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Warren Buffett e la lettera agli azionisti Berkshire Hathaway 2018

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 27.02.2019

Articolo scritto da Gianluca Marzoli per SoldiOnLine.   Come ogni anno Warren Buffet ha inviato ai soci della holding Berkshire Hathaway la consueta lettera agli azionisti. Oltre a fornire i risultati della società nel 2018, l'oracolo di Omaha - come fa spesso nelle sue uscite pubbliche - ha regalato alcune indicazioni di finanza ed economia che, come solito, non hanno deluso la schiera di “seguaci” della sua filosofia di investimento. Vediamone qualcuna. Nel 2018 l’utile netto della Berkshire è stato di 4 miliardi di dollari. Ma il dato impressionante è la performance di lungo periodo del titolo, che dal 1965, anno in cui Warren ha preso la gestione, è stata del 20,5% all’anno, contro il 9,7% dell’indice S&P500. Se a qualcuno sembra poco, in capitalizzazione composta è un guadagno di 2.472.627% contro il 15.019% dell’indice S&P500. Nei commenti al risultato, Buffett è stato molto critico riguardo il nuovo metodo di contabilità introdotto negli States, secondo il quale le partecipazioni azionarie in titoli quotati devono essere riportate mark-to- market, ossia al valore di mercato di fine trimestre. Secondo questo metodo, la Berkshire ha dovuto riportare perdite nel primo e nel quarto trimestre rispettivamente per 1,1 e 25,4 miliardi di dollari, mentre ha riportato guadagni per 12 e 18,5 miliardi nel secondo e nel terzo trimestre. Secondo il finanziere più famoso del mondo questo è un metodo sbagliato, perché la maggior parte delle aziende che la Berkshire Hathaway possiede ha dato risultati soddisfacenti in tutti e quattro i trimestri. Quindi molto meglio concentrarsi sugli utili o le perdite dei business sottostanti i titoli in portafoglio, e dare poca attenzione ai prezzi quotidiani, frutto degli umori del momento di mercato.    Proprio a questo proposito, le 5 aziende con le principali partecipazioni, American Express, Apple, Bank of America, Coca Cola e Wells Fargo, hanno distribuito alla Berkshire dividendi per 2.966 miliardi di dollari, ma questi non sono tutti gli utili che hanno creato. Infatti gli utili non distribuiti di competenza della Berkshire ammontano a 6.837 miliardi di dollari. Da questi utili Buffett si aspetta grandi ritorni negli anni a venire.    Parte di questi utili spesso vengono utilizzati dai manager per il riacquisto di azioni proprie. Buffett è molto favorevole a questa pratica, se viene utilizzata quando i titoli della società quotano al di sotto del valore intrinseco. Per gli azionisti che rimangono per il lungo periodo, si incrementa il valore delle proprie azioni, e anche la percentuale di proprietà. E cita l’esempio di American Express, che negli ultimi otto anni, ricomprando azioni proprie, ha aumentato la percentuale di proprietà della Berkshire dal 12,6% al 17,9%, senza che quest’ultima abbia dovuto comprare una singola azione.    Anche alla Berkshire si riacquistano azioni proprie, quando Buffett e Charlie Munger (il suo braccio destro) decidono che il valore della quotazione è sotto il valore intrinseco della società. In questo caso ne traggono un beneficio principalmente agli azionisti che rimangono, ma anche a quelli che vogliono lasciare, perché comunque c’è un compratore in più sul mercato.    Inoltre, ci possono essere azionisti che lasciano la Berkshire per acquistare azioni di qualche altra società che ritengono più profittevole. Molti di loro in effetti avranno ragione: ci sono tantissime società che consegneranno risultati superiori. Inoltre ci sarà una categoria di azionisti che lasciano perché pensano sia il momento di utilizzare i soldi per goderseli. Buffett afferma che lui e Charlie non si vogliono aggregare a quest’ultima categoria di persone, perchépensano di diventare spenditori netti quando diventeranno anziani (Buffett ha 88 anni e Munger 95)...    La Berkshire non ha mai dato dividendi. Buffett afferma che nel 1965, agli inizi, la Berkshire aveva un capitale di 22 milioni. Trattenere gli utili per tutti questi anni, e lasciando che la capitalizzazione composta facesse il suo magico lavoro, ha portato la Berkshire ad essere un colosso con un capitale totale di 349 miliardi di dollari. Se avesse adottato una politica di dividere il 100% degli utili, la Berkshire adesso starebbe ancora lavorando con i 22 milioni iniziali...      Buffett, e il suo socio storico Charlie Munger, non vedono questi 172 miliardi come un insieme di ticker pronti per essere venduti a causa di downgrade da parte di Wall Street, oppure per aspettative su movimenti della Federal Reserve, possibili sviluppi politici, previsioni di economisti o su un qualsivoglia argomento del giorno. In queste partecipazioni invece, vedono un insieme di compagnie che Berkshire possiede in parte, che guadagnano almeno il 20% sul capitale richiesto per portare avanti il loro business, e che possono portare a casa i loro profitti senza l’impiego di debiti eccessivi.    The American Tailwind (il vento alle spalle americano)    L’11 marzo ricorrerà il 77° anno da quando Buffett acquistò le sue prime azioni. Era il 1942, aveva 11 anni, e acquistò tre azioni di Cities Service.    Tornando indietro di altri due periodi di 77 anni si va al 1788, l’anno prima in cui gli Stati Uniti instaurarono il loro primo presidente, George Washington. Buffett si chiede: potrebbe qualcuno aver immaginato all’epoca che risultati avrebbe potuto raggiungere la nazione appena nata?    Durante questi due periodi di 77 anni prima del 1942, gli Stati Uniti sono passati dall’essere una nazione di 4 milioni di persone ad essere la più potente nazione al mondo. Ma non è stata una cavalcata tranquilla, la nazione è passata attraverso una guerra civile che ha ucciso il 4% della popolazione maschile, e negli anni 30 l’America ha attraversato la Grande Depressione, un lungo periodo di crisi economica caratterizzato da una fortissima disoccupazione.    Inoltre ci sono stati periodi di forte inflazione, diverse guerre costose e controverse, le dimissioni di un presidente, un collasso nei prezzi delle case, un panico finanziario paralizzante e altri problemi. Eppure i risultati della nazione sono stati straordinari e tutti i problemi sopra elencati adesso sono solo storia. Se i 114,75 dollari di Buffett fossero stati investiti in un index fund a zero costi sull’indice S&P500, con tutti i dividendi reinvestiti, al 31 gennaio 2019 sarebbero diventati 606.811 dollari, che è una crescita di 5.288 a 1!    Se qualcuno, spaventato dall’aumento del deficit federale, fosse andato nel panico e con i 114,75 dollari si fosse rifugiato nell’acquisto di oro, che protezione avrebbe avuto? Adesso avrebbe un valore di circa 4.200 dollari, meno dell’1% di quanto avrebbe realizzato investendo nel business americano.    Tornando al punto di partenza, nel 1788 in America c’era veramente poco: qualche gruppo di persone ambiziose con un’embrionica intelaiatura di un governo con l’intendimento di tramutare i loro sogni in realtà. Oggi, la Federal Reserve stima il patrimonio finanziario complessivo delle famiglie americane a 108 trilioni di dollari, una cifra quasi impossibile da comprendere.    Quindi Buffett scrive che gli imprenditori Americani che rivendicano di essersi fatti da soli peccano di arroganza; il vento a favore Americano gli ha dato una grossa mano. È stato lo stesso, e lo sarà anche per la Berkshire: nei prossimi 77 anni la sua crescita sarà dovuta in larga parte all’American Tailwind.

