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Tempo, Metodo, Disciplina

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  • Formazione/Educazione Finanziaria
Scritto il 12.07.2021

Non si fa altro che parlare di educazione finanziaria e del supporto offerto da una buona consulenza. Ma perchè poi tutto questo parlare non trova corrispondenza nelle azioni e soprattutto perchè non si riconosce il giusto valore della consulenza? I motivi, a mio avviso, sono molteplici ma il problema principale è che molte volte non si parla la stessa lingua di chi ci siede di fronte. E' vero che investire, riprendendo le parole del premio Nobel Samuelson, dovrebbe essere noioso come guardare l'erba che cresce e la vernice che si asciuga, ma in realtà di noioso dovrebbe esserci il processo, tale non dovrebbe essere invece la motivazione. Non possiamo convincere chi ci sta di fronte tirando fuori paroloni astrusi per spiegare concetti francamente difficili ma che possono essere spiegati diversamente e capiti persino dai bambini. In questo modo rendiamo solo più noioso l'argomento. Proviamo allora a rendere il concetto più diretto e meno noioso e lasciamo che la noia, quella del processo, quella riferita al ripetersi del processo nel tempo, produca i risultati sperati.  Perchè dobbiamo investire e non solo risparmiare? Più precisamente perchè dobbiamo dedicare all'investimento gran parte della quota di risparmio? Domanda semplice che necessita di una risposta semplice e diretta e, affichè la mia lo sia, utilizzerò un esempio. Io sono nato nel 1970 e in questi 51 anni il potere di acquisto della valuta, per effetto dell'inflazione, ha avuto un calo impressionante. In numeri, per rendere semplice il concetto, se volessi comprare le stesse cose che si potevano comprare con 100.000€ 51 anni fa oggi avrei bisogno di 1.798.000€ circa. Nulla meglio dei numeri può sintetizzare e far comprendere il concetto. Per comprare la stessa quantità di un bene, che ne so il pane, che avrei potuto comprare con un solo euro nel 1970 oggi mi occorrono 18 euro circa. Cosa ho fatto affinchè l'euro del 1970 valga oggi almeno 20 euro? Se, per i più assurdi motivi, non avessi fatto nulla e cioè avessi lasciato i miei soldi sul conto per "non rischiare", perchè "non si sa mai", oggi sarei 20 volte più povero rispetto al 1970 a parità di ricchezza posseduta. In fin dei conti un euro resta un euro, quello che cambia è quello che possiamo comprare con lo stesso euro rispetto a 50 anni fa. E se avessi investito?  Per dare una risposta utilizzeremo i numeri dell' indice più trasparente e del mercato più efficiente, quindi quelli dello SP500. Se avessi investito il mio euro in questo indice nel 1970 oggi avrei un controvalore pari a 200€. Sarei quindi 200 volte più ricco rispetto al 1970.  In pratica se i miei genitori nel giorno della mia nascita avessero rinunciato a una stecca di sigarette circa 20.000 lire, diciamo quindi equivalente di 10€, e avessero investito i 10€ in un fondo che replicasse lo SP500, oggi mi ritroverei con una somma pari a 2.360€. (fonte https://dqydj.com/sp-500-return-calculator/) D'altro canto il risparmio non è altro che una rinuncia, rinunciamo al consumo presente per poter poi provvedere a bisogni futuri propri o della propria famiglia. E quale sarebbe la somma a nostra disposizione se i nostri genitori dal giorno della nostra nascita avessero rinunciato a due giornali e un caffè? Possiamo scoprirlo al seguente link Giornale e caffè Come possiamo notare basta davvero poco per comprendere che: Non investire ci espone a perdite di potere di acquisto certe; La disciplina e il metodo, in combinazione con il tempo, non solo difenderanno il potere di acquisto ma genereranno extra rendimenti per orizzonti temporali crescenti. Dovrebbe essere chiaro e semplice da comprendere ma poi ci troviamo di fronte a dati impressionanti: gli italiani, quindi tutti noi, detengono sui conti correnti, quindi parliamo di risparmio non investito, 1.700.000.000.000 (millesettecento miliardi), una cifra mostruosa di liquidità non remunerata, soggetta quindi alla perdita di potere di acquisto e di valore causata dall'inflazione. Millesettecento miliardi  di Euro! Certo non tutti ci diranno di avere capitali a disposizione da investire ma anche per loro esiste una soluzione ma piuttosto che parlarvene ed annoiarvi mi faccio aiutare da un video. Buona visione

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La formula del successo: riflessioni sulla necessità di investire.

