volatilità, utile per stabilizzare la performance. Fra i vari strumenti, si possono considerare i seguenti ETC su Borsa Italiana: • cambio aperto, Invesco Physical Gold (IE00B579F325) • cambio coperto, Xtrackers Physical Gold Euro Hedged (DE000A1EK0G3

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Analisi settimanale dei mercati

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 27.07.2020

MERCATI AZIONARI AMERICA Gli indici azionari americani hanno subito forti perdite durante l’ultima seduta della settimana, appesantiti dall’inasprirsi dei rapporti tra Cina e USA e dai pesanti ribassi dei titoli tecnologici. A influenzare le performance delle big tech americane è stato il crollo di Intel, in perdita del -16,2% dopo che la società ha posticipato l’uscita della nuova generazione di semiconduttori e ha rilasciato una guidance per il 3Q inferiore alle attese. Goldman Sachs ha terminato le contrattazioni in ribasso di quasi l’1,0% a seguito della notizia che la banca americana dovrà pagare USD3,9 miliardi per lo scandalo 1MDB in Malesia. Vendite anche su American Express (-1,4%) a causa di una contrazione delle vendite trimestrali peggiore delle attese. MERCATI AZIONARI ASIA I principali listini asiatici scambiano misti, influenzati sia dalle incertezze dei rapporti con USA che dalla pubblicazione di dati macro migliori delle attese in Cina. In particolare, i profitti delle società cinesi sono saliti dell’11,5% a/a a giugno, una crescita decisamente migliore rispetto a quella del 6,0% a/a di maggio. In Giappone, il leading index è passato a 78,4 dai precedenti 77,7, un valore inferiore rispetto ai 79,3 attesi dagli economisti. Acquisti sul Kospi, che ha chiuso in rialzo di quasi un punto percentuale, trainato dalle ottime performance dei titoli farmaceutici. Il listino indiano scambia in territorio negativo per via delle vendite sui finanziari. MERCATI AZIONARI EUROPA Le borse europee hanno chiuso in deciso ribasso, penalizzate dalle tensioni tra Cina e USA e dalle nuove incertezze circa la possibilità di raggiungere un accordo tra UK e l’Unione Europa sulla Brexit. Durante la seduta, la pubblicazione del PMI manifatturiero di luglio ha tuttavia sorpreso in positivo, superando la soglia dei 50 punti, passando a 51,1 dai 47,4 precedenti. La società energetica britannica Centrica ha messo a segno un rialzo del 16,8% grazie alla notizia della vendita del business americano Direct Energy per GBP3,0 miliardi. A Piazza Affari, Nexi ha ceduto il -6,1% in scia ad alcune indiscrezioni che vedrebbero la fusione con Sia al momento in una fase di impasse. FOREX La pandemia non ancora sotto controllo negli Stati Uniti con gli operatori che quotano la possibilità di ulteriori mosse espansive da parte delle Fed ella riunione che si terrà in settimana, mette sotto pressione l’USD. Nello stesso contesto, le preoccupazioni hanno portato in apprezzamento il JPY anche contro EUR nelle ultime 2 sedute. Intanto l’ottimismo sul Next Generation EU continua a dare supporto all’EUR che contro USD ora si è portato sopra l’1,17. Sulle valute più volatili, tengono contro un USD debole CAD, AUD e NZD mentre le valute emergenti mostrano nel complesso una correzione nelle ultime sedute. COMMODITIES Poco mossi i derivati del greggio, con gli investitori concentrati sia sui numeri sulla pandemia, che continuano ad aumentare soprattutto nel continente americano, sia sulle tensioni diplomatiche tra Usa e Cina che non potranno non avere ricadute negative sulla domanda di carburante. Forte invece l’aumento dell’oro che, dopo aver rotto i 1.900 USD/oncia nella giornata di venerdì, oggi è arrivato fino a 1.944 USD/oncia, massimo storico Di seguito una lista di avvenimenti della settimana che potrebbero influenzare i mercati: Lunedì In mattinata laGermania comunicherà l’indice IFO sulla fiducia delle aziende Alle 14:30 gli Stati Uniti rilasceranno il dato relativo ai principali ordinativi di beni durevoli Martedì Alle 16:00 gli Stati Uniti comunicheranno il dato relativo al rapporto sulla fiducia dei consumatori   Mercoledì Alle 16:00 gliStati Uniti rilasceranno i dati sui contratti pendenti di vendita di abitazioni, alle 16:30 quelli relativi alle scorte di petrolio greggio. Alle 20:00 sarà rilasciata la decisione del FOMC e quella sul tasso di interesse dei fondi FED a seguire, alle 20:30, si terrà la conferenza stampa del FOMC Giovedì Alle 09:55 in Germania sarà annunciata la variazione della disoccupazione, alle 10:00 sarà comunicato il PIL Alle 14:30 gli Stati Uniti rilasceranno il PIL trimestrale e subito dopo comunicheranno il dato relativo alle richieste iniziali dei sussidi di disoccupazione Venerdì Alle 03:00 la Cina rilascerà l’indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero Alle 11:00 inZona Euro sarà comunicato l’IPC annuale  