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Warren Buffett: i suoi primi 40 anni...

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 09.10.2018

Warren Buffett è nato ad Omaha (Nebraska) il 30 agosto 1930, secondogenito di Leila e Howard. Unico figlio maschio, ha due sorelle di nome Doris e Roberta. Il papà, Howard Buffett, era un broker prima per la Union Street Bank, che poi si mise in proprio con una sua agenzia. Nel 1942 si candidò al congresso Americano per il partito repubblicano, e fu eletto. Probabilmente influenzato dalla passione per gli investimenti di suo padre, già da giovane si lanciò in diverse azioni imprenditoriali. All’età di sette anni lesse il libro “One thousand ways to make 1.000 dollars” (Mille modi per fare per fare 1.000 dollari). Leggi tutto l'articolo su SoldiOnline

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Berkshire Hathaway: com'è nata (e come cresciuta) la holding di Warren Buffett

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  • Mercati finanziari / economia
Scritto il 18.06.2018

La Berkshire Hathaway è la società di investimenti di Warren Buffett da più di 50 anni. Come è nata, quanto ha reso, e gli errori degli investitori. Nel lontano 1965, uno sconosciuto Warren Buffett acquisì il controllo di una ditta tessile, la Berkshire Hathaway, ad un prezzo stracciato (classico acquisto alla Buffett). Il tessile in America stava andando in crisi, schiacciato dalla concorrenza straniera. Leggi tutto l'articolo su SoldiOnline

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