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  • Formazione/Educazione Finanziaria
Scritto il 12.03.2021

In tanti hanno scritto sulla necessità di migliorarsi. Lo hanno fatto filosofi, storici, grandi condottieri, sportivi, allenatori. Tutti hanno dimostrato la fondatezza delle loro idee. Pensiamo, per esempio, a quanto affermato da Alessandro Magno: "nulla è impossibile per colui che osa". Chi, poi, non ricorda il celebre discorso sul "centimetro in più" con cui Al Pacino, nei panni del coach D'Amato, motiva i Miami Sharks prima della gara d'esordio dei play off contro Dallas? A mio avviso però nulla riesce a dimostrare queste idee, a racchiudere in sé il concetto stesso del migliorare, a rappresentare meglio il segreto per avere successo nello studio come nella vita, quanto una formula, ribattezzata appunto"la formula del successo".   Essa ci mette di fronte alla realtà e lo fa in un modo tale che nessuna parola, discorso o ragionamento riescono a far meglio. Il suo significato è tanto semplice quanto dirompente: immaginiamo che 1 sia la nostra situazione attuale, se rimaniamo fermi senza far nulla alla fine di un anno ci ritroveremo sempre alla situazione di partenza, quindi 1 resta 1; ma cosa accade se ogni giorno miglioriamo, seppur di poco, la situazione del giorno precedente? Cosa avviene se ci alleniamo l'1% in più, se studiamo l'1% in più, se risparmiamo l'1% in più? Avviene che alla fine dell'anno ci ritroveremo ad aver migliorato noi stessi, la nostra situazione, di ben 38 volte. Fare ogni giorno un passo avanti ci migliora in maniera esponenziale. Siccome investire è un processo e, in quanto tale è una attività in movimento, in evoluzione, allora quanto detto avviene anche con gli investimenti. Il concetto alla base della formula, infatti, è quello magico dell'interesse composto. Sull' interesse composto, che fa del tempo il migliore alleato dei nostri investimenti, si sono espressi in molti e, tra questi, vale la pena ricordare Albert Einstein che lo definì "la più grande scoperta matematica di tutti i tempi”, ed Edmond de Rotschild che, rispondendo ad una domanda sulle sette meraviglie del mondo, ebbe a dire : ”non ne ho la più pallida idea, ma so che l’ottava è l’interesse composto”. Per comprenderne meglio la portata, immaginate di scoprire che un vostro lontano parente sia recentemente scomparso e abbia deciso di lasciarvi una bella fetta della sua eredità. Il defunto parente, appassionato di matematica, si è però divertito a redigere un testamento alquanto enigmatico in base al quale ogni nipote, prima di poter mettere le mani sulla propria quota del patrimonio, dovrà scegliere in che modo ricevere i soldi. Ecco le 2 opzioni: 1 milione di eurosul tuo conto oggi stesso; 1 centesimo di euroin un conto vincolato per 30 giorni (tradotto: non puoi toccare i soldi per un mese), con la garanzia però che il valore del deposito sarà raddoppiato ogni giorno fino alla scadenza del vincolo. quale opzione scegliereste? Come è facile notare nel primo caso si sceglie di non procrastinare, di avere tutto subito senza preoccuparsi di nulla e senza attendere i risultati futuri, risultato? 1 milione di euro. Nel secondo caso invece il primo giorno ci ritroveremmo con un misero centesimo, il secondo con 2 centesimi, il terzo con 4, dopo una settimana potremmo appena permetterci al massimo una bottiglietta d’acqua (0,64€), dopo due settimane riusciremmo forse a comprare un paio di scarpe da tennis (81,92€). Poi all’improvviso qualcosa cambierebbe, quegli impercettibili progressi si trasformerebbero in risultati sempre più tangibili, finché il fiocco di neve iniziale (0,01€) non si trasformerà in valanga… Con la seconda opzione, al termine dei 30 giorni ci ritroveremmo con ben 5.368.709,12€. Strabiliante, vero? Ma attenzione, la formula del successo si applica anche all'altra faccia della medaglia. Essa è in grado cioè di misurare l'insuccesso, ossia cosa accadrebbe se, invece di migliorarci o decidere di star fermi, peggiorassimo, seppur di poco, ogni giorno. Cosa accadrebbe, quindi, se studiassimo l'1% in meno, se ci allenassimo l'1% in meno, se i nostri risparmi si riducessero dell'1% al giorno? Ebbene il risultato è impietoso: dopo un anno il nostro valore, quello dei nostri risparmi, si azzererebbe! Dal punto di vista economico, anche in questo caso, la formula richiama un preciso concetto: l'effetto dell'inflazionesui risparmi non investiti. In pratica quello che sta accadendo ai vostri soldi parcheggiati sui conti correnti in attesa di non si sa cosa, quelli che non investite perché non si sa mai... La formula del successo, quindi, ci indica la direzione, ci fa capire al di là di ogni ragionevole dubbio che l'unico modo per avere ritorni positivi è quello di migliorarci e migliorare ogni giorno, incessantemente. Di più, essa ci dice che a fronte di questi piccoli sforzi avremo un ritorno più che proporzionale. E' questa la buona notizia, già Esiodo affermava "se aggiungi poco al poco ma fai questo sovente, il poco diverrà molto". La formula, in ultima analisi, ci ricorda, ancora una volta, che nulla è impossibile! Non è solo denaro, è il vostro futuro (e quello dei vostri cari)!