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Deflazione o inflazione?

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 23.07.2020

MERCATI AZIONARI La maggior parte dei mercati azionari globali ha chiuso in positivo una settimana caratterizzata dalle nuove scoperte incoraggianti nella ricerca di un vaccino contro il coronavirus e dalla prosecuzione della stagione dei risultati trimestrali, che fino adora hanno mostrato segnali contrastanti. Negli Stati Uniti, gli indici azionari hanno aperto sotto la pari a inizio settimana, dopo chela California ha proposto nuove restrizioni a causa dell’aumento dei nuovi casi di Covid-19, per poi chiudere la settimana con un guadagno superiore al punto percentuale. A livello macro, le vendite al dettaglio di giugno hanno mostrato una crescita che, seppure inferiore a quella registrata a maggio, è stata migliore delle attese degli analisti (7,5%m/m vs 5,0%m/m), mentre la produzione industriale nello stesso periodo di riferimento è incrementata del 5,4%m/m dopo il +1,4% di maggio. Un’ulteriore spinta alle quotazioni azionarie è stata data dalla rilevazione migliore delle attese dell’inflazione core di giugno passata a 1,2%a/a dal precedente 1,1% e dall’indice manifatturiero della Fed di Philadelphia che a luglio ha registrato un miglioramento a24,1 punti, superiore alle attese. In Europa, la riunione della BCE si è conclusa come da attese con un nulla di fatto. La banca centrale ha mantenuto invariate le decisioni prese fin qui, sia in termini di tasso di interesse che di programmi di acquisto. Secondo Christine Lagarde, l’economia europea al momento sta vivendo una fase di recupero dopo il periodo di massimo rallentamento economico in marzo/aprile e non risultano quindi necessari ulteriori interventi. Il presidente della banca centrale ha comunque sottolineato come l’eventuale accordo tra i Membri europei per il Recovery Fund (raggiunto nella giornata odierna) sia fondamentale per la stabilità economica dell’Unione. Segnali rassicuranti sono arrivati dalla produzione industriale, che a maggio è tornata a crescere, segnando un + 12,4% m/m dopo il -18,2% di aprile. In Asia, nonostante la Cina abbia continuato a mostrare la resilienza della propria economia, registrando un incremento del 3,2% a/a nella prima lettura del Pil del secondo trimestre, battendo le stime del 2,5%, l’indice azionario di Shanghai ha chiuso in netto ribasso come conseguenza delle prese di profitto dopo il forte rialzo del listino messo a segno nella settimana precedente. Anche in Giappone, la riunione della banca centrale giapponese non ha riservato sorprese sull’attuale politica monetaria. Tuttavia, la BoJ ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil per il 2020 in un range tra il - 5,7% e il -4,5 %. MERCATI OBBLIGAZIONARI, CURRENCY E COMMODITY l mercato obbligazionario continua ad essere condizionato da due elementi principali: da un lato l’ottimismo sulla ripresa economica supportato spesso da dati macro in miglioramento, dall’altra dall’epidemia di Covid- 19 che, a livello mondiale, conferma essere ancora in forte espansione con un aggiornamento costante di nuovi record di contagi giornalieri. In Europa, i rendimenti dei governativi sono saliti in tutto il continente nella giornata di lunedì sull’ottimismo iniziale sull’attività economica in ripresa, poi attenuatosi nel corso della settimana per l'aumento di casi di Covid-19 in molti paesi e che ha portato ad una ridiscesa dei rendimenti. Nella riunione della BCE di giovedì, la presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato l'impegno della banca centrale a spendere l'intero importo del suo programma di acquisto di pandemic-bond, dissipando i suggerimenti di