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La trattazione degli NPL nella visione della Commissione Europea e della BCE

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 02.03.2019

Addendum Banca Centrale Europea: nuova regolamentazione relativa agli accantonamenti minimi (pari al 100%) del valore iscritto in bilancio per i NPL cioè i crediti incagliati (regola che nella Unione Bancaria vale per i soli paesi dell'area euro). Dalla lettura di questo documento di una sessantina di pagine emerge che: A) Effetti per gli Istituti Bancari Con questa regolamentazione si innesca una corsa verso 3 esiti vincolanti, nel senso di concretamente inevitabili: 1)  se l'aumento di capitale non riesce, si ha il bail-in (fallimento) per sostanziale conclamata insolvenza della banca incapace di ricostituire il suo capitale a fronte delle svalutazioni in bilancio dei suoi attivi e delle garanzie. 2)  La riuscita della ricapitalizzazione avverrebbe, molto probabilmente, con l'intervento di capitali provenienti da soggetti esteri che acquisirebbero così il controllo della banca. 3)  Intervento dello Stato per la ricapitalizzazione pubblica, in questa ipotesi, di fronte al volume di capitale aggiuntivo imposto per gli accantonamenti pari al 100% dei NPL (non performing loans, cioè i crediti inesigibili), unito alle svalutazioni delle garanzie, occorrerebbero almeno 50 miliardi di euro. Lo stato italiano si troverebbe in condizioni critiche con la probabile opposizione delle autorità bancarie europee e di quelle addette alla concorrenza. Tali pressioni potrebbero annullare questa alternativa tornando così a quanto visto ai punti 1) e 2). B) Effetti per i risparmiatori La BCE propone di mettere fine alla protezione dei depositi, questo intervento, probabilmente in via di attuazione, rimuove ogni garanzia sui depositi bancari (anche sotto i 100.000 euro) nella logica prevalente nella UE della tutela dei “contribuenti”. Quindi anche i piccoli risparmiatori, con capitali inferiori ai 100.000 euro, si possono considerare alla stregua degli azionisti e quindi attaccabili in caso di bail-in (fallimento) della loro banca. Per tutelarsi dal rischio di una corsa agli sportelli bancari, al fine di prelevare quanto depositato, secondo la BCE non ha senso mantenere la piena libertà di accesso ai conti che potrebbero quindi essere congelati a prescindere dal loro ammontare. In particolare, la proposta UE, prevede che i prelievi dai conti correnti e dai depositi possano essere limitati – arrivando sostanzialmente al blocco – per un periodo fino a 5 giorni lavorativi, periodo estensibile ad un massimo di 20 giorni lavorativi, quindi un intero mese. Questo meccanismo avrebbe l'effetto di innescare una corsa al ritiro dei risparmi anche da parte dei clienti degli istituti bancari ritenuti solvibili dando il via libera al panico generalizzato mettendo in ginocchio il settore bancario dello Stato investito da questa nuova regolamentazione. Il 24 febbraio: del 2018 la BCE liquida di forza la Banca ABLV – terza banca Lettone – e rende inaccessibili i conti correnti congelando, per la prima volta, anche i correntisti. Questo accade per “migliorare la sicurezza del sistema creditizio europeo”. Oltretutto non si parla in nessun punto di una moratoria per consistenze sotto i centomila euro. Il 15 marzo 2018: “il piano di azione della commissione per gli NPL” . Linee guida: per gli istituti di credito la definizione di un livello minimo di accantonamento a fronte dei nuovi NPL. A questo proposito la proposta della Commissione Europea prevede che si debba coprire il 100% degli NPL con garanzia reale in otto anni e in due anni gli NPL senza garanzia reale. per le aziende la possibilità di essere sottoposti ad espropriazione dei beni messi a garanzia (capannoni, abitazioni) in modo diretto senza passare dai tribunali (norma non applicabile a persone fisiche) creazione di un mercato unico europeo degli NPL con standardizzazione del loro formato per permettere il trasferimento degli stessi a livello internazionale creazione di una normativa unica riguardanti le AMC (asset management company) che si occupano della gestione, della realizzazione e degli incassi relativi agli NPL. In sintesi per rendere più sicuro il sistema bancario europeo la BCE pensa che la strada maestra sia quella di rendere più facile l’espropriazione del debitore ovviamente trascurando il fatto che queste politiche porterranno ad un incremento dele tensioni sociali. A questo punto vorrei aggiungere un commento personale: queste informazioni non sono “riservate” infatti si trovano su un documenti pubblicati dalla BCE ma sono “notizie che non esistono” in quanto i canali di informazione tradizionali (televisione, stampa...) non ne parlano eppure, queste manovre fatte in sordina, possono duramente impattare sulle nostre vite sia a livello personale che professionale. Fonti: gli argomenti trattati trovano indicazione nel documento BCE dl 8 novenbre 2017 sulla Gestione di crisi nell’Unione, articolo tratto da Orizzonte 48 dek 16 novembre 2017 intitolato “blocco dei depositi per gli istituti a rischio”, da un articolo di Zero Hedge del 21 novembre 2017 intitolato “la BCE propone di metter fine alla protezione dei depositi” di Henry Tougha, da un articolo del 24 febbraio 2018 pubblicato su Scenari Economici dal titolo: “Breaking news la BCE liquida di forza una banca e rende inaccessibili i conti correnti, per la prima volta anche i correntisti congelati” di Fabio Lugano e dall’articolo su Scenari Economici del 15 marzo 2018 sembre di Fabio Lugano intitolato: “il piano di azione della Commissione per gli NPL: espropriazione diretta per le imprese”

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BTP, Spread e Tassi come si combinano?

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  • Banche e prodotti bancari
Scritto il 19.02.2019

Anno scorso lo spead BTP – Bund che mette in relazione il differenziale di rendimento tra il nostro titolo di stato e quello del titolo tedesco, ha avuto vita tormentata con veri e propri rialzi repentini a seguito, soprattutto, della formazione del Governo M5S e Lega (ma il giorno con il maggior incremento fu quando circolò l'ipotesi di un governo tecnico a guida Cottarelli) e al momento del varo della manovra finanziaria. Vediamo graficamente come tutto ciò ha impattato sul corso, cioè il valore dell'obbligazione, del BTP a seconda della durata residua Nel grafico, che ipotizza un incremento dell' 1% vediamo che tanto più lunga è la vita residua del titolo e tanto maggiore è la potenziale perdita nel caso di vendita del BTP. Vediamo di illustrare con un esempio il perchè questa potenziale minusvalenza si forma: se io ho un titolo con vita residua 10 anni ed un tasso di rendimento del 2% mi aspetto, a scadenza di riprendere il mio investimento, cioè 100, e di incassare, nel tempo cedole per 20. Se nello stesso periodo, a causa dell'innalzamento del tasso di rendimento dell'1%, ci sono titoli con durata residua di 10 anni e con rendimento annuo del 3%  a scadenza frutteranno cedole per 30. E' evidente che non potrò scambiare alla pari le due obbligazioni. Quella che rende il 2% dovrà diminuire il suo corso fino a che lo scambio sia neutrale e quindi, seguendo il grafico risulterà: 100 – 8,187 = 91,813 dove 8,187 corrisiponde al valore attuale del differenziale delle future cedole. Concludendo anche per strumenti come i BTP, presenti nei portafogli di molti risparmiatori poco inclini a farsi consigliare, può essere rischioso farsi abbagliare dal rendimento cedolare senza valutare la durata del titolo. Grafico: fonte Zurich, elaborazione Sole 24 ore su dati Bloomberg e Shroders

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