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Il valore della consulenza certificata - intervista

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  • Consulenti finanziari
Scritto il 03.03.2021

Il ruolo del consulente sta cambiando,il cambio di denominazione da promotore a consulente non è che il primo passo. Il nome va riempito di contenuti e arricchito di competenze per poter reggere il peso delle sfide che l’evoluzione dei mercati e delle normative propongono a noi professionisti. Acquisire nuove competenze per rispondere con puntualità e trasparenza ai mutati bisogni dei risparmiatori è il segreto per avere successo. Ne parlo in una intervista....   

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Il Covid-19 e i risparmiatori: un ottimo maestro, forse il migliore.

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 06.07.2020

La pandemia, iniziata a Dicembre in Cina, ha portato con sè, oltre ai danni che sono sotto gli occhi di tutti, una nuova consapevolezza: quella di dover affrontare un futuro incerto con un atteggiamento positivo, proattivo e soprattutto disciplinato. Quale l'insegnamento per i risparmiatori? Che tali atteggiamenti, questo nuovo modo di approcciarsi ai rischi, si possono porre in essere anche nella scelta degli investimenti, rendendola non più una "puntata" al casinò quanto, finalmente, un processo disciplinato che guardi ai rischi non più come un pericolo da evitare ma come una situazione contingente da gestire. I mercati salgono e scendono fisiologicamente all'interno di un trend che è per forza di cose rialzista, lo è perchè i mercati sono orientati al futuro, non guardano al passato; lo è perchè i mercati, mentre accadono cose che spaventano chi guarda esclusivamente al passato, continuano a guardare al potenziale che riserva il domani.    Mentre la paura ci teneva chiusi in casa i mercati guardavano già oltre,  consapevoli che il mondo non si sarebbe fermato a causa del Covid-19 così come non si è fermato in passato per guerre o altre pandemie.   Occorre, dunque, un salto di qualità da parte dei risparmiatori ed una maggiore attenzione alla pianificazione finanziaria attuata guardando alle esigenze personali e familiari: il denaro non è altro che un mezzo per raggiungere gli obiettivi di vita, ma per raggiungerli occorre innanzitutto individuarli, progettarli ed infine proteggerli.    Perchè preoccuparsi dei nostri investimenti quando invece possiamo occuparcene? Investire meglio è un obbligo, non più una opzione! Relativamente ai mercati il Covid-19 ha accelerato le tendenze economiche già in atto: ha evidenziato l'inevitabile dipendenza dalla tecnologia; la digitalizzazione ha ricevuto una spinta impressionante ( lavoro da remoto, didattica a distanza...); in ambito sanitario c'è stato e continuerà ad esserci un aumento degli investimenti dovuti all' incremento della richiesta in tutte le economie del mondo, specie in quelle non preparate ad affrontare queste crisi; infine, il lock down ha posto all'attenzione del mondo intero il problema dello sviluppo sostenibile, avviando un processo di selezione negli investimenti a favore di aziende che dimostrano una più spiccata sensibilità ai temi della lotta all'inquinamento, dell'utilizzo di fonti rinnovabili e che fanno investimenti in questa direzione. Aziende, che proprio per questo motivo,  i vincitori di domani a discapito di quelle che, non essendosi adeguate in tempo ai cambiamenti, saranno inevitabilmente estromesse dalla competizione. E voi, da che parte della scacchiera volete essere? 

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Estote Parati

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  • PIP Piani Individuali Pensionistici
Scritto il 03.06.2020

La locuzione latina, il cui significato è siate pronti, è presente sia nel Vangelo di Luca (12,40) che in quello di Matteo ( 24,44) ed è stata scelta da Lord Baden Powell come motto dello scoutismo.   Che voi siate credenti o no, che siate scout oppure no, converrete che mai come adesso bisogna esser pronti ad affrontare il proprio futuro e quello dei propri figli, con maggiore consapevolezza.   Mai come in questo momento occorrerebbe l’aiuto di un moltiplicatore di pani e di pesci ma, come sappiamo, è praticamente impossibile sperare in un suo ritorno se non nell’ altra vita.     L’ infografica fotografa impietosamente la situazione del sistema previdenziale italiano e non lascia spazio ad alcun dubbio riguardo la necessità di provvedere fin da subito a fornire ai nostri figli strumenti che li aiutino a mantenere inalterato il loro futuro tenore di vita.In fondo, come affermava F.A.Clark, “la cosa più importante che i genitori possono insegnare ai loro figli è come andare avanti senza di loro”.   Abbiamo due modi per farlo: il primo è quello di garantire loro un percorso di studi che gli permetterà di trovare lavoro senza troppe difficoltà. Questo significa dar loro la possibilità di accedere ai migliori corsi universitari e a master post laurea. Il secondo è quello di aiutarli a costruire il loro zainetto previdenziale, alimentando piani di previdenza personale a loro intestati.   In entrambi i casi il futuro dei nostri figli passa attraverso la nostra consapevolezza: quella di doversi affidare a consulenti preparati che ci aiutino in tutte le fasi del processo di pianificazione finanziaria, soprattutto nella attività preliminare, ma forse più importante: quella del budgeting.   Questa attività ci permette sia di tenere sotto controllo entrate ed uscite, sia di stimare le uscite future. In questo modo ci aiuta a “reperire” le risorse ottimizzando le spese: tagliando tutte quelle non necessarie, siamo in grado di liberare risorse da destinare agli obiettivi specifici di investimento che, in questo caso, abbiamo chiamato Università e Pensione.   Un primo suggerimento è quello di invertire la funzione del risparmio in modo da non considerarlo un elemento residuale. Mi spiego meglio: tutti sappiamo che il risparmio è dato dalla differenza tra entrate ed uscite, quindi tutti noi siamo naturalmente portati a risparmiare una cifra che risulta residuale, quello che cioè ci resta in tasca dopo aver pagato tutto quel che c’è da pagare.   E se invece pensassimo diversamente? Potremmo invertire la funzione fissando innanzitutto la cifra che intendiamo mettere da parte e, solo dopo aver accantonato questa cifra, procedere poi con le spese ( logicamente le spese essenziali non possono essere in alcun modo tagliate).Una mirata attività di budgeting consente di aumentare la nostra capacità di risparmio fino al 20%.   Un altro suggerimento è quello di sfruttare i vantaggi fiscali, propri di alcuni investimenti, per reinvestirli in un piano di accumulo dedicato ad altri obiettivi, come l' istruzione. I piani di previdenza, per esempio, hanno dalla loro un vantaggio che li rende unici: la deducibilità fiscale.   L’infografica sottoriportata ci aiuta a capirne l'importanza: un risparmiatore con un reddito lordo di 50.000 € , ad esempio, versando 5.000 euro in un piano di previdenza otterrebbe uno sconto fiscale pari a 1.900 € che potrebbe investire in un PAC azionario da 150 € mensili.     I soldi devono avere gli occhi dei nostri figli. Non è solo denaro, è il loro futuro.

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Il New Normal della Pianificazione Finanziaria: strategie di investimento post Covid19

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 27.04.2020

Scopo della pianificazione finanziaria è il mantenimento del tenore di vita di un cliente ed il raggiungimento degli obiettivi finanziari e di vita per lui prioritari. La pianificazione finanziaria si basa su una profonda conoscenza del cliente, acquisibile, dal consulente, non solo attraverso un importante dispendio di energie e di tempo, ma anche, e soprattutto, tramite un approccio diverso alla propria attività ed una differente visione, appunto, del proprio ruolo.   La “nuova normalità” che affronteremo alla fine di questo drammatico periodo renderà la pianificazione finanziaria ancora più importante. Quello che stiamo vivendo, infatti, ci ha insegnato che il nostro reddito da lavoro, sul quale è principalmente basato il mantenimento del nostro tenore di vita, può ridursi drasticamente o addirittura azzerarsi in brevissimo tempo e che questo può accadere anche a persone a noi vicine che abbiamo il dovere di sostenere (parenti e amici).   Sotto questo aspetto, diventerà allora fondamentale pianificare ancora più accuratamente le scelte di investimento dei clienti, prevedendo ad esempio specifiche riserve di valore da utilizzare in caso di crisi, se non dei veri e propri piani di emergenza da implementare quanto prima prendendo in considerazione strumenti idonei a trasferire il rischio ad altri soggetti (polizze sanitarie, ltc, tcm). L’obiettivo non sarà allora quello di battere il mercato, o di ottenere strabilianti performance attraverso l’applicazione di algoritmiche strategie di trading, ma costruire portafogli finanziari che rendano i patrimoni complessivi degli investitori più che resilienti : antifragili.     Siccome non esiste un buon lavoro senza un buon progetto, questa nuova e più accurata pianificazione deve fondarsi su un approccio di tipo olistico: nulla è da lasciare al caso.   Occorre una nuova modalità di pianificazione che sia basata non più solamente su obiettivi temporali e tolleranza al rischio. La nuova modalità di profiling dovrà tener conto della composizione del nucleo familiare, delle forme di reddito, delle fonti di reddito, delle voci di spesa, della capacità di indebitamento e del livello attuale di debito, della presenza o meno di strumenti di trasferimento del rischio, delle esigenze di liquidità e di riserva, degli obiettivi di vita di ciascun componente del nucleo e della possibilità di raggiungerli nel tempo.   Un buon pianificatore non può e non deve, nell'approccio con il cliente investitore, essere o agire da tecnico. Ad un tecnico infatti ci si rivolge per un problema temporaneo e transeunte ( pensiamo ai motivi per cui ci rivolgiamo ad un idraulico o a un elettricista).    Un buon pianificatore, di converso, indaga tutte le caratteristiche del cliente investitore e per far questo deve investire tempo ed energie. Da questa indagine deve saper ricavare le informazioni che, da un lato,  possano risolvere i problemi del cliente e, dall'altro, fare in modo che egli diventi per il cliente una sorta di "angelo custode" così da poterlo accompagnare in un futuro incerto e supportarlo nelle scelte che risolveranno i problemi che da tale incertezza possano discendere.   Il ruolo di un buon pianificatore nella nuova normalità, che ci verrà restituita alla fine di questo periodo,  può essere sintetizzato in una sola parola : esserci.      Esserci ogni volta che è necessario; esserci in ogni evento importante; esserci con competenza e professionalità, esserci ovunque ci venga chiesto; esserci nel riconoscere e far riconoscere al cliente gli errori legati alle emozioni; esserci per riconoscere gli errori passati, imparare da essi ed affrontare il presente ed il futuro; esserci per aiutare i clienti a riconoscere gli errori basati su credenze e pregiudizi; esserci affinchè le loro paure non si trasformino in ansia.  

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Possiamo dire che il covid 19 sia il cigno nero teorizzato da Nassim Taleb?

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  • Formazione/Educazione Finanziaria
Scritto il 21.04.2020

Nassim Taleb, già proprio lui, il teorizzatore del cigno nero, colui che durante una conferenza in Sud Corea affermò : “La prossima volta che qualcuno ti mostra previsioni, chiedi di farti vedere quelle che aveva fatto gli anni passati”.   E’ a lui, ed al concetto di antifragilità che ha introdotto come contraltare a quello della ormai inflazionatissima, resilienza, che si ispirano queste mie considerazioni.   L’antifragilità va aldilà della resilienza e della robustezza. Ciò che è resiliente resiste agli shock e rimane identico a se stesso, l’antifragile, invece, migliora. Qualunque cosa tragga più vantaggi che svantaggi dagli eventi casuali è antifragile. In caso contrario, è fragile.   La fragilità è un concetto base dell’ illuminismo, essa infatti è figlia dell’utilizzo della ragione per arginare i comportamenti automatici tipici di ogni animale, quindi anche dell’uomo.   Nel perpetrare questa sua funzione, nel corso di oltre due secoli, la fragilità si è però trasformata in una piaga ed è per questo che occorre rapportarsi alla realtà non tanto in maniera resiliente quanto in maniera antifragile, arrivando addirittura a desiderare l’inaspettato e nutrirsene così da poter crescere e migliorarsi.   È fragile ciò che non sopravvive alla prova del tempo. Il fragilista, secondo Taleb, crede che ciò che non vede non ci sia, o che ciò che non comprende non esista. In sintesi, tende a confondere ciò che è sconosciuto con ciò che è inesistente.   L’opposto di fragile è invece ciò che rimane integro anche nel peggiore dei casi. Pensiamo ad un forte trauma: sicuramente ne deriva lo stress post traumatico.   Ma lo stesso trauma può anche dar luogo ad una nuova consapevolezza, quindi ad un’evoluzione e per questo ad una crescita.   In campo finanziario, ambito frequentato con successo dall’autore, i trader negoziavano e, in base alla loro esperienza, inventavano tecniche e prodotti.   Poi sono arrivati gli economisti accademici, hanno iniziato a codificare le formule che sottostavano ai comportamenti dei trader sino a convincerli che fossero loro, i trader, a muoversi in base alle formule degli accademici, e non viceversa.   Quando i nuovi trader (senza l’esperienza della strada) hanno creduto ciecamente agli accademici, che non avevano esperienza, si sono verificati i drammatici crolli finanziari, causati dalla fragilità indotta dalla teoria. Perché, come diceva Yogi Berra “in teoria non c’è differenza tra teoria e pratica, in pratica sì”.   Per questo mondo così complesso servono dei moderni saggi stoici, che sappiano trasformare la paura in prudenza, il dolore in informazione, gli errori in nuovi inizi e il desiderio in iniziativa.   Gli eventi non hanno però andamenti lineari: andare a sbattere contro un muro a ottanta all’ora causa molti più danni che andare a sbattere otto volte a dieci chilometri all’ora.   Ed è in questa nuova normalità, in questo continuo desiderare l’inaspettato come motivo di crescita, che anche la figura del consulente finanziario è chiamata ad una rinascita su nuove basi.   Lo stesso concetto di pianificazione non può essere più lo stesso, perché è un concetto troppo basato sugli accadimenti passati e sull’aspettativa che si ripetano nel futuro piuttosto che sulla considerazione che gli avvenimenti passati sono tali e che i nuovi non possono essere anticipati.   L’unica arma da poter utilizzare è quella di pianificare costruendo insieme ai clienti portafogli di investimento frutto di una pianificazione antifragile.   Questo tipo di pianificazione, guidata dalla antifragilità, quindi non tanto dalla volontà di prevedere gli accadimenti quanto dalla capacità di adattarla ad essi, sarà senza dubbio alcuno quella più efficace pur essendo, anche questa volta senza ombra di dubbio molto più difficile perché, per concludere alla Taleb, è purtroppo molto più facile vendere un “guarda che cosa ho fatto per te”, piuttosto che un “guarda che cosa ti ho evitato”. Anche noi, in definitiva, siamo chiamati a diventare dei moderni stoici.  

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Italiani : un popolo di santi, navigatori e (cattivi) risparmiatori

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 16.07.2019

Cosa è rimasto della capacità di risparmio da tutti riconosciuta a noi Italiani? Senza dubbio un patrimonio immobiliare consistente ed una montagna di liquidità sui conti correnti. A riprova del fatto che gli Italiani, pur risparmiando, non sono in grado di prendere adeguate decisioni di investimento. 

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A chi serve un Consulente Patrimoniale

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 21.06.2019

Spesso mi sono trovato, con clienti e conoscenti, a discutere sul ruolo del Consulente Patrimoniale. Ebbene il dibattito è quasi sempre incentrato sul cosa egli faccia e con quali strumenti. 

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Il vero rischio? È non rischiare.

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 18.06.2019

In finanza è sempre valsa la regola che non esistono pasti gratis: ogni rendimento presuppone un rischio. Oggi però ci troviamo di fronte a un paradosso: l’assenza di rischio presuppone una perdita (rendimento negativo).

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Di padre in figlio: i vantaggi della pianificazione successoria

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 17.06.2019

Parlare della propria dipartita non piace a nessuno. Purtroppo però il destino è ineluttabile e riguarda tutti.  Pianificare il dopo di noi ha un'importanza rilevante non solo dal punto di vista economico ma anche, e soprattutto, da quello strettamente legato ai vincoli familiari.

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L'altra metà della mela: come (non) investono le donne

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  • Consulenza finanziaria
Scritto il 11.06.2019

Uno dei paradossi tipicamente italiani è che le donne, pur essendo quelle cui spetta l'ultima parola in famiglia quando si devono prendere decisioni di investimento, quando le decisioni riguardano le finanze personali non investono o lo fanno in modo inadeguato.

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