alcuni membri del consiglio secondo cui potrebbe non essere necessario. Complessivamente, mentre i governativi core hanno registrato un rialzo dei rendimenti con performance negativa, il debito italiano ha tratto vantaggio dai progressi sul raggiungi mento di un accordo per il Next Generation EU (di recente approvazione), con una riduzione del rischio di credito dell’Italia e che ha visto una riduzione anche dello spread contro i bund. Poco mossi i treasury: la curva dei rendimenti si è appiattita in settimana in un clima di smorzamento. I dati economici sono stati ampiamente positivi, sebbene l'aumento dei casi di coronavirus in alcuni grandi stati abbia sollevato preoccupazioni sul fatto che i governi locali potrebbero aver riaperto l'economia troppo rapidamente. Complessivamente tuttavia, il senti mento di maggiore ottimismo ha portato ad una riduzione degli spread nei segmenti di maggior rischio di credito, con una settimana quindi positiva per i corporate, specialmente high yield. Sul fronte valutario, l’EUR ha mostrato un netto apprezzamento sull’USD sulle prospettive legate all’economia nel breve: mentre negli Usa l’epidemia non è sotto controllo e alcuni stati potrebbero reimpostare lockdowns, in Europa prosegue la riapertura delle attività grazie a nuovi casi che rimangono relativamente bassi. Debole anche il JPY che sostanzialmente chiude poco variato contro USD sulla maggiore propensione al rischio. Questo migliorato sentimento continua a dare supporto alle divise più volatili quali CAD, AUD e NZD, mentre risultano più deboli quelle emergenti. Poco mossi in setti mana brent e WTI. L’OPEC+ ha deciso di ridurrei tagli alla produzione a partire da agosto, sollevando alcune preoccupazioni sull'offerta, nonostante vi siano piani per tagli compensativi da parte di alcuni membri. Il ministro dell'Energia dell'Arabia Saudita ha dichiarato di essere fiducioso che l'offerta supplementare possa essere facilmente assorbita dal mercato con il recupero della domanda. Settimana laterale per l’oro che chiude in risalita del 0,7%. SOTTO I RIFLETTORI Il Covid-19 e le forti politiche monetarie espansive adottate dalle banche centrali stanno alimentando il dibattito tra chi ritiene che il maggiore rischio per l’economia mondiale sia una discesa dei prezzi e chi, al contrario, ritiene che nel medio periodo si possa assistere ad un’esplosione dell’inflazione. Fattori a favore di chi sostiene il rischio deflazione. Incremento del tasso di disoccupazione: a chiusura delle attività per contenere la diffusione del Covid-19 hanno portato a un marcato aumento della disoccupazione sia in USA sia in area Euro. Un ritorno alla normalità nei prossimi mesi porterebbe a un miglioramento del quadro occupazionale ma un ritorno ai livelli pre-Covid potrebbe richiedere anni. Per quanto la relazione era disoccupazione e inflazione si sia indebolita negli ultimi anni, è difficile immaginare un balzo dell’inflazione in tale scenario. Il basso utilizzo della capacità produttiva, indotto dal calo della produzione industriale, limita il potere di «governo» dei prezzi da parte delle aziende e diminuisce la domanda di investimenti. Il calo dei prezzi delle commodity, ed in particolare del petrolio, potrebbero contribuire a contenere le pressioni inflazionistiche. Le misure di lockdown hanno portato a un brusco calo della velocità di circolazione della moneta, indicatore di una minore domanda globale dei beni. In un’ottica di medio periodo il maggiore elemento a sostegno dei timori di deflazione è il fattore demografico. La crescita della popolazione potrebbe rallentare nel mondo occidentale, con l’eccezione degli USA dove invece la parte di popolazione tra i 20 e i 54anni potrebbe salire negli anni a venire, favorendo un processo di disinflazione, in linea con quanto avvenuto in Giappone negli ultimi anni.   Il principale fattore di chi ritiene possibile una decisa accelerazione dell’inflazione è il forte aumento della liquidità determinato dagli interventi espansivi delle banche centrali. Diversi indicatori della liquidità hanno toccato livelli record nelle ultime settimane. In area Euro la massa monetaria è cresciuta in maggio dell’8,9% a/a, il massimo da luglio 2008. In USA la massa monetaria M3 è aumentata del 23,1% a/a. La massa monetaria M3 potrebbe avere toccato una crescita del 12% a/a a livello globale in maggio.   Anche se il forte aumento della liquidità in circolazione non ha per ora creato pressioni sui prezzi, dato l’attuale contesto economico, ma indotto solo una crescita del tasso di risparmio, fino al 23,2% in maggio (32% in aprile), non appena la situazione ritornerà alla normalità, l’abbondante liquidità potrebbe entrare in circolo creando inflazione. Si ritiene tuttavia che lo scenario più vero simile sia quello di un’inflazione che potrà rimanere ancora contenuta per un certo periodo di tempo. Alcune considerazioni a supporto di questa ipotesi: La domanda dei consumatori potrebbe rimanere debole dato l’elevato livello del tasso di disoccupazione. Gli investimenti aziendali potrebbero rima nere contenuti ancora per diversi trimestri. La pandemia avrà la conseguenza di lasciare le aziende con livelli di debito superiori al periodo pre-Covid e livelli di redditività inferiori che potrebbero limitare gli investimenti. I governi si potrebbero trovare nella situazione di dovere rallentare le misure a sostegno dell’economia per non vedere esplodere ulteriormente il debito pubblico.   Di seguito si riportano alcune proposte operative che possono risultare interessanti nello scenario rappresentato. L’inserimento in portafoglio di strumenti legati all’inflazione consente infatti di ottenere una maggiore diversificazione degli investimenti e al tempo stesso di acquistare protezione, nel caso in cui questo rischiosi manifesti. Azioni - Settore Infrastrutture Le infrastrutture rappresentano un’eccezione rispetto alla relazione inversa tra inflazione elevata e andamento del mercato azionario. Le condizioni contrattuali, delle commesse, la regolamentazione e la posizione strategica, spesso consentono alle società del settore di incrementare il prezzo dei servizi, così da traslare l’effetto di aumento dei prezzi sul consumatore finale, senza che i propri margini siano intaccati. Da inizio anno, il settore risulta essere uno dei più penalizzati dagli investitori (Dow Jones Brookfield Global Infrastructure Index -11,81% in USD al 30.06.2020). Obbligazioni - Tasso variabile Le obbligazioni a tasso variabile rappresentano un naturale hedging rispetto all’aumento dell’inflazione, dato il collegamento diretto tra rendimento e livello dell’inflazione. Materie prime - Oro Le materie prime sono un’altra asset class che storicamente ha ben performato nei periodi di inflazione elevata, perché ne sono una delle principali componenti. La definizione del regime inflattivo o deflattivo, infatti, ha un legato molto stretto con il prezzo delle materie prime, soprattutto con quello del petrolio, ma non solo. In tal senso, l’esposizione verso l’oro combina da un lato l’investimento difensivo in caso di sell off o di ritorno della volatilità sulle altre attività rischiose, e dall’altro una copertura verso il rischio inflazione. In linea con un approccio prudente verso il mercato azionario, si preferisce l’investimento in oro fisico piuttosto che nell’equity delle società legate al settore aurifero